Guidelines Un portale per la raccolta di linee guida per lo sviluppo di software per bambini con disabilità - Polimi

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Guidelines Un portale per la raccolta di linee guida per lo sviluppo di software per bambini con disabilità - Polimi
POLITECNICO DI MILANO
                      Scuola di Ingegneria Industriale e dell’Informazione
    Corso di Laurea Magistrale in Computer Science and Engineering – Ingegneria Informatica

                                  Guidelines
   Un portale per la raccolta di linee guida per lo sviluppo di
              software per bambini con disabilità

Realtore: Professoressa Franca Garzotto

                                                                              Tesi di Laurea di:
                                                              Filippo Pagano, matricola 858541

                                  Anno Accademico 2017-2018
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Dedica
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Ringraziamenti
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Indice
1. Introduzione......................................................................................................................................8
    1.1. Abstract.....................................................................................................................................8
    1.2. Introduzione..............................................................................................................................8
    1.3. La differenza, questa sconosciuta.............................................................................................8
    1.4. La differenza nell’uomo............................................................................................................9
    1.5. Le malattie considerate.............................................................................................................9
           Disabilità Intellettiva, autismo, disturbi pervasivi dello sviluppo..........................................9
           Disturbi dell’interazione sociale.............................................................................................9
           Linguaggio e Comunicazione...............................................................................................10
           Relazione e comportamento.................................................................................................10
           Agitazione psicomotoria.......................................................................................................10
    1.6. Cause.......................................................................................................................................10
    1.7. La pratica................................................................................................................................10
    1.8. Intorno.....................................................................................................................................11
    1.9. Comunicare diversamente.......................................................................................................11
    1.10. Comunicare in un modo nuovo.............................................................................................11
           Il laboratorio.........................................................................................................................11
           Le tecnologie ivi sviluppate.................................................................................................12
2. Guidelines.......................................................................................................................................12
    2.1. Requisiti, bisogno e soluzione................................................................................................12
    2.2. Progettazione..........................................................................................................................12
           Architettura software............................................................................................................12
           Architettura dell’informazione (IDM)..................................................................................14
    2.3. Sviluppo..................................................................................................................................17
    2.4. Database..................................................................................................................................17
    2.5. Funzionalità............................................................................................................................18
    2.6. Schermate................................................................................................................................19
    2.7. Scelte implementative.............................................................................................................20
    2.8. Sviluppi futuri.........................................................................................................................21
    2.9. Repository...............................................................................................................................21
3. Conclusioni.....................................................................................................................................21
4. Appendice A: Bibliografia delle Linee Guida................................................................................22
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Indice delle illustrazioni
Logo Polimi..........................................................................................................................................1
Immagine 1: Schema del database.....................................................................................................14
Immagine2..........................................................................................................................................15
Immagine3..........................................................................................................................................16
Immagine4..........................................................................................................................................17
Schermata 1: Guidelines.....................................................................................................................19
Schermata 2: aggiungi una guideline.................................................................................................19
Schermata 3: modifica una guideline.................................................................................................20
Schermata 4: visualizza una guideline................................................................................................20
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INDICE DEI GRAFICI
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1. Introduzione

Il software è uno strumento. Gli strumenti sono estensioni degli arti. Per se il software aumenta
l’abilità dell’utente. L’obbiettivo è proprio questo: permettere all’individuo di raggiungere i propri
scopi. Nella fattispecie realizziamo un portale per raccogliere linee guida, ovvero brevi indicazioni,
per lo sviluppo di ulteriore software per aiutare bambini con qualche forma di disabilità.
La causa è nobile, l’obiettivo è chiaro, gli strumenti sono gli arti e quanto con essi possiamo
raggiungere.

