Strumenti di Risk Management - Ing Claudia Gistri

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Strumenti di Risk Management - Ing Claudia Gistri
Strumenti di Risk
Management

Ing Claudia Gistri

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Strumenti di Risk Management - Ing Claudia Gistri
PERCHE’ GESTIRE I RISCHI ?
   Il “risk management” non è una novità
   Nato nei primi anni del 1900, nel mondo finanziario e del credito
   La teoria nasce negli anni ’50 in USA per ridurre i costi assicurativi
   Nel campo industriale si è sviluppato nelle società di engineering &
    construction alla fine degli anni ’60
   Negli anni ’90 si sviluppa l’elaborazione dottrinale: non solo rischio
    finanziario ma visione globale
   Le tappe di evoluzione:
     1.   Rischi finanziari e rischi puri assicurativi
     2.   Business Risk Management
     3.   Enterprise Risk Management (ERM)
   Nel 2009 è pubblicato lo standard ISO 31000 - Risk management
   Dal 2015 il concetto di «risk management» è incluso in tutte le
    norme di sistema di gestione aziendale (es. sistemi di gestione
    qualità, ambiente, sicurezza ecc.)
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QUALCHE DATO SUL RISK MANAGEMENT
Ricerca Accenture (2012)
  Il 91% dei manager di grandi aziende nel mondo valuta il Risk Management
   fondamentale per la crescita e per i profitti
Ricerca CINEAS in collaborazione con Politecnico di Milano sulle PMI italiane
(2012)
  su 1324 aziende tra 50 – 250 Mil.€, 80% ritiene che il rischio sia aumentato
  al calo dei profitti si è associata una crescente percezione dl pericolo
  meno del 50% delle imprese decidono di gestire il rischio di impresa
  Solo il 46% ha creato una funzione dedicata
  L’80% non prevede di introdurla

L’Italia, con una forte presenza di PMI, è agli ultimi posti in Europa per
maturità dei sistemi di gestione del rischio

                 Perché oggi c’è maggiore interesse ?

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PERCHE’ GESTIRE I RISCHI

Essenzialmente per due tipi di esigenze:
Primo:
Evoluzione del contesto economico e finanziario degli ultimi anni
che ha visto molti casi di crisi e di dissesti con due elementi
comuni a tutti:
    – il disallineamento tra profili di rendimento e profili di
       rischio nell’ambito del sistema decisionale e di
       governance
    – l’enfasi sul raggiungere obiettivi di risultato di breve
       periodo con poco spazio alla valutazione e alla
       quantificazione del rischio associato alle scelte.

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PERCHE’ GESTIRE I RISCHI
Secondo:
Gli aspetti regolamentari
Sarbanes – Oxley Act (Stati Uniti – 2002) regole per le società quotate
Legge 262 (Italia 2005) disposizioni per la tutela del risparmio
Codice di Autodisciplina emesso dal Comitato di corporate governance della
Borsa Italiana – (Marzo 2006)
D.Lgs.231 (Italia 2001) responsabilità amministrativa delle imprese
Basilea II (2001) e Basilea III (2010) requisiti minimi di capitale banche

Più altre disposizioni normative italiane ben note:
D.Lgs.81 salute e sicurezza (2008),      D.Lgs.231 antiriciclaggio (2007)
D.Lgs.206 codice del consumo (2005),     D.Lgs.196 privacy (2003)

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PERCHE’ GESTIRE I RISCHI

Al di là della evoluzione normativa, se si guarda oltre le più immediate
evidenze, si vede come l’importanza di gestire i rischi aziendali ha
origine in motivazioni profonde e consistenti:
   nella crescente instabilità dei contesti economico-politico-sociali in
    cui le imprese operano;
   nei nuovi modelli organizzativi adottati dalle imprese;
   negli impatti esercitati dalle evoluzioni tecnologiche sulle
    dinamiche competitive dei business;
   nell’accresciuta sensibilità e attenzione da parte degli stakeholder
    circa il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dal vertice aziendale.

