I DRONI ARMATI - Ministero della Difesa
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IDEE ED ESPERIENZE I DRONI ARMATI Implicazioni etiche e sviluppi Fernando PAGLIALUNGA D al 2004, l’Italia ha impiegato con L’estensivo ricorso, successo i propri droni (altrimen- nell’ultimo decennio, ti noti anche come Aeromobili a sistemi a Pilotaggio Remoto - APR o Unmanned Aerial Vehicles - UAV1) in Iraq, Afghani- a pilotaggio remoto stan, nel Mediterraneo, nel Corno d’Africa ha sollevato e in supporto all’operazione Mare Sicuro un certo numero in missioni di ricognizione e sorveglianza di questioni aerea, e più di recente due Predator2 sono di carattere operativo, stati schierati in Kuwait per condurre mis- di riduzione dei costi sioni di ricognizione nell’ambito della cam- e di carattere etico. pagna aerea della Coalizione a guida USA creata in risposta al dilagare dello Stato Islamico in Siria e Irak. Gli Stati Uniti, da parte loro, sulla base della “Authorization for the Use of Military force against Terrorists” (AUMF)3, impiegano già dal 2001 i propri velivoli senza pilota (UAV) per attività di intelligence e counter-terrori- sm al di fuori dei propri confini nazionali, anche in missioni di leadership targeting. Un impiego, quello dei droni armati da parte USA, che dal 2005 è incrementato in modo esponenziale4, soprattutto nella 74
campagna antiterrorismo, innescando un I possibili vantaggi derivanti dall’impiego acceso dibattito sulla liceità etico-morale e, degli UAV più in generale, sulla rispondenza del loro L’estensivo ricorso, nell’ultimo decennio, utilizzo ai dettami del diritto internazio- a sistemi a pilotaggio remoto ha consen- nale umanitario. Il Governo americano ha tito di apprezzarne importanti vantaggi, recentemente deciso di concedere a Paesi dal punto di vista operativo, di riduzione alleati la capacità di utilizzo della tecno- dei costi e, secondo molti, “etico”, rispetto logia UAV con finalità anche offensive, e ai velivoli tradizionali. In primo luogo, vi ciò imporrà una seria riflessione sulle im- sono i vantaggi di natura operativa. Uno plicazioni legate all’utilizzo di droni arma- di essi è rappresentato dalla disponibilità ti, in relazione alla necessità da parte dei di un maggior mission time, che si traduce decisori politici e, non meno importante, inevitabilmente in un più lungo supporto dell’opinione pubblica, di ponderare van- alle unità sul terreno, dato che gli equi- taggi e svantaggi, operando un’attenta paggi possono operare “avvicendandosi” in valutazione, scevra da pregiudizi, circa le cabina di pilotaggio con il velivolo in volo modalità d’impiego di un tale assetto. anche a migliaia di chilometri dal cockpit Prendendo le mosse da alcune caratteri- remoto, fintanto che l’autonomia lo con- stiche d’impiego degli APR, questo articolo sente. Inoltre, mentre le possibilità di ri- intende mettere in luce, senza la pretesa di cevere collaborazione e supporto sono più fornire una risposta esaustiva al riguardo, limitate per i piloti dei velivoli tradizionali, i punti più dibattuti e le principali posizioni gli operatori da remoto possono beneficia- che oggi emergono a favore e contro l’uti- re, in ogni momento, della continua as- lizzo dei cosiddetti “drone strikes”, allargan- sistenza di colleghi e anche di specialisti, do l’orizzonte, nella parte conclusiva, per non ultimi i legal advisers, operando in un introdurre le possibili ulteriori sfide che ambiente auspicabilmente caratterizzato, l’incessante sviluppo e la relativa facilità di tra l’altro, da un minor livello di stress e accesso a tali tecnologie potranno portare combat fatigue. Con tale tecnologia si as- nel prossimo futuro. sicura inoltre, a parità di altre condizioni, 75
