I DRONI ARMATI - Ministero della Difesa

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IDEE ED
ESPERIENZE

I DRONI ARMATI
Implicazioni etiche e sviluppi

Fernando PAGLIALUNGA

                                      D
                                                     al 2004, l’Italia ha impiegato con
              L’estensivo ricorso,                   successo i propri droni (altrimen-
           nell’ultimo decennio,                     ti noti anche come Aeromobili
                         a sistemi        a Pilotaggio Remoto - APR o Unmanned
                                          Aerial Vehicles - UAV1) in Iraq, Afghani-
             a pilotaggio remoto
                                          stan, nel Mediterraneo, nel Corno d’Africa
                     ha sollevato
                                          e in supporto all’operazione Mare Sicuro
                 un certo numero          in missioni di ricognizione e sorveglianza
                      di questioni        aerea, e più di recente due Predator2 sono
          di carattere operativo,         stati schierati in Kuwait per condurre mis-
           di riduzione dei costi         sioni di ricognizione nell’ambito della cam-
             e di carattere etico.        pagna aerea della Coalizione a guida USA
                                          creata in risposta al dilagare dello Stato
                                          Islamico in Siria e Irak.
                                          Gli Stati Uniti, da parte loro, sulla base della
                                          “Authorization for the Use of Military force
                                          against Terrorists” (AUMF)3, impiegano già
                                          dal 2001 i propri velivoli senza pilota (UAV)
                                          per attività di intelligence e counter-terrori-
                                          sm al di fuori dei propri confini nazionali,
                                          anche in missioni di leadership targeting.
                                          Un impiego, quello dei droni armati da
                                          parte USA, che dal 2005 è incrementato
                                          in modo esponenziale4, soprattutto nella
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campagna antiterrorismo, innescando un                 I possibili vantaggi derivanti dall’impiego
acceso dibattito sulla liceità etico-morale e,         degli UAV
più in generale, sulla rispondenza del loro            L’estensivo ricorso, nell’ultimo decennio,
utilizzo ai dettami del diritto internazio-            a sistemi a pilotaggio remoto ha consen-
nale umanitario. Il Governo americano ha               tito di apprezzarne importanti vantaggi,
recentemente deciso di concedere a Paesi               dal punto di vista operativo, di riduzione
alleati la capacità di utilizzo della tecno-           dei costi e, secondo molti, “etico”, rispetto
logia UAV con finalità anche offensive, e              ai velivoli tradizionali. In primo luogo, vi
ciò imporrà una seria riflessione sulle im-            sono i vantaggi di natura operativa. Uno
plicazioni legate all’utilizzo di droni arma-          di essi è rappresentato dalla disponibilità
ti, in relazione alla necessità da parte dei           di un maggior mission time, che si traduce
decisori politici e, non meno importante,              inevitabilmente in un più lungo supporto
dell’opinione pubblica, di ponderare van-              alle unità sul terreno, dato che gli equi-
taggi e svantaggi, operando un’attenta                 paggi possono operare “avvicendandosi” in
valutazione, scevra da pregiudizi, circa le            cabina di pilotaggio con il velivolo in volo
modalità d’impiego di un tale assetto.                 anche a migliaia di chilometri dal cockpit
Prendendo le mosse da alcune caratteri-                remoto, fintanto che l’autonomia lo con-
stiche d’impiego degli APR, questo articolo            sente. Inoltre, mentre le possibilità di ri-
intende mettere in luce, senza la pretesa di           cevere collaborazione e supporto sono più
fornire una risposta esaustiva al riguardo,            limitate per i piloti dei velivoli tradizionali,
