Il benessere scolastico nella provincia di Livorno - Rapporto 2007
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PROVINCIA DI LIVORNO UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI Il benessere scolastico nella provincia di Livorno Rapporto 2007 UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE SOCIALI
Il presente lavoro di ricerca è stato realizzato dal Laboratorio di Ricerca sullo Sviluppo Sociale del Dipartimento di Scienze Sociali di Pisa nell’ambito delle attività finanziate dall’Amministrazione provinciale di Livorno (Osservatorio per le Politiche Sociali). La presente ricerca è stata realizzata in collaborazione con: Provincia di Livorno Osservatorio per le Politiche Sociali - Qualità Sociale Via Marradi 116 Tel. 0586/264628 Fax 0586/264626 e-mail: osservatoriosociale@prvincia.livorno.it Staff del progetto: Supervisione scientifica: Gabriele Tomei Coordinamento generale: Andrea Salvini Analisi e redazione del rapporto di ricerca: Dania Cordaz Si ringraziano tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della presente indagine ed in particolare il Dott. Terrasini, i dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Livorno, le/gli insegnanti e gli studenti per il loro contributo all’impresa comune. 2
Indice Introduzione ....................................................................... 4 1. Definire il disagio scolastico ............................................... 6 2. Gli obiettivi dell’indagine ed il quadro teorico di riferimento.... 8 3. Metodologia d'indagine e strumenti di rilevazione ............... 13 4. Analisi dei risultati.......................................................... 16 Appendice: Protocollo di rilevazione...................................... 43 Bibliografia ....................................................................... 49 3
Introduzione Questo rapporto costituisce una prima riflessione sul tema del benessere/disagio scolastico avviata sulle informazioni raccolte mediante l’attivazione di un percorso di indagine che ha coinvolto più direttamente gli studenti degli istituti delle scuole superiori della provincia di Livorno nel corso dell’anno scolastico 2006-2007. La proposta di un percorso di indagine sul tema del benessere e del disagio scolastico nasce dall’esigenza di fronteggiare e contrastare i fenomeni di disagio emergenti nella scuola (irregolarità del percorso scolastico, abbandoni, interruzioni, bocciature, ritardi, scarsa qualità degli esiti), fenomeni generalmente racchiusi sotto l’espressione di dispersione scolastica o disagio scolastico, indicando, con questo termine, tutte le molteplici e diverse dimensioni del “malessere” che si manifestano all’interno del sistema scolastico. In questa prospettiva il contrasto al disagio scolastico diviene soprattutto “prevenzione del disagio” e “promozione del benessere”. Essendo qui il disagio inteso come un fenomeno di natura interna all’istituzione scolastica, si ritiene sia possibile attivare efficaci strategie di prevenzione proprio a partire da un’esplorazione e da un’attenta analisi degli elementi costitutivi che formano il vissuto e l’esperienza scolastica. Di fatto una scuola che si pone nella prospettiva della promozione del benessere è una scuola che assume come principio-guida quello di comprendere le istanze interne degli allievi e cerca di intercettarne i bisogni e le potenzialità, avendo la consapevolezza, il più possibile diffusa tra tutti i suoi attori, del ruolo determinante che essa ha sul piano individuale e sociale. Lo scopo dell’indagine è quello di riuscire ad offrire uno strumento su cui riflettere in direzione della comprensione di un fenomeno complesso come quello del disagio scolastico. I risultati che qui si presentano costituiscono una parte sintetica rispetto alla massa di informazioni accumulate e sistematizzate nel corso della ricerca. Ciò che viene pubblicato è costituito, dunque, in coerenza con le modalità di restituzione più consolidata nell’area delle statistiche sociali prodotte a livello istituzionale, da una serie 4
di dati di tipo descrittivo, accompagnati da brevi riflessioni che possano orientare il lettore ad ulteriori possibili approfondimenti. Alla realizzazione dell’indagine hanno collaborato più persone, all’interno di un progetto comune tra funzionari ed i responsabili dell’Amministrazione Provinciale, nel cui ambito è stato curato lo sviluppo dell’Osservatorio per le Politiche Sociali, docenti del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Pisa, dirigenti scolastici, insegnanti, alunni. Per il Dipartimento di Scienze Sociali, il Dott. Tomei ha assicurato la supervisione delle attività, co-progettata con il Prof. Andrea Salvini. Il Dott. Simone Gabbriellini ha seguito gli aspetti tecnici di messa in rete del protocollo di rilevazione. 5
1. Definire il disagio scolastico Per affrontare la questione del benessere/disagio scolastico è necessario preliminarmente fare una distinzione fra questo concetto ed altri ad esso connessi, come il concetto di disagio sociale, disagio adolescenziale, disagio psicologico. Pur riconoscendo le profonde interconnessioni tra le diverse forme di disagio che si manifestano nell’età scolastica, è necessario tuttavia ricondurre il disagio scolastico ad un fenomeno specifico che nasce dall’incontro tra il ragazzo e la scuola, intendendo con questo termine- disagio scolastico - una delle molteplici condizioni di disagio che si manifesta nello specifico all’interno della vita e dell’esperienza scolastica. Il disagio scolastico è dunque un aspetto del disagio giovanile, legato alla scuola come luogo di insorgenza, determinato dall'interazione di più fattori sia individuali (ad es. l’autostima, l’autoefficacia, componenti cognitive) che contestuali e relazionali (ad es. l’ambiente di vita, l’ambiente scolastico, il rapporto tra l’alunno e l’insegnante, tra la famiglia e l’insegnante) e che si manifesta attraverso una varietà di situazioni problematiche che espongono lo studente al rischio di insuccesso e di disaffezione alla scuola. I problemi scolastici sono di tipo diverso e presentano diversi livelli di gravità, spesso non sono la conseguenza di una specifica causa, ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente, sia il contesto in cui egli viene a trovarsi (ambiente socioculturale, clima familiare, qualità dell’istituzione scolastica e degli insegnanti). I confini tra queste dimensioni non sono mai netti e definiti, bensì sfumati e mutevoli. Questi aspetti vanno a influenzarsi reciprocamente e si intersecano andando a determinare una situazione di circolarità in cui le complesse variabili psicologiche e socio-culturali che sono coinvolte e il loro soggettivo intrecciarsi con la storia personale del ragazzo rendono sempre più articolato il fenomeno. Proprio questo suo carattere composito e multifattoriale, la varietà interna del problema, le sfumature sociologiche e psicologiche che lo connotano, rendono difficile arrivare ad una definizione univoca del disagio in generale e del disagio scolastico in particolare. 6
