II Rapporto su "Università popolari e Circoli culturali
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II Rapporto su “Università popolari e Circoli culturali organizzati da AUSER” Studio coordinato da Patrizia Mattioli A cura di Francesco Montemurro con la collaborazione di Cristiano Buizza Dicembre 2010 L’indagine sul grado di soddisfazione dell’utenza è stata realizzata dall’Ires Lucia Morosini. 1
INDICE Capitolo 1 Le strutture educative e di animazione culturale organizzate da AUSER pag. 3 Capitolo 2 Il grado di soddisfazione degli utenti pag. 30 2
Capitolo 1 Le strutture educative e di animazione culturale organizzate da AUSER 535 Circoli culturali e Università Popolari, costituiscono il “movimento” culturale messo in campo da Auser per il 20091. I Circoli culturali, cioè le strutture di animazione locale “dal basso” organizzate da Auser, sono 427 e registrano un aumento di 16 unità (pari al 3,8%) rispetto alla precedente rilevazione effettuata nel 2007. Essi operano soprattutto al Nord e nelle regioni del Mezzogiorno. Il numero dei soci partecipanti è cresciuto del 8,5%: da 82.039 a 88.914. Le Università Popolari, che invece organizzano veri e propri interventi formativi, sono 108 come nel 2007: tuttavia, è aumentato al loro interno il numero delle strutture formali (da 69 a 74), cioè quelle dotate di uno specifico statuto, di organi direttivi e bilancio. Ripartizione geografica: strutture educative e di animazione culturale organizzate da Auser 2009 2007 Circoli Culturali 427 411 Università Popolari 108 108 di cui formalmente riconosciute 74 69 Totale 535 519 I corsi organizzati dalle Università e dai Circoli culturali AUSER promuovono percorsi di Educazione permanente, auto-formazione e conoscenza; processi che vengono trascurati dai “moderni” e poco efficaci sistemi di apprendimento. In modo particolare, le Università Popolari si sono ormai trasformate – in numerosi casi - da centri di formazione orientati agli anziani in strutture polifunzionali e integrate nel territorio, capaci di attrarre fasce d’utenza diverse. In definitiva, le strutture territoriali sono oggi orientate a organizzare interventi di promozione del benessere sociale e azioni di contrasto all’esclusione sociale; l'esclusione dai processi formativi e della conoscenza. 1 Si riportano i risultati definitivi della rilevazione effettuata presso le strutture educative e di animazione culturale gestite da Auser. Rispetto ai risultati provvisori presentati il 12 ottobre a Venezia, durante lo svolgimento della V Festa della Città che apprende, la prosecuzione delle attività di rilevazione ha consentito di acquisire informazioni per un numero più alto delle 528 strutture allora censite, pari ora a 535 unità. 3
A fronte sia della carenza di opportunità formative e di apprendimento per gli adulti, sia della superficialità/generalità dell’offerta del sistema dei mezzi di comunicazione, le nuove Università Popolari sono finalizzate ad arricchire conoscenze e capacità espressive, favorendo la socializzazione e lo scambio culturale. Le prime "Università popolari" sono nate in Italia tra la fine del 1800 ed i primi del ‘900, insieme con le "biblioteche e ai circoli culturali popolari" e le prime organizzazioni sindacali e politiche del movimento operaio. Chiuse durante il fascismo, le Università Popolari hanno ripreso le attività negli anni del dopoguerra, e da allora hanno mantenuto la caratteristica di contrastare l’esclusione sociale e il rischio di emarginazione che incombeva e incombe su molti anziani. Oggi, i principi operativi delle Università Popolari presentano caratteri innovativi rispetto al passato. Il grado di scolarizzazione delle persone, la “globalizzazione” dei processi di conoscenza, e la spinta a sapere e a socializzare, sono fattori che promuovono l’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale, organizzando, cioè, in modo privato e “collettivo” un bisogno “pubblico”. Un bisogno pubblico che è dato dal superamento delle tradizionali sequenze dei periodi di vita come fasi distinte (scolarizzazione - lavoro - pensione) e dunque dalla promozione e valorizzazione del concetto dell'apprendimento permanente degli adulti. Dall’indagine svolta emergono alcune chiavi di lettura dei processi formativi e di produzione culturale promossi da AUSER. 1) per quanto riguarda le modalità di organizzazione e di attivazione dei corsi delle Università della terza età: nel Nord: la maggior parte delle Università attiva annualmente un numero limitato di corsi, in base a una programmazione di carattere pluriennale; l’organizzazione dei corsi è “formale” e gli iscritti si attendono risultati concreti in termini di apprendimento e di miglioramento delle conoscenze; nel Sud: le Università svolgono un ruolo di “polo di servizi”, con attività finalizzate all’aggregazione e alla promozione della socialità della popolazione adulta e degli anziani. Il numero medio degli iscritti per corso è più alto in assoluto; l’organizzazione dei corsi è meno formale; 4
nel Centro: il numero delle Università è più basso rispetto alle altre aree geografiche (fatta eccezione per alcune esperienze) ma il numero degli utenti iscritti è mediamente più alto che nelle altre aree geografiche; sono maggiormente diffusi i circoli culturali e le attività di apprendimento e aggiornamento non formalizzate in Università. 2) relativamente alla programmazione delle attività formative e di apprendimento: i Corsi, in diversi casi nascono come veri e propri progetti socio-culturali. Soprattutto negli ultimi 10 anni i programmi dei corsi sono stati impostati sulla base di tre principali riflessioni: la ridefinizione del concetto di “anziani”; la raccolta delle esigenze della popolazione; l'impegno a valorizzare la persona adulta anziana; l’orientamento alla creazione di modelli di servizio culturale. Particolare importanza assume anche il dato sull’età delle persone iscritte ai corsi universitari. A conferma di quanto rilevato nella prima indagine, una quota significativa di utenti, pari a circa il 35%, ha una .età inferiore ai 60 anni; in particolare nelle Università del Centro l’età media non supera i 51 anni. Dunque, la definizione di “Università della Terza età” non trova ormai corrispondenze nelle dinamiche reali che interessano gli interventi formativi; mentre le attività formative organizzate da Auser sono caratterizzate sempre di più da contatti e scambi tra generazioni diverse. 5
