Il Canto Narrativo - AESS - Archivio di Etnografia e Storia Sociale
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AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale [http://www.aess.regione.lombardia.it] Il Canto Narrativo A cura di Elena Bergomi Maggio 2005
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Capitolo 1: Introduzione________________________________________________________ 3 Cosa ______________________________________________________________________ 3 Chi canta __________________________________________________________________ 4 Come _____________________________________________________________________ 4 La forma _________________________________________________________________________ 4 La lingua _________________________________________________________________________ 4 Il modo di raccontare________________________________________________________________ 5 Dove si canta _______________________________________________________________ 5 Capitolo 2: Analisi_____________________________________________________________ 6 Temi ______________________________________________________________________ 6 Indice dei temi _____________________________________________________________________ 7 Storie ____________________________________________________________________ 10 Primo tipo [esordio positivo, conclusione negativa]________________________________________ 10 Secondo tipo [esordio negativo, conclusione negativa]_____________________________________ 11 Terzo tipo [esordio positivo, conclusione positiva] ________________________________________ 11 Quarto tipo [esordio negativo, conclusione positiva] _______________________________________ 12 Quinto tipo [contrasto] ______________________________________________________________ 12 Personaggi________________________________________________________________ 13 Indice dei personaggi ______________________________________________________________ 15 Luoghi ___________________________________________________________________ 16 Indice dei luoghi __________________________________________________________________ 16 Capitolo 3: Canti _____________________________________________________________ 18 Appendice A: La ballata e il canto narrativo in Italia ________________________________ 19 Appendice B: Questioni di lingua nel canto narrativo ______________________________ 21 Appendice C: GLOSSARIO ____________________________________________________ 22 Appendice D: BIBLIOGRAFIA __________________________________________________ 24 Raccolte __________________________________________________________________ 24 Studi _____________________________________________________________________ 27 Discografia – LP ___________________________________________________________ 29 Discografia – CD ___________________________________________________________ 30 Navigare nel web ___________________________________________________________ 31 Crediti______________________________________________________________________ 32 2
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Il canto narrativo Questo percorso vi accompagnerà alla scoperta del canto narrativo: uno dei generi più diffusi della tradizione etnomusicale europea. Viene qui proposta una selezione di dieci canti, registrati o raccolti in Italia settentrionale. I canti sono offerti all’ascolto e alla lettura, accompagnati da trascrizione del testo e da traduzione in italiano, analizzati nella forma e nei contenuti. Un aiuto alla lettura per ogni singolo testo è fornito da una mappa che individua temi, personaggi, luoghi, intrecci e sviluppo narrativo. Il percorso è corredato da alcuni approfondimenti, che suggeriscono spunti per nuove ricerche, e da alcune proposte didattiche, esplicitamente rivolte alla scuola. Capitolo 1: Introduzione Cosa Il canto narrativo, detto anche ballata, è un genere formalizzato dell’oralità. Appartiene a una vasta tradizione europea ed è ampiamente diffuso nel nord Italia; è riconoscibile per forma e contenuto; viene eseguito in forma monodica e corale; è destinato all’intrattenimento, pubblico o familiare. E’ un canto formato da più strofe dove si racconta una storia, in genere a carattere passionale, delittuoso e spesso cruento. L’intreccio è costruito intorno a un protagonista (maschile o femminile) e a pochi personaggi di contorno; raramente si chiude con un lieto fine. L’esordio è breve e serve per introdurre i personaggi che si presentano spesso con il loro nome: Fiorenza, Lucrezia, Cecilia, Munglesa, Raimund, o corrispondono a figure ricorrenti: gentil galante, dama gentile, il figlio del conte, la bella, e così via. Il racconto procede attraverso una rapida sequenza di azioni legate generalmente a un fatto e/o a un protagonista ed è privo di pause descrittive o riflessive. Le vicende e i personaggi, pur nella ricorrenza di situazioni simili, sono propri di ogni singolo canto e lì si esauriscono, non hanno cioè carattere epico né ciclico. La narrazione tende a essere sintetica ed essenziale lasciando all’ascoltatore la possibilità di immaginare il non detto: i cambi di scena, il passare del tempo, l’ingresso di nuovi personaggi sono privi di segnalazioni o commenti. Chi ascolta si trova al centro di una sequenza di azioni. Amore, tradimento, morte, intrigo e delitto sono i temi portanti delle storie, ma si trovano anche esempi di testi a carattere satirico, come la beffa ai danni di un galantuomo, o sentimentale, come la seduzione della bella alla fontana. 3
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Chi canta Teresa Viarengo, Asti Eva Tagliani, Colleri (PV) Fratelli Bregoli, Pezzaze (BS) foto: Giuliano Grasso foto: Ferdinando Scianna Il canto narrativo è prevalentemente monodico, cioè eseguito da un’unica voce (maschile o femminile) e privo di accompagnamento strumentale. Dalle ricerche sul campo effettuate in area lombarda e piemontese sono emersi due significativi repertori di canto narrativo femminile: il repertorio di Eva Tagliani, di Colleri in provincia di Pavia, e di Teresa Viarengo, di Asti. Di entrambe sono state curate le edizioni di parte del loro vastissimo repertorio in volume o disco. Esiste tuttavia una diffusa tradizione di esecuzione corale, a volte accompagnata dalla fisarmonica. Come La forma Il canto narrativo è formato da strofe, cioè serie di versi (due o quattro, e talvolta uno solo) che possono essere ripetuti o intervallati da ritornelli, in ragione della struttura melodica o di particolari esigenze esecutive. La misura dei versi è variabile. Nella maggior parte dei testi si può riconoscere il metro epico-lirico, un verso lungo diviso in due parti, in cui la parola finale di ogni metà verso ha l’accento sulla penultima