IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO - Linda, Antonella, Dora e Livio dal 7 al 20 maggio 2018 - Informazioni sulla Società

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IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO - Linda, Antonella, Dora e Livio dal 7 al 20 maggio 2018 - Informazioni sulla Società
IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO
      Linda, Antonella, Dora e Livio
          dal 7 al 20 maggio 2018

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IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO - Linda, Antonella, Dora e Livio dal 7 al 20 maggio 2018 - Informazioni sulla Società
Il nostro Cammino di Santiago
                                        Linda, Antonella, Dora e Livio
                                             dal 7.5 al 20.5.2018

Abbiamo scelto di affrontare questo viaggio in quattro; ciascuno con la propria intima motivazione1 ma
accomunati dal desiderio di condividere questa esperienza … questi aspetti sicuramente poco rilevanti sul
piano organizzativo, possono ben spiegare lo sviluppo di impressioni, emozioni, fatiche ed entusiasmo che
ci hanno accompagnato durante le varie tappe del percorso .

Ricordo che se ne iniziò a parlare con Linda circa un anno fa, durante un’uscita serale di Triesteland, lungo
il percorso della ciclabile; il clima mite della primavera inoltrata, una splendida luna che occhieggiava tra le
cime degli alberi, la ritmicità del passo favorivano la riflessione sulle gioie del viaggiare lento, camminando
per esplorare nuovi orizzonti, senza fretta. Inevitabilmente si è citato il Cammino di Santiago…un sogno fino
a quel momento …che a partire da quella sera è diventato una concreta possibilità.

La decisione finale è maturata qualche mese fa e poi sulla base delle due settimane a nostra disposizione,
si è deciso di percorrerne soltanto una parte, da Leon a Santiago, circa 320 km degli 800 complessivi che
costituiscono il Cammino francese e che portano da Saint Jean Pied –de-Port a Santiago. Qualche mese
prima della partenza abbiamo definito i vari dettagli, affrontando tutti gli aspetti logistici, la durata, la
fattibilità del percorso, l’organizzazione e soprattutto la nostra disponibilità a metterci in gioco. Si… perché
non si tratta di fare un semplice viaggio, almeno per noi questa sarebbe stata una diversa esperienza; devi
ridurre al minimo tutto ciò che porterai con te e affrontare ciò che non sai … mangiare, bere, dormire…non
devi preparare nulla prima in quanto coglierai volta per volta ciò che troverai sul tuo Cammino.

Lunedì 7.5.18

Partenza da Venezia, aereo per Madrid e poi treno per Leon.
Arriviamo a Leon, una bella città che attraversiamo senza indugi alla
ricerca del nostro albergo, ultima oasi di comodità per questa notte.
Lo zaino calza bene e siamo tutti carichi di curiosità. Cena fuori,
ritorno in albergo e riposo…domani si inizia!!!

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  Le motivazioni che nel passato portavano ad affrontare il pellegrinaggio verso Santiago si basavano essenzialmente su convinzioni
religiose. Per alcune persone era un modo di espiare delle colpe o mantenere una promessa. Oggi coloro che lo affrontano per
motivazioni religiose si uniscono ad altri che intraprendono il Cammino per ragioni culturali, ecologiche, sportive e spirituali,
ritenendolo un’opportunità per meditare e ritrovare l’equilibrio con sé stessi. In questo senso il ‘pellegrinaggio’ è inteso come
un’allegoria, una somiglianza tra il viaggio verso un luogo santo e lo scorrere della vita umana. Lo sforzo fisico richiesto per
raggiungere la meta viene interpretato come un percorso di rinnovamento spirituale che necessariamente comporterà sacrifici,
abnegazione e rinunce ma ti ripagherà poi alla meta con il raggiungimento di un ulteriore livello di conoscenza
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Martedì 8.5. 18
Partenza da Leon verso S. Martin del Camino.

 L’uscita dalla città è piuttosto faticosa, le salite non mancano e lo
zaino incombe. Percorriamo una strada trafficata parallela alla
statale, questo percorso fa parte del tracciato originale del
cammino. Camminiamo su rettilinei senza fine, circondati da
paesaggi quasi surreali… case disabitate in vendita, vecchie
fabbriche in disuso, torri e tralicci.