i punti più dibattuti e le principali posizioni        gli operatori da remoto possono beneficia-
che oggi emergono a favore e contro l’uti-             re, in ogni momento, della continua as-
lizzo dei cosiddetti “drone strikes”, allargan-        sistenza di colleghi e anche di specialisti,
do l’orizzonte, nella parte conclusiva, per            non ultimi i legal advisers, operando in un
introdurre le possibili ulteriori sfide che            ambiente auspicabilmente caratterizzato,
l’incessante sviluppo e la relativa facilità di        tra l’altro, da un minor livello di stress e
accesso a tali tecnologie potranno portare             combat fatigue. Con tale tecnologia si as-
nel prossimo futuro.                                   sicura inoltre, a parità di altre condizioni,
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I droni armati

 una maggiore force protection, in quan-              d’arma. Innanzitutto, in risposta alla for-
 to non vi sono rischi per i piloti. Va da sé         temente dibattuta questione dei danni
 che qualsiasi soluzione che consenta di              collaterali e della possibile occorrenza di
 assicurare una riduzione delle perdite e             vittime civili (civilian casualties, CIVCAS), è
 del rischio per le truppe amiche sia moral-          stata sostenuta la tesi che i droni assicu-
 mente accettabile, in quanto è imperativo            rano una maggiore precisione di ingaggio,
 dei comandanti militari, nel perseguire un           contribuendo potenzialmente a ridurre
 legittimo obiettivo militare, scegliere dei          proprio quei tanto richiamati “danni colla-
 mezzi di combattimento, se disponibili,              terali” e consentendo di rispettare i prin-
 che non espongano a rischi inutili i propri          cipi della discriminazione e della propor-
 uomini.5 Va evidenziato poi un secondo               zionalità. Da questo punto di vista, il pro-
 ordine di vantaggi, riconducibili prevalen-          fessor Bradley Strawser, fortemente attivo
 temente alla riduzione dei costi. Da questo          nel campo dell’etica militare, afferma che
 punto di vista, si deve infatti sottolineare         ‘la tecnologia degli UAV di fatto incremen-
 come la riduzione generalizzata dei budget           ta l’abilità di un pilota di discriminare’.7 Gli
 della Difesa nei Paesi occidentali abbia nel         operatori dei droni possono continuare a
 tempo imposto la ricerca di un sempre più            osservare un potenziale obiettivo per ore,

 favorevole rapporto costo/efficacia nello            prima di decidere se attaccare o meno, cir-
 sviluppo e nell’introduzione in servizio di          costanza che li renderebbe più capaci di
 nuovi armamenti, trovando proprio nei si-            evitare vittime tra i civili, preservando al
 stemi a pilotaggio remoto un miglior com-            contempo l’incolumità fisica degli operato-
 promesso tra impatto finanziario dei costi           ri. Vi è inoltre chi offre comparazioni tra
 di acquisizione e mantenimento rispetto              i dati disponibili in merito alle vittime ci-
 ai sistemi tradizionali.6 Vengono infine             vili occorse a partire dal 2001 in seguito a
 evidenziati dai sostenitori dell’impiego dei         “targeted killings” (attività scrupolosamente
 droni armati due aspetti, inerenti al profilo        pianificate e sottoposte a stringenti verifi-
 etico, che ne fanno risaltare le qualità e i         che prima di essere definitivamente auto-
 pregi rispetto ad altre tipologie di sistemi         rizzate8) e i numeri ben maggiori causati
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da attacchi aerei tradizionali in risposta a         indica come “force-short-of-war”, il cui uti-
eventi più “fluidi” verificatisi sul terreno,        lizzo contribuirebbe a evitare le “unpredi-
senza voler fare raffronti con le campa-             ctable and often catastrophic consequences”
gne aeree caratterizzate da classici e più           di un conflitto combattuto su larga scala.11
invasivi bombardamenti di alcuni conflitti           Alcuni commentatori ritengono che il ri-
del secolo scorso. Per alcuni di questi com-         corso ad attacchi a mezzo droni potrebbe
mentatori, quindi, i droni rappresentano             per certi versi rappresentare l’extrema ra-
“the worst form of war, except for all the           tio (secondo il criterio della “guerra come