sillaba (dàme) oppure sull’ultima (Liùn), in modo da creare alternanza ritmica all’interno del verso. I due principali modelli accentuativi sono quindi rappresentati da questi due esempi: a) s’a na sun tre gentil dàme / ca na venu da Liùn b) e l’ui bela l’è là sul màr / che la canta tanto béne. Per quanto riguarda l’esecuzione musicale, è fondamentale il rapporto uno a uno nota-sillaba, per rendere immediatamente riconoscibili le parole. La struttura strofica prevede musica uguale per tutte le strofe e l’andamento melodico può variare in base al tipo di esecuzione [vedi appendice A: La ballata e il canto narrativo in Italia]. La lingua La lingua deI canto narrativo è multiforme: italiano, dialetto, mescolanze di italiano e dialetto. Molto dipende dallo stile degli esecutori: le voci singole tendono più spesso al dialetto mentre i cori all’italiano. Nei testi in italiano, diffusi in tutte le regioni dove si cantano ballate, si trova spesso qualche inserzione di termini dialettali o semplicemente qualche travestimento fonetico di parole italiane, come marì (marito), pesie (pesce), amasàr (ammazzare), amùr (amore), stagiùn (stagione), fiùr 4
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi (fiore). Questi termini spesso sono inseriti solo per ragioni metriche, poiché la maggior parte dei dialetti settentrionali utilizza parole tronche, mentre quelle italiane sono prevalentemente piane. In particolare è nell’area piemontese che si può effettivamente parlare di un linguaggio proprio del canto narrativo, formato da elementi linguistici diversi: c’è l’italiano, il dialetto e la presenza di termini francesi o di provenienza francese. Ne troviamo un esempio nella versione della Sposa morta di Teresa Viarengo, di Asti. Inoltre si trovano elementi che non sono spiegabili in termini esclusivamente linguistici e contribuiscono a individuare uno “stile”, proprio dei canti diffusi in questa regione. Per esempio l’introduzione della particella s/s’a, spesso collocata all’inizio di una nuova scena [vedi appendice B: Questioni di lingua nel canto narrativo]. Il modo di raccontare La modalità narrativa di questi canti si avvicina alla gestualità scenica e il modo di raccontare si presta facilmente alla drammatizzazione, per l’incalzante incisività del dialogo, l’assenza di pause descrittive e riflessive e la scarsa caratterizzazione dei personaggi. Solo raramente interviene un narratore esterno, cioè una voce che non appartiene a un personaggio coinvolto nell’azione, a dare un giudizio o a proporre una “morale”. Questo accade per esempio quando una donna tradisce il proprio marito, situazione inaccettabile che di solito viene punita con la morte. Alcuni testimoni raccontano che i canti narrativi venivano “messi in scena”, con il nome di mascherate, in occasione del carnevale. In mancanza di documentazione visiva sulle mascherate, possiamo immaginarle prendendo spunto da un particolare tipo di ballo carnevalesco, per così dire “narrativo”, che si svolge a Cegni, sulla montagna appenninica in provincia di Pavia. E’ il ballo della Povera donna, un rituale complesso fatto di musica, gestualità e danza il cui nucleo coreutico e simbolico consiste in una danza di corteggiamento, seguita dalla morte apparente della maschera (maschile o femminile) e il repentino ritorno in vita del finto morto, per concludere la danza interrotta. In altri casi la storia, in cui il dialogo tra i personaggi è un elemento preponderante, prende la forma del contrasto. Spesso sono canti di argomento amoroso, come il “faticoso” corteggiamento di Amore inevitabile, ma anche beffardo e satirico, come la lite coniugale delle Repliche di Marion. Dove si canta Il canto narrativo è diffuso in tutte le regioni italiane settentrionali, con una netta prevalenza in Piemonte, in cui troviamo i repertori più completi e le raccolte storiche più importanti. Per questo motivo alcuni studiosi hanno supposto un’origine propria della regione, che a sua volta sembra essere importatrice di molti testi dalla Francia. Ci sono comunque numerose attestazioni degli stessi titoli anche nelle regioni del centro e del sud Italia, e in molti Paesi europei. In Lombardia si trovano canti narrativi nelle edizioni “storiche” del Bolza, Canzoni popolari comasche, 1867; di Frescura e Re, Canzoni popolari milanesi, 1939; di Bollini e Frescura, I canti della filanda. Vecchie canzoni delle filandiere brianzole, 1940. Le raccolte lombarde più recenti sono pubblicate nei quindici volumi della collana Mondo popolare in Lombardia, curati dalla Regione Lombardia tra il 1977 e il 1995. Tra queste si trovano i repertori delle sorelle Tagliani, in provincia di Pavia; della famiglia Bregoli, in provincia di Brescia; delle sorelle Bettinelli, in provincia di Cremona. Per riferimenti completi alle edizioni di raccolte storiche e recenti si rimanda alla bibliografia. 5
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Capitolo 2: Analisi Temi Il canto narrativo parla di amore e passioni, di fughe e tradimenti, di morte e sventure. Non mancano temi satirici o burleschi, ma si trovano in misura minore e in canti meno diffusi. Amore e morte sono temi che presentano le più varie sfumature e coprono una vasta gamma di toni: cruenti, appassionati e sensuali, ma anche intimi e familiari. La bella di Ratto al ballo è una donna sposata che seduce con il suo canto il figlio del re, il quale la attira a corte e la induce ad abbandonare marito e figli; la protagonista di Donna lombarda trama, travolta dalla passione per il re di Francia, di avvelenare il marito con la complicità del pretendente. In entrambi i casi è la donna, colpevole di tradimento, che incontra la morte. La protagonista dell’Eroina, la Munglesa, prevale invece sul suo rapitore e con coraggio e astuzia lo uccide. A volte l’amore passionale porta alla morte per sacrificio o vendetta, come in Fior di tomba, dove una ragazza ama, fino a morirne, un giovane condannato. Negli Anelli invece, un marito accecato dalla gelosia compie una vera e propria strage familiare per aver dato ascolto alla malvagità di un delatore. Ci sono poi storie in cui si parla dell’amore sensuale, che si concretizza nell’avventura erotica, vissuta o vagheggiata. La seduzione è un altro tema fortemente sentito. Non si esaurisce però nell’arte di giocare con “la bellezza”, causa e motore di molte vicende, ma è frequentemente associato al potere eccezionale della musica, che può produrre effetti straordinari, alienanti, quasi sovrannaturali. Poter del canto è 6