                                                                          Le cicogne nidificano sui campanili e
                                                                          sulle torri rossastre delle chiese
                                                                          parrocchiali. Centinaia di passeri si
                                                                          stabiliscono a loro volta tra le ramaglie
                                                                          del nido delle cicogne. Colonie di corvi
si concentrano a centinaia sugli alti alberi in prossimità dei paesi…il loro rumore è assordante.

Piuttosto provati dal caldo e dal primo giorno di cammino arriviamo al nostro primo 2albergue a S.Martin
del Camino. Ci rallegra la calda accoglienza della titolare e questo ci fa gustare con appetito la nostra prima
cena comunitaria. Dopo cena gli occhi si chiudono, le spalle, gambe e resto chiedono soltanto un sonno
ristoratore.

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 Albergue, è una delle tante parole che assomigliano all’italiano, ma hanno un altro significato. Quindi nel nostro caso Albergue
non vuol dire Albergo, ma Ostello ... mentre se vuoi un Albergo, devi cercare un Hostal .... Gli Albergues per pellegrini sono molto
numerosi soprattutto sulla via francese (il cammino classico da St. Jean a Santiago) e ben distribuiti. Questo permette di dosare
ogni tappa in maniera molto personale cioè "svincolata" dalle indicazioni delle varie guide, ma piuttosto sincronizzata sulle proprie
forze e capacità di camminatore, giorno per giorno. Si viene accolti per una sola notte ... solo in casi estremi ospitano più di un
giorno (infortunio, vesciche o altro). Indispensabile è la presentazione della Credencial sulla quale ogni Hospitalero (il gestore de los
Albergues) pone el sello (timbro) che identifica univocamente la sua struttura.
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Mercoledì 9.5.18 da S.Martin del Camino ad Astorga

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                                                                               ad incontrare numerosi
                                                                               altri pellegrini, tutti ti
                                                                               salutano e ti augurano
                                                                               ‘buen camino’. I voluminosi
                                                                               zaini e il passo pesante
                                                                               sono i tratti distintivi che
                                                                               accomunano           questo
                                                                               mondo        di    persone,
occidentali, europei, orientali, americani, qualche italiano…. tutti hanno deciso di provare la fatica del
Cammino….tutti sorridono, si va sempre nella stessa direzione e questo ci rende molto simili…

Attraversiamo il bellissimo ponte romano a Puente de Orbigo. La sua struttura è veramente spettacolare
                                    ….si respira un’atmosfera medioevale.

                                   Proseguiamo tra campi di segale e vegetazione spoglia. Arriviamo al
                                   Cruceiro de Santo Toribio, punto
                                   panoramico dal quale si inizia ad
                                   intravedere Astorga.

                                   Ci dissetiamo alla fontana del

                                                             Pellegrino
                                                             .

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Faticosamente arriviamo ad Astorga: la città si staglia con i suoi alti profili
                                ocra sullo sfondo del paesaggio, definita dalla sua splendida cattedrale e
                                dalle numerose chiese. Visitiamo la cattedrale con le sue imponenti navate
                                e il museo. La cittadina è ravvivata da una bella piazza con tanti ristoranti
                                per pellegrini. Si respira ospitalità

                                                Nell’ostello affrontiamo i disagi della promiscuità e
                                                condivisione         degli
                                                spazi, si lava la
                                                biancheria, si va da un
                                                piano all’altro e se
                                                dimentichi       qualcosa
                                                devi      costantemente
                                                scendere e salire. La
                                                fatica di fare le scale
poi si dimentica, ci consoliamo con una bella e sostanziosa cena del
pellegrino e poi veloci a dormire, la stanchezza si fa sentire tutta!!!

Giovedì 10.5.18 da Astorga a Foncebadon

                                                                        Si parte di buon’ora, la luce mattutina
                                                                       inizia ad inondare la campagna
                                                                       attorno a noi , ma il pallido sole non
                                                                       riesce a scaldarci. Progressivamente si
                                                                       sale e l’ambiente diventa montano,
                                                                       sullo sfondo alcuni monti innevati ci
                                                                       ricordano la stagione fredda ancora
                                                                       non finita. La campagna ha lasciato il
posto ad una brughiera ricca di colori…un tripudio di rosa, giallo, azzurro, inframmezzato dal verde dei pini
mughi. La salita è costante ma teniamo il passo in compagnia di numerosi pellegrini.

