IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO

Pagina creata da Margherita Palumbo
 
CONTINUA A LEGGERE
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
GIOVANNI BOCCACCIO

IL DECAMERONE
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
LO SCRITTORE

LA VITA
GIOVANNI BOCCACCIO NASCE IN TOSCANA (NON SI
SA SE A CERTALDO O A FIRENZE) NEL 1313. NEL
1327 PARTE GIOVANISSIMO PER NAPOLI, AL
SEGUITO DEL PADRE, PER IMPARARE IL MESTIERE
DI MERCANTE E BANCARIO, SEGUENDO IL
DESIDERIO PATERNO. L’ESPERIENZA NAPOLETANA
SI RIVELA PERÒ MOLTO DIVERSA RISPETTO ALLE
ASPETTATIVE, TRADUCENDOSI IN ANNI DI SVAGHI E
SPENSIERATEZZE PRESSO I RAFFINATI AMBIENTI
DELLA CORTE ANGIOINA.
QUI CONOBBE NOBILI, BORGHESI MA ANCHE MOLTE
PERSONE DEL POPOLO CHE ISPIRARONO I PERSONAGGI
DELLE SUE NOVELLE.

 ANGIOINI: Re di origini francesi, gli Angiò, che regnarono a Napoli, per circa 200 anni, dal 1200 al 1400
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
LO SCRITTORE

LA VITA
QUI, GRAZIE AGLI STIMOLI DELLA VIVACE VITA CULTURALE CHE ANIMA LA NOBILTÀ NAPOLETANA, BOCCACCIO INIZIA AD INTERESSARSI
AI CLASSICI LATINI E AI GRANDI CAPOLAVORI IN VOLGARE, DANTE SU TUTTI. QUI INIZIA A SCRIVERE LE SUE PRIME OPERE.
NEL 1340 BOCCACCIO, A CAUSA DI PROBLEMI ECONOMICI CHE AFFLIGGONO IL PADRE, DEVE RIENTRARE A FIRENZE, LASCIANDO
L'AMATA NAPOLI. QUI LA VITA SI RIVELA SUBITO MOLTO DIVERSA DAI CONTINUI SVAGHI PARTENOPEI, E BOCCACCIO, SPINTO ANCHE
DALLE RISTRETTEZZE FINANZIARIE, SI CONCENTRA SULLA PROPRIA PRODUZIONE LETTERARIA.
STUDIOSO E APPASSIONATO DI DANTE, AMICO DEL POETA FRANCESCO PETRARCA.
DOPO LA PESTE DEL 1348, DELLA QUALE È TESTIMONE, INIZIA IL SUO CAPOLAVORO, IL DECAMERON, CHE CONCLUDERÀ NEL 1351.
L'ULTIMO PERIODO DI VITA FU CARATTERIZZATO DA DIFFICOLTÀ ECONOMICHE E PERSONALI.
BOCCACCIO MUORE A CERTALDO NEL 1375.
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
IL TEMPO DI BOCCACCIO
IL CONTESTO È QUELLO DELLA FIRENZE DEL XIV SECOLO. A QUEI TEMPI IL MONDO
CAVALLERESCO E CORTESE STAVA TRAMONTANDO E LA VECCHIA CLASSE
ARISTOCRATICA DELLE CORTI PERDEVA GRADUALMENTE IMPORTANZA DI FRONTE A UN
NUOVO CETO SOCIALE BORGHESE, LAVORATORE, VITALE , INTRAPRENDENTE E
OCCUPATO IN ATTIVITÀ MERCANTILI E FINANZIARIE

LA CRISI ECONOMICA E DEMOGRAFICA.
PIÙ IN GENERALE, IL PERIODO CHE VA DAI PRIMI DECENNI DEL TRECENTO ALLA
SECONDA METÀ DEL QUATTROCENTO FU CARATTERIZZATO DA UNA PROFONDA CRISI
DELL’ECONOMIA E DELLA SOCIETÀ EUROPEE, DOVUTA A PIÙ CAUSE CONCOMITANTI CHE
LA RESERO PARTICOLARMENTE GRAVE.NEI PRIMI DECENNI DEL 1300 SI VERIFICÒ UN
PEGGIORAMENTO DELLE CONDIZIONI CLIMATICHE, UNA SERIE DI CARESTIE E DI
EPIDEMIE E IL FALLIMENTO IN ITALIA DI ALCUNE GRANDI FAMIGLIE DI BANCHIERI
FIORENTINI, COME I BARDI E I PERUZZI. SI ARRESTARONO I DISSODAMENTI DI NUOVI
TERRENI, LA POPOLAZIONE DIMINUÌ, AMPI TERRITORI FURONO ABBANDONATI E
FURONO OCCUPATI DA BOSCHI E PALUDI. LA CRISI DEL SETTORE AGRICOLO SI ESTESE
DI CONSEGUENZA ALLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE E COMMERCIALI.

