Introduzione a Lc - Comunità Monastica Diocesana a Pian del Levro

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13 maggio 2021
                                       Introduzione a Lc

Chi è Luca?
Sappiamo poco. Un prologo antimarcionita del II-IIIsec riporta:
Luca, un Siro di Antiochia, di professione medico, discepolo degli apostoli, più tardi seguì
Paolo fino alla sua morte. Servì senza biasimo il Signore; non prese moglie né ebbe figli.
Morì all’età di 84 anni in Beozia, pieno di Spirito Santo. Essendo già stati scritti il vangelo
di Matteo in Giudea [quello in aramaico è scomparso], e di Marco in Italia. Mosso dallo
Spirito Santo scrisse questo Vangelo nelle regioni dell’Acaia… gli era sembrato necessario
esporre per i fedeli della Grecia il racconto con estrema diligenza.
Nel secondo e terzo viaggio missionario di Paolo descritti negli At, il termine “noi”, mostra
Luca accanto a Paolo. Più esplicitamente la sua presenza è espressa nelle due prigionie
di Paolo (Col4,14; Fm24).
Nella 2Tm Paolo è in prigionia, le circostanze non promettono niente di buono, il martirio è
vicino (67d.C.). Paolo chiede a Timoteo di raggiungerlo presto, perché tutti lo hanno
abbandonato: “solo Luca è con me” (2Tm4,11).
Dopo la morte di Paolo Luca tornò in Oriente, probabilmente in Acaia per scrivere il
Vangelo e gli At (anni 70 e 80). Morì probabilmente intorno all’anno 100 in Beozia.
La sua festa è il 18 ottobre. Nel cimitero di Commodilla (VIIsec.) a Roma, Luca è
raffigurato con il nimbo, la veste bianca, il rotolo del Vangelo e la borsa degli strumenti
chirurgici.
Alcuni particolari possono avvallare l’attribuzione della professione medica a Luca:
   -   È l’unico autore che descrive la “ematoidrosi”, il sudore di sangue di Gesù (Lc22,46)
   -   Ha parole più indulgenti vero i medici
       Lc8,43: una donna che soffriva di emorragia da 12 anni e che nessuno aveva saputo guarire
       Mc5,26: una donna, che da 12 anni era affetta da emorragia, e aveva molto sofferto per opera di
       molti medici.
   -   Distingue con più cura le malattie vere e proprie dalle possessioni diaboliche
   -   Annota di più la durata della malattia.

A Luca è attribuito anche l’essere pittore, specialmente di immagini della Madonna.
Questa leggenda nasce probabilmente dai bei versetti del Vangelo dell’infanzia, dove Luca
si sofferma a descrivere Maria, Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria e tutto ciò che ruota attorno
a Gesù bambino.
Luca è anche patrono dei macellai e appare raffigurato dal bue. Giovanni dall’aquila.
Marco dal leone, Matteo dall’uomo.
Esseri tetramorfi: Ez1,5-10; Ap4,7.

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Lc e At
Secondo alcuni Lc e At sono un’unica opera e ciò risulta evidente a partire dalle seguenti
constatazioni:
   -     Lingua e stile identici
   -     Stesso piano teologico
   -     Dedica a Teofilo nei due prologhi
   -     Ripresa della descrizione dell’ascensione di fine Lc a inizio di At.
   -     Quadro geografico unitario e progressivo: dalla Galilea a Gerusalemme e da
         Gerusalemme, alla Galilea, a tutto il mondo.

Composizione anni 70 e 80 in Acaia.
Fonti:
   -     Mc: 350vv di Mc si ritrovano in Lc
   -     Fonte Q (Quelle): 240vv sia in Mt che in Lc.
   -     548vv da altre fonti scritte e orali, specialmente in
         Lc1-2:             vangeli dell’infanzia
         Lc6,20-8,3:        piccola inserzione
         Lc9,51-18,14: grande inserzione
         nei quali vv si trovano brani molto significativi, quali:
         - parabola del figliol prodigo
         - parabola del ricco Epulone e di Lazzaro
         - parabola del buon Samaritano
         - episodio di Zaccheo
         - episodio del ladrone pentito
         - episodio della risurrezione del figlio unico della vedova di Nain
         - infanzia di Gesù
         - diversi detti di Gesù
Metodo redazionale: Luca ha seguito lo stesso di Mc: Galilea – viaggio – Gerusalemme
Dei quattro evangelisti Lc ci appare il vangelo più storico, più occidentale (vedi i riferimenti
alla storia generale 1,5; 2,1; 3m1-3; …).
Come gli altri evangelisti Luca non scrive per fare pura storia, ma per annunciare un
“vangelo di salvezza”. Non si cerchi in esso né l’accurata esposizione temporale, né quella
topografica.