I droni armati una maggiore force protection, in quan- d’arma. Innanzitutto, in risposta alla for- to non vi sono rischi per i piloti. Va da sé temente dibattuta questione dei danni che qualsiasi soluzione che consenta di collaterali e della possibile occorrenza di assicurare una riduzione delle perdite e vittime civili (civilian casualties, CIVCAS), è del rischio per le truppe amiche sia moral- stata sostenuta la tesi che i droni assicu- mente accettabile, in quanto è imperativo rano una maggiore precisione di ingaggio, dei comandanti militari, nel perseguire un contribuendo potenzialmente a ridurre legittimo obiettivo militare, scegliere dei proprio quei tanto richiamati “danni colla- mezzi di combattimento, se disponibili, terali” e consentendo di rispettare i prin- che non espongano a rischi inutili i propri cipi della discriminazione e della propor- uomini.5 Va evidenziato poi un secondo zionalità. Da questo punto di vista, il pro- ordine di vantaggi, riconducibili prevalen- fessor Bradley Strawser, fortemente attivo temente alla riduzione dei costi. Da questo nel campo dell’etica militare, afferma che punto di vista, si deve infatti sottolineare ‘la tecnologia degli UAV di fatto incremen- come la riduzione generalizzata dei budget ta l’abilità di un pilota di discriminare’.7 Gli della Difesa nei Paesi occidentali abbia nel operatori dei droni possono continuare a tempo imposto la ricerca di un sempre più osservare un potenziale obiettivo per ore, favorevole rapporto costo/efficacia nello prima di decidere se attaccare o meno, cir- sviluppo e nell’introduzione in servizio di costanza che li renderebbe più capaci di nuovi armamenti, trovando proprio nei si- evitare vittime tra i civili, preservando al stemi a pilotaggio remoto un miglior com- contempo l’incolumità fisica degli operato- promesso tra impatto finanziario dei costi ri. Vi è inoltre chi offre comparazioni tra di acquisizione e mantenimento rispetto i dati disponibili in merito alle vittime ci- ai sistemi tradizionali.6 Vengono infine vili occorse a partire dal 2001 in seguito a evidenziati dai sostenitori dell’impiego dei “targeted killings” (attività scrupolosamente droni armati due aspetti, inerenti al profilo pianificate e sottoposte a stringenti verifi- etico, che ne fanno risaltare le qualità e i che prima di essere definitivamente auto- pregi rispetto ad altre tipologie di sistemi rizzate8) e i numeri ben maggiori causati 76
da attacchi aerei tradizionali in risposta a indica come “force-short-of-war”, il cui uti- eventi più “fluidi” verificatisi sul terreno, lizzo contribuirebbe a evitare le “unpredi- senza voler fare raffronti con le campa- ctable and often catastrophic consequences” gne aeree caratterizzate da classici e più di un conflitto combattuto su larga scala.11 invasivi bombardamenti di alcuni conflitti Alcuni commentatori ritengono che il ri- del secolo scorso. Per alcuni di questi com- corso ad attacchi a mezzo droni potrebbe mentatori, quindi, i droni rappresentano per certi versi rappresentare l’extrema ra- “the worst form of war, except for all the tio (secondo il criterio della “guerra come others”.9 Secondo altri, poi, la condotta di ultima risorsa” sancito nello jus ad bellum”), forme di “drone warfare” può contribuire a prima di un intervento armato su larga non elevare il livello del conflitto.10 scala.12 Dal punto di vista etico e morale, in pre- Le principali obiezioni all’impiego degli senza di minacce incombenti ma di porta- UAV ta limitata, avere disponibile una tecnolo- Il dibattito sulla liceità etica dei drone gia, come quella rappresentata dai droni, strikes vede, sul versante opposto, nume- potrebbe evitare di ricorrere ad una guer- rosi sostenitori di tesi che individuano ra su larga scala in quanto consentirebbe nell’impiego di munizionamento da si- di condurre interventi mirati e risolutivi. stemi a pilotaggio remoto una sostanziale Tali assetti rientrerebbero pertanto in violazione della tradizione filosofica della quella categoria di forze militari che Mi- “guerra giusta” e dei principi alla base del- chael Walzer, noto pensatore politico sta- lo jus ad bellum e dello jus in bello. In par- tunitense tra l’altro autore di un importan- ticolare, tra le altre, emergono le seguenti te saggio sulla teoria della “guerra giusta”, tre obiezioni principali che di seguito ver- 77
