GRAVIDANZE E NASCITE SENZA VIOLENZA - Il Melograno ...
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Indice 1. Il progetto Gravidanze e Nascite senza violenza Pag. 4 2. Localizzazione e durata Pag. 6 3. I partner Pag. 8 REPORT DEL PROGETTO 4. La violenza perinatale Pag. 10 GRAVIDANZE E NASCITE SENZA VIOLENZA 4.1 Il problema individuato Pag. 10 4.2 L’incidenza Pag. 14 Progetto per la prevenzione e il contrasto delle forme 4.3 Le sfide del progetto Pag. 18 di violenza domestica perinatale. 5. Finalità e obiettivi perseguiti Pag. 22 6. Fasi e azioni Pag. 24 6.1 I Fase: Attività iniziali Pag. 25 ideato e realizzato dall’Associazione 6.1.1 Organizzazione operativa Pag. 25 6.1.2 Costituzione del Tavolo di lavoro Pag. 25 6.1.3 Elaborazione di materiali informativi Pag. 26 6.1.4 Mappatura delle risorse presenti sul territorio Pag. 28 6.2 I Fase: Formazione Pag. 29 in sinergia con 6.2.1 Formazione iniziale Pag. 29 6.2.2 Formazione in itinere Pag. 30 6.3 I Fase: Sperimentazione Pag. 33 6.3.1 Elaborazione di strumenti e procedure per la sperimentazione Pag. 33 6.3.2 Realizzazione delle attività di screening Pag. 37 6.3.3 Offerta di percorsi di sostegno alla maternità Pag. 41 6.4 II Fase: Diffusione Pag. 44 6.4.1 Costruzione di una piattaforma on-line Pag. 44 6.4.2 Elaborazione e diffusione dei risultati del progetto Pag. 44 con il contributo di 7. Risultati ottenuti Pag. 46 7.1 I risultati della formazione Pag. 47 7.2 I risultati della sperimentazione Pag. 53 FONDO DI BENEFICENZA ED OPERE 7.3 I risultati della diffusione Pag. 76 DI CARATTERE SOCIALE E CULTURALE 7.4 L’impatto del progetto Pag. 77 8. Testimonianze Pag. 80 9. Conclusioni Pag. 94 10. Il Melograno Pag. 96
1 1. Gravidanze e nascite senza violenza fenomeno, che per la sua specificità a promuovere spazi di confronto e di IL PROGETTO e per le sue caratteristiche richiede scambio tra operatori ed enti che a strumenti altrettanto specifici di in- vario titolo sono coinvolti nell’impe- GRAVIDANZE tercettazione e di prevenzione/riso- gno a combattere quella che il WHO luzione dei danni provocati. definisce una pesante “piaga sociale”. E NASCITE Il progetto ha inteso accendere un SENZA VIOLENZA riflettore sulla problematica e con- tribuire al processo, ormai in atto da anni, di sensibilizzazione e formazio- ne degli operatori sociali e sanitari sul tema della violenza di genere, ac- crescendone in particolare le com- petenze necessarie per riconoscere e contrastare efficacemente quella esercitata nel periodo perinatale. Si è operato su due direttrici: la I prima ha riguardato lo studio e la l progetto si colloca all’interno con vissuti o problematiche che si ri- sperimentazione di specifiche meto- della grave tematica della vio- attivano e si complicano durante l’at- dologie e strumenti per individuare lenza di genere, focalizzando- tesa di un figlio. precocemente donne in gravidanza ne un particolare e specifico Pur avendo gravi ripercussioni sul- su cui è o è stata esercitata violenza, aspetto: la violenza subita in varie la salute delle madri e dei bambini, la per offrire loro un percorso integrato forme (fisica, sessuale, psicologica, violenza legata al periodo perinatale di supporto e protezione; la seconda economica) da una donna durante la è ancora poco studiata e sottostima- ha riguardato la sensibilizzazione sul- gravidanza e nei primi periodi dopo ta in Italia, diversamente da altri pa- la tematica, attraverso la realizzazione la nascita del bambino oppure in pe- esi occidentali, dove da anni è stata di una piattaforma on-line, finalizzata riodi precedenti della propria vita attivata un’attenta sorveglianza del a diffondere i risultati del progetto e 4 5
2 2. Localizzazione e durata negli ospedali della capitale1,2. In particolare per quanto riguarda le due strutture ospedaliere partner LOCALIZZAZIONE del progetto, il Report di Salute Lazio rileva che nel 2018 vi sono stati 1.202 E DURATA parti al S.Giovanni, di cui il 35% da donne straniere, e 3.969 al Policlinico Casilino, di cui il 26% da donne stra- niere. La scelta del territorio dove è stata effettuata la sperimentazione si col- lega anche al fatto che il Lazio è una delle regioni con i più alti tassi di vio- lenza contro le donne, è al secondo posto per numero di femminicidi con- sumati e presenta un indice di rischio significativamente superiore al valore I medio nazionale, pari a 5,3 femmini- l progetto è stato realizzato a Roma è il comune italiano con il cidi in famiglia per milione di donne Roma da novembre 2018 a no- numero di nascite in assoluto più (3,7 in Italia). Triste primato anche vembre 2020. Era stata previ- alto in Italia: nel 2018 sono nati per la provincia di Roma che ha il più sta una durata di 18 mesi, che 21.078 bambini, di cui il 25% circa alto numero dei femminicidi familiari, non è stato possibile rispettare a cau- da madri straniere. A Roma, inol- seguita da Milano e da Firenze3,4. sa delle interruzioni delle attività in tre, partorisce un elevato numero seguito alla sopraggiunta pandemia di donne non residenti nel comu- da Covid19 e all’osservanza delle mi- ne (circa 11.000 l’anno), portando sure ministeriali decretate per conte- così a più di 32.000 l’anno il nume- I.STAT 2018 1 2 Salute Lazio, Le nascite nel Lazio – Anno 2018, Regione Lazio, giugno 2019 nerla. ro totale dei parti che avvengono Istat, La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia, Istituto Nazionale di Statistica, Roma, 2015 3 4 EU.R.E.S. III Rapporto su Caratteristiche, dinamiche e profili di rischio del femminicidio in Italia, Roma, novembre 2015 6 7
