I nostri test al NÜRBURGRING
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I nostri test al NÜRBURGRING UN “SERPENTE” LUNGO 21 KM – Sorbirsi svariate ore d’autostrada per raggiungere un circuito può apparire poco logico. Ma chi conosce le caratteristiche entusiasmanti e irripetibili della Nordschleife (la pista del vecchio Nürburgring), trova facilmente più di una giustificazione per tale affaticante trasferta. Si tratta, infatti, di un tracciato (adagiato fra le verdissime colline dell’Eifel, al centro dell’omonima foresta, nel Nord della Germania), che non ha eguali non solo per la sua notevole lunghezza, ma soprattutto per la varietà di situazioni che si stempera nei suoi ventuno, eccitanti, chilometri. BANCO PROVA DINAMICO – Nessun altro circuito al mondo permette di provare un veicolo a motore in una varietà così ampia di situazioni: dalle curve - larghe e ben pavimentate - che si incontrano in un tradizionale autodromo, ai tratti caratteristici di una strada di montagna aperta al traffico, col corredo di gobbe e avvallamenti, svolte in contropendenza, scollinamenti nel bel mezzo di un tornante, falsipiani e persino “adrenaliniche discese” che, con micidiali “compressioni”, si trasformano repentinamente in ripide salite. Per questo il “Ring” è universalmente riconosciuto come il “banco prova dinamico” più severo e selettivo per valutare il comportamento in condizioni limite di qualsiasi tipo di vettura o motocicletta. SOTTO LA PELLE - Provare una vettura al Ring permette effettivamente di andarle “sotto la pelle”, di capirne appieno i pregi e i difetti, e di stressare come in nessun altro percorso le sospensioni, il motore e i freni. Questi sono i motivi per cui, come tutte le case automobilistiche, anche noi di alVolante lo frequentiamo assiduamente per analizzare a fondo i modelli più interessanti, a integrazione, e a completamento, delle usuali prove strumentali che effettuiamo in Italia, sull’impianto di Balocco (VC). APERTA PROPRIO A TUTTI - In Germania la Nordschleife è classificata come “strada a pedaggio a senso unico, priva di limiti di velocità”, tanto è vero che in caso di incidente (evento, purtroppo, tutt’altro che raro) l’impianto viene chiuso e interviene la Polizia stradale per i rilievi del caso. Nei giorni in cui non viene affittata in esclusiva, l’accesso è libero a chiunque sia in regola con le norme di circolazione e acquisti il ticket di ingresso, che costa 24 euro per ciascun giro. Anche per questo, girando in pista, non è difficile incontrare la famigliola con la monovolume e le bici sul tetto, camper stracarichi che arrancano in salita a meno di 80 all’ora, o addirittura dei pullman impegnati in www.alvolante.it
vere e proprie escursioni turistiche con tanto di speaker che, al microfono, illustra le caratteristiche uniche del tracciato. C’È ANCHE CHI VA A SPASSO – Sul Ring non girano solo piloti dotati di grande “manico”. Anzi, spesso si incontrano dei veri e propri “cagnacci del volante” che si prendono parecchi rischi facendoli inevitabilmente correre anche agli altri. Per questo è bene girare sempre con le “antenne bene alzate”, pronti a prevenire manovre inconsulte. Sulla Nordschleife convivono - non sempre benissimo per la verità - tre grandi categorie di guidatori: il “turista” che al volante di una sportiva appena uscita dalla concessionaria vuole semplicemente “farsi un giro”; i “velleitari”, che alla guida di auto anche molto potenti, magari con la compagna al fianco, non vogliono saperne di dare strada anche se non sono tanto veloci; i “piloti veri”, quelli che sanno portare al limite la propria vettura pur rispettando gli altri. Questi ultimi, ovviamente, sono i migliori: se incontrano qualcuno che tiene loro testa magari con una vettura molto meno potente, non si comportano scorrettamente, ma, anzi, si