Iceki Erik Cais - Jindriska Zakova conquistano il 5 Dolomiti Rally - Il Discorso

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Iceki Erik Cais - Jindriska Zakova conquistano il 5 Dolomiti Rally - Il Discorso
Iceki Erik Cais – Jindriska
Zakova conquistano il 5°
Dolomiti Rally

                                            Successo ceko
nel 5° Dolomiti Rally, gara conclusiva della Coppa Rally 4^
zona, organizzata ad Agordo, cuore delle Dolomiti e “paese dei
graffiti”, dal Dolomiti Racing Motorsport di Mauro Riva. Ad
imporsi, con pieno merito ed un marginer assicurante, sono
stati il ventunenne Erik Cais e la sua navigatrice Jindriska
Zakova, su Ford Fiesta MkII dello Yacco ACCR Team. Dopo un
avvio di gara prudente sulla ps 1 “ Oltach ” ,dettato anche
dallec ondizioni difficili del fondo asfaltato molto viscido
per la pioggia battente e la neve, Cais ha iniziato a segnare
tempi importanti fin dalla ps 2 “San Tomas”, vinta ex aequo
con l ’ ottimo friulano Filippo Bravi. Il talento della
Repubblica Ceka, sempre più in sintonia con la vettura e con
il percorso dolomitico, non ha lasciato scampo agli avversari,
pur validi e combattivi, chiudendo in costante crescita ed
aggiudicandosi anche le rimanenti 4 ps, ossia il secondo e il
terzo passaggio sulla “Oltach”e sulla “San Tomas”.

Il podio della gara agordina è stato completato dall ’ottimo
Filippo Bravi, affiancato da Enrico Bertoldi, su Hyundai I20,
secondo a 17.6 dopo aver guidato la classifica generale al
termine delle prime due speciali; e da Alessandro Battaglin-
Sandra Tommasini, su Peugeot 208 T16, vincitori della prima ps
“Oltach”, terzi assoluti a 30.5.

Ai piedi del podio hanno concluso la loro fatica agordina i
lombardi Silva-Pina, su Volkswagen Polo, quarti a 50.8, già
vincitori della prima edizione del Ronde delle Dolomiti nel
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2006.

Le posizioni dal quinto al settimo posto sono state
appannaggio delle Skoda Fabia di Lorenzon-Menegon, Tomasso-
Turatti e dell’inossidabile “Brik”, in coppia con Orian, primo
dei piloti di casa al traguardo nel giorno del suo
sessantaquattresimo compleanno.

La top ten è stata completata da altre due vetture della
popolata classe R5: la Citroen Ds3 di Righetti-Nalli, ottavi;
e la Ford Fiesta MkII di Rossi-Zanella, decimi, mentre la nona
piazza assoluta è andata a premiare la gran gara di Dal
Castello-Zanet che, con la Peugeot 208, hanno vinto la
battaglia a tre nella classe R2B con Sartor-Ascalone,
undicesimi assoluti e secondi di classe; e con Lena-Decima,
dodicesimi e terzi di classe.

Guerreiro vince la tappa 9
del Giro d’Italia, Almeida
ancora in Maglia Rosa

                FESTA PORTOGHESE A ROCCARASO
Tappa e Maglia Azzurra per Guerreiro, Almeida difende la Rosa.
                Domani primo giorno di riposo.
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Roccaraso (Aremogna), 11 ottobre 2020 – Ruben Guerreiro ha
regalato la seconda vittoria di tappa in questa edizione della
Corsa Rosa all’EF Pro Cycling. Il portoghese ha regolato il
compagno di fuga Jonathan Castroviejo (Team Ineos Grenadiers)
sul traguardo in salita di Roccaraso (Aremogna). Con questo
successo Guerreiro indossa la Maglia Azzurra mentre il suo
connazionale,     Joao    Almeida    (Deceuninck-Quick
Step), conserva la Maglia Rosa nonostante abbia perso 18
secondi nei confronti di Wilco Kelderman (Team Sunweb),
adesso secondo della generale.
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LE PILLOLE STATISTICHE

     Ruben Guerreiro è il secondo portoghese vincitore al
     Giro d’Italia dopo Acacio da Silva (5 tappe dal 1985 al
     1989).
     Joao Almeida è diventato il corridore portoghese con il
     maggior numero di giorni in testa a un grande giro (7),
     davanti ad Acacio Da Silva (4 al Tour e 2 al Giro) e
     Joaquim Agostinho (5 alla Vuelta).
     Primo podio di tappa al Giro per Castroviejo e secondo
     podio per Mikkel Bjerg dopo il 3° posto nella cronometro
     di Palermo.

