IL SISTEMA INTER-AMERICANO DI TUTELA DEI DIRITTI UMANI: IL CASO DEI "BAMBINI DI STRADA"

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Facoltà di Scienze Politiche – Università Degli Studi di Torino

          Corso di laurea Sviluppo e Cooperazione

                       Elaborato finale

 IL SISTEMA INTER-AMERICANO DI
TUTELA DEI DIRITTI UMANI: IL CASO
     DEI “BAMBINI DI STRADA”

                           a cura di

                        Giulia Zanon

           Relatore: Prof.ssa Silvia Cantoni

                        A.A. 2007/2008
1    INTRODUZIONE

Il tema di questo elaborato è il sistema Inter-americano di tutela dei diritti umani.

La prima parte è incentrata sugli strumenti utilizzati dal sistema Inter-americano per la

tutela dei diritti umani e sulle strutture autonome create dall’OAS (Organization of the

American States) che attivamente vigilano e lavorano per assicurare ad ogni individuo i

suoi diritti fondamentali: la Commissione e la Corte Inter-Americana dei Diritti

dell’Uomo con il loro relativo sviluppo, la loro struttura e principalmente le loro funzioni.

L’analisi di un caso costituisce la seconda parte del mio lavoro. Ho scelto il caso dei

“bambini di strada” (Villagràn Morales et al. Case: The “Street Children” Case) per

esemplificare il funzionamento e il ruolo della Commissione e della Corte. Si tratta del

primo caso in cui è stata posta sotto accusa, in ambito internazionale, la brutalità della

polizia sui bambini di strada guatemaltechi. La decisione sul caso Villagrán Morales et

al. costituisce inoltre un precedente non solo per gli episodi di tortura e uccisioni di cui

sono vittime i bambini di strada in Guatemala: è interessante considerare l’abbondanza di

casi simili (casi di processo svolti non correttamente dagli Stati imputati) che da questo

momento in poi sono stati sottoposti all’attenzione delle corti internazionali in tutto il

mondo.

Ritengo sia fondamentale perseguire gli Stati nel caso essi non garantiscano a tutti i loro

cittadini il diritto di accesso alla giustizia, ancor più quando le vittime sono gli elementi

più deboli e indifesi e a volte nemmeno del tutto consapevoli dell’abuso: i bambini.

Mi sono quindi posta l’obiettivo di dimostrare l’efficienza del sistema giudiziario inter-

americano.

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2    IL SISTEMA INTER-AMERICANO PER LA TUTELA DEI

     DIRITTI UMANI

Tra il febbraio e il marzo del 1945, si tenne la Conferenza Inter-americana sui problemi

della guerra e della pace, in quell’occasione i governi americani aderirono ai principi

internazionali che garantivano i diritti fondamentali per l’uomo e crearono inoltre una

commissione di giudici che si occupasse di stilare la Convenzione che si occupasse di

tutelarli.

La cooperazione inter-americana per la tutela dei diritti umani ha origini precedenti: nel

1928 venne firmato a Lima, durante l’ottava Conferenza panamericana, la “Dichiarazione

a difesa dei diritti dell’uomo”.

L’esperienza della Seconda Guerra Mondiale portò la maggior parte degli Stati americani

a credere di aver bisogno di maggior collaborazione, nel caso una tale minaccia si

presentasse nuovamente. Questo portò loro a ratificare nel 1947 a Rio de Janeiro il

“Trattato di Rio”, ovvero il Trattato Inter-americano di Reciproca Assistenza, esso

consisteva in un sistema di sicurezza collettivo all’interno del quale gli Stati coinvolti

giuravano di intervenire nel caso uno di loro si trovasse sotto la minaccia di un altro Stato

esterno al Trattato.

Nel 1948, tra marzo e maggio, si tenne a Bogotà (Colombia) la “Nona Conferenza

Internazionale degli Stati americani”. La Conferenza fu voluta principalmente dagli

U.S.A. il cui rappresentante in quell’occasione fu il Segretario di Stato George Marshall.

Gli Stati Uniti intendevano promuovere un’organizzazione, all’interno dell’America del

Nord e del Sud, che combattesse il comunismo all’interno (è importante notare che la

Guerra Fredda era in pieno corso). Fu così che nacque l’OAS (Organization of the

American States), creata dai rappresentanti degli Stati (inizialmente ne aderirono 21). Il

30 aprile 1948 venne stilata la Carta dell’OAS.