L’insuccesso scolastico, il ritardo e l’abbandono, che sanciscono di fatto il fallimento del rapporto tra l’adolescente e la scuola, sono indubbiamente segnali che evidenziano uno stato di disagio. In anni più recenti il concetto di dispersione scolastica (drop-out) è stato considerato, nonostante la difficoltà a definirne e circoscriverne il fenomeno, l’indicatore più sensibile e significativo per riassumere il disagio scolastico. In effetti l’abbandono e la dispersione costituiscono l’esito e nello stesso tempo l’epifenomeno del disagio, sebbene aggiungano qualcosa di peculiare: in termini logici ed empirici l’abbandono costituisce la fase “terminale” e molto spesso traumatica di un percorso che dal “disagio scolastico” procede verso la scelta di un definitivo distacco dal sistema. Il distacco dal sistema scolastico si configura in questo senso come una tappa di un percorso articolato, che può condurre verso la marginalizzazione sociale dei soggetti coinvolti. Rispetto a questa tappa è possibile definire un percorso costituito da prima e da un dopo. Il “prima” sembra essere legato alla struttura socioculturale della famiglia di provenienza, per cui di fronte a situazioni di svantaggio la scuola non sarebbe in grado di offrire opportunità emancipative, conservando le disuguaglianze che si strutturano al di fuori della scuola; il “dopo” quindi si configura come la riproduzione di posizioni di marginalità sociale, culturale ed economica già operanti. In questo senso il disagio scolastico si pone come vincolo alle istanze di crescita individuale e di emancipazione sociale. Tuttavia non in tutti i casi l’abbandono scolastico rappresenta lo sbocco negativo di uno stato di malessere che definisce il disagio come vincolo. Non è da escludere che quelle stesse forme di disagio si costituiscano come risorsa per il soggetto, in funzione delle reali capacità di intervenire per riorientare i processi in cui egli è inserito. Anche qui è possibile individuare un prima ed un dopo, sebbene qualitativamente differenti da quelli descritti in precedenza. Qui il “prima” sarebbe costituito da particolari orientamenti culturali secondo cui la scuola, percepita strettamente in termini strumentali, sarebbe sempre meno adeguata rispetto alle aspettative dei singoli soggetti (alle aspettative lavorative, in questo senso è possibile ipotizzare che lo sbocco lavorativo non sia tanto o solo una scelta necessaria in alternativa alla scuola ma una scelta di senso per la propria autorealizzazione). Il “dopo” è dunque costituito dalla rinegoziazione delle proprie 7
modalità di autorealizzazione e di costruzione dell’identità sulla base di più immediatamente gratificanti possibilità integrative (Salvini, 1994, 2001). Risulta evidente la complessità del fenomeno, la reciproca influenza delle variabili in gioco non solo nel senso delle loro possibili interconnessioni ma anche nel loro essere determinate dalle stesse situazioni di disagio in una circolarità che rende difficile, spesso, definirne i confini causali, ricercarne spiegazioni lineari, di tipo causa-effetto, per individuare i fattori responsabili del disagio. 2. Gli obiettivi dell’indagine ed il quadro teorico di riferimento Lo studio realizzato è il risultato di un processo articolato di momenti di riflessione e di confronto compiuto tra le componenti scolastiche coinvolte nel processo di ricerca (dirigenti scolastici, insegnanti referenti, ecc.). Alla specificazione dell’attività dell’indagine è possibile individuare un duplice livello di contributi: • su un livello più propriamente teorico si è considerata la necessità di considerare i ragazzi come soggetti che partecipano alla costruzione del proprio ambiente scolastico mediante l’interazione con gli altri (compagni, insegnanti) e la verifica della propria posizione all’interno di quello stesso ambiente (sviluppo di competenze, benessere, ecc…); questa specifica considerazione – solo apparentemente scontata – richiama la necessità di inserire il processo metodologico all’interno di un quadro teorico articolato e plurale, che consideri insieme l’apporto della teoria psico-sociologica dell’interazionismo simbolico, da una parte, e dell’analisi strutturale-relazionale, dall’altra; • su un livello più propriamente metodologico, è prevalsa l’idea di realizzare un cammino di acquisizione di informazioni di tipo “quantitativo” basato sulla somministrazione di questionari strutturati, i cui protocolli di indagine verranno presentati di seguito. 8
Rispetto a questa specifica esperienza di ricerca gli obiettivi dell’indagine possono essere così enucleati: • ricostruire il benessere percepito dai ragazzi a scuola; • acquisire informazioni per creare contesti di relazione più positivi; • acquisire informazioni utili per la definizione più puntuale dei curricula; • operare una valutazione di sintesi dei servizi scolastici a partire dai diretti fruitori dell’offerta scolastica: i ragazzi che compongono la componente studentesca delle scuole coinvolte. Rispetto ai quattro obiettivi sopra enunciati, l'indagine sembrerebbe caratterizzarsi soprattutto per la propria vocazione descrittiva. In realtà essa ambisce anche a delineare, sebbene in forma di ricostruzione generale, un quadro interpretativo che consenta di elaborare ipotesi su quali possano essere i principali fattori che incidono nella determinazione del benessere scolastico dei ragazzi, facendo riferimento alle premesse teoriche poco sopra accennate, e che qui si illustreranno con maggior dettaglio. In primo luogo andrà sottolineato come il benessere scolastico costituisca un aspetto molto importante nella vita dei ragazzi (qui si stanno considerando i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori) non solo perché la scuola costituisce una presenza "quantitativamente" rilevante nella loro giornata, ma perché le dinamiche che in essa si realizzano hanno effetti significativi nei processi di crescita. La soddisfazione dello stare a scuola costituisce una condizione importante per il benessere psicologico, per la crescita dell'autostima, per un più ampio e significativo coinvolgimento nella vita scolastica ed extrascolastica. Da cosa dipende dunque, la soddisfazione scolastica? Quali sono gli aspetti che devono essere tenuti in considerazione per verificarne l'intensità? Secondo la prospettiva socio-cognitiva, la soddisfazione scolastica procede principalmente dalla soddisfazione dei bisogni psicologici di base che sono essenziali allo sviluppo dei bambini; tra soddisfazione scolastica e benessere psicologico si 9