3 3. I partner nell’attività di formazione iniziale. La ha partecipato con un’équipe com- dott.ssa Longo è stata affiancata nel posta da una psicologa, dott.ssa Elisa suo ruolo, in particolare per l’attività betta Perotti, una ginecologa, dott.ssa di formazione, dalla dott.ssa Anna De Lucia Bonessio e tre ostetriche, dott. Santi, sociologa dello stesso Diparti- ssa Maria Carparelli, dott.ssa Maria mento. Cristina Griguoli, dott.ssa Maria Car- I PARTNER men Marro, collaborando alle diverse Azienda Ospedaliera San Giovanni- azioni del Tavolo di lavoro e attuan- Addolorata – Roma do, in particolare, la sperimentazione U.O.C. Ostetricia e Ginecologia – Di- programmata. rettore: prof. Francesco Maneschi https://www.hsangiovanni.roma.it/ ASL ROMA 2 Nell’ambito del progetto la struttura U.O.C. Tutela Salute Donna ed Età I ha partecipato con un’équipe com- Evolutiva - Area ostetrica – Respon- l progetto è stato ideato e rea- Lanzi, dott.ssa Mariangela Martina, posta da una ginecologa, dott.ssa Gu- sabile: dott.ssa Patrizia Proietti lizzato dall’Associazione di pro- dott.ssa Elena Speziale, dott.ssa An- drun Rudolph, e quattro ostetriche, https://www.aslroma2.it/ mozione sociale Il Melograno namaria Trovato, in sinergia con i se- dott.ssa Sabrina Antolini, dott.ssa Eli- Nell’ambito del progetto la struttura Centro Informazione Materni- guenti partner: sabetta D’Angelo, dott.ssa Eleonora ha partecipato con un’équipe com- tà e Nascita di Roma, con un un’équi- D’Ercole, dott.ssa Donatella Germoni, posta da cinque ostetriche che ope- pe composta dalla responsabile di Istituto Superiore di Sanità collaborando alle diverse azioni del rano nei Consultori Familiari Pietra- progetto, dott.ssa Raffaella Scalisi, https://www.iss.it/ Tavolo di lavoro e attuando, in parti- lata, Monza, Canepiglie, Condottieri, due coordinatrici, dott.ssa Federica Gli accordi formali con l’Istituto Supe colare, la sperimentazione program- dott.ssa Filomena Cinquegrana, dott. Marini, dott.ssa Silvia Tassini, un’o- riore di Sanità hanno previsto il coin- mata. ssa Barbara Collalti, dott.ssa Giusep- stetrica, dott.ssa Patrizia Mazza, tre volgimento della dott.ssa Eloise Lon- pina Malatesta, dott.ssa Maria Luisa psicologhe, dott.ssa Francesca Del- go, antropologa del Dipartimento Policlinico Casilino - Roma Piras, dott.ssa Patrizia Proietti, colla- la Rocca, dott.ssa Rosa Monachelli, Neuroscienze e responsabile dell’U- U.O.C. Ostetricia e Ginecologia - Di- borando alle diverse azioni del Tavolo dott.ssa Luana Panichi, sei operatrici nità operativa del progetto REVAMP, rettore: prof. Herbert Valensise di lavoro e attuando, in particolare, la domiciliari, dott.ssa Cristina Covre, con il ruolo di supervisione scientifi- https://www.policlinicocasilino.it/ sperimentazione programmata. dott.ssa Lisa Di Donato, sig.ra Licia ca dell’intero progetto e di docenza Nell’ambito del progetto la struttura 8 9
4 4. La violenza perinatale quattro sia stata vittima di una forma di violenza in gravidanza5. Chi lavora da anni nel campo ha ri- “Il fatto che la donna sia più LA VIOLENZA levato con evidenza come la gravidan- vulnerabile, abbia minore au- za sia, insieme alla separazione non tonomia sia emotiva che fi- PERINATALE consensuale, uno dei principali fattori nanziaria, può essere vissuto che scatenano o incrementano la vio- dal partner come un’opportu- lenza domestica. L’arrivo di un figlio, nità per stabilire potere e con- infatti, fa spesso emergere aspetti di- trollo sulla donna. sfunzionali della coppia, suscitando […] Anche il puerperio rappre- nel partner vissuti di ambivalenza, ge- senta un momento di particola- losia, risentimento, delusione, ancor re rischio, in cui è possibile che più quando sono presenti condizioni ricomincino comportamenti di vulnerabilità sociale o fragilità psi- violenti cessati in precedenza. 4.1 Il problema individuato cologiche. La donna può diventare og- […] Molto raramente si tratta getto di percosse, lesioni e aggressio- di episodi isolati, il più delle ni fisiche, ma anche di maltrattamenti volte sono invece aggressio- L psichici, umiliazioni, insulti, derisioni ni che si ripetono almeno due e violenze contro le donne Difficilmente si pensa che ci possa e svalutazione delle capacità mater- volte nel corso della gravidan- e le violenze contro i bam- essere un legame tra violenza e na- ne; può essere privata dal partner di za (60%) o anche più spesso bini sono da tempo ormai scita di un figlio, sono considerati due alcune libertà personali o controllata (15%)”5. riconosciute, studiate e termini molto distanti tra loro ed è ossessivamente in tutto ciò che fa, ri- contrastate, ma quasi sempre in per- diffuso lo stereotipo secondo il quale cattata o minacciata di morte. corsi separati, manca una specifica la gravidanza ha una funzione protet- attenzione alla violenza che coinvol- tiva rispetto alla violenza. ge contemporaneamente sia la don- Purtroppo la realtà smentisce na che il bambino, durante il periodo questo luogo comune: si stima che perinatale. nel mondo almeno una donna su 5 Dubini V., Curiel P., La violenza come fattore di rischio in gravidanza, AOGOI Risveglio Ostetrico anno I - n. 1/2 – 2004 10 11
