Il Ponte rosso INFORMAZIONIDIARTEECULTURA numero73-ottobre2021 - ottobre 2021
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INAUGURATA A POLA Sommario LA MOSTRA Appunti da una società divisa .............................. 3 Un poeta e una nazione ............................................ 4 “PICTURA DANTIS” di Fulvio Senardi Arte di fede e di lotta ............................................... 8 di Roberto Curci Due modi di cercare Dante ..................................11 di Francesco Carbone La donna dell’arte ...................................................14 di Gabriella Ziani L’ultima regia di Strehler .......................................18 di Luigi Cataldi Geometrie di palude ..............................................20 di Walter Chiereghin Riflettendo su Céline ..............................................22 di Roberto Dedenaro Un’americana a Parigi ............................................24 Inaugurata presso la Comunità degli di Alessandro Busdon Italiani di Pola la mostra “Pictura Dan- Analfabeti delle emozioni .....................................28 tis” con 78 illustrazioni di Francesco di Adriana Medeot Carbone, per iniziativa della Società Un altro Kubrick .......................................................30 Dante Alighieri - Comitato di Gorizia, di Paolo Cartagine dell’Associazione culturale Il Ponte il surf dell’etica secondo Marrone .....................33 rosso e della Facoltà di Lettere e Fi- di Paolo Pichierri losofia dell’Università Juraj Dobrila di È ripartita la prosa ...................................................34 Pola. Tra le autorità presenti il Console di Paolo Quazzolo generale d’Italia a Fiume Davide Bra- Ariaferma, il tempo sospeso ................................36 danini, il presidente dell’Unione Italia- di Stefano Crisafulli na Maurizio Tremul e il vice sindaco di Su una poesia di Ivan Crico ..................................37 Pola Bruno Cergnul. di Maurizio Casagrande Vietato ai minori di 60 anni ..................................38 di Francesco Carbone L’encomio e l’oltraggio ...........................................39 di Walter Chiereghin Lunga vita alle lingue morte ................................41 di Maria Grazia Ciani Solo per ringraziare .................................................43 di Giancarlo Pauletto (Ri)Scoprire Benedetta Bonfiglioli ......................44 di Anna Calonico Per caute sopravvivenze ........................................46 di Malagigio
APPUNTI DA UNA EDITORIALE EDITORIALE sommario SOCIETÀ DIVISA informazioni web di arte e cultura La cronaca italiana di questi giorni richiamano le uniformi dei deportati nei a distribuzione gratuita sembra – ed in effetti è – modellata su Lager nazisti, quasi che Mario Draghi sia n. 73 un sistema elettorale maggioritario, no- paragonabile ad Adolf Hitler o Roberto ottobre 2021 nostante che in molti si affannino a bla- Speranza a Hermann Göring. O ancora terare di una destra e una sinistra che non alla criminale devastazione della sede Direttore: esisterebbero più, residui fantasmatici romana della CGIL ad opera della teppa- Walter Chiereghin di una visione del mondo non più cor- glia neofascista che irrobustiva la mani- rispondente alla realtà contemporanea. festazione di dissenso – magari in sé le- Posta elettronica: Tuttavia si percepisce palpabilmente nel gittimo – contro le disposizioni di legge info@ilponterosso.eu succedersi dei fatti sociali una frattura per contrastare il diffondersi del virus. verticale della comunità nella quale vi- A Trieste, assurta al ruolo che non le Per l’invio di viamo, su ogni argomento divisa in due competerebbe di capitale italiana delle comunicati stampa: fronti opposti, ciascuno impermeabile contestazioni grazie alle massicce dimo- press@ilponterosso.eu alle idee dell’altro. Questa visione così strazioni no-vax e no green-pass, peraltro manichea della società italiana sarà ma- contrastate dalle decine di migliaia di ade- impaginazione: gari un’impressione, dettata dalle recenti sioni a un appello di senso contrario, si as- Hammerle Editori e elezioni amministrative, nelle quali pro- siste una volta di più alla rappresentazione Stampatori in Trieste prio la struttura della legge elettorale ha di una società irrimediabilmente divisa. Via Maiolica 15/a visto una suddivisione drastica dell’elet- In un clima di questo genere risultano 34125 Trieste torato, che deve ovviamente assegnare evidenti le radici culturali delle contrappo- la vittoria a uno solo dei contendenti, sizioni tra una minoranza che rifiuta l’ap- finendo quindi per disegnare una sempli- porto di una visione scientifica, attribuen- ficazione grossolana del corpo elettora- dosi un ruolo di difesa dei valori costitu- In copertina: le, che non corrisponde affatto alla sua zionali e una maggioritaria frazione della Fulvio Dot articolazione, tanto più in presenza di un società che difende i valori di solidarietà Lì vicino c’era uno stagno vistoso astensionismo. e di salvaguardia della salute come prin- inchiostro e acquarello Le modalità con cui si manifesta que- cipio ispiratore delle regole dettate dall’e- su carta, 2020 sta rappresentazione schematica duale di mergenza. Una volta di più, è riconduci- una società complessa come la nostra, bile a un divario di cultura, di conoscenze inoltre, contribuiscono a marcare ulte- e di capacità critica tra le formazioni che riormente una netta contrapposizione in si confrontano anche su questi argomenti. bianco e nero delle forze in campo, che Sarà difficile uscirne, o forse impos- finiscono invece per essere il risultato di sibile, senza riconoscere che un sistema sintesi che annulla tutte le sfumature, co- di informazione che nei dibattiti tele- stringendo il giudizio di chi osserva a un visivi e negli interventi sui social – per continuo ballottaggio tra posizioni diffe- definizione aperti a tutti, dai Nobel agli renti e antagoniste. Si pensi ad esempio imbecilli, dagli statisti ai politicanti – si alle reazioni dei senatori al voto a scru- propongono senza mediazioni di sorta a tinio segreto con cui si è allontanata nel chiunque si rivolga in via esclusiva a tali tempo la votazione sul disegno di legge fonti per formarsi un’idea, tralasciando Zan, all’applauso fragoroso e al tifo de- di informarsi in maniera più esauriente, gno di una curva di stadio esagitata da cosa che ovviamente implica un maggio- parte dei cosiddetti “vincitori” di quel re impegno e discernimento critico. discutibile percorso parlamentare. Op- Andando avanti di questo passo, ma- pure, altro esempio ancor più disgustoso, nifesteremo tutti, da una parte e dall’al- ai manifestanti contro le disposizioni sul tra, al grido di «Libertà, libertà!», senza lasciapassare verde che sfilavano a No- comprendere che stiamo parlando di due vara reggendo un filo spinato e indos- cose radicalmente diverse, attribuendo Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA sando improvvisate casacche zebrate che ad esse il medesimo nome. N. 73 ottobre 2021 3