RISULTATO DI TAPPA
1 – Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling) – 208 km in 5h41’20”,
media 36.563 km/h
2 – Jonathan Castroviejo (Team Ineos Grenadiers) a 8”
3 – Mikkel Bjerg (UAE Team Emirates) a 58″

CLASSIFICA GENERALE
1 – João Almeida (Deceuninck – Quick – Step)
2 – Wilco Kelderman (Team Sunweb) a 30”
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3 – Pello Bilbao (Bahrain – McLaren) a 39”
4 – Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling Team) a 53″
5 – Vincenzo Nibali (Trek – Segafredo) a 57″

MAGLIE

     Maglia Rosa, leader della classifica generale,
     sponsorizzata da Enel – João Almeida (Deceuninck – Quick
     – Step)
     Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti,
     sponsorizzata da Segafredo Zanetti – Arnaud Demare
     (Groupama – FDJ)
     Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna,
     sponsorizzata da Banca Mediolanum – Ruben Guerreiro (EF
     Pro Cycling)
     Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani,
     sponsorizzata da Eurospin – João Almeida (Deceuninck –
     Quick – Step), indossata da Harm Vanhoucke (Lotto
     Soudal)

Lo scatto di Jonathan Castroviejo (Team Ineos
Grenadiers) con Ruben Guerreiro (EF Pro Cycling) che lo
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insegue

DATI MONITORATI OGGI
I dati forniti da Velon raccontano la tappa attraverso
dati dispositivi per il monitoraggio in tempo reale. I dati
sono disponibili a questo link.

CONFERENZA STAMPA
Il vincitore di tappa Ruben Guerreiro: “Per me questo successo
significa tantissimo, sono solo al mio secondo grande giro.
Dopo una partenza a tutta ero felice già di essere entrato
nella fuga. Castroviejo si è dimostrato il più forte nei
tratti pianeggianti, quindi sapevo di dover risparmiare un po’
di energia per provare a batterlo all’ultimo chilometro. Joao
Almeida è come un fratello per me. Abbiamo corso entrambi per
la squadra di Axel Merckx. È fantastico per il nostro paese
ottenere successi di tappe e portare le Maglie Azzurra e Rosa
al Giro d’Italia”.

La Maglia Rosa João Almeida: “Ero pronto al peggio, anche
perdere la Maglia Rosa. Ho sofferto molto ma ho lottato per i
miei compagni di squadra perché anche oggi hanno fatto un
lavoro incredibile per me. Voglio continuare a dare il massimo
per la mia squadra e per il mio paese, il Portogallo. Se devo
festeggiare qualcosa con Ruben Guerreiro, sarà dopo il Giro
perché per ora restiamo concentrati sulla corsa”.
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LA PROSSIMA TAPPA

Tappa 10 – LANCIANO-TORTORETO – 177 km
Tappa mista con finale sui muri del Teramano. La prima parte
fino a Francavilla al Mare si svolge lungo la costiera
adriatica con alcuni passaggi cittadini di un certo impegno.
Lasciata la costa la corsa si porta a Chieti attraverso
diverse salite che culminano con il Muro del Tricalle (fino al
18%) che porta nel capoluogo Teatino. Si rientra sulla costa
fino a Giulianova dove dopo pochi chilometri inizia il
“circuito finale” di circa 40 km costellato di muri. Si passa
una prima volta da Tortoreto (borgo alto) per scendere sulla
ss.16 e raggiungere Martinsicuro e quindi la salita molto
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impegnativa di Colonnella (10% medio, 18% max), seguita a
breve distanza dal muro di Controguerra (24%) per ritornare a
Tortoreto da un altro versante (max 20%) e dopo pochi
chilometri affrontare ancora quello iniziale (max 18%) che
scollina a circa 10 km dall’arrivo.

