Indoor air quality in environments with anthropogenic pollution - the impact of thermo-hygrometric parameters
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www.ijoehy.it - Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene PAPERS Indoor air quality in environments with anthropogenic pollution - the impact of thermo-hygrometric parameters La qualità dell’aria in ambienti antropizzati - l’effetto dei parametri termo-igrometrici Paolo Lenzuni2,*, Pasquale Capone1, Daniela Freda1 1 INAIL - Settore Ricerca Certificazione e Verifica - Dipartimento di Igiene del Lavoro 2 INAIL - Settore Ricerca Certificazione e Verifica - Dipartimento di Firenze *Corresponding author: Paolo Lenzuni, INAIL - Department of Florence, Via delle Porte Nuove 61, 50144 Firenze, Italy; Ph: ++39 055 3205529, Fax: ++39 055 3205275, e-mail: p.lenzuni@inail.it Assessment and evaluation of IAQ and thermal comfort are usually carried out independently of each other. Specific descriptors and limit values have been developed for each of these two risk factors, and separate standards apply. However, it is evident that handling IAQ and thermal comfort as a single issue would be a much wiser choice for at least two reasons: 1) acceptable conditions are often obtained in practice using the same piece of equipment, that is an air con- ditioning system; 2) the sensitivities of the human body to the thermal environment and to the air quality are strongly interrelated. In this paper we take a first step along the path which will hopefully lead to the unified assessment of indo- or air quality and thermal comfort. Here we develop and test a method that takes into account the effect of thermo-hygro- metric quantities on the IAQ, focusing on environments where pollution is mostly anthropogenic. Human perception of odors as well as emission of bio-effluents have both been expressed as functions of the air temperature and humidity, and their impact has been quantified using the “equivalent differential CO2 concentration”, i.e. the differential CO2 concen- tration that would give the same PPD under standard thermal conditions. This has allowed IAQ acceptability under any given thermal condition to be calculated from acceptability (or PPD) under standard thermal conditions. Results show that IAQ acceptability is strongly affected by relative humidity, and that the combination of high humidity and high tem- perature is commonly perceived as unacceptable. Under such conditions the indoor - outdoor differential CO2 concen- tration, which is the most effective descriptor of IAQ under standard conditions, plays a minor role. The introduction of a specific limit curve for relative humidity as a function of air temperature is recommended, so that warm-humid condi- tions, which are rated as acceptable by existing standards, be ruled out. Simple optimization algorithms are proposed in order to jointly maximize IAQ and thermal comfort while minimizing the load on the air conditioning system. Key words: Air quality, thermal comfort, humidity, CO2, acceptability In questo lavoro viene proposto un metodo per valutare l’impatto delle condizioni termo-igrometriche sull’accettabili- tà della qualità dell’aria in ambienti a prevalente inquinamento antropico, nei quali cioè la contaminazione deriva prin- cipalmente dalla emissione di bio-effluenti da parte degli occupanti. Il metodo consente di definire un criterio unico di comfort che tiene conto sia di aspetti termici sia di aspetti legati alla qualità dell’aria. L’accettabilità mostra una legge- ra dipendenza dalla concentrazione differenziale massima ammessa di CO2, mentre assai più forte è la dipendenza dal- l’umidità relativa. Viene di conseguenza raccomandata l’introduzione di un limite di accettabilità specifico per l’umi- dità relativa, al fine di escludere dall’area di comfort la zona calda umida ammessa dalla vigente normativa tecnica. Introduzione esterna) di CO2 (indicata nel seguito con ∆CO2). Come ampiamente argomentato nella prima parte di questo stu- L’individuazione dei limiti di accettabilità per la qualità dio [Freda et al., 2010], esistono diversi motivi, sia di prin- dell’aria (IAQ) in ambienti a prevalente inquinamento cipio sia pratici, per preferire quest’ultima. In particolare antropico è un tema ancora aperto. L’applicazione della essa è concettualmente più diretta, notevolmente più sem- pertinente normativa tecnica [UNI EN 13779: 2008] richie- plice da misurare, e consente l’uso di un singolo limite de infatti che vengano affrontate, e risolte, tre questioni, indipendente dall’attività metabolica, mentre la portata relative rispettivamente al descrittore da utilizzare, alla d’aria specifica per occupante deve necessariamente esse- classe di qualità da considerare e all’effetto sui valori limi- re modificata in funzione di questo parametro. Riguardo te di accettabilità dei parametri termo-igrometrici ambien- alla classe di qualità, il problema nasce dal fatto che la tali. Per quel che riguarda il descrittore, la normativa con- norma UNI EN 13779 indica diversi limiti di accettabilità a sente l’utilizzo sia della portata d’aria specifica per occu- seconda della classe (IDA 1, IDA 2, IDA 3, IDA 4) assegna- pante Qp sia della concentrazione differenziale (interna - 144 - 154 | Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012]