DANTE 700 UN POETA E UNA NAZIONE sommario di Fulvio Senardi re artistiche, nella consapevolezza che esse esistono perché vengono “lette”, e che nel processo fruitivo dispiegano – mentre cambiano, negli anni, il gusto, la sensibilità, gli interessi del pubblico – potenzialità presenti ma virtuali. Nella fattispecie non si tratta però, in senso stretto, di quel percorso di ricerca che rientra negli ambiti della “storia del- la critica”, la disciplina che si sforza, pur nella consapevolezza di una scommessa impossibile, di avvicinarsi, lo diciamo con Umberto Eco, all’“intentio operis et auctoris” (un discorso già qui assai com- plesso perché la “scuola del sospetto” ci ha insegnato che spesso l’opera possiede un’“eccedenza” rispetto alle intenzio- ni dell’autore), scontando però il peso, come una sorta di insuperabile peccato originale, di una specifica impronta epo- cale. Nel caso del libro di cui parliamo, siamo di fronte invece, e dichiaratamen- te, alla volontà di occuparsi del «mito e dell’uso pubblico di Dante», ovvero, se vogliamo, della sua “strumentalizzazio- ne” a fini politico-ideologici; a partire da quando, sull’onda del culto del Ge- Le ceneri di Dante, che probabilmen- nio professato dai vari pre-romantici- Enrico Pazzi te fremono di indignazione per la per- smi, Sturm und Drang in primo luogo, Dante Alighieri tinacia con cui Aldo Cazzullo insiste a il poeta della Commedia è rientrato a marmo, 1865 proporre la sua caricaturale visione del vele spiegate nell’Olimpo del canone Firenze, Piazza Santa Croce Poeta e del Capolavoro (con un acuto letterario, dopo secoli di marginalità e di sfacciataggine nell’aver voluto al suo imbarazzo (Pietro Bembo ne riconosce- fianco un noto pregiudicato per disser- va la grandezza, ma evidenziava altresì tare a due voci, nell’evento “L’eterna nel “vocabolario” dantesco la presenza bellezza”, intorno ad un uomo che fu re- di voci «rozze e disonorate»). frattario ad ogni compromesso morale), Esaltato come profeta della libertà avranno certo avuto un istante di sollievo italiana da Foscolo, Tommaseo e Mazzi- grazie al libro di Fulvio Conti – questo sì ni, per dire solo degli scrittori più illu- una ricerca seria, pensata, necessaria – Il stri, Dante, in quanto simbolo dell’Italia Sommo italiano. Dante e l’identità della che andava facendosi grazie al processo nazione. Un volume che affronta il tema risorgimentale, e quindi depositario di dantesco nella prospettiva della ricezio- risorse ideologiche, simboliche e rituali ne facendo dunque tesoro, in un’ottica utilizzabili per finalità nazionali, tende di storia della cultura e della società, da ad acquistare un altissimo valore identi- un lato degli insegnamenti della “Rezep- tario dopo il raggiungimento dell’Unità; tionsästhetik” (la “scuola di Costanza”, ancorché, spiega Conti, «quella che di lui Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA ma non solo), e dall’altro dei Cultural Studies; nuovi indirizzi che hanno messo si affermò nel corso dell’Ottocento non fu un’immagine totalmente ecumenica» N. 73 ottobre 2021 l’accento sui modi di fruizione delle ope- perché nel discorso pubblico prevalse la 4
Un saggio di Fulvio Conti ripercorre la storia DANTE 700 della ricezione di Dante, del mito nato attorno sommario alla sua figura e della sua opera narrazione foscoliana del “ghibellin fug- Ma vediamo, sia pure in modo ra- giasco”, «fatta propria da generazioni di pido, con ordine. Come già si diceva il patrioti di fede democratica e liberale». Romanticismo, epoca di eroi ed esuli per E, per quanto anticipata dal Tommaseo amore di libertà, individua in Dante un (non va scordato che fu proprio lui a cu- antesignano della propria indisponibilità rare e a dare alle stampe alla fine degli a compromessi e cedimenti (è il caso di anni Trenta il saggio di Mazzini, Dell’a- Alfieri, che riconosce in Dante uno spiri- mor patrio di Dante, che, nella sottoli- to gemello, anch’egli, e qui ci appoggia- neatura del guelfismo del fiorentino, ha mo al ritratto dell’Astigiano proposto dal fatto giustamente supporre ad Andrea De Sanctis, «statua gigantesca e solitaria Bocchi un’ingerenza tommaseana) «la col dito minaccioso»). Ed è nel Roman- riscoperta da parte dei cattolici e la ri- ticismo, per cambiare registro, che la appropriazione del “divin poeta” come passione per Dante fa un’illustre vittima, simbolo supremo della religiosità cri- il culto di Petrarca (come ha ben spie- stiana si collocarono fra la vigilia della gato Amedeo Quondam), così tanto pre- Prima guerra mondiale e l’avvento del sente anche in autori che cederanno in fascismo» (Conti). Il quale poi «ebbe fa- seguito alla “dantemania” (si pensi alle Fulvio Conti cile gioco nell’ascrivere il poeta fiorenti- Ultime lettere di Jacopo Ortis del giova- Il Sommo italiano no fra i massimi simboli identitari della ne Foscolo). L’infatuazione non è solo Dante e l’identità della nazione nazione e del regime stesso» (Conti). italiana: in quel suo Corinne ou l’Italie, Carocci, Roma 2021 Abbattuto Mussolini, «fin dall’im- tanto caro a Leopardi, Madame de Stäel pp. 242, euro 18,00 mediato dopoguerra si determinarono definisce il poeta fiorentino «l’Omero la riscoperta e la definita valorizzazione dei tempi moderni», e Byron, autore di dei contenuti universali dell’opera poeti- The Prophecy of Dante (1821), anticipa ca di Dante, rimasti fin lì come soffocati «l’uso politico che la generazione risor- dall’enfasi posta sull’etichetta di profe- gimentale fece di Dante» (Conti). ta della nazione» (Conti), un riconosci- Se non mancò il caso limite di un mento che apre da un lato una stagione Dante esoterico (su cui volle spendersi ricchissima di studi e messe a fuoco Gabriele Rossetti), prevalse nettamente critico-filologiche, dall’altro inaugura un l’immagine del poeta vate, di un profeta, «processo che ha fatto di Dante e della come scrisse Gioberti, anticipatore delle Commedia, a cavallo tra la fine del XX speranze e dei progetti di una nuova Ita- e l’inizio del XXI secolo, simboli rico- lia, libera e indipendente. Un’idea questa nosciuti e riconoscibili della cultura di che continua ad aleggiare grazie a coloro massa dell’età della globalizzazione e che, sull’onda lunga dei moniti di Carlo dei nuovi media» (Conti). Azeglio Ciampi, hanno a cuore, più che Fin qui l’ossatura del libro; che però la correttezza storico-filologica dell’ap- guadagna la sua maggior ricchezza di proccio, la necessità di un rinvigorito pa- spunti, osservazioni e scoperte grazie triottismo. Così il giornalista Cazzullo, alla selva di citazioni, di appropriate che nel capitolo VIII (Dove Dante fissa sottolineature e di messa in risalto di fi- i confini d’Italia) del suo men che mo- gure ed episodi emblematici nei cinque desto A riveder le stelle, a proposito del capitoli che lo costituiscono, tappe, cia- verso in cui si cita il Quarnaro, «ch’Italia scuna caratterizzata da aspetti specifici e chiude e suoi termini bagna», dichiara particolari, della “monumentalizzazio- che «è un verso particolarmente dolo- ne” simbolica del “Sommo italiano” nel roso. Perché è stato citato da generazio- corso dei due ultimi secoli: Il Dante dei ni di irredentisti, e poi di esuli. Perché romantici, Il centenario del 1865, La indica un pezzo d’Italia che ci manca». “dantomania” dell’età liberale, Il culto nell’Italia fascista, Da simbolo naziona- Oppure Sergio Mattarella che, sul Cor- riere della Sera, suggerisce che «Dante è Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA le a icona globale. in realtà il grande profeta dell’Italia, un N. 73 ottobre 2021 5