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QUALI RISCHI
Classificazione dei rischi secondo Enterprise Risk Management

                         Strategico

             Operativo                Reputazionale

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QUALI RISCHI

Rischio strategico
riguarda quegli aspetti che influenzano direttamente la programmazione
a lungo termine dell’attività aziendale e che costituiscono il fondamento
di ogni azione, le cui principali motivazioni sono consentire uno sviluppo
duraturo nel tempo e conseguire di un buon risultato economico

Esempio:
•  Politico
•  Normativo
•  Concentrazione
•  Tecnologico
•  ….

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QUALI RISCHI

Rischio reputazionale
può essere definito come rischio che deriva dalla reputazione negativa
di terzi (clienti, controparti, azionisti, investitori, Autorità) verso
un’impresa. Tale percezione può influenzare negativamente la capacità
dell’azienda di mantenere e/o accrescere la base dei clienti oltre che
mantenere le fonti di approvvigionamento.

I casi:
ENRON (2001): bancarotta fraudolenta
WORLDCOM (2002): frode contabile
hanno coinvolto in modo irreparabile anche la reputazione della società di
revisione, il cui valore si fonda in gran parte sulla credibilità
PARMALAT (2003): bancarotta fraudolenta e aggiotaggio, ha trascinato con sé
la reputazione del revisore. In questo caso il danno misurabile del risarcimento
(60 Mil.$) è solo un elemento marginale dell’effetto del rischio reputazionale.

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QUALI RISCHI
  Rischio operativo
 è il rischio di perdite derivanti da disfunzioni interne o eventi esogeni

                        di Sistemi          Ambientali e
di Processo                                                      Legale              di Frode
                       Informativi          socio politici

                                               Connessi al
                                                                 Rischio che si
                                               rispetto dei
                         Rischio                                 verifichino
                                               parametri,
                         connesso alla                           inadempienze /
                                               all’ottenimento                          Rischio di
  Insieme dei            sicurezza fisica                        non conformità
                                               delle Licenze,                        comportamenti
  rischi associati a     e alla                                  rispetto alla
                                               Concessioni,                           fraudolenti di
  disfunzioni di         trasparenza dei                         normativa, ai
                                               autorizzazioni                        dipendenti, terzi
  singoli processi       dati, alla                              regolamenti
                                               oppure rispetto                         che possono
  e attività             affidabilità del                        specifici, alle
                                               a cambiamenti                         arrecare danno
                         sistema nel suo                         prescrizioni
                                               politici e di
                         complesso                               delle autorità di
                                               politiche
                                                                 settore
                                               economiche

                                                                                               10
QUALI RISCHI
   Rischi operativi (segue)

 Cliente e                                                                             di
                     Risorse             Distruzione
  Canale                                                      Finanziari           Approvvigio
                     Umane               degli asset
distributivo                                                                        namento

                                           Rischio che
                     Rischio dovuti al     l’integrità e la
                                                               Rischio
  Rischio di         sostenere costi       sicurezza fisica                          Rischio di
                                                               restringimento
  perdere il         maggiori o            ed economica                              rottura della
                                                               linee di credito,
  rapporto           minori                dei beni                                  relazione con i
                                                               innalzamento
  commerciale        performance           patrimoniali e                            fornitori,
                                                               dei tassi,
  con il cliente ,   attribuibili al       delle persone                             mancanza del
                                                               disponibilità
  rischio di non     comportamento         vengano minate                            materiale
                                                               prodotti
  vendita corretta   del personale         da eventi                                 necessario
                                                               finanziari sul
  dei prodotti       (es sicurezza e       esterni, anche
                                                               mercato
                     salute)               imprevedibili o
                                           eccezionali

                                                                                                11
QUALI RISCHI

Non è la sola modalità di classificazione.
La norma ISO 31000:2009 suddivide in:
   Rischi esterni
   Rischi interni
   Rischi specifici per il settore

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QUALI RISCHI

   Rischi esterni
Quelli connessi all’ambiente esterno nel quale l’organizzazione cerca di
conseguire i propri obiettivi
Esempi
•  Concorrenti
•  Bisogni dei clienti
•  Progresso tecnologico
•  Normative di legge nei mercati di riferimento
•  Costi delle materie prime e delle utility
•  Oscillazioni cambi e tassi
•  Fornitori
•  Impatti ambientali
•  …..