others”.9 Secondo altri, poi, la condotta di         ultima risorsa” sancito nello jus ad bellum”),
forme di “drone warfare” può contribuire a           prima di un intervento armato su larga
non elevare il livello del conflitto.10              scala.12
Dal punto di vista etico e morale, in pre-           Le principali obiezioni all’impiego degli
senza di minacce incombenti ma di porta-             UAV
ta limitata, avere disponibile una tecnolo-          Il dibattito sulla liceità etica dei drone
gia, come quella rappresentata dai droni,            strikes vede, sul versante opposto, nume-
potrebbe evitare di ricorrere ad una guer-           rosi sostenitori di tesi che individuano
ra su larga scala in quanto consentirebbe            nell’impiego di munizionamento da si-
di condurre interventi mirati e risolutivi.          stemi a pilotaggio remoto una sostanziale
Tali assetti rientrerebbero pertanto in              violazione della tradizione filosofica della
quella categoria di forze militari che Mi-           “guerra giusta” e dei principi alla base del-
chael Walzer, noto pensatore politico sta-           lo jus ad bellum e dello jus in bello. In par-
tunitense tra l’altro autore di un importan-         ticolare, tra le altre, emergono le seguenti
te saggio sulla teoria della “guerra giusta”,        tre obiezioni principali che di seguito ver-
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ranno brevemente approfondite: 1) i droni             tra le fila amiche, rischiano di sovvertire
favorirebbero, per certi versi, la rimozio-           il naturale limite rappresentato proprio
ne dei tradizionali vincoli che in qualche            dalla “casualty aversion” dell’opinione pub-
modo concorrono a rendere l’eventualità               blica, con la pericolosa conseguenza che
di un conflitto meno probabile; 2) l’utilizzo         la rimozione di un tale vincolo, dal punto
dei droni affievolirebbe le tradizionali vir-         di vista dello jus ad bellum, potrebbe “faci-
tù militari (eccessiva asimmetria dei mezzi           litare” l’avvio di un conflitto o innalzarne
e dei modi di condotta del conflitto); 3) gli         il livello, allargarne l’estensione geografica
operatori di tali assetti sarebbero chiamati          o autorizzare la condotta di una determi-
ad affrontare seri dilemmi di carattere mo-           nata tipologia di operazioni. Tra gli altri, è
rale. Una prima obiezione è quindi rappre-            rilevante la posizione sostenuta dagli stu-
sentata dalla possibile alterazione nella na-         diosi John Kaag e Sarah Kreps, per i quali
turale cautela dell’opinione pubblica e dei           i droni creano un vero e proprio “azzardo
decisori politici nel sostenere un eventua-           morale”, in quanto, mettendo al riparo i
le intervento armato, laddove l’elemento              cittadini, la classe politica e l’establishment
umano venga progressivamente rimpiaz-                 militare dai rischi connessi alla condotta
zato, sui campi di battaglia, da strumenti            di operazioni che implicano targeted killing,
bellici manovrati a distanza. La difficoltà           porterebbero a una difficile comprensio-
dell’opinione pubblica di accettare perdite           ne della reale portata e delle conseguen-
amiche e la conseguente resistenza alla               ze delle azioni militari intraprese.13 Altri,
condotta di imprese militari dai costi uma-           inoltre, in netta contrapposizione alle tesi
ni e materiali elevati costituiscono in cer-          sostenute nel precedente paragrafo, so-
ti casi infatti un deterrente e un vincolo,           stengono che la disponibilità di UAV arma-
nelle società democratiche, che influisce in          ti potrebbe incentivare i governi a deviare
modo significativo su modalità e tempi di             dal già richiamato principio cardine della
condotta dei conflitti. Pertanto, tali sistemi        “guerra come ultima risorsa”, laddove for-
d’arma, nella misura in cui contribuisco-             ti asimmetrie di forza consentirebbero di
no ad abbassare il livello di perdite umane           condurre attacchi a mezzo di droni senza
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timore di eventuali rappresaglie.14 Ulterio-            sercizio delle virtù militari, a un’ipotetica