L’indagine sul campo: i questionari somministrati ai responsabili delle strutture AUSER2 All’interno di questo studio indagheremo approfonditamente i fenomeni correlati alle Università della terza età presenti in Italia. Dopo una breve panoramica sulla ripartizione geografica e sulla dimensione del fenomeno (da intendersi sia nel numero di iscritti sia in quello dei corsi), passeremo ad analizzare le principali caratteristiche dei corsi erogati. Inoltre, per tutti gli aspetti osservati sarà proposta una comparazione con la distribuzione del fenomeno in termini generali all’interno delle sedi territoriali. Per quanto concerne la diffusione sul suolo Italiano, è possibile osservare una distribuzione abbastanza omogenea delle sedi Auser. La proporzione più consistente si colloca nel Nord Italia (rispettivamente il 28,9% nel Nord-Ovest e il 25,1% all’interno del Nord-Est); seguono il Sud del Paese (22,2%) e il Centro (21,8%). Tab.1 Ripartizione geografica delle sedi % Nord-Ovest 28,9 Nord-Est 25,1 Centro 21,8 Sud e Isole 22,2 Totale 100 (509) Diversa è la situazione che si presenta considerando solamente le sedi universitarie. In questo caso, si osserva una netta preponderanza nel Nord-Est (46,4%) e, a seguire, nel Nord-Ovest e nell’area Meridionale del Paese (con valori rispettivamente del 25,6% e del 21,9%). Carenze si osservano invece nelle regioni Centrali, all’interno delle quali sono presenti solo il 6,1% delle Università da noi prese in considerazione. Tab.2 Ripartizione geografica delle Università. % Nord-Ovest 25,6 Nord-Est 46,4 Centro 6,1 Sud e Isole 21,9 Totale 100 (82) Guardando a tutte le realtà territoriali dell’Auser è possibile osservare come le regioni all’interno delle quali sono maggiormente presenti sedi sono la Lombardia (che comprende il 22,2% di tutte le 2 Delle 535 strutture censite, 509 hanno risposto a un questionario semistrutturato predisposto da Auser nazionale. Nel dettaglio, 427 strutture sono costituite da Circoli culturali e 82 da Università Popolari (di cui 74 formalmente riconosciute, dotate di specifico statuto). 6
realtà), il Veneto (il 23%) e la Toscana (l’11,8%). Sorprendente il risultato nella regione Lazio; nonostante l’elevato numero di abitanti, dai risultati in nostro possesso si ricava che solo lo 0,8% delle sedi totali dell’Auser di trova all’interno di questa regione. Discorso simile vale per le principali regioni del Sud; sia la Campania sia la Sicilia presentano valori attorno al 3%. Tab.3 Distribuzione delle sedi. Regioni % Piemonte 2,6 Valle d’Aosta 0,2 Lombardia 22,2 Veneto 23,0 Friuli 2,8 Liguria 3,9 Emilia 1,4 Toscana 11,8 Umbria 3,1 Marche 6,1 Lazio 0,8 Abruzzo 2,0 Molise 1,4 Campania 3,0 Puglia 4,1 Basilicata 2,6 Calabria 3,3 Sicilia 3,1 Sardegna 2,8 Totale 100 (509) Proseguendo l’analisi a livello regionale, dalla tabella sottostante è possibile osservare come, in media, delle 467 realtà territoriali delle quali siamo in possesso di informazioni a tale proposito, il 18% circa (pari al valore di 82) svolge anche funzioni universitarie. Profonde differenze si osservano tra le regioni, con una maggiore diffusione nel Veneto (il 31,1%), Friuli (21,4%), Abruzzo (28,6%) e Campania (33,3%). Naturalmente, le percentuali non devono trarre in inganno; in termini assoluti, infatti, dopo il Veneto (con 33 università) si posiziona la Lombardia (con 15 sedi universitarie), nonostante una percentuale più bassa rispetto al totale delle attività dell’Auser presenti nel territorio (13,3%). 7
Tab.4 Presenza di sedi universitarie a livello regionale. No Sì Totale Piemonte 76,9 23,1 100 (13) Valle d’aosta 100,0 0,0 100 (1) Lombardia 86,7 13,3 100 (113) Veneto 68,9 31,1 100 (106) Friuli 78,5 21,4 100 (14) Liguria 85,0 15,0 100 (20) Emilia 71,5 28,5 100 (7) Toscana 97,7 2,3 100 (44) Umbria 93,8 6,2 100 (16) Marche 89,6 10,4 100 (29) Lazio 100,0 0,0 100 (4) Abruzzo 71,4 28,6 100 (7) Molise 100,0 0,0 100 (4) Campania 66,7 33,3 100 (15) Puglia 80,0 20,0 100 (20) Basilicata 84,6 15,4 100 (13) Calabria 93,3 6,7 100 (15) Sicilia 87,5 12,5 100 (16) Sardegna 80,0 20,0 100 (10) Totale 82,4 17,5 100 (467) Dati mancanti: 42 Prima di analizzare il fenomeno in modo approfondito, presentiamo alcuni valori significativi per avere una quadro generale delle attività dell’Auser. In primo luogo ci focalizziamo sulle attività generali. In questo caso, è possibile notare come, per quanto concerne il numero di iscritti e di insegnanti, oltre che delle sedi, nella maggior parte dei casi si situano all’interno dell’area settentrionale del Paese. Per quanto riguarda gli iscritti il dato raggiunge un valore pari al 34% nel Nord-Ovest (pari a 46.932 persone) e del 29,6% nel Nord-Est (pari a 40.820 soggetti). Il numero più limitato si registra nel Sud dove i soggetti che partecipano alle attività dell’Auser risulta essere pari a 23.529 (il 17,1% del totale). Considerando il numero di insegnanti svetta invece il dato del Nord-Est, area nella quale viene impegato il 34,7% del totale (pari a 1.298 docenti). Si discosta dalla distribuzione degli altri fenomeni il dato concernente i volontari delle attività dell’Auser. In questo caso, infatti, è l’area Meridionale del Paese a far registrare i valori maggiori con 1.431 individui interessati da azioni di volontariato (pari al 27,8%). Segue il Centro con il 26,4% del corpo volontario totale. Tab.5 Dati essenziali per area geografica. Tutte le sedi. Area geografica Iscritti Insegnanti Volontari Sedi Nord-Ovest 46.932 819 1.218 147 Nord-Est 40.820 1.298 1.139 138 Centro 26.556 1.074 1.360 111 Sud e Isole 23.529 559 1.431 113 Totale 137.837 3.750 5.148 509 8
Tab.6 Dati essenziali per area geografica. Tutte le sedi. Area geografica Iscritti Insegnanti Volontari Sedi Nord-Ovest 34,0 21,8 23,7 28,9 Nord-Est 29,6 34,7 22,1 27,1 Centro 19,3 28,6 26,4 21,8 Sud e Isole 17,1 14,9 27,8 22,2 Totale 100 (137.837) 100 (3.750) 100 (5.148) 100 (509) Passando ad analizzare i dati per le sedi universitarie, occorre sottolineare l’elevato numero di persone che studiano all’interno delle università della terza età. Come palesano le due tabelle sottostanti, il 39,0% dei 15.789 utenti studia nelle sedi del Nord-Ovest (pari a 6.165 individui); seguono gli studenti del Nord-Est (il 30,4% del totale, pari a 4.792 persone), quelli che risiedono nell’area Meridionale del Paese (il 19,6%, equivalente a 3.095 utenti), mentre coloro che provengono dall’area Centrale si fermano a 1.737 unità (l’11%). La minore diffusione delle attività universitarie in quest’ultima area del Paese si evince anche considerando il numero di università attive (la quarta colonna della tabella); Tab.7 Dati essenziali per area geografica. Università. Area geografica Iscritti Insegnanti Volontari Università Nord-Ovest 6.165 433 354 21 Nord-Est 4.792 774 316 38 Centro 1.737 149 139 5 Sud e Isole 3.095 174 350 18 Totale 15.789 1.530 1.159 82 Tab.8 Dati essenziali per area geografica. Distribuzione percentuale. Università Area geografica Iscritti Insegnanti Volontari Università Nord-Ovest 39,0 28,3 30,5 25,6 Nord-Est 30,4 50,6 27,3 46,4 Centro 11,0 9,7 12,0 6,1 Sud e Isole 19,6 11,4 30,2 21,9 Totale 100 (15.789) 100 (1530) 100 (1159) 100 (82) Qui, infatti, si trova solamente il 6,1% delle università gestire dall’Auser (pari a 5). Sul fronte opposto si trova il Nord-Est con 38 sedi universitarie, pari al 46,4% del totale nazionale. I “rapporti di forza” esistenti nel Paese si confermano anche considerando il numero di insegnanti presenti. In questo caso, il 50,6% dei docenti che insegnano nelle università della terza età esercitano la propria attività all’interno di sedi presenti nel Nord-Est (valore pari a 774 soggetti). Numericamente, l’area che segue è quella del Nord-Ovest la quale si caratterizza per un numero di insegnanti pari al 28,3% del totale. Diversa è la situazione che si presenta considerando i volontari. Questo aspetto vede nettamente sovra- rappresentato il Sud del Paese, all’interno del quale presta la propria attività di volontariato il 30,2% dei 9