1.1. Abstract

Guidelines è e vorrebbe essere un semplice portale per visualizzare, filtrare, raggruppare, ordinare,
leggere, commentare, appuntare e modificare linee guida. Linee guida per sviluppare software in
seno al laboratorio HOClab del Politecnico di Milano. In questo laboratorio vengono sviluppate
tecnologie a scopo terapeutico, solitamente per bambini che hanno qualche disturbo. Nel seguito del
documento si farà riferimento al contesto, ovvero ai problemi che si intende fronteggiare, alle
soluzioni che sono in atto e a quelle che sono in via di sviluppo, alla soluzione trovata, agli scopi
del software, alle fasi dello sviluppo di Guidelines, alle sue funzionalità, alle scelte implementative,
agli sviluppi futuri e finalmente alle conclusioni.

1.2. Introduzione

Nella società un fattore di rilievo è la sinergia, l’aiuto, la collateralità, la collaborazione, l’unione di
intenti o la coadiuvazione. Affinché il risultato sia massimo la natura ci insegna un utile strumento:
la differenziazione. Ciascuno, nel proprio, apporta ciò che può essere rilevante nel gruppo. Lo
strumento di differenziazione è impresso nella nostra genetica, in quanto benevolo e utile, purché si
manifesti entro margini che riescano a rientrare nel comune accordo. Purtroppo non sempre il salto,
per quanto originale, permette l’integrazione nelle strutture di riferimento, siano esse la società, il
sistema economico, o altri sistemi che ci rappresentiamo. È compito di ciascun individuo cercare di
espandere ed estendere l’inclusività delle strutture di proprio interesse. Proprio per questo il
recupero e l’attenzione ad individui, soprattutto se speciali in quanto diversi o disabili, ha un
potenziale riguardevole, anche se di difficile stima. Ulteriormente, non solo il recupero, inteso come
avvicinamento alla norma, ma anche l’estensione, ovvero lo scostamento da uno stato consueto,
deve essere contemporaneamente esercitato per garantire originalità, ovvero complementare e
aggiungere una forma di stabilità al processo di evoluzione, ovvero superamento e miglioramento,
altrimenti chiamato didattica, apprendimento, allenamento, preparazione, o crescita per quanto
concerne l’esperienza umana. Nel seguito del capitolo analizzeremo quali sono le differenze sulle
quali si pone l’attenzione e come si agisce, per quanto ci è dato di capire, su tali fronti.

1.3. La differenza, questa sconosciuta

Ciascun individuo è diverso. Nasce diverso, rimane diverso nella propria composizione. Ciascun
individuo del quale abbiamo esperienza è diverso non solo dall’osservatore, ma anche dal resto
dell’esperienza dello stesso. Quindi sconosciuto. Come interagire in tale assenza di certezze? Ci
riferiamo alle somiglianze. Ci riferiamo al conosciuto. Agiamo secondo quello che sappiamo e per
sapere. Ci conformiamo ad un “comune” di riferimento. Schemi pregressi. Parliamo una lingua
comune, fatta di riferimenti comuni, simbolici. Come caratterizzare quindi il diverso? Come
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composizione di modelli uguali, se chiedete all’autore. Questa affermazione può sembrare ardita,
perché risulta più facile parlare del comune e conosciuto.
Spostiamo l’attenzione un attimo, una volta accennato e introdotto il problema: come interagisco
con una persona diversa?
Un individuo quando presenta caratteri normali, entro determinate lievi variazioni, è considerato
sano. Quando le differenze sono maggiori, considerato diverso. Quando la diversità distoglie dalla
normale o dall’intenzionale salute dell’individuo, si parla di malattia. Questa si affronta con una
terapia. Bisogna tenere a mente però che l’individuo non è malato in tutto, solamente ha delle
parziali anomalie, per il resto, è sano e quindi normale.