Gravidanze e Nascite senza violenza 4. La violenza perinatale Secondo il WHO6 le violenze dome- di nascita pretermine, morte feta- Sono fattori scatenanti, perché al dolore, panico e sensazione di per- stiche sono la seconda causa di morte le, ridotto incremento ponderale, poco controllabili dalla donna, i cam- dere il controllo con conseguenti di- in gravidanza, dopo l’emorragia, per ridotte o tardive cure prenatali, biamenti corporei della gravidanza, stocie di parto; può avere effetti pa- le donne di età compresa tra i 15 e i maggior rischio di subire, a sua la vulnerabilità emotiva, le frequenti togeni in gravidanza, può bloccare la 44 anni e il rischio di essere vittima di volta, violenza e abuso in età suc- e invasive visite ostetriche, il dolo- donna nell’affidarsi alle cure medico- femminicidio aumenta di ben tre vol- cessive. re del travaglio, l’intensità della fase ostetriche e nell’accettare procedure te per le donne che vengono abusate espulsiva del parto e le manovre che invasive (come le visite vaginali o gli durante la gravidanza7. E sono altre- Gli esiti della violenza non riguar- si effettuano, l’incontro con i medici, esami ematici) o al contrario può ren- sì documentate pesanti ripercussioni dano solo l’integrità fisica e psicolo- spesso estranei, che rappresentano dere la donna estremamente dipen- sulla salute fisica e psichica della don- gica della donna o del feto/bambino, un’autorità istituzionale, la responsa- dente, insicura e incapace di prende- na, del feto e del neonato, che ren- ma anche lo strutturarsi della relazio- bilità del prendersi cura di un neona- re decisioni anche dopo la nascita del dono una “gravidanza violenta” a tutti ne genitoriale, poiché viene minato il to completamente dipendente. bambino; può interferire negativa- gli effetti una “gravidanza a rischio”8: processo di costruzione di un valido mente nell’allattamento, può accen- legame di attaccamento, lo sviluppo La memoria della violenza così riat- tuare sentimenti ambivalenti verso il • nella madre: maggior incidenza delle competenze materne, quali la tivata nelle donne ‘sopravvissute’ può bambino o sentimenti di depressio- di iperemesi gravidica, algie pel- sensibilità e la capacità di rispondere avere gravi effetti10,11: può indurre al ne, può ostacolare lo sviluppo delle viche, infezioni del tratto urina- in modo sintonico alle richieste del momento del parto possibili stati dis- competenze materne e l’avvio di una rio, rottura d’utero, distacco di bambino, la capacità di offrire un con- sociativi e flashback, reazioni intense relazione di attaccamento sicuro. placenta, aborto, corionamnio- tenimento sicuro. tite, preeclampsia, esacerbazio- Vi è, inoltre, un ulteriore aspetto, ne di malattie croniche (diabete, ancora poco considerato: alcuni stu- ipertensione), ansia, attacchi di di9 hanno evidenziato come episodi panico, depressione, disturbi del di violenza e di abuso sessuale subiti sonno e dell’alimentazione, di- in passato, soprattutto nell’infanzia 6 World Health Organization, World Report on violence and health 2002 7 Mac Farlane J, Campbell JC, Watson K. Intimate partner stalking and femicide: urgent implications for women’s safety. Obstetrics sturbo post-raumatico da stress, e nell’adolescenza e non sufficiente- and Gynecology, 2002, 100(1):27-36. 8 Dubini V., Curiel P., La violenza come fattore di rischio in gravidanza, AOGOI Risveglio Ostetrico anno I - n. 1/2 – 2004 abuso di fumo, alcool, droghe; mente elaborati si riattualizzino, più o 9 Simkin P., Klaus P. When survivors give birth CSE, MFT Classic Day Publishing, 2005 10 Grussu,P., Dal Bello, A., Quatraro, R. Salute psicologica perinatale in donne con storie infantili di abuso sessuale, maltrattamento e meno coscientemente, in gravidanza trascuratezza: una rassegna sistematica qualitativa. In Psicologia clinica dello sviluppo, Rivista quadrimestrale. 2/2019, 175-200. 11 Houd S., Maghella P., (a cura di)Emergenze nel parto. Riconoscerle e gestirle in tea. Numeri Primi Editore, 2013 • nel bambino: aumentata incidenza o durante il parto. 12 13
Gravidanze e Nascite senza violenza 4. La violenza perinatale 4.2 L’incidenza ogni anno da 6.000 a 25.000 circa gra- vidanze gravate da questo fattore di rischio. I dati sono sicuramente sottosti- mati perché gli ostacoli che rendono difficile la rilevazione della violenza di In Italia non sono molti gli studi in- gravidanze, secondo altri tra 3,9% e genere sono ancora più evidenti per torno a questo tema. L’Istat nell’ulti- 8,7%13. In ogni caso non c’è una gran quanto riguarda la violenza perinata- ma indagine sulla violenza12, ha rile- differenza tra paesi industrializzati e le, come ha segnalato il Progetto RE- vato un 11,8% di donne che ha subìto non, per il fatto univocamente rico- SPONSE17: violenze dal partner anche quando nosciuto che la violenza sulle donne è era in gravidanza (10,2% nel 2006) e presente in forma endemica in tutti i a) c’è una maggiore riluttanza delle tra queste “la situazione più comune paesi del mondo e coinvolge trasver- donne in gravidanza a denunciare il è che l’intensità della violenza, duran- salmente tutti gli strati sociali14. partner per: te la gravidanza, è rimasta costante • vergogna, senso di colpa e la sen- (57,7%), per il 23,7% è diminuita, per Considerando che in Italia avven- sazione di essere parzialmente re- l’11,3% è aumentata e per il 5,9% è gono circa 460.000 nascite l’anno15 sponsabile