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Incrociamo una splendida aquila, Giuly, appollaiata su un supporto, che
                                      in compagnia del suo padrone ha completato il Cammino a scopo di
                                      beneficenza. La strada si snoda all’interno di un parco e il sentiero è
                                      sempre più impervio. La stanchezza si fa sentire. Dopo una lunga salita
                                      arriviamo a Foncebadon,
                                      un paese senza strade, con
                                      poche case diroccate e
                                      numerosi albergue. Ci
                                      fermiamo in uno di questi ,
                                      parecchio affollato. La cena
                                      comunitaria con paella
                                      vegetariana ci fa conoscere
                                      altri pellegrini, con i quali
                                      comunichiamo, secondo le
nostre conoscenze, un po’ in spagnolo, francese, inglese, un po’ in tedesco, con brindisi e reciproco
scambio di informazioni, conditi sempre dalla lingua universale del sorriso. C’è chi sta facendo il Cammino
in versione integrale, chi fa una settimana all’anno a tappe, chi ha trovato nuovi compagni di cammino
lungo la strada per condividere una parte del percorso… Si va a dormire presto, anche oggi la stanchezza si
fa sentire e la giornata si conclude con un sonno riparatore.

Venerdì 11.5.18 da Foncebadon a Molinaseca

                                                               L’alba a Foncebadon è stupefacente, il clima è
                                                               decisamente freddo. Ci avviamo di buon passo
                                                               verso la Cruz de Fierro, che costituisce il punto
                                                               più alto del cammino, quasi a 1500 m s.l.m.
Qui ciascuno di noi deposita una pietra alla base della croce con un pensiero per chi non c’è più.

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La discesa si rivela subito piuttosto impegnativa. Attraversiamo
sentieri impervi e villaggi semiabbandonati, con molte case
diroccate. Alcune sono state recentemente ristrutturate,
rispettando la struttura originaria, con i bei tetti in ardesia ed i
                                          balconi di legno.
                                          Queste ristrutturazioni
                                          nella maggior parte dei
                                          casi sono destinate ad
                                          essere sede di
                                          albergue. Il Cammino
                                          con il suo intenso
                                          passaggio di
                                          pellegrini offre nuove
opportunità agli abitanti di questi piccoli villaggi. Passiamo
anche l’albergue di Manjarin, l’ultimo Templare3 dei nostri
giorni, che ci accoglie tra musiche medioevali e numerose
foto d’epoca. La discesa si fa sempre più impervia e il
percorso mette a dura prova le nostre gambe. Arriviamo così
a Molinaseca, bella cittadina con un magnifico ponte romano
dove decidiamo di fermarci a pernottare.

3
  L’ ordine dei cavalieri templari, detti anche semplicemente templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi
cristiani medievali. La nascita dell'ordine si colloca nella Terra santa al centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate
dopo la prima crociata indetta nel 1096. In quell'epoca le strade della Terrasanta erano percorse da pellegrini provenienti da tutta
Europa, che venivano spesso assaliti e depredati, per cui i monaci combattenti avevano il compito di proteggerli. Nel corso della sua
esistenza l'Ordine Templare svolse sostanzialmente tre azioni, oltre a quella religiosa: l'attività militare, la coltivazione delle terre, la
gestione di sistemi economici e finanziari .
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IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO - Linda, Antonella, Dora e Livio dal 7 al 20 maggio 2018 - Informazioni sulla Società
Sabato 12.5.18 da Molinaseca a Villafranca del Bierzo
                                       Si     prosegue
                                             verso
                                       Ponferrada. La
                                       strada si snoda
                                       su      continui
                                       saliscendi     e
                                       percorre zone
                                           agricole,
                                        attraversando
piccoli paesi. A Ponferrada saliamo progressivamente
verso il centro storico con uno splendido castello d’epoca
eretto dai Templari4. La temperatura rimane piuttosto
fredda ed inizia a piovere.
A Cacabelos conosciamo Andrés, simpatico 80enne che
trascorre le giornate conversando con i pellegrini nelle
diverse lingue, sorprendendoci poi con un omaggio
inaspettato…un vaso di ciliegie sotto grappa. Lo zaino
sarà più pesante ma non possiamo sottrarci a questo
dono… grazie Andrés!!!
                                            Piuttosto
                                            provati dal
                                            freddo e dalla fatica arriviamo a Villafranca del Bierzo. Trovare
                                            posto in un albergue in città non è affatto semplice. Dopo
                                            diversi tentativi ci adattiamo ad una sistemazione di fortuna…
                                            ben 18 letti tutti in una stanza. L’importante è aver trovato
                                            posto per dormire, la promiscuità alla fine non è più un
                                            problema e ci addormentiamo presto.