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QUALI RISCHI
   Rischi interni
Quelli connessi all’ambiente interno nel quale l’organizzazione cerca di
conseguire i propri obiettivi
Esempi:
•  Strategici
•  Catena dei fornitori
•  Salute e sicurezza dei lavoratori
•  Impatti ambientali
•  Ciclo di vita del prodotto
•  Proprietà intellettuale
•  Penali dei clienti
•  Finanziari
•  Liquidità
•  Capitale proprio
•  Operazionali, Processo, Qualità del prodotto
•  Frode da parte dei collaboratori/terzi
•  Errori non intenzionali
•  Infrastrutture
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QUALI RISCHI

Rischi specifici per il settore
Propri del settore merceologico di appartenenza

Esempi:
  Nell’alimentare/farmaceutico: contaminazione batterica
  Nelle fonderie: difetti occulti nei manufatti
  Nelle web farm: attacchi di hacher
  Nelle aziende agricole/vinicole: attacchi di parassiti resistenti
  …..

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QUALI RISCHI

I Rischi percepiti dalle aziende italiane
Fonte: osservatorio Risk Management PMI Italiane, Politecnico di Milano, 2012

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A COSA SERVONO GLI STRUMENTI
                       DI RISK MANAGEMENT

«E’ la tecnica di gestione dei rischi d’impresa che tende a salvaguardare
il patrimonio dell’impresa contro le perdite che possono colpirla
nell’esercizio delle proprie attività»

                                                                       17
QUALI STRUMENTI SISTEMICI
                       PER IL RISK MANAGEMENT
Gli strumenti a disposizione per inserire la gestione del rischio
all’interno del sistema di gestione aziendale sono numerosi, tutti molto
moderni e innovativi:
-    ISO 31000: 2009 Risk Management
-    ISO 9001: 2015 (DIS) Quality management systemas
-    ISO 14001: 2015 (DIS)Environmental management systems
-    ISO 45001: 2016 (CD) Occupational and health and safety
     management systems
….ma anche… ISO 22301: 2012 Business continuity management
systems
-    ISO 55001: 2014 Assett management systems
-    ISO 27001: 2013 Information security management systems
-    ISO 20121:2013 Event sustainability management systems
-    ISO 39001: 2012 Road traffic safety management systems
-    …..
                                                                           18
COS’E’ IL RISK MANAGEMENT : ALCUNE DEFINIZIONI

Vi sono diverse definizioni di rischio e modalità di classificazione del
rischi

RISCHIO :
“Possibilità di subire un danno o conseguenze negative al
verificarsi di un evento non sempre prevedibile “
Definizione tecnica

“Evento inaspettato che riduce in modo significativo la capacità
dei manager di implementare la strategia decisa“
Definizione manageriale

“ Effetto dell’incertezza sugli obiettivi (negativo o positivo) “
Definizione ISO 31000

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COS’E’ IL RISK MANAGEMENT : ALCUNE DEFINIZIONI

Vi sono diverse definizioni di rischio e modalità di classificazione
del rischi

RISCHIO :
“ Effetto dell’incertezza rispetto ad un risultato atteso“
Definizione ISO 9001:2015

Il concetto di «rischio» nel contesto della ISO 9001 è in relazione
alla incertezza nel raggiungimento degli obiettivi definiti
dall’organizzazione

Il concetto di «opportunità» nel contesto della ISO 9001 è in
relazione al superamento delle aspettative del cliente e degli
obiettivi definiti dall’organizzazione

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CREAZIONE DEL VALORE,
                  PROTEZIONE AZIENDALE E RISK MANAGEMENT