della violenza; iniziata.” e che circa il 30% delle gravidanze si • paura di rappresaglie da parte del Ma è un dato limitato. Non si è in interrompe spontaneamente o vo- perpetratore, anche sul bambino; grado di conoscere la percentuale lontariamente16, si può desumere • paura di perdere il sostentamento di violenza perinatale sul totale del- che il numero complessivo di donne economico; le gravidanze. È possibile effettuare che iniziano una gravidanza si aggiri una stima sulla base degli studi rea- intorno ai 650.000 l’anno. Pertanto lizzati in diversi paesi del mondo, sia anche riferendosi all’incidenza più 12 ISTAT La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia, Istituto Nazionale di Statistica, Roma, 2015 13 Van Parys A-S, Verhamme A, Temmerman M, Verstraelen H (2014) Intimate Partner Violence and Pregnancy: A Systematic Review pur non univoci. Secondo alcuni studi bassa di violenza perinatale, rilevata of Interventions. PLoS ONE 9(1) 14 Dubini V., La violenza come fattore di rischio in gravidanza, AOGOI Risveglio Ostetrico anno I - n. 1/2 – 2004 l’incidenza della violenza in gravidan- negli studi sopra citati (tra lo 0,9% e 15 Istat Indicatori demografici, Istituto nazionale di statistica, Roma, 2018 16 Istat La salute riproduttiva della donna, Istituto nazionale di statistica, Roma, 2018 za oscilla tra 0,9% e 20,1% su tutte le il 3,9%) potrebbero esserci in Italia 17 Progetto di contrasto alla violenza di genere cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Daphne (2016- 2017) 14 15
Gravidanze e Nascite senza violenza 4. La violenza perinatale • mancanza di consapevolezza e di • paura di attirare l’attenzione sullo Anche negli studi relativi al mal- sona e come donna, sia una serie di capacità di identificare come vio- stato di immigrazione irregolare o trattamento infantile si rileva che in aiuti che la sostengano come madre: lenti gli atti subiti, soprattutto in di perdere lo status in seguito alla Italia la capacità d’intercettazione del interventi volti a favorire lo strutturar- caso di violenza psicologica o eco- separazione dal coniuge violento; maltrattamento cresce con il crescere si di un legame di attaccamento sicu- nomica; dell’età dei bambini assistiti e c’è una ro, interventi di sostegno e valorizza- • paura dello stigma e dell’esclusio- b) gli operatori che vengono a contat- carenza di interventi preventivi e di zione delle competenze materne, di ne sociale da parte della famiglie e to con donne incinte o in puerperio: presa in carico precoce “a causa della promozione del contatto pelle a pel- della comunità; • spesso non conoscono a sufficien- quale i bambini risultano meno pro- le, principale veicolo di rassicurazione • paura dell’isolamento sociale e la za le cause e le conseguenze della tetti proprio nella fascia di età più de- per il neonato, di supporto all’allatta- sensazione di dover affrontare la violenza perinatale; licata, quella dei primi anni di vita18”. mento al seno che, oltre ai molteplici violenza da sole; • possono avere pregiudizi e stereo- benefici sulla salute del bambino, co- • bassa fiducia in se stesse e bassa tipi anche legati a esperienze per- Ed essendo la problematica della stituisce un fattore di protezione nei autostima; sonali; violenza perinatale poco analizzata riguardi delle forme di maltrattamen- • mancanza di opzioni sicure per il • non hanno strumenti metodolo- e poco rilevata, risulta ancor più ca- to da parte della madre, in particolar figlio e paura di perderne la custo- gici, protocolli interni e procedure rente l’offerta di percorsi di protezio- modo della trascuratezza19,20. dia; specifiche per intercettare il pro- ne e di sostegno alle donne vittime, • mancanza di opzioni realistiche (ad blema e i bisogni sottostanti; soprattutto per quanto riguarda la es. per risorse finanziarie, alloggio, • non conoscono spesso i riferimen- dimensione della maternità. Nel sup- lavoro o sicurezza); ti precisi dei servizi di supporto a portare una donna vittima di violenza • preoccupazione per non essere cui inviare le donne; nel periodo perinatale infatti è ne- creduta; • possono avere incertezze sulla cessario offrirle sia specifici percor- • sensazione di poca privacy duran- normativa in materia di riservatez- si per uscire dal contesto violento e te gli appuntamenti con i profes- za e obbligo di segnalazione. per riparare i danni subiti come per- sionisti della salute; • barriere linguistiche e culturali af- 18 Terre des Hommes, CISMAI, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (2015) Indagine nazionale sul maltrattamento dei bam- frontate da donne migranti appar- bini e degli adolescenti in Italia https://terredeshommes.it/dnload/Indagine-Maltrattamento-bambini-TDH-Cismai-Garante.pdf 19 Strathearn L., Mamun A., Najman J. M. et al., Does Breastfeeding Protect Against Substantiated Child Abuse and Neglect? A 15 tenenti a minoranze etniche; Year Cohort Study in Pediatrics 200-9;123;483-493 20 ACP L’allattamento al seno come fattore di protezione del maltrattamento al bambino in Fin da piccoli, rivista on-line dell’Associa- zione Culturale Pediatri, settembre-dicembre 2009, Anno I n°3, pag.5 16 17