Scopo:
parlare di un Gesù “vicino” a una generazione che, vista la distruzione del tempio di
Gerusalemme che sembrava annunciare il tempo del ritorno del Messia, provava la
delusione o la confusione data dal mancato e atteso ritorno.
Ha scritto Ernst:
Al posto del “presto” escatologico, proprio della fine dei tempi, si colloca l’arco temporale
che comprende passato, presente e futuro.

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Infatti in Luca e Atti troviamo le tre tappe del piano divino:
   -   Il tempo dell’AT cioè il tempo della profezia che ha apice e termine in Giovanni
       Battista (16,16)
   -   Il tempo di Gesù:
       La Legge i profeti fino a Giovanni, da allora viene annunciato il Regno di Dio.
       è l’oggi della salvezza.
   -   Il tempo della Chiesa.
       Spartiacque con quanto precede è l’Ascensione con cui termine Lc e inizia At.
       Fa pensare il rimprovero degli angeli: “Perché state a guardare il cielo?” (At1,11).
       il tempo che riapre con l’Ascensione non è il tempo di un’attesa passiva magari
       disillusa, della Parusia… è il tempo di dare inizio alla missione ecclesiale che deve
       raggiungere i confini del mondo.
Lc dunque presenta il piano di Dio legando tra loro Vangelo e At non solo per mezzo del
racconto dell’Ascensione, ma anche racchiudendo tutto in una grande inclusione data da:
   -   Citazione di Is40,6 che lui solo riferisce a Giovanni Battista (Lc3,6): ogni uomo
       vedrà la salvezza di Dio.
   -   E sua realizzazione in At28,28: Sia noto dunque a tutti voi che questa salvezza di
       Dio viene ora rivolta ai pagani ed essi l’ascolteranno.
       … versetto questo posto dopo un’altra citazione di Isaia (Is6,9-10), rimprovero alla
       sordità di Israele.
Certo, Luca non nasconde che nella stessa chiesa ci sia il peccato e i peccatori (14,28-
32), i tiepidi (16,8), i capi non responsabili (12,47-48), chi ritorna alla vita pagana di prima
(11,24-26)… tanto che Gesù formulerà quell’impressionante quesito:
Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc18,18).
Luca comunque tende a incoraggiare più che a rimproverare, a demolire. Parla molto della
misericordia di Dio e sprona la Chiesa alla santità. Luca “fa di tutto perché la sua Chiesa
ritrovi la tensione escatologica, lo slancio missionario e la generosità nella fedeltà al
Vangelo.. calca più l’ascolto della parola che l’annuncio, vuole che si preghi senza
stancarsi mai”.
.. e questo lo vedremo tra poco quando sosteremo a riflettere sull’incontro dei due discepoli diretti
a Emmaus e sull’incontro di Filippo con l’etiope..
Ma prima diamo un occhio allo schema del dittico Lc-At.
Schema Lc-At
Luca costruisce uno schema simmetrico al cui CENTRO sta Gerusalemme.
Nel Vangelo vediamo Gesù che va dalla Galilea a Gerusalemme.
In At vediamo la Chiesa che va da Gerusalemme ai confini del mondo.
Per tre volte nel Vangelo è richiamato da Gesù il viaggio verso Gerusalemme;
per tre volte in At è richiamato il viaggio di S.Paolo verso Roma.
Per Luca Gerusalemme è la città
   -   Dove si compiono le profezie (2,38; 9,31; 13,33; 18,31; 19,11)
   -   Dove avviene l’evento salvifico per eccellenza: passione, morte e risurrezione
   -   Dove avviene la discesa dello SS sugli apostoli
   -   Da dove la Chiesa parte ad annunciare il Vangelo

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Lc
     -   Prologo (1,1-4)
     -   Introduzione (1,5-4,13)
           Vangelo dell’infanzia (1,5-2,52)
           Preparazione alla vita pubblica (3,1-4,13)
     -   Attività di Gesù in Galilea (4,14-9,50)
     -   Viaggio verso Gerusalemme (9,51-19,28)
     -   Gesù a Gerusalemme (19,29-24,53)