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 Sul luogo dove ore sorge la fortezza attuale si ergeva in origine una cittadella romana con una piccola fortezza.
Dopo che nel 1178 la città di Ponferrada fu ceduta dai regnanti del León ai Templari, questi ultimi iniziarono ad
ampliare la fortezza preesistente con lo scopo di proteggere i pellegrini lungo il loro cammino verso Santiago de
Compostela
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IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO - Linda, Antonella, Dora e Livio dal 7 al 20 maggio 2018 - Informazioni sulla Società
Domenica 13.5.18 da Villafranca del Bierzo a La Faba Il percorso è tutto in salita, si segue la statale da un
                                                         lato e il Rio Valcarce dall’altro, nella apposita
                                                         corsia     riservata    ai    pellegrini.   Saliamo
                                                         progressivamente fino ad una zona ricca di
                                                         ferriere. L’umidità si sente tutta.

Iniziamo la salita in direzione O’Cebreiro. Il passo
rallenta … il peso dello zaino si fa sentire. Costeggiamo
boschi di castagni e di faggi, il fondo della strada è
composto prevalentemente da lastre di roccia che
l’umidità rende estremamente scivolose. Decidiamo
data l’ora tarda di fermarci e arriviamo all’albergue parrocchiale La Faba. Il posto è veramente suggestivo.
                                                             L’atmosfera diventa particolarmente toccante
                                                             durante la cerimonia di condivisione
                                                             dell’ospitalità con i pellegrini. La chiesetta è
                                                             immersa nel buio illuminata soltanto dalle
                                                             candele votive; la musica accoglie i pellegrini.
                                                             Poi l’altare si illumina e l’hospitalero invita uno
                                                             ad uno i pellegrini delle varie nazionalità a
                                                             leggere un brano nella rispettiva lingua madre,
                                                             per comunicare come l’amore per gli altri sia
                                                             un mezzo per accedere all’idea dell’amore
                                                             divino.
                                                             I messaggi letti in lingue diverse si alternano
                                                             con la musica. Infine l’hospitalero chiama tutti i

                                                         presenti sull’altare, per condividere l’abbraccio
                                                         finale; ogni pellegrino riceve in dono un
sassolino con il simbolo del Cammino. L’emozione è palpabile tra tutti i presenti e questo abbraccio
inaspettato aiuta ciascuno a ritrovare un senso comune, un nuovo entusiasmo per superare le fatiche e
continuare il percorso.

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IL NOSTRO CAMMINO DI SANTIAGO - Linda, Antonella, Dora e Livio dal 7 al 20 maggio 2018 - Informazioni sulla Società
La cena comunitaria la trascorriamo alla casa di
                                                     Pietra, un albergue vegetariano. L’hospitalero è un
                                                     esuberante bolognese che si trova qui con la
                                                     compagna brasiliana da ben tre anni. La sua
                                                     freschezza e giovialità rendono la cena un evento
                                                     speciale; trascorriamo una bella serata con quattro
                                                     persone provenienti dalla Svizzera, una coppia di
                                                     sudcoreani, un pellegrino dalla Slovacchia, un inglese
                                                     e un francese. Questa bella occasione di convivialità è
                                                     la cornice più adatta a consumare le ciliegie sotto
grappa di Andrès. Ritorniamo all’albergue La Faba, stanchi ma divertiti per la bella serata.