affiancano in rettilineo e si complimentano mostrando il pollice alzato, oppure vanno a stringere loro la mano nel paddock. LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO – Per la sua particolare morfologia, la Nordschleife è un circuito piuttosto pericoloso, anche perché per più di due terzi, fasciato com’è di guardrail, risulta praticamente privo di spazi di fuga. Anche per questo, quando giriamo su questo tracciato, cerchiamo di sfruttare ogni vettura al meglio delle sue possibilità, pur mantenendo un buon margine per non correre troppi rischi e non farli correre agli altri piloti (anche se, spesso, non sono sempre così “educati” e disponibili a cedere il passo ai veicoli che sopraggiungono…). Inoltre, cerchiamo di scegliere sempre i momenti in cui il traffico è meno intenso, d’estate preferibilmente dopo le 17 (cioè quando la maggioranza si è ormai “sfogata”), anche se tocca sorbirsi il sole negli occhi nella prima parte del tracciato o qualche punto umido nei tratti in ombra. L’altra possibilità di trovare la pista libera è quella di girare a inizio o a fine stagione (cioè a febbraio-marzo o a novembre): nell’Eifel comincia già a fare molto freddo e il “popolo pistaiolo” cala parecchio, soprattutto i motociclisti. Ma i rischi di trovare fondo umido, pioggia o addirittura punti ghiacciati si amplifica inesorabilmente… REGOLE ED EDUCAZIONE – Col sedimentarsi degli anni (e dei giri di pista) si impara che le due cose più importanti al Ring sono le seguenti: cercare di prevedere gli errori altrui (valutando lo stile di guida e la traiettoria di chi ci precede) e tenere sempre d’occhio gli specchi retrovisori. Se si vede arrivare qualcuno che ha un passo più veloce, è fondamentale spostarsi subito a www.alvolante.it
destra segnalandolo con la freccia. Anche il rispetto degli altri utenti del circuito (persino quelli più lenti e “ingombranti” hanno lo stesso nostro diritto di godersi in pace un giro di pista, peraltro pagato profumatamente…) è fondamentale. Suonare il clacson e agitare il pugno non è certo il modo più educato per manifestare il proprio disappunto quando ci si trova un veicolo lento “fra i piedi”. E non nascondiamo che anche a noi è capitato in passato: lo ammettiamo e facciamo ammenda. Tuttavia, dopo decine di giri ritrovarsi a sorpassare sempre gli stessi guidatori non rispettosi delle regole basilari del comportamento in pista (e che sembrano quasi provare piacere nell’ostacolare i piloti più veloci…), è umano che la pazienza scappi. Ma cercheremo di controllarci meglio in futuro. Tuttavia, che il nostro pilota rispetti le regole e chi gira in pista, lo dimostra il fatto che, pur frequentando il Ring dal 1978, non ha mai causato né un incidente né danneggiato una sola vettura. COME NORMALI APPASSIONATI – Sono in molti a chiederci come realizziamo le nostre prove al Ring e di quali particolari accordi con la direzione dell’impianto tedesco godiamo quando entriamo in pista. A questo proposito è bene chiarire che, a differenza delle case automobilistiche o delle grandi organizzazioni internazionali di prove libere che si accaparrano il circuito in esclusiva e possono percorrere il giro completo di 20,832 km effettivi, noi effettuiamo i nostri test come tutti i “comuni mortali”: acquistiamo la card d’ingresso, ci mettiamo pazientemente in coda davanti ai “marshall” che controllano meticolosamente chi transita alla sbarra d’accesso, e percorriamo un giro per volta, uscendo al termine di ciascuna tornata. Per questo, come qualsiasi appassionato, affrontiamo i problemi di “traffico” sul tracciato, oltre agli eventuali restringimenti di corsia per recuperare veicoli incidentati, che impongono inesorabilmente di rallentare. AFFITTO IN ESCLUSIVA – Affittare una “race-track”, cioè una pista tradizionale per un test è normale per una