Gravidanze e Nascite senza violenza 4. La violenza perinatale 4.3 Le sfide del progetto attraverso parole, espressioni, movi- menti, posizioni che la facciano senti- le varie forme di violenza di genere nel periodo perinatale. re nuovamente senza il controllo sulla Le azioni sono state pensate sulla situazione che sta vivendo. Spiegare base delle Linee Guida28,29,30,31, che le procedure, prendere decisioni in- raccomandano di privilegiare: sieme, non toccare la donna senza • la formazione e la sensibilizzazio- che abbia dato il suo permesso, inter- ne degli operatori; Se è vero che la violenza perinatale pregresso abuso sessuale è possibile rompere gli esami clinici di fronte a • il lavoro multidisciplinare e di rete; è più difficile da “disvelare”, di contro interrompere il processo negativo di segnali di distress, fornire scelte pos- • un’attenzione particolare alla pri- la gravidanza rappresenta una grande trasmissione intergenerazionale del- sibili, può aiutare la donna a non sen- ma accoglienza, alle modalità con opportunità per intercettarla poiché la violenza e, attraverso un’assisten- tirsi sopraffatta, ma in controllo della cui la donna viene a contatto con i • la quasi totalità delle donne gravi- za rispettosa in gravidanza e al parto, situazione23,24,25,26,27. servizi sanitari; de riceve cure perinatali con con- indurre un processo di riparazione e • l’indicazione di procedure standar- tinuità; crescita, in cui la donna non si senta Il presente progetto pertanto è dizzate/protocolli per la rilevazio- • è facile che si instauri un rapporto nuovamente violata22. stato elaborato nella consapevolezza ne dei segnali indicatori di violen- di fiducia tra la donna e gli opera- Nel corso della gravidanza e duran- della grande responsabilità che han- za; tori sanitari di riferimento; te il parto, infatti, i confini del corpo no gli “operatori della nascita” nel fare • l’attivazione di percorsi di soste- • è alta la motivazione della donna femminile vengono necessariamente emergere, prevenire e contrastare gno personalizzati. rispetto all’essere una brava ma- attraversati e ogni donna ha bisogno dre e a proteggere il bambino. di sentirsi al sicuro e in mani sicure, ma ancor di più ne ha bisogno la don- 21 Kitzinger S. Sheila Kitziger’s letter from Europe: silent is collusion, in Birth Issues in perinatal care, Berkeley, Calif. 29 settembre 2002 (3) 207-209 Non sfruttare questa opportunità na che ha subito un abuso durante il 22 Seng JS, Sperlich M, Low LK, Ronis DL, Muzik M, Liberzon I. Childhood abuse history, posttraumatic stress disorder, postpartum mental health, and bonding: a prospective cohort study. J Midwifery Womens Health. 2013 Jan-Feb;58(1):57-68 e ‘non vedere’ rappresenta una for- quale si è sentita impotente e senza 23 Houd S. (2013) Emergenze nel parto. Riconoscerle e gestirle in team. Manuale per operatori. Numeri Primi Editore 24 Montgomery, E., Pope, C., Rogers, J. The re-enactment of childhood sexual abuse in maternity care: a qualitative study. BMC ma di collusione. “Silent is collusion” alcun controllo. La chiave indispensa- Pregnancy Childbirth 15, 194 (2015) 25 LoGiudice JA. A Systematic Literature Review of the Childbearing Cycle as Experienced by Survivors of Sexual Abuse. Nurs Womens come afferma Sheila Kitzinger21. bile per prevenire una ri-traumatiz- Health. 2017 Dec 2016 – Jan 26 Coles, J., Jones, K. Universal precautions: Perinatal touch and examination after childhood sexual abuse. Birth, 36(3); 2009 zazione, sia pur involontaria da parte 27 Seng JS, Sparbel KJ, Low LK, Killion C. Abuse-related posttraumatic stress and desired maternity care practices: women’s perspectives. J Midwifery Womens Health. 2002 Sep-Oct;47(5):360-70 Inoltre, per quanto riguarda in par- di chi l’assiste e si prende cura di lei, 28 AOGOI Linee Guida contro la violenza alle donne in http://www.aogoi.it - aogoi@aogoi.it 29 Weiss R. E., Domestic Violence in Pregnancy in http://pregnancy.about.com ticolare le donne ‘sopravvissute’ ad un sta nel non riattivare l’abuso subìto 30 Presidenza del Consiglio dei Ministri Piano strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020 31 NHS (National Institute for Health and Care Excellence) Antenatal care for pregnancy 2008 18 19
Gravidanze e Nascite senza violenza 4. La violenza perinatale Era il mio piccolo segreto, e mi aiutavano tutti a mantenerlo. Lui mi teneva ferma e mi prendeva a testate. Mi trascinava per tutta la casa tirandomi per i vestiti, per i capelli, pugni, calci, testate, ginocchiate. E seguitava a farmi male, male, male… Bevevo… Con i bambino era difficile andare avanti così… Li volevo, non li volevo ab- bandonare… anche se qualche volta non li volevo per niente. … Nessuno di loro, dei dottori mi guardava in faccia. Nessuno di loro vedeva niente… Chiedetemelo Una domanda. Una sola. Io avrei risposto. Io avrei detto tutto. Mi ha picchiata. È stato lui. Salvatemi. Gli avrei detto tutto. Bastava che mi facessero la domanda giusta. Chiedetemelo Il dottore non mi guardava mai in faccia… Mi esaminava in vari punti ma non mi guardava mai negli occhi. Non mi guardava mai quando parlava. Non mi vedeva. Ha bevuto, diceva tra sé. Lo vedevo arricciare il naso, sen- tiva l’odore e tirava le conclusioni. Nessuno dei dottori mi ha mai guardata. … Come stai?… Chiedetemelo… all’ospedale per favore, chiedetemelo al centro sanitario in Chiesa chiedetemelo, chiedetemelo, chiedetemelo (tratto da Doyle R., La donna che sbatteva nelle porte. Guanda, Milano, 2000) 20 21