PAPERS Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene ta alla situazione in esame. Essa non specifica peraltro in riferimento [Gunnarsen e Fanger, 1992], a sua volta che modo ad una determinata situazione ambientale possa direttamente legata alla concentrazione differenziale essere assegnata una classe di qualità, di fatto impedendo ∆CO2 [CEC, 1992] (vedi appendice B, sezione B.2). di giungere ad un risultato certo. Per supplire a tale lacu- Il giudizio di accettabilità Acc che compare nell’equazio- na, nella prima parte di questo studio è stato sviluppato un ne [1] è definito su una scala da -1 a 1 come mostrato nella criterio di classificazione, mutuato da un analogo criterio Figura 1. Pertanto, l’equazione [1] è stata leggermente precedentemente messo a punto per il comfort termico modificata in modo da generare valori che tendono asin- [Del Gaudio et al., 2009], basato su di un punteggio che toticamente a 1 o -1 nei limiti di entalpia rispettivamente tiene conto di tre fattori: 1) la sensibilità del soggetto; 2) la molto alta o molto bassa (vedi appendice A). delicatezza del compito eseguito; 3) la manipolabilità tec- nica dell’edificio. Con questo metodo, ad ogni combina- zione soggetto/attività/edificio viene assegnata in modo inequivoco una classe di qualità. In questo lavoro viene discusso l’effetto dei parametri termo-igrometrici, integran- do gli studi di letteratura relativi alla percezione con con- siderazioni originali sul processo emissivo degli odori antropici. L’obiettivo è duplice: 1) determinare la percen- tuale di insoddisfatti per qualunque combinazione di con- centrazione differenziale di CO2, temperatura e umidità dell’aria; 2) determinare un unico criterio di accettabilità che tenga conto sia della qualità dell’aria, sia del comfort termico. Figura 1: Scala di accettabilità Impatto dei parametri termo-igrometrici Mediante l’equazione [1] è dunque possibile quantificare, Impatto sulla sensibilità olfattiva per qualsiasi concentrazione differenziale ∆CO2, l’effetto I limiti di accettabilità per la qualità dell’aria che compaio- sulla sensibilità olfattiva di arbitrarie variazioni della tem- no nella normativa sono tipicamente espressi relativamen- peratura e dell’umidità relativa. Da questa è poi possibile te a condizioni termo-igrometriche ambientali cosiddette ricavare, come dettagliato nell’appendice B (equazione di riferimento (tref = 23°C, RHref = 50%). Numerosi studi [B.5]), la variazione della percentuale di insoddisfatti asso- [Berg-Munch e Fanger, 1982; Cain et al., 1983; Clausen et ciata a tale effetto. La Figura 2 mostra la percentuale di al., 1985; Berglung e Cain, 1989; Gwosdow et al., 1989; insoddisfatti associata alla sensibilità olfattiva, in funzione Fang et al., 1998; Fang et al., 2004] hanno tuttavia dimo- della temperatura ambientale, per tre diverse combinazio- strato una marcata influenza della temperatura e dell’umi- ni di RH e ∆CO2. Si osserva facilmente il notevole effetto dità relativa sull’accettabilità di odori non antropogenici. dell’umidità relativa (confronto curva rossa e curva blu). Per la precisione sono stati individuati due distinti effetti, legati alle variazioni il primo della sensibilità olfattiva e l’altro della emissione delle sostanze odorigene. Identificando nel raffreddamento della mucosa il meccani- smo che fa variare la sensibilità e quindi l’accettabilità, è stato affermato [Fang et al., 1998] che l’effetto osservato sugli odori non antropogenici è con tutta probabilità tra- sponibile anche ad odori di tipo antropogenico. Con que- sta assunzione, l’accettabilità in condizioni termo-igrome- triche qualsiasi può essere calcolata mediante l’algoritmo [Fang et al., 1998] Figura 2: Percentuale di insoddisfatti in funzione della Acc = Acc ref − 0,0247 × (E − E ref )− 0,0416Acc ref × (E − E ref ) [1] temperatura, per diverse combinazioni di ∆CO2 e RH nel quale: Al contrario una variazione anche sensibile di ∆CO2 produ- ce un impatto tutto sommato minore (confronto curva rossa • E = E(ta, RH) è l’entalpia dell’aria con temperatura ta e e curva nera), in accordo con i risultati di Berglund e Cain umidità relativa RH; 1989. L’impatto della temperatura è subordinato al valore • Eref = 45,39 KJ/kg è l’entalpia dell’aria in condizioni di dell’umidità relativa: per RH bassa non si notano effetti sen- riferimento, tref = 23°C, RHref = 50%; sibili anche per temperature piuttosto alte. Per umidità supe- • Accref è l’accettabilità in condizioni di riferimento, fun- riori al 40%, temperature superiori a 24°C determinano zione della percentuale di insoddisfatti in condizioni di invece un forte incremento della percentuale di insoddisfatti. © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012] Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) | 145
Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene PAPERS Impatto sull’emissione delle sostanze bio-effluenti Mentre la percezione umana degli odori è relativamente ben studiata, e l’emissione di sostanze di origine non antropica non presenta particolari criticità, l’emissione di odori antropici rappresenta un aspetto ancora poco inda- gato ma di notevole rilevanza. L’emissione delle sostanze odorigene di origine antropica è legata alla degradazione batterica delle sostanze emesse da un tipo di ghiandole dette “apocrine”, presenti soprattutto in particolari aree quali le ascelle e le zone pubiche. Al momento della secrezione tali sostanze si presentano sotto forma di un liquido viscoso, lattiginoso, sterile e praticamente inodore, Figura 3: Fattore di modulazione dell’emissione di ricco di materiale organico di derivazione cellulare, di sostanze bio-effluenti, in funzione della temperatura, per proteine, glicogeno e acidi grassi superiori. L’attività delle diverse umidità relative ghiandole apocrine non dipende dalle condizioni termo- igrometriche ambientali quanto da fattori associati a stress Risultati emotivo. Le sostanze prodotte dalle ghiandole apocrine Percentuale complessiva di insoddisfatti vengono aggredite dai batteri gram-positivi (Corinebatteri, Il primo obiettivo di questo lavoro è l’andamento della Micrococchi, Stafilococchi), che le degradano producen- percentuale di insoddisfatti PPDTOT in funzione della con- do una serie di acidi, ad esempio l’acido E-3-metil 2-esa- centrazione differenziale ∆CO2 per diverse combinazioni noico (E3M2H). Poiché si tratta di sostanze molto volatili, di temperatura e umidità. esse vengono immesse nell’aria indipendentemente dalla temperatura e dalla umidità della pelle, dando luogo all’odore che ogni essere umano produce. La quantità di acidi prodotta non dipende dalla quantità di materia secre- ta dalle ghiandole apocrine, ma dalla quantità di batteri presenti, la quale a sua volta è funzione sia della tempera- tura della pelle tsk che della umidità relativa della pelle RHsk. Risulta tuttavia molto più comodo disporre di una relazione che lega l’emissione di tali sostanze alle variabili termo-igrometriche ambientali, assai più facilmente acces- sibili in fase di misura. I risultati ottenuti sono stati pertan- to espressi, come illustrato in dettaglio nell’appendice C, mediante un fattore di “modulazione” (amplificazione o Figura 4: Percentuale di insoddisfatti in funzione della riduzione, a seconda dei casi) dell’emissione, per il quale concentrazione differenziale ∆CO2, per diverse combi- è stata individuata l’approssimazione analitica nazioni ta/RH t − t ref 0,4 La Figura 4 presenta quattro diversi tracciati ottenuti in f emiss = e 16,7 × RH [2] RH ref corrispondenza di altrettante combinazioni ta(°C)/RH(%). L’effetto della temperatura è sicuramente notevole, come La Figura 3 mostra il fattore di modulazione dell’emissione si deduce confrontando le tre curve 20/50, 23/50 e 26/50 in funzione della temperatura, per tre diversi valori dell’umi- nelle quali l’umidità relativa è costante. Per ∆CO2 = 700 dità relativa. In questo caso la stessa variazione (circa 25%) ppm, PPDTOT passa da 3% a 13% e a 46%. che si osserva passando da RH = 30% a RH = 50% risulta Ancor più macroscopico risulta l’effetto dell’umidità, associata ad un aumento di temperatura da 23°C a 26,5°C. come si deduce confrontando le due curve 26/30 e L’equazione [2] consente di quantificare, all’interno del- 26/50; per la stessa concentrazione differenziale l’area 20°C < ta < 28°C e 25% < RH < 75%, l’effetto ∆CO 2 = 700 ppm, PPD TOT passa da 7% a 46%. di arbitrarie variazioni della temperatura e dell’umidità Indicativamente, lo stesso effetto si ottiene o con un relativa sulla quantità di bio-effluenti emessi, e di conse- aumento (o una diminuzione) di temperatura di 3°C o guenza la variazione della percentuale di insoddisfatti con un aumento di umidità relativa del 15%. legata a questo effetto. Infine, combinando l’effetto delle La Figura 5 mostra invece la percentuale di insoddisfat- variabili termo-igrometriche ambientali sia sulla sensibilità ti PPDTOT in funzione della temperatura e dell’umidità olfattiva che sulla emissione delle sostanze bio-effluenti, è ambientale. La concentrazione differenziale ∆CO2 è stata determinata la percentuale complessiva di insoddi- stata assunta pari a 350 ppm, corrispondente a PPD ref sfatti PPDTOT in condizioni termo-igrometriche arbitrarie. = 7%, valore che la norma UNI EN 13779: 2008 con- Il procedimento è illustrato nel dettaglio nell’appendice B sidera tipico della classe di qualità IDA 1 (la migliore). (equazioni [B.9] e [B.10]). 146 | Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012]
