Il Carnevale di Termini Imerese: la rinascita della "Società del Carnovale"

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Il Carnevale di Termini
     Imerese: la rinascita della
      “Società del Carnovale”
Il Carnevale di Termini Imerese può inserirsi a gran voce
negli elenchi dei Carnevali più antichi d’Italia. Lo
comproverebbe un’antica ricevuta di pagamento datata
1876. Tale ricevuta fu emessa dalla “Società del Carnovale”
(associazione per la promozione e l’organizzazione del
Carnevale) in favore dello storico termitano Giuseppe Patiri
(1846 - 1917). La ricevuta (gennaio-febbraio 1876), fu
scoperta dallo scrivente, sul finire del 1997, tra i documenti
raccolti dal collezionista Francesco La Mantia. Il più antico
dei quattro certificati fu reso noto per la prima volta in
assoluto, durante il vernissage dell’11 febbraio 1998, in
occasione di un’esaustiva mostra dal titolo: “Un Carnevale
antico”, curata sempre dallo scrivente, patrocinatore l’allora
presidente della Pro Loco di Termini Imerese, Gaetano
Schifano. La rassegna riunì un nutrito corpus documentario
costituito da: immagini fotografiche e filmati che
abbracciarono ininterrottamente un lungo arco di tempo
compreso fra il 1950 e il 1990. L’esposizione fu allestita nei
saloni del Circolo Margherita a Termini Imerese. Una
rassegna delle immagini più rappresentative facenti parte di
questa mostra fu anche inserita nell’esposizione svoltasi nei
locali del Museo Civico Baldassare Romano dal 14 al 24
febbraio dello stesso anno. La mostra, “Maschere e
mascheramenti in Sicilia dal ‘600 ad oggi”, fu curata dalla
professoressa Rosa Maria Dentici Buccellato, allora
Assessore alla Cultura del Comune di Termini Imerese.
Posto d’onore fu conferito al certificato rilasciato il 1°
gennaio 1876. La predetta data di emissione, induce a
ritenere che la “Società del Carnovale”, doveva esistere
almeno già nell’anno precedente, cioè nel 1875. La
denominazione “Società del Carnovale” conferma, quindi,
l’esistenza di un’associazione per la promozione e
l’organizzazione del Carnevale di Termini Imerese. Allo
stato attuale delle conoscenze non sono noti né documenti
d’archivio anteriori al 1876, né la data di fondazione della
predetta “Società del Carnovale”. Nel 1906, invece, è
documentata l’esistenza di un generico “Comitato del
Carnevale”, infatti, con la somma raccolta nello stesso anno
si poté realizzare il grande salone dormitorio dell’Ospizio di
Mendicità “Umberto I”. L’iscrizione posta sul prospetto di
quest’ex edificio riporta la seguente iscrizione: “COL
CONTRIBUTO DELLA CARITA’ CITTADINA / IL
COMITATO DEL CARNEVALE / NE AMPLIO’ I
LOCALI / DAL 1904 AL 1907 / MOSTRANDO / COME
ACCOPPIAR SI POSSA / ALLA BENEFICENZA IL
DILETTO”. La figura del Nannu è unanimemente
considerata la personificazione dello stesso Carnevale e
rappresenta la maschera principale, che, ignara del suo
destino, è sottoposta, alla mezzanotte dell’ultimo martedì
grasso, al rituale finale del rogo. Ovverosia l‘evento
propiziatorio, verosimilmente retaggio di un antico rito
pagano. Il Nannu di Termini Imerese è rappresentato sotto
forma di un simpatico e arzillo vecchietto dal carattere
gioviale. Veste una giacca damascata, panciotto, calzoni,
scarpe e bastone da passeggio come in uso nella piccola
borghesia locale. Il vegliardo, acclamato dalla folla,
risponde allegramente e, talvolta, saluta cordialmente
agitando in mano un fazzoletto oppure mostra alla folla dei
bei rossicci ravanelli o una pianta di finocchio, oppure una