instaura, così, un movimento di reciproco rafforzamento. In particolare secondo questa prospettiva, i fattori che devono essere considerati sono: 1. la competenza (competence) e la percezione di tale competenza: chi ha buone performance si percepisce più soddisfatto a scuola; e le buone performance dipendono dalle capacità individuali e dalla consapevolezza di tali capacità, di migliorare e di fare sempre meglio1; 2. il rapporto con i pari (relatedness, peer relation), nel senso che coloro i quali sono meno integrati all'interno del contesto di classe sono meno soddisfatti. Come si noterà, dunque, secondo questa prospettiva prevale la considerazione di fattori endogeni, sia nel senso del riferimento alle caratteristiche dell'individuo (competenza), sia del riferimento al contesto classe. D'altra parte, il ruolo del clima di classe e delle caratteristiche della scuola sono fattori imprescindibili, come risulta anche da altre elaborazioni2. Il pregio di questo riferimento teorico, oltre a quello di fornire elementi empiricamente rilevabili, è quello di enfatizzare il ruolo non passivo del soggetto rispetto al dato strutturale-scolastico, di sottolineare la dimensione individuale come momento da cui partire per la ricostruzione della soddisfazione scolastica. Tuttavia l'orizzonte delle possibili dimensioni che influenzano la soddisfazione scolastica deve essere ampliato rispetto al contributo socio-cognitivo, integrandolo con alcuni aspetti più specificamente strutturali-relazionali. In particolare pare importante applicare all'indagine alcune suggestioni che derivano dalla prospettiva della teoria delle reti sociali, che qui si ritiene di assoluta rilevanza sia nell'interpretazione delle dinamiche sociali generali che di quelle particolari - come quelle sotto osservazione nella presente indagine3. 1 Cfr. Verkuyten, M., Thus, J., School satisfaction of elementary school children: the role of performance, peer relation, ethnicity and gender, in "Social Indicators Research", n.59, 2002. 2 Cfr. K. F. Osterman, Students' need for belonging in the school community, in "Review of Educational Research", n. 70, 2000. 3 Per una presentazione di questo approccio si veda B. Wellman, Structural Analysis: from Metaphor to Theory and Substance, in B. Wellman, S.D. Berkovitz (Eds.), Social Structures: a Network Approach, Cambridge University Press, Cambridge, 1988. Tra i pochi testi in italiano deve essere considerato senz'altro A. M. Chiesi, L'analisi dei reticoli, Franco Angeli, Milano, 1999. 10
Seguendo tali suggestioni, si ritiene necessario enfatizzare l'elemento relazionale e strutturale4: la classe e la scuola costituiscono strutture interpretabili a partire dalle relazioni che i bambini instaurano tra di loro, con le diverse componenti scolastiche, in particolare, gli insegnanti - e con gli aspetti più specificatamente logistico-organizzativi. D'altra parte, si deve considerare anche il fatto che la soddisfazione dell'andare a scuola può dipendere anche da alcuni aspetti che riguardano l'esperienza extra-scolastica, in particolare, dalla struttura delle relazioni familiari ed amicali più generali5. Di conseguenza, accanto all'importanza della competenza e delle relazioni con i pari, si dovranno considerare: 1. la relazione con gli insegnanti, nel senso che un buon rapporto con gli insegnanti contribuisce ad elevare la soddisfazione scolastica; 2. la relazione con gli spazi e le strutture, nel senso che una buona fruizione degli spazi e delle strutture contribuisce ad elevare la soddisfazione scolastica; 3. la struttura delle reti interne ed esterne alla scuola, nel senso che quanto più è consistente la struttura di relazioni complessiva degli studenti, tanto più elevata sarà la loro soddisfazione scolastica - stante il fatto che tale rete di relazioni costituisce una condizione per la soddisfazione complessiva della vita degli studenti stessi. Con riferimento a queste suggestioni di carattere teorico, è possibile individuare cinque dimensioni fondamentali che contribuiscono, in ipotesi, a determinare la soddisfazione scolastica dei ragazzi più due dimensioni aggiuntive, di cui si parlerà in seguito; le cinque dimensioni prioritarie sono: 4 L’ipotesi è che sia presente una qualche associazione statistica tra la struttura delle relazioni e la percezione del benessere scolastico. Per verificare questa ipotesi sarà necessario analizzare la struttura delle relazioni amicali all’interno delle classi scolastiche e le sue determinanti tenendo presente un importante elemento teorico-metodologico: l’endogeneità delle scelte amicali, ossia più in generale la questione della non-indipendenza statistica dei dati relazionali. Come evidenziato dal dibattito teorico- metodologico presente nella più recente letteratura dell’analisi di rete i modelli statistici in grado di includere questa importante caratteristica sono i così detti modelli p*. Pertanto, oltre all’analisi descrittiva di base, le tecniche di analisi di rete offrono la possibilità di poter applicare particolari modelli statistici (ERGM -p* model) al fine di verificare in che modo il benessere scolastico percepito strutturi i processi locali di configurazione delle scelte amicali. 5 Cfr. E. J. C. G. van den Oord, J. Rispens, P. P, Goudena, M. Verande, Some Developmental Implications of Structural Aspects of Preschoolers' Relations with Classmates, in "Journal of Applied Developmental Psychology", 21(6), 2000 e, più in generale, H. Achat, I. Kawachi, S. Levine, C. Berkey, E. Coakley, G. Colditz, Socíal networks, stress and health-related qualità of lìfe, in "Qualità of life research, 7, 1998. 11