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi un testo esemplare: qui le virtù dell’arte del cantare producono effetti meravigliosi per mare e per terra. Altrove la seduzione e il corteggiamento non sono temi intorno ai quali si costruisce la vicenda, ma prendono forma attraverso il rituale del corteggiamento, messo in atto, in questi casi, con l’arte della parola. In Amore inevitabile il pretendente cerca di vincere la ritrosia dell’amata che, infine, cede e accetta di sposarlo. Il corteggiamento si realizza in una sorta di contesa amorosa costruita su un dialogo incalzante: l’amante esprime il desiderio di essere trasformato in un essere animato, o in un oggetto, pur di avvicinarsi o servire all’amata, la quale vorrebbe trasformarsi a sua volta per sfuggirgli. Questo motivo è presente in molti canti di genere lirico e amoroso diffusi in tutta Italia; nella raccolta di Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte ve n’è un esempio toscano molto interessante. Anche il tema del viaggio è presente nella forma della separazione dagli affetti familiari, come può esserlo la partenza per la guerra, l’allontanamento forzato per rapimento. Dai dieci canti del percorso abbiamo ricavato una rappresentazione che illustra i temi sui quali si basano gli intrecci. Sono cinque categorie generali che si irradiano nei testi attraverso alcuni sottotemi, che chiamiamo aspetti. Rappresentano, in generale, le diverse sfumature che i temi (amore, morte, inganno e così via) assumono nelle storie cantate. Indice dei temi Temi - Aspetti – Canti Canti - Aspetti – Temi Questa struttura dettaglia per ogni tema quali Questa struttura dettaglia per ogni canto quali sono i canti in cui esso è rappresentato: sono gli aspetti ed i temi in esso contenti: Sui nodi principali troviamo i temi, sui nodi principali troviamo i canti del sui nodi secondari si trovano gli aspetti in cui percorso, ogni tema è suddiviso, sui nodi secondari si trovano i temi presenti le foglie corrispondono ai canti in cui tale in ogni canto, aspetto è presente. le foglie corrispondono agli aspetti attraverso cui ogni tema è rappresentato nel canto. * AMORE * AMORE INEVITABILE o Corteggiamento o Amore + Amore inevitabile + Corteggiamento + Ratto al ballo o Seduzione + Gli anelli + Bellezza + Donna lombarda o Inganno / Illusione o Famiglia + Travestimento + Ratto al ballo * RATTO AL BALLO + Cecilia o Amore + Fior di tomba + Corteggiamento + Gli anelli + Famiglia + Il moro saracino + Richieste sessuali 7
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi + La guerriera o Seduzione o Richieste Sessuali + Musica + Ratto al Ballo + Potere + Cecilia o Morte / Delitto * MORTE / DELITTO + Suicidio o Esecuzione Capitale o Inganno / Illusione + Cecilia + Tradimento + L'infanticida alla forca * CECILIA + Fior di tomba o Amore o Omicidio + Famiglia + Un'eroina + Richieste sessuali o Uxoricidio o Morte / Delitto + Gli anelli + Esecuzione capitale o Infanticidio o Seduzione + L'infanticida alla forca + Bellezza + Gli anelli o Inganno / Illusione o Suicidio + Promessa non mantenuta + Ratto al ballo * FIOR DI TOMBA + Donna lombarda o Amore + Fior di tomba + Famiglia * SEDUZIONE o Morte / Delitto o Bellezza + Suicidio + Amore inevitabile + Esecuzione capitale + Cecilia * INFANTICIDA o Musica o Morte / Delitto + Ratto al ballo + Infanticidio + La guerriera + Esecuzione capitale o Potere * UN'EROINA + Ratto al ballo o Morte / Delitto + Gli anelli + Omicidio + Donna lombarda o Allontanamento * ALLONTANAMENTO + Rapimento o Partenza per la guerra o Inganno / Illusione + Gli anelli + Menzogna + Il moro saracino * GLI ANELLI + La guerriera o Amore o Rapimento + Corteggiamento + Un'eroina + Famiglia + Il moro saracino o Morte / Delitto * INGANNO / ILLUSIONE + Uxoricidio o Tradimento + Infanticidio + Ratto al ballo o Seduzione + Donna lombarda + Potere o Promessa non mantenuta o Allontanamento + Cecilia + Partenza per la guerra o Menzogna o Inganno / Illusione + Un'eroina + Menzogna + Gli anelli * DONNA LOMBARDA o Travestimento o Amore + Amore inevitabile + Corteggiamento + Il moro saracino o Morte / Delitto + La guerriera + Suicidio o Seduzione 8
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi + Potere o Inganno / Illusione + Tradimento * IL MORO SARACINO o Amore + Famiglia o Allontanamento + Partenza per la guerra + Rapimento o Inganno / Illusione + Travestimento * LA GUERRIERA o Amore + Famiglia o Seduzione + Musica o Allontanamento + Partenza per la guerra o Inganno / Illusione + Travestimento 9
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Storie Le storie raccontate nei canti del percorso sono state raggruppate in cinque tipologie, considerando principalmente tre elementi della narrazione: esordio sviluppo dell’azione conclusione. Primo tipo [esordio positivo, conclusione negativa] L’esordio prende l’avvio da una situazione iniziale positiva di solito associata al tema dell’amore, raccontato nei diversi aspetti (innamoramento, passione, seduzione, corteggiamento, matrimonio). La vicenda si sviluppa in senso negativo fino all’epilogo drammatico quasi sempre connotato dalla presenza della morte. CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE Ratto al ballo seduzione: la bella tradimento: la bella va al suicidio: la bella che ha ammalia col canto il figlio ballo, viene sedotta dal figlio tradito la famiglia si toglie del re del re e abbandona marito e la vita figli Fior di tomba innamoramento: una amore impossibile: la morte per amore: la ragazza ama e desidera ragazza progetta di morire ragazza vuole un fiore un giovane condannato a per l’amore perduto sulla tomba che ricordi la morte sua pena Gli anelli matrimonio: principe allontanamento e inganno: gelosia e strage familiare: Raimondo sposa la dama principe di Lione cerca principe Raimondo compie gentile e dopo un anno senza successo di sedurre una strage familiare e poi parte per la guerra la moglie rimasta sola, poi si uccide inganna il principe con gli anelli falsi. Lui, alienato dalla gelosia, torna per vendicarsi 10