volontari totali (pari a 350 unità), superati, seppur di poco, dal Nord-Ovest che presenta il 30,5% dei volontari (pari a 354 soggetti). Segue il Nord-Est con il 27,3% dei volontari totali (316 persone). Di particolare rilievo per le nostre analisi si mostra il rapporto esistente tra il numero di iscritti ed insegnanti per università e il numero di insegnanti a disposizione per 100 utenti. Come si evince dalla tabella sottostante, il Centro Italia si caratterizza per la presenza di poche università, ma di grandi dimensioni. Infatti, il numero medio di iscritti per università è di 347 soggetti; viceversa, il Nord-est si caratterizza per una maggiore diffusione di questo servizio, anche all’interno di realtà di dimensioni più piccole (in questo caso, il numero di utenti medio per singola università scende a 126). La limitata presenza di strutture adibite per corsi universitari permette alle sedi situate nell’area Centrale del paese di far registrare ottimi risultati anche per quel che riguarda il numero di insegnanti per università (30) e di volontari per singola struttura (28). Per quanto riguarda il dato degli insegnanti, carenze si osservano nel Sud del Paese (area che si contraddistingue per 10 insegnanti per singola università); mentre per quanto concerne il numero di volontari disponibili, problemi sembrano presentarsi nelle regioni del Nord-Est, nonostante storicamente si caratterizzino per un’elevata diffusione del settore del volontariato. Per quanto concerne il fenomeno da noi analizzato, il numero di volontari medio all’interno delle strutture universitarie è pari a 8, nettamente distante dalle altre aree del paese (sia Nord- Ovest con 17 volontari per singola università e il Sud con 19). In realtà, il dato che maggiormente può rappresentare un indicatore della qualità del servizio erogato è il numero di insegnanti ogni 100 iscritti. In questo caso, l’area meglio tutelata risulta essere quella del Nord-Est con 16 insegnanti ogni 100 soggetti iscritti. Il valore distanzia nettamente tutte le altre realtà, le quali presentano valori che oscillano tra i 6 insegnanti (Sud) e i 9 (Centro) ogni 100 “studenti”. Tab.9 Rapporto tra numero di iscritti, insegnanti e volontari. Università. Insegnanti / Area geografica Iscritti / università Insegnanti / università Volontari / università 100 iscritti Nord-Ovest 294 21 17 7 Nord-Est 126 20 8 16 Centro 347 30 28 9 Sud e Isole 172 10 19 6 Totale 193 19 14 10 Tab.10 Rapporto tra numero di iscritti, insegnanti e volontari. Tutte le sedi. Area geografica Iscritti / Sede Insegnanti / Sede Volontari / Sede Nord-Ovest 319 6 8 Nord-Est 296 9 8 Centro 239 10 12 Sud e Isole 208 5 13 Totale 271 7 10 10
Per quanto concerne i singoli corsi, nella tabella sottostante presentiamo il numero di iscritti per quelli principali. Il corso che vede la frequenza maggiore riguarda la medicina e la salute (1230 studenti); seguono i corsi di arte e pittura (953 utenti) e di cinema e teatro (934 iscritti). Molto popolari anche i corsi di storia e filosofia (843 persone) e di informatica (857 individui). In ogni caso, quello che preme rilevare è la capacità delle strutture Auser a garantire un ventaglio molto assortito di corsi, i quali ricoprono i settori più disparati3. Tab.11 Corsi principali Corso Iscritti Medicina e salute 1.230 Arte e pittura 953 Cinema e teatro 934 Ballo / Danza 877 Informatica 857 Storia e filosofia 843 Coro e musica 562 Attualità (politica) 559 Lingue 514 Ambiente 472 Ginnastica 420 Per vagliare la qualità delle sedi e dei servizi in dotazione agli utenti, osserviamo come indicatore indiretto il numero di computer a disposizione. Per quanto riguarda le dotazioni disponibili è possibile osservare come la quasi totalità delle strutture nel Nord-Ovest sia dotata di computer; maggiori carenze Tab.12 Dotazione di PC nelle Università. No Sì Totale Nord-Ovest 9,5 90,5 100 (21) Nord-Est 36,1 63,9 100 (36) Centro 0,0 100,0 100 (5) Sud e Isole 27,8 72,2 100 (18) Totale 25,0 75,0 100 (80) si manifestano nel Nord-Est e nel Sud, aree nelle quali le Università non dotate di strumenti informatici raggiunge rispettivamente il 36,1% e il 27,8%. Analizzando il fenomeno a livello regionale, è possibile osservare marcate differenze all’interno delle varie realtà locali; se quasi tutte le sedi universitarie sono dotate di strumenti informatici (indistintamente che si trovino nel Nord, Centro o Sud del Paese), carenze preoccupanti si mostrano presso le realtà del Veneto (nel quale solo il 64,5% delle sedi 3 Molte risposte affini sono state aggregate all’interno delle voci principali. Inoltre, è doveroso considerare questi risultati solamente indicativi di una maggiore o minore predilezione dei vari corsi da parte degli iscritti. Diventa impossibile considerare questo risultato come indicatore del numero esatto di iscritti ai vari corsi, data la presenza di molti dati mancanti, prodotto della non risposta da parte degli utenti. 11