1. l'apprendimento. L'apprendimento qui è considerato come autovalutazione individuale delle performances scolastiche e della percezione di miglioramento - soddisfazione rispetto ad esse. 2. La relazione con i compagni. Questa relazione è considerata nel senso della percezione di isolamento-integrazione, e in quello della percezione del "segno" della relazione (positivo o negativo). 3. La relazione con gli insegnanti. Questa relazione è considerata soprattutto nel senso della rappresentazione dell'insegnante come un adulto significativo, che è punto di riferimento effettivo per lo studente. 4. La struttura scolastica. Questa componente ha senso nella misura in cui le strutture scolastiche (spazi, attrezzature) sono percepite come effettivamente fruibili e non vincolanti per gli studenti. 5. La struttura delle reti di relazioni extrascolastiche. Questa dimensione strutturale costituisce il quadro di sfondo per la comprensione della struttura delle relazioni scolastiche e della loro "positività": un ragazzo con ampie reti extrascolastiche avrà la tendenza a costruire altrettanto ampie e positive reti scolastiche. A queste dimensioni caratterizzanti devono essere aggiunti altri due aspetti che hanno un ruolo informativo e confermativo; si tratta del ruolo dei genitori e del senso dell'andare a scuola. Il primo elemento riguarda la rappresentazione che gli studenti si costruiscono della “vicinanza” dei propri genitori rispetto alle questioni scolastiche, del supporto che essi forniscono loro (per esempio riguardo ai compiti) e degli eventuali gradi di criticità rispetto agli insegnanti e al funzionamento scolastico. L'importanza di questo aspetto deriva dalla constatazione circa il "peso" dei genitori e dei familiari nella vita dei ragazzi; è impensabile che la posizione dei genitori rispetto alla scuola non influisca sulla rappresentazione che di essa si formano gli studenti. Sarà pure importante rilevare, anche se in modo del tutto generale, se emergono momenti di relativa discontinuità tra le regole apprese a scuola e quelle apprese in famiglia. Il secondo elemento riguarda, il senso dell'andare a scuola come percepito dagli alunni; la sua importanza risiede, intanto, nel momento informativo (sapere qual è il fattore che più di ogni altro motiva all'andare a scuola) e in quello confermativo (nel senso che da questa 12
sezione dovrebbe emergere con chiarezza un eventuale disagio complessivo nell'andare a scuola). Facendo riferimento a queste sette dimensioni tematiche - che derivano direttamente dai quadri teorici sopra rapidamente richiamati - è possibile definire la struttura degli strumenti di indagine che saranno utilizzati per l'acquisizione dei dati. 3. Metodologia d'indagine e strumenti di rilevazione Per l'effettuazione dell'indagine è stato utilizzato un questionario strutturato, auto- somministrato secondo la modalità on-line, suddiviso in due parti: nella prima parte, è sono contenute domande (o meglio, affermazioni), che costituiscono altrettante variabili attraverso cui "misurare" e acquisire informazioni su sei delle sette dimensioni sopra discusse, su ognuna delle quali ciascun ragazzo è stato chiamato ad esprimere il proprio giudizio secondo una scala composta da ordinate modalità di risposta a carattere affermativo, neutro, negativo (scala di Likert). La seconda parte è costituita da una specifica modalità di raccolta di informazioni che consentono di ricostruire la matrice delle relazioni di classe (raccolta dati sociometrici o dati relazionali). Questa seconda parte viene considerata di assoluta importanza nonostante il rischio di "appesantire" il compito dei rispondenti. Per ricostruire la struttura delle relazioni amicali nelle classi ad ogni ragazzo è stato chiesto di indicare la frequenza con cui interagisce (“parla”) con i propri compagni di classe, indicando tale frequenza con un valore numerico compreso tra 1 (mai) e 5 (sempre) all’interno di una matrice casi x casi. Ad ogni singolo alunno è stato inoltre chiesto di esprimere, secondo la propria percezione, la frequenza con cui i rispettivi compagni di classe parlano tra loro (matrici socio-cognitive). Il questionario è stato somministrato a tutte le classi prime e terze di un certo numero di scuole superiori della provincia di Livorno - per un totale di questionari raccolti pari a 649 - in relazione alla disponibilità dei dirigenti e degli insegnanti referenti, scelte secondo il criterio della rappresentanza degli indirizzi di studio (liceale, tecnico, 13
professionale) e del grado di problematicità (problematica-non problematica) presente in classe. La fascia di età di riferimento è dunque quella dei 14-16 anni, o meglio dall’ingresso nel ciclo di studi del biennio superiore al triennio. Dagli approfondimenti condotti, infatti, emerge che è proprio in questi due momenti di passaggio che il disagio scolastico si manifesta in modo particolare con comportamenti e problematiche più evidenti. 14
Schema del questionario Dimensioni Domande Analisi guidata benessere/disagio Senso 1. Vado volentieri a scuola Quali sono i motivi principali dell'andare a 2. Vado a scuola perché incontro molti amici per cui si viene a scuola scuola 3 Vado a scuola perché mi obbligano i miei genitori 4. Quando la mattina mi avvicino alla mia scuola mi sento spesso (enfasi sull'obbligo o sul preoccupato/a piacere) 5. Vado a scuola perché ci vanno tutti Genitori 6. I miei familiari si interessano a quello che faccio a scuola Presenza dei genitori nella vita 7. Quando i miei familiari vanno a parlare con le insegnanti scolastica dei figli: sono preoccupato/a Parlano spesso della scuola - 8. I miei familiari sono interessati ad avere contatti con i miei degli insegnanti - dei compagni insegnanti aiutano a fare la lezione 9. Spesso mi accade di sentire parlare i miei familiari di come Manifestano interesse funziona la scuola 10. Spesso parlo in famiglia di come vanno le cose a scuola La scuola 11. Mi trovo bene nella mia aula La scuola è un luogo che facilita come spazio 12. La mia scuola è accogliente l'apprendimento? educativo 13. Nella mia scuola ci sono molte cose utili per fare attività interessanti Luogo accogliente, dove si sta 14. Nella mia scuola i banchi e gli armadi sono in buono stato bene 15. Per fare l'intervallo abbiamo a disposizione uno spazio Posti più interessanti adeguato Attività più interessanti o 16. Oltre alla nostra classe abbiamo un giardino per giocare piacevoli (mensa, ginnastica, Relazioni con 