“corda” di salcicce. L’etnologo palermitano Giuseppe Pitrè
(1841-1916), nella sua opera “Usi e costumi, credenze e
pregiudizi del popolo siciliano” ebbe così a scrivere sul
personaggio del Nannu: “…Ordinariamente lo si immagina
e rappresenta come un vecchio fantoccio di cenci, goffo ed
allegro; vestito dal capo ai piedi con berretto, collare e
cravattone, soprabito, panciotto, brache, scarpe. Lo si
adagia ad una seggiola con le mani in croce sul ventre,
innanzi le case, ad un balcone, ad una finestra, appoggiato
ad una ringhiera, affacciato ad una loggia; ovvero lo si
mena attorno. Più comunemente è una maschera vivente,
che sur un carro, sur un asino, una scala, una sedia, va in
giro accompagnato e seguito dal popolino, che sbraita,
urla, fischia prendendosi a gomitate…”. La maschera della
Nanna, che oggi sopravvive solo a Termini Imerese, era un
tempo presente anche a Palermo. La suddetta maschera
termitana ha la caratteristica peculiare di essere unica nel
contesto carnascialesco siciliano. Questa figura, vera e
propria alter ego femminile del Nannu, potrebbe avere un
legame con antichi culti legati alla fertilità. Questa
interpretazione sembrerebbe, per certi versi, essere
confermata da quanto ebbe a scrivere il Pitrè, il quale,
infatti, associa la figura della Nanna alla presenza di un
ulteriore personaggio carnevalesco, un infante che la donna
reca in braccio. La Nanna di Termini Imerese è
rappresentata sotto forma di una vecchia alta e magra che
porta in testa un ampio cappello e indossa una rossa veste
con motivi ricamati. In compagnia del Nannu, nella sfilata,
muove con la mano un grande fiore… un bel broccolo
intrecciato con coloratissimi ravanelli dategli in segno di
benevolenza dallo stesso Nannu. Essa accompagna
immancabilmente il Nannu durante le cerimonie
carnascialesche. Diverse sono le opinioni sulla rilevanza e
originalità di questo dualismo Nannu - Nanna. Il Pitrè
ritiene la Nanna, una figura affiancata a quella del Nannu
solo in tempi relativamente recenti: “…non è raro
l’avvenirsi in un’altra maschera di donna, con un bambino
in fasce, a cui imbocchi della pappa. In questo bambino
bisogna riconoscere il figlio del Nannu, e nella donna la
moglie del Nannu, ma sono dei fatti isolati, capricciosi e
non tradizionali…”. Ed egli, infine, conclude scrivendo “…
e come han creato una Nanna, moglie del Nannu, creazione
di cattivo gusto, che in Sicilia non ha nessun
fondamento…”. Di tutt’altro parere è Paolo Toschi (1893-
1974) nel suo libro “Le origini del teatro italiano” (edito a
Torino nel 1955) che, invece, giustamente rimarca la
diffusione in ambito nazionale del personaggio femminile
affiancante il Nannu. Vale la pena di riportare quanto egli
scrisse in proposito: “…Ma, in Sicilia, non dobbiamo
trascurare, accanto alla figura del Nannu, quella della
Nanna, moglie del Carnevale, col relativo bambino in
fasce: ancora nel 1870 il programma delle feste della
Società del Carnevale di Palermo si apriva con questo
numero: «Primo giorno. Sabato 7 febbraio. Arrivo del
Nannu. Alle dodici la Nanna si recherà in gran pompa per
il Corso Vittorio Emanuele all’incontro del Nannu. Indi
entrata trionfale di Porta Felice: apertura della Gran
Beneficiata popolare presieduta dal Nannu e dalla
Nanna»”. Inoltre, il Toschi così riporta in una nota a piè di
pagina: “Il Pitrè riteneva la figura della Nanna come
innovazione recente e fatto isolato, non tradizionale, ma