At
     -   Ripresa del Prologo (1,1-2)
     -   Introduzione (1,3-2,48)
         Come un Vangelo dell’infanzia della Chiesa (Charlier)
     -   La Chiesa a Gerusalemme(3,1-7,50)
     -   La Chiesa attraverso la Giudea, la Samaria, fino ad Antiochia di Siria (8,1-12,25)
     -   La Chiesa verso gli estremi confini della terra (13,1-28,29)
     -   Conclusione finale (28,30-31)
                                     (Angelo Tafi – Danilo Zanella, Evangelizzatori con Luca evangelista, ElleDiCi)

Al centro c’è Gerusalemme, c’è l’azione di Dio Padre che da una parte fa risorgere il Figlio
e dall’altra fa sorgere la Chiesa. Un passaggio in dissolvenza: dal Figlio alla Chiesa. Dove
c’è colui che ascende al cielo, c’è colei che restando sulla terra è istruita a non volgere lo
sguardo al cielo. Cielo e terra si sono uniti, Dio è l’Emmanuele, il vicino.
A evangelizzare non ‘è la Chiesa, è anzitutto il cielo:
Non a caso all’inizio e alla fine del Vangelo secondo Luca troviamo gli angeli. (Elena Bosetti)
È anzitutto Gesù a evangelizzare. Luca esprime questa convinzione nel racconto
emblematico dei due discepoli che si dirigono ad Emmaus.
Non è la chiesa a farsi vicina al Signore risorto, ma è il Risorto a farsi vicino.
At deve seguire il Vangelo-Lc
La Chiesa deve fare come il suo maestro,
”colui che spogliò se stesso assumendo la condizione di servo
divenendo simile agli uomini”.
Il Vangelo ci guida nel cammino umano di Gesù Cristo verso Gerusalemme, verso il cielo
At ci guida nel cammino divino/di santificazione verso il mondo, verso l’umanità.
È questo il cammino della Chiesa, che non a caso papa Francesco riprende nella “Fratelli
tutti” dedicando ampio spazio alla meditazione della parabola del buon Samaritano (solo in Lc).

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Il racconto dell’incontro dei due di Emmaus con il Risorto si articola in due scene principali
introdotte dall’espressione “e avvenne mentre”:
   -   e avvenne mentre conversavano e discutevano tra loro (24,15)
   -   e avvenne mentre era disteso a tavola con loro (24,30)
Luca accenna in filigrana i due momenti della liturgia cristiana: parola e sacramento,
ascolto delle Scritture e liturgia eucaristica.

Sostiamo un po'’ anche noi su questo racconto, perché ci immerge nella visione del
Vangelo di Luca, che è lasciarci evangelizzare e a nostra volta evangelizzare.
   -   È Gesù che si avvicina a loro… ma i loro occhi erano impediti.
       Invece al v.31 si dirà: i loro occhi furono spalancati.
   -   È Gesù a trovarli, a raggiungerli, ad avvicinarsi loro
       ”La vicinanza del Risorto è un aspetto tipicamente lucano e piuttosto estraneo alle
       prospettive di Mc e Mt.
   -   I due fanno una Sintesi breve e completa di cristologia:
       provenienza del Maestro (Nazaret),
       la sua azione/ministero: profeta potente in opere e parola
       la sua morte e i responsabili di essa
       la speranza (delusa) della salvezza
       la scoperta della tomba vuota (stesso evento: no visione di fede, no Pasqua)
       la visione degli angeli dell’annuncio che Gesù è vivo
       vari annunci di risurrezione: angeli alle donne, donne agli apostoli
       la visita di alcuni apostoli alla tomba vuota
   -   Gesù li dichiara stolti e tardi di cuore e dà la chiave di lettura per capire questi
       eventi, chiave con cui poi darà luce alle Scritture dei profeti:
       Non doveva il Cristo patire queste cose?
“Non necessariamente le sacre Scritture portano a riconoscere in Gesù il Cristo” (E.B.).
Invece è l’opera del Cristo a illuminare la comprensione delle Scritture. Per la Chiesa è la
fine che spiega l’inizio. È l’inizio che dà testimonianza di veridicità alla fine.
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva
a lui. (v.27)
“Il vedere nella fede suppone l’ascolto della Parola. Il Risorto riconduce i suoi discepoli al
primato dell’ascolto…. dispiega il misterioso disegno che passa per la croce, e così
riscalda il cuore” (E.B.21).
Ed è proprio il segno dell’ultima cena, dello spezzare il pane, il segno che parla della vita
donata per amore da Gesù e dal Padre a spalancare gli occhi dei discepoli.
L’orecchio ha scaldato il cuore. Il cuore ha riconosciuto il Cristo.
Non si dice infatti che “lo vedono”, ma che lo riconoscono (v.31).
“Il Risorto poi non è più visibile perché egli non è quel viandante che hanno incontrato”,
ma è una presenza viva nella “loro stessa vita. Il segno sacramentale permette di
riconoscerlo non semplicemente come uno fuori di noi, che si può vedere, ma come uno
che ci abita e riscalda il cuore” (E.B.22)
È questa presenza che la Chiesa è chiamata a cogliere e ad annunciare.