17. A scuola posso contare su tanti amici intervallo) relazionale con i Benessere i compagni 18. A scuola mi sento solo compagni: 19. Sto bene con la classe 20. Vorrei cambiare classe Amicizia data e ricambiata 21. Mi capita di prendere in giro qualche compagno Presenza di conflitti 22. I rapporti con i miei compagni sono.. Riferimento a sé e ad altri 23. Se ho bisogno posso chiedere aiuto a qualche compagno Apprendimento 24. A scuola mi annoio Esiti scolastici 25. In classe non riesco a stare attento perché c'è molta confusione 26. Durante le lezioni imparo molte cose Soddisfazione dei risultati 27. Dall'inizio dell'anno mi pare di esser migliorato Senso di utilità (imparare, 28. Sono soddisfatto dei miei risultati scolastici migliorare) 29. Quando arriva l'intervallo sento come un senso di liberazione Clima positivo per l'apprendimento. Insegnanti e 30. I miei insegnanti mi piacciono Benessere relazionale con le personale 31. I miei insegnanti spiegano bene insegnanti scolastico 32. I miei insegnanti danno importanza a quello che dico 33. I rapporti con i miei insegnanti sono Ascolto, riconoscimento, aiuto 34. Mi capita di vedere il dirigente scolastico nell'apprendimento 35. I miei insegnanti mi trattano male Relazioni con altro personale 36. Mi capita di fare confidenze ai miei insegnanti 37. I custodi della scuola sono simpatici e disponibili 15
Dimensioni Domande Analisi guidata benessere/disagio Stili di vita 38. Talvolta le regole che apprendo a scuola non coincidono con Cosa non torna tra i valori e gli quelle di casa stili di vita appresi a scuola e 39. Mi incontro con i miei amici di classe anche fuori dalla scuola quelli familiari 4. Analisi dei risultati 4.1 Il senso dell’andare a scuola L’importanza che i percorsi formativi assumono nella costruzione della soggettività giovanile merita e giustifica la ricostruzione del quadro delle problematiche connesse al modo in cui i giovani intervistati vivono o hanno vissuto la propria esperienza scolastica. Considerando gli aspetti più propriamente soggettivi dell’esperienza scolastica riguardanti la valutazione dei giovani circa la capacità della scuola e dello studio di costituirsi come fattore significativo nella crescita e nello sviluppo individuale, i dati empirici evidenziano che la maggior parte degli studenti intervistati vive la scuola e lo studio come un’esperienza sostanzialmente positiva e costruttiva. Chiamati ad esprimere un giudizio complessivo sull’esperienza scolastica, per il 35,13% tale esperienza si designa piacevolmente (“vado volentieri a scuola”) con uno scarto di circa tre punti percentuali in più nelle classi prime rispetto alle terze. Sono da notare tuttavia anche alcuni giudizi più critici sulla scuola (no, 12%; così così, 52,3%) non trascurabili, più diffusi tra i ragazzi delle classi terze rispetto alle classi prime, che contribuiscono a far cogliere alcuni potenziali segnali di “depotenziamento” del vissuto scolastico, del tutto o almeno in parte deprivato dell’impianto motivazionale soggettivo di base. 16
Vado volentieri a scuola 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no Non c’è ormai alcun dubbio che la scuola si apprezzi soprattutto per la possibilità di stare con gli amici. Per il 44,06% la scuola è interessante soprattutto per gli amici che incontro; la tendenza a considerare la scuola come luogo significativo di relazione amicale complessivamente è più alta per i ragazzi delle classi prime rispetto a quelli delle classe terze. In una quota abbastanza consistente di ragazzi (24% dei rispondenti) l’aspetto relazionale assume una rilevanza secondaria. Ad evidenziare questa tendenza sono soprattutto gli alunni delle classi terze rispetto alle classi prime. È evidente in tale risultanza l’incidenza della naturale stabilizzazione delle relazioni amicali che avviene con il passare degli anni scolastici. 17
Vado a scuola perchè incontro molti amici 50.000 40.000 30.000 1 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no Se da un lato si registra un livello motivazionale abbastanza alto, dall’altro si evidenzia una percezione sostanzialmente negativa della scuola, sebbene quantitativamente circoscritta ma non irrilevante. Questa percezione è il risultato di uno stato di disagio dovuto ai livelli di costrittività che operano rispetto alle proprie scelte che rendono l’esperienza scolastica un vissuto deprivato di senso. Lo studio per questi adolescenti è un “obbligo” imposto dalla contingenza, non è legato ad una finalità da conseguire; il livello motivazionale è scarso e lo studio non si presenta una scelta dotata di senso. Qui la famiglia gioca un ruolo di primo piano. Il 12% degli adolescenti dichiara di andare a scuola “perché mi obbligano i genitori” il che dimostra l’esistenza di forti poteri di indirizzo della famiglia, che non si traducono in scelte di senso. Tale influenza è più forte nella fascia dei 14 anni di età. 18
Vado a scuola perchè mi obbligano i miei genitori 80.000 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no L’atteggiamento riduttivo e consolatorio (“vado a scuola perché ci vanno tutti”) in base al quale lo studio rappresenta una sorta di “rifugio” rispetto ad una condizione che non lascia margini di scelta a possibili alternative sembra caratterizzare una quota non irrilevante di intervistati (12,63%). Vado a scuola perchè ci vanno tutti 80.000 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no 19
Infine per una quota non irrilevante di adolescenti (14,79%) la scuola e lo studio si trasformano esplicitamente in luoghi di malessere (“quando la mattina mi avvicino a scuola mi sento spesso preoccupato”). Quando la mattina mi avvicino a scuola mi sento spesso preoccupato/a 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no 4.2. Il coinvolgimento dei genitori Come è stato illustrato nella parte introduttiva del rapporto, il disagio scolastico non è da considerare come un problema dell’alunno ma come una condizione di difficoltà che va a coinvolgere le molteplici componenti del sistema di cui il ragazzo è parte. Data la sua complessa natura e la sua multimensionalità è stato sottolineato come il disagio sia un fenomeno nel quale sono coinvolte variabili legate più direttamente al soggetto (ad es. l’autostima, l’autoefficacia, componenti cognitive) e variabili contestuali e relazionali (ad es. l’ambiente di vita, l’ambiente scolastico, il rapporto tra l’alunno e l’insegnante, tra la famiglia e l’insegnante) Il grado di coinvolgimento della famiglia nell’esperienza scolastica dell’adolescente è senz’altro una delle componenti che maggiormente incidono sul livello di benessere percepito. 20