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Secondo tipo [esordio negativo, conclusione negativa] L’esordio si connota in senso negativo: il marito in prigione, l’infanticidio, le nozze forzate, la pianificazione di un delitto. Anche l’azione si sviluppa in senso negativo attraverso ricatti, inganni, delazioni e così via, per giungere a un epilogo drammatico dove la morte, rappresentata in forme diverse, prende il sopravvento. CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE Cecilia reclusione ingiusta: la ricatto sessuale: il capitano tradimento della parola bella Cecilia chiede al sottopone Cecilia a un data: il marito viene capitano di vedere il ricatto sessuale: se lei impiccato marito che è in prigione accetta il marito sarà libero. Cecilia accetta ma il capitano manca alla parola data L’infanticida alla infanticidio: Maiulìn uccide confessione del delitto: espiazione della colpa: forca il figlioletto neonato Maiulìn viene scoperta e Maiulìn espia la sua colpa portata via e viene condannata a morte Donna lombarda premeditazione delittuosa: complotto e delazione: il vendetta e morte: il marito il re di Francia vuole seduttore aiuta la donna a induce Donna lombarda a sedurre Donna lombarda, preparare l’omicidio del bere il veleno che è sposata marito, ma il figlioletto rivela tutto al padre Terzo tipo [esordio positivo, conclusione positiva] L’esordio scaturisce da una situazione positiva di solito connessa al tema dell’amore visto nei suoi aspetti più rasserenanti e vitali, come l’amore filiale, le nozze desiderate, il corteggiamento. Attraverso varie vicende non prive di suspense, come rapimenti, fughe o travestimenti, la storia si avvia verso un lieto fine: le nozze, l’incontro con la persona amata o la sua conquista. CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE Il moro saracino matrimonio: un soldato rapimento: dopo la partenza ritrovamento e ritorno a sposa Fiorenza, una del marito per la guerra casa: il marito riesce a ragazza molto giovane e Fiorenza viene rapita dal trovare la moglie e la bella di cui è innamorato moro saracino che se ne riporta a casa innamora. Il marito la va a cercare senza tregua in luoghi lontani 11
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Quarto tipo [esordio negativo, conclusione positiva] L’esordio prende l’avvio da una situazione iniziale negativa come il matrimonio forzato, la separazione, la guerra o il rapimento. Attraverso alterne vicende ricche di suspense e colpi di scena spesso giocati sull’astuzia, la storia si avvia verso un lieto fine: il ritorno a casa, le nozze desiderate. CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE Un’eroina matrimonio forzato e ribellione coraggiosa: il figlio riscatto e ritorno a casa: rapimento: il figlio del del conte vuole uccidere l’Inglesa uccide il marito conte sposa l’Inglesa l’Inglesa come ha fatto con crudele e torna a casa contro la sua volontà e la le precedenti mogli ma lei si rapisce ribella con un atto di coraggio La guerriera partenza per la guerra: colloquio col soldato svelamento e ritorno a una ragazza si traveste da misterioso: la ragazza canta casa: la ragazza viene soldato e parte per la con voce bellissima: i soldati riconosciuta e torna a guerra al posto del padre si insospettiscono e cercano casa per sposarsi di smascherarla Quinto tipo [contrasto] Questa tipologia sembra non rispondere ai criteri precedenti poiché in essa è difficile individuare i tre elementi che abbiamo preso in considerazione: esordio, sviluppo dell’azione, conclusione. E’ il caso del contrasto, un dialogo tra innamorato e amata o tra marito e moglie, che, partendo da una situazione critica, concreta o immaginaria, procede con battute incalzanti per sciogliersi nel lieto fine della pace tra i contendenti o le nozze. CANTO ESORDIO SVILUPPO DELL’AZIONE CONCLUSIONE Amore corteggiamento e contrasto amoroso: il matrimonio: la inevitabile seduzione: il pretendente pretendente cerca di schermaglia amorosa vuole sedurre l’amata conquistare la ragazza che finisce con le nozze si fa desiderare e finge ritrosia 12
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Personaggi I personaggi del canto narrativo non hanno le caratteristiche comunemente attribuibili al “personaggio” di una classica narrazione. Sono per lo più tipi fissi, privi di caratterizzazione fisica, psicologica o morale. Non vengono presentati, non hanno una personale biografia, ma entrano direttamente in scena per svolgere il ruolo che la storia gli assegna. Tutti rimandano ad alcuni stereotipi femminili e maschili facilmente riconoscibili dal pubblico. Eccone alcuni. la Donna lombarda moglie sedotta da un nobile potente che la induce ad avvelenare il marito il genovese, giovane innamorato che chiede al padre, ricco e potente, di dargli la bella, a tutti i costi, perché la desidera fino alla morte il moro saracino, cavaliere forestiero e misterioso che rapisce giovani donne e le porta lontano i fuorilegge, in piemontese i asasìn, che rapiscono e uccidono ragazze indifese il soldato che torna dalla guerra e ancora pastorelle, contadini, giocatori, re, regine e amanti clandestini I personaggi possono essere designati da nomi propri, come Cecilia o Fiorenza, da nomi comuni e di parentela, come capitano, soldato, pastora, mamma, papà, figlio, figlia, sorella. I protagonisti, soprattutto quelli femminili, hanno la caratteristica di essere molto belli, come Cecilia, l’eroina del canto omonimo, e molto giovani, come Fiorenza, la giovane donna rapita dal moro saracino. 13
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Bellezza e giovinezza sono tratti comuni e necessari allo sviluppo delle vicende, che in gran parte seguono lo sviluppo tematico amore-gelosia-tradimento-morte. Anche la classe sociale dei personaggi ha la sua funzione nella storia poiché rivela contrapposizioni elementari e facili da comprendere: ricchi e poveri, nobili e popolani, potenti e umili. Nell’Eroina la donna rapita è quasi sempre figlia di un cavaliere, ma molto spesso la vittima di un’ingiustizia è di condizione umile. Talora la contrapposizione sociale diventa una sorta di gioco delle parti, come in Occasione mancata, dove una ragazza che ha perduto la strada si presenta a un cavaliere di passaggio mentendo sulle proprie nobili origini, forse per mettere alla prova le intenzioni del galante, che in effetti cambiano una volta svelata l’identità della giovane. 14
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Indice dei personaggi # PERSONAGGI FEMMINILI # PERSONAGGI MASCHILI * Nome comune * Nome comune o Béla o Marì, Marito + Ratto al ballo + Cecilia o Mamma, Mama + Ratto al ballo + L'infanticida alla forca + Gli anelli + Gli anelli + Donna lombarda + Il moro saracino + Il moro saracino o Figlia, Filia, Fìa o Capitano + L'infanticida alla forca + Cecilia + Fior di tomba o Papà, padar + La guerriera + Fior di tomba o Lavandera + La guerriera + Il moro saracino o Giuvu o Regina + Fior di tomba + La guerriera o Cavaièr o Soldato + Gli anelli + La guerriera o Bambino o La Giustizia + Donna lombarda + L'infanticida alla forca o Soldati * Nome proprio + La guerriera o Sisilia o Fratelì + Cecilia + Gli anelli o Maiulìn o Servitore + L'infanticida alla forca + La guerriera o Mariunsìn * Nome proprio + Gli anelli o Raimùnd o Inglesa + Gli anelli + Un'eroina * Perifrasi o Fiurensa o Fio del re + Il moro saracino + Ratto al ballo * Perifrasi o Fiol del signor conte o Dama gentile + Un'eroina + Gli anelli o Signor conte o Donna lombarda + Un'eroina + Donna lombarda o Prinsi Liùn + Gli anelli o Re di Francia + Donna lombarda o Moru sarasì + Il moro saracino o Gentìl galànt + Il moro saracino 15
