Massimo Biale, lo chef in divisa che fa volare il nome di Savona in alto nel mondo - IVG.it

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Massimo Biale, lo chef in divisa che fa volare il nome di Savona in alto nel mondo - IVG.it
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      Massimo Biale, lo chef in divisa che fa volare il nome di
      Savona in alto nel mondo
      Lunedì 28 gennaio 2019

      Savona. “Da grande voglio fare il controllore di volo…e lo chef”. Massimo Biale,
      savonese classe 1966, te lo immagini così, mentre sul tavolo della nonna – all’età di cinque
      anni – prima la osserva e poi la aiuta a preparare con le mani i ravioli, le frittelle e la pasta.
      Oggi, con 34 anni di carriera sulle spalle, Massimo non è soltanto uno chef di fama
      internazionale, ma è anche un luogotenente dell’Aeronautica militare italiana. E come
      per un piatto che unisce sapori diversi per creare un’alchimia culinaria vincente, lo chef
      savonese ha trasformato la sua vita in una portata unica e speciale.

      L’ingrediente segreto della sua ricetta – come racconta lo stesso Biale a IVG.it – è uno ed
      uno soltanto: “La passione può aiutarti a raggiungere ogni obiettivo – spiega lo chef –
      a me hanno iniziato a trasmetterla sin da piccolo i miei nonni paterni che, ancora prima
      che io nascessi, gestivano ‘La Balona’, la società cattolica savonese in via Famagosta, e poi
      ancora i miei bisnonni, dalla parte di mia madre, che avevano dei ristoranti. Insomma, io
      non potevo far altro che lavorare in cucina”. Una passione quasi genetica, quindi, che
      porta Biale ad innamorarsi di quel mondo fatto di fantasia sì, ma anche di regole.

      Le stesse regole che Biale, nel 1984, si prepara a rispettare quando, dopo aver vinto il
      concorso, entra in aeronautica militare come controllore di volo. Massimo saluta così
      la Torretta e, per 28 anni, sale sulle torri di controllo di mezza Italia a dirigere il traffico
      aereo: “Pisa, Milano, Abano Terme, Verona, Treviso, Vicenza, Brindisi – racconta il
      luogotenente – ho lavorato un po’ ovunque e nel frattempo, per hobby, non ho mai smesso
      di cucinare”. Tolta la divisa da lavoro, infatti, Biale inizia a trasformarsi con il tempo in un
      vero e proprio chef. Partecipa ai concorsi di cucina nazionali e internazionali e prende
      parte a competizioni culinarie che lo portano spesso a salire sul podio. E questo è solo un

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      assaggio del suo “piatto capolavoro”.

      Quel sottufficiale in gamba dietro ai fornelli, infatti, non sfugge all’aeronautica
      militare: “Mi hanno convocato a Roma – racconta Biale – comunicandomi che la forza
      armata era intenzionata a sfruttare le mie competenze in ambito culinario mettendole a
      disposizione di tutti”. Nasce così il “Nucleo Addestramento Vettovagliamento” e da qui
      Biale inizia a formare le nuove leve, insegnando loro, per esempio, l’organizzazione delle
      cucine campali per le missioni estere. Nel 2016 è la volta delle olimpiadi di Rio dove
      Biale è uno dei quattro chef di “Casa Azzurri”. Nel 2017 è uno dei 16 concorrenti del
      programma televisivo “Top Chef” e dallo scorso 15 dicembre entra a far parte del circolo
      ufficiali delle forze armate d’Italia dove ha assunto il ruolo di “responsabile ristorazione
      del circolo interforze”.

      Con un curriculum del genere tante, tantissime sono le esperienze professionali che Biale
      ha collezionato nel corso della sua vita, ma una in particolare è davvero curiosa ed è, da
      sola, capace di esprimere il respiro internazionale della sua carriera: “Una volta è venuto a
      mangiare in un ristorante di Padova di cui sono socio il famoso regista Özpetek – racconta
      Biale – poi, un giorno, mi sono ritrovato a cucinare nel ristorante del suo ex compagno a
      Istanbul, dove sono stato una settimana a proporre piatti italiani. Mi sono ritrovato in
      prima pagina su uno dei quotidiani turchi più importanti, con la mia notizia che occupava
      ben tre colonne a discapito del concerto di Lady Gaga che trovava spazio in una soltanto.
      Conservo ancora quella copia di giornale!”.

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      Inevitabile, poi, uno sguardo all’evoluzione della cucina moderna: “Oggi fortunatamente
      c’è un ritorno agli antichi sapori – spiega Massimo – c’è una piacevole riscoperta delle
      antiche ricette che, pur rielaborate, tendono a conservare gli stessi gusti di un tempo,
      proprio come nel film “Ratatouille”, quando il severo critico gastronomico Anton Ego
      assaggia la ratatouille preparata dal piccolo topo Rémy e torna di buon umore perché
      ricorda i piatti poveri ma buoni cucinati dalla madre. E questa è una bellissima cosa”. In
      Liguria, poi, i piatti tipici non mancano: “Lo scorso anno ho partecipato ad un campionato
      del mondo e mi sono classificato terzo portando le trofie al pesto – racconta – io propongo
      spesso piatti liguri e all’estero vengono molto apprezzati”.

      Difficile, a questo punto, non ritenersi soddisfatti di una carriera così brillante. Tuttavia,
      nel diario professionale di Massimo Biale ci sono ancora delle pagine bianche da riempire:
      “Dopo l’importante esperienza di Rio, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha già
      preannunciato che ‘squadra che vince non si cambia’- spiega – mi aspetto quindi di
      concludere la mia carriera in bellezza con Tokyo 2020”. Infine, un pensiero per la sua
      città, Savona: “Ogni volta che ci torno respiro aria di casa e spero un giorno di poterci
      ritornare”.

      E così, dove le ferree regole militari incontrano quelle culinarie, nasce una passione, poi
      un sogno e, infine, una realtà. Perché come dice il grande chef Gusteau nel cartone
      animato Ratatouille, “Tutti possono cucinare”. Anche un controllore di volo.

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