PAPERS Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene 500, 800 e 1000 ppm (verdi con simbolo ♦). Nell’intervallo compreso fra PMV = +0,7 e PMV = -0,7 le curve di questa famiglia mostrano una buona sovrap- ponibilità con la curva identificata da Toftum et al. 1998 (in turchese) come limite per contenere al livello del 15% i probabili disturbati da problemi respiratori in ambienti umidi. Figura 5: Percentuale di insoddisfatti in funzione della temperatura e dell’umidità relativa - ∆CO2 = 350 ppm L a Figura 7: Curve limite di accettabilità per l’IAQ Questa buona coincidenza ribadisce l’importanza di inte- grare gli attuali limiti di accettabilità termica contenuti nella norma UNI EN ISO 7730: 2006, con un ulteriore limite che escluda condizioni ambientali calde-umide, Figura 6: Percentuale di insoddisfatti in attualmente ritenute accettabili ma di fatto spesso fonte di funzione della temperatura e dell’umidità forti lamentele. Ad ulteriore supporto di questa conclusio- relativa - ∆CO2 = 700 ppm ne possono essere invocate altre due curve limite di accet- tabilità: 1) quella implicata dalla raccomandazione conte- Figura 6 presenta l’analogo risultato ottenuto assumendo nuta nel punto 5.2.2. dello standard ANSI/ASHRAE una concentrazione differenziale ∆CO2 = 700 ppm, che 55:2010 “Systems designed to control humidity shall be corrisponde a PPDref = 13%, ed è indicato nello standard able to maintain a humidity ratio at or below 0.012, ANSI/ASHRAE 62.1:2010 come limite indicativo di accet- which corresponds to a water pressure of 1910 Pa at stan- tabilità in ambienti privi di particolari requisiti. La fortissi- dard pressure”; 2) quella associata alla transizione fra ma somiglianza fra le due figure indica che fintantoché la “comfortable” e “slightly uncomfortable” dell’indice concentrazione differenziale ∆CO2 è contenuta, sono le meteorologico Humidex [Masterton e Richardson, 1979]. quantità termo-igrometriche a fare la differenza. Entrambe, pur considerando l’effetto delle quantità termo- Entrambe le figure mostrano infatti chiaramente come la igrometriche soltanto sul comfort termico, e quindi igno- qualità dell’aria peggiori molto rapidamente quando la rando l’impatto sulla qualità dell’aria, indicano chiaramen- temperatura e l’umidità ambientali sono entrambe alte. In te l’inaccettabilità di condizioni caldo-umide (indicativa- queste condizioni la sensibilità olfattiva viene amplificata, mente 24°C < ta < 26°C, RH > 60%, vedi Figura 8). e contemporaneamente l’umidità della pelle diviene molto alta, conducendo ad una pronunciata proliferazione batterica, a sua volta determinante per una forte emissione di sostanze odorigene. La curva limite di accettabilità IAQ-termica Il secondo risultato di questo studio è rappresentato dalla possibilità di calcolare, per ciascun valore di ∆CO2, una curva di “iso-disturbo”, ovvero una curva lungo la quale viene mantenuta la stessa percentuale di insoddisfatti, in diverse condizioni termo-igrometriche ambientali. Facendo variare la concentrazione differenziale ∆CO2 è Figura 8: Alcune curve limite di accettabilità per il possibile pertanto tracciare una famiglia di curve limite di comfort termico accettabilità. La Figura 7 mostra la famiglia delle curve La Figura 9 mostra una possibile curva limite di accet- limite calcolate assumendo un limite di accettabilità PPD tabilità integrata IAQ&termica, ottenuta come media fra = 10%, per concentrazioni differenziali ∆CO2 = 300, © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012] Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) | 147
Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene PAPERS la curva limite dell’IAQ ricavata in questo studio per ria sarebbe di 90 ppm, un valore che richiederebbe una PPD = 10% e ipotizzando una concentrazione diffe- portata d’aria di oltre 650 m3/h del tutto irrealistica. renziale ∆CO2 = 700 ppm, e la curva limite dei proble- E’ quindi essenziale ridurre l’entalpia dell’aria, e il risul- mi respiratori [Toftum et al., 1998] per PPD = 15%. tato è più facilmente conseguito attraverso una robusta de-umidificazione, possibilmente accompagnata da una riduzione, anche modesta, della temperatura. Figura 9: Curva limite integrata IAQ e comfort termico La curva limite integrata è pressoché parallela alla curva Figura 10: Esempio 1, violetto - misurato, verde - suggerito limite di applicabilità del metodo PMV (verde, con label “UNI EN ISO 7730”), che attualmente svolge anche il Mediante un semplice algoritmo (vedi appendice D, ruolo di limite superiore di accettabilità dell’umidità rela- equazioni [D.1] e [D.2]) è possibile identificare una con- tiva, ma è drasticamente traslata verso umidità inferiori, dizione di arrivo (ta = 24,6°C e RH = 38,7%), che da con ∆RH ≈ -50%. Si tratta naturalmente di un semplice un lato conduce ad una soddisfacente qualità dell’aria esempio, in quanto il valore di 700 ppm assunto per (PPD = 7,3%) con una portata di soli 86 