5 5. Finalità e obiettivi perseguiti • promuovere una maggior con- sapevolezza nelle donne vittime rispetto al bisogno inespresso di FINALITÀ E OBIETTIVI aiuto; • offrire efficaci percorsi di soste- PERSEGUITI gno che garantiscano protezione rispetto agli esiti negativi della vio- lenza sulle donne stesse, sui loro figli e sulla relazione genitoriale. 2. Ampliare l’integrazione e la messa in rete di operatori, strutture e servizi che si occupano di violenza e maltrat- tamento alle donne nel periodo peri- natale. I l progetto ha inteso promuove- Sono stati perseguiti i seguenti obiet- re un processo di sensibilizza- tivi: zione sociale a cascata finaliz- 1. Accrescere e rafforzare negli ope- zato ad accrescere l’attenzione ratori del settore materno-infantile la sulle diverse forme di violenza peri- capacità di: natale, favorirne l’emersione, preve- • individuare precocemente le don- nire e contrastare i gravi danni che ne vittime di violenza perinatale genera sulla salute fisica e psichica attraverso specifici strumenti e delle donne e dei loro figli. metodologie; 22 23
6 6. Fasi e azioni 6.1 I FASE: Attività iniziali FASI E AZIONI 6.1.1 Organizzazione operativa dettaglio le diverse attività da imple- mentare. Il Melograno ha provveduto innan- zitutto a costituire l’équipe interna di 6.1.2 Costituzione del Tavolo di progetto, individuando i diversi com- lavoro ponenti e affidando loro gli incarichi con i relativi atti amministrativi. Sono stati organizzati diversi in- Come in ogni altro progetto realiz- contri con le figure responsabili delle zato, è stata messa particolare cura strutture partner per illustrare il pia- nella scelta delle operatrici, il cui gra- no di avvio del progetto e per con- do di motivazione e di professionalità cordarne le modalità. A seguito di tali I l progetto si articola in due fasi: Le azioni sono state articolate in è un elemento rilevante per il buon incontri ciascuna struttura ha indivi- una prima fase di lavoro loca- modo interdipendente tra loro, pia- esito del progetto. duato gli operatori a cui affidare, con lizzato territorialmente ed una nificandole affinché l’output genera- L’équipe interna è risultata così le dovute autorizzazioni, l’incarico di seconda di diffusione a livello to dalla prima rappresentasse l’input composta: una responsabile di pro- partecipanti al Tavolo di lavoro multi- nazionale. Si è scelto infatti di proce- per la seconda e così via, in un pro- getto, due coordinatrici, un’ostetrica, disciplinare previsto dal progetto. dere nella direzione di un progressivo cesso a cascata, al fine di garantire sia tre psicologhe, sei operatrici domici- Dopo alcune modifiche iniziali il Ta- ampliamento del campo, partendo l’efficacia interna, e quindi un control- liari. volo è risultato composto da: da una sperimentazione circoscritta lo puntuale dei processi, sia la solidi- In diverse riunioni tra la respon- • 1 ginecologa e 4 ostetriche dell’A- per poi divulgarne i risultati a livello tà del raggiungimento dell’obiettivo sabile, le coordinatrici e le referenti zienda Ospedaliera San Giovanni- più esteso. finale. dell’I.S.S. sono state definite in detta- Addolorata; 24 25
Gravidanze e Nascite senza violenza • 3 ostetriche, 2 ginecologhe e 1 psi- volantino sui servizi di sostegno alla cologa del Policlinico Casilino; maternità offerti dal Melograno alle • 5 ostetriche dei Consultori familia- donne coinvolte nel progetto. ri dell’ASL Roma 2; • 1 ostetrica e 3 psicologhe dell’As- Per la cartolina è stato scelto un for- sociazione Il Melograno. mato piccolo, facilmente maneggevo- le e acquisibile in modo discreto. Nel presente Report le figure sud- dette vengono di seguito nominate Ogni struttura ha affisso le locandi- come ‘operatrici’. ne nei reparti, negli ambulatori e nei locali con maggior affluenza di donne Al Tavolo hanno partecipato, inol- in gravidanza (sale d’attesa o di prima tre, la responsabile del progetto, le accoglienza, corridoi centrali, ecc.), due coordinatrici interne delle attività allo scopo di rendere maggiormente del progetto e le referenti dell’I.S.S., visibile sia l’adesione dell’intera strut- con funzioni diversificate di gestione. tura al progetto, sia i canali di acces- so dei percorsi di aiuto. Con lo stes- 6.1.3 Elaborazione di materiali so scopo nei luoghi di affissione delle informativi locandine sono stati anche lasciate le cartoline a disposizione di tutte le Nello stesso periodo iniziale sono utenti. stati prodotti alcuni materiali informa- tivi: una locandina illustrativa del pro- getto con gli indirizzi dei Centri anti- violenza a cui rivolgersi, una cartolina con lo stesso testo della locandina, da distribuire a tutte le donne coinvolte nelle diverse attività di screening e un 26 27