ri aspetti portati a detrimento della licei-            campagna aerea combattuto per mezzo
tà etica dell’impiego degli UAV sono poi                di droni. Assai più complesso appare infi-
connessi prevalentemente con la condotta                ne il terzo aspetto, principalmente legato
dei conflitti ed attengono al venir meno di             al rischio di “spersonalizzazione” del con-
valori militari fondamentali, quali a esem-             flitto e al dilemma morale di chi si trova
pio il coraggio, l’integrità e l’onore militare,        a pilotare un drone a una distanza fisica e
causato dall’asimmetria e dalla differente              cognitivo-emozionale tale da poter vivere
esposizione al rischio tra chi impiega mac-             con una sorta di “indifferenza” agli eventi
chine pilotate a distanza e chi continua ad             che si sviluppano sul terreno inquadrato
adottare mezzi e metodi di combattimen-                 di fronte al proprio monitor. Tale obiezio-
to tradizionali.15 In tal senso, l’impiego di           ne presenta due distinti aspetti di ordine
velivoli a pilotaggio remoto non consenti-              etico. Il primo è legato al fatto che gli ope-
rebbe una piena espressione delle più alte              ratori degli UAV sono destinatari di un in-
virtù militari e costituirebbe un metodo di             giusto fardello psicologico derivante dalla
combattimento “vile” – se non addirittura               tendenza alla “de-umanizzazione” dei ber-
disonorevole – in ragione del fatto che gli             sagli, visti come oggetti e in quanto tali di
operatori degli UAV siedono alle loro con-              un valore intrinseco relativo16 (estremiz-
solle distanti migliaia di chilometri dalle             zando il concetto, neutralizzare qualcuno
aree degli attacchi. A questo riguardo, è               “dalla propria scrivania” e poi rientrare
necessario comunque fare una precisa-                   a casa in tempo per la cena). La seconda
zione. Il più recente conflitto combattuto              preoccupazione è relativa al fatto che il di-
antecedentemente all’avvento dei droni,                 stacco cognitivo che gli stessi si trovano ad
la guerra in Kosovo del 1999, venne con-                affrontare fiaccherebbe in vari modi la vo-
dotto esclusivamente mediante il ricorso                lontà di combattere seguendo i dettami e i
a una campagna di bombardamenti aerei                   principi della “guerra giusta”. Ad esempio,
che, senza il coinvolgimento di truppe di               si verificherebbe una mancata percezio-
terra e con la condotta di azioni sostanzial-           ne del combattimento come “reale” o suf-
mente prive di rischi per i piloti (per l’im-           ficientemente serio, mentre quest’ultimo
possibilità della contraerea serba di inter-            sarebbe vissuto piuttosto come una realtà
cettare i velivoli della NATO), può essere              virtuale, con conseguenze pericolose sot-
considerata una guerra profondamente                    to il profilo del disordine post-traumatico
asimmetrica, combattuta da una forza                    che, per la distanza dall’area di operazioni,
tecnologicamente superiore e senza rischi               potrebbero essere sottovalutate o addirit-
per il proprio personale (se si escludono               tura non venir riscontrate affatto.17 An-
ovviamente quelli connessi con il volo in               che in merito alla spersonalizzazione del
quanto tale). Una situazione, in sostanza,              conflitto, occorre precisare che un tale ri-
in larga misura simile, sotto il profilo dell’e-        schio è stato sempre e comunque insito nei
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princìpi e nelle caratteristiche della guerra        a disposizione per valutare la reale natura
aerea e la questione morale legata al fatto          di un obiettivo prima di colpirlo, il fatto di
che un pilota non veda in faccia il proprio          rischiare solo perdite materiali (il velivolo)
nemico esiste a prescindere dalla tecno-             e la possibilità di disporre costantemente
logia impiegata. Occorre inoltre precisare           di un supporto umano e supporto tecni-
che riflessioni di analogo tenore varreb-            co-specialistico (come i già richiamati legal
bero anche per operatori di altri sistemi            advisers).