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Luoghi Le numerose citazioni di città, regioni o nazioni nel canto narrativo non hanno solitamente una relazione stretta con la storia o i personaggi. Nelle varianti di Cecilia, per esempio, la protagonista arriva da Lione, da Genova, dal Piemonte, dal mercato, senza alcuna conseguenza sullo sviluppo della vicenda, poiché la meta è sempre la stessa, ossia la prigione in cui è rinchiuso il marito. La scelta delle località può obbedire tanto a criteri geografici, secondo la provenienza dell’esecutore, quanto a necessità metriche, musicali, estetiche o semplicemente mnemoniche. Le azioni, gli amori e i delitti, si compiono tutti in spazi diversi, ma sono riconducibili ad alcune tipologie ricorrenti. Primo tipo Sono gli spazi definiti, come la casa, il castello o la prigione. Troviamo: le stanze del principe, dove egli seduce la donna sposata, dopo aver indetto in suo onore una festa da ballo; il balcone, dove si affacciano le donne di casa in attesa del ritorno dell’eroe; il castello, dove il rapitore porterà la sua vittima; la prigione. Secondo tipo Sono gli spazi indefiniti o aperti. Possono essere: boschi, montagne, strade, giardini, la riva del mare e i luoghi lontani, ignoti e difficili da raggiungere. Terzo tipo Sono i luoghi simbolici, che evocano situazioni e contesti precisi come il ballo e la guerra. Comprendono la dimensione sociale e quella temporale dello spazio. Il ballo infatti è rappresentato come luogo della danza, ma è anche l’occasione di socializzazione collettiva. La guerra non è mai rappresentata o raccontata, ma è presente nella “dimensione” spazio- temporale: è un luogo indefinito e lontano che impone la sua durata (un anno, sette anni) alle vicende dei protagonisti. Indice dei luoghi Al primo livello troviamo il tipo di spazio, seguito dalla descrizione e quindi dal canto in cui si trova * SPAZI DEFINITI o Stanze del principe + Ratto al ballo o Castello + Cecilia o Porta di casa/del palazzo + L'infanticida alla forca + Il moro saracino o Prigione + Cecilia + L'infanticida alla forca o Casa + Un'eroina + Donna lombarda + Gli anelli 16
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi + Il moro saracino + La guerriera o Balcone + Gli anelli + Cecilia o Bottega dell'orefice + Gli anelli o Palazzo + Il moro saracino + La guerriera * SPAZI INDEFINITI o Riva del mare + Ratto al ballo o Francia + Un'eroina o Bosco + Un'eroina o Orto + Donna lombarda o Strada + Il moro saracino + La guerriera o Mercato + La guerriera o Giardino + La guerriera o Lione + Gli anelli * LUOGHI SIMBOLICI o Ballo + Ratto al ballo o Guerra + Gli anelli + Il moro saracino + La guerriera 17
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Capitolo 3: Canti ESECUTORE DATI DI RILEVAZIONE TITOLO Peppino, Lino, Angelo, Pezzaze (BS), 1974 Amore inevitabile Adriano Bregoli registrazione di Bruno Pianta e Pierluigi Navoni Voci miste e fisarmonica Aie di Cosola (AL), 1980 L’infanticida alla forca registrazione di Maurizio Martinotti Gruppo di Santa Croce Santa Croce di San Pellegrino (BG), 1966 Un’eroina registrazione di Roberto Leydi e Alberto Fumagalli Maria e Mafalda Negro Aie di Cosola (AL), 1981 La guerriera registrazione di Maurizio Martinotti Eva Tagliani Colleri (PV), 1984 Ratto al ballo registrazione di Aurelio Citelli e Giuliano Grasso Andreina Fortunati Villa Garibaldi (MN), 1975 Cecilia registrazione di Bruno Pianta Teresa Viarengo Asti, 1964-65 Fior di tomba registrazione di Roberto Leydi e Franco Coggiola Teresa Viarengo Asti, 1964-65 Gli anelli registrazione di Roberto Leydi e Franco Coggiola Andreina Fortunati Villa Garibaldi (MN), 1975 Donna lombarda registrazione di Bruno Pianta Mafalda Negro Aie di Cosola (AL), 1981 Il moro saracino registrazione di Maurizio Martinotti 18
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Appendice A: La ballata e il canto narrativo in Italia Ignazio Macchiarella, La ballata e il canto narrativo in Italia. Breve introduzione, [articolo pubblicato su web www.vocideuropa.net] Canzone narrativa è una denominazione attribuita normalmente ad un vasto insieme di repertori di tradizione orale presenti praticamente in tutta Italia. Vi si ritrovano brani assai diversi fra di loro, monodici e polifonici, con o senza accompagnamento strumentale. Il testo verbale, imperniato sul racconto di una storia solamente, è di tipo strofico e la struttura metrica variabile a seconda dei casi. Fino a due-tre decenni fa la canzone narrativa veniva eseguita all’interno di differenti contesti esecutivi, destinate per lo più all’intrattenimento collettivo, pubblico o familiare. Talvolta era espressione di particolari specializzazioni oppure, come nel caso dei repertori da cantastorie, di un vero e proprio professionismo. Adesso le modalità e i contesti esecutivi ed i significati sono totalmente cambiati. Il patrimonio del canto narrativo, attestato almeno a partire dal XVI secolo e documentato su tutto il territorio italiano dalla seconda metà dell’Ottocento, sfugge ancor oggi ad una precisa definizione. La pur ricca bibliografia manca di studi complessivi, in grado di qualificarne le articolazioni o quantomeno di dar conto della documentazione disponibile e soprattutto appare troppo concentrata sulla componente verbale trascurando quando non tralasciando del tutto l’analisi della struttura musicale. Così mentre vi sono numerosi saggi che discutono i diversi aspetti dei testi verbali, dalla struttura metrico-strofica allo stile, dalle presumibili origini ai rapporti con la letteratura e le fonti scritte del passato, dalla diffusione nelle diverse regioni al riscontro di varianti su tutto il continente europeo, si ritrovano solo sparuti riferimenti, quasi en passant, all’impianto musicale e perfino poche indicazioni sulle modalità dell’esecuzione. A grandi linee si può affermare che la ballata propriamente detta, è uno fra i repertori più affascinanti della cultura musicale tradizionale del continente europeo di cui si ritrovano “tracce” già a partire dal medioevo. In Italia esso è diffuso prevalentemente nelle regioni settentrionali, con significative estensioni nell’Italia centrale, mentre raramente si ritrova nel meridione e nelle isole. Un repertorio che oggi si presenta fortemente disgregato a causa, tra l’altro, del venir meno delle occasioni di intrattenimento tradizionale che nel passato costituivano il suo contesto per eccellenza: come gli incontri serali in osteria, nei bar, nelle stalle eccetera. Numerose ballate, documentate fino ad un recente passato, sono oramai del tutto scomparse; altre continuano