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni 6.1.4 Mappatura delle risorse pre- senti sul territorio specifici offerti da ognuno e dei con- tatti per attivarli. 6.2 I FASE: Formazione Prima di iniziare la fase di speri- Il documento è stato distribuito a mentazione il Tavolo di lavoro ha ri- tutte le partecipanti al Tavolo e si è ri- tenuto fondamentale l’azione, già velato un importante strumento per prevista nel progetto, di mappatura la fase di sperimentazione, utile per L’art.15 della Convenzione di Istan- riere che ostacolano l’intercetta- dettagliata di tutti i centri, esistenti facilitare sia il compito delle opera- bul32 e di conseguenza anche tutti i zione delle donne vittime di vio- a Roma e nel Lazio, dedicati alla vio- trici di screening sia la costruzione di Piani strategici nazionali sulla violenza lenza perinatale; lenza di genere (Case rifugio, Centri concrete reti di supporto per le don- maschile contro le donne33 indicano • far acquisire la necessaria padro- antiviolenza, Sportelli di ascolto), al ne, come descritto nel paragrafo sui chiaramente la formazione degli ope- nanza nell’utilizzare gli strumenti fine di poter offrire alle donne vittime risultati. ratori che si occupano in vario modo scelti per la sperimentazione con individuate precisi riferimenti per in- di violenza di genere come attività le procedure individuate. traprendere un percorso di uscita dal basilare per la prevenzione e l’indivi- circuito della violenza. duazione di ogni forma di violenza. 6.2.1 Formazione iniziale Per tale azione sono state incarica- Per questo la prima azione del pro- te due operatrici del Tavolo apparte- getto è stata dedicata a formare tutto Con il contributo rilevante dell’I.S.S. nenti all’Associazione Il Melograno. il gruppo delle operatrici allo scopo è stato messo a punto un Piano forma- A ciascun centro contattato è sta- di: tivo definendo gli obiettivi di ciascuna to presentato il progetto, inviata una • accrescere le loro conoscenze in sessione, il programma con l’artico- scheda sintetica e soprattutto defini- merito alla tematica; lazione dei contenuti e la scelta del- te le modalità di collaborazione nella • elaborare i vissuti che il tema su- le metodologie, anche sulla base del costruzione di una rete efficace. scita a livello personale e profes- Modello formativo IMPLEMENT sulla Questa capillare mappatura ha con- sionale; violenza di genere per operatori sani- sentito l’elaborazione di un documen- • facilitare il superamento delle bar- tari34. to di facile consultazione, contenente 32 Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie generale - n. 153 02.07.2013 l’elenco dei vari centri, suddivisi per 33 v. Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020 e precedenti in http://www.pariopportunita.gov. it/contro-la-violenza-sessuale-e-di-genere/ municipi, con l’indicazione dei servizi 34 http://www.psytel.eu/implement/implement_train_ITA_web.pdf 28 29
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni Nei mesi di marzo, aprile a maggio supervisionare la principale attività presentante di ciascuna struttura, di In particolare si sottolinea un aspet- 2019 si sono svolti 4 incontri per una di screening avviata nelle strutture feedback relativi all’andamento della to importante del lavoro di supervi- durata complessiva di 30 ore, in cui si (v. paragrafo successivo), rafforzare sperimentazione: osservazioni sinte- sione svolto rispetto al linguaggio uti- sono alternate diverse sessioni di la- le competenze necessarie a gestire tiche sullo svolgimento, eventuali cri- lizzato dalle operatrici coinvolte nella voro: le difficoltà di un lavoro complesso ticità di tipo organizzativo e/o relative sperimentazione. • lezioni frontali sui vari aspetti della e contenere l’intenso e inevitabile alle procedure; tematica, di approfondimento del- coinvolgimento emotivo delle singole 2) un secondo momento centrato Nelle procedure stabilite per lo la letteratura e di presentazione di operatrici. sull’analisi approfondita di un collo- Screening 1 (v. paragrafo successivo), esperienze realizzate in Italia e in Per questa attività si è deciso di av- quio di screening, particolarmente era stato indicato di applicare lo stru- altri paesi europei; valersi anche dell’esperienza di due problematico o significativo, attraver- mento elaborato, formulando le do- • coinvolgimento attivo delle par- operatrici della Cooperativa sociale so: mande senza una fredda rigidità, ma tecipanti rispetto ai vissuti e alle Be Free, che dal 2007 gestisce nella • la presentazione del colloquio da inserendole in un colloquio fluido e problematiche che il tema suscita Regione Lazio sportelli, centri anti- parte dell’operatrice che l’ha effet- con modalità attivanti una relazione a livello personale e professionale, violenza e case rifugio per vittime di tuato; di fiducia con la donna e la sua dispo- con una particolare attenzione ai violenza e di tratta. Questa collabora- • la narrazione dettagliata del suo nibilità ad ‘aprire’ il racconto. pregiudizi e agli stereotipi; zione, rivelatasi da subito molto posi- svolgimento; Ma proprio questa importante ca- • presentazione degli strumenti ela- tiva, ha facilitato anche la costruzione • l’esposizione degli aspetti emotivi ratteristica di ‘duttilità’ dello strumen- borati per la successiva sperimen- del percorso di supporto per alcune suscitati nell’operatrice e le diffi- to ha reso necessario lavorare a lungo tazione; delle donne prese in carico. coltà incontrate; per ridurre al minimo la discrezionali- • simulazioni mirate al rafforzamen- • simulazione del colloquio, in alcu- tà dell’operatrice nel linguaggio usato to delle capacità di conduzione di Da giugno 2019 a luglio 2020 si ni casi; e per evitare i rischi di un’eccessiva colloqui di screening. sono svolti 7 incontri di 4 ore (di cui • discussione di gruppo guidata dal- personalizzazione e di una trasforma- uno on-line a seguito delle disposizio- le conduttrici dell’incontro e con- zione delle finalità dello screening. 6.2.2 Formazione iniziale ni ministeriali legate alla pandemia di divisione di impressioni, osserva- Covid19), strutturati in due parti: zioni, riflessioni, suggerimenti; Si è quindi posta un’attenzione par- In seguito all’esito dei primi incontri • rilettura da parte dell’operatrice ticolare alla consapevolezza di ciò che svolti si è deciso di attivare incontri di 1) un primo momento centrato sulla della situazione presentata alla le parole veicolano oltre il loro signi- formazione in itinere, al fine di poter comunicazione, da parte di una rap- luce degli spunti offerti dal gruppo. ficato stretto, in termini di giudizio, 30 31