d’arma, come ad esempio quelli missilistici          Il futuro della tecnologia “unmanned”
“a lungo raggio” operanti da piattaforme             La riflessione sull’impiego degli UAV ar-
terrestri o navali, che una volta lanciati           mati è stata negli anni molto accesa, an-
impattano in aree assai distanti dal campo           che in ragione del fatto che il loro utilizzo
visivo, cognitivo ed emotivo di colui o colei        è accompagnato da numerose implicazio-
che ha “premuto il pulsante” di lancio. Per          ni di carattere etico e giuridico di cui tener
ciò che concerne, in particolare, la possi-          necessariamente conto. Si tratta, inoltre,
bile tentazione di deviare dal solco della           di un tema che continua ad arricchirsi
“guerra giusta” occorre riflettere sul fatto         quotidianamente di ulteriori aspetti, tra i
che, come già accennato anche preceden-              quali stanno ricevendo sempre più atten-
temente, secondo molti gli operatori dei             zione le questioni connesse con i possibili
droni sono profondamente consapevoli                 ulteriori sviluppi della tecnologia e con la
dell’impatto delle proprie azioni. Consape-          diffusione globale di applicazioni altamen-
volezza dettata proprio dal minor rischio            te all’avanguardia a basso costo (processo
fisico corso che, in qualche modo, potreb-           noto anche come “democratizzazione tec-
be favorire un comportamento addirittura             nologica”). Da una parte, la maggiore faci-
più razionale (e quindi più etico), per una          lità e duttilità d’impiego di tali piattaforme
serie di concause tra cui il maggior tempo           armate, sia ad ala fissa sia eventualmente
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ad ala rotante, favorite proprio dallo svi-             la prossima introduzione di un sistema di
luppo tecnologico, potrebbero consentire                “air delivery” a mezzo drone da parte di un
un rafforzamento del segmento tattico e                 noto servizio di e-commerce), avrà impatti
di supporto alla manovra e un utilizzo di-              significativi, diretti o indiretti, sulla sfera
retto da parte di unità terrestri o da bor-             della sicurezza e della difesa nazionale,
do di navi, richiedendo, in un certo senso,             per il possibile sfruttamento di una tale
oltre che l’acquisizione, anche lo sviluppo             tecnologia e lo sviluppo di metodi alter-
delle necessarie competenze, dottrinali e               nativi di offesa che, potenzialmente, favo-
tecniche, al loro impiego tra il personale di           riranno la minaccia asimmetrica e ibrida,
tutte le Forze Armate.18                                meno strutturata e tendenzialmente più
D’altra parte, in un futuro non troppo                  adattiva.19
lontano, potrebbe concretizzarsi la realiz-             Si tratta di aspetti che rendono sempre
zazione di sistemi d’arma cosiddetti “au-               più centrale la corretta comprensione e la
tonomous”, capaci cioè di operare senza il              trattazione delle questioni di natura etica
controllo diretto, ancorché da remoto, da               e giuridico-legale ad essi afferenti, aspetti
parte dell’elemento umano, in grado di                  che non dovranno essere subiti, bensì ‘af-
identificare e discriminare i propri obiet-             frontati’, tramite specifiche attività che si
tivi sulla base di complessi algoritmi di               traducano nella creazione di una partico-
calcolo, che rappresenteranno un’ulterio-               lare sensibilità a tali temi e di una visione
re sfida sotto il profilo della liceità del loro        condivisa che favorisca, oggi come in fu-
impiego in combattimento.                               turo, il corretto e più vantaggioso impiego,
Inoltre, la facilità di accesso a tecnologie            da parte delle nostre Forze Armate, delle
all’avanguardia come quelle connesse con                risorse disponibili, a cominciare proprio
gli “small drones” sviluppati in ambito civi-           da quelle più pregiate, per l’assolvimento
le (basti pensare alla pubblicizzazione del-            delle missioni ricevute.
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I droni armati

 1. È invalso, in ambito anglosassone, il termine “uninhabitated” per meglio chiarire che tale categoria di velivoli
  presuppone, sempre e comunque, la presenza di un operatore umano alla consolle remota e che non deve essere
  confusa con sistemi cosiddetti “autonomous”, tutt’oggi allo studio, e che potrebbero rappresentare la futura fron-
  tiera nello sviluppo dei droni. Tali sistemi potrebbero essere in qualche modo programmati per la condotta di una
  URGEKƂECOKUUKQPGGTGCIKTGITC\KGCFWPCUQTVCFKKPVGNNKIGP\CCTVKƂEKCNGDCUCVCUWEQORNGUUKCNIQTKVOKFKECNEQNQ
  agli imprevisti della fase di condotta. Cfr. infra.