DANTE 700 La percezione del Poeta si caricò di un altissimo sommario valore identitario dopo il raggiungimento dell’Unità nazionale Teodoro Wolf Ferrari prima grande festa nazionale del Regno» Macchine per scrivere (Conti). In Piazza Santa Croce, nel cor- Olivetti Ivrea so di tre giorni di festeggiamenti che più litografia su carta, 1912 d’uno giudicò inappropriati (14, 15, 16 maggio), venne scoperto un monumento al Sommo Italiano, il volto segnato da quell’espressione severa se non arcigna di uomo indisponibile ad ogni compro- messo e che ha a cuore, sovra ogni cosa, il bene della Patria, che fa ormai parte della sua iconografia. Sfilarono, ricorda Conti, i labari di città ancora in mano allo straniero o soggette a despoti italiani in abito corale, Venezia e Roma, men- tre a Trieste, non ancora l’“irredenta” par excellence, la Società di Minerva, la massima associazione culturale di lingua italiana della città, promosse una serie di partecipate iniziative pubbliche e animò i modesti poeti locali, Giovanni Taglia- pietra per esempio, a cantare di Dante patriota visionario, destinato, quasi bi- “dantescamente”, ovvero in terzine (il blicamente, a scorgere ma non a calcare seme, è bene accennarlo, era stato pian- la terra vagheggiata e promessa». Tor- tato a San Giusto già negli anni Quaran- sione dunque integralmente “nazionale”, ta da Francesco Dall’Ongaro, uno dei che si affianca a inni, bandiere, pattuglie “favillanti” con lezioni e conferenze di acrobatiche e sfilate su via dei Fori Im- tema dantesco; per tutto ciò imprescin- periali per celebrare la nostra discutibile dibile, ad ogni modo, Manuela Brunetta, grandeur, e che spesso va insieme a con- Tra giornalismo e rivoluzione, Il Poli- siderazioni di ordine linguistico (Dante grafo, Padova 2018). definito, con parecchia approssimazione, Il Secondo Ottocento, rileva Conti, fu come il “padre” dell’italiano), evitando caratterizzato da una vera, internazionale accuratamente di richiamare l’attenzio- dantemania (lo storico preferisce il les- ne sull’inesausto impegno morale («e sema dantomania). E mentre in Italia il lascia pur grattar dov’è la rogna / […] / culto del Poeta assurge alle dimensioni Questo tuo grido farà come vento / che di una vera religione civile (un «mono- le più alte cime più percuote»), non sia teismo dantesco» - Conti), sorgono as- mai che per l’irriducibile intransigenza sociazioni culturali di esplicito carattere in questioni di ordine etico-religioso, sia dantesco (nel 1888 la Società dantesca nella prospettiva del “privato” che del italiana), vengono create delle cattedre “pubblico”, il rigoroso fiorentino venga di studi specifici e il nome Dante appa- considerato un anticipatore del Partito re sempre più spesso nell’onomastica, d’Azione, o peggio, inserito nel tanto seguendo l’esempio di Charles Gabriel vituperato gregge dei giustizialisti, a tur- Dante Rossetti, il grande preraffaellita. bare quella indulgente auto-celebrazione Si consolida «il processo di monumen- del Bel Paese che ci ammaniscono quo- talizzazione reale e metaforica del po- tidianamente le sue élite e la stampa al eta» (Conti) e, grazie alla scuola e alla seguito. diffusa lettura della Commedia assurta a Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA L’apice del culto dantesco nell’Otto- cento italiano si tocca nel 1865, quando opera-mito e a imprescindibile tassello della cultura umanistica, si radicano sta- N. 73 ottobre 2021 a Firenze, nuova capitale, va in scena «la bilmente nella lingua delle persone col- 6
Dante viene definito, con parecchia approssimazione, DANTE 700 come il “padre” dell’italiano, evitando accuratamente di sommario richiamare l’attenzione sull’inesausto impegno morale te quelle formule dantesche che, fino a Nell’ultimo capitolo, la sfida anche ieri, erano presenti nell’idioletto dei ceti metodologicamente più impervia per- scolarizzati (lasciate ogni speranza voi ché non è facile fare storia del presente, ch’entrate; vuolsi così colà dove si puote Conti insegue le tracce della fortuna di ciò che si vuole; ecc., ecc., ad infinitum). Dante oggi (sul piano, ribadisco, del- Nel contempo massoni e irredentisti la cultura diffusa e “popolare”, non sul scorgono in Dante la guida luminosa per terreno della critica letteraria) aprendo il un’Italia stato-nazione da completare, discorso con l’osservazione che «nell’I- come si vide in occasione delle cerimo- talia del secondo dopoguerra Dante con- nie ravennati del 1907 alle quali afflui- servò il suo carattere di principale sim- rono giuliani, istriani, dalmati e fiumani, bolo identitario della nazione, ma senza per trarre dalla tomba del Grande gli au- il feticismo fideistico che si era visto nel spici e le garanzie per un futuro “italia- precedente secolo e mezzo» (Conti); un namente” radioso, sulle sponde di quel processo che convive con l’assunzio- Mare Nostrum da cui anche Ravenna è ne di un ruolo più ampio e universale lambita. Ai vagiti del nascente imperia- («simbolo universale dei valori della lismo italiano darà voce l’anno seguente poesia e dell’arte», Conti), celebrato con La nave di D’Annunzio, che, con Fran- importanti riflessi epocali, nella mani- cesca da Rimini, ha già pagato, vale no- festazione commemorativa tenutasi nel tarlo, un suo esplicito tributo dantesco: 1965 presso la sede Unesco di Parigi. «arma la prora e salpa verso il mondo!» Solo un anno dopo, tappa fondamen- Negli anni della guerra e poi, con il fa- tale per il Dante degli studiosi e delle scismo, «il nome di Dante […] più an- persone colte, prende avvio l’iniziativa cora di quanto era avvenuto nei decenni dell’Enciclopedia dantesca, opera di precedenti, venne largamente utilizzato, consultazione e di studio assolutamente nelle più diverse forme, come simbolo imprescindibile. di