ad essere eseguite in maniera, potremmo dire, “cristallizzata”, senza particolare attenzione per la funzione narrativa, senza cioè quel carattere di “racconto cantato” che tradizionalmente contrassegnava il repertorio. [...] L’esecuzione musicale della ballata può essere monodica o polifonica, senza accompagnamento strumentale. La prima enfatizza la funzione comunicativa e l’abilità del cantore che ha la possibilità di istituire uno stile peculiare attraverso un sapiente uso dell’ornamentazione, dell’agogica eccetera. Nell’esecuzione polifonica, sempre con struttura a parti parallele, (Macchiarella 1996) prevale invece la ricerca del piacere del canto da parte degli esecutori e ovviamente risultano limitati gli espedienti ornamentali e meno caratterizzati quelli stilistici. Monodica o polifonica, la ballata prevede sempre l’immediata riconoscibilità delle parole: è quindi fondamentale il rapporto uno a uno nota sillaba. Altrettanto basilare è la struttura strofica: musica uguale per tutte le strofe del testo verbale. Va tuttavia notato che lo schema dell’articolazione delle strofe musicali non è sempre identico a quella del testo verbale: è sufficiente osservare, infatti, come in diversi casi alla ripetizione di un verso del testo verbale non corrisponde una analoga ripetizione musicale oppure alla reiterazione di un frammento musicale non corrisponde quella del testo verbale. All’interno della strofa le pause e le prese di fiato individuano delle unità musicali pertinenti coincidenti con i versi del testo verbale: evenienza ovvia dato lo stretto rapporto parola/musica che 19
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi caratterizza il repertorio. L’esecuzione di tali unità (e quindi del verso) non viene mai interrotta da pause: solo nel caso di unità piuttosto lunghe vi si possono ritrovare eventuali prese di fiato in coincidenza con la suddivisione interna del verso. Altra evidente constatazione alla luce del nesso inscindibile parola/musica è la sostanziale coincidenza degli accenti forti della melodia con quelli dello schema metrico del testo. Di norma uno di tali accenti risulta il più importante dell’unità musicale, e orienta, in certo modo, la gerarchia della successione dei valori musicali: in numerose ballate analizzate tale accento cade sulla seconda sillaba (primo battere della melodia) nel caso di versi ottonari, sulla penultima sillaba nel caso di settenari. Per quanto riguarda l’andamento melodico si possono indicare in linea di massima alcune generiche ricorrenze con delle diversità a seconda se si tratta di esecuzione monodica o polifonica. La ballata monodica in genere entro ambiti piuttosto estesi, spesso superiori all’ottava, può presentare ampi salti melodici in giustapposizione con passaggi per gradi congiunti. La presenza degli intervalli melodici di quarta e quinta ascendenti ha un frequente riscontro in apertura della strofa, estesi passaggi per grado, per lo più discendenti, si ritrovano invece nella cadenza finale. Nelle esecuzioni a più voci, invece, gli ambiti in cui si muovono le singole parti sono generalmente contenuti, predominano nettamente i passaggi per grado congiunto, e gli eventuali salti melodici sono ubicati per lo più in apertura. In quasi tutte le esecuzioni considerate in coincidenza con gli accenti principali delle unità musicali prima identificate — quanto meno di quelle relative al primo verso — la melodia si presenta su un grado fondamentale della scala: I, V o IV. E’ altresì da ipotizzare che anche l’attacco e la conclusione delle unità musicali coincidenti con i versi abbiano luogo su gradi importanti dello svolgimento melodico (verosimilmente I, II o IV e V) e che comunque in tali punti si possa ritrovare una chiave per la comprensione della logica inerente lo sviluppo melodico del canto. Alquanto variabili sono altresì le strutture scalari che si possono ritrovare. Accanto a scale chiaramente coincidenti con quella maggiore e minore del sistema tonale — l’ultima sebbene poco frequente — si ritrovano modelli riferibili al sistema modale oppure strutture costruite su quattro- cinque suoni non rapportabili ai sistemi prima citati. Nell’esecuzione monodica si ha una presenza significativa di espedienti ornamentali come portamenti, mordenti, appoggiature ed acciaccature, in coincidenza dei momenti di un certo rilievo della trama narrativa, nonché delle frequenti vocalizzazioni (su note di volta) che rendono più fluente la melodia. La maggiore perizia nella realizzazione di tali elementi (quasi del tutto assenti, e comunque con un rilievo del tutto relativo nelle esecuzioni polifoniche) contraddistingue il grande interprete del repertorio, abilità che nel passato era chiaramente riconosciuta da una comunità. 20
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Appendice B: Questioni di lingua nel canto narrativo Il canto popolare di tipo narrativo dell’area piemontese ha suscitato l’interesse dei linguisti fin dalla pubblicazione, nel 1888, dei Canti popolari del Piemonte di Costantino Nigra. L’opera si presenta come edizione dei canti raccolti, collazionati e commentati da Nigra nei decenni precedenti, ed è corredata da un’ampia introduzione, che fornisce una sistemazione geografica, storica, filologica e letteraria del canto popolare italiano. Nel 1902, Carlo Salvioni esamina la presenza della particella d’ nella poesia popolaresca del nord Italia, considerando largamente il canto di tipo narrativo. La particella d’ è preposta all’articolo indeterminativo un (d’un al posto di un), come nell’esempio: fiö del re l’à fai piantà d’un bal (il figlio del re ha fatto organizzare un ballo). Salvioni interpreta l’aggiunta della d’ come se si trattasse di un “ornamento” linguistico: assente nella lingua parlata risulta pure slegata da un possibile valore semantico; è quindi un elemento linguistico percepito come estraneo, un vezzo poetico esotico e peregrino. Nel 1914, Benvenuto Terracini affronta questioni di stile e di linguaggio analizzando il canto popolare piemontese nel saggio La lingua delle canzoni popolari piemontesi. I. L’elemento francese. Lo stesso Terracini, e contemporaneamente Leo Spitzer, si occupano di aspetti più specifici, come l’uso della particella s’, nel costrutto s’a (con le possibili varianti s’e, s’i), che trova ampio spazio e un frequente utilizzo in questo tipo di testi. I due autori propongono una diversa lettura genetica: ipotizza la provenienza della particella s’ dal pronome impersonale francese c’est, ce sont Terracini; propone la probabile provenienza dal sì asseverativo o consecutivo Leo Spitzer. Entrambi concordano comunque sull’importanza del valore stilistico ed espressivo della particella s’, vista