LA PESTE NERA.
A PARTIRE DAL 1347 L’EUROPA FU COLPITA DALLA PESTE NERA CHE PROVOCÒ LA
MORTE DI CIRCA UN TERZO DELLA POPOLAZIONE EUROPEA E UN’ONDATA DI PANICO
COLLETTIVO. I PREZZI SUBIRONO FORTI OSCILLAZIONI PER POI STAGNARE PER UN
LUNGO PERIODO E LA CARENZA DI MANODOPERA FECE AUMENTARE I CONFLITTI FRA
CONTADINI E PROPRIETARI TERRIERI, FRA MERCANTI, MAESTRI ARTIGIANI E
SALARIATI DELL’INDUSTRIA.

CIÒ NONOSTANTE, IL TRECENTO RAPPRESENTA UN IMPORTANTE MOMENTO DI
PASSAGGIO, L’ALBA DI UN NUOVO PENSIERO IN CUI ALLA SPIRITUALITÀ DEL MEDIOEVO
SI AFFIANCANO E TALVOLTA SI CONTRAPPONGONO NUOVI VALORI LAICI E UNA VISIONE
PIÙ TERRENA DELLA VITA
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
LA PESTE
La peste del 1348, con le
sue cento mila vittime,
colpì profondamente
Boccaccio. In quel periodo
morì anche il padre e
questo lo portò ad
assumersi nuove
responsabilità sia private
come guida della famiglia
ed amministratore dei beni
ereditati, sia pubbliche,
soprattutto ambascerie. La
peste diventerà così
elemento essenziale e
fondativo del suo
capolavoro :il Decameron.

                 https://it.wikipedia.org/                            https://www.youtube.com/
La peste, Wiki
                 wiki/Peste_nera             Video_La crisi del 300   watch?v=AjAVuRMPeJw
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
IL GENERE

LA NOVELLA
Il genere letterario per cui è ricordato Giovanni Boccaccio è la novella. Ma
che cosa è la NOVELLA?

Si tratta di un breve racconto in prosa che presenta un ambiente, una
situazione e un numero limitato di personaggi, reali o immaginari.

La brevità si riferisce sicuramente alla quantità della materia narrativa, ma
anche alla sua durata narrativa; il racconto è da intendersi infatti come
un’unità. Esso tratta di una vicenda singola, è lineare, non ci sono
digressioni se non necessarie.

Scopo della novella è prima di tutto quello di interessare il lettore, di
coinvolgerlo e magari anche di divertirlo, quando il racconto, come
accade qualche volta ha natura umoristica.

Tuttavia, spesso, dietro a situazioni comiche o legate alla quotidianità, si
avverte una riflessione, profonda e disincantata sulla condizione umana.
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
L’OPERA

IL DECAMERON
▸ Decameron:in greco 10 giornate

▸ Raccolta di 100 novelle raccontate da 7 donne e tre
  uomini

▸ I ragazzi si allontanano da Firenze, dove infuria la
  peste per sfuggire al contagio.

▸ Si trasferiscono in campagna dove si propongono di
  passare giorni spensierati tra banchetti , danze e
  racconti

▸ Ogni giorno, ad eccezione del venerdì e del sabato,
  i giovani si ritrovano in un prato a raccontarsi
  novelle, una storia ciascuno per 10 giorni.

▸ a turno viene nominato un re o una regina, che
  assegna ogni giorno il tema dei racconti.
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
L’OPERA

  IL FINE
▸ La novella è funzionale al nuovo pubblico borghese e mercantile

▸ Un pubblico che inizia ad amare la lettura non solo ciò che serve ma ciò che piace

▸ Il fine del Decameron non è quindi come in passato persuasivo o istruttivo, ma è quello del puro
  intrattenimento attraverso il piacere della lettura. Semplice diletto.

▸ I destinatari dell’opera sono in particolare, come Boccaccio stesso scrive nell’introduzione, le
  donne, egli si propone dunque di scrivere “per attendere ai piaceri delle donne”, in particolare “in
  soccorso e rifugio di quelle che amano”, le quali potranno trovare nella lettura “diletto”. In quei
  racconti esse potranno trovare qualche utile consiglio.

▸ Altro elemento importante è la verità: veritas. L’aderenza alla realtà da parte del racconto. Tale
  verità infatti non è intesa più nel senso di valore assoluto, universalmente esemplare e inalterabile;
  il senso espresso dalla narrazione non è quindi né storico, né morale, né religioso, ma
  decisamente mondano, e la veritas si realizza anzitutto come “storicizzazione” dei personaggi e
  degli eventi narrati, attraverso localizzazioni precise e verosimili e riferimenti a personaggi della
  storia e della cultura anche contemporanea.

▸ la partecipazione emotiva del lettore e dell’ascoltatore, attraverso la “novità” e la “imprevedibilità”
  del caso narrato. La morale che si può desumere dalle novelle boccacciane, è spesso aperta e
  problematica, e agli ascoltatori/lettori è lasciata la responsabilità di definirne i confini.
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
LA CORNICE
La cornice è una specie di racconto nel racconto.Lo stesso Boccaccio,
nell’introduzione, giustifica l’organizzazione del libro dicendo che: in un
martedì di primavera del 1348, l’anno della mortifera pestilenza che
aveva invaso tutta Europa, 7 fanciulle e 3 giovani di un nobile origine si
incontrano nella chiesa di S. Maria Novella a Firenze e decidono di
lasciare la città per rifugiarsi in una villa in campagna alle porte di Firenze.