ranno brevemente approfondite: 1) i droni tra le fila amiche, rischiano di sovvertire favorirebbero, per certi versi, la rimozio- il naturale limite rappresentato proprio ne dei tradizionali vincoli che in qualche dalla “casualty aversion” dell’opinione pub- modo concorrono a rendere l’eventualità blica, con la pericolosa conseguenza che di un conflitto meno probabile; 2) l’utilizzo la rimozione di un tale vincolo, dal punto dei droni affievolirebbe le tradizionali vir- di vista dello jus ad bellum, potrebbe “faci- tù militari (eccessiva asimmetria dei mezzi litare” l’avvio di un conflitto o innalzarne e dei modi di condotta del conflitto); 3) gli il livello, allargarne l’estensione geografica operatori di tali assetti sarebbero chiamati o autorizzare la condotta di una determi- ad affrontare seri dilemmi di carattere mo- nata tipologia di operazioni. Tra gli altri, è rale. Una prima obiezione è quindi rappre- rilevante la posizione sostenuta dagli stu- sentata dalla possibile alterazione nella na- diosi John Kaag e Sarah Kreps, per i quali turale cautela dell’opinione pubblica e dei i droni creano un vero e proprio “azzardo decisori politici nel sostenere un eventua- morale”, in quanto, mettendo al riparo i le intervento armato, laddove l’elemento cittadini, la classe politica e l’establishment umano venga progressivamente rimpiaz- militare dai rischi connessi alla condotta zato, sui campi di battaglia, da strumenti di operazioni che implicano targeted killing, bellici manovrati a distanza. La difficoltà porterebbero a una difficile comprensio- dell’opinione pubblica di accettare perdite ne della reale portata e delle conseguen- amiche e la conseguente resistenza alla ze delle azioni militari intraprese.13 Altri, condotta di imprese militari dai costi uma- inoltre, in netta contrapposizione alle tesi ni e materiali elevati costituiscono in cer- sostenute nel precedente paragrafo, so- ti casi infatti un deterrente e un vincolo, stengono che la disponibilità di UAV arma- nelle società democratiche, che influisce in ti potrebbe incentivare i governi a deviare modo significativo su modalità e tempi di dal già richiamato principio cardine della condotta dei conflitti. Pertanto, tali sistemi “guerra come ultima risorsa”, laddove for- d’arma, nella misura in cui contribuisco- ti asimmetrie di forza consentirebbero di no ad abbassare il livello di perdite umane condurre attacchi a mezzo di droni senza 78
I droni armati timore di eventuali rappresaglie.14 Ulterio- sercizio delle virtù militari, a un’ipotetica ri aspetti portati a detrimento della licei- campagna aerea combattuto per mezzo tà etica dell’impiego degli UAV sono poi di droni. Assai più complesso appare infi- connessi prevalentemente con la condotta ne il terzo aspetto, principalmente legato dei conflitti ed attengono al venir meno di al rischio di “spersonalizzazione” del con- valori militari fondamentali, quali a esem- flitto e al dilemma morale di chi si trova pio il coraggio, l’integrità e l’onore militare, a pilotare un drone a una distanza fisica e causato dall’asimmetria e dalla differente cognitivo-emozionale tale da poter vivere esposizione al rischio tra chi impiega mac- con una sorta di “indifferenza” agli eventi chine pilotate a distanza e chi continua ad che si sviluppano sul terreno inquadrato adottare mezzi e metodi di combattimen- di fronte al proprio monitor. Tale obiezio- to tradizionali.15 In tal senso, l’impiego di ne presenta due distinti aspetti di ordine velivoli a pilotaggio remoto non consenti- etico. Il primo è legato al fatto che gli ope- rebbe una piena espressione delle più alte ratori degli UAV sono destinatari di un in- virtù militari e costituirebbe un metodo di giusto fardello psicologico derivante dalla combattimento “vile” – se non addirittura tendenza alla “de-umanizzazione” dei ber- disonorevole – in ragione del fatto che gli sagli, visti come oggetti e in quanto tali di operatori degli UAV siedono alle loro con- un valore intrinseco relativo16 (estremiz- solle distanti migliaia di chilometri dalle zando il concetto, neutralizzare qualcuno aree degli attacchi. A questo riguardo, è “dalla propria