L’attenzione e l’interesse dei genitori verso le attività scolastiche del figlio, i contenuti che affronta, l’attenzione quotidiana a cosa è successo a scuola può incidere in vari modi sul benessere scolastico, per es. fornire un ambiente più ricco di stimoli e sussidi e con stimolazioni dirette qualitativamente superiori, sviluppare una maggiore sensibilità rispetto al processo di apprendimento e al valore della scuola e dell’istruzione rendendo così più facile che il ragazzo sia motivato ad apprendere e al successo scolastico. Si può avere tuttavia anche un effetto negativo: la troppa e inadeguata attenzione determina un’eccessiva pressione che si accompagna talvolta all’elaborazione di ambiziosi progetti per cui l’adolescente all’inizio accoglie le sollecitazioni e poi però reagisce negativamente e nel timore di non essere all’altezza delle aspettative dei genitori può ritirarsi e rifiutare la sfida che gli viene posta dall’esperienza scolastica. Nella maggioranza degli intervistati (86%) si regista un intenso coinvolgimento dei propri familiari nelle attività scolastiche dei figli. I miei familiari si interessano a quello che faccio a scuola 100.000 80.000 1 60.000 3 40.000 Totale 20.000 0 si così, così no Per quanto riguarda invece il rapporto tra genitori ed insegnati si registra una percentuale quantitativamente circoscritta ma non irrilevante di disinteresse da parte dei genitori ad istaurare relazioni con gli insegnanti (15,5%) 21
I miei familiari sono interessati ad avere contatti con i miei insegnanti 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si, con tutti solo con si, uno con nessuno alcuni Nel contesto familiare il livello di apertura e di condivisione degli adolescenti rispetto agli aspetti connessi alla propria esperienza scolastica è abbastanza buono, tendenza più evidente negli alunni delle classi prime (+8%). Complessivamente il 64% degli studenti dichiara di parlare con i propri genitori delle questioni relative alla scuola. Sono soprattutto gli studenti delle classi prime ad evidenziare tale percezione, rispetto a quelli delle classi terze. Spesso parlo in famiglia di come vanno le cose a scuola 80.000 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no 22
È probabile che tale apertura induca a vivere con maggiore serenità il momento di confronto formale tra genitori ed insegnanti. Di fatto una quota abbastanza consistente di alunni (circa il 40%)sembra non percepire con preoccupazione e disagio i momenti formali di coinvolgimento dei genitori nell’esperienza scolastica (ricevimento degli insegnati) Quando i miei familiari vanno a parlare con gli insegnanti/e sono preoccupato/a 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no Sebbene per una percentuale abbastanza consistente di alunni rappresenti una fonte di disagio (26,5%), in special modo per gli alunni delle prime classi (29%) rispetto a quelli delle terze. Nonostante queste positive evidenze empiriche la scuola sembra tuttavia costituire una realtà ben confinata ed abbastanza estranea al contesto familiare. Di fatto al 28,5% degli studenti non accade di sentir parlare in famiglia di come funziona la scuola. Tale disinteresse sembra essere presente in misura maggiore (+4%) negli studenti delle classi terze rispetto a quelli delle classi prime. 23
Spesso mi accade di sentire parlare i miei familiari di come funziona la scuola 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no 4.3. La scuola come spazio educativo La percezione della scuola come spazio educativo riveste un’importanza non del tutto secondaria per il benessere scolastico. Essa allude alla misura in cui le strutture scolastiche (spazi, attrezzature) sono percepite come effettivamente fruibili, non vincolanti per i ragazzi, vale a dire al modo in cui lo spazio scolastico è deputato ad assicurare, alla scuola un assetto organizzativo di qualità, intessuto di contenuti relazionali e di significati, di una precisa funzione e valenza identitaria. Nel 44,68% dei ragazzi emerge una percezione dello spazio educativo positiva (“la mia scuola è accogliente”). Tale percezione è più alta tra gli alunni delle classi prime (59%) rispetto agli alunni delle classi terze (32%). Mentre il 13% dei ragazzi, soprattutto nelle classi terze, esprime un giudizio negativo. 24
La mia scuola è accogliente 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no Complessivamente circa due terzi dei rispondenti si dichiara soddisfatto degli ambienti di studio. Il 71% dei ragazzi dichiara di “trovarsi bene nella propria aula”; percezione più alta tra i ragazzi delle prime classi rispetto a quelli delle terze classi. Mi trovo bene nella mia aula 80.000 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no A modalità di risposta che indicano una maggiore soddisfazione (“nella mia scuola ci sono molte cose utili per fare attività interessanti”, 37%; “per fare l’intervallo abbiamo a disposizione di uno spazio adeguato”, 49,76%; “oltre alla nostra classe abbiamo un 25
giardino pere giocare”, 39,13%), prevalenti soprattutto tra gli studenti delle classi prime, sembrano opporsi alcune tendenze critiche, percezione diffusa soprattutto tra gli alunni delle classi terze, relative ad ostacoli o limitazioni esterne e strutturali connessa all’assenza di adeguate attrezzature scolastiche e spazi, di disponibilità di spazi esterni (“nella mia scuola i banchi e gli armadi non sono in buono stato”, 41,75%; “nella mia scuola non ci sono molte cose utili per fare attività interessanti”, 25,11%; “per fare l’intervallo non abbiamo a disposizione di uno spazio adeguato”, 26,65%; “oltre alla nostra classe non abbiamo un giardino per giocare”, 46%). (scolastici ed extrascolastici). Nella mia scuola ci sono molte cose utili per fare attività interessanti 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no 26
Nella mia scuola i banchi e gli armadi sono in buono stato 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no Per fare l'intervallo abbaimo a disposizione uno spazio adeguato 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no 27