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Luca ce lo fa capire ancora una volta in un episodio narrato negli Atti, quello di Filippo che
raggiunge l’Eunuco della regina Candace (At8,26-40).
Il fatto che il Vangelo sia annunciato a un Etiope, suggerisce l’universalismo, la cattolicità
del messaggio evangelico.
Il fatto che il Vangelo sia annunciato a un eunuco indica la fine di ogni esclusione e
l’avverarsi della profezia:
          Non dica lo straniero che ha aderito al Signore:
          ”Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!”
          Non dica l’eunuco:
          ”Ecco, io sono un albero secco!”
          Poiché così dice il Signore:
          Agli eunuchi, che osservano i miei sabati,
          preferiscono le cose di mio gradimento
          e restan fermi nella mia alleanza,
          io concederò nella mia casa
          e dentro le mie mura un posto e un nome
          migliore che ai figli e alle figlie;
          darò loro un nome eterno
          che non sarà mai cancellato.
                                       Is56,3-8

L’etiope leggeva Is53, il quarto canto del servo.
La liturgia romana ce lo propone il venerdì santo, perché dia da vicino testimonianza alla
Pasqua del Signore risorto. Egli è colui che obbediente e mite amò i suoi e anche i suoi
nemici, si consegnò e come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza
voce innanzi a chi lo tosa.
Infine come i due discepoli di Emmaus chiedono a Gesù di rimanere con loro, così
l’eunuco etiope chiederà di essere battezzato.
I due racconti culminano nello spezzare il pane uno, e nel battesimo l’altro.
I due racconti terminano con la scomparsa del Signore e la scomparsa di Filippo.
Nei due racconti rimangono due raggiunti dal Signore, due evangelizzati, che saranno a
loro volta evangelizzatori.
Il Signore rimarrà con loro e loro rimarranno sempre nel Signore…. e chi vedrà loro,
riconoscerà la presenza del maestro.
Di certo il Signore potrà essere riconosciuto presente, vicino …
e non a partire dagli occhi ma dall’orecchio.
L’ascolto della Parola accenderà il fuoco nel cuore, gli occhi leggeranno i passi alla luce di
quel fuoco, che è così bene simboleggiato nella liturgia dalla fiammella che dal fuoco viene
accesa sul cero Pasquale. Da lì passerà alle candele dei battezzati, perché nella notte del
mondo siano raggiunti da quella luce e la portino a tutti, perché giunti a Gerusalemme
ripartano con gioia grande fino agli estremi confini del mondo.
                                     Elena Borsetti, Luca – Il cammino dell’evangelizzazione, EDB1995

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Dante Alighieri rimase colpito dalla bontà di Gesù rivelatrice della bontà di Dio, come
scrisse nel De Monarchia, I, 16.
Allora proviamo ad elencare 4 principali aspetti di questa bontà, così come emerge in Lc.
A. Lc sottolinea molto rispetto agli altri evangelisti
       l’amore di Gesù per i poveri, i miseri i diseredati della vita.
      -   Nel Magnificat. (Lc(!)1,52-53)
      -   All’inizio della missione di Gesù nella sinagoga. (Lc(!)4,16-21)
      -   Gesù dice chiaramente chi devono essere gli ospiti prediletti (14,13-14)
      -   Beatitudini (6,20-26): con più forza che in Mt si dice beati i poveri, gli affamati,
          coloro che piangono.
      -   Parabola dell’Epulone e di Lazzaro (Lc(!)16,19-31)
      -   Koinonia si realizza anche con rinuncia e distrbuzione dei beni (At2,45; 4,32.35)
      -   Fiducia illimitata nella provvidenza di Dio (Lc(!)12,16-23: no accumulare)