Ultimi KMs
Ultimi 10 km dapprima in discesa e quindi gli ultimi 7
totalmente pianeggianti con sostanzialmente due sole vere
curve. Ai 5 km una curva a gomito dopo un sottopasso
ferroviario e ai 3500 m l’ultima curva a destra che immette
nel lunghissimo rettilineo finale. Da segnalare un
restringimento ai 1700 m dovuto a una rotatoria. Arrivo largo
8 m su asfalto.

COPERTURA TV
I palinsesti della Tappa 10 del Giro d’Italia sono disponibili
a questo link.
Iceki Erik Cais - Jindriska Zakova conquistano il 5 Dolomiti Rally - Il Discorso
#Giro

          Photo Credits: LaPresse

Le    immagini     del    18°
Rallylegend andato in scena a
San Marino nonostante le
difficoltà del Covid-19
Iceki Erik Cais - Jindriska Zakova conquistano il 5 Dolomiti Rally - Il Discorso
Si è conclusa la 18^ edizione di Rallylegend, la più sofferta
a livello organizzativo causa la ben nota pandemia mondiale
che non ha mancato di far sentire i suoi contraccolpi anche
nella piccola Repubblica del Titano, costringendo addirittura
gli organizzatori a cambiare la data dell’evento a poco più di
un mese dalla manifestazione.
Il Covid-19 ha anche fatto mancare buona parte degli
affezionati piloti stranieri ma non per questo l’edizione 2020
ne è risultata sminuita, numerosi infatti i piloti italiani
che hanno dato la loro adesione e ne hanno così compensato la
mancanza; campioni come Franco Cunico, Renato Travaglia,
l’immancabile Miki Biasion, Simone Campedelli e molti altri
ancora deliziato il pubblico con la loro presenza ma
soprattutto con la loro guida spettacolare. Da rilevare che,
seppur in misura minore, la presenza di piloti stranieri non è
mancata, alcuni anche di altissimo livello come ad esempio il
grande Ari Vatanen, che per l’occasione ha ritrovato sul
sedile di destra la sua storica navigatrice Fabrizia Pons, e
Francois Delecour alla guida di una inedita Renaul Alpine A110
R-GT, pure Ken Block – dopo l’esperienza dello scorso anno –
non ha voluto mancare all’appuntamento sammarinese con la sua
Ford Escort Cosworth “Cossie”.
Ari Vatanen

Fabrizia Pons
Ken Block

Miki Biasion
La Renaul Alpine A110 R-GT di Francois Delecour

     Campedelli e Biasion
                                    Campedelli e Biasion
Chantal Galli

Renato Travaglia (al centro)
Incontri friulani al Village: Oscar Buzzi – navigatore di
  Flaviano Polato – e Claudio Vigna

Molti   sono   i   detrattori   di   questo   evento   che   non   lo
considerano un rally vero e proprio, però – come ha anche
scritto recentemente qualcuno su
un  noto   canale  social  –
Rallylegend è molto molto di
più,  siamo         d’accordo che
rispetto ad        una gara di un
qualsiasi campionato qui prevale
lo show ma è proprio questo a
rendere unico Rallylegend, la
formula che include comunque la lotta contro il cronometro ha
come valore aggiunto il divertimento dell’arte del “traverso”,
l’incontro con i campioni del presente e del passato, la
passeggiata nel Village, il tutto in un contesto moderno che
strizza l’occhio a quelli che furono i rally di un tempo e in
una location unica; insomma è la formula che piace al grande
pubblico, con buona pace di chi non ama questa manifestazione
che negli anni è riuscita a calamitare l’attenziaone a livello
globale.
Anche Jean Todt ha voluto essere presente a Rallylegend

L’austriaco Maurer su Audi Quattro se l’è giocata con il
suo connazionale Pommer su chi impostava le curve in
maniera più spettacolare
Manfred Pommer

E poi ci sono loro, le ombrelline:
Nonostante tutte le difficoltà dettate dalla citata pandemia
lo staff capitanato da Paolo Valli e Vito Piarulli ha messo in
scena uno spettacolo che, con i dovuti accorgimenti, è
riuscito a rispettare ampiamente le aspetttive e ad offrire
ciò che il pubblico voleva: macchine e piloti da sogno a
profusione, tanto divertimento e un pizzico di follia.