 2. Oggi, il nostro Paese dispone di 12 UAV di produzione statunitense (6 MQ-1 “Predator” e 6 MQ-9 “Reaper”, a
  HTQPVGFKWPCƃQVVC75#FGUVKPCVCCDTGXGCFCWOGPVCTGEQORQUVCFCp2TGFCVQTqGp4GCRGTq+p4GC-
  per”, acquistati nel 2009 ed in servizio presso il 32° Stormo di Amendola, sono stati dislocati, da quest’anno, presso
  la base aeronavale di Sigonella. Fonti: “US Air Force: la più grande forza aerea robotizzata del pianeta” (Difesa on
  line, http://www.difesaonline.it/mondo-militare/us-air-force-la-pi%C3%B9-grande-forza-aerea-robotizzata-del-pia-
  neta, ultimo accesso 14 dicembre 2015); “Via libera dagli USA: i droni italiani saranno armati” (Il Sole 24 ore, http://
  www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-11-04/via-libera-usa-droni-italiani-saranno-armati--182025.shtml?uuid=A-
  CuLyWTB, ultimo accesso 16 dicembre 2015).
 3. Con tale risoluzione il Congresso ha autorizzato il Presidente degli Stati Uniti ad utilizzare “all necessary and
  appropriate force” contro i responsabili degli attacchi dell’11 settembre 2001 (https://www.govtrack.us/congress/
  bills/107/sjres23 , ultimo accesso 1 dicembre 2015).
 4. Tale impiego ha avuto un incremento di circa il 1200%. “Flight of the drones” (The Economist, http://www.econo-
  mist.com/node/21531433 , ultimo accesso 16 dicembre 2015).
 5. Bradley Strawser, “Moral Predators: The Duty to Employ Uninhabited Aerial Vehicles” (Journal of Military Ethics 9,
  4/2010), 342-368, 351.
 6. In linea di massima, i costi di acquisizione (circa 19 milioni di dollari) della più recente versione del caccia F-16,
  aereo multiruolo la cui concezione risale comunque agli anni ‘70 e che può essere considerato per molti aspetti il
  competitor dell’MQ-1 e MQ-9, superano quelli di un “Reaper” armato (circa 11 milioni di dollari). Fonte: “US Air
  Force fact sheets”, http://www.af.mil/AboutUs/FactSheets.aspx ultimo accesso 17 dicembre 2015. Si deve, peral-
  VTQTKNGXCTGEJGPGNNoCPPQRGTSWCPVQTKIWCTFCINK5VCVK7PKVKUKUQPQTGIKUVTCVKUGTKRTQDNGOKFKCHƂFCDKNKV¼
  soprattutto per i “Reaper”, dovuti in larga parte a difetti di costruzione dell’apparato di alimentazione, che provo-
  cherebbe incomprensibili black-out nei sistemi principali (Difesa on line, “Pentagono, il peggior anno di sempre:
  persi 50 droni nel 2015, il ‘Mietitore’ si spegne senza motivo”, http://www.difesaonline.it/mondo-militare/pentago-
  no-il-peggiore-anno-di-sempre-persi-quasi-cinquanta-droni-nel-2015-il, ultimo accesso 21 gennaio 2016).
 7. Strawser, “Moral Predators”, 344.
 8. A. Etzioni, “Unmanned Aircraft Systems. The moral and legal case” (Joint Force Quarterly 57, 2/2010), 66-72, 69.
 9. “In Defense of Drones” (Slate.com, http://www.slate.com/articles/health_and_science/human_nature/2013/02/
  drones_war_and_civilian_casualties_how_unmanned_aircraft_reduce_collateral.html, ultimo accesso 16 dicembre
  2015).
 10. Daniel Brunstetter e Megan Braun, “The Implication of Drones on the Just War Tradition” (Ethics and Internation-
  al Affairs 25, 3/2011),. 337-358, 343.