universitarie è dotato di computer), del Piemonte (66,7% delle sedi universitarie) e soprattutto in Campania e in Puglia, aree nelle quali il fenomeno interessa solamente il 40% e il 50% delle sedi. Tab.13 Dotazioni di Pc per Università. Livello regionale. No Sì Totale Piemonte 33,3 66,7 100 (3) Lombardia 6,7 93,3 100 (15) Veneto 35,5 64,5 100 (31) Friuli 0,0 100,0 100 (3) Liguria 0,0 100,0 100 (3) Emilia 100,0 0,0 100 (2) Toscana 0,0 100,0 100 (1) Umbria 0,0 100,0 100 (1) Marche 0,0 100,0 100 (3) Abruzzo 0,0 100,0 100 (2) Campania 60,0 40,0 100 (5) Puglia 50,0 50,0 100 (4) Basilicata 0,0 100,0 100 (2) Calabria 0,0 100,0 100 (1) Sicilia 0,0 100,0 100 (2) Sardegna 0,0 100,0 100 (2) Totale 25,0 75,0 100 (80) Altro aspetto molto importante per comprendere il funzionamento di tali strutture è la percezione o meno di finanziamenti esterni (cioè da parte di enti locali, istituzioni pubbliche, sindacati o semplici privati). Prendendo in considerazione tutte le sedi territoriali, il valore di quelle che ricevono finanziamenti esterni raggiunge il 41,1% nel Nord-Ovest, il 56,2% nel Nord-Est e il 55,6% nel Centro Italia. Cala sensibilmente il dato nel Sud del Paese, area nella quale solo il 37% delle sedi ottiene finanziamenti esterni. Tab.14 Ricezione di finanziamenti esterni. Tutte le sedi. No Sì Totale Nord-Ovest 58,9 41,1 100 (146) Nord-Est 43,8 56,2 100 (130) Centro 44,4 55,6 100 (90) Sud e Isole 63,0 37,0 100 (100) Totale 52,8 47,2 100 (466) Come si può osservare dalla tabella sottostante, la percentuale di Università che dichiarano di aver ricevuto sovvenzioni da enti esterni si ferma al 44,4% dei casi nel Sud per salire al 52,4% nel Nord- Ovest e al 68,4% dei casi nel Nord-Est. Diventa difficile valutare il risultato per il Centro Italia, data la scarsissima presenza di sedi Universitarie. In ogni caso, è possibile osservare come 4 sedi su 5 (l’80%) ricevano finanziamenti dall’esterno. In media, il fenomeno interessa il 59,8% delle 82 università Auser, dato superiore al valore medio riscontrato considerando tutte le sedi. 12
Tab.15 Ricezione di finanziamenti esterni. Università. No Sì Totale Nord-Ovest 47,6 52,4 100 (21) Nord-Est 31,6 68,4 100 (38) Centro 20,0 80,0 100 (5) Sud e Isole 55,6 44,4 100 (18) Totale 40,2 59,8 100 (82) Se osservato a livello di singole regioni, il dato si mostra altamente eterogeneo. Da una parte osserviamo realtà senza alcun finanziamento esterno (in Liguria, Umbria, Abruzzo, Campania e Sicilia), dall’altra regioni contraddistinte dalla diffusa presenza di sedi che ricevono finanziamenti esterni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Toscana, Marche, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna). Tab.16 Finanziamenti esterni per Università. Livello regionale. No Sì Totale Piemonte 33,3 66,7 100 (3) Lombardia 40,0 60,0 100 (15) Veneto 30,3 69,7 100 (33) Friuli 33,3 66,7 100 (3) Liguria 100,0 0,0 100 (3) Emilia 50,0 50,0 100 (2) Toscana 0,0 100,0 100 (1) Umbria 100,0 0,0 100 (1) Marche 0,0 100,0 100 (3) Abruzzo 100,0 0,0 100 (2) Campania 100,0 0,0 100 (5) Puglia 25,0 75,0 100 (4) Basilicata 0,0 100,0 100 (2) Calabria 0,0 100,0 100 (1) Sicilia 100,0 0,0 100 (2) Sardegna 0,0 100,0 100 (2) Totale 40,2 59,8 100 (82) Prima di passare ad affrontare maggiormente in dettaglio le caratteristiche dei corsi, osserviamo un aspetto interessante per quanto non direttamente collegato alla ricerca in corso; se di norma i presidenti dei circoli auser sono maschi (in media il 62,7%), quando si passa a considerare solamente quelli che hanno attivato un’università della terza età al proprio interno la maggior parte dei presidenti appartiene al genere femminile, soprattutto nel Nord-Ovest (area nella quale il 52,4% delle sedi Auser con università è gestita da una donna) e al Sud (dove raggiunge quota 50%). 13
Tab.17 Genere del presidente a seconda dell'area geografica. Università. Femmina Maschio Totale Nord-Ovest 52,4 47,6 100 (21) Nord-Est 47,4 52,6 100 (38) Centro 40,0 60,0 100 (5) Sud e Isole 50,0 50,0 100 (18) Totale 51,2 48,8 100 (82) Tab.18 Genere del presidente a seconda dell'area geografica. Tutte le sedi. Femmina Maschio Totale Nord-Ovest 38,8 61,2 100 (147) Nord-Est 32,6 67,4 100 (138) Centro 35,1 64,9 100 (111) Sud e Isole 43,4 56,6 100 (113) Totale 37,3 (190) 62,7 (319) 100 (509) Tutte le analisi che seguono, sono presentate confrontando l’andamento del fenomeno all’interno di tutte le attività gestite dall’Auser e nelle sedi caratterizzate dalla presenza di un’università. Nelle due tabelle che seguono osserviamo la distribuzione delle sedi Auser in base al numero di soggetti che partecipano alle attività. Precisiamo che nel caso generale faremo riferimento al numero di soci delle singole associazioni, mentre, con riferimento alle sedi universitarie, useremo il numero di iscritti. Dalla tabella sottostante è possibile osservare come la maggiore presenza di sedi di grandi dimensioni si presenta nel Nord-Ovest; in quest’area il 32,6% delle sezioni presenta un numero superiore ai 300 soci. Seguono il Centro, dove tale valore interessa il 28% delle sedi, e il Nord-Est con il 24,6%. Tab.19 Distribuzione delle strutture in base al numero di soci a seconda dell'area geografica Fino a 20 Da 21 a 50 Da 51 a 100 Da 101 a 300 Oltre 300 Totale Nord-Ovest 4,8 10,9 15,7 36,0 32,6 100 (147) Nord-Est 7,3 9,4 15,9 42,8 24,6 100 (138) Centro 4,5 9,9 16,2 41,4 28,0 100 (111) Sud e Isole 5,4 17,1 27,9 32,4 17,2 100 (111) Totale 5,5 11,6 18,5 38,3 26,1 100 (507) dati mancanti: 51 ; p-value: 0,000 In generale, è possibile osservare una distribuzione del fenomeno che vede il 50% delle sedi Auser caratterizzarsi per avere meno di 157 soci, ma data la presenza di marcate differenze (la sede più grande risulta avere 2.826 iscritti) il numero medio di soci sale a 272. 14
Tab.20 Distribuzione delle strutture per numero di soci. 1% 5 5% 20 10% 30 25% 70 50% (mediana) 157 75% 324 90% 532 95% 893 99% 2370 Media 272 Minimo 0 Massimo 2826 N = 507 Per quanto riguarda le sedi universitarie è possibile notare come la maggior parte di queste (il 64,8%) si caratterizzi per dimensioni che oscillano tra i 51 e i 300 iscritti; sempre evitando di commentare il Centro (date le dimensioni limitate), è possibile notare come le università di dimensioni maggiori si concentrino nei grandi centri del Nord-Ovest. Infatti, se nelle aree rimanenti il numero di università con più di 300 iscritti raggiunge il 10% circa del totale di riga, nel Nord-Ovest arriva ad interessare il 47% delle università presenti. Tab.21 Distribuzione delle Università in base al numero di iscritti a seconda dell'area geografica Fino a 50 Da 51 a 300 Oltre 300 Totale Nord-Ovest 11,8 41,2 47,0 100 (17) Nord-Est 15,6 78,1 6,3 100 (32) Centro 20,0 20,0 60,0 100 (5) Sud e Isole 11,8 76,5 11,7 100 (17) Totale 14,1 64,8 21,1 100 (71) In termini generali, è possibile concludere come le sedi universitarie si caratterizzino per dimensioni simili; il valore mediano assunto da queste ultime è di 163 utenti e un valore medio di 222 iscritti 15