italianità» (Conti); e poco servirono Tra l’Inferno di Topolino del 1949-50 le cautele di Croce, antiretorico per na- e il recentissimo Inferno (2013) di Dan tura: Dante era ormai divenuto il nume Brown si dispiega intanto il processo che di una pervasiva “idolatria” patriottica. fa del Sommo poeta una vera e propria La nuova grande cerimonia dantesca che icona pop internazionale dell’epoca del- si tenne a Ravenna nel 1921 vide sfilare la cultura di massa, globalizzata e multi- i «legionari fiumani di Ravenna, Bolo- mediale. Dante appartiene ormai in pie- gna e Forlì»; assente invece il permaloso no alla società mondiale, senza perdere D’Annunzio, per protesta contro le po- però «un ruolo assolutamente centrale sizioni rinunciatarie dell’Italia ufficiale. nel discorso pubblico italiano degli ul- Le celebrazioni fiorentine e romane dello timi decenni» (Conti), posizione ricono- stesso anno, ebbero un’impronta marca- sciuta e istituzionalizzata con l’invenzio- tamente nazionalista: su tale sfondo in ne del Dantedì. via di definizione, la destra movimenti- L’istruttiva “galoppata” di Conti si sta e di governo fece del proprio meglio conclude qui, offrendo ai lettori molta per fagocitare Dante, il «più glorioso e materia di riflessione e agli studiosi un autentico rappresentante della stirpe me- importante quadro di riferimento che diterranea» (Fabio Frassetto, in Conti) potrebbe tornar utile per approfondire riuscendo perfino a strumentalizzarlo qualche altro aspetto dell’uso ed abuso per legittimare la legislazione razziale. di Dante, inteso come punto di forza ed Del resto, e qui siamo di nuovo al pro- espressione più alta dell’identità italiana, fetismo, nel Veltro annunciato da Dante bisognosa, da sempre, di qualche rin- non era forse perfettamente riconoscibi- le, spiegava Giovanni Giuriati nel 1923, forzo (non capita spesso la fortuna del podio più alto ai Campionati europei di Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA Benito Mussolini? calcio). N. 73 ottobre 2021 7
STORIE DELL’ARTE sommario ARTE DI FEDE E DI LOTTA di Roberto Curci cli pittorici che l’artista realizzò, dal 1921 e per tre decenni, in piccole chie- se di località generalmente minuscole (paesini, sobborghi di città), sgranate lungo una tribolata linea di “confine”, dal Tarvisiano al Quarnero. Cos’ha a che fare – ci si chiederà – Tone Kralj, pittore a prima vista “de- vozionale”, specializzato in Ultime Cene, Vie Crucis e scene di cristiano martirio, con un complesso saggio sto- rico mirante a illuminare le logiche (il- logiche) della violenza che ha avvele- nato la prima metà del ‘900 nelle terre dell’Adriatico orientale? Un’articolata spiegazione si può trovare nel libro di un altro storico, Egon Pelikan, tradotto nel 2020 a cura dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza, a quattro anni dalla pubblicazione da parte del- la Mladinska Knjiga di Lubiana: Tone Kralj e il territorio di confine suona il titolo dell’edizione italiana, che forni- sce le giuste chiavi di lettura dell’ope- ra di Kralj, apparentemente innocua ed edificante, in realtà sotterranea- mente segnata da un ben dissimulato impegno nella lotta che la comunità slovena del “territorio di confine” do- vette ingaggiare per opporsi (non solo con le armi, dunque, ma anche con i pennelli) alla capillare bonifica etnica attuata dal fascismo. L’arte sacra come strumento di lotta politica suggerisce un altro stu- dio sulla vicenda di Kralj, firmato da Aurelio Slataper e reperibile in Rete. E di ciò per l’appunto si tratta, come fu del resto confermato dal pittore stesso in un’intervista del 1970 in cui ammi- se di essere stato chiamato «a operare Tone Kralj Assieme a tante foto d’epoca, tut- nel Litorale da organizzazioni segrete Cristo davanti a Pilato te attinenti ai sanguinosi eventi di cui antifasciste. La lingua slovena proibita (I stazione della Via Crucis) tratta, il fresco libro di Raoul Pupo, doveva essere sostituita da immagini Affresco, 1931 Adriatico amarissimo. Una lunga sto- che, per stile e contenuti, si sarebbero Chiesa della Santissima Trinità ria di violenza (297 densissime pagine, dovute sentire nostre: slovene. Così si Cattinara (Trieste) Laterza editore) reca due imprevedibi- è eseguito il restauro degli interni di li riproduzioni “artistiche”: dettagli di una serie di chiese. Dal 1921 se ne affreschi realizzati dal pittore sloveno Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA Tone Kralj (Zagorica, 1900-Lubiana, contano più di quaranta. Successiva- mente sono diventato, per così dire, 1975), due soltanto delle decine di ci- uno dei loro e ho continuato a lavorare N. 73 ottobre 2021 8
Nelle pitture di Tone Kralj l’occulta denuncia STORIE DELL’ARTE della persecuzione antislovena del fascismo sommario per loro anche in seguito. Tutte que- ste chiese sono state restaurate senza il consenso e perfino senza che le au- torità lo sapessero, con mezzi estre- mamente limitati e soprattutto con il sacrificio mio personale». Vanno dunque letti in controluce, non solo per quanto mostrano ma an- che per quanto sottintendono, i cicli pittorici delle chiesette di San Silve- stro a Pevma/Piuma e di Sant’Andrea a Gorizia, della Santissima Trinità a Cattinara e di Sant’Andrea a Trebicia- no (Trieste), del santuario del Monte Lussari o della parrocchiale di Prem/ Primano, presso Ilirska Bistrica. Il crudele martirio dei primi cristiani, rappresentato sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa di Piuma, simboleggia ciò che i connazionali di Kralj stavano patendo nel 1929, quan- do gli affreschi furono eseguiti, men- tre nella chiesa di Cattinara – come ha scritto a suo tempo Verena Koršic Tone Kralj Zorn in un sontuoso volume bilin- Veronica asciuga il volto di Cristo gue dedicato all’artista (ed. Goriška (VI stazione della Via Crucis) Mohorieva Družba, 2008) – Kralj «si Affresco, 1931 è talmente immedesimato nella soffe- Chiesa della Santissima Trinità renza dei connazionali del Litorale da Cattinara (Trieste) esprimere la sua visione degli avveni- menti del tempo in una monumentale Via Crucis che occupa tutto lo spazio della chiesa». (C’è da chiedersi quanti triestini la conoscano…). Il ciclo di Cattinara risale al 1931, l’anno seguente alla fucilazione al po- ligono di Basovizza dei quattro slove- ni giudicati colpevoli di un attentato al giornale Il Popolo di Trieste, organo Tone Kralj ufficiale del partito fascista (un redat- tore ucciso, tre feriti). E la figura 31 del libro di Raoul Pupo “fotografa” la rappresentazione di Cristo davan- ti a Pilato (prima stazione della Via Crucis) leggendola appunto come una segreta allegoria del processo svoltosi dinanzi al Tribunale Speciale. Tanto più che i due legionari alle spalle di Pilato impugnano e ostentano chiari fasci littori. Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA Altrove Tone Kralj avrebbe sapu- N. 73 ottobre 2021 9