Oltre alla nostra classe abbiamo un giardino per giocare 50.000 40.000 30.000 1 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no 4.4. Le relazioni con i compagni Se consideriamo le variabili che indicano la soddisfazione relativa alla dimensione relazionale amicale, l’ambiente scolastico conferma il suo importante ruolo di “ambito di socializzazione” favorendo la nascita di compagnie di amici. Il 67% dei ragazzi dichiara di “poter contare a scuola su molti amici”; altrettanto significativa è la percentuale di studenti che dichiara di sentirsi bene con la propria classe (75%). 28
A scuola posso contare su tanti amici 80.000 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no L’ambiente scolastico è un importante luogo di incontro, gli incontri amicali all’interno della scuola forniscono una sorta di legame che si consolida attraverso forme di aiuto reciproco nei momenti di difficoltà (il 82% dichiara “se ho bisogno posso chiedere aiuto ai miei compagni”). Se ho bisogno posso chiedere aiuto a qualche compagno 90.000 80.000 70.000 60.000 1 50.000 3 40.000 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no Tendenzialmente i rapporti con i compagni sono definiti da dinamiche relazionali positive e soddisfacenti. Il 49% dei ragazzi dichiara di avere ottimi rapporti con i propri 29
compagni ed il 44% soddisfacenti, del tutto esigua (circa il 4%) invece la percentuale di coloro che risultano insoddisfatti delle relazioni amicali di classe. I rapporti con i miei compagni sono 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 Totale 20.000 10.000 0 non ho rapporti insoddisfacenti soddisfacenti ottimi Le dinamiche relazionali amicali presentano tuttavia alcune dimensioni che, sebbene siano meno visibili, permettono di cogliere aspetti di insoddisfazione e malessere. L’appartenenza alla classe diventa pertanto per alcuni motivo di disagio (“vorrei cambiare classe”, 10%; “a scuola mi sento solo”, 10% così così). 30
Vorrei cambiare classe 90.000 80.000 70.000 60.000 1 50.000 3 40.000 Totale 30.000 20.000 10.000 0 si così, così no A scuola mi sento solo 100.000 90.000 80.000 70.000 60.000 1 50.000 3 40.000 Totale 30.000 20.000 10.000 0 si così, così no Tali dinamiche segnano in modo differenziato un clima di difficoltà relazionale confermando la coesistenza di un’area di rapporti problematici. Sono soprattutto i “meccanismi interni” di funzionamento delle dinamiche relazionali a causare i maggiori livelli di disagio, ad esempio appare significativa la quota percentuale di ragazzi (26%) che dichiara di prendere in giro qualche compagno. 31
Si tratta in prevalenza di dinamiche attinenti gli alunni delle classi terze (38%) rispetto agli alunni delle classi prime (20%). Mi capita di prendere in giro qualche compagno 45.000 40.000 35.000 30.000 1 25.000 3 20.000 Totale 15.000 10.000 5.000 0 si così, così no 4.5. L’apprendimento Accanto alla descrizione degli aspetti più propriamente soggettivi dell’esperienza scolastica che riguardano il giudizio degli studenti circa la capacità della scuola di costituirsi come fattore significativo, è importante considerare gli aspetti più propriamente legati al modo di concepire i processi di trasmissione e acquisizione della conoscenza nel contesto scolastico. È spesso frequente che il disagio scolastico e fenomeni di abbandono si accompagnino a disturbi e difficoltà nell’apprendimento. Tali difficoltà possono infatti dar luogo ad una catena di frustrazioni che modificano complessivamente il rendimento e si generalizzano rapidamente a tutti gli ambiti di apprendimento, creando nei ragazzi profonda demotivazione e sfiducia nelle proprie capacità. La dinamica dell’autostima, determinata dal difficile equilibrio fra gratificazioni e frustrazioni, è fondamentale per 32
tutti i ragazzi. Soprattutto in soggetti motivati al successo, le ferite inferte all’autostima da richieste superiori alle capacità personali caricano di ansia tutto il vissuto scolastico e attivano un processo difensivo di disinvestimento. Il 52,69% dichiara di imparare molte cose durante le lezioni ed una buona percentuale di ragazzi (55%) mostra un elevata auto-valutazione del proprio rendimento scolastico, a fronte di una percentuale quantitativamente inferiore di ragazzi (13%) che evidenziano una scarsa percezione del proprio livello di apprendimento. Tali percezioni sono più diffuse tra gli alunni delle classi prime, rispetto a quelli delle classi terze. Durante le lezioni imparo molte cose 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così,così no Dall'inizio dell'anno mi sembra di essere migliorato 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così,così no 33
Le valutazioni più propriamente connesse ai risultati scolastici evidenziano un livello di soddisfazione medio-alto (36%), soprattutto nei ragazzi delle classi prime. Significativa è la quota percentuale di coloro che si dichiarano insoddisfatti dei propri risultati scolatici (20%). Il livello di insoddisfazione è lievemente superiore tra i ragazzi delle classi terze (21%) rispetto a quelle delle classi prime (17%). Sono soddisfatto dei miei risultati scolastici 50.000 40.000 30.000 1 3 20.000 Totale 10.000 0 si così,così no Se si considerano i dati sulla valutazione del clima dell’apprendimento, al di là dell’immagine positiva sostanzialmente correlata ad un ambiente di apprendimento disciplinato e confortevole, è possibile osservare la tendenza a percepire il clima della classe e di apprendimento come poco costruttivo, (17,41% “a scuola mi annoio”), soprattutto negli alunni delle classi prime (20%), scarsamente ricco e stimolante, oltre che disturbato (12,17% “a scuola non riesco a stare attento perché c’è molta confusione”). 34
A scuola mi annoio 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così,così no In classe non riesco a stare attento perchè c'è molta confusione 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così,così no Questi elementi rappresentano alcuni segnali di malessere e disagio. Tale percezione si rafforza attraverso la percezione del tempo scolastico. Questo risulta per una quota percentuale non irrilevante di studenti sia delle classi prime che delle classi terze, (40,21% “quando arriva l’intervallo sento come un senso di soddisfazione”), vincolante e costrittivo, incidendo negativamente sui processi concreti di apprendimento e di realizzazione. 35