non solo come elemento linguistico. Per la sua collocazione nei momenti salienti dell’azione, per dare “movimento” al suo procedere, riconoscono nella particella un elemento “presentatore”, con una funzione quasi introduttiva. Terracini addirittura la associa (insieme alla particella d’ studiata da Salvioni) alla tecnica della “messa in scena”: In ambedue i casi siamo dinanzi ad un tratto della poetica popolare che sa di tecnico ed anzi, direi, di “messa in scena”. Non per nulla ambedue si riattaccano al linguaggio dei cantastorie. Benvenuto Terracini, Pronome impersonale e stile epico nei canti popolari del Piemonte, in “Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino”, 91, 1957-58, p. 93 Bibliografia • Carlo Salvioni, Di dun per un nella poesia popolaresca alto italiana, in “Archivio Glottologico Italiano”, 16, 1902 • Leo Spitzer, La particola s’ nei canti popolari del Piemonte, in “Archivio Glottologico Italiano”, 43, 1958 • Benvenuto Terracini, La lingua delle canzoni popolari piemontesi. I. L’elemento francese, Torino, Bona, 1914 21
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Appendice C: GLOSSARIO Ballata Nella poesia medievale la ballata è un componimento poetico, di origine provenzale, che compare in Italia nella metà del Duecento. La struttura metrica originaria non è fissa (eccetto il ritornello) e l’intonazione è spesso popolare, dato che poteva essere cantata durante il ballo. Indica infatti, sin dalle origini, la canzone a ballo: una forma strofica con ritornello, eseguita con accompagnamento musicale. Nella nostra letteratura la ballata assume una forma più definitiva con gli stilnovisti, viene ripresa da Petrarca e dai poeti del Quattrocento. Viene usata da Carducci, Pascoli e D’Annunzio. Il termine si diffonde in Europa sin dalle origini e, soprattutto in Gran Bretagna, nel Rinascimento, rimane legato alla definizione iniziale e ai componimenti di tipo narrativo anziché lirico. L’inglese ballad indica un canto popolare di grande successo, una storia cantata dai cantastorie professionisti. In America assume il duplice significato di canto narrativo popolare (folk ballad) e di canzone orecchiabile e di consumo (popular ballad). In questa ultima accezione entra nella musica leggera contemporanea per indicare un canto di andamento lento e orecchiabile. In Italia si è adottato il termine per indicare il canto narrativo di tradizione orale. Conclusione Detto anche epilogo, indica in retorica la conclusione del discorso. In senso generale l’epilogo è la sequenza conclusiva di una trama: una novella, un racconto, un romanzo. Nel caso del canto narrativo l’epilogo coincide generalmente con la strofa finale ed è spesso connotato in senso negativo. Contrasto Discussione a due, tra un pretendente e una ragazza o tra marito e moglie, spesso di carattere satirico e con annotazioni realistiche. Ha una struttura ampia con dialoghi e repliche dei contendenti di strofa in strofa, sul modello battuta e risposta. Di solito si chiude con un lieto fine. Esecuzione Esecuzione di una performance a più voci. corale Esecuzione Esecuzione di una performance a voce singola. monodica Esordio Parte iniziale del discorso. In senso generale l’esordio è la sequenza iniziale di una trama, l’apertura di una novella, un racconto, un romanzo. Nel canto narrativo è il momento in cui ha inizio l’azione vera e propria. Genere Classificazione dei documenti orali per forma, contenuto e funzione, modalità stilistica (canto narrativo, filastrocca, canzone). I documenti orali appartengono a generi “formalizzati” e “non formalizzati”. I primi sono riconoscibili per forma e contenuto e vengono definiti tali dall’insieme di convenzioni e criteri che caratterizzano la letteratura orale. I generi “non formalizzati” sono segmenti di parlato (intervista, inchiesta dialettale, conversazione libera). 22
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Metro epico- Verso lungo diviso in due parti, in cui la parola finale di ogni metà verso ha lirico l’accento sulla penultima sillaba (dàme) oppure sull’ultima (Liùn), in modo da creare alternanza ritmica all’interno del verso. Ogni metà verso è detto “emistichio” e può variare in lunghezza dalle cinque alle dieci sillabe; si dice “tronco” o “piano” a seconda dell’accentazione (tronca o piana) della parola che lo chiude. Questi quindi i due principali modelli accentuativi: a) c’erano tre sorèlle / tutte e tre in amùr (modello piano-tronco) b) e la cantava sì tanto bèn / che sta in Francia i la sentìva (modello tronco- piano). Oralità Forma di comunicazione linguistica trasmessa attraverso la voce, da cui è esclusa ogni forma di codificazione scritta intenzionale. Presuppone la compresenza di due azioni: parlare (narrare, cantare) e ascoltare; di conseguenza anche la presenza di due soggetti diversi: chi parla e chi ascolta. Diventa perciò parte integrante dell’oralità l’esecuzione, la performance, come azione complessa di trasmissione e ricezione, in un momento e in una circostanza definiti. Non è quindi la fissazione del testo attraverso la scrittura che individua una variante specifica di un canto, ma il luogo, il tempo, l’esecutore e il contesto in cui avviene la performance. Stereotipo Clichè letterario, formula fatta priva di connotazione espressiva che esprime la convenzionalità linguistica e ideologica (cuore straziato, sposa esemplare, moglie abbandonata, giovane innamorato, cavaliere forestiero). Sviluppo Insieme delle vicende in base alle quali procede e si sviluppa l’azione narrativa. dell’azione E’ preceduto dall’esordio e seguito dalla conclusione o epilogo. Titolo Il titolo identifica convenzionalmente le varianti dello stesso intreccio (Donna lombarda, Ratto al ballo, Cecilia, Amore inevitabile e così via). Per il canto narrativo si utilizzano i titoli convenzionali adottati da Costantino Nigra nella storica raccolta Canti popolari del Piemonte, pubblicata nel 1888. 23
