Il diritto di stare fuori - Bambini e Natura
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DIRITTI, RESPONSABILITÀ, OPPORTUNITÀ Il diritto di stare fuori Monica Guerra1 e Claudia Ottella2 Illustrazioni di Sara Vincetti3 Tempo in natura e possibilità di stare fuori hanno un impatto potente e positivo su crescita e sviluppo dei bambini NOVEMBRE 2016 1 Università di Milano-Bicocca, L’ immaginazione è un po- Se pensassimo a una lista di cose di Associazione culturale Bambini e Natura 2 Comune di Vercelli, Associazione culturale tere straordinario dell’uo- primaria importanza a cui i bambini Bambini e Natura mo, è ciò che contiene hanno diritto e di cui hanno bisogno 3 Associazione culturale Bambini e Natura al suo interno la spinta negli anni della loro infanzia include- all’azione, un’azione che Bambini e remmo sicuramente cibo, un rifugio, Natura propone nell’impegno a sot- acqua e aria; sappiamo anche che i toscrivere i Decaloghi delle Scuole e bambini hanno bisogno di avere delle Famiglie Fuori1, per dire che un amore, una famiglia, di sentirsi sicu- bambinienatura@gmail.com altro mondo è possibile. ri, di avere un’istruzione ma spesso 43
L’APPROFONDIMENTO “Immagina un mondo in cui tutti i bambini crescano con una comprensione profonda della vita intorno a loro. In cui ogni scuola abbia uno spazio di gioco naturale. In cui ogni bambino e ogni adulto abbiano un umano diritto di riconnettersi alla natura” Richard Louv2 dimentichiamo che loro hanno biso- tarci che crescano i bambini? Dove che poi corrisponde a 5 minuti al gno, e diritto, anche a un contatto di- possono trovare una palestra in cui giorno5! Non è certo in maniera in- retto con la natura. Perché i benefici allenare la propria creatività, empa- tenzionale che si è rimosso il gioco che derivano dal contatto con l’am- tia, capacità di gestire le emozioni e libero all’aperto dalle esperienze in- biente naturale sono evidenti in ogni i pericoli, dove esercitare il proprio fantili, ci sono molti fattori che han- campo evolutivo3. naturale spirito a esploratore, la cu- no contribuito negli ultimi decenni a Le statistiche e le analisi sociali ci riosità e gli interessi personali? far sì che questo accadesse: i bambini mostrano che per molti bambini in Peter Gray, psicologo e biologo al di oggi, più urbanizzati di un tempo, età scolare e prescolare purtroppo Boston College (MA), studia da hanno maggiori difficoltà ad avere le esperienze all’aperto sono molto anni gli indici di creatività dei ra- accesso a spazi verdi e spesso quelli limitate: le occasioni di gioco libero gazzi americani, constatandone il che sono disponibili sono distanti o fuori, la possibilità di conoscere il progressivo precipitare nella bana- pericolosi; inoltre il loro “tempo libe- mondo attraverso l’esperienza diret- lità: non sono più in grado di avere ro” è drasticamente diminuito, oltre ta e l’abitudine a stare in natura si un’elaborazione creativa delle situa- alle ore trascorse a scuola sono spes- stanno drasticamente limitando e ri- zioni che si trovano ad affrontare e so impegnati in attività extrasco- ducendo. Infanzia e gioco libero all’a- di conseguenza, più difficilmente lastiche (musica, danza, sport…)6. perto non sono purtroppo più sinoni- saranno adulti capaci di affrontare le Questo è ciò che dicono le ricerche mi, la vita a scuola e nel tempo libero difficoltà4. Per sostenere il bisogno oltreoceano, ma anche in Italia i ge- è gestita e quasi completamente orga- di invertire questa pericolosa ten- nitori, le scuole e le amministrazio- nizzata dagli adulti: ma è solo giocan- denza a chiudersi dentro e a limitare ni non sembrano essere sulla strada do in modo autonomo che i bambini