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Durante la stessa Conferenza di Bogotà venne redatta la Dichiarazione Americana sui

diritti e sui doveri dell’uomo (dai rappresentanti degli Stati); ebbe così inizio il sistema

Inter-americano per la tutela dei Diritti Umani. La Dichiarazione fu un traguardo

importante, essa precedette di sette mesi la Dichiarazione Universale e di più di due anni

la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Durante la stessa conferenza venne

approvata anche la Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani che per prima

proclamava “il diritto dell’essere umano, senza alcuna distinzione di razza, nazionalità,

credo o sesso” 1 e stabiliva come dovere fondamentale degli Stati membri il rispetto dei

diritti della persona umana.

La maggior parte degli Stati dell’America Latina non godevano in quel tempo della

democrazia come la conosciamo noi oggi. Molti governi non furono in grado di adottare

la Dichiarazione, e l’idea che uno Stato potesse essere responsabile delle sue azioni

contro gli individui appariva molto lontana, la maggior parte dei giudici, inoltre, non

erano indipendenti dalla giunta al potere.

Successivamente questi ideali vennero soprattutto associati all’anticomunismo ed ebbero

un ruolo importante all’interno della Guerra Fredda, l’idea di protezione dei diritti umani

venne in qualche modo associata all’idea di sicurezza nazionale.

Nel clima delle tensioni con Cuba (che iniziarono nel Gennaio del 1959 con la caduta del

regime di Batista e la presa di Cuba da parte di un regime comunista guidato da Fidel

Castro), nell’agosto del 1959 durante la quinta riunione dei Ministri degli esteri dell’OAS

venne istituita la Commissione Inter-americana dei Diritti Umani, quale organo autonomo

che potesse monitorare la situazione americana (per fare in modo che non si creassero

altri casi analoghi a Cuba). Cuba venne esclusa dall’OAS nel 1962.

1
  La Carta dell’Organizzazione degli Stati Americani sancisce all’Articolo 45(a): “All human beings, without
distinction as to race, sex, nationality, creed, or social condition, have a right to material well-being and to
their spiritual development, under circumstances of liberty, dignity, equality of opportunity, and economic
security”.

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Nessun organo in particolare ebbe lo specifico compito di applicare la Dichiarazione del

1948 fino al 1969 quando venne stilata la Convenzione Americana dei Diritti Umani e

nacque la Corte Inter-americana dei Diritti Umani.

Si attese fino al 1969 per avere un organo che rigorosamente applicasse i diritti umani

questo ci fa pensare che la loro tutela di essi non fosse tra i primi obbiettivi dell’OAS.

Non tutti gli Stati hanno firmato o ratificato la Convenzione: lo stato membro più

importante, gli Stati Uniti d’America, l’ha firmata ma non l’ha ratificata.

Ponendo il sistema inter-americano a paragone con il sistema Europeo di tutela dei Diritti

Umani (ovvero la CEDU: Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo), ci si rende conto

di quanto il primo sia in ritardo nei processi di integrazione continentale e “regionale”.

Questo poiché nelle Americhe è un processo visto come una “più stretta associazione” 2

della quale l’obbiettivo che si è sempre sviluppato maggiormente è stato quello della

soluzione pacifica delle controversie e della sicurezza collettiva; mentre in Europa

l’integrazione è un fenomeno economico e giuridico, utile al buon andamento

dell’economia comune. Sicuramente una delle cause principali di questo ritardo è

rappresentata dagli Stati Uniti, che, come “Stato guida” 3 , fa fatica a conciliare i suoi

interessi con quelli dei Paesi latino americani.

La nascita del sistema “panamericano” e poi inter-americano ha origini comuni: il

tentativo di ostacolare l’influenza europea nelle vicende politiche ed economiche del

continente americano. Questo però ne ha penalizzato lo sviluppo. Il Canada, ad esempio,

ha sempre avuto stretti rapporti con il “vecchio continente”, infatti è entrato a far parte del

sistema inter-americano solo nel 1989.

2
    Zanghì, C., La Protezione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Giappichelli Editore, Torino, 2006, pp. 353.
3
    Zanghì, C., La Protezione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Giappichelli Editore, Torino, 2006, pp.353.