STORIE DELL’ARTE Dal Tarvisiano al Quarnero gli affreschi disseminati sommario in più di quaranta piccole chiese Tone Kralj D’altronde, il profilo del Duce, Martirio dei confuso in una turba di peccatori, è primi cristiani ben individuabile da un occhio attento Affresco – benché seminascosto dietro l’altare 1929 – anche negli affreschi della chiesetta Chiesa di di San Nicolò ad Avber/Alber, presso San Silvestro Sesana. E in altre chiesette dissemi- Piuma (Gorizia) nate lungo la dorsale carsica si pos- sono ritrovare, con il loro messaggio più o meno “cifrato”, le sacre pitture di Kralj, risalenti ormai agli anni della seconda guerra mondiale: a Sant’An- drea di Gorjansko/Goriano, a San Mi- chele di Lokev/Loqua, a San Martino di Slivje/Slivia di Castelnuovo. Di sicuro Tone Kralj fu più esplici- to quando i tempi mutati, quelli ormai di un feroce conflitto globale, glielo consentirono. Era il 1943 quando dal suo pennello prese forma il quadro in- titolato Rapallo (oggi al Museo regio- Tone Kralj nale di Capodistria), con riferimento Rapallo al negoziato postbellico che nel 1920 Olio su faesite produsse appunto il famoso/famigera- 1943 to Trattato omonimo, che consegnava Museo regionale all’Italia non tutto ciò che essa pre- Capodistria/Koper tendeva (Fiume, in primis), e tuttavia una larga fetta di territorio indubita- bilmente sloveno per storia, cultura e tradizioni. Qui il simbolismo è trasparente e conclamato. La donna ignuda sevizia- ta a sangue (e perfino addentata da un mini-Mussolini con fez) è palesemen- te la Slovenia, a malapena ricoperta da una stoffa recante il bianco, rosso e blu dei colori nazionali. Incombe su di lei un’inquietante sfilata di masche- re che identificano i paesi protagonisti del negoziato del ‘20, conclusosi con quella che agli sloveni apparve – non a to essere anche più audace. Lo prova torto – come un’inaccettabile, trauma- la figura 27 del libro di Pupo; dice la tica mutilazione territoriale. didascalia: «La flagellazione di Cristo. (Ma che dire, poi, della Via Crucis Riconoscibili il Duce e un soldato ita- che un pittore non sloveno, bensì di liano». In effetti è così. Il trattamento nascita istriana e trapiantato in Friuli, pittorico è però piuttosto anomalo ri- Gino de Finetti, eseguì per la chiesa spetto ai connotati stilistici di Kralj. della “sua” Corona? Qui non ci sono Meglio sarebbe stato se qui Pupo Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA avesse indicato l’ubicazione di questo sottintesi: i truci persecutori di Cristo nella sua ascesa al Calvario calcano frammento, dettaglio invece mancante. infatti perfetti elmetti nazisti…). N. 73 ottobre 2021 10
DUE MODI DI DANTE 700 CERCARE DANTE sommario di Francesco Carbone «Se convieni che tanto un lettore «Dante può essere compreso solo con l’au- riceve quanto sa ridare di sé al testo…» silio della teoria dei quanti», indicazione (Mario Apollonio, che al momento non ha avuto seguaci e che Dante. Storia della Commedia). in ogni caso non dovrebbe allarmarci: caso mai darci un sollievo, perché nessuno di noi Nella saggia – e quindi paradossale – è capace di fissare Dante in qualche formu- filosofia Zen, il koan è un enigma proposto la definitiva. Se davvero frequentato, Dante dal maestro all’allievo perché si avventu- sarà sempre allo stesso tempo intimo e infi- ri nella via della sua personale illumina- nitamente lontano: proprio come le persone zione. Imparerà la vanità di tanti percorsi che amiamo. Direbbe Heidegger: c’è un ec- apparentemente a vuoto, lo spiazzamento cesso di vicinanza che tradisce e uccide, c’è di fronte a una prova imprevista e forse – una distanza che salvaguarda e custodisce. chissà – alla fine l’illuminazione: il satori. Il koan è trovare ogni volta quel punto. L’esercizio del koan dovrebbe insegnarci I pigri vorrebbero consolarsi dicendosi che le domande sono sempre più grandi che, dopo settecento anni d’investigazio- delle risposte, che le questioni essenziali ni, su Dante si è detto tutto. Fosse vero, la Mario Apollonio della vita non si liquidano come i problemi Commedia sarebbe morta. Scrive sempre Storia della Commedia dell’algebra in soluzioni definitive, valide Mandel’štam: leggerla e rileggerla riser- Interlinea, 2013 in ogni caso, per tutti, sempre. L’esercizio va «una pioggia di imprevisti»; da quella pp. LVIII-677, euro 48,00 del koan ci insegna che lo stesso enigma pioggia, una buona arte ermeneutica do- della vita non si risolve ma si abita. Il modo vrebbe insegnarci a non tenerci al riparo. di abitarlo sarà tutto. Lo stesso vale per le Sono settecento anni che interroghiamo opere di ogni arte. Non è un koan perfet- Dante e ancora, da quella stella in fuga che to quello di Gustav Mahler che avvertiva è la Commedia, arrivano risposte inattese, che della musica in uno spartito c’è tutto fioriscono misteri che nei loro petali risuc- tranne l’essenziale? Mallarmé diceva che chiano proprio ciò che credevamo di ave- le poesie sono misteri composti per non es- re compreso. Scopriamo così che, proprio sere risolti. Montale la stessa cosa quando quando abbiamo avuto la sensazione di avvisava che le poesie sono state scritte per avere chiare almeno certe cose, eravamo fi- dare forma a qualcosa che non può essere niti nel cuore del nostro errore. Gianfranco ridotto a parafrasi. La parafrasi è proprio Contini, tra i massimi lettori di Dante, ha ciò che delle poesie conserva, quando ben tolto molti veli ai lettori di quel testo stol- fatta, tutto tranne l’essenziale. Le poesie tamente creduto limpido – e quindi perfet- sono dei koan. E proprio un koan famoso tamente equivocato – che è il sonetto Tanto dice che lo stesso Zen è qualcosa a cui più gentile, tanto onesta pare (G. Contini, Va- ti avvicini, più ti allontani. Guarda caso, lo rianti e altra linguistica, Einaudi, Torino stesso aveva scritto Osip Mandel’štam del- 1970). Ha inaugurato così nuove migliori Osip Mandel’štam la poesia di Dante: «leggere Dante è una investigazioni. Quell’esercizio dovrebbe fatica senza fine: più si avanza, più la meta servirci da guida sempre. Conversazione su Dante si allontana» (Conversazione su Dante, Stiamo girando attorno a Dante come Adelphi, 2021 Adelphi 2021). La Commedia di Dante è falene attorno alla luce, perché probabil- pp. 116, euro 13,00 un meraviglioso koan di 14.233 versi. mente non c’è altra via: «disegniamo le Forse in Occidente abbiamo iniziato a nostre carte, commentiamo e descriviamo, sospettare che per tante cose questa fosse niente corrisponde al vero» (I. Bergman, proprio la faccenda da quando il giovanis- Lanterna magica, Garzanti 2013), a quel simo Heisenberg nel 1927 ci rivelò il prin- vero algebrico e definitivo che dovrem- cipio di indeterminazione: già negli atomi, mo imparare semplicemente a rifiutare di gli elettroni si negano a una definizione scambiare con la verità, che è più sottile e esatta della loro traiettoria; ma questo è un discorso che ci porterebbe troppo lontano. più complessa. Pascal chiamava esprit de finesse questa dote, opposta al cartesiano Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA Eppure proprio Mandel’štam ci avverte che esprit de géométrie. N. 73 ottobre 2021 11