forse in questo caso sbagliava, perché l’uso si presenta su
vasta area”. Del resto, lo stesso Pitrè rammentava
l’esistenza di un simile personaggio femminile anche in
Sardegna equivalente della Nanna siciliana. Resta, quindi,
ancora da sviscerare nel suo complesso substrato
etnoantropologico, l’origine e l’estensione areale del
dualismo Nannu-Nanna nel Carnevale italiano. La storia del
Carnevale termitano, con le due figure del Nannu e della
Nanna, continua a suscitare interesse da parte degli
etnologi, ma anche e soprattutto di appassionati ed
entusiasti fruitori provenienti da più parti dell’Isola. In
tempi a noi più vicini, due altri eventi importanti si sono
aggiunti alla storia del Carnevale Termitano: la nascita della
nuova “Società del Carnovale” e l’emissione di un
Francobollo appositamente dedicato alla manifestazione
carnascialesca termitana. Negli anni successivi alla mostra
celebrativa del giorno 11 febbraio 1998, il vulcanico e
poliedrico      amico      Emanuele       Caruana,       propose
entusiasticamente allo scrivente, l’idea di far risorgere
dall’oblio l’antica “Società del Carnovale” su basi più
moderne, con la convinzione che questa sarebbe potuta
divenire una sorta di cenacolo culturale per la promozione
di Termini Imerese e del suo patrimonio storico, artistico ed
etno-antropologico. E fu così che la risorta “Società del
Carnovale” venne a costituirsi, per volontà del suo ideatore,
il giorno 11 febbraio 2011. La scelta di tale data non è stata
casuale, infatti, si è voluto così ricordare la precitata mostra
che ha raccolto ed esposto per la prima volta tutto il
materiale iconografico allora disponibile relativamente al
Carnevale Termitano. L’Associazione che nel febbraio di
quest’anno compirà il suo IV anno di vita ha in serbo un
altro sogno: la realizzazione del Museo del Carnevale. La
nuova “Società del Carnovale” si avvale del prezioso e
fattivo contributo dei suoi iscritti. Questi ultimi, sottraendo
il loro tempo alle rispettive famiglie, con grande spirito di
abnegazione e impegno, contribuiscono notevolmente alla
buona la riuscita dell’evento carnascialesco. In merito
all’emissione postale, Il francobollo del valore di € 0,70,
edito per la prima volta dalle Poste Italiane il giorno 4
febbraio 2013, vuole ricordare l’antica manifestazione
termitana. La vignetta dell’affrancatura contiene, oltre a un
carro allegorico e al Monte San Calogero, la raffigurazione
delle due maschere simbolo “U Nannu ca Nanna”. Oggi le
due maschere di cartapesta sono custodite dai proprietari,
gli eredi della Famiglia La Rocca che puntualmente le
concedono gentilmente per la kermesse, e organizzano il
cerimoniale dei Nanni. Le due maschere sono altresì
riprodotte all’interno del nuovo logo della “Società del
Carnovale” , grazie alla squisita disponibilità degli eredi La
Rocca.
                                            Giuseppe Longo
G. Longo, 2010 - “Gli albori del Carnevale di Termini
Imerese La "Società del Carnovale”- Sicilia Tempo anno
XLVIII n.470 gennaio-febbraio, pp. 22-23.
Giuseppe Longo - “La rinascita della Società del
Carnovale”. In: AA. VV., Carnevale Termitano 2011. Il
Carnevale più agrodolce di Sicilia, Unione Europea
Fondo Europeo di Sviluppo Sociale POFERSR SICILIA
2007-2013, Regione Siciliana, Provincia Regionale di
Palermo, Comune di Termini Imerese Assessorato al
Turismo, Associazione Turistica Pro Termini Imerese,
FEEDBACK Strategie per Comunicare, 2011, p.20
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