il rapporto con gli elementi naturali, giusta. Solo il 6% dei bambini, come possono acquisire le abilità sociali basta forse che noi adulti comincia- spiega l’ultimo rapporto di Save che serviranno loro da grandi – ascol- mo a chiederci, scavando nei nostri the Children, ha diritto a scendere tare gli altri, essere creativi, gestire le ricordi, quali erano i giochi che pre- in strada da solo e solo il 25% può emozioni e affrontare i pericoli – e se ferivamo fare nella nostra infanzia: giocare in cortile. Il 37% dei piccoli, viene data loro la possibilità di farlo molti di essi si svolgevano all’aperto, 3 milioni e 700 mila, cresce in città in un ambiente naturale si aggiunge in libertà, senza il controllo costante dove negli spazi condominiali e in un efficace facilitatore a questo pro- e continuo dei nostri genitori. molti giardini urbani la maggior par- cesso di crescita. Nella società odier- I bambini di oggi giocano ancora te dei giochi è proibita o sconsigliata, na molti, troppi, bambini vivono così? L’infanzia dei giorni nostri è limitata oltre che dalle difficoltà lo- invece in una sorta di arresto domi- senza dubbio cambiata, i bambi- gistiche dalle paure degli adulti. ciliare, dove in nome della sicurezza, ni trascorrono gran parte del loro Oltre a domandarci perché è accadu- è impedito loro di stare fuori, dove in tempo con strumenti telematici ed to tutto questo, possiamo immagina- NOVEMBRE 2016 nome dell’attuazione dei programmi elettronici: videogiochi, televisione, re però delle azioni che ci invitino a ministeriali, sono costretti a lunghe computer, tablet. La percentuale di invertire la direzione, perché siamo ore seduti sui banchi di scuola, entro tempo che essi trascorrono all’aper- fermamente convinti che la possibi- mura spoglie ed esclusivamente pie- to è davvero minima – pari all’uno lità di stare fuori abbia sui bambini gati sui libri e i quaderni. L’ambiente per cento del loro tempo, dicono al- un impatto potente e positivo sulla famigliare è governato dal timore del cune ricerche – e confinata perlopiù loro crescita e sul loro sano svilup- rischio e dal conseguente immobili- ad attività sportive strutturate, men- po e, fortunatamente, in questi ulti- smo, l’ambiente scolastico aggiunge tre al gioco non strutturato all’aper- mi anni, anche nel nostro Paese, la a questo un clima autoritario e non to viene dedicato un tempo media- discussione in merito alla necessità democratico: come possiamo aspet- mente pari a mezzora alla settimana, di assicurare ai bambini occasioni di 44
DIRITTI, RESPONSABILITÀ, OPPORTUNITÀ Il Decalogo delle Scuole Fuori 1. Le Scuole Fuori sono sia dentro che fuori - Oggi più che mai l’apprendimento non può essere cir- coscritto ad un luogo, non solo perché uscire porta benessere, ma perché aprire le porte è vitale per costruire conoscenza e appartenenza verso il mondo che abitiamo. 2. Nelle Scuole Fuori l’esterno è importante come l’interno - Dentro e fuori si gioca, esplora, discute, apprende, con lo stesso valore e senza gerarchie, ma soprattutto senza distinzioni di apprendimenti; per questo il fuori non è solo quello dell’intervallo (anche se l’intervallo è soprattutto fuori), ma anche e soprattutto quello dell’esperienza educativa e scolastica nella sua interezza. 3. Le Scuole Fuori sono impegno di tutti - Tutto il personale si impegna a fare in modo che i bambini e le bambine possano andare fuori ogni volta che è possibile, nel corso della giornata e dell’anno: se l’esperienza all’aperto conta quanto quella all’interno, non ci possono essere alibi di (mancanza di) tempi e di (bel) tempo. 