I Rischi d’impresa possono essere suddivisi in due categorie:
   I rischi puri: che offrono solo la possibilità di una perdita (es. incendio,
    infortuni sul lavoro, reati inclusi nel D.Lgs. 231/2001)
   I rischi speculativi: che offrono la possibilità sia di un utile che di una
    perdita (es. le variazioni dei prezzi delle materie prime, le nuove tecnologie, i
    cambiamenti dei gusti dei consumatori)
È errato pensare che il rischio sia solo negativo
L’innovazione e la capacità di cambiamento sono portatori di rischio ma
sono generatori di opportunità per creare valore per l’impresa.
   I rischi speculativi possono essere sfruttati dall’impresa, per cercare di
    cogliere l’opportunità
   I rischi puri costituiscono un vero e proprio impedimento alla
    prosecuzione della vita aziendale.
                                                                                 21
STRUMENTI DI RISK MANAGEMENT: DA DOVE PARTIAMO
L’approccio sistemico al Risk Management: la nuova ISO 9001:2015
(ma anche ISO 14001: 2015, ISO 45001: 2016…)

L’approccio     per processi, la loro gestione ed interazione devono avere
come obiettivo il raggiungimento dei risultati attesi in accordo con la politica
della qualità e la direzione strategica dell’organizzazione.
La gestione complessiva dei processi e del sistema di gestione per la qualità
può essere raggiunta tramite la metodologia del Plan-Do-Check-Act (PDCA)
con un focus sul “Risk-based thinking” mirato a prevenire effetti
indesiderati.

Nell’approccio per processi sono da prendere in considerazione i requisiti e
le aspettative delle parti interessate rilevanti

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RISK MANAGEMENT NEI SISTEMI NORMATI

“Risk-based thinking”

Le nuove ISO 9001:2015 / ISO 14001:2015 / ISO 45001: 2016, di prossima
pubblicazione, hanno reso esplicito e hanno incorporato il concetto di
rischio in un approccio di sistema, dove è necessario fare una analisi
minacce-opportunità.

Nell’ambito del QMS il rischio è correlato alla volontà di concretizzare
un’opportunità e riguarda tutto ciò che può agevolare o impedire il
raggiungimento degli obiettivi relativi a quella opportunità.

Nell’ambito del SGA il rischio è legato all’affrontare in maniera
pianificata minacce e opportunità in maniera da prevenire o ridurre gli
effetti generati da rischi ambientali/rischi per la sicurezza interni e da-
verso l’esterno.

                                                                      23
RISK MANAGEMENT NEI SISTEMI NORMATI

            Perché adottare il «risk-based thinking»?

√   le organizzazioni di successo applicano un approccio basato
    sul rischio perché porta benefici in molti campi

√   per accrescere la soddisfazione e fiducia del cliente

√   per assicurare la continuità

√   per affermare una cultura proattiva di prevenzione e
    miglioramento

                                                                  24
La norma ISO 31000:2009
                “Gestione del rischio”

La gestione del rischio è un obiettivo a cui ogni impresa
attenta agli aspetti preventivi dovrebbe tendere e che ogni
cliente dovrebbe pretendere, in particolare in settori
caratterizzati da alta variabilità

    La Linea Guida ISO 31000 ci propone un modello di gestione del rischio
   e di integrazione dello stesso nel sistema di gestione aziendale.
   Essa è applicabile a tutte le tipologie di rischio
   (strategici, operativi, valutari, di mercato, di compliance, di paese, ecc.)
La norma UNI ISO 31000:2010
                                         “Gestione del rischio”

                                     Definizione del contesto (cap 4)
                                                              PLAN
                                                          PLAN
                                                    Progettazione struttura di
                                                riferimento per gestire il rischio
                                                              (4.3)

             ACT                                                                           DO
                                                                                                           Processo
Miglioramento continuo della struttura                                               Attuare la gestione      (5)
         di riferimento (4.5)                                                         del rischio (4.4)

                                                       CHECK
                                               Monitoraggio e riesame della
                                               struttura di riferimento (4.5)
La norma UNI ISO 31000:2010
                                “Gestione del rischio”
                                                                  Processo (cap 5)