1.4. La differenza nell’uomo

L’individuo nasce unico, quindi sommamente diverso nella sua interezza. Ma non
sopravvalutiamoci. Siamo composizione di tratti già esistenti e diffusi, almeno per la maggior parte.
Quindi siamo diversi, ma parzialmente uguali. Fermiamoci ai caratteri più esterni e superficiali, per
carità, non vogliamo arrischiarci in discorsi difficili. Ci riferiamo ai colori delle parti del corpo, la
loro forma e al loro funzionamento. Se guardati abbastanza alla lontana, questi tratti ci accomunano.
Se guardiamo da vicino ciascuno avrà dimensioni, pigmentazioni e abilità leggermente differenti. Al
lettore intelligente basterà questo per convincersi, se non si è di già accorto, che anche e ad
esempio, la personalità, ovvero il modo di porsi della persona, avrà tratti comuni e diversi. Siano di
derivazione biochimica, siano di derivazione apprendimentale, questi tratti ci caratterizzano ed
intorno ad essi agiamo. Altre volte la differenza non è dettata da caratteristiche genetiche, ma è
dovuta all’esperienza dello stesso, pre o post natale; si tratta di cause incidentali, siano esse traumi
fisici, psicologici, o infettivi.

1.5. Le malattie considerate

Disabilità Intellettiva, autismo, disturbi pervasivi dello sviluppo

La disabilità intellettiva (ID) è una malattia cognitiva persistente caratterizzata da
significative limitazioni delle capacità cognitive, linguistiche, motorie e sociali.[1]
Autismo e Disturbi dello Spettro Autistico (DSA) sono, invece, termini generali che indicano un
disordine dello sviluppo caratterizzato da comportamenti abnormi sul fronte di diverse dimensioni,
quali socializzazione, comunicazione e immaginazione. [2][3]
Questi fanno parte dei disturbi pervasivi dello sviluppo si fa invece riferimento ad una serie di
disturbi fra i quali ci sono anche la Sindrome di Asperger, il Disturbo Infanzia Disintegrativo,
il Disturbo Autistico, il Disturbo Pervasivo dello Sviluppo non altrimenti specificato e il
Disturbo di Rett.[4]

Disturbi dell’interazione sociale

Il soggetto mostra una compromissione, un ritardo o un’atipicità dello sviluppo delle
competenze sociali con specifico riferimento alle relazioni interpersonali.
Il bambino presenta un’apparente carenza di interesse relazionale con gli altri, una tendenza
all'isolamento e alla chiusura sociale, un’apparente indifferenza emotiva verso gli stimoli e
delle difficoltà ad instaurare un contatto visivo con l’interlocutore.[5]
Linguaggio e Comunicazione

Il soggetto mostra una compromissione, un ritardo o un’atipicità del linguaggio e della
comunicazione, verbale e non-verbale.
A livello verbale il bambino presenta difficoltà nel parlare, ha un vocabolario scarno e
difficoltà nella costruzione delle frasi.
A livello non-verbale, invece, il bimbo fatica nella comprensione di gesti e di comportamenti.
Fra il 20% e il 50% dei soggetti con DSA non acquisiscono alcun tipo di linguaggio verbale[6] e
in molte occasioni coloro che sono in grado di comunicare sono affetti da ecolalia, un
disturbo del linguaggio che consiste nel ripetere parole o frasi pronunciate da altre persone[7],
talvolta ecolalia differita[8].

Relazione e comportamento
L’immaginazione è povera e stereotipata e il gioco simbolico o di immaginazione
risulta compromesso.
Il bambino presenta spesso comportamenti ripetitivi, fino a risultare ossessivo-compulsivi, quali
movimenti ripetuti e stereotipati e ha una scarsa flessibilità ai cambiamenti della routine
quotidiana o dell'ambiente circostante.
I cambiamenti dell'ambiente abituale o delle abitudini possono causare reazioni aggressive e
incontrollate nel soggetto.

Agitazione psicomotoria

Con il termine di agitazione psicomotoria si indica uno stato di tensione interiore che si può
manifestare con un eccesso di attività motoria, in genere non finalizzata e non produttiva,
tendenzialmente ripetitiva. I soggetti affetti da agitazione psicomotoria tendono spesso a camminare
avanti e indietro, impossibilitati a stare fermi o seduti. Si caratterizzano per l'irrequietezza, il
torcersi le mani, il manipolare in continuazione vestiti od altri oggetti.