  Sempre molto spettacolare l’ungherese Nagy
Ken Block – Alex Gelsomino

Venendo ai risultati sportivi, l’americano Ken Block si è
imposto anche quest’anno nel Legend Show, la speciale
classifica che premia chi interpreta in maniera pià
spettacolare – quindi, in sbandata controllata (in gergo: in
derapata) – le due rotonde nei pressi del Village il giovedì
sera, non c’è da stupirsi che l’artista dei video in
controsterzo si sia aggiudicato nuovamente il titolo ma lo
stesso Ken Block ha poi puntato al sodo imponendosi anche
nella categoria MYTH, aggiudicandosi tutte le prove speciali
in programma con una guida più pulita ma redditizia a livello
cronometrico a discapito però dello spettacolo che il pubblico
si attendeva da lui.
Boroli – Imerito

Al secondo posto delle MYTH l’equipaggio Boroli – Imerito con
la loro stupenda Subaru Impreza 555, seguiti dal fenomenale
Renato Travaglia che con la Ford Sierra Cosworth di RB
Motorsport è salito sul terzo gradino del podio, quarto posto
di rilievo per Franco Cunico, anch’egli su una Sierra Cosworth
di RB Motorsport.
Un particolare della Sierra di Renato Travaglia

  La Ford Sierra di Cunico – Pirollo

Si dice “largo ai giovani” e il talentuoso giovane francese
Adrien Fourmaux ha preso alla lettera il detto popolare
andando a vincere la categoria WRC con la Ford Fiesta WRC Plus
ufficiale messagli a disposizione da M-Sport, seguito da “Il
Valli” su Hyundai i20 WRC del 2016 del team HMI; un grande
risultato per “Il Valli” che ci ha messo veramente anima e
corpo per agguantare il secondo gradino del podio.

  Adrien Fourmaux
“Il Valli”

Altra categoria, altro vincitore, parliamo della HYSTORIC
conquistata dall’equipaggio Bianchini-Paganoni sulla splendida
Lancia Rally 037, secondo invece Stefano Rosati con la sua
inseparabile Talbot Sunbeam Lotus, sempre molto spettacolare
sulle strade di casa.
Bianchini-Paganoni

Stefano Rosati

Baldacci – Zafferani terzi nelle Historic su Porsche 911
Carrera RS
Battiato-Battiato

Citiamo infine Battiato-Battiato, vincitori della categoria
HERITAGE con una bellissima Lancia Fulvia HF, ma per un
riepilogo dei risultati vi rimandiamo al servizio già
pubblicato da questa testata in quanto ora vorremmo spendere
due parole sul pubblico che è il vero motore di Rallylegend.
La fantasia del pubblico di Rallylegend non ha limiti

Pubblico che ha dovuto fare i conti con le disposizioni
riguardanti il Covid-19 e con il già citato cambio di data
della manifestazione ma che non ha voluto mancare
all’appuntamento con lo spettacolo organizzato nell’antica
terra della libertà per vivere una full immersion di rally con
entusiasmo e passione.

  Paolo Valli
Polato – Buzzi, beniamini     del   pubblico   con   la
  simpaticissima Fiat 126 Bis

Frank Kelly e Paolo Diana sono oramai due istituzioni di
Rallylegend:

  Frank Kelly
Paolo Diana

Nicola Stefani -Paolo Cargnelutti
Unici rappresentanti quest’anno dall’Ungheria con la
Lada, Dudas-Begala non hanno fatto mancare lo spettacolo

Riccardo Errani con la potentissima ma poco gestibile
Mustang
Aronne Travaglia – Lorenzo Lamanda

Simone Campedelli
Le circostanze hanno fatto si che il numero di spettatori
fosse inferiore agli anni scorsi – e non poteva essere
altrimenti – ma il calore del pubblico non è di certo mancato
lungo le prove speciali, accampamenti improvvisati un po’
ovunque, applausi, incitamenti e fumogeni vari a colorare le
notti del Legend e il Village sempre affollatissimo sono stati
il segno che anche quest’anno Rallylegend – adeguandosi al
momento storico – ha centrato l’obiettivo: mandare in scena il
festival del controsterzo ma sempre nel rispetto delle
normative antiCovid.