4. Le Scuole Fuori sono esperienza diretta - Il personale lavora alla progettazione in modo che ogni aspetto o questione che ha i propri oggetti all’esterno venga affrontato attraverso un’esperienza di- retta e non mediata dei fenomeni, perché tutto ciò che si apprende all’interno si può apprendere anche all’esterno, spesso in modo più interessante e motivante perché vivo e reale. 5. Nelle Scuole Fuori ci si forma a educare all’aperto - Il personale dedica parte del proprio tempo di formazione e autoformazione ad approfondire il valore educativo e l’approccio metodologico e didattico del fuori, sperimentandolo direttamente. 6. Le Scuole Fuori sono scuole condivise - Il personale condivide con le famiglie il significato della scelta di fare scuola anche fuori, mettendo a loro disposizione occasioni di confronto, informazioni, strumenti, materiali e promuovendo iniziative all’aperto con bambini e famiglie. 7. Le Scuole Fuori favoriscono la naturale esplorazione dei bambini - I bambini sono sostenuti nel loro desiderio di esplorare il fuori liberamente, secondo i singoli e diversi interessi: la ricerca autonoma, ma anche avventurosa, viene sostenuta attraverso l’offerta di tempi distesi e di strumenti adeguati per favorire le loro ricerche. 8. Le Scuole Fuori trasformano le domande in opportunità - Le domande maturate all’esterno vengono approfondite, anche all’interno: l’impegno a osservare, documentare e rilanciare quanto esplorato fuori consente di transitare tra interno ed esterno e di cogliere ogni opportunità per generare conoscenza, valorizzando quella portata dai bambini. 9. Le Scuole Fuori hanno a cuore gli spazi esterni - L’esterno, in cui vengono privilegiati i materiali naturali, viene curato e migliorato progressivamente, con l’aiuto di tutta la comunità educativa e quindi anche con quello delle famiglie e dei bambini: come ogni spazio interno, comune e non, e ogni luogo di transizione tra dentro e fuori, è spazio di tutti, non di nessuno, e come tale è responsabilità condivisa. 10. Le Scuole Fuori non hanno confini - L’esterno è un mondo vasto che inizia sulla soglia della scuola, prosegue NOVEMBRE 2016 in cortili, giardini, strade, parchi, città e campagna: la scuola è in dialogo con il territorio, da quello più prossimo a quelli più distanti, che considera come luoghi educativi che è importante abitare e con cui è necessario costruire relazioni e reti. SCUOLE FUORI 45
L’APPROFONDIMENTO Il Decalogo delle Famiglie Fuori 1. Le Famiglie Fuori sono aperte al mondo - Stare fuori, all’aperto, fa bene agli adulti e ai bambini - al corpo, alla mente, al cuore - e permette di imparare moltissimo sul mondo che abitiamo, anche ad amarlo e rispettarlo. 2. Le Famiglie Fuori escono ogni volta che possono - Uscire con continuità è una priorità, per cui non ci sono buone stagioni o cattive giornate, ma come diceva Baden Powel solo un abbigliamento adatto. E il desiderio di farlo. 3. Le Famiglie Fuori hanno fiducia nell’esperienza - Conoscere il mondo è un’avventura, che va speri- mentata, lasciando che i bambini provino e magari anche sbaglino, perché crescere richiede anche di poter correre qualche rischio. 4. Le Famiglie Fuori non hanno fretta - Andare lentamente permette di stare insieme con più tranquillità, di assaporare i percorsi, di vedere meglio cosa si trova lungo la strada e di lasciare fluire i pensieri che sorgono nell’andare, soprattutto a piedi. 5. Le Famiglie Fuori preferiscono le domande alle risposte - Trascorrere tempo in natura fa sorgere curiosità, piccole o grandi: ascoltare le loro domande e cercare insieme le risposte è un’opportunità per imparare a condurre ricerche. 