Lo stato di tensione dei soggetti li spinge ad effettuare movimenti concitati ed esagitati che non
prevedono alcuno scopo o finalità. Nei casi più gravi il soggetto in stato di agitazione psicomotoria
presenta una evidente aggressività, per lo più eterodiretta, ma talvolta anche autoaggressività.

1.6. Cause
Le cause della disabilità intellettiva e dell’autismo sono molte e dipendono dalla combinazione dei
diversi fattori di rischio e dal tempo di esposizione ad essi. I principali fattori di rischio
sono anomalie genetiche (sindorme di Down, dell’X fragile, di Angelman…) e metaboliche,
pregressi episodi familiari di autismo o di altri disordini pervasivi dello sviluppo[9], nascita
pretermine[10] (in particolare se sottopeso[11]), patologie materne, encefaliti, meningiti,
insufficenza placentare, altre complicazione in itinere nella gravidanza o nel parto, traumi, infezioni
disordini neurodegenativi o talvolta cause ignote. [1][12]

1.7. La pratica

Per la classificazione dell’ASD si utilizzano, fra gli altri, due strumenti diagnostici riconosciuti:
-Il Diagnostic Statistical Manual 5th Edition (DSM-5) edito dalla American Psychiatric
Association[13].
-La International Classification of Diseases 10th Edition (ICD-10) edito dalla Organizzazione
Mondiale della Sanità[14].
Ciascun individuo, in particolare se sano, ha alla propria nascita potenziale, prospettive, obblighi e
doveri. Le doti di ognuno purtroppo non sono uniformi. In particolare i più piccoli abbisognano di
preparazione per entrare nel mondo degli adulti. Per fronteggiare questo enorme nodo, l’uomo ha
l’educazione. Non sono la persona più indicata per parlare di insegnamento. Voglio solo porre
l’attenzione su quanto possa essere complicato valutare ciascuna questione. Per questo abbiamo
bisogno di capacità di sintesi, di sincresi e molto altro ancora. Insomma, è stata creata la scuola e
questa, quasi da sola, dovrebbe assolvere al proprio compito di crescita, istruzione ed educazione
dell’individuo. Gli studenti, guardando alla lontana, si assomigliano tutti, quindi questi possono
essere gestiti in gruppo, idealmente come un individuo. Come affrontare le eccezioni, di già che
abbiamo sbrigato il normale? Sempre secondo il conosciuto. Da questo deriva la necessità di
conoscenza, valida, affidabile, comprovata. La scienza con il suo metodo ci insegna ad agire, quindi
questa deve essere veicolata, sia attraverso la comunicazione orale, sia attraverso altri canali.

1.8. Intorno

L’individuo e il suo intorno. L’intorno di individui. Porre l’individuo nell’intorno, preparare
l’intorno all’individuo.

Molti bambini autistici hanno avversione nei confronti della scuola, così come hanno difficoltà nel
farsi accettare da bambini normodotati. La difficoltà è insita nel disturbo in quanto non gradiscono
ambienti disordinati e rumorosi e obblighi di fare o non fare delle cose.
Per questo motivo spesso si rende necessario spostare i soggetti affetti da disturbi in ambienti
silenziosi, controllati e rassicuranti per permettergli di raggiungere un certo livello di pace interiore
e di creare una serenità e fiducia negli altri che possa permanere.

1.9. Comunicare diversamente

Comunicare: mettere in comune concetti. In modo da far arrivare un messaggio. Fondamentale,
imprescindibile, necessario.

Come raggiungere individui con disabilità? Il problema inficia una soluzione. Abbiamo bisogno di
analizzare ciascuna disabilità nella propria individualità, conoscerla e per produrre un risultato utile
a superare l’ostacolo. Infatti fronteggiamo a volte deficit sensoriali, altre volte cognitivi, altre
psicologici, altre motori. Banalmente non possiamo raggiungere un sordo attraverso un canale
audio, o incrociare lo sguardo di qualche autistico. Con il dovuto tatto, con le dovute misure,
dobbiamo e vogliamo portare gli individui ad un livello umano superiore, tanto quanto lo
auspichiamo per i sani.
Per questo abbiamo bisogno di comunicazioni diverse e nuove, tanto nei canali, quanto nei
contenuti, quanto negli attori. Diverse entro misura, sia chiaro.