scrivania” e poi rientrare necessario comunque fare una precisa- a casa in tempo per la cena). La seconda zione. Il più recente conflitto combattuto preoccupazione è relativa al fatto che il di- antecedentemente all’avvento dei droni, stacco cognitivo che gli stessi si trovano ad la guerra in Kosovo del 1999, venne con- affrontare fiaccherebbe in vari modi la vo- dotto esclusivamente mediante il ricorso lontà di combattere seguendo i dettami e i a una campagna di bombardamenti aerei principi della “guerra giusta”. Ad esempio, che, senza il coinvolgimento di truppe di si verificherebbe una mancata percezio- terra e con la condotta di azioni sostanzial- ne del combattimento come “reale” o suf- mente prive di rischi per i piloti (per l’im- ficientemente serio, mentre quest’ultimo possibilità della contraerea serba di inter- sarebbe vissuto piuttosto come una realtà cettare i velivoli della NATO), può essere virtuale, con conseguenze pericolose sot- considerata una guerra profondamente to il profilo del disordine post-traumatico asimmetrica, combattuta da una forza che, per la distanza dall’area di operazioni, tecnologicamente superiore e senza rischi potrebbero essere sottovalutate o addirit- per il proprio personale (se si escludono tura non venir riscontrate affatto.17 An- ovviamente quelli connessi con il volo in che in merito alla spersonalizzazione del quanto tale). Una situazione, in sostanza, conflitto, occorre precisare che un tale ri- in larga misura simile, sotto il profilo dell’e- schio è stato sempre e comunque insito nei 79
princìpi e nelle caratteristiche della guerra a disposizione per valutare la reale natura aerea e la questione morale legata al fatto di un obiettivo prima di colpirlo, il fatto di che un pilota non veda in faccia il proprio rischiare solo perdite materiali (il velivolo) nemico esiste a prescindere dalla tecno- e la possibilità di disporre costantemente logia impiegata. Occorre inoltre precisare di un supporto umano e supporto tecni- che riflessioni di analogo tenore varreb- co-specialistico (come i già richiamati legal bero anche per operatori di altri sistemi advisers). d’arma, come ad esempio quelli missilistici Il futuro della tecnologia “unmanned” “a lungo raggio” operanti da piattaforme La riflessione sull’impiego degli UAV ar- terrestri o navali, che una volta lanciati mati è stata negli anni molto accesa, an- impattano in aree assai distanti dal campo che in ragione del fatto che il loro utilizzo visivo, cognitivo ed emotivo di colui o colei è accompagnato da numerose implicazio- che ha “premuto il pulsante” di lancio. Per ni di carattere etico e giuridico di cui tener ciò che concerne, in particolare, la possi- necessariamente conto. Si tratta, inoltre, bile tentazione di deviare dal solco della di un tema che continua ad arricchirsi “guerra giusta” occorre riflettere sul fatto quotidianamente di ulteriori aspetti, tra i che, come già accennato anche preceden- quali stanno ricevendo sempre più atten- temente, secondo molti gli operatori dei zione le questioni connesse con i possibili droni sono profondamente consapevoli ulteriori sviluppi della tecnologia e con la dell’impatto delle proprie azioni. Consape- diffusione globale di applicazioni altamen- volezza dettata proprio dal minor rischio te all’avanguardia a basso costo (processo fisico corso che, in qualche modo, potreb- noto anche come “democratizzazione tec- be favorire un comportamento addirittura nologica”). Da una parte, la maggiore faci- più razionale (e quindi più etico), per una lità e duttilità d’impiego di tali piattaforme serie di concause tra cui il maggior tempo armate, sia ad ala fissa sia eventualmente 80