Contrariamente al caos della peste che ha dissolto le leggi della
convivenza umana, la lieta brigata decide di recuperare la razionalità e il
decoro del vivere sociale, organizzando le proprie giornate secondo un
ordine saggiamente programmato.

La cornice è quindi un’invenzione narrativa molto originale che crea un
rapporto costante tra l’universo del materiale narrato (le novelle) e il
mondo idilliaco (organizzato secondo il modello della società cortese) in
cui sono rifugiati i giovani. Così è possibile cogliere la contrapposizione
tra il disordine del reale e la serena compostezza della brigata.
IL DECAMERONE GIOVANNI BOCCACCIO - CPIA 1 GROSSETO
LA CORNICE
                              Racconto della peste a Firenze . Giornate dei giovani in campagna
L’insieme delle cento novelle
costituisce il nucleo narrativo
del Decameron, che
interagisce durante tutto
l’arco del racconto con la
cornice, in una serie di
rimandi che danno all’opera
unità e coerenza.; tra novella
e novella si aprono gli spazi
per i commenti degli uditori
e ogni giorno ha
un’introduzione in cui viene
descritta la vita della brigata
e una conclusione,
caratterizzata da una ballata
cantata a turno dai giovani.
I PERSONAGGI

Provengono per lo più dalla vita reale, appartengono a ceti sociali diversi,
raccontati nella loro vita quotidiana e realisticamente immersi nelle più
disparate attività.

Sono banchieri, grandi mercanti, medici, artigiani, religiosi, servi,
aristocratici….

Un mondo variegato in cui tutti rivestono un ruolo e giocano un a parte
senza alcuna preesistente distinzione di valore. Ciò che ribalta la
gerarchia sociale (solo sul piano letterario) è l’intelligenza, che consente
all’individuo di dominare la realtà e di superarne i vincoli imposti dalle
leggi morali e religiose.
GLI AMBIENTI
Così come i personaggi, anche gli ambienti sono vari.

  ‣ La realtà cittadina di Firenze, contemporanea a Boccaccio e del
    passato, la Toscana in generale, Napoli, la Francia, le terre d’oltre
    mare.

L’ambiente esterno descritto non è mai fine a se stesso ma sempre
funzionale all’azione narrativa e legata all’agire dei personaggi che sono il
quel determinato ambiente si esprimono al meglio.
I TEMI
I temi del Decameron si ispirano alla realtà della vita umana.
L’uomo è la misura delle cose, è il protagonista che si caratterizza in
relazione ai suoi vizi e alle sue virtù, alla sua intelligenza e alla sua
stoltezza. L’uomo viene a contatto, e spesso si scontra con l’amore, la
natura, la fortuna, i temi centrali, che nel conflitto rivelano in positivo o in
negativo, le capacità dell’uomo stesso.

Le tematiche etiche, religiose e filosofiche restano fuori dall’opera che
come Boccaccio scrive “ è nata nei giardini, in un luogo di piacere, tra
persone giovani” e non tra filosofi o uomini di chiesa.

Boccaccio ribadisce la sua visione laica dell’esistenza che riflette la
formazione di una nuova concezione dell’uomo di quel tempo, in una
società in evoluzione.
I TEMI

 LA FORTUNA
▸ una forza che muove il mondo cieca e
  casuale

▸ Un’insieme di forze generate dal caso

▸ forza imprevedibile

▸ si manifesta come evento naturale o
  come puro caso

▸ visione laica della fortuna

▸ il valore degli uomini si manifesta nella
  capacità di fronteggiare la Fortuna
I TEMI

 L’AMORE
▸ L’amore viene trattato secondo una
  visione terrena.

▸ Può avere varie forme: tragico,
  audace, licenzioso..
I TEMI

 L’INGEGNO
▸ L’ingegno si manifesta nelle azioni
  dei personaggi, nelle parole, nelle
  beffe

▸ è l’intelligenza applicata alla realtà,
  la capacità di volgere le situazioni a
  proprio vantaggio.

▸ è la qualità principale che gli esseri
  umani possiedono per far fronte
  agli ostacoli e alle difficoltà messe
  in campo dalla natura e dalla sorte.
LA SCRITTURA
la scrittura del Decameron è realistica, un realismo nei temi e nei
personaggi.

Realismo anche sul piano espressivo, Boccaccio utilizza diversi registri
linguistici e toni per i suoi personaggi….dal tragico al comico.

questo rappresenta uno dei tanti elementi di originalità dell’opera.

Uso diffuso del discorso diretto, di dialoghi.

Nelle novelle comiche uso del parlato quotidiano, con frasi rapide e
frizzanti.
Puoi anche leggere