                                                           PLAN
             Impegno della
                Direzione                       Definire e analizzare le anomalie e
                                                                                                     Comunicazione,
             (committment)                             identificare le cause
                                                                                                       formazione

           ACT                                                                                            DO
                                                                                         Individuare soluzioni, sviluppare azioni,
 Standardizzare le soluzioni,                      Approccio ISO ai sistemi di
                                                                                             implementare sistematicamente
Rivedere e ridefinire i traguardi                          gestione

                                                        CHECK
    Misurare e rivalutare
                                                Verificare i risultati rispetto alla           Organizzare risorse e responsabilità
       le prestazioni
                                           pianificazione, le deviazioni e conclusioni
Processo

                                                                Definire il contesto (5.3)
      Mandato e
      impegno
          PL
           AN          Comunicazione e consultazione(5.2)
                                                               Valutazione del rischio (5.4)

                                                                                                      Monitoraggio e riesame (5.6)
         PLAN

                                                                Identificazione del rischio (5.4.2)
ACT
ACT               DO

                                                                     Analisi del rischio (5.4.3)

         CHECK

                                                                Ponderazione del rischio (5.4.4)

                                                             Trattamento del rischio (5.5)
La norma ISO 9001:2015 (DIS) – un esempio di
               applicazione della gestione del rischio agli
               elementi della qualità

E’ responsabilità della organizzazione decidere in che misura
approfondire il risk management nell’ambito del proprio
sistema di gestione per la qualità tenendo conto della
complessità e criticità dei propri prodotti, servizi, processi e
contesto in cui opera ed il livello di maturità dello stesso
sistema di gestione per la qualità attuato
ISO/DIS 9001
Una premessa al risk management :Cap. 4 Contesto dell’Organizzazione
     Rivolgersi ai bisogni attuali e all’anticipazione di quelli futuri può
     condurre l’Organizzazione all’identificazione di opportunità di
     miglioramento ed innovazione.

      4.1 Comprendere l’Organizzazione e il suo contesto (ISO
      9004:2009)
      4.2 Comprendere i bisogni e le aspettative delle parti
      interessate (ISO 9004:2009)
               ↓                                               ↓
      Gli obiettivi e politiche dell’Organizzazione ed il campo di
      applicazione del SGQ dovranno esplicitamente tenere in
      considerazione e monitorare il contesto in cui opera
      l’Organizzazione e le necessità delle parti interessate pertinenti
      (clienti, consumatori, fornitori, distributori, concorrenti, partners,
      lavoratori ecc.).
               Determinare le parti interessate pertinenti al SGQ
                        ed i requisiti di tali parti interessate         30
ISO/DIS 9001
Una premessa al risk management :Cap. 4 Contesto dell’Organizzazione
      Contesto esterno:
      ambiente esterno nel quale l’organizzazione cerca di perseguire
      i propri obiettivi che comprende:
      l’ambiente culturale, sociale, politico, cogente, finanziario,
      tecnologico, economico, naturale, competitivo sia internazionale,
      nazionale, regionale o locale;
      elementi determinanti e tendenze fondamentali che hanno un
      impatto sugli obiettivi dell’organizzazione

      Contesto interno: ambiente interno nel quale l’organizzazione
      cerca di conseguire i propri obiettivi:
      strategie, politiche, obiettivi
      struttura organizzativa, ruoli e responsabilità
      le capacità - risorse e conoscenza (persone, processi, tecnologie)
      la cultura dell’organizzazione
                                                                     31
ISO/DIS 9001
Una premessa al risk management :Cap. 4 Contesto dell’Organizzazione