Lunedì 14.5.18 da LA FABA/O’CEBREIRO a Triacastela                           Le previsioni del tempo per la
                                                                    giornata risultano pessime, pioggia
                                                                    fitta e costante, vento freddo e
                                                                    nebbia. Siamo coperti al massimo con
                                                                    giacche, mantelle e copri zaini. Stiamo
                                                                    entrando in Galizia e arriveremo a
                                                                    1300 m slm. Il fondo del sentiero verso
                                                                    O’Cebreiro è fangoso e rende difficile
                                                                    l’appoggio. Il vento gelido sferza le
                                                                    nostre mantelle e ci gela le mani.

                                                    10
Si procede sulla
                                                                                                 salita,      piccole
                                                                                                 soste            per
                                                                                                 prendere fiato e
                                                                                                 poi si sale ancora.
                                                                                                 Siamo             in
                                                                                                 compagnia di altri
                                                                                                 caminantes.       La
                                                                                                 nebbia avvolge il
                                                                                                           paesaggio
                                                                                                 montano attorno
                                                                                                 a noi, rendendolo
                                                                                                 ovattato           e
                                                                                                  surreale…sembra
                                                                                                 di      essere    in
                                                                                                 Normandia, nella
                                                                                                 pioggia riusciamo
                                              appena ad intravedere le chiese e le case di pietra scura dei rari
                                              villaggi che attraversiamo lungo il percorso. L’unica cosa ben
                                              visibile è il sentiero che alterna scivolose lastre di ardesia a tratti
                                              di fango calpestato da un numero indescrivibile di impronte.
                                              Siamo veramente provati ma dobbiamo affrontare lunghi tratti di
                                              salita per arrivare finalmente ad O’Cebreiro5. Ci accoglie
                                              imponente una gigantesca statua raffigurante il Pellegrino.
                                              La chiesa di S. Maria la Real (chiesetta pre-romanica del secolo IX)
                                              è veramente incantevole
                                              alla luce delle lampade
                                              votive      poste     vicino
                                              all’altare del miracolo e
                                              un fonte battesimale in
                                              pietra, essenziale nella
                                              sua assoluta semplicità.

5
  Nella chiesa si trova l’altare del miracolo eucaristico: “Si racconta che un contadino del piccolo paese di Barxamaiuor
avesse affrontato la salita al Cebreiro in un giorno di tempesta per ascoltare la messa. Vedendolo entrare, il celebrante
si meravigliò che con quel tempo da lupi qualcuno fosse salito fin lì solo per la messa, deridendo dentro di sé il
sacrificio del contadino. Ma, al momento della consacrazione, l’ostia cambiò visibilmente in Carne e il vino del calice in
Sangue, che tinse i paramenti del sacerdote”.
                                                           11
Dopo esserci ristorati in una locanda, iniziamo la
                                                          discesa verso Triacastela. La nebbia magicamente
                                                          si è dissolta e la vista può perdersi su un
                                                          panorama inaspettato di verdi colline e campi tra
                                                          i quali scende dolcemente la strada.

In questi luoghi sembra che il tempo si sia fermato: incontriamo qualche casa colonica, gruppi di mucche
che rientrano dal pascolo in fila indiana…una contadina ci ferma per offrirci delle omelette fatte in casa…la
rendiamo felice contraccambiandola con qualche euro. Arriviamo finalmente all’albergue e ci consoliamo
delle fatiche della giornata con una bella cena, poi finalmente ci si può stendere.

                                                     12
Martedì 15.5.18 da Triacastela a Portomarin

Il paesaggio è ricco di boschi e paesi rurali. Si iniziano ad
incrociare anche pellegrini con zaini meno voluminosi,
che hanno deciso di fare soltanto l’ultima parte del
cammino.

                                                          Dopo aver ammirato il centro di Portomarin 6
                                                          iniziamo a cercare una sistemazione fuori città:
                                                          gli albergue iniziano ad essere affollati e
                                                          riceviamo i primi rifiuti. Alla fine troviamo a
                                                          Gonzar una sistemazione in una struttura
statale; ci sconforta scoprire che la camerata prevede ben 28 posti letto. Fa ancora piuttosto freddo,
nonostante il sole. Mangiamo di buon’ora per poterci ritirare presto e svegliarci l’indomani all’alba, con la
prospettiva di una lunga giornata di cammino.