6. Le Famiglie Fuori hanno con sé gli strumenti giusti - Approfondire la conoscenza della natura chiede attenzione, che può essere sostenuta e affinata con semplici strumenti: una lente di ingrandimento, una macchina fotografica, un taccuino e una matita aiutano a diventare giovani naturalisti. 7. Le Famiglie Fuori sono collezioniste per natura - Raccogliere materiali del mondo naturale - quelli già a terra e che hanno concluso il loro ciclo di vita, ovviamente - permette di creare piccoli musei e di proseguire le proprie ricerche anche a casa. 8. Le Famiglie Fuori hanno il pollice verde - Seminare e coltivare una piantina, curare un piccolo spazio verde, occuparsi dei vasi sul davanzale sostiene l’osservazione dei cambiamenti naturali e invita a responsabilizzarsi nei confronti del mondo vivente intorno a noi. 9. Le Famiglie Fuori non temono gli imprevisti - Decidere insieme mete e itinerari aiuta a conoscere i territori che vogliamo esplorare, ma anche farsi portare dal girovagare o perdersi sono ottimi modi per fare belle scoperte in natura. 10. Le Famiglie Fuori sono in rete - Esplorare il mondo è bello e importante, e farlo con altri lo è ancora di più, perché si sta in compagnia ma anche perché si invitano NOVEMBRE 2016 sempre più persone a tornare in dialogo con la natura e a proteggere il nostro pianeta. FAMIGLIE FUORI 46
DIRITTI, RESPONSABILITÀ, OPPORTUNITÀ gioco e di apprendimento all’aperto rischio che oggi essi corrono di ina- saper riconoscere ai bambini il di- si stanno facendo sempre più forti. ridimento dei contesti di scoperta e ritto a pensare, nella consapevolezza Il tempo speso in natura è indub- di privazione della libertà. che essi sono abbastanza competen- biamente di beneficio al singolo in- La natura dunque è una risorsa po- ti da lavorare in modo autonomo e dividuo, molte ricerche scientifiche tente e i bambini ne hanno diritto, possono porsi domande. Ci vogliono lo dimostrano, e questo vale, anche anche a scuola: il Decalogo delle Scuo- adulti coraggiosi, desiderosi di tra- se in questo caso poco supportato le Fuori racchiude in sé i principi di sformate la scuola tramutandola da dalla ricerca, per le famiglie: il gio- chi crede nella possibilità di essere centro di detenzione, dove si eser- vamento che deriva dal contatto con una scuola che valorizza l’educa- cita un apprendimento lontano da l’ambiente naturale e dalle occasioni zione naturale come opportunità di quello naturale, a “centro di esplo- trascorse insieme all’aperto è indub- esperienza, crescita e apprendimen- razione” dove i bambini possano biamente rilevabile dall’esperienza to dei bambini e dei ragazzi. Perché potenziare la spontanea capacità di diretta. Stare in natura può influen- se questi benefici e opportunità si apprendere esplorando, partendo da zare positivamente le interazioni evidenziano nel tempo libero, an- quelle domande che sono significa- tra i suoi membri molto più che in che e a maggior ragione nel tempo tive per loro, rendendo finalmente altri contesti e la partecipazione ad scolastico, che è quello dedicato allo onore alla loro naturale intelligenza, attività in natura può servire più di sviluppo cognitivo e di crescita dei alla loro capacità di autoformarsi. altre strade a stabilire un ambiente bambini, essi emergono prepoten- Si riconosce nel Decalogo delle Scuo- famigliare di agio7. Il vissuto che i temente. La scuola oggi è purtroppo le Fuori anche la rete nazionale delle bambini hanno dell’ambiente na- imbrigliata in una rete di programmi scuole pubbliche all’aperto (la Rete turale è completamente diverso da standardizzati, di obiettivi prefigura- VISPA)8, fatta da scuole che pratica- quello degli adulti: se per noi esso è ti che non tengono in alcun conto lo no il contatto quotidiano e il legame semplicemente la scena, lo sfondo su