DANTE 700 Lettura di Dante. Storia della Commedia, di Mario sommario Apollonio, (Interlinea) e di Conversazione su Dante, di Osip Mandel’štam (Adelphi) Nel primo canto dell’Inferno, Dante chio, del poema: una accurata riscrittura in chiama questo farci satelliti di un’opera prosa canto per canto. La stessa operazione, sublime cercare (Inf. I, 84). Questo cer- in modo più agevole, l’ha fatta alcuni anni care dirà molto di più dell’avventuroso fa Emilio Pasquini con Il viaggio di Dante. esploratore che del libro di Dante: e infatti Storia illustrata della «Commedia» (Ca- ricominciamo sempre da capo, mentre le rocci 2015, ripubblicato nel 2021). Pasqui- letture di Vico, Foscolo, Mazzini, De San- ni è più piacevole ed efficace. La seconda ctis, Carducci, Pascoli, Croce, ecc. ci appa- parte del volume di Apollonio è la più in- iono molto più pagine, magari sublimi, di teressante: s’intitola Storia della fortuna e un’autobiografia, magari non solo persona- ripercorre la plurisecolare vicenda di come le ma della Nazione: fasci di luce capaci di Dante sia stato letto: dai suoi contempora- velare Dante invece che di svelarlo. Oltre nei fino a Giovanni Pascoli. Molto semplifi- le mappe di quegli esploratori, la Comme- cando: Dante appare come una stella che da dia resta un koan. subito illumina fino ad abbagliare per poi Ora, la saggia – e quindi paradossa- via via eclissarsi: già con Petrarca, e soprat- le - filosofia Zen ci insegna che ci sono tutto nel secolo petrarchesco (il Cinquecen- due vie per giungere all’illuminazione (il to, con l’eccezione strepitosa delle rime di Gianfranco Contini satori), all’Eureka in cui abbiamo la sen- Michelangelo); si fa fioco ancora di più nel Varianti e altra linguistica sazione che tutto finalmente torni: la via tempo che va dal Barocco al Rococò. Que- Einaudi, 1979 lenta e annosa, fatta di studio, di lunga sta parabola discendente ha il suo punto più pp. VIII-715, fuori commercio fedele attenzione, di esercizi che possono basso nel rifiuto di Voltaire (che respingeva essere enigmatici e perfino crudeli, e l’e- l’altrettanto, per lui, barbarico Shakespea- satto contrario: una rivelazione istantanea, re). Dante riapparve grande nel capolavoro, un’illuminazione come di Saulo sulla via La scienza nuova (1725) di quell’outsider di Damasco, gratuita e ineludibile: la mela che fu Gian Battista Vico, a lungo rimasto che colpisce la testa geniale di Newton e poco ascoltato, e risorge col Risorgimento, gli fa vedere di colpo, in un pomo, l’intero con tutte le implicazioni politiche e militan- vorticare dei pianeti e delle galassie. ti che in quel tempo si sentiva impellenti: Un esempio della via lunga sono le oltre Ugo Foscolo e Giuseppe Mazzini in primis. 600 fitte pagine del volume di Mario Apol- Con l’unità d’Italia, prese il campo la lettu- lonio Dante. Storia della Commedia; della ra di Francesco De Sanctis. Ma ogni fama, via breve le leggere e preste molto (come come scrive Dante nell’XI del Purgatorio, la lonza del primo canto dell’Inferno) po- è destinata a diventare «scura». - Apollonio che decine di paginette della Conversazio- è una buona guida in questa disanima: ci ne su Dante di Osip Mandel’štam. Mario racconta non solo di letteratura ma anche di Apollonio (1901-1971) è stato uno studioso musica e di pittura, perché Dante è stato - pionieristico della storia del teatro che mol- ed è - qualcosa che nulla in nessuna arte ha to si dedicò anche a Dante. Si è meritato lasciato intatto. una voce nell’Enciclopedia dantesca della Il «lungo studio e ’l grande amore» Treccani. Scrive da erudito, richiede un let- (Inf. I, 83) di Osip Mandel’štam si conden- tore attento, paziente, educato a una prosa sò, nel 1933, nelle poche decine di pagine elaborata che ama i giri sintattici comples- della meravigliosa Conversazione su Dan- si, i vocaboli rari, quei pensieri che nascono te. Per il settecentenario è stato pubblicato a cascata gli uni dagli altri che la retorica da Adelphi e ripubblicato dal Melangolo. chiama ipotassi. Apollonio è un erudito, Mandel’štam iniziò a studiare l’italiano, Mandel’štam (1891–1938) è un genio. proprio per leggere Dante, nel 1932. Anna In Dante. Storia della Commedia, ab- Achmatova ricorderà che Mandel’štam biamo una prima parte – Lettura della letteralmente «ardeva» con Dante, che lo Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA Commedia – di oltre 300 pagine che è un vero e proprio libro parallelo, come quello recitava giorno e notte. Dettò – come fa- ceva sempre – alla moglie Nadežda le sue N. 73 ottobre 2021 sublime di Giorgio Manganelli su Pinoc- illuminazioni (Nadežda Mandel’štam, L’e- 12
Stiamo girando attorno a Dante come falene attorno DANTE 700 alla luce, perché probabilmente non c’è altra via sommario poca dei lupi, Serra e Riva 1990). Mandò questo? – I suoi versi sono pieni di pensie- il dattiloscritto al Gosizdat, la principale ro, e pensiero per Dante è afferrare al volo, casa editrice sovietica, dove venne letto da cogliere le allusioni: «questo è per Dante Aleksej Dživelegov (su di lui c’è una voce il massimo elogio». La cosa affascinante è nell’Enciclopedia Dantesca, mentre non c’è che proprio il Dante personaggio non è mai su Mandel’štam). Dživelegov era uno stu- capace di questo. Nel viaggio tra i morti è dioso soprattutto del Rinascimento italiano; piuttosto un inetto curioso: «bisogna essere Dante lo interessava per la diffusione che ciechi come talpe per non notare che lungo ebbe tra Quattro e Cinquecento. Era dunque tutta la Divina Commedia non sa mai come lui l’esperto della potentissima Gosizdat, e comportarsi, dove mettere i piedi, cosa dire, certo per Mandel’štam un esempio lampan- come salutare». Leggendolo, bisogna tene- te della «vuotaggine d’anguria della Russia re quanto più possibile assieme tutto e allo del tempo» (Osip Mandel’štam, Sulla po- stesso tempo auscultare ogni suono: «la po- esia, Bompiani 2003). Dživelegov restituì esia si distingue dal linguaggio automatico il manoscritto senza alcun giudizio espli- perché ci sveglia di soprassalto a metà pa- cito: solo una selva di punti interrogativi ai rola – parola che ci sembra molto più lunga margini del testo. Così glossato, venne ri- di quanto credessimo –, e in quel momento Emilio Pasquini spedito all’autore. Quei punti interrogativi, ricordiamo che parlare è sempre essere in Il