ad ala rotante, favorite proprio dallo svi- la prossima introduzione di un sistema di luppo tecnologico, potrebbero consentire “air delivery” a mezzo drone da parte di un un rafforzamento del segmento tattico e noto servizio di e-commerce), avrà impatti di supporto alla manovra e un utilizzo di- significativi, diretti o indiretti, sulla sfera retto da parte di unità terrestri o da bor- della sicurezza e della difesa nazionale, do di navi, richiedendo, in un certo senso, per il possibile sfruttamento di una tale oltre che l’acquisizione, anche lo sviluppo tecnologia e lo sviluppo di metodi alter- delle necessarie competenze, dottrinali e nativi di offesa che, potenzialmente, favo- tecniche, al loro impiego tra il personale di riranno la minaccia asimmetrica e ibrida, tutte le Forze Armate.18 meno strutturata e tendenzialmente più D’altra parte, in un futuro non troppo adattiva.19 lontano, potrebbe concretizzarsi la realiz- Si tratta di aspetti che rendono sempre zazione di sistemi d’arma cosiddetti “au- più centrale la corretta comprensione e la tonomous”, capaci cioè di operare senza il trattazione delle questioni di natura etica controllo diretto, ancorché da remoto, da e giuridico-legale ad essi afferenti, aspetti parte dell’elemento umano, in grado di che non dovranno essere subiti, bensì ‘af- identificare e discriminare i propri obiet- frontati’, tramite specifiche attività che si tivi sulla base di complessi algoritmi di traducano nella creazione di una partico- calcolo, che rappresenteranno un’ulterio- lare sensibilità a tali temi e di una visione re sfida sotto il profilo della liceità del loro condivisa che favorisca, oggi come in fu- impiego in combattimento. turo, il corretto e più vantaggioso impiego, Inoltre, la facilità di accesso a tecnologie da parte delle nostre Forze Armate, delle all’avanguardia come quelle connesse con risorse disponibili, a cominciare proprio gli “small drones” sviluppati in ambito civi- da quelle più pregiate, per l’assolvimento le (basti pensare alla pubblicizzazione del- delle missioni ricevute. 81
I droni armati 1. È invalso, in ambito anglosassone, il termine “uninhabitated” per meglio chiarire che tale categoria di velivoli presuppone, sempre e comunque, la presenza di un operatore umano alla consolle remota e che non deve essere confusa con sistemi cosiddetti “autonomous”, tutt’oggi allo studio, e che potrebbero rappresentare la futura fron- tiera nello sviluppo dei droni. Tali sistemi potrebbero essere in qualche modo programmati per la condotta di una URGEKƂECOKUUKQPGGTGCIKTGITC\KGCFWPCUQTVCFKKPVGNNKIGP\CCTVKƂEKCNGDCUCVCUWEQORNGUUKCNIQTKVOKFKECNEQNQ agli imprevisti della fase di condotta. Cfr. infra. 2. Oggi, il nostro Paese dispone di 12 UAV di produzione statunitense (6 MQ-1 “Predator” e 6 MQ-9 “Reaper”, a HTQPVGFKWPCƃQVVC75#FGUVKPCVCCDTGXGCFCWOGPVCTGEQORQUVCFCp2TGFCVQTqGp4GCRGTq+p4GC- per”, acquistati nel 2009 ed in servizio presso il 32° Stormo di Amendola, sono stati dislocati, da quest’anno, presso la base aeronavale di Sigonella. Fonti: “US Air Force: la più grande forza aerea robotizzata del pianeta” (Difesa on line, http://www.difesaonline.it/mondo-militare/us-air-force-la-pi%C3%B9-grande-forza-aerea-robotizzata-del-pia- neta, ultimo accesso 14 dicembre 2015); “Via libera dagli USA: i droni italiani saranno armati” (Il Sole 24 ore, http:// www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-11-04/via-libera-usa-droni-italiani-saranno-armati--182025.shtml?uuid=A- CuLyWTB, ultimo accesso 16 dicembre 2015). 3. Con tale risoluzione il Congresso ha autorizzato il Presidente degli Stati Uniti ad utilizzare “all necessary and appropriate force” contro i responsabili degli attacchi dell’11 settembre 2001 (https://www.govtrack.us/congress/ bills/107/sjres23 , ultimo accesso 1 dicembre 2015). 4. Tale impiego ha avuto un incremento di circa il 1200%. “Flight of the drones” (The Economist, http://www.econo- mist.com/node/21531433 , ultimo accesso 16 dicembre 2015). 5. Bradley Strawser, “Moral Predators: The Duty to Employ Uninhabited Aerial Vehicles” (Journal of Military Ethics 9, 4/2010), 342-368, 351. 