m3/h, e al ∆CO2 è del tutto ipotetico, essendo dipendente dal nume- tempo stesso produce un eccellente comfort termico ro di soggetti presenti, dalla loro attività e dalla ventilazio- (PMV = 0,04). Incidentalmente, da un punto di vista ne; parimenti, il valore PPD = 10% assunto come limite strettamente termo-igrometrico, la condizione di parten- di accettabilità va rivisto al rialzo o al ribasso a seconda za (ta = 25,5°C e RH = 58%), mostrata nella Figura 10 della classe di qualità assegnata alla situazione in esame. insieme a quella di arrivo, risultava già accettabile (PMV = 0,43 a fronte del limite PMVmax = 0,5 adeguato alla Esempi classe B identificata per la situazione in esame). Esempio 1 Esempio 2 Analizziamo un ambiente di ufficio dove tre soggetti di 40 - 50 anni senza particolari patologie svolgono il loro lavo- Analizziamo un ambiente posto in una casa di riposo dove ro di ricercatori. Le condizioni termo-igrometriche misura- diversi soggetti di età compresa fra 70 e 80 anni stanno te sono ta = 25,5°C e RH = 58%. Per l’individuazione guardando la televisione. Le condizioni termo-igrometri- della concentrazione differenziale limite viene richiesta che misurate sono ta = 26,3°C e RH = 46%. In questa la classificazione dell’ambiente, e quest’ultima a sua situazione i tre fattori, di sensibilità individuale, delicatez- volta richiede che vengano specificati tre fattori, ovvero za del compito e manipolabilità tecnica assumono questi sensibilità individuale FS, delicatezza del compito FA e valori: FS = 7,1, FA = 8, FT = 10 [Del Gaudio et al., 2009]. manipolabilità tecnica FT. Nella situazione in esame tali Il punteggio complessivo è FC = 4196, al quale in con- fattori assumono questi valori: FS = 5, FA = 8, FT = 10 dizioni termo-igrometriche standard risultano associati [Del Gaudio et al., 2009]. Il punteggio complessivo è un limite di accettabilità dell’IAQ ∆CO2 = 398 ppm F C = 2339, al quale in condizioni termo-igrometriche [Freda et al., 2010] e una percentuale prevista di insod- standard risultano associati un limite di accettabilità disfatti massima accettabile PPDref = 8% [CEC, 1992]. dell’IAQ ∆CO 2 = 523 ppm [Freda et al., 2010] e una percentuale prevista di insoddisfatti massima accetta- bile PPD ref = 10% [CEC, 1992]. Nelle condizioni termo- igrometriche misurate, sia la sensibilità olfattiva sia l’emis- sione di sostanze bio-effluenti sono amplificate a causa del- l’elevata temperatura e dell’elevata umidità relativa. Ciò implica che ad una concentrazione differenziale di 523 ppm corrisponde una percentuale di insoddisfatti del 58,4%. Per riportare la PPD al livello limite del 10% stabi- lito in precedenza senza alterare le condizioni termo-igro- metriche, la concentrazione differenziale di CO2 necessa- Figura 11: Esempio 2, violetto - misurato, verde - suggerito 148 | Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012]
PAPERS Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene Nelle condizioni termo-igrometriche misurate, sia la sensi- • L’integrazione dei fattori termo-igrometrici all’interno del bilità olfattiva sia l’emissione di sostanze bio-effluenti sono criterio di accettabilità della qualità dell’aria introduce di amplificate a causa principalmente dell’elevata temperatura. fatto un limite superiore di accettabilità dell’umidità rela- Ciò implica che ad una concentrazione differenziale di tiva che varia approssimativamente fra il 30% a 26°C e il 398 ppm corrisponde una percentuale di insoddisfatti del 50% a 22°C, non lontano da quello deducibile sulla base 29,2%. Per riportare la PPD al livello limite dell’8% stabi- di studi relativi alla prevenzione di problemi respiratori. lito in precedenza, la concentrazione differenziale di CO2 E’ quindi auspicabile l’introduzione di un limite superio- necessaria sarebbe di 109 ppm, un valore che richiedereb- re di accettabilità dell’umidità relativa, attualmente non be una portata d’aria di oltre 570 m3/h del tutto irrealisti- contemplato nella vigente normativa sul comfort termico. ca. Anche in questo caso bisogna quindi operare per ridur- • Mediante un semplice algoritmo “compensativo” è pos- re l’entalpia dell’aria, e il risultato è più facilmente conse- sibile identificare una condizione termo-igrometrica guito attraverso una de-umidificazione accompagnata da che garantisce condizioni di comfort termico, ottimiz- una riduzione della temperatura. L’algoritmo di ottimizza- zando la quantità d’aria da immettere nell’ambiente. zione (equazioni [D.1] e [D.2]) produce una condizione di arrivo (ta = 25,2°C e RH = 36%) che consente di giunge- Bibliografia re ad una soddisfacente qualità dell’aria (PPD = 5,6%) ANSI/ASHRAE 55:2010. Thermal environmental conditions for con una portata di 109 m3/h, e con PMV = 0,18 risulta human occupancy. American Society of Heating, Refrigerating compatibile con il severo limite PMVmax = 0,2 associato and Air-Conditioning Engineers, Atlanta, GA, U.S.A. alla classe A