rivista (anche noi lo facciamo con frequenza), mentre è completamente diverso affittare la Nordschleife. Per due motivi: i costi per il noleggio in esclusiva anche per mezza giornata sono proibitivi, soprattutto se si considera che nell’Eifel (la regione del Nürburgring) piove spesso (per cui è facilissimo buttare via decine di migliaia di euro per un tracciato bagnato, il che, nel nostro caso, evidentemente non serve a molto). Per cui le condizioni e le situazioni che affrontiamo sono analoghe a quelle che possono incontrare i nostri stessi lettori. E, di conseguenza, i video che realizziamo documentano un’esperienza che può essere effettivamente vissuta da tutti, a patto di disporre delle stesse macchine. www.alvolante.it
SEMPRE CON LO STESSO PILOTA – Come riusciamo a ottenere tempi oggettivamente così interessanti? Semplice: i nostri test vengono sempre effettuati (sulla base di cinque giri, equivalenti a circa un centinaio di chilometri) dallo stesso pilota, che conosce il tracciato “come le sue tasche”, avendo percorso in totale oltre 2000 giri, equivalenti a quasi 40.000 km…), ed è pure – evidentemente – dotato di “un certo talento”. È doveroso segnalare che il nostro giornalista-pilota è in grado di portare tutte le vetture costantemente in prossimità del limite, pur mantenendo un ragionevole margine di sicurezza. INTERPRETAZIONE DEL TRACCIATO – A proposito delle traiettorie, raccomandiamo di diffidare dei soloni che passano il loro tempo a pontificare, o a suggerirvi le linee ideali. Nella Nordschleife non c’è “la traiettoria ideale”, ma quella “meno peggio” da seguire in funzione delle condizioni climatiche (spesso si è costretti a evitare di “andare alla corda” quando si individua dell’umidità all’interno) o alla situazione del fondo. Senza contare che con vetture dall’assetto scorbutico, dall’avantreno nervoso o dall’erogazione violenta, è sempre necessario riparametrare il modo di affrontare le frequenti gobbe, i salti e le imperfezioni che possono perturbare mettere in crisi l’assetto. GLI ERRORI? SEMPRE TROPPI – Insomma, il Ring ve lo dovete imparare giro dopo giro, facendo tesoro di ciascun errore compiuto. Tanto, statene certi, ne commetterete ancora tantissimi. Persino il nostro pilota, dopo decine di migliaia di chilometri trascorsi nell’”inferno verde”, ammette che è difficile fare un giro veramente pulito: ottenere il giro perfetto. Ammette, infatti, di commettere ancora numerosi errori (ma – aggiunge – l’importante è rendersene conto…), ed è per questo che il miglior tempo nella Nordschleife viene fuori non quando si fa tutto al meglio, ma quando si riducono al minimo gli sbagli. Le ragioni? Molteplici: distrazione, perdita di ritmo da un settore all’altro (dovuto alla completamente differente morfologia delle curve di tratti anche contigui), dossi, salti e avvallamenti dove proprio non li vorresti, e chi più ne ha più ne metta. IMPUGNATURA DEL VOLANTE – Qualcuno ha notato che il nostro pilota non sempre impugna il volante in maniera canonica, tenendo cioè le mani sulle 9:15. È vero, ma è necessario ricordare che al Ring le auto mostrano il meglio e il peggio della loro personalità: alcune in certi frangenti vanno guidate con delicatezza e “in punta di forchetta” (quando l’asfalto non è perfetto, con certe vetture quando si apre l’acceleratore è consigliabile lasciare lo sterzo libero di autostabilizzarsi), mentre in altre situazioni il volante va impugnato con decisione e alle 9:15, come ben mostra – appunto www.alvolante.it