viaggio di Dante. a posteriori, ci appaiono come la migliore cammino». Quante volte Dante balbetta lode. Gli altri tentativi di pubblicazione non di fronte alle continue sorprese dei morti? Storia illustrata della Commedia ebbero neppure quella risposta. Conversa- «Dante, io credo, studiava attentamente tutti Carocci, 2021 zione su Dante venne pubblicato la prima i difetti di pronuncia e tendeva le orecchie pp. 312, euro 17,00 volta più di trent’anni dopo negli Stati Uniti. quando gli capitava di ascoltare balbuzienti, Mandel’štam era morto nel 1938 in un gu- blesi, voci nasali o persone incapaci di arti- lag di transito verso Vladivostok. Aveva 47 colare certi suoni. Da loro deve aver impa- anni. Nella bella introduzione all’edizione rato molto». Adelphi, Serena Vitale chiarisce il senso del «È impossibile, impensabile abbrac- rifiuto di Dživelegov e degli altri: «la Con- ciare con lo sguardo o raffigurarsi concre- versazione su Dante è una dichiarazione tamente questo poliedro dalle tredicimila di guerra – ai noiosi scoliasti, ai “pedestri facce, di una mostruosa regolarità». La cri- filologi”, agli estimatori del Dante “sculto- stallografia e la chimica organica potrebbe- reo”, “simbolico”, “misterioso”, ai fanatici ro aiutarci più di tanta erudizione storica. ammiratori che della Commedia avevano La Commedia «non resta simile a sé stessa letto soltanto qualche pagina. Guerra, so- neanche per un attimo»; «Dante fa oscil- prattutto, alla “poesia” esplicita, descrittiva lare i significati, disintegrare l’immagine»; – quella che può essere riassunta, parafra- «un fisico che volesse ricomporre un atomo sata». Avrebbe molti nemici anche oggi in dopo averlo scisso assomiglierebbe agli Italia, Mandel’štam. All’opposto dei pedan- adepti della poesia descrittiva e didascali- ti e degli imparaticci, Mandel’štam ci lancia ca, per i quali Dante resterà in eterno peste in un’avventura senza protezioni: è poesia e flagello»: eccolo il Dante quantistico. Per quella di Dante, come di tutti i grandi, pro- arrivarci, bisogna squarciare il velo che ci prio perché non è parafrasabile: mettere in mette davanti agli occhi la sua stessa fama, prosa Amor ch’a nullo amato amar perdona «il massimo ostacolo alla sua conoscenza». è semplicemente un piccolo scempio, a cui Ed ecco l’ultimo koan: l’«incalcolabile» si riducono le scuole di ogni ordine e grado attualità di Dante viene proprio dal suo non sperando così di divulgare almeno il senso essere del nostro tempo, e neppure del suo. di quel verso. Forse sarebbe meglio niente. Dante è ieri, e proprio ieri è quel tempo che La resistenza alla poesia può essere giustifi- «non è ancora sorto. Non è ancora stato ve- cata perché «l’arte della parola distorce, let- teralmente, il nostro volto, ne turba la pace, ramente» (Sulla poesia), il che sarebbe pia- ciuto moltissimo al Walter Benjamin delle Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA ne lacera la maschera»: chi ha bisogno di Tesi sulla storia. N. 73 ottobre 2021 13
VISTI DA VICINO sommario LA DONNA DELL’ARTE di Gabriella Ziani Nadia Bassanese nel Per il compleanno di solito i regali corso di un’intervista si ricevono, invece Nadia Bassanese, per 20 anni titolare della galleria d’arte di piazza Giotti e ancor prima, con Ema- nuela Marassi, fondatrice della Tomma- seo in via Canal Piccolo, allo scoccare del suo ottantesimo ha fatto il contrario. Ha regalato ad “amici e parenti” un li- bretto, Schegge (Comunicarte), in cui ha raccolto i più interessanti e brillanti mini-diari scritti nel tempo – su solleci- tazione del critico Franca Marri - via via che ospitava artisti, andava in America a incontrare Leo Castelli (realizzando Nadia Bassanese l’unica mostra nella sua città natale del Schegge grande gallerista triestino, padre della Comunicarte, Trieste 2021 pop art a New York), organizzava mostre pp. 78, s.i.p. con Staccioli, Topor, Folon, Munari, Pe- ricoli, Luzzati, Pratt, Altan e mille altri, intrattenendo distanti e divertenti rela- bambino, e di quand’era granatiere a zioni con Claudio Magris, che, impegna- Roma, e le portai, e così conobbi Clau- tissimo, si negava («Non ho un briciolo dia Colecchia che dirige la Fototeca, e di tempo a disposizione, non me ne chie- anche lei mi chiese foto, e portai a vedere da, è come se mi domandasse di mia so- quelle di famiglia: il matrimonio dei miei rella, non ho una sorella!»). Ma, tra Roy genitori, a San Giacomo, lei 19 anni, lui Lichtenstein e Michael Goldberg, incon- 24, con quattro damigelle, due in rosa e triamo anche i nostri Nathan e Carme- due in azzurro, e una carrozza coi caval- lich da un inedito punto di vista. li bianchi. «Me le dà?» disse Colecchia. A proposito di regali, Schegge è una E io pensai: tanto, se muoio, va tutto in scheggia di fronte al fatto che questa scovazze…. elegante e discreta signora dell’arte E poi il materiale della galleria, ha donato tutto il proprio archivio alla quando, nel 2003, chiude. Fototeca dei Civici musei, 50 faldoni di Tutta la documentazione (anche rela- materiali relativi all’attività espositiva tiva al Curatorio del Revoltella, di cui ho e 3500 stampe fotografiche, e già nel fatto parte per 12 anni) era in quattro ma- 2017 aveva ceduto ampia documenta- gazzini, ma vendevo anche quelli. Che zione sulla sua famiglia istriana (libro e fare? Chiamai Colecchia. In fondo, dissi, “fondo” sono stati presentati di recente è storia della città, non un fatto perso- all’auditorium del Museo Revoltella), nale. Ci vollero tre mesi per selezionare e di altre importanti preziose cose si è carte, inviti, recensioni, cataloghi, libri: separata in favore dell’istituzione pub- dodici scatoloni. Ho regalato anche una blica. Rompiamo, una mattina davanti a piccola biblioteca tutta su Leo Castelli. un caffè, il velo di questo nobile e tenace Cinquanta sedie ho dato a Piccolo Sil- understatement. lani, che allora insegnava, è una fortuna se le cose possono servire a qualcuno. Cominciando dalla fine, come mai Bisogna alienare, quando è il momento in museo le intime foto di famiglia? giusto. Io so che sarò eterna… ma non Avevo un amico che faceva volon- posso assicurarlo. Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA tariato alla Fototeca, mi disse che erano carenti di foto relative al periodo 1900- Ma prima di tutto questo c’è Nadia Bassanese, che nasce… N. 73 ottobre 2021 1940, allora tirai fuori quelle di papà Sono nata a Pinguente in Istria, mio 14