Tab.22 Distribuzione delle università per numero di iscritti. 1% 0 5% 30 10% 45 25% 83 50% (mediana) 163 75% 280 90% 409 95% 631 99% 1.860 Media 222 Minimo 0 Massimo 1860 N = 71 A livello regionale, è possibile vedere come le realtà più piccole siano presenti in Emilia, Basilicata, Umbria, Calabria, Liguria e Piemonte. Sul fronte opposto, le regioni che si caratterizzano per una maggiore presenza di università di grandi dimensioni (cioè con più di 300 iscritti) sono la Toscana (nella quale l’unica sede universitaria presente supera i 300 iscritti), la Lombardia (il 63,6% delle università mostra più di 300 utenti), le Marche (con il 66,7%, pari a due sedi) e la Sicilia (con un 50%, pari ad una sede. Tab.23 Distribuzione delle Università in base al numero di iscritti. Livello regionale. Fino a 50 da 51 a 300 Oltre 300 Totale Piemonte 33,3 66,7 0,0 100 (3) Lombardia 0,0 36,4 63,6 100 (11) Veneto 14,8 81,5 3,7 100 (27) Friuli 0,0 66,7 33,3 100 (3) Liguria 33,3 33,3 33,3 100 (3) Emilia 50,0 50,0 0,0 100 (2) Toscana 0,0 0,0 100,0 100 (1) Umbria 0,0 100,0 0,0 100 (1) Marche 33,3 0,0 66,7 100 (3) Abruzzo 0,0 100,0 0,0 100 (2) Campania 0,0 75,0 25,0 100 (4) Puglia 0,0 100,0 0,0 100 (4) Basilicata 50,0 50,0 0,0 100 (2) Calabria 0,0 100,0 0,0 100 (1) Sicilia 50,0 0,0 50,0 100 (2) Sardegna 0,0 100,0 0,0 100 (2) Per superare il carattere troppo anonimo dei dati, a titolo esemplificativo, indichiamo quali sono le sedi che si caratterizzano per il minore e il maggiore numero di iscritti. Sottolineiamo che questa struttura, analisi a livello macro (le aree territoriali), meso (le regioni) e micro (le singole sedi), verrà utilizzata per mostrare l’andamento di tutti i fenomeni principali. 16
Per quanto concerne il numero di soggetti iscritti, è possibile vedere come la sede universitaria con meno iscritti d’Italia, fatta eccezione per una sede presso Cesena e una presso Asti che non risultano avere utenti, sia il centro di aggregazione anziani del comune di Arcade, presente all’interno del comprensorio di Treviso, con 27 iscritti. Le più grandi sono invece quella presente a Rovato (comprensorio di Brescia) con 631 iscritti, Palermo (860 iscritti), l’università popolare di Ancona con 900 iscritti e l’Auser insieme di Milano con 1.860 utenti. Tab.24 Università con più e con meno iscritti. Nome associazione Comprensorio Iscritti ASS.NE AUSER TERRITORIALE CESENA Cesena 0 CENTRO AUSER ASTI Asti 0 UNIVERSITA\' POPOLARE DI ARCADE Treviso 27 AUSER FILO D\'ARGENTO FANO Pesaro Urbino 30 AUSER INSIEME ROVATO UNIV. DELLA LIBERTA' Brescia 631 AUSER COMPRENSORIO PALERMO Palermo 860 UNIVERSITA\' POPOLARE Ancona 900 AUSER INSIEME MILANO Milano 1860 Presenta tratti degni di nota l’andamento del numero di volontari, sia nelle sedi in generale, sia in quelle adibite ad università. Infatti, se dalle tabelle precedenti si è constatato che il numero di soci e iscritti è superiore al Nord rispetto al Sud, per quanto concerne la presenza di volontari, è possibile osservare come le università con un numero maggiore di collaboratori si presenti soprattutto nel Centro e nel Sud Italia. Infatti, in queste aree il numero di università con oltre 21 volontari raggiunge rispettivamente il 16,2% e il 13% del totale, diversamente dal Nord-Est (8,4%) e Nord-Ovest (8,1%). In queste ultime due aree sono maggiormente diffuse sedi con al massimo due collaboratori volontari (rispettivamente con il 32,8% e il 25,9%). Tab.25 Distribuzione delle strutture in base al numero di volontari a seconda dell'area geografica Fino a 2 Da 3 a 5 Da 6 a 10 Da 11 a 20 Oltre 21 Totale Nord-Ovest 25,9 32,0 21,1 12,9 8,1 100 (147) Nord-Est 32,8 22,1 26,0 10,7 8,4 100 (131) Centro 13,1 31,3 23,2 16,2 16,2 100 (99) Sud e Isole 6,5 31,5 25,9 23,1 13,0 100 (108) Totale 20,8 29,1 23,9 15,3 10,9 100 (485) dati mancanti: 24 ; p-value: 0,000 Osservando il fenomeno in un’ottica generale, è possibile vedere come il 50% delle strutture considerate (il valore mediano) presenti un numero di volontari pari o inferiore a 6. La presenza di 17
realtà molto grandi (la struttura massima vede l’attività di 170 collaboratori) produce un dato medio superiore di circa 11 collaboratori per ogni sede. Tab.26 Distribuzione delle strutture per numero di volontari. 5% 1 10% 2 25% 3 50% (mediana) 6 75% 12 90% 22 95% 32 99% 84 Media 11 Minimo 0 Massimo 170 N = 485 Considerando, invece, solamente le università, si nota immediatamente la presenza di strutture di dimensioni maggiori. In questo caso specifico, però, le sedi con un numero più elevato di volontari sono quelle del Centro (il 75%, per quanto poco significativo dato il numero limitato) e quelle del Nord-Ovest (il 33,3% di queste si caratterizza per avere più di 20 collaboratori). Considerando però anche le sedi “mediane”, cioè quelle con un numero di utenti che oscilla tra i 6 e i 20 soggetti, il Sud torna a mostrare i valori più elevati Tab.27 Distribuzione delle Università in base al numero di volontari a seconda dell'area geografica Fino a 5 Da 6 a 20 Oltre 20 Totale Nord-Ovest 23,8 42,9 33,3 100 (21) Nord-Est 29,7 67,6 2,7 100 (37) Centro 25,0 0,0 75,0 100 (4) Sud e Isole 11,8 70,6 17,6 100 (17) Totale 24,1 58,2 17,7 100 (79) Data la numerosità limitata della tabella precedente, è meglio evitare di commentare i risultati disaggregati per area geografica. Nella tabella sottostante presentiamo la distribuzione del fenomeno in termini generali. Trova conferma la maggiore presenza di volontari riferendosi alle sedi universitarie rispetto alle altre attività. In questo caso, il numero mediano e, parzialmente, quello medio crescono raggiungendo rispettivamente il numero di 10 e 15 dipendenti. Dalla tabella è possibile osservare il range che oscilla dalla sede con un solo volontario a quella massima contraddistinta da 123 collaboratori. 18
Tab.28 Distribuzione delle università per numero di volontari. 5% 2 10% 3 25% 6 50% (mediana) 10 75% 18 90% 30 95% 45 99% 123 Media 15 Minimo 1 Massimo 123 N = 79 A livello locale è possibile osservare come le sedi con meno volontari siano l’università della terza età e del tempo libero di Bari, l’università popolare di Verona e l’Auser insieme di Milano (con 1 volontario). Tra quelle con più soggetti che prestano la propria opera gratuitamente troviamo l’università popolare di Cremona (47 volontari), quella di Ancona (66 volontari) e quella di Sassari (123 volontari). Tab.29 Università con più e con meno volontari Nome associazione Comprensorio Volontari UNIV. DELLA TERZA ETA' E DEL TEMPO LIBERO Bari 1 SEDE UNIVERSITARIA POPOLARE Verona 1 AUSER INSIEME VOLONTARIATO DI PERO - ONLUS Milano 1 SEDE UNIVERSITA' POPOLARE BORGO VENEZIA Verona 2 CIRCOLO AUSER ARCOBALENO Verona 2 ULTEN AUSER INSIEME Napoli 41 AUSER-UNIVERSITA' DELL'ETA' LIBERA Firenze 45 AUSER UNIV. POP. LIBERTA' SCUOLA DI PACE CREMONA Cremona 47 UNIVERSITA' POPOLARE Ancona 66 AUSER SASSARI Sassari 123 Interessante notare la diversa diffusione di maschi e femmine tra i volontari a seconda delle attività. Infatti, se anche in tutte le attività Auser il volontariato è in modo predominante donna, tale caratteristica si manifesta sommamente per quanto riguarda i corsi universitari. In questo caso, infatti, il numero di sedi con oltre il 50% dei volontari di genere femminile raggiunge quota pari al 76,1% nel Nord-Ovest, al 63,9% nel Nord-Est e all’ 88,2% al Sud e nelle Isole. Tab.30 Distribuzione delle strutture in base alla percentuale di donne tra i volontari per area geografica. Fino al 25% Dal 26% al 50% Dal 51% al 75% Oltre 75% Totale 19
