I dinosauri - Zeno una volta si era appassionato al problema
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I dinosauri. Zeno una volta si era appassionato al problema dell’evoluzione e dell’estinzione dei dinosauri. Era affascinato da quel Jurassik Park che forse popolava nel passato anche i filari delle sue vigne e che poi era per sempre misteriosamente scomparso. Non era solo la rapida estinzione di quegli animali preistorici che lo turbava, ma il perché un progetto sviluppato dalla natura nel periodo detto Triassico per duecento milioni di anni, con l’evoluzione verso forme animali sempre più gigantesche, era stato poi improvvisamente abbandonato circa sessanta milioni di anni fa, alla fine del periodo Cretaceo. L’evoluzione, Darwin insegnava, è un processo basato su fatti concreti: una proposta funziona e si evolve solo se è migliore delle altre. Per duecento milioni di anni la proposta di forme di vita sempre più grandi si era imposta su altre soluzioni. Poi, improvvisamente, sia pure in senso relativo ovvero nello spazio di qualche centinaia di migliaia di anni, la proposta era fallita e i dinosauri erano spariti, a favore dei piccoli, miseri mammiferi. Le due cose, sviluppo e disparizione, pensava Zeno, dovevano essere legate ad una stessa causa. Le varie teorie catastrofiche, in particolare la teoria delle conseguenze della caduta nella penisola dello Yucatan di un improbabile asteroide di qualche chilometro di diametro avvenuta sessanta milioni di anni fa, non lo convincevano. L’asteroide avrebbe creato un enorme cratere e sollevato un denso pulviscolo
oscurando per anni la luce solare, creando condizioni di vita impossibili per i grossi animali preistorici ma non per i piccoli mammiferi, abituati ad uscire la notte, quando i dinosauri, animali a sangue freddo, erano in stato letargico. Ipotesi affascinante, ma ai suoi occhi poco credibile. Ancora più risibili erano poi altre teorie che supponevano trasmissioni di misteriose malattie, o ancora vendette dei piccoli mammiferi che mangiavano le uova dei dinosauri causandone l’estinzione per mancanza di nascite. Zeno chiamava queste spiegazioni hollywoodiane, buone per un film di Walt Disney o di Spielberg, ma troppo fantasiose per essere realistiche. Qualcosa doveva certamente essere cambiato nelle condizioni di vita della terra, ma doveva avere spiegazioni più logiche. Non una catastrofe, piuttosto invece il cambiamento rapido delle condizioni che avevano prima favorito lo sviluppo verso il gigantismo, e che ora invece lo ostacolavano. La grande intuizione gli venne improvvisa, come la mela caduta sulla testa di Newton: la gravità. Supponiamo, pensava, che durante il periodo dello sviluppo ed evoluzione dei dinosauri sulla terra, la gravità fosse stata di molto inferiore a quella attuale. Questo avrebbe favorito lo sviluppo di grandi animali, fino alle dimensioni dei dinosauri, combinando i vantaggi della forza con la naturale agilità offerta dalla bassa gravità. Per quasi duecento milioni di anni questa situazione era stata coerente con le condizioni ambientali, ed aveva permesso ai dinosauri ed a tutti i grandi animali preistorici di svilupparsi e dominare il
mondo. Un mondo esuberante di grandi forme di vita vegetali ed animali, come quello appunto ingenuamente rappresentato nei cinema con Jurassic Park. Poi, improvvisamente, nel giro di poche centinaia di migliaia di anni, la forza di gravità era aumentata, forse raddoppiata o più, e le forme gigantesche erano rimaste schiacciate dal loro peso, avevano perduto la loro agilità, ed erano state rapidamente sopraffatte da altre proposte evolutive. Una teoria semplice e logica. Quando sulla terra tutto pesa poco, si sviluppano i giganti, che prevalgono naturalmente sulle forme più deboli e si evolvono per milioni di anni. Quando improvvisamente le stesse forme si trovano a pesare il doppio, la loro vita viene messa a repentaglio da forme più piccole, più agili, che prendono il sopravvento. L’estinzione dei giganti è inevitabile, l’evoluzione dei più piccoli mammiferi, che porterà all’uomo, è davanti a noi. Zeno era eccitato dalla razionalità della sua intuizione, ma ora mancava la spiegazione di come la forza di gravità fosse potuta cambiare, ed ovviamente il modo di ricercare prove della sua teoria. Per la prima una possibile spiegazione era facilmente ottenibile da considerazioni sulla struttura della terra. Zeno ipotizzava che il nostro globo al tempo della nascita e sviluppo dei dinosauri avesse condizioni di temperatura e pressione
del magma tali da tenere la parte pesante del nucleo confinata e compressa al centro. Questa distribuzione delle masse della terra, con una densità crescente verso il centro, generava una forza di attrazione molto minore di quella attuale, che ha invece una più uniforme distribuzione delle stesse masse verso l’esterno nella crosta terrestre. Zeno aveva fatto rapide semplificazioni usando la legge di Newton , e ne aveva dedotto che la forza gravitazionale, e quindi il peso dei corpi sulla superficie terrestre, potevano variare in modo considerevole. Ne aveva anche concluso che la diversa distribuzione avrebbe avuto un influsso sulla velocità di rotazione della terra. Con le masse concentrate nel centro, come al tempo dei dinosauri, la terra girava più rapidamente, il giorno era inferiore alle ventiquattro ore attuali, e soprattutto la maggiore forza centrifuga riduceva ulteriormente il peso dei corpi sulla superficie. Zeno ricordava tra l’altro le esperienze fatte al Liceo col suo professore di fisica. Il vecchio professor Piermartini lo faceva montare su di un piedistallo che poteva ruotare attorno al suo asse centrale, gli metteva nelle mani due pesi, gli allargava le braccia, e lo spingeva con l’aiuto degli studenti per metterlo in rotazione. Quando Zeno raccoglieva le braccia verso il petto, la sua velocità di rotazione aumentava, tra la meraviglia generale. Zeno scendeva allora dal piedistallo e, con malcelato orgoglio, dichiarava: “E’ il principio della conservazione del momento angolare”, raccogliendo il sorriso compiaciuto del professor Piermartini che lo adorava. Ripensando a