6. In linea di massima, i costi di acquisizione (circa 19 milioni di dollari) della più recente versione del caccia F-16, aereo multiruolo la cui concezione risale comunque agli anni ‘70 e che può essere considerato per molti aspetti il competitor dell’MQ-1 e MQ-9, superano quelli di un “Reaper” armato (circa 11 milioni di dollari). Fonte: “US Air Force fact sheets”, http://www.af.mil/AboutUs/FactSheets.aspx ultimo accesso 17 dicembre 2015. Si deve, peral- VTQTKNGXCTGEJGPGNNoCPPQRGTSWCPVQTKIWCTFCINK5VCVK7PKVKUKUQPQTGIKUVTCVKUGTKRTQDNGOKFKCHƂFCDKNKV¼ soprattutto per i “Reaper”, dovuti in larga parte a difetti di costruzione dell’apparato di alimentazione, che provo- cherebbe incomprensibili black-out nei sistemi principali (Difesa on line, “Pentagono, il peggior anno di sempre: persi 50 droni nel 2015, il ‘Mietitore’ si spegne senza motivo”, http://www.difesaonline.it/mondo-militare/pentago- no-il-peggiore-anno-di-sempre-persi-quasi-cinquanta-droni-nel-2015-il, ultimo accesso 21 gennaio 2016). 7. Strawser, “Moral Predators”, 344. 8. A. Etzioni, “Unmanned Aircraft Systems. The moral and legal case” (Joint Force Quarterly 57, 2/2010), 66-72, 69. 9. “In Defense of Drones” (Slate.com, http://www.slate.com/articles/health_and_science/human_nature/2013/02/ drones_war_and_civilian_casualties_how_unmanned_aircraft_reduce_collateral.html, ultimo accesso 16 dicembre 2015). 10. Daniel Brunstetter e Megan Braun, “The Implication of Drones on the Just War Tradition” (Ethics and Internation- al Affairs 25, 3/2011),. 337-358, 343. 11. Michael Walzer, Just and Unjust Wars, 4^ edizione (NY: Basic Books, 2006), xiv. 12. Brunstetter e Braun, “The Implication of Drones”, 346. 13. John Kaag e Sarah Kreps, Drone Warfare, (Malden, MA: Polity Press, 2014), citato da James Igoe Walsh e Marcus 5EJWNMG6JGGVJKEUQHFTQPGUVTKMGUFQGUTGFWEKPIVJGEQUVQHEQPƃKEVGPEQWTCIGYCT! %CTNKUNG2#75#9%2TGUU 2015), 9. 14. Walsh e Schulke, The ethics of drone strikes, 12. 6GUKUQUVGPWVCVTCINKCNVTKFCNƂNQUQHQ5JCPPQP8CNNQT p6JGHWVWTGQHOKNKVCT[XKTVWGCWVQPQOQWUU[UVGOUCPFVJG moral deskilling of the military”, NATO CCD CoE, 2013, https://ccdcoe.org/cycon/2013/proceedings/d2r1s10_val- lor.pdf ,ultimo accesso 16 dicembre 2015). 16. Peter W. Singer, “The ethics of killer applications: why is it so hard to talk about morality when it comes to new military technologies?” (Journal of Military Ethics 9, 4/2010), 229-312, 306. 17. “Drone Pilots Are Found to Get Stress Disorders Much as Those in Combat Do” (New York Times, http://www. nytimes.com/2013/02/23/us/drone-pilots-found-to-get-stress-disorders-much-as-those-in-combat-do.html , ultimo accesso 16 dicembre 2015). 18. Recentemente, la Marina militare statunitense ha annunciato la condotta, di una importante esercitazione per te- stare il proprio programma denominato “Low-Cost Unmanned aerial vehicle Swarming Technology (LOCUST)”, un sistema UAV di tipo prototipale, di tipo tube-launched e concepito per condurre attacchi in modalità “swarming”, impiegando cioè più vettori dal basso costo senza necessità di operarne un controllo diretto. Inoltre, sarà testata anche la capacità di risposta ad una tale tipologia di attacchi da parte degli attuali sistemi difensivi contraerei in- UVCNNCVKUWNNGPCXKOKNKVCTKp750CX[RNCPUVQƃ[ƂTUVFTQPGUYCTOVJKUUWOOGTq&GHGPUG6GEJhttp://defensetech. QTIWUPCX[RNCPUVQƃ[ƂTUVFTQPGUYCTOVJKUUWOOGT , ultimo accesso 4 gennaio 2016). 5QNQRGTHCTGWPDTGXGCEEGPPQCFWPCVGOCVKECCVVWCNKUUKOCGEJGTKEJKGFGTGDDGWPCVTCVVC\KQPGCUÅUVCPVG recenti esperimenti hanno portato a concludere che un normalissimo drone disponibile off-the-shelf possa ragio- PGXQNOGPVGCTTKXCTGCVTCURQTVCTGWPECTKEQFKEKTECWPEJKNQITCOOQƂPQCFKUVCP\GFKEJKNQOGVTKEQPWPCTQVVC di volo preimpostata tramite GPS (senza cioè necessità di un operatore remoto che segua l’apparecchio in volo). Una tale potenzialità potrebbe essere facilmente sfruttata da organizzazioni terroristiche per colpire dall’alto obiet- tivi puntiformi e altamente remunerativi dal punto di vista mediatico quali potrebbero essere sedi diplomatiche, TCHƂPGTKGRGVTQNKHGTGRTKIKQPKWHƂEKIQXGTPCVKXKGCNVTGKPHTCUVTWVVWTGETKVKEJGQXXGTQRGTEQPFWTTGCVVCEEJKCOG\\Q “sciami di droni”, contro aree caratterizzate da una forte concentrazione di persone, come stadi e altri luoghi di ritrovo. Knut Torbjørn Moe, Small Drones: From cheap toys to terrorist tools” (Journal of JAPCC, Ed. 21 Autumn/ Winter 2015), 18-21. 82
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