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni colpevolizzazione, paternalismo, ecc. e su come rimanere aderenti al ruolo 6.3 I FASE: Sperimentazione ben definito dell’operatrice. L’ultimo incontro è stato intera- mente dedicato al confronto sull’e- sperienza svolta, rileggendo insieme 6.3.1 Elaborazione di strumenti letteratura secondo la quale il perio- il percorso fatto in tanti mesi di lavo- metodologici e procedure per la do perinatale è una delle condizioni ro e come era stato vissuto in termini sperimentazione in cui è preferibile ed efficace effet- personali, di gruppo e di struttura. Il tuare ‘screening universali’ rispetto a confronto si è svolto prima in piccoli Il primo lavoro del Tavolo è stato ‘indagini mirate su casi singoli’35,36, è gruppi e successivamente in plenaria quello di mettere a punto gli stru- stato analizzato un programma dell’A- ed è stato stimolato da una traccia menti, diversificati a seconda dei vari zienda AUSL di Modena di contrasto scritta con una serie di domande. contesti, da utilizzare per la rilevazio- alla violenza domestica in gravidanza ne della violenza perinatale. realizzato nei Consultori familiari dal Al fine di ottimizzare tempi e risor- 2012 e tuttora in atto. Il programma se tale compito è stato affidato ad un è stato illustrato nei dettagli dalla re- piccolo gruppo che nei mesi di febbra- sponsabile, dott.ssa Paola Picco, in io e marzo 2019 ha lavorato intensa- diversi incontri, che hanno permesso mente, studiando e approfondendo al gruppo di approfondire sia la docu- la conoscenza della letteratura e del- mentazione scientifica che ha motiva- le sperimentazioni realizzate a livello to l’esperienza sia le modalità concre- nazionale e internazionale inerenti te con cui è stata realizzata, i punti di alla tematica del progetto. forza e soprattutto le criticità rilevate In particolare, alla luce di un’im- nel corso del tempo. portante indicazione desunta dalla 35 WHO (2013), Responding to intimate partner violence and sexual violence against women: WHO Clinical and policy guidelines. (WHO 2013) 36 UNFPA-WAVE, (“Strengthening Health System Responses to Gender-based Violence in Eastern Europe and Central Asia” (2014), p. 67 32 33
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni Dopo questa prima fase di studio si A questo è stata allegata una sche- o disturbi per la riservatezza e l’agio all’interno di un colloquio con la don- è deciso di avviare la sperimentazio- da con l’elenco degli indicatori di della donna (presenza nella stanza na, anche seguendo un differente or- ne di una prima attività di screening sospetto correlati alla violenza do- di altri colleghi, telefono che squil- dine o utilizzando parole leggermen- (di seguito definita Screening 1) se- mestica perinatale, rilevabili nella la, spazio inadeguato, ecc.); te diverse, in relazione alla narrazione condo il modello di Modena. raccolta di dati anagrafici e anam- 2) applicare lo strumento di screening della donna; È stato messo a punto lo strumen- nestici e nell’osservazione diretta elaborato dopo una presentazione 4) chiudere lo screening dando infor- to da utilizzare, composto da: durante il colloquio di screening. alla donna delle finalità del progetto mazioni a tutte le donne riguardo alla Sono state, inoltre, definite detta- in atto nella struttura, procedendo rete dei servizi di supporto disponibili - 5 domande dell’Abuse Assessment gliatamente le procedure per appli- solo se la donna esprime il proprio e procedendo con le donne ‘positive’ Screen37 (nella versione italiana utiliz- care lo screening, nonché uno sche- consenso; o ‘dubbie’ secondo quanto indicato zata nei Consultori di Modena) riguar- ma articolato con le diverse azioni da 3) formulare le domande di screening nello ‘schema di azioni da attivare in danti l’aver subito, nell’ultimo anno e mettere in atto, a seconda degli esiti. non come una rigida intervista, ma base all’esito dello screening’. in gravidanza, violenza fisica, psicolo- Si è deciso di: gica o sessuale da parte del partner o 1) proporre lo Screening 1 in modo di altri familiari; ‘universale’, ovvero di proporlo, sen- za effettuare una selezione, a tutte - 3 domande riguardanti: le donne incontrate/visitate/assistite • l’aver subito abusi sessuali in età da ciascuna operatrice incaricata, nei pregressa; luoghi e nei giorni individuati, rispet- • la condivisione con il partner del- tando le seguenti condizioni: la scelta di intraprendere la gravi- • la donna deve essere sola; danza; • l’operatrice deve avere il tempo • gli eventuali accessi al Pronto Soc- sufficiente per applicare corretta- corso nell’ultimo anno. mente lo screening; • non ci devono essere interferenze 37 Basile KC, Hertz MF, Back SE. Intimate Partner Violence and Sexual Violence Victimization Assessment Instruments for Use in Healthcare Settings:Version 1. Atlanta (GA): Centers for