quei momenti Zeno ne dedusse dunque che siccome la terra girava più rapidamente, questo avrebbe appunto aumentato la forza centrifuga e quindi ulteriormente ridotto il peso dei dinosauri, anche se non si spinse mai a calcolarne gli effetti reali. Insomma, il globo terrestre, con il nucleo pesante racchiuso al centro faceva pesare meno i corpi, mentre più tardi, con la materia diffusa verso l’esterno, li faceva pesare di più. Questa era la base della sua teoria. Il cambiamento della gravità era stato causato dal raffreddamento della terra, ed a un certo punto pressione e temperatura all’interno avevano rotto un punto di equilibrio ed avevano in breve tempo spostato le masse pesanti verso la crosta terrestre e cambiato la distribuzione della densità del globo. E magari, per far contenti i teorici del catastrofismo, la caduta dell'asteroide aveva innescato questo processo. Cambiate le condizioni che avevano facilitato il gigantismo, l’evoluzione aveva continuato il suo processo razionale verso le forme attuali, ed estinto rapidamente i dinosauri. Zeno fece alcuni tentativi per affinare i calcoli matematici che mostravano le variazioni della gravitazione dovute alla diversa distribuzione di masse ed al comportamento del magma terrestre in diverse condizioni di temperatura e pressione. Tentativi ben presto abbandonati: Zeno si rassegnò al fatto che le sue intuizioni fossero troppo avanzate per le sue limitate abilità matematiche. Si convinse inoltre che la spiegazione era talmente logica che una verifica matematica era un fatto secondario. Restava ancora la
ricerca di qualche elemento che confermasse le conseguenze della sua teoria. Si mise allora a cercare affannosamente, anche attraverso Internet, elementi che lo confortassero. Per esempio, si erano trovate migliaia di impronte di dinosauri, anche in Italia: qualcuno aveva forse cercato di determinare il peso dei dinosauri in base alla profondità delle impronte? Esistevano indicazioni geologiche che potessero orientare verso l’ipotesi di giorni più corti delle ventiquattro ore attuali? Esistevano teorie che somigliassero alla sua? Trovò riscontri di proposte simili fatte da pseudo-scienziati, tra cui un certo Ted Holden, dichiarato creazionista ed agguerrito antagonista della teoria dell’evoluzione, che facevano riferimento ad eventi esoterici o a teorie bislacche come quella dell’universo elettrico per spiegare il cambiamento della forza di gravità. Più che incoraggiarlo, tali proposte che viaggiavano nei blog pseudoscientifici di Internet, lo disturbavano. Deluso ed in cerca di supporto decise di parlarne a parenti ed amici. Fu un errore. Raccolse molti sorrisi di commiserazione, qualche sarcasmo da parte delle figlie, e la sua storia divenne rapidamente il fatto da ricordare, per riderci sopra, nelle serate con gli amici. Così abbandonò ogni ricerca e mise nel cassetto dinosauri e teorie gravitazionali, pur sperando in cuor suo che un giorno o l’altro qualche scienziato qualificato gli avrebbe reso giustizia, confermando la sua intuizione ed i suoi calcoli:
Dinosauri e gravità. V ediamo di fare un'analisi approssimata di come la forza di gravità sulla superficie del globo possa variare in funzione della distribuzione delle masse all'interno del globo stesso. La legge di Newton ci dice: dove: F è la forza gravitazionale tra due punti massa G è la costante gravitazionale m1 è la massa del primo punto massa m2 è la massa del secondo punto massa r è la distanza tra i due Detta allora M la massa del globo terrestre, nella prima situazione assumiamo che la maggior parte di questa sia in larga parte vicino al centro della terra. La forza di gravità esercitata sulla massa md del dinosauro sulla superficie della terra è quindi, detto “r” il raggio della terra: F = G M md/r² Supponiamo ora che le masse interne della terra siano estese verso l’esterno del globo. Se vogliamo fare una approssimazione per effettuare il calcolo della forza di gravità sulla superficie, definiamo che tutta la massa nella
corteccia di semisfera vicina al punto dove si trova md equivale a concentrarla su di un punto a distanza r/2, mentre tutta la massa dell'altra corteccia di semisfera equivale a concentrarla su di un punto di distanza 3/2r. La forza di gravità diviene allora, sviluppando: F' = G md (M/2)4/r² + G md (M/2)4/9r² = G md 4M/2 r² + G md 4M/18 r² = G md 36M/18 r² + G md 4M/18 r² = 20 G md M/9r² ~2.2 G md M/r² Come si vede, nel caso di una distribuzione delle masse interne della terra verso l’esterno: F' ~ 2.2 F Il peso del dinosauro sulla terra nelle condizioni di origine era dunque meno della metà di quello che sarebbe attualmente.
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