    Affrontare razionalmente la realtà circostante significa per un’azienda
    conoscere, in ogni momento, i soggetti portatori di interesse che
    popolano tale realtà, le interazioni esistenti o che potrebbero
    instaurarsi con essi, sulla base dei loro bisogni ed aspettative,
    e la loro diversa capacità di influenzare, in modo diretto o indiretto,
    positivo o negativo, i comportamenti e il destino
    dell’organizzazione per identificare, valutare e gestire i rischi
    correlati alle parti interessate, e i loro mutevoli bisogni ed
    aspettative.
    L’azienda dovrebbe definire la mission, la vision, e i valori
    dell’organizzazione e assumere, quando necessario, tempestive
    decisioni relative al cambiamento organizzativo e all’innovazione

        stabilendo ed adottando e sostenendo nel tempo efficaci
                          politiche e strategie
                                                                         32
ISO/DIS 9001
Una premessa al risk management :Cap. 4 Contesto dell’Organizzazione

  Cap. 4.4 Sistema di gestione per la Qualità e i suoi processi
  Carattere prescrittivo che specifica i requisiti ritenuti essenziali per
  l’adozione di un approccio per processi (vademecum di 8 punti) tra cui
  la determinazione dei rischi e opportunità per la conformità dei beni
  e servizi e per la soddisfazione del cliente (Requisito 6.1) e di criteri,
  metodi e correlati indicatori di prestazione per la valutazione e
  controllo dell’efficacia dei processi stessi

                                                                          33
ISO/DIS 9001
         Un caposaldo per il risk management Cap. 5 Leadership
Il termine “Management” della vecchia edizione è sostituito con «Leadership»
passando in questo modo da “Direzione” ad “Alta Direzione”

Obiettivo:        maggiore      coinvolgimento        del   “Top     Management”
nell’implementazione del SGQ all’interno dell’Organizzazione. I Leader a tutti i
livelli stabiliscono unità di intenti e di indirizzo e creano le condizioni affinchè
le persone siano impegnate nel raggiungere gli obiettivi della qualità
dell’organizzazione. “L’Alta Direzione deve assegnare le responsabilità e
l’autorità per….” e deve assicurare che i rischi che possono pregiudicare
la conformità dei beni e dei servizi e la soddisfazione dei clienti siano
identificati e trattati…..

La creazione di unità di intenti, indirizzo e impegno consentono ad una
Organizzazione di allineare strategie, politiche, processi e risorse per
conseguire i propri obiettivi.

“Promuovere il miglioramento continuo e l’innovazione…”
                                                                                   34
ISO/DIS 9001
Un caposaldo per il risk management Cap. 5 Leadership
Cap. 5.1.2 Customer focus

Il Top Management deve dimostrare leadership e impegno verso i
requisiti del cliente garantendo che:

a) siano definiti ed attuati i requisiti del cliente ed i requisiti di legge e
   normativi;

a) i rischi e le opportunità che possono riguardare la conformità di
   beni e servizi e la soddisfazione dei clienti siano identificati e
   trattati;

b) sia mantenuto il focus costante nel fornire prodotti e servizi che
   soddisfino i clienti, i requisiti di legge e normativi;

c) sia mantenuto il focus sulla soddisfazione del cliente.
                                                                             35
ISO/DIS 9001
  La gestione dei rischi partendo dal «plan» Cap. 6 Pianificazione
L’Organizzazione analizza attraverso la pianificazione i “rischi e le
opportunità” per prevenire e ridurre gli effetti indesiderati e per
assicurare il costante raggiungimento degli obiettivi e un
miglioramento continuo del SGQ.

Approccio proattivo dell’Organizzazione che deve individuare un
percorso chiaro attraverso i rischi, opportunità, politiche aziendali e
obiettivi da raggiungere.
                    Rischio → Azione preventiva

L’insieme del cap. 4.1 “Comprendere l’organizzazione ed il suo
contesto” e il cap. 6.1 “Azioni per affrontare rischi e opportunita’ “
“….per prevenire o ridurre effetti indesiderati….” “…pianificare
azioni per affrontare rischi e opportunità……” sono ritenuti gli
elementi di prevenzione dei rischi nell’ambito della qualità.