                                                                                                              6
2.1 LA DICHIARAZIONE AMERICANA DEI DIRITTI E DEI DOVERI
    DELL’UOMO
Venne adottata nell’aprile del 1948 dall’Assemblea Generale dell’OAS, qualche mese

prima della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU, del dicembre 1948; le

due Dichiarazioni sono simili per quanto riguarda la non discriminazione, ma non uguali

in quanto quella americana non contemplava ancora né il diritto alla vita, né il diritto ad

un trattamento umano, oggigiorno riconosciuti come diritti fondamentali e jus cogens. La

Dichiarazione americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo era stata inizialmente

concepita come una lista di diritti e doveri che gli Stati si impegnavano ad osservare nel

ratificarla. Inoltre, sembrava chiaro fin dalla sua nascita che essa non sarebbe stata

sufficiente per far sì che il sistema di tutela di diritti umani fosse completo. Infatti in essa

si dichiara che: “la salvaguardia internazionale dei diritti dell’uomo deve fungere da

guida principale del diritti americano in evoluzione” e che “la consacrazione americana

dei diritti essenziali dell’uomo, unita alle garanzie offerte dal regime interno di ogni

Stato, stabilisce il sistema iniziale di salvaguardia che gli Stati americani considerano

adeguato alle attuali circostanze sociali e giuridiche, non senza riconoscere che dovranno

rafforzarlo sempre di più in campo internazionale, man mano che tali circostanze si

presenteranno più propizie” 4 . Ha acquistato un ruolo importante grazie al lavoro della

Commissione (per l’ampliamento dei poteri che vennero conferiti alla Commissione nel

1965 alla conferenza di Rio de Janeiro, come più avanti specificato). La Corte inter-

americana dei Diritti dell’Uomo, nel 1989, è stata chiamata a giudicare un caso di

violazione dell’articolo 1 5 della Dichiarazione da parte degli Stati Uniti (il caso di Jay

Pinkerton and James Terry Roach): il 14 luglio 1989 con la sentenza essa stabilì che “la

Dichiarazione contiene e definisce i diritti umani ai quali si riferisce lo statuto

4
  Zanghì, C., La Protezione Internazionale dei Diritti dell’Uomo, Giappichelli Editore, Torino, 2006, pp. 355.
Dichiarazione Americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo.
5
  Articolo 1 della Dichiarazione americana dei Diritti e dei Doveri dell’uomo. “Every human being has the
right to life, liberty and the security of his person”.

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dell’OAS” 6 , l’obbligo di seguire i diritti e i doveri citati nella Dichiarazione deriva quindi

dall’obbligo di rispettare le norme della Carta dell’OAS per tutti gli Stati membri, a

prescindere che abbiano ratificato o meno la Convenzione del 1969 (cosa che, per

esempio, gli Stati Uniti non hanno fatto). La conclusione fu che la Corte stabilì che la

Dichiarazione aveva effetti vincolanti ed essa si sarebbe riservata il diritto di interpretarla

e adottarla nelle circostanze adeguate 7 . Ciò significa che, se uno Stato viola un articolo

della Dichiarazione, ha responsabilità internazionale delle sue azioni, da cui può derivare

l’imposizione allo Stato membro colpevole di un risarcimento adeguato nel caso la

violazione abbia causato danni (anche a individui singoli, oltre che ad un altro Stato) 8 .

2.2 LA CONVENZIONE AMERICANA DEI DIRITTI DELL’UOMO
Contrariamente alla Dichiarazione Americana dei Diritti e dei Doveri dell’Uomo essa

tiene conto degli sviluppi che il diritto internazionale (soprattutto nel campo dei diritti

umani) aveva compiuto e risulta essere molto più simile alla Dichiarazione Universale dei

Diritti Umani di quanto lo fosse il suo predecessore: in essa sono presenti molti più

articoli e il diritto alla vita è tenuto in enorme considerazione. La Convenzione

Americana dei Diritti dell’Uomo, o “Patto di San Josè de Costarica”, si ispira largamente

alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo poiché era l’unico testo regionale che era

stato stilato all’epoca (la CEDU venne firmata a Roma il 4 novembre 1950 ed è entrata in

vigore il 3 settembre 1953). Creata dall’Assemblea Generale dell’OAS, anch’essa nasce

come lista di diritti che gli Stati dovevano rispettare e adottare nel loro stesso diritto

interno ma essa ha ottenuto sempre maggior potere e oggigiorno è considerato un trattato

giuridicamente vincolante nel caso la Corte decida di utilizzarla e tenerne conto nel

giudicare i casi.

6
  Op. cons. 10/89, para. 45.
7
  Op. cons. 10/89, para. 47.
8
  Caso 10675 contro Stati Uniti, Risoluzione n. 51/96. Caso contro Cuba, Risoluzione n, 47/96.

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