6
 A Portomarin negli anni ’50 è stato costruito un lago artificiale I due quartieri che componevano l'antica Portomarin
San Nicolás y San Pedro giacciono sul fondo del lago artificiale Belesar . Il paese è stato ricostruito nel 1960. La città
era un passaggio molto importante nel medioevo con un grande ponte e Hospitales. La grande chiesa-fortezza de San
Nicolás eretta dai monaci dell'ordine de San Juan de Jerusalén nel XIII secolo, a seguito dell'invaso d'acqua, venne
"smontata" pietra su pietra e ricostruita in alto dove appunto oggi la si può ammirare.
                                                            13
Mercoledì 16.5.18 da Gonzar a Casanova Ci alziamo con il buio, prepariamo lo zaino ed usciamo presto,
                                sono le 5.30, siamo già in cammino. Fa molto freddo ed utilizziamo le
                                frontali. In Galizia il percorso è molto ben segnato dalle colonnette di
                                pietra con conchiglia che segnano
                                regolarmente la distanza che ci
                                separa da Santiago. Incrociamo
                                diversi paesi, tutti deserti a
                                quest’ora, cerchiamo speranzosi un
                                bar aperto per far colazione ma
                                senza successo. Prima di poterci
                                rifocillare camminiamo per ben 10
                                km.
                                I pellegrini sono sempre più
                                numerosi, sia in gruppi che da soli.
                               Le tappe sono scandite dalla visita alle
                               varie chiese sul percorso e dai punti
                               più suggestivi, che ci permettono così
                               di far timbrare regolarmente le nostre credenziali7. A Palas de Rei, un
                               paese abbastanza grande, ci fermiamo per fare la spesa e prendere
                               qualche ricordino. Troviamo posto in un albergue statale a Casanova.
                               Non male…abbiamo tutto il tempo per sistemarci e riposare.

7
 La credenziale del Cammino di Santiago, che ha sostituito il documento consegnato ai pellegrini durante il Medioevo
e che era utilizzato come salvacondotto, è un documento che accredita il viandante come pellegrino e certifica il suo
passaggio ordinato dalle diverse località di uno qualsiasi dei percorsi giacobei.
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Giovedì 17.5.18 da Casanova a Ribadiso
Mancano 41 km a Santiago. Ci siamo svegliati anche
oggi di buon’ora. Percorriamo tratti su sentieri sterrati
e ombrosi con predominanza di alberi ad alto fusto,
querce ed eucalipti. Sono sempre più frequenti gli
albergues che si alternano sul percorso, circondati da
chiese e piccoli paesi.

Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore.
                                          (Paulo Coelho)

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Alla fine della giornata abbiamo la fortuna di trovare
alloggio in un albergue statale sviluppato con piccole costruzioni in pietra. Ci viene offerta una magnifica
sistemazione in una stanza a 4 letti, con soffitto a travi e muri in pietra. Dalle piccole finestre si può
ammirare un suggestivo scorcio con un bel ponticello e un fresco fiume che scorre sotto, un luogo ideale
per permettere ai pellegrini di sedersi sul prato e rinfrescarsi i piedi.
                                                       Verso sera gustando una buona cena abbiamo modo di
                                                       apprezzare ulteriormente questa bella sistemazione del
                                                       tutto inaspettata.

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Venerdì 18.5.18 da Ribadiso a Hotel Bello

Partiamo di buon mattino, con passo spedito, proseguiamo
attraverso boschi straordinari composti prevalentemente
da querce ed eucalipti. Il clima è caldo, pranziamo con
della frutta fresca e secca.

Lungo il Cammino trovi persone che ti fanno capire come
sia possibile accontentarsi di poco…. una piccola offerta per chi lavora il legno degli eucalipti per ricavarne
                                              robusti bordoni8

                                    quattro parole scambiate con i pellegrini di passaggio,
                                    il sorriso è una lingua che tutti comprendono