Nord-Ovest 16,4 21,2 29,5 32,9 100 (146) Nord-Est 18,3 34,2 28,3 19,2 100 (120) Centro 10,2 28,6 33,7 27,5 100 (98) Sud e Isole 5,7 27,6 47,6 19,1 100 (105) Totale 13,2 27,5 34,1 25,2 100 (469) dati mancanti: Tab.31 Distribuzione delle Università in base alla percentuale di donne tra i volontari per area geografica. Fino al 25% Dal 26% al 50% Dal 51% al 75% Oltre 75% Totale Nord-Ovest 4,8 19,1 57,1 19,0 100 (21) Nord-Est 5,6 30,5 41,7 22,2 100 (36) Centro 25,0 0,0 75,0 0,0 100 (4) Sud e Isole 0,0 11,8 52,9 35,3 100 (17) Totale 5,1 21,8 50,0 23,1 100 (78) La presenza di una mancanza di relazione tra il numero degli utenti e quello degli iscritti trova chiara conferma dalle due figure sottostanti, la prima riferita a tutte le attività Auser, la seconda solo ai corsi universitari. Entrambe palesano la totale assenza di relazioni tra le dimensioni crescenti del numero di partecipanti e di quello dei volontari. Infatti, la nuvola di punti (i quali indicano le singole strutture Auser) si diffonde allo stesso modo sopra e sotto la linea tracciata che indica l’ipotetica distribuzione che il fenomeno dovrebbe manifestare in caso di relazione positiva perfetta. In questo caso, invece si Fig.1 Relazione esistente tra il numero di partecipanti e il numero di volontari. 50 40 numero volontari 20 10 0 30 0 200 400 600 800 numero partecipanti osserva sia la presenza di punti in basso a destra (le strutture con elevati iscritti e pochi volontari), sia in alto a sinistra (si tratta delle sedi con molti volontari a fronte di un numero limitato di iscritti). Lo stesso fenomeno si ripresenta nel caso si prendano in considerazione solamente le sedi universitarie. 20
Fig.2 Relazione esistente tra il numero di partecipanti e il numero di volontari. Università. 50 40 numero volontari 20 10 0 30 0 200 400 600 800 numero partecipanti Naturalmente, non è possibile concludere che ci si trovi di fronte a disfunzioni; non sappiamo infatti se nelle strutture carenti di volontari questi non siano sostituiti da forza lavoro pagata. In ogni caso, trova conferma che la disponibilità delle persone dipende da fattori esterni alla domanda degli utenti. Per valutare la qualità del servizio diventa fondamentale osservare, più che i valori assoluti, il rapporto esistente tra il numero di volontari e quello degli iscritti. Naturalmente, come mostra chiaramente la tabella sottostante in riferimento all’auser comprensorio di Palermo (860 iscritti), il fenomeno risente fortemente delle dimensioni dell’università. Infatti, le prime elencate, presentano un rapporto volontari/utenti molto basso in quanto di elevate dimensioni. Viceversa, le sedi con un rapporto elevato si contraddistinguono per una numerosità medio-piccola. Emblematico il caso dell’Auser di Sassari nel quale per 102 iscritti vengono impiegati 123 volontari. Tab.32 Università con il più basso e il più alto rapporto tra volontari e iscritti. Nome associazione Comprensorio Rapporto % Volontari Iscritti UNIV.DELLA 3A ETA\' E DEL TEMPO LIBERO Bari 0,6 1 171 AUSER VALCHIAVENNA Sondrio 1,1 4 350 21
AUSER COMPRENSORIO PALERMO Palermo 1,4 12 860 CIRCOLO AUSER DI CITTADELLA Padova 1,9 5 257 AUSER LA SPEZIA La Spezia 2,1 8 390 UNIVERSITA\' POPOLARE DI ARCADE Treviso 25,9 7 27 U.T.E.P.(UNIVERSITA\' TERRITORIALE X L'EDU. PERMANENTE Taranto 33,3 35 105 UNIV. POPOLARE DI BREDA DI PIAVE Treviso 44,4 20 45 AUSER FILO D\'ARGENTO IMPERIA-VOLONTARIATO Imperia 60,0 18 30 AUSER SASSARI Sassari 120,6 123 102 Considerando invece le ore destinate dai soggetti al volontariato, è possibile distinguere in base ad una frequentazione saltuaria o assidua delle sedi Auser. Nella prima categoria rientrano coloro che garantiscono al massimo 180 ore all’anno, cioè 3/4 ore a settimana; nell’altra tutti coloro che mostrano un impegno maggiore fino a garantire oltre 3 ore al giorno di volontariato (pari a 1.100 ore annue). Come si evince dalla tabella sottostante, il Centro è l’area che si caratterizza per i volontari più assidui (il 14,3% delle università gode delle prestazioni di collaboratori che impiegano gratuitamente il proprio tempo per oltre 1100 ore l’anno. Naturalmente, quelle che qui vengono considerate non sono le ore del singolo operatore ma si considera il monte ore sommato di tutti i volontari a livello di singola sede. Questo significa che il 14,3% delle università del Centro Italia gode di un monte ore di volontariato superiore a 1100 ore l’anno indipendentemente dal numero di volontari. Tab.33 Distribuzione delle strutture per ore destinate al volontariato a seconda dell'area geografica Fino a 50 Da 51 a 180 Da 181 a 365 Da 366 a 1.100 Oltre 1.100 Totale Nord-Ovest 30,8 28,1 13,0 13,7 14,4 100 (146) Nord-Est 27,6 29,3 13,0 22,0 8,1 100 (123) Centro 24,2 28,5 23,1 9,9 14,3 100 (91) Sud e Isole 27,2 39,8 17,5 6,8 8,7 100 (103) Totale 27,9 31,1 16,0 13,6 11,4 100 (463) dati mancanti: 43 ; p-value: 0,015 Proprio per questo, dato il numero maggiore di volontari nelle attività universitarie, anche il monte ore massimo (quello superiore alle 1.100 ore annue) raggiunge percentuali molto elevate, pari al 50% delle università del Centro, il 38,1% delle università del Nord-Ovest, l’11,1% nel Nord-Est e il 17,7% al Sud. Tab.34 Distribuzione delle Università per ore destinate al volontariato a seconda dell'area geografica Fino a 180 Da 181 a 1100 Oltre 1100 Totale Nord-Ovest 33,3 28,6 38,1 100 (21) Nord-Est 22,2 66,7 11,1 100 (36) 22
Centro 25,0 25,0 50,0 100 (4) Sud e Isole 35,3 47,0 17,7 100 (17) Totale 28,2 50,0 21,8 100 (78) Altro aspetto da tenere in considerazione riguarda il numero di insegnanti. Dalla tabella sottostante è possibile osservare come la grande maggioranza delle università attive impieghi più di 11 insegnanti, soprattutto nel Nord del Paese. Viceversa, di dimensioni più piccole si dimostrano le strutture presenti al Sud, area nella quale il numero di università con oltre 11 insegnanti scende al 29,4%. Tab.35 Distribuzione delle Università per numero di insegnanti a seconda dell'area geografica Fino a 5 Da 6 a 10 Oltre 11 Totale Nord-Ovest 14,3 19,1 66,6 100 (21) Nord-Est 10,8 16,2 73,0 100 (37) Centro 20,0 0,0 80,0 100 (5) Sud e Isole 29,4 41,2 29,4 100 (17) Totale 16,3 21,2 62,5 100 (80) In termini assoluti tali risultati non dicono molto; infatti, quello che più conta per quanto concerne la qualità del servizio erogato è certamente il rapporto esistente tra il numero di insegnanti e quello degli utenti. Anche in questo caso, come per l’aspetto dei volontari, le dimensioni delle università incidono notevolmente sui rendimenti considerati. Infatti, tutte le realtà