1.10. Comunicare in un modo nuovo

Il laboratorio
HOC-LAB è un laboratorio di ricerca del Politecnico di Milano (Dipartimento di Elettronica e
Informazione e Polo territoriale di Como) che si occupa di vari settori, tra i quali assume un ruolo di
rilievo l’apprendimento supportato da tecnologie nelle sue varie accezioni.

HOC-LAB è un laboratorio multidisciplinare, che integra competenze diverse per attività di ricerca,
sia di base che applicate. Tra le attività concernenti la didattica supportata da tecnologie, emergono:
       • la realizzazione di strumenti tecnologici di supporto e di nuovi format pedagogico-didattici;
       • il coordinamento di progetti di ricerca, nazionali ed internazionali;
       • l’erogazione di servizi eLearning in 18 paesi Europei (oltre a Israele e USA) che hanno
         coinvolto ad oggi più di 5.000 docenti e 100.000 allievi;
       • lo sviluppo di metodologie di progettazione e l’analisi di esperienze didattiche;
       • la pubblicazione di più di 70 articoli di ricerca nel settore, in prestigiose sedi nazionali ed
         internazionali.
[15]

Le tecnologie ivi sviluppate
Al momento, per quanto è dato di sapere all’autore, all’interno del laboratorio sono in fase di
sviluppo diverse tecnologie finalizzate all’apprendimento. In HOC-LAB si sta attivamente
lavorando allo sviluppo di software per bambini con disabilità. Diversissime sono le applicazioni
che ivi si realizzano: dai giocattoli toccabili, alla realtà aumentata, includendo cantastorie
automatici e interattivi, giochi basati sul movimento, basati sull’interazione con dispositivi
elettronici come tablet e smartphone, oppure anche basati su apparecchiature elettroniche ad hoc.
Per contenere e incapsulare tali strumenti il Dott. Ric. Mirko Gelsomini sviluppa attivamente una
piattaforma unica che ingloba il tutto. È all’interno di quest’ultimo progetto che si innesta
Guidelines.

2. Guidelines
2.1. Requisiti, bisogno e soluzione

Nel laboratorio di già è in atto lo sviluppo tumultuoso di molteplici soluzioni, ma per limare quelle
di già presenti o per idearne di nuove, è bene riferirsi ad una base scientifica[16]. Per questo è stato
raccolto un catalogo di linee guida, con i dovuti riferimenti e citazioni bibliografiche, però mancava
un comodo strumento per l’esplorazione delle stesse. Per questo è stato deciso di creare Guidelines,
una piattaforma web dove contenere e organizzare tali linee guida.

2.2. Progettazione
Architettura software
Per lo sviluppo del software si è optato per una architettura a due strati, la classica architettura
client/server.
Lato server abbiamo il database (MySQL), le query (SQL), la gestione delle sessioni utente (PHP) e
le API di riferimento che fanno da interfaccia verso il client, da contattare attraverso delle
connessioni con protcollo http con metodo get o post.
Le funzioni offerte lato server sono la richiesta dell’elenco di tutte le guideline, commentare,
eliminare una guideline, eliminare una richiesta di modifica, votare, aggiungere elementi ad una
lista salvata, rimuoverli dalla stessa, ottenere le notifiche, avere i dettagli di una singola guideline,
login, logout, registrazione, invio di una nuova linea guida, richiedere la modifica della stessa.
Lato client abbiamo l’interfaccia grafica con gli stili di formattazione in CSS, la struttura per
contenere i dati in HTML e le funzioni per manipolare i dati e contattare il server in JavaScript.
Architettura dell’informazione (IDM)

                  Illustrazione 1: Nell’immagine si può osserva lo schema IDM del
                  contenuto
Guidelines è una applicazione estremamente specifica, per cui il contenuto in essa gestito è poco
diversificato. Questa soluzione software ha un solo scopo: contenere e disporre le linee guida, per
cui il contenuto è principalmente formato da queste. Altre forme di contenuto sono i messaggi di
modifica e i commenti.
Nell’immagine si può osserva lo schema IDM del contenuto.