                                                                      36
ISO/DIS 9001
                            Cap. 6 Pianificazione

       Approccio all’azione preventiva guidato dal rischio

             Rischio → Individuazione di opportunità

Cap. 6.1 Azioni per gestire i rischi e le opportunità

Cap. 6.1.1 Nella pianificazione del sistema di gestione per la
qualità l’organizzazione dovrà tenere conto degli argomenti del
cap. 4.1 e dei requisiti del cap. 4.2 e determinare i rischi ed
opportunità che necessitano di essere gestiti per:

 Dare assicurazione di raggiungere i risultati prefissati
 Prevenire o ridurre gli effetti indesiderati
 Ottenere il miglioramento continuo

                                                              37
ISO/DIS 9001
                             Cap. 6 Pianificazione

Cap. 6.1.2 L’organizzazione dovrà pianificare:

a) le azioni necessarie per gestire questi rischi ed opportunità;
b) come:

   Integrare ed implementare le azioni nei processi del sistema
    di gestione per la qualità
   Valutare l’efficacia di tali azioni intraprese

    Le azioni intraprese per gestire i rischi e le opportunità
    saranno appropriate all’impatto potenziale che potranno
    avere sulla conformità dei prodotti e servizi

                                                                    38
ISO/DIS 9001
                             Cap. 6 Pianificazione

Nota:

Le opzioni per gestire i rischi e le opportunità possono includere:

Evitare il rischio

Correre il rischio per cogliere una opportunità

Eliminare la fonte del rischio

Cambiare le probabilità o le conseguenze del rischio

Accettare il rischio

                                                                      39
ISO/DIS 9001
                            Cap. 6 Pianificazione

Cap. 6.2 Obiettivi e pianificazione per conseguirli

L’organizzazione deve stabilire gli obiettivi per la qualità per le
funzioni, livelli e processi rilevanti. Gli obiettivi devono:

essere coerenti con la politica per la qualità
essere misurabili
tenere conto dei requisiti applicabili
essere monitorati
essere comunicati
essere aggiornati per quanto appropriato

L’organizzazione deve conservare informazioni documentate sugli
obiettivi per la qualità.

                                                                  40
ISO/DIS 9001
                              Cap. 6 Pianificazione

Nel pianificare come conseguirli deve determinare

cosa sarà fatto
quali risorse saranno necessarie
chi ne sarà il responsabile
quando l’obiettivo sarà completato
come saranno valutati i risultati

Risulta rinforzato il carattere sistemico dell’organizzazione con
attenzione anche alle relazioni e alle interdipendenze.
L’aspetto sistemico è orientato ad ottenere gli obiettivi dell’azienda nel
proprio specifico contesto.

                                                                         41
ISO/DIS 9001
                           Cap. 6 Pianificazione

Cap. 6.3 Pianificazione dei cambiamenti

Quando l’organizzazione ritiene necessari dei cambiamenti nel
sistema di gestione della qualità (cap. 4.4) il cambiamento dovrà
essere effettuato in modo sistematico e pianificato.

L’organizzazione dovrà considerare:

 il motivo del cambiamento e le potenziali conseguenze;
l’integrità del sistema di gestione per la qualità;
la disponibilità delle risorse;
l’assegnazione e riassegnazione delle responsabilità e autorità

                                                                   42
ISO/DIS 9001
  L’attuazione del risk management Cap. 8 Attività operative

Art. 8.1 Controllo e pianificazione delle attività

Si ribadisce l’attività dell’organizzazione di pianificazione, attuazione e
controllo dei processi tra cui la identificazione di rischi ed
opportunità per prevenire o ridurre gli effetti indesiderati con
pianificazione delle conseguenti azioni per la gestione dei rischi e
la gestione delle opportunità per l’organizzazione e per la
soddisfazione dei requisiti del cliente.

“....Controllare i cambiamenti programmati e riesaminare le
conseguenze di cambiamenti non previsti intervenendo per
mitigare gli effetti indesiderati”.