spontaneo esercizio di abilità e la na- duraturo di bambini e adulti con na- cui svolgere altre attività, per i bam- turale capacità d’indagine dei bam- tura e territorio, con l’obiettivo di bini è pura esperienza sensoriale. bini. Ma le intelligenze di ognuno di rigenerare e rinnovare le pratiche Il senso di stupore e di meraviglia noi si possono esprimere realmente didattiche e educative. Questo dimo- che i bambini riescono a conserva- e completamente solo se c’è qualcu- stra che anche le istituzioni hanno re nell’esperienza naturale non è ri- no che ci mette a disposizione del- in sé le risorse e possono declinar- producibile in nessun altro ambiente le proposte che siano all’altezza: la si in opportunità di apprendimento progettato dall’adulto e le possibilità scuola dovrebbe domandarsi, dun- che accettano la sfida di accogliere e di esercizio che esso offre non sono que, se le proposte formative che attraversare insieme ai bambini un in alcun modo paragonabili alle pos- sono offerte oggi ai bambini provo- percorso di conoscenza del mondo, sibilità limitate e standardizzate che cano realmente la loro intelligenza o che fanno dell’esperienza in natura offrono le palestre di gioco preco- non si limitano invece a considerarli la straordinaria occasione per ripen- struite. Tutti cerchiamo il meglio per cartelle, raccoglitori in cui inseri- sare in modo concreto al proprio i nostri bambini ed è forse giunto il re centinaia di files, di nozioni, da ruolo di educatore e insegnante, pro- momento di acquisire maggiore con- aprirsi in modo univoco al comando ponendo un sostanziale e tangibile sapevolezza che il “meglio” non è ciò giusto. Sembra poi che il “fuori dal- cambiamento dei paradigmi fonda- che si ritiene il più sicuro possibile la scuola” debba essere lo spazio, il mentali del mondo dell’istruzione. ed è presentato come più accattivan- tempo da dedicare solo allo svago te, il “meglio” è offrire loro in dono privo di obiettivi, mentre la cultura 1 http://www.bambinienatura.it il diritto al tempo fuori, alla fiducia, si può costruire solo dentro le mura 2 Louv R., L’ultimo bambino nei boschi. alla calma, alle domande. Le famiglie delle aule. In realtà attraverso le oc- Come riavvicinare i nostri figli alla natura, fuori sanno che esplorare il mondo casioni all’aperto abbiamo la possibi- Rizzoli, Milano, 2006. 3 M. Guerra (a cura di), Fuori. Suggestio- è bello ed è ancora più importante lità di attraversare tutti gli argomenti ni nell’incontro tra educazione e natura, di conoscenza, senza avere la neces- NOVEMBRE 2016 farlo con gli altri, soprattutto con le Franco Angeli, Milano, 2015. persone con cui ci sono forti legami sità di scomporre gli apprendimenti 4 P. Gray, Lasciateli giocare, in “L’Interna- emotivi. Condividere esperienze di in discipline, in campi di esperienza zionale”, dicembre 2013. gioco, di esplorazione, di ricerca o perché quello che ci offre l’esterno 5 A Parents’ Guide to Nature Play: http:// di semplice svago con i propri cari, è di una tale varietà e complessità www.greenheartsinc.org 6 all’aperto, dove ai benefici fisici si che i bambini potrebbero attraver- Idem. 7 D. Izenstark, A.T. Ebata, Theorizing fa- sovrappongono opportunità di ap- sare, con le loro domande, tutte le mily-based nature activities and family prendimento uniche, è un diritto discipline. Questo significa però che functioning, in “Journal of family theory & essenziale dell’infanzia, che va sal- l’adulto deve saper partire da un pre- review”, 8, 2, 2016, pp. 137-153. vaguardato a difesa dei bambini e del supposto fondamentale, deve cioè 8 https://scuoleallaperto.wordpress.com/ 47
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