                                                  Dario Furlan

Greenland: la recensione del
disaster movie di Ric Roman
Waught con Gerard Butler

Questo film mette in scena le vicende di una famiglia
benestante statunitense, alle prese con un disastro epocale,
destinato a provocare un’estinzione di massa sul nostro
pianeta, causato dall’impatto di un gigantesco meteorite, più
grosso di quello che presumibilmente ha spazzato via i
dinosauri.

La famiglia all’inizio del film è in crisi. John Garrity
(interpretato da Gerard Butler) è un ingegnere edile in fase
di difficile riavvicinamento alla sua ex moglie Allison
(Morena Baccarin). A complicare ulteriormente le cose, il loro
figlioletto Nathan (Roger Dale Floyd) soffre di una grave
forma di diabete.

La cometa Clark è in fase di avvicinamento alla Terra, ma
l’evento viene inizialmente dipinto dai media come una
piacevole curiosità. In realtà dal corpo celeste si staccano
dei frammenti enormi, uno dei quali spazza via la Florida.
John riceve una chiamata di emergenza che lo informa che la
sua famiglia è stata scelta per trovare riparo in un
misterioso rifugio segreto. Comincia una corsa forsennata
verso la base militare dalla quale partono gli aerei della
speranza, mentre nuovi detriti, sempre più grandi e
pericolosi, impattano sulla superficie terrestre…

Greenland: un disaster movie che narra una storia dal punto di
vista della gente comune

A differenza di molte alte pellicole catastrofiche, che
indugiano su come le autorità gestiscono la crisi, in questo
film non ci viene dato sapere come le istituzioni hanno preso
le loro decisioni. Vediamo solo il loro effetto nella vita
della gente comune, in particolare sui membri della famiglia
Garrity.

Il fatto che inizialmente i media cerchino di vendere un
evento tanto catastrofico come una bagatella, di certo non fa
fare una bella figura alle istituzioni che dovrebbero
garantire l’obiettività dell’informazione.

Però nella pellicola vengono mostrati soldati, membri della
protezione civile e sanitari che si fanno in quattro per
aiutare i civili, che invece spesso si comportano in modo a
dire poco scandaloso.

I protagonisti di Greenland si muovono in modo discutibile

John e Allison, messi alle strette dal precipitare degli
eventi, non esitano a voltare le spalle agli amici, a cercare
di intortare un ufficiale per fare imbarcare il loro figlio su
un aereo e, più in generale, a mettere in pericolo la vita
degli altri pur di salvare la propria.

Comportamenti che gettano una pessima          aura attorno ai
protagonisti, tanto che è difficile provare    empatia per loro.
Il film, che ha ignorato ogni possibilità di   salvare la Terra,
tanto che la scienza non trova spazio nella    pellicola, sembra
volere immergere lo spettatore in un bagno della peggiore
mediocrità umana.

La fine del mondo è solo un pretesto per mettere in scena il
peggio che la gente comune può fare, e pensare, in una
situazione di emergenza, in cui quello che sembra animare le
persone è la volontà di salvare la ghirba. E se per
raggiungere questo obiettivo gli altri devono lasciarci le
penne, affari loro.

Solo chi indossa una divisa sembra conservare una tensione
verso ideali superiori, mentre la gente comune è spinta
dall’istinto di autoconservazione. Quanto a eroi che lottino
per salvare il pianeta a rischio della propria vita, non se ne
vede manco l’ombra, ma forse questo è un bene, perché ne
abbiamo già visti a palate in innumerevoli pellicole del
genere.

Greenland: un film a basso budget, e si vede

In effetti Greenland è un disaster movie abbastanza atipico,
anche dal punto di vista degli effetti speciali, che non sono
di certo esaltanti. In particolare, le scene catastrofiche
dove il colore dominate è l’arancione risultano essere
particolarmente piatte. Fatto che di certo non aiuta ad
aumentare la spettacolarità di questo film.

Forse da una pellicola costata solo 34 milioni di dollari non
ci si poteva aspettare di più. Ma se Waught voleva realizzare
un prodotto che si differenziasse in modo netto da altri film
catastrofici, doveva impegnarsi di più, per produrre qualcosa
di cinematograficamente rilevante. Non basta raccontare una
storia dal punto di vista della gente comune. Bisogna farlo
bene.