con un limitato rapporto insegnanti/iscritti presentano un numero di utenti molto elevato. Questo risultato, e quelli precedenti, ci portano a concludere come strutture di dimensioni troppo elevate finiscono con il mostrare maggiori disfunzioni. A livello locale, le sedi con la maggiore penuria di insegnanti rispetto al numero di allievi sono quelle dell’Auser comprensorio di Palermo, dell’università popolare di Galliera Veneta (comprensorio di Padova) e dell’Auser della Valchiavenna (presso Sondrio), le quali si contraddistinguono per un numero di insegnanti pari all’1,1% degli utenti (cioè circa 1 insegnante ogni 100 individui). Sul fronte opposto, si presentano invece le sedi di Verona, le quali si caratterizzano per un valore vicino a 4 insegnanti ogni 10 fruitori (cioè, circa il 40%). La sede con il maggiore numero di insegnanti per utenti rimane però l’Auser Filo d’argento di Imperia, nella quale per 30 iscritti è possibile trovare 25 insegnanti. In realtà, rapporti così elevati potrebbero indicare la presenza di uno sperpero delle risorse piuttosto che un’eccessiva qualità del servizio. Tab.36 Università con il più elevato e il più basso rapporto tra insegnanti ed iscritti. Nome associazione Comprensorio Rapporto % Insegnanti Iscritti AUSER COMPRENSORIO PALERMO Palermo 0,2 2 860 UNIVERSITA\' POPOLARE AUSER DI GALLIERA VENETA Padova 1,1 1 95 AUSER VALCHIAVENNA Sondrio 1,1 4 350 23
U.T.E.P.(UNIVERSITA\' TERRITORIALE X L\'EDU.PERMA. Taranto 1,9 2 105 ASSOCIAZIONE AUSERINSIEME Varese 2,0 8 401 SEDE UNIVERSITA\' POPOLARE BORGO VENEZIA Verona 39,7 23 58 CIRCOLO AUSER VOLONTARIATO G. VENTURI DI ILLASI Verona 42,9 30 70 CIRCOLO AUSER VOLONTARIATO DI QUINZANO Verona 46,9 15 32 SEDE AUSERUNIVERSITA DI MONTEFORTE D\'ALPONE Verona 47,8 22 46 AUSER FILO D\'ARGENTO IMPERIA-VOLONTARIATO Imperia 83,3 25 30 Se per quanto riguarda il genere dei volontari, netta era la predominanza delle donne; per quanto concerne gli insegnanti, la distribuzione del genere è maggiormente omogenea. Infatti, fatta eccezione per l’area del Sud, nella quale è netta la predominanza femminile (64,7% delle università presenta un corpo docente formato per oltre il 50% da donne), nelle altre il numero di maschi e di femmine tra il corpo docente risulta abbastanza simile. Tab.37 Distribuzione delle Università per percentuale di donne insegnanti a seconda dell'area geografica Fino al 25% Dal 26% al 50% Dal 51% al 75% Oltre il 76% Totale Nord-Ovest 9,5 33,3 33,3 23,8 100 (21) Nord-Est 13,9 41,7 38,9 5,5 100 (36) Centro 20,0 40,0 40,0 0,0 100 (5) Sud e Isole 5,9 29,4 41,2 23,5 100 (17) Totale 11,4 36,7 38,0 13,9 100 (79) Inoltre, altra peculiarità del Sud Italia è la quasi totale assenza di docenti retribuiti per il proprio servizio. Tenuti in considerazioni i valori totali molto limitati, è possibile osservare come solo il 7,7% delle università presenti insegnanti stipendiati per la propria attività, contro il 79,4% delle sedi del Nord-Est e il 61,9% di quelle del Nord-Ovest. Tab.38 Distribuzione delle Università in base alla retribuzione degli insegnanti Nessuno Almeno uno retribuito retribuito Totale Nord-Ovest 38,1 61,9 100 (21) Nord-Est 20,6 79,4 100 (34) Centro 50,0 50,0 100 (2) Sud e Isole 92,3 7,7 100 (13) Totale 40,0 60,0 100 (70) Nella fase successiva, analizzeremo le caratteristiche dei corsi. Per quanto concerne la presenza di corsi strutturati in modo continuativo, sorprende che in media la percentuale tra le sedi adibite ad università sia maggiore solamente di poco. Il dato dei corsi continuativi sia per le sedi in generale sia per le 24
università supera il 90% presso tutte le realtà territoriali. Nel caso delle università il dato raggiunge una punta del 100% nell’area centrale del Paese. Tab.39 Università con corsi strutturati continuativi Senza Con corsi Totale Nord-Ovest 5,3 94,7 100 (19) Nord-Est 4,8 95,2 100 (21) Centro 0,0 100,0 100 (4) Sud e Isole 7,1 92,9 100 (14) Totale 5,2 94,8 100 (58) Tab.40 Enti con corsi strutturati continuativi Senza Con corsi Totale Nord-Ovest 6,9 93,1 100 (58) Nord-Est 9,1 90,9 100 (55) Centro 7,7 92,3 100 (52) Sud e Isole 9,5 90,5 100 (74) Totale 8,4 91,6 100 (239) A livello regionale è possibile osservare al meglio la presenza di carenze nelle sedi Emiliane (nelle quali solo il 50% delle università presenta corsi continuativi) e Siciliane (in questo caso, l’unica sede per la quale sono disponibili dati a tale proposito non presenta corsi continuativi). Tab.41 Distribuzione delle Università in base alla presenza di. corsi continuativi Livello regionale. Senza Con corsi Totale Piemonte 0,0 100,0 100 (3) Lombardia 7,7 92,3 100 (13) Veneto 0,0 100,0 100 (16) Friuli 0,0 100,0 100 (3) Liguria 0,0 100,0 100 (3) Emilia 50,0 50,0 100 (2) Toscana 0,0 100,0 100 (1) Marche 0,0 100,0 100 (3) Abruzzo 0,0 100,0 100 (2) Campania 0,0 100,0 100 (4) Puglia 0,0 100,0 100 (3) Basilicata 0,0 100,0 100 (1) Calabria 0,0 100,0 100 (1) Sicilia 100,0 0,0 100 (1) Sardegna 0,0 100,0 100 (2) Lo stesso discorso vale per i laboratori espressivi e artigianali, maggiormente presenti nelle sedi che fungono da università, soprattutto nel Nord-Ovest, Centro e Sud (100% delle sedi). 25
Tab.42 Enti con laboratori espressivi/artigianali Senza Con corsi Totale Nord-Ovest 4,9 95,1 100 (41) Nord-Est 9,7 90,3 100 (72) Centro 7,7 92,3 100 (52) Sud e Isole 9,4 90,6 100 (74) Totale 8,4 91,6 100 (239) Tab.43 Università con laboratori espressivi/artigianali Senza Con corsi Totale Nord-Ovest 0,0 100,0 100 (11) Nord-Est 4,6 95,4 100 (22) Centro 0,0 100,0 100 (5) Sud e Isole 0,0 100,0 100 (16) Totale 1,8 98,2 100 (54) L’attività seminariale sembra molto diffusa in tutte le aree del Paese. Infatti, sia considerando il dato a livello generale, sia per le sedi universitarie solamente, il dato supera abbondantemente il 90% all’interno di tutte le macro aree considerate. Tab.44 Strutture in cui presenti conferenze, seminari Senza Con corsi Totale Nord-Ovest 4,4 95,6 100 (68) Nord-Est 4,3 95,7 100 (117) Centro 3,4 96,6 100 (59) Sud e Isole 3,4 96,6 100 (89) Totale 3,9 96,1 100 (333) Tab.45 Università in cui presenti conferenze, seminari Senza Con corsi Totale Nord-Ovest 7,1 92,9 100 (14) Nord-Est 2,5 97,5 100 (40) Centro 0,0 100,0 100 (4) Sud e Isole 0,0 100,0 100 (16) Totale 2,7 97,3 100 (74) In generale molto apprezzate sono le visite a musei e mostre. In media, infatti, la percentuale di università che prevedono visite a musei e mostre raggiunge il 98,5% del totale, con punte del 100% nel Nord-Ovest, Centro e Sud. Tab.46 Università con visite culturali a musei, mostre, etc Senza Con visite Totale Nord-Ovest 0,0 100,0 100 (15) Nord-Est 3,6 96,4 100 (28) 26