                                                                          43
ISO/DIS 9001
       L’attuazione del risk management Cap. 8 Attività operative

Art. 8.4 “Controllo dell’approvvigionamento esterno di beni e
servizi” affronta tutte le forme di approvvigionamento esterno: acquisto
da un fornitore, esternalizzazione di processi e funzioni
dell’organizzazione.
Si richiede di adottare un approccio basato sul rischio per determinare
il tipo e l’estensione di controlli appropriati su ciascun fornitore esterno
e su ciascun approvvigionamento esterno di beni e servizi. “…il
potenziale impatto sulla capacità dell’organizzazione di soddisfare
costantemente i requisiti del cliente e i requisiti di legge e
normativi”

                                                                           44
ISO/DIS 9001
   La validazione del risk management Cap. 9 Valutazione delle
                             prestazioni
Art. 9.3 Riesame della Direzione

Il Riesame deve considerare:
i cambiamenti delle situazioni interne ed esterne che hanno attinenza
con il sistema di gestione per la qualità includendo la direzione
strategica;
informazioni sulla performance della qualità includendo trends e
indicatori relativamente a :
“………..
questioni relative ai fornitori esterni ed alle parti rilevanti interessate
adeguatezza delle risorse richieste per il mantenimento della
   efficacia del sistema di gestione per la qualità
l’efficacia delle azioni intraprese per la gestione dei rischi e
   opportunità identificati (cap. 6.1)
nuove potenziali opportunità per il miglioramento continuo”
                                                                           45
I BENEFICI DELLA GESTIONE SISTEMICA
                            DEL RISCHIO
   Garanzia di continuità nella vita produttiva grazie all’adeguata
    identificazione, gestione e protezione dai rischi (ISO 31000)
   Contributo ad una gestione sicura dell’impresa (ISO 9001-ISO
    14001-ISO 45001)
 E’ fornita verso terzi interni (dipendenti e azionisti) ed esterni
  (fornitori, clienti, istituzioni, autorità pubbliche, ecc.) un’immagine di
  sicurezza (ISO 9001-ISO 14001-ISO 45001- ISO 22301- ISO 27000)
 Creazione del valore (obiettivo di lungo termine) perché se l’impresa
  adottasse un’ottica di breve periodo, potrebbe deteriorare le basi del
  suo successo durevole (ISO 9001-ISO 14001-ISO 45001)

Il tutto fornendo il proprio contributo alla massimizzazione del profitto
tramite la minimizzazione dei costi, all’interno dei parametri e obiettivi
aziendali.

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PIATTAFORME INFORMATICHE A SUPPORTO

   La piattaforma PI-KR di KEISDATA è conforme ai requisiti definiti nel DT63 ED 00 020811
    Certisoftware ed ha acquisito l’Attestazione di Conformità del software a cura di Certiquality
    per l’implementazione e mantenimento degli Standard dei Sistemi di Gestione Aziendale:

       •   UNI ISO 9001:2008, (Qualità)
       •   UNI ISO 14001:2004, (Ambiente)
       •   ISO 50001:2011, (Energia)
       •   BS OHSAS 18001:2007, (Salute e Sicurezza nei luoghi di Lavoro)
       •   ISO/IEC 27001:2013, (Sicurezza delle Informazioni)
       •   SA8000:2008 e Linee giuda ISO 26000:2010, (Responsabilità Sociale d'Impresa)
       •   UNI ISO 10015:2001, (Formazione)

   PI-KR si basa sui requisiti di qualità contenuti nella ISO/IEC 25010:2011 e sui principi e le
    metodologie previste dalle tecniche di Risk Management ISO 31000:2009 e Knowledge
    Management.
   PI-KR soddisfa i requisiti previsti dalle Linee Guida Confindustria 2008 per la costruzione dei
    modelli di organizzazione, gestione e controllo ex d. lgs. 231/2001.
   PI-KR soddisfa i requisiti funzionali per l’effettuazione di Net Audit
   PI-KR gestisce lo strumento di autovalutazione previsto nella UNI EN ISO 9004:2009 “Gestire
    un’organizzazione per il successo durevole – L’approccio della gestione per la qualità”

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PIATTAFORME INFORMATICHE A SUPPORTO

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