Greenland: un film tutto sommato mediocre

Forse il vero punto debole di questa pellicola risiede proprio
nella storia, troppo lineare e scontata, con alcune scene che
rasentano il risibile, in fatto di prevedibilità di quanto
accade nell’inquadratura successiva. E non bastano attori come
Gerard Butler per dare spessore a personaggi piatti e
stereotipati.

L’arco narrativo dei protagonisti può essere riassunto con il
ritorno dell’amore nella famiglia Garrity, ottenuto grazie
agli eventi che portano alla sparizione del 75% delle specie
viventi sul pianeta e alla distruzione del continente europeo
e di qualche altra nazione. Forse un prezzo un po’ troppo alto
da pagare.

Se a questo aggiungiamo l’assenza di effetti speciali
coinvolgenti e di scenari fantascientifici capaci di fare
sognare lo spettatore, mantenere la sospensione della
incredulità è veramente difficile, anche per gli amanti del
genere, magari pronti a chiudere un occhio sui suoi limiti
intrinseci. Ma sicuramente non vogliosi di guardare qualsiasi
cosa, solo perché Gerard Butler interpreta il protagonista
maschile del film.

Si poteva fare di meglio. Peccato, perché l’idea di base è
buona.

10mila passi, inaugurato il
percorso   del   Pecolat  a
Tramonti di sopra
Dopo Brugnera, Sacile e Tramonti di Sotto, anche Tramonti di
Sopra ha inaugurato il proprio percorso sviluppato nell’ambito
del progetto “Fvg in movimento,10mila passi di Salute”, che
avvalendosi di finanziamenti regionali è realizzato con il
coordinamento di Federsanità Anci Fvg, in collaborazione con
PromoTurismo Fvg, Università degli Studi di Udine,
Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche.

Alla cerimonia inaugurale, seguita da passeggiata, sono
intervenuti il sindaco Giacomo Urban, la vicesindaca, Patrizia
Del Zotto, i presidenti di Anci Fvg Dorino Favot e di
Federsanità Anci Fvg, Giuseppe Napoli, Luana Sandrin, per la
Direzione centrale Salute, Laura Pagani e Demetrio Panariello
per il Dipartimento di Scienze economiche e Statistiche
dell’Università di Udine (che cura la valutazione del
progetto) e Alessia Del Bianco di PromoTurismoFvg. Presenti
anche il medico Giorgio Siro Carniello, presidente di Credima
e i referenti delle associazioni locali e dei gruppi di
cammino

L’amministrazione ha individuato per il progetto 10mila passi
il Percorso del Pecolat, un suggestivo itinerario panoramico
ad anello lungo 6 km, con partenza dal Centro visite di
Tramonti di Sopra, che tocca la Chiesa della Madonna della
Salute, la Chiesa di San Floriano, le case di Rutizza, i
ruderi del Pecolat, Borgo Titol, Sottrivea. “Il nostro Comune
– dicono gli amministratori di Tramonti di Sopra – ha la
fortuna di trovarsi in un ambiente naturale di grande
bellezza, per questo il percorso del Pecolat, facilmente
accessibile dai residenti, può essere attrattivo anche per chi
non abita in valle. Tabellone e segnaletica rendono la sua
fruizione facile e sicura”.

Nella Destra Tagliamento sono una quindicina i Comuni che
hanno aderito al progetto 10mila passi, condividendone le
finalità, ovvero facilitare le scelte salutari dei cittadini,
promuovere corretti stili di vita, favorire e promuovere
l’attività fisica e motoria per tutti, col massimo
coinvolgimento della cittadinanza di tutte le età, dei gruppi
di cammino e delle associazioni locali.
I cartelloni sono in italiano e inglese, e i percorsi sono
indicati in loco dalla segnaletica coordinata e si possono
consultare anche on line sui siti dei Comuni aderenti, su
www.federsanita.anci.fvg.it, www.invecchiamentoattivo.fvg.-
it e www.turismofvg.it.

Il prossimo percorso a essere inaugurato sarà “CamminaAzzano”
mercoledì 14 ottobre alle 9.40 ad Azzano Decimo, con ritrovo
al palazzetto dello Sport. Info federsanita@anci.fvg.it .
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