B. Lc sottolinea molto rispetto agli altri evangelisti
       l’amore di Dio e di Gesù per i peccatori
      -   “Il Figlio dell’uomo è venuto a cercare ciò che era perduto” (Lc(!)19,10)
      -   Zaccheo (Lc(!)19,1-10)
      -   Peccatrice perdonata in casa del fariseo (Lc(!)7,36-50)
      -   Sguardo di Gesù al “buon” ladrone (Lc(!)23,39-43)
      -   Preghiera di Gesù per i suoi crocifissori (Lc(!)21,38)
      -   3 parabole della misericordia (Lc(!)15,1-32)
          della pecora smarrita, la dramma perduta, figliol prodigo
      -   Parabola del fariseo e del pubblicano (Lc(!)18,9-14)

C. Lc sottolinea molto rispetto agli altri evangelisti
       afferma e valorizza la dignità umana e cristiana della donna.
  Poco considerata a quel tempo, la donna è invece rappresentata molto in Lc e messa in
  relazione direttamente con Gesù:
      -   Maria, Elisabetta, profetessa Anna
      -   Le discepole Maria di Magdala, Giovanna moglie di Cusa, Susanna e altre (8,1-3)
      -   Gruppo di donne che seguono Gesù fino al Calvario (23,27-32)
      -   Donne sofferenti: la vedova di Nain (7,11-17); la peccatrice (7,36-50); la donna
          ammalata e incurvata da 18 anni (13,10-17)
      -   Marta e Maria
      -   Rode che si dimentica di aprire a Pietro (At12,10-16)
      -   Protagoniste nelle parabole solo in Lc:
          dramma perduta (18,8-10); vedova che chiede giustizia al giudice iniquo (18,1-8)
      -   Prime proclamatrici della risurrezione (24,9-11) ai discepoli, scettici a credere.
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D. Lc rispetto agli altri evangelisti
        manifesta soavità, gentilezza, bontà d’animo
     -   Evita di usare espressioni offensive verso i pagani
         Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani (pagani) (Mt,15,21-28)
         Invece che il termine “pagani” (Mt5,47) utilizza “peccatori” (6,34).
     -   Attenua od omette tutto ciò che potrebbe risultare offensivo verso gli apostoli:
         omette Mc4,13: gli apostoli non compresero le parole di Gesù
         omette Mc9,28-29: gli apostoli non riuscirono a scacciare certi demoni
         omette Mc14,50: apostoli fuggono abbandonando Gesù
         omette il severo rimprovero di Gesù a Pietro (Mc8,32-33)
         attenua il rinnegamento di Pietro: non spergiura; Gesù si volta e lo guarda. (22,54)

Questo profilo dell’evangelista ricorda una bella frase di papa Giovanni XXIII;
     Tutto si ottiene con la bontà
     e se non si ottiene qualcosa, aspettare e riprovare con la bontà

Léon-Dufour così sintetizza il pensiero e il procedere di Luca evangelista:
     Luca è l’evangelista del disegno di Dio.
     Semplificando, si può dire che di questo disegno la risurrezione di Gesù è il fuoco, il
     centro; lo Spirito santo è l’autore; la comunità cristiana di tutti i credenti ne è il termine.
     Tutta l’opera lucana è bagnata nella luce meridiana del Signore risorto, è riscaldata
     dalla grande presenza dello Spirito santo, è immersa in un’atmosfera di gioia, di
     preghiera e di lodi cantate a Dio”.
     Ci è sottolineata la destinazione universale del Vangelo, la salvezza preparata per tutti,
     dalla quale può allontanare soltanto un esplicito rifiuto.
     È messa in luce tutta la filantropia di Dio, tutta la bontà misericordiosa di Gesù:
     i peccatori, gli stranieri, le donne, i deboli, gli oppressi sono i prediletti di Dio.
     Il Vangelo di Luca è il Vangelo sociale per eccellenza:
     i poveri vi sono esaltati; è il Vangelo della donna e della Madonna; è il Vangelo che ci
     dice di portare la croce ogni giorno, ma ci annuncia, nel far questo per amore di Dio, la
     gioia, la consolazione, la pace”.

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