Quando arriva l'intervallo sento come un senso di soddisfazione 45.000 40.000 35.000 30.000 1 25.000 3 20.000 15.000 Totale 10.000 5.000 0 si così,così no 4.6 Insegnanti e personale scolastico Per quanto riguarda la dimensione legata al benessere/disagio percepito dai ragazzi rispetto alle esperienze di relazione tra insegnanti e alunni, la percezione della qualità della relazione con gli insegnanti emerge in termini molto positivi. Come si può vedere dal grafico il 74% dei rispondenti valuta positivamente questo ambito di relazioni, percezione che trova maggiore diffusione negli studenti delle classi prime (78%), a fronte di un gruppo più ristretto (12%), sebbene non irrilevante, che esprime invece una valutazione del tutto negativa, in prevalenza nelle classi terze. I rapporti con i miei insegnanti sono 90.000 80.000 70.000 60.000 1 50.000 3 40.000 Totale 30.000 20.000 10.000 0 non ho rapporti insoddisfacenti buoni eccellenti 36
Pur essendo nettamente predominanti relazioni inerenti l’esperienza scolastica in senso stretto, tra una quota percentuale di studenti si evidenzia anche la presenza di relazioni di tipo fiduciario. Prevalentemente sono i ragazzi delle classi terze ad instaurare tale tipologia di relazione (16%). Mi capita di fare delle confidenze ai miei insegnanti 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no Chiamati ad esprimere una valutazione diretta sulle modalità delle proposte didattiche- educative degli insegnanti e sulla loro capacità di valorizzare i livelli di competenza dei singoli individui, il giudizio dei ragazzi tende ad essere decisamente più critico: complessivamente solo il 15% dei rispondenti valuta positivamente i propri insegnanti (“i miei insegnanti mi piacciono”), il 13% esprime un giudizio positivo sulle modalità didattiche (“i miei insegnanti spiegano bene”); ed il 36,36% si sente valorizzato nei processi di apprendimento e consolidamento dell’esperienza scolastica. Tali percezioni sono presenti soprattutto nei ragazzi delle classi prime, rispetto a quelli delle classi terze. In particolare si evidenzia la percezione negativa relativa ai processi e ai modi di valorizzazione soggettiva degli studenti (i miei insegnanti danno importanza a quello che dico) degli studenti delle classi terze. 37
I miei insegnanti mi piacciono 90.000 80.000 70.000 60.000 1 50.000 3 40.000 Totale 30.000 20.000 10.000 0 si così, così no I miei insegnanti spiegano bene 90.000 80.000 70.000 60.000 1 50.000 3 40.000 Totale 30.000 20.000 10.000 0 si così, così no 38
I miei insegnanti danno importanza a quello che dico 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no È chiaro come la presenza di contesti positivi di apprendimento-insegnamento all’interno dei quali gli studenti riescono a conseguire con successo gli obiettivi formativi incrementano la percezione di adeguatezza rispetto al compito promuovendo così una disposizione positiva nei confronti delle attività successive che a sua volta tenderà a tradursi in un incremento dell’impegno e della perseveranza nell’affrontare nuovi compiti. Del resto, “se esistono riconoscimento e possibilità di comunicazione- conoscenza, saranno possibili strategie di reciproco coinvolgimento e, in una parola, di cambiamento, al contrario saremo in presenza di forme di disagio che, pur ancorate ai vissuti dei singoli soggetti, potranno riprodurre più estesi orizzonti di moratoria” (Salvini, 1994, p. 52). Il processo di acquisizione delle competenze avviene in un contesto comunicativo in cui assumono sempre più peso le relazioni con gli “altri significativi” esterni al contesto familiare: non solo i compagni di scuola e gli insegnanti, ma anche con il resto del personale scolastico (dirigenti scolastici, custodi, ecc..). La qualità di queste interazioni e il riconoscimento che i ragazzi ritengono di ricevere da questi sono fondamentali per la strutturazione dei livelli di agio e disagio percepito. Per quanto riguarda le relazioni con i dirigenti scolastici, il 40% dei rispondenti afferma di aver avuto modo di vedere il dirigente scolastico. Una valutazione ancor più marcata si evidenzia a proposito del rapporto con i custodi della scuola. Sono quasi il 47,5% 39
infatti gli adolescenti del campione che affermano di trovarsi molto bene con loro (“i custodi della scuola sono simpatici e disponibili”), contro il 12 % che afferma di non trovarsi bene. Mi capita di vedere il dirigente scolastico 45.000 40.000 35.000 30.000 1 25.000 3 20.000 Totale 15.000 10.000 5.000 0 si così, così no I custodi della scuola sono simpatici e disponibili 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no 40
4. 7. Gli stili di vita Vanno infine presi in considerazione gli aspetti più direttamente connessi alla relazione tra gli stili di vita appresi a scuola e quelli appresi nel contesto familiare dei ragazzi. Talvolta le regole che apprendo a scuola non coincidono con quelle di casa 60.000 50.000 40.000 1 30.000 3 20.000 Totale 10.000 0 si così, così no I dati mostrano una sostanziale convergenza tra le due sfere relazionali. Segnali di una possibile problematicità emergono nelle rivelazione di discrasie tra vissuto scolastico e vissuto familiare, colti nel 25% dei rispondenti. Questi segnali sono maggiormente presenti nei ragazzi delle classi prime (27%) anziché delle classi terze (20%). Infine l’ambiente scolastico conferma il suo importante ruolo di “luogo di socializzazione - per così dire - indiretta”, favorendo la nascita di compagnie di amici che si trovano anche al di fuori dell’orario scolastico (62,86% dei ragazzi “incontra gli amici di classe anche fuori dalla scuola”). Se consideriamo le distribuzioni per anno di frequenza si nota che questo ruolo è più significativo per i ragazzi/e delle classi prime (68%), rispetto ai ragazzi/e delle classi terze (58%). 41
Mi incontro con i miei amici di classe anche fuori dalla scuola 80.000 70.000 60.000 50.000 1 40.000 3 30.000 Totale 20.000 10.000 0 si così, così no 42
Appendice: Protocollo di rilevazione 43
"Qualche domanda sulla tua esperienza scolastica..." Come si fa a compilare il questionario? Rispondere a queste domande è semplice! L'importante è che tu sia sincero... e, per quanto possibile, preciso. IMPORTANTE: ASSICURATI DI SPECIFICARE IL TUO NUMERO, LA TUA CLASSE, LA TUA SEZIONE E LA TUA SCUOLA!!! Dovrai prima di tutto leggere le frasi che compongono il questionario; poi, per ogni frase, dovrai scegliere se: - sei d'accordo (metterai la crocetta su 'sì') - non sei nè d'accordo nè in disaccordo (metterai la crocetta su 'così e così') - sei in disaccordo (metterai la crocetta su 'no'). 44
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