                               Illustrazione 2: L-IDM del progetto

A sua volta anche lo schema logico L-IDM è estremamente semplice.
Le guideline al proprio interno contengono nome, descrizione, riferimenti, categoria, sottocategoria.
I commenti contengono mittente, data e messaggio.
I messaggi di modifica invece contengono riferimento alla guideline, nome della guideline di
riferimento e un messaggio di modifica.
I messaggi di modifica e i commenti si riferiscono ad una particolare guideline.
Illustrazione 3: P-IDM del progetto

La pagina di tutte le guideline ha un collegamento a ciascuna linea guida.
Nella pagina specifica della linea guida si pone l’attenzione su una singola linea guida.
Inoltre, sono presenti delle pagine per visualizzare i messaggi di modifica per una guideline e le
proposte di nuove linee guida.
2.3. Sviluppo

Per lo sviluppo di Guidelines è stata seguita una metodologia di sviluppo agile.
La comunicazione con lo stakeholder (Dott. Ric. Mirko Gelsomini) è avvenuta principalmente via
canale telematico, utilizzando email, chat e videochiamate skype, ma anche di persona al
laboratorio. Le direttive sono state iterativamente comunicate, sviluppate, testate e verificate, in
modo da minimizzare lo spreco di lavoro.
La prima fase è stata una prototipizzazione carta e penna, che è stata inviata e riveduta.
Successivamente una seconda prototipizzazione è stata prodotto con Evolus Pencil.
È emersa la necessita di utilizzare un template per lo stile grafico, si è optato per Materialize
Admin, che è stato consegnato all’autore via internet.
Terza prototipizzazione è stata di già sviluppata in html e css, con l’utilizzo del template.
Finalmente si è passati alla fase di sviluppo vero e proprio. Sono state utilizzate le tecnologie
JavaScript, HTML, CSS, PHP e SQL come linguaggi di implementazione. I server sono stati
WAMP (XAMPP) e successivamente il cloud hosting Digital Ocean. Per il controllo di versione si è
optato per GitHub. Nello sviluppo sono state introdotte diverse librerie, menzioniamo jQuery,
jsGrid e Nestable.

2.4. Database

Illustrazione 4: Schema della base di dati
Il database è MySQL.
È composto da 9 tabelle:

guideline                   Contiene le guideline
discarded_guideline         Contiene le guideline scartate
user                        Contiene informazioni sull’utente
guideline_comment           Contiene i commenti alle guideline
guideline_upvote            Contiene i voti positivi
guideline_downvote          Contiene i voti negativi
guideline_editMessage       Contiene le richieste di modifica di una guideline
guideline_list              Contiene le liste salvate dagli utenti
discarded_message           Contiene i messaggi di modifica letti

Di particolare rilievo è la tabella guideline, che contiene le informazioni oggetto di questo software.
I campi della tabella sono i seguenti:
   •   id: serve ad identificare una guideline

   •   titolo: nome della guideline

   •   descrizione: il testo della linea guida

   •   riferimenti: riferimenti ad articoli scientifici dalla quale la guideline è stata estrapolata

   •   categoria: definisce a quale ambito la linea guida si applica

   •   sottocategoria: specifica meglio la categoria

2.5. Funzionalità

Le funzionalità principali si accedono lato client, con la possibilità di caricare, visualizzare,
riordinare e filtrare le linee guida, tuple formate da nome, descrizione, riferimento, categorizzazione
e ambito applicativo (HRI, TANG, T, MB, WIVR, MSE).
È possibile commentare e votare positivamente o negativamente ciascuna guideline.
È possibile registrarsi, come utente base o come Admin.
È possibile modificare una guideline, se amministratore, oppure richiederne la modifica se utente
base.
Le proposte di modifica e inserimento di nuove guideline sono notificate agli admin all’interno del
portale.
Gli admin possono gestire tali proposte di modifica e inserimento.
È possibile creare delle proprie liste, visualizzarle e riorganizzarle.
2.6. Schermate