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 Oggi lo si chiama “bastone”, ma una volta veniva detto “bordone”. Deriva da Burdònem: mulo selvatico, povero,
umile e resistente. Nel passato il bordone costituiva un vero e proprio requisito di identificazione del pellegrino. Chi lo
aveva con sé riusciva a trovare ospitalità; chi ne era sprovvisto veniva guardato con sospetto e rischiava di dormire
sotto le stelle. Era lungo almeno un metro. Sulla sua sommità veniva messa una zucca vuota che serviva come
borraccia. Inoltre, vi si legavano dei fazzoletti con dentro qualche avere.
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Progressivamente il numero degli albergue si riduce, ad un certo punto non incontriamo più neanche altri
pellegrini. Consultando la cartina dobbiamo concludere che questa zona non offre alcun albergue.
Considerando che mancano ancora 15 km , decidiamo di trascorrere la notte nell’unico hotel disponibile
nelle vicinanze. Dobbiamo ammettere che non abbiamo apprezzato la cena, piuttosto pretenziosa ma poco
soddisfacente rispetto ai menù del pellegrino ai quali siamo ormai abituati. Inoltre ci dispiace parecchio
non aver potuto pernottare l’ultima notte prima dell’arrivo a Santiago in un albergue, per respirare ancora
un po’ l’autentica atmosfera del Cammino.

Sabato 19.5.18 da hotel Bello a Santiago
                                    La strada richiede di
                                    affrontare più salite rispetto
                                    alle nostre aspettative, però
                                    il paesaggio è veramente
                                    bello. I boschi si alternano ai
                                    villaggi     composti       dalle
                                    tipiche case in stile galiziano,
                                    tanta      pietra,     splendidi
                                    giardini      con       fioriture
                                    spettacolari e campi verdi.
                                    C’è un incremento progressivo del
                                    numero di albergue e ristori per
                                    pellegrini. Finalmente dall’alto della
collina si intravedono le guglie della Cattedrale che appare veramente
                                         vicina.
                                         La periferia di Santiago ci
                                         ingloba subito nel suo caos
                                         rumoroso, traffico, negozi,
                                         condomini,         albergue        e
                                         ristoranti.            Procediamo
                                         lentamente fino ad immortalare
                                         il nostro arrivo verso il cartello
                                         stradale      con      la    scritta
                                         SANTIAGO.

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Proviamo una certa emozione… commozione,
perché presto saremo lì, davanti alla Cattedrale di
S. Giacomo, alla fine del nostro percorso. Ci
dirigiamo verso le due grandi statue che indicano
la strada ai pellegrini. Si scende, si sale, si gira e si
sale ancora…dai…quasi ci siamo!! Ecco la meta, la
Cattedrale di Santiago è davanti a noi. L’arrivo in
realtà è piuttosto convulso, non abbiamo
realizzato che ci sono tante cose da fare; in primis
liberarsi provvisoriamente degli zaini (ci sono degli
appositi depositi a pagamento), e poi veloci alla
Messa del Pellegrino. La Cattedrale è stracolma,
ogni giorno alle 12 nel corso della Messa del Pellegrino si ha
l’opportunità di assistere alla fine della funzione alla cerimonia del
Botafumeiro.9

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9
 Il botafumeiro è un grande turibolo presente nella Cattedrale di San Giacomo a Santiago de Compostela risalente al
XIX secolo. Il botafumeiro viene fatto oscillare da personale addetto (i "tiraboleiros") che lo issano fino a 22 metri
d'altezza nella croce della navata centrale e quindi, con un sistema di corde e carrucole, gli imprimono un moto
pendolare, fino a fargli sfiorare il soffitto delle navate ad una velocità di circa 70 km/h. Solo recentemente il
botafumeiro ha assunto la funzione che gli è propria: infatti in passato veniva utilizzato prevalentemente per coprire il
forte odore emanato dai pellegrini che affollavano la cattedrale e nella quale spesso trovavano ricovero per la notte

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Il nostro Cammino si è concluso il
                 20.5.18.
    Abbiamo percorso circa 310 km.
 E’ stata un’esperienza che abbiamo
      vissuto condividendo fatiche,
  stanchezza, talvolta anche disagi e
           piccole privazioni….
è stato un percorso non semplice che
            però ci ha ripagato
          con un’ immensa gioia
        e tanta voglia di ritornare.

  Io sono nato pellegrino. Anche quando mi sento
  attanagliato da una pigrizia sconfinata, oppure
avverto una fortissima nostalgia di casa, dopo aver
       fatto il primo passo mi ritrovo rapito
                dal senso del viaggio.
                                        Paulo Coelho, 2010

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