– il video della Porsche 911. Ma questo, lo decide chi guida, sulla base della sua esperienza, delle sue capacità e del temperamento della vettura che sta guidando. Sulla Nordschleife, per i repentini mutamenti del fondo stradale, per le sue buche, i suoi avvallamenti e i cambiamenti di grip, bisogna, insomma, adattare le traiettorie di volta in volta al tipo di vettura, in funzione del suo assetto, delle sua potenza, della trazione e delle caratteristiche di risposta dello sterzo. IL “NOSTRO” RING – Il tratto nel quale misuriamo i tempi sul giro è compreso tra il primo ponte dopo l’ingresso, e l’ultimo, dopo il curvone del Galgenkopf, a qualche centinaia di metri dall’uscita. La lunghezza effettiva del nostro percorso è di 19,5 km (misurati coi nostri strumenti a tecnologia Gps, coi quali, oltre al tempo, rileviamo anche le velocità e le traiettorie in tutti i punti del circuito), vale a dire circa 1300 metri in meno rispetto al giro completo. Considerando che con una vettura media sportiva si transita sotto l’ultimo ponte a velocità dell’ordine dei 180-190 km/h, il tempo “bridge to bridge” (o “bridge to gantry” come dicono alcuni) risulta, quindi, più breve di 16-20 secondi rispetto a quello del giro completo (di 20,832 km) effettuato dalla stessa vettura che percorre in pieno tutto il rettilineo. Per avere ulteriori parametri di valutazione, ci sembra anche giusto aggiungere che i “nostri tempi” sono penalizzati dal fatto (più volte ricordato) che giriamo in presenza di traffico, e che la velocità alla quale transitiamo sotto il primo ponte equivale più o meno alla metà di quella delle vetture che, invece, possono percorrere il rettilineo finale “in pieno”. TEMPO SUL GIRO – Come per tutte le piste, il tempo sul giro resta il parametro fondamentale per valutare la prestazione di una vettura al Ring. Persino se c’è traffico. Nel nostro caso, infatti, non si tratta di un dato messo lì a effetto nell’ambito di un semplice testo, ma correda sempre un video nel quale si ha modo di valutare le effettive condizioni di traffico affrontate. E questo è un elemento importante anche per il lettore, che può così disporre di un riferimento circostanziato sul potenziale di questo o quel modello di serie sulla Nordschleife. UN MOSAICO DI TEMPI – Riteniamo, invece, che abbia molto meno senso fornire il cosiddetto “ideal lap”, il “giro ideale” sommando i tempi parziali ottenuti nei vari settori del tracciato (come si fa per le altre piste). Prima di tutto perché al Ring non si riesce mai ad andare veramente al limite dappertutto (può succedere al massimo su un 10% del tracciato, quello più sicuro per mancanza di fondo critico e per la presenza di un minimo di spazio di fuga). In seconda istanza (e questa è una delle ragioni per cui si verifica il primo caso) perché il tracciato non permette di prendere un ritmo omogeneo www.alvolante.it
come su una “pista normale”, ma “ritmi diversi” a seconda del settore che si affronta. Che cambiano, evidentemente, giro dopo giro. Questo porta, di conseguenza, a notevoli differenze fra le velocità di ingresso e di uscita dallo stesso settore. Dunque, proprio l’oggettiva difficoltà di disporre di passaggi omogenei da un tratto all’altro del circuito, rende problematico ottenere un “tempo ideale” e rappresentativo delle prestazioni dinamiche della vettura. Intendiamo dire che se si sbaglia qualcosa in un settore, o a causa di un sorpasso “sofferto”, la velocità conseguentemente più bassa con la quale si entra nel tratto successivo, creerà un’inevitabile penalizzazione. STRUMENTI – Per i nostri rilevamenti sulla Nordschleife utilizziamo sofisticate strumentazioni Gps dotate di antenne satellitari (Leane V-Sat o Dewetron) che campionano sino a 16 canali a 1/100 di secondo. Grazie alle tracce rilevate con queste apparecchiature, abbiamo modo di studiare, con la risoluzione di una ventina di centimetri, le traiettorie seguite in pista nei vari punti del tracciato, e questo ci aiuta parecchio a individuare quella più redditizia in rapporto alla morfologia del fondo stradale. www.alvolante.it
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