attribuita alla situazione in esame. Entrambe le condizioni, di partenza (misurate) e di arrivo (suggerite), ANSI/ASHRAE 62.1:2010. Ventilation for acceptable Indoor sono mostrate nella Figura 11. Fra l’altro con PMV = 0,57 la air quality. American Society of Heating, Refrigerating and condizione di partenza risultava largamente fuori norma Air-Conditioning Engineers, Atlanta, GA, U.S.A. anche solo dal punto di vista strettamente termo-igrometrico. Berglund, L., Cain, W.S., 1989. Perceived air quality and the thermal environment. Proceedings of IAQ’89, San Conclusioni Diego, CA, U.S.A., 345 - 350. • I limiti di accettabilità relativi alla qualità dell’aria in Berg-Munch, B., Fanger, P.O., 1982. The influence of air ambienti a prevalente inquinamento antropico, come temperature on the perception of body odour. attualmente indicati nella normativa tecnica, sono Environment International, 8, 333 - 335. assai difficilmente applicabili. E’ infatti necessario sta- Cain, W.S., Leaderer, B.P., Isseroff, R., Berglund, R.G., bilire quale sia il descrittore più adeguato e quale sia Huey, R.J., Lipsitt, E.G., Perlman, D., 1983. Ventilation la classe di qualità dell’ambiente; inoltre si deve tener requirements in buildings - I: Control of occupancy odour conto delle effettive condizioni termo-igrometriche and tobacco smoke odour. Atmospheric Environment, 17, ambientali. 1193 - 1197. • L’effetto delle condizioni termo-igrometriche ambienta- CEC, 1992. Guidelines for ventilation requirements in li sulla qualità dell’aria si manifesta sia attraverso la sen- buildings, Report n.11, European Concerted Action sibilità olfattiva, sia attraverso l’emissione delle sostan- Indoor Air Quality and its Impact on Man. Commission of ze odorigene di origine antropica. L’effetto della sensi- the European Communities, Brussels, Belgium. bilità olfattiva può essere quantificato con la stessa Clausen, G., Fanger, P.O., Cain, W.S., Leaderer, B.P., metodica utilizzata in letteratura per sostanze di origine 1985. The influence of ageing, particle filtration and non antropica. L’effetto dell’emissione delle sostanze humidity on tobacco smoke odour. Proceedings of Clima odorigene è stato invece quantificato in questo studio 2000, Copenhagen, vol. 4, 345 - 349. analizzando il processo biologico di degradazione bat- Del Gaudio, M., Freda, D., Lenzuni, P., 2009. La classifi- terica dei prodotti cellulari. Entrambi questi effetti pos- cazione degli ambienti termici. Giornale degli Igienisti sono essere espressi mediante concentrazioni differen- Industriali, 34 (2), 186 - 197. ziali equivalenti di CO2, ovvero le concentrazioni che, in condizioni di riferimento, produrrebbero gli stessi Fang, L., Clausen, G., Fanger, P.O., 1998. Impact of esiti delle condizioni termo-igrometriche. Temperature and Humidity on the perception of Indoor • Il risultato finale è esprimibile in due modalità: 1) Air Quality. Indoor Air, 8, 80 - 90. mediante il valore di PPD determinato dalla concentra- Fang, L., Wyon, D.P., Clausen, G., Fanger, P.O., 2004. zione differenziale di CO2, dalla temperatura e dal- Impact of indoor air temperature and humidity in an office l’umidità dell’aria; 2) in senso inverso mediante la con- on perceived air quality, SBS symptoms and performance. centrazione differenziale di CO2 che garantisce, in con- Indoor Air, 14, 74 - 81. dizioni termo-igrometriche qualsiasi, una qualità del- Fiala, D., Lomas, K.J., Stohrer, M., 1999. A computer l’aria con lo stesso grado di accettabilità che si ha in model of human thermoregulation for a wide range of condizioni termo-igrometriche di riferimento secondo environmental conditions: the passive system. J. Appl. la normativa tecnica. Physiol., 87 (5), 1957 - 1972. © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012] Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) | 149
Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene PAPERS Fiala, D., Lomas, K.J., Stohrer, M., 2001. Computer predic- tion of human thermoregulatory and temperature respon- ses to a wide range of environmental conditions. International Journal of Biometeorology, 45 (2), 143 - 159. Freda, D., Del Gaudio, M., Lenzuni, P., 2010. La qualità del- l’aria in ambienti antropizzati - descrittore e valori limite. Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene, 1 (1), 33 - 39. Gunnarsen, L., Fanger, P.O., 1992. Adaptation to indoor air pollution. Environment International, 18, 43 - 54. Gwosdow, A.R., Nielsen, R., Berglund, L.G., Dubois, A.B., Tremml, P.G., 1989. Effect of thermal conditions on the acceptability of respiratory protective devices on humans at rest. American Industrial Hygiene Association Journal, 50 (4), 188 - 195. Masterton, J.M., Richardson, F.A., 1979. Humidex, a method of quantifying human discomfort due to excessive heat and humidity. CLI 1-79, Environment Canada, Atmospheric Environment Service, Downsview, Ontario, Canada. Toftum, J., Jørgensen, A.S., Fanger, P.O., 1998. Upper limit for air humidity for preventing warm respiratory discomfort. Energy and Buildings, 28 (3), 15 - 23. UNI EN 13779: 2008. Ventilazione degli edifici non resi- denziali - Requisiti di prestazione per i sistemi di ventila- zione e di climatizzazione. UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione, Milano. UNI EN ISO 7730: 2006. Ergonomia degli ambienti termi- ci - Determinazione analitica e interpretazione del benes- sere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale. UNI - Ente Nazionale Italiano di Unificazione, Milano. 150 | Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012]