Centro 0,0 100,0 100 (5) Sud e Isole 0,0 100,0 100 (17) Totale 1,5 98,5 100 (65) Nella sezione successiva presentiamo una veloce panoramica dei corsi maggiormente presenti nelle università della terza età. Come si evince chiaramente dalla figura sottostante, i corsi maggiormente in voga sono quelli legati alle lingue (presenti nel 52% delle università considerate), all’informatica (52%), all’arte (51%) e ai temi collegati alla salute (47%). Sul fronte opposto, si pongono le lezioni legate a tematiche inerenti l’economia (22%), la politica (29%), le decorazioni e la pittura (rispettivamente 29% e 35%). Fig.3 Tipi di corso. 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 te a ia a ra ro te ica te a i ia on gu ic ic om en of lu ar ttu at lit at us zi li n sa os te bi po pi on ra rm m am fi l co ec fo de in Nelle tabelle successive è presentato il fenomeno in questione in modalità più precise, ponendo un confronto a seconda delle aree del Paese. In ogni caso, il trend presentato dalla figura precedente rimane confermato. Un quadro riassuntivo delle tabelle precedenti si ricava dalla figura sottostante, la quale presenta le percentuali di università che si sono dotate di particolari corsi; fatta eccezione per l’area Centro, la quale risente della scarsa numerosità del proprio campione di riferimento, le altre non presentano marcati scostamenti tra loro. Esistono alcune caratteristiche che tendono a manifestarsi costantemente: il Nord- Est presenta un numero di università con corsi che è inferiore alle altre aree. Passando ad analizzare le singole tematiche, è possibile notare come nel Nord-Ovest le materie preferite siano l’informatica (il 27
55,6% delle sedi del Nord-Ovest presenta corsi in quel settore), le lingue (il 66,7%), la salute (il 61,1%) e la storia e la filosofia (presente nel 61,1% delle strutture). Le materie più diffuse nel Nord-Est sono quelle collegate all’arte (45,7%), all’informatica (42,9%) e alle lingue (40%). In ogni caso, il Nord-Est si caratterizza per una maggiore distribuzione omogenea dei corsi. Le peculiarità delle sedi che operano nel Sud Italia riguardano in modo particolare i corsi sull’ambiente, la musica e il teatro, tutti coperti dal 56,2% delle strutture esistenti. Tab.47 Distribuzione dei diversi corsi per area geografica attualità socio storico ambiente Arte politica decorazioni informatica lingua musica pittura salute economia filosofia teatro Nord-Ovest 33,3 50,0 22,2 33,3 55,6 66,7 44,4 33,3 61,1 16,7 61,1 33,3 Nord-Est 25,7 45,7 25,7 20,0 42,9 40,0 31,4 28,6 28,6 25,7 31,4 25,7 Centro 40,0 80,0 40,0 60,0 100,0 100,0 60,0 80,0 60,0 20,0 80,0 80,0 Sud e Isole 56,2 56,3 37,5 37,5 56,2 50,0 56,2 37,5 62,5 25,0 50,0 56,2 Fig.4 Tipi di corso per area geografica. 120 100 80 60 40 20 0 ia e a ra a ro a te a te ni fia nt gu ic ic ic m o lu ar ttu at so l it e at us zi no lin sa te bi po pi ra m o m am o fi l or co ec f de in Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole In generale, è possibile osservare come all’interno delle varie università vi siano realtà con un numero molto differente di corsi erogati. Sorprende la presenza di università che dichiarano di non aver erogato alcun corso durante il 2009. Si tratta del 23,8% delle strutture del Nord-Ovest e il 28,9% di quelle del Nord-Est. Sul fronte opposto, le università che dichiarano di avere attivi più di 5 corsi raggiungono il 52,4% dei casi nel Nord-Ovest, il 77,8% di quelli nel Sud, l’80% nel Centro e il 26,4%% nel Nord-Est. Tab.48 Distribuzione del numero di corsi in università per area territoriale Nessuno Da 1 a 5 Oltre 5 Totale 28
Nord-Ovest 23,8 23,8 52,4 100 (21) Nord-Est 28,9 44,7 26,4 100 (38) Centro 0,0 20,0 80,0 100 (5) Sud e Isole 11,1 11,1 77,8 100 (18) Totale 21,9 30,5 47,6 100 (82) A tale proposito, è possibile osservare come un’elevata proporzione delle sedi senza alcuno di questi corsi si trovi in Veneto e, in modo particolare, all’interno del comprensorio di Verona. Sul lato opposto, invece, la struttura caratterizzata da una maggiore differenziazione dei corsi erogati è l’università aperta di Conegliano (con 12 corsi differenti). Tab.49 Università con il maggiore e il minore numero di corsi. Nome associazione Comprensorio Numero corsi AUSER INSIEME VOLONTARIATO DI PERO - ONLUS Milano 0 AUSER FILO D'ARGENTO AVELLINO VOLONTARIATO Avellino 0 SEDE AUSERUNIVERSITA DI MONTEFORTE D\'ALPONE Verona 0 UNIVERSITA ITINERANTE SEDE SAN MICHELE Verona 0 SEDE UNIVERSTA\' ITINERANTE VERONA CENTRO Verona 0 SEDE UNIVERSITARIA ITINERANTE Verona 0 AUSER INSIEME DI PESCHIERA BORROMEO Milano 0 UNIVERSITA' POPOLARE DI ARCADE Treviso 0 CIRCOLO AUSER VOLONTARIATO DI NOGARA Verona 0 UNIVERSITA' ITINERANTE POPOLARE DI VERONA Verona 0 UNIV.DELLA 3A ETA' E DEL TEMPO LIBERO... Bari 0 AUSER VOLONTARIATO FORLANINI ONLUS Milano 0 CIRCOLO AUSER VOLONTARIO E. DE AMICIS B.GO ROMA Verona 0 AUSER GIUSEPPINA RIPPA Mantova 0 CIRCOLO AUSER ARCOBALENO Verona 0 CIRCOLO AUSER VOLONTARIATO DI QUINZANO Verona 0 CENTRO AUSER ASTI Asti 0 SEDE UNIVERSITA' POPOLARE BORGO VENEZIA Verona 8 AUSER VALCHIAVENNA Sondrio 8 AUSER SASSARI Sassari 8 AUSER LA SPEZIA La spezia 8 AUSER COMPRENSORIO PALERMO Palermo 8 ULTEN AUSER INSIEME Napoli 9 AUSER INSIEME MILANO Milano 9 UNIVERSITA\' POPOLARE Ancona 9 ASSOCIAZIONE GAU-GIOVANI AMICI UNITI Genova 9 AUSER INSIEME ROVATO UNIV. DELLA LIBERETA' Brescia 9 ASSOCIAZIONE AUSERINSIEME Varese 9 UNIVERSITA' POPOLARE ALTA CASTELLANA Treviso 10 CIRCOLO RICREATIVO CULTURALE DI DOSSOBUONO Verona 10 CIRCOLO AUSER VOLONTARIATO G. VENTURI DI ILLASI Verona 10 CENTRO AUSER ROSANNA BENZI Brindisi 11 LIBERA UNIVERSITA' POPOLARE AUSER REG.UMBRIA Perugina 11 AUSER-UNIVERSITA DELL'ETA' LIBERA Firenze 11 UNIVERSITA' APERTA DI CONEGLIANO Treviso 12 Capitolo 2 29
Il grado di soddisfazione degli utenti Presentiamo una descrizione dei risultati che provengono dal questionario erogato a circa 300 utenti di sei università selezionate. Come si evince dalla tabella sottostante, i risultati provenienti dall’Università di Venezia pesano per quasi il 41%, seguiti dagli utenti dell’università di Conegliano (23%) e Botticino (19,7%). Sottolineiamo subito, pertanto, come il confronto non interessi livelli territoriali omogenei, ma mischi tra loro comprensori (Botticino, Conegliano, Siena e Venezia) e aggregati regionali (la Sicilia e la Campania). Tab.1 Università % Botticino 19,7 Conegliano 23,0 Sicilia 5,9 Campania 4,9 Siena 5,7 Venezia 40,8 Totale 100 (304) Fig.1 Università. Venezia Conegliano Botticino Sicilia Siena Campania 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 35,0 40,0 45,0 Per quanto concerne il genere degli intervistati è possibile osservare come la grande maggioranza appartenga alla popolazione femminile; le donne, infatti, rappresentano i ¾ del campione preso in analisi, e cioè poco più del 75%. 30
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