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Appendice D: BIBLIOGRAFIA Raccolte Marino Anesa, Mario Rondi, Cultura di un paese. Ricerca a Parre, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 6, Milano, Silvana, 1978 Marino Anesa, Mario Rondi, «Sotto il ponte passa l’acqua». Canzoni popolari raccolte nel bergamasco, Bergamo, Lito Clap, 1989 Damase Arbaud, Chants populaires de la Provence recueillis et annotés par Damase Arbaud, Aix, Makaire, 1864 Maria Antonietta Arrigoni, Marco Savini, Nel paese di Ogh e Magogh. Storia, folklore, dialetto a Cozzo Lomellina, Pavia-Varzi, Guardamagna, 1991 Arrigo Balladoro, Folk-lore Veronese. Canti, Torino, Clausen, 1898 Domenico Giuseppe Bernoni, Canti popolari veneziani, Venezia, Filippi Editore, s.d. Giuseppe Bertagnolli, Per la raccolta dei nostri canti popolari, in “La Paganella”, Bollettino bimestrale della Società Paganella, I, 1-6, 1910 Giovanni Bignami, La collezione inedita di musiche popolari bresciane, in Brescia e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 2, Milano, Silvana, 1976 Mario Borgatti, Canti popolari emiliani raccolti a Cento, Firenze, Olschki, 1962 Giovanni Bollini, Attilio Frescura, I canti della filanda. Vecchie canzoni delle filandiere brianzole, Milano, Carish, 1940 Gianbattista Bolza, Canzoni popolari comasche, in “Stitzungberichte der Philosophisch- Historischen Classe der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften”, LIII, Vienna, 1867 Gian Battista Bronzini, La canzone epico-lirica nell’Italia centro-meridionale, Roma, Signorelli, 1956 Vittorio Brunelli, Canti popolari bresciani raccolti e trascritti da Vittorio Brunelli, in Brescia e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 2, Milano, Silvana, 1976 Antonio Casetti, Vittorio Imbriani, Canti popolari delle province meridionali, Torino, Loescher, 1871- 72 Francis James Child, The English and Scottish Popular Ballads, Boston, Houghton Mifflin, 1882-98 Dino Coltro, Cante e cantari. La vita, il lavoro, le feste nel canto veneto di tradizione orale, Venezia, Marsilio, 1988 Marcello Conati, Canti popolari della val d’Enza e della val Cedra, Parma, Palatina, 1976 24
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Henri Davenson, Le livre des chansons. S’ensuivent cent trente-neuf belles chansons anciennes choisies et commentées par Henri Davenson, Boudry, Editions de la Baconnière, 1946 Luisa Del Giudice, Il canto narrativo al Brallo, in Pavia e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 14, Milano, Silvana, 1990 Giuseppe Ferraro, Canti Popolari della provincia di Reggio Emilia. Raccolti per cura di G. Ferraro, Modena, G.T. Vincenzi, 1901 Giuseppe Ferraro, Canti popolari del Basso Monferrato. Raccolti ed annotati da Giuseppe Ferraro, Palermo, Lauriel, 1888 Giuseppe Ferraro, Canti popolari di Ferrara, Cento e Pontelagoscuro. Raccolti per cura del Prof. Giuseppe Ferraro, Ferrara, Domenico Taddei e Figli, 1877 Giuseppe Ferraro, Canti popolari monferrini. Raccolti ed annotati dal Dr. Giuseppe Ferraro, Torino- Firenze, Loescher, 1870 Bonaventura Foppolo, Canti popolari bergamaschi. La raccolta inedita di Antonio Tiraboschi, in Bergamo e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 1, Milano, Silvana, 1977 Attilio Frescura, Giovanni Re, Canzoni popolari milanesi, Milano, Ceschina, 1939 Pietro Fugazza, Di qua e di là dal Serio. Canti tradizionali lombardi raccolti dalla viva voce del popolo da Pietro Fugazza, Bergamo, Carrara, 1976 Guglielmo Gaviani, Sa póo? – Avònti l'é vartu! Trentacinque canzoni popolari raccolte a Buscate, Turbigo, Editrice Leoni, s.d. Giovanni Giannini, Canti popolari della montagna lucchese raccolti e annotati da Giovanni Giannini, Torino, Loescher, 1889 Piero Hertel, Canti popolari raccolti a Cisliano, Corbetta, Vittuone, in Milano e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 13, Milano, Silvana, 1985 Nicola Iannone, Ballate della raccolta Nigra note nella provincia di Piacenza, Bologna, Forni, 1989 Roberto Leydi, I canti popolari italiani, Milano, Mondadori, 1973 Roberto Leydi, Per la conoscenza della musica popolare bergamasca, in Bergamo e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 1, Milano, Silvana, 1977 Roberto Leydi, Per la conoscenza della musica popolare comasca, in Como e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 4, Milano, Silvana, 1978 Roberto Leydi, Ignazio Macchiarella, Dal fatto alla canzonetta. I cantastorie pavesi, in “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 14, Milano, Silvana, 1990 Roberto Leydi, (a cura di), Canté bergera. La ballata piemontese dal repertorio di Teresa Viarengo, Vigevano, Diakronia, 1995 Roberto Leydi, (a cura di), Canzoni Popolari del Piemonte. La raccolta inedita di Leone Sinigaglia, Vigevano, Diakronia, 1998 25
AESS – Archivio di Etnografia e Storia Sociale Percorsi Guidati - Canto Narrativo [http://www.aess.regione.lombardia.it] A cura di Elena Bergomi Sandra Mantovani, La cultura della cascina cremasca. Le sorelle Bettinelli, in Cremona e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 7, Milano, Silvana, 1979 Oreste Marcoaldi, Canti popolari inediti umbri liguri piceni piemontesi latini raccolti e illustrati da Oreste Marcoaldi, Genova, Tip. de’ Sordo-muti, 1855 Renato Morelli, Identità musicale della Val dei Mòcheni. Cultura e canti tradizionali di una comunità alpina plurilingue, Trento, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina – Istituto Culturale Mòcheno Cimbro, 1996 Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte, Torino, Einaudi, 1974 (I ed. Torino, Roux Frassati, 1888) Vere Paiola, Canti popolari vicentini. Raccolti con le musiche da Vere Paiola ordinati e annotati da Roberto Leydi, Vicenza, Neri Pozza Editore, 1975 Anna Pasetti, Canzoni narrative raccolte a Chizzola nel Trentino, in “Studi Romanzi”, XVIII, 1923 Silvio Pedrotti, Canti popolari trentini raccolti da Silvio Pedrotti, Trento, Saturnia, 1976 Lorenzo Pelizzari, Anderém di là del mare. Il canto tradizionale di Ponte Caffaro, Brescia, Tip. M. Squassina, 2000 Bruno Pianta, La lingera di galleria, in Brescia e il suo territorio, “Mondo Popolare in Lombardia”, MPL 2, Milano, Silvana, 1976 J.Poueigh, Chansons populaires des Pyrenees Francaises, Paris-Auch, H. Champion editeur/F. Cocharaux imprimeur, 1926 (Comte de) Puymaigre, Chants populaires recueillis dans le Pays Messin mis en ordre et annotes par le Comte de Puymaigre, Paris, H. Champion libraire, 1881 (2 voll.) Francesco Balilla Pratella, Primo documentario per la storia dell'etnofonia in Italia. A cura di F. Balilla Pratella, Udine, Idea, 1941 Giuseppe Radole, Canti popolari istriani, Firenze, Olschki Editore, 1965 Paola Raicich Tabet, Canzoni narrative raccolte in dieci località dell’Italia Centrale da Paola Raicich Tabet (1956-1964). Con note sui luoghi, gli informatori e i testi. Prefazione di Vittorio Santoli, Milano, Edizioni del Gallo, 1967 Pietro Sassu, I canti del Tesino: un repertorio delle regioni settentrionali, “Canti e cultura tradizionale nel Tesino”, Milano, Franco Angeli, 1983 Leone Sinigaglia, 24 vecchie canzoni popolari del Piemonte. Raccolte e trascritte per canto e pianoforte da Leone Sinigaglia, Milano, Ricordi, 1956 Leone Sinigaglia, 36 vecchie canzoni popolari del Piemonte. Raccolte e trascritte per canto e pianoforte da Leone Sinigaglia, op. 40, Milano, Ricordi, 1957 Maria Adelaide Spreafico, Canti popolari della Brianza, Milano, Edizioni IPL, 1971 26
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