Intervista a Nadia Bassanese, VISTI DA VICINO straordinaria gallerista sommario papà Liubo era figlio di Domenico Siro- tich, all’inizio guardia forestale. Sposò una donna di 12 anni più giovane che gli portò una cospicua dote. Aprì un forno e via via ingrandì l’attività, con un impor- tante commercio di granaglie e forniture all’esercito, e divenne ricco, molto ricco. Mi ricordo il negozio, pieno anche di ta- bacchi e tessuti, e al piano di sopra l’abi- tazione col bagno piastrellato, la vasca, il telefono… E poi arrivò la guerra. E mio papà aiutò un suo amico parti- giano, gli diede vestiti e soldi. Il ragazzo fu preso, e quel taglio grosso di soldi che aveva in tasca indirizzò i tedeschi. Solo mio padre poteva disporne, in zona. Lo sto direttivo a Fiume, e così andammo là Nadia Bassanese catturarono e fu spedito in un campo a per due anni e mezzo. Una vita benestan- con Tullio Pericoli in occasione Forlì, e poi a Dachau… Mio nonno, che te, grandi alberghi ad Abbazia, feste…. della mostra del 1987 aveva relazioni commerciali con un im- Quando per gli italiani venne il momento portante collega tedesco, riuscì a farlo di optare, i miei genitori fecero la richie- uscire per andare al servizio di questo sta, ma il permesso fu accordato solo a signore, il quale però rispedì subito mio mia mamma triestina, e lei partì con me. padre a casa… Mentre lui era ancora a Papà più tardi. Arrivò grazie a un pas- Forlì, mamma voleva che ci trasferis- seur. E per sei-sette anni fummo ospiti simo lì, e sempre vi fu l’intervento del dei nonni Fermeglia a Servola. Intanto nonno: ci procurò riparo nella villa di vennero in Italia anche i nonni Sirotich, suoi conoscenti a San Martino di Lupa- il nonno con una incredibile valigetta ri in Veneto, dove tra il 1943 e il 1945 piena di rotolini di monete... Comprò passammo ore di angoscia e speranza un terreno a Gretta e fece costruire una nell’attesa di rivedere papà. I Sirotich casa, adiacente a quella dei Paoletti. scapparono ad Abano, ma non la nonna, Mio padre non ha mai più messo piede che restò impavida a difendere la botte- a Pinguente. Anni fa un collaboratore del ga, la proprietà. So che in seguito la casa piccolo museo della città mi chiamò per- di Pinguente fu trasformata in un night ché decifrassi alcune foto, e mi chiese se club, ma per fortuna adesso è biblioteca avessi forse dei libri da dare. Avevo una civica, bellissimo, no? grande collezione di testi per l’infanzia, La mamma Elda Fermeglia: un co- in molte lingue, quasi tre metri lineari di gnome che a Trieste ha la sua fama… scaffali: glieli ho regalati. Era triestina, aveva lavorato come E a Trieste spunta la donna dell’ar- impiegata nel commercio di agrumi, te… Come andò? ed era zia di Maurizio Fermeglia, che è Io per errore ho frequentato il liceo stato rettore dell’Università. Maurizio è scientifico. Odiavo la matematica, ma mio cugino, e l’altro mio cugino (di par- dalla terza media ero uscita col 10… I te paterna) è Sergio Paoletti, docente di professori consigliarono l’Oberdan, dove Biochimica e attualmente presidente di per fortuna si dava ancora molto spazio Area Science Park. Tre cugini, tutti e tre alla storia dell’arte, al disegno… Avrei figli unici. proseguito con l’Accademia a Venezia, E dopo la guerra? Papà voleva tornare a Pinguente, ma ma non mi vollero mandare, e allora con gli studi la piantai lì. Ero appassionata, Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA nel frattempo nonno aveva avuto un po- adoravo gli impressionisti, avevo una N. 73 ottobre 2021 15
VISTI DA VICINO Qual era la sua filosofia? «Di non esporre triestini, sommario perché volevo portare a Trieste qualcosa di nuovo» a chiacchierare, Brumatti malinconico veniva al mattino, e purtroppo non pote- vo registrare tutte le cose incredibili che raccontava, per imitazione volle venire anche Spacal, e giù pettegolezzi, veniva Enzo Navarra col figlio piccolo, e Adria- no Bon che doveva comprargli il gelato. S’incontravano fra di loro, una cosa che non esiste più. Però anche lei se ne va. Sì, e dopo un po’ mi è dispiaciuto. Mio marito mi ha sostenuto, abbiamo cercato una sede, mi sarebbe piaciuta in Cavana sotto la chiesetta dei Santi Seba- stiano e Rocco, ma era della Curia, e al- lora no. Pensammo a un appartamento, e Nadia Bassanese nella sua ricca biblioteca di storia dell’arte, pian saltò fuori piazza Giotti: un signore ave- galleria di piazza Giotti da poco piano cominciai a frequentare Livio Ro- va tutto restaurato per aprire una scuola aperta, dicembre 1984 signano, Gianni Brumatti, l’ambiente mi di ballo, gli avevano negato il permesso, attraeva, e la mia più grande amica (poi s’era incavolato e aveva rimesso in ven- anche cognata) era Emanuela Marassi, dita. che aveva Cernigoj come suo maestro, Inaugurò nel 1983 con una scultura e con lei si andava ai mercoledì di Ful- di cemento in bilico di Mauro Staccio- via Costantinides, alla Cantina, da Ser- li. Ardito. gio D’Osmo di cui poi a lungo abbiamo Staccioli me l’aveva presentato Na- frequentato le sue giornate “open” nella varra già alla Tommaseo. Fu per me un casa alle Ginestre. Nel frattempo ero di- pilastro. Quando tornò dall’America mi ventata amicissima di Giorgio Polacco, disse che lì ero già conosciuta, che dove- che mi aprì al teatro, aveva sempre due vo assolutamente andare, ma da sola, le posti e diceva: «Te vien con mi o meto gallerie negli Usa erano tutte in mano a el capoto?». Con lui ho conosciuto donne. Non era uno sgarbo a mio marito, Strehler, Grassi, l’incantevole Vittorio ma un’indicazione pratica: «Se vai con Gassman, e Dario Fo… qualcuno, dimostri che ne hai bisogno». A un certo punto lei non è più Siro- Presi coraggio. Rispolverai i miei libretti tich, ma diventa Bassanese… della Berlitz school, e la frase che a New Ho conosciuto mio marito Dino fra York pronunciavo più spesso era «please, amici al Circolo Marina mercantile. Ci speak slowly», ma quella che più spesso siamo sposati nel 1963 e adesso per l’an- mi veniva rivolta era: «Are you local?». niversario ci facciamo gli auguri per la Che ridere. Con il neozelandese Alexis nostra durata… Mi ha sempre appoggia- Hunter finimmo per parlare in latino. Fu ta, libera di svolgere la mia attività. fantastico. Mi sono tanto divertita. Fu Che comincia un bel giorno. sempre Staccioli a consigliarmi Carmen Quando Marassi vuole aprire una Gloria Morales («se viene lei, verranno galleria, e nasce con l’aiuto di Edoardo tutti»), e tramite lei sono arrivati Michael Devetta la Tommaseo in un piccolissimo Goldberg e la moglie Lynn Umlauf. Co- spazio in via Canal Piccolo. Dopo un po’ munque quando fui ricevuta da Castelli lei si stanca, troppo impegno, e cede a glielo dissi subito: vorrei fare qualcosa, Franco Jesurun, che ancora faceva l’at- ma non ho molti mezzi. «Torni fra due Il Ponte rosso INFORMAZIONI DI ARTE E CULTURA tore, e il tutto mi è diventato pesante, e ho lasciato, nel 1980. Ma quanti incon- giorni» mi rispose, elegante, cortese. Tornai, e fu così che nacque la mostra N. 73 ottobre 2021 tri, Anita Pittoni veniva il pomeriggio con i manifesti delle sue mostre. Spesi 16
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