PAPERS Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene APPENDICE A - Algoritmo di compressione del giudizio di accettabilità L’algoritmo [Fang et al., 1998] che calcola l’accettabilità Acc = Acc ref − 0,0247 × (E − E ref )− 0,0416Acc ref × (E − E ref ) [A.1] produce, per particolari combinazioni di temperatura ed umidità, sia valori superiori ad 1 che valori inferiori a -1. Per eliminare questa inconsistenza con la scala di accettabilità (Figura 1), detto x il valore calcolato mediante l’equa- zione [A.1], l’accettabilità è stata ri-calcolata mediante la semplice espressione 1/8 x8 Acc= 8 [A.2] 1+x che vale x per |x| ≤ 0,95 (entro il 6%), e converge asintoticamente ad 1 per |x| > 0,95. APPENDICE B - Sequenza logica per il calcolo di PPDTOT B.1 Sintesi 1. Calcolare la percentuale di insoddisfatti PPDref che, in condizioni termo-igrometriche di riferimento, è associata ad una data concentrazione differenziale ∆CO 2; 2. Calcolare l’accettabilità Accref corrispondente al valore PPDref; 3. Ricavare, per una specifica condizione termo-igrometrica, l’accettabilità determinata dalla mutata sensibilità olfattiva; 4. Determinare la relativa percentuale di insoddisfatti PPDsens e la concentrazione differenziale equivalente ∆CO 2 che, tenendo conto della mutata sensibilità olfattiva, produrrebbe la percentuale di insoddisfatti PPDref; 5. Ricavare l’emissione di sostanze odorigene bio-effluenti per una specifica condizione termo-igrometrica; 6. Determinare il fattore di modulazione dell’emissione femiss e la concentrazione differenziale equivalente ∆CO 2 che, tenendo conto della mutata immissione di sostanze odorigene nell’ambiente, produrrebbe la percentuale di insoddi- sfatti PPDref; 7. Calcolare, combinando le due concentrazioni differenziali equivalenti determinate al punto 4 e al punto 6, la con- centrazione differenziale (∆CO 2)TOT che produce, nella specifica condizione termo-igrometrica presa in considera- zione, la stessa percentuale di insoddisfatti PPDref che si osserva in condizioni di riferimento alla concentrazione ∆CO 2; 8. Determinare la percentuale di insoddisfatti PPDTOT associata a (∆CO 2)TOT. Diventa dunque centrale il concetto di concentrazione differenziale equivalente di CO2 quale indicatore normalizzato dell’effetto di un meccanismo, applicato sia al processo percettivo sia al processo emissivo delle sostanze odorigene. B.2 Condizioni di riferimento (punto 1 e punto 2) La relazione che lega la percentuale prevista di insoddisfatti alla concentrazione differenziale di CO2 in condizioni termo-igrometriche di riferimento [CEC, 1992] può essere ben approssimata mediante una semplice forma funzionale del tipo β ∆CO 2 PPD = 100 × 1 − exp − [B.1] α Una semplice procedura di best fit consente di ricavare i valori α = 7300 ppm e β = 0,86. Si ottiene così l’espressio- ne della percentuale di insoddisfatti PPD associata, in condizioni termo-igrometriche di riferimento, ad una data con- centrazione differenziale ∆CO 2 © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012] Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) | 151
Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene PAPERS 0,86 ∆ CO 2 PPD ref = 100 × 1 − exp − [B.2] 7300 Invertendo l’algoritmo di Gunnarsen e Fanger 1992, si ricava poi l’accettabilità che corrisponde alla percentuale di insoddisfatti in condizioni di riferimento PPD ref ln − 0,18 100 − PPD ref Acc ref = [B.3] 5,28 B.3 Impatto della temperatura e dell’umidità sulla sensibilità olfattiva (punto 3 e punto 4) L’accettabilità in condizioni termo-igrometriche qualsiasi viene calcolata con l’algoritmo [Fang et al., 1998] Acc = Acc ref − 0,0247 × (E − E ref )− 0,0416Acc ref × (E − E ref ) [B.4] (equazione [1] del testo) dove E = E(ta, RH) è l’entalpia dell’aria, Eref = 45,39 KJ/kg è l’entalpia in condizioni di riferi- mento ed Accref è l’accettabilità in condizioni di riferimento calcolata mediante l’equazione [B.3]. Utilizzando nuova- mente l’algoritmo di Gunnarsen e Fanger 1992, dall’accettabilità si deduce la corrispondente percentuale di insoddi- sfatti che tiene conto della mutata sensibilità olfattiva exp (−0,18 −5,28Acc ) PPDsens_olf = 100 × 1+ exp (−0,18 −5,28Acc ) [B.5] Infine è immediato, invertendo l’equazione [B.2], ricavare la concentrazione differenziale equivalente di CO 2 PPDsens_olf 1,16 (∆CO2 )sens_olf = −7300 × ln 1 − 100 [B.6] ovvero la concentrazione che, in condizioni di riferimento, produrrebbe la percentuale di insoddisfatti PPDsens_olf B.4 Impatto della temperatura e dell’umidità sull’emissione dei bio-effluenti (punto 5 e punto 6) L’analisi del processo emissivo delle sostanze bio-effluenti (vedi appendice C) ha condotto a risultati ben approssima- bili mediante la relazione analitica t − t ref 0,4 f emiss = e 16,7 × RH [B.7] RH ref che consente di stimare il fattore di modulazione dell’emissione femiss in funzione delle variabili ambientali. Nell’equazione [B.7] tref ed RHref sono la temperatura e l’umidità relativa dell’aria in condizioni di riferimento. Poiché l’emissione di CO 2 non dipende dalla temperatura e dall’umidità ambientale, la concentrazione differenziale equiva- lente di CO 2 associata alla variazione dell’emissione è semplicemente (∆CO 2 )emiss = ∆CO 2 × f emiss [B.8] B.5 Calcolo della percentuale di insoddisfatti in condizioni termo-igrometriche qualsiasi (punto 7 e punto 8) La concentrazione differenziale equivalente di CO 2 complessiva vale (∆CO 2 )tot = (∆CO 2 )sens_olf × f emiss [B.9] Infine, la percentuale di insoddisfatti della qualità dell’aria, in condizioni termo-igrometriche qualsiasi, si ottiene come 0,86 (∆CO 2 )tot PPD TOT = 100 × 1 − exp − [B.10] 7300 152 | Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012]
PAPERS Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene APPENDICE C - Derivazione della relazione fra fattore di emissione delle sostanze odorigene e variabili ambientali L’espressione del fattore di modulazione dell’emissione in funzione delle variabili termo-igrometriche ambientali è stata eseguita in due fasi. Nella prima la temperatura e l’umidità della pelle sono state calcolate mediante il modello fisiolo- gico di Fiala [Fiala et al., 1999; Fiala et al., 2001] per diverse combinazioni di ta, RH e metabolismo. I risultati mostra- no che fintantoché le condizioni non sono troppo lontane dal comfort, le variazioni della temperatura della pelle sono minime. Al contrario, l’umidità della pelle mostra variazioni molto significative, raggiungendo valori prossimi al 100% per ta = 28°C, RH > 50%. Si è quindi optato per mantenere l’umidità della pelle come unico descrittore fisiologico. La relazione fra umidità della pelle e variabili ambientali è stata approssimata mediante l’espressione analitica t a − t ref 0,6 × RH RH sk [C.1] ∝e RH ref 10 RH sk_ref Seguendo lo standard ANSI/ASHRAE 62.1:2010 abbiamo assunto che la ventilazione richiesta e quindi l’emissione di sostanze odorigene, sia linearmente proporzionale all’attività metabolica. Nella seconda fase abbiamo pertanto analizzato i valori di umidità della pelle ottenuti con diversi valori di metabolismo, a parità di valori termo-igrometrici ambientali. I risultati mostrano con buona approssimazione una relazione del tipo 2/3 RH sk [C.2] f emiss ∝ RH sk_ref Combinando le due equazioni [C.1] e [C.2] si è infine ottenuta la desiderata relazione fra il fattore di modulazione dell’emissione e le variabili ambientali t − t ref 0,4 f emiss = e 16,7 × RH RH ref [C.3] riportata nel testo come equazione [2]. APPENDICE D - Identificazione delle condizioni termo-igrometriche ottimali Nell’ambito di una corretta gestione del comfort, è essenziale identificare le condizioni termo-igrometriche che consen- tano di garantire simultaneamente e con impegni impiantistici accettabili, condizioni di accettabilità sia riguardo alla qualità dell’aria sia riguardo al comfort termico. L’ottimizzazione delle condizioni termo-igrometriche è stata ottenuta mediante le due equazioni (∆CO 2 )req 0,5 t a −finale = 24 + (t a −iniziale − 24 )× [D.1] (∆CO 2 )limite (∆CO 2 )req 0,5 RH finale = 25 + (RH iniziale − 25 )× [D.2] (∆CO 2 ) limite La quantità ∆(CO 2)req è la concentrazione differenziale che verrebbe richiesta per garantire l’accettabilità in assenza di correzioni termo-igrometriche. Essa può essere calcolata mediante l’algoritmo 7300 PPD ref 1,16 (∆CO 2 )req = − × ln 1− ppm [D.3] PPD TOT 100 PPD ref dove PPDref e PPDTOT sono calcolati rispettivamente nelle equazioni [B.2] e [B.10]. © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012] Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) | 153
Italian Journal of Occupational and Environmental Hygiene PAPERS La quantità ∆(CO 2)limite che compare nelle equazioni [D.1] e [D.2] è la concentrazione differenziale limite, per lo spe- cifico ambiente considerato, in condizioni termo-igrometriche standard. Essa può essere calcolata mediante l’algoritmo (∆CO 2 )limite = 300 + 465 × 4 − log (FC ) 1,6 ppm [D.4] ([Freda et al., 2010], equazione 2), dove FC = FS5/3 × FA4/3 × FT [D.5] ([Freda et al., 2010], equazione 1) è il punteggio dell’ambiente considerato [Del Gaudio et al., 2009]. 154 | Ital. J. Occup. Environ. Hyg., 2012, 3(3) © The Italian Association of Industrial Hygienists - AIDII [2012]
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