Schermata 1: jsGrid per visualizzare e filtrare le linee guida, checkbox e bottoni per creare liste

Schermata 2: Interfaccia per la proposta e inserimento di una nuova linea guida
Schermata 3: Form per la richiesta di modifica di una linea guida

Schermata 4: Una linea guida, con possibilità di commentare e votare

2.7. Scelte implementative
I linguaggi di implementazione utilizzati sono stati scelti e selezionati dall’autore in quanto di largo
uso, già conosciuti, stabili, affidabili, ben documentati.
Le librerie adoperate erano altrettanto fruibili all’autore.
In particolare durante lo sviluppo del software è emerso un bug nel template fornitogli, lo stesso è
stato segnalato, il processo di sviluppo non è stato bloccato dall’inconveniente, ma quando
l’implementazione del componente affetto dal bug è stato considerato critico, l’autore ha deciso di
risolvere il problema da solo.
Si sono susseguite molteplici scelte lungo il corso dello sviluppo del software, a partire dal luogo
per lo sviluppo dello stesso. Si è optato per una postazione mobile per garantire un continuo stimolo
innovativo all’autore. Lo sviluppo è avvenuto in diversi luoghi: a casa dell’autore, in laboratorio, in
visita dalla propria sorella in olanda, in visita ad un amico a Tenerife, sui mezzi di trasporto, in
aereo.
La scelta dei software d’utilizzo è stata fatta in base a criteri di qualità, si è optato per lo più per
software gratuiti e quanto più liberi possibile, in particolare si sono utilizzati gli strumenti per
sviluppatore di google chrome e di firefox, filezilla, notepad++.
Ulteriore scelta rilevante è la disposizione del codice. Si è deciso di far giacere ciascun file in una
cartella che indicasse il proprio tipo, ovvero html, css, php, immagini, javascript. Inoltre i file sono
nominati con la funzionalità di riferimento e parcellizzate con una logica basata sulla disposizione
nelle pagine.
Non si è utilizzato un CMS pronto all’uso, ad esempio WordPress, per evitare complessità nella
personalizzazione e per evitare di avere più funzionalità di quante non fossero necessarie.
La logica di sviluppo prevede un meccanismo idea, implementa, testa, consegna, iterativamente per
ciascun elemento. Ad esempio per consentire il voto della guideline per prima cosa è stata creata la
tabella del database, successivamente la query di inserimento, poi l’interfaccia server per chiamare
la query senza parametri, poi il contenitore html per il contenuto, collimato con il css,
successivamente la chiamata AJAX al server, finalmente è stata aggiunta la parametrizzazione della
chiamata.

2.8. Sviluppi futuri

Nell’eventualità che Guidelines venga effettivamente adottato ed adoperato, sarà possibile
estenderne il funzionamento.
Esempio di funzionalità potenzialmente implementabile è il salvataggio e caricamento dei filtri.
Altra implementazione futuribile sarebbe l’esplorazione attraverso tour guidati delle liste di linee
guida salvate, magari attraverso qualche libreria di visualizzazione dati.

2.9. Repository

Il repository di Guidelines è consultabile nel profilo Github dell’autore. Segue il link al repository.
https://github.com/FilippoPagano/Guidelines

3. Conclusioni
Guidelines è un utile portale per la raccolta e disposizione di linee guida per lo sviluppo di software
per bambini disabili. Il suo sviluppo e il documento di tesi qui presente sono frutto del lavoro di
mesi da parte dell’autore. L’intento è quello di creare software per aiutare i membri del laboratorio o
chiunque sia interessato a sviluppare ulteriore software per aiutare chi ha bisogno.

Bibliografia
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neuropsichiatria dell'età evolutiva per le professioni dell'infanzia e dell'adolescenza, 2010,
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[4] , Disability Info: Pervasive Developmental Disorders, October 2003,
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[6] Vivanti G., La comprensione del linguaggio nell'autismo, in Psichiatria dell'infanzia e
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