 11. Michael Walzer, Just and Unjust Wars, 4^ edizione (NY: Basic Books, 2006), xiv.
 12. Brunstetter e Braun, “The Implication of Drones”, 346.
 13. John Kaag e Sarah Kreps, Drone Warfare, (Malden, MA: Polity Press, 2014), citato da James Igoe Walsh e Marcus
  5EJWNMG6JGGVJKEUQHFTQPGUVTKMGUFQGUTGFWEKPIVJGEQUVQHEQPƃKEVGPEQWTCIGYCT! %CTNKUNG2#75#9%2TGUU
  2015), 9.
 14. Walsh e Schulke, The ethics of drone strikes, 12.
6GUKUQUVGPWVCVTCINKCNVTKFCNƂNQUQHQ5JCPPQP8CNNQT p6JGHWVWTGQHOKNKVCT[XKTVWGCWVQPQOQWUU[UVGOUCPFVJG
  moral deskilling of the military”, NATO CCD CoE, 2013, https://ccdcoe.org/cycon/2013/proceedings/d2r1s10_val-
  lor.pdf ,ultimo accesso 16 dicembre 2015).
 16. Peter W. Singer, “The ethics of killer applications: why is it so hard to talk about morality when it comes to new
  military technologies?” (Journal of Military Ethics 9, 4/2010), 229-312, 306.
 17. “Drone Pilots Are Found to Get Stress Disorders Much as Those in Combat Do” (New York Times, http://www.
  nytimes.com/2013/02/23/us/drone-pilots-found-to-get-stress-disorders-much-as-those-in-combat-do.html , ultimo
  accesso 16 dicembre 2015).
 18. Recentemente, la Marina militare statunitense ha annunciato la condotta, di una importante esercitazione per te-
  stare il proprio programma denominato “Low-Cost Unmanned aerial vehicle Swarming Technology (LOCUST)”, un
  sistema UAV di tipo prototipale, di tipo tube-launched e concepito per condurre attacchi in modalità “swarming”,
  impiegando cioè più vettori dal basso costo senza necessità di operarne un controllo diretto. Inoltre, sarà testata
  anche la capacità di risposta ad una tale tipologia di attacchi da parte degli attuali sistemi difensivi contraerei in-
  UVCNNCVKUWNNGPCXKOKNKVCTKp750CX[RNCPUVQƃ[ƂTUVFTQPGUYCTOVJKUUWOOGTq&GHGPUG6GEJhttp://defensetech.
  QTIWUPCX[RNCPUVQƃ[ƂTUVFTQPGUYCTOVJKUUWOOGT , ultimo accesso 4 gennaio 2016).
5QNQRGTHCTGWPDTGXGCEEGPPQCFWPCVGOCVKECCVVWCNKUUKOCGEJGTKEJKGFGTGDDGWPCVTCVVC\KQPGCUÅUVCPVG
  recenti esperimenti hanno portato a concludere che un normalissimo drone disponibile off-the-shelf possa ragio-
  PGXQNOGPVGCTTKXCTGCVTCURQTVCTGWPECTKEQFKEKTECWPEJKNQITCOOQƂPQCFKUVCP\GFKEJKNQOGVTKEQPWPCTQVVC
  di volo preimpostata tramite GPS (senza cioè necessità di un operatore remoto che segua l’apparecchio in volo).
  Una tale potenzialità potrebbe essere facilmente sfruttata da organizzazioni terroristiche per colpire dall’alto obiet-
  tivi puntiformi e altamente remunerativi dal punto di vista mediatico quali potrebbero essere sedi diplomatiche,
  TCHƂPGTKGRGVTQNKHGTGRTKIKQPKWHƂEKIQXGTPCVKXKGCNVTGKPHTCUVTWVVWTGETKVKEJGQXXGTQRGTEQPFWTTGCVVCEEJKCOG\\Q
  “sciami di droni”, contro aree caratterizzate da una forte concentrazione di persone, come stadi e altri luoghi di
  ritrovo. Knut Torbjørn Moe, Small Drones: From cheap toys to terrorist tools” (Journal of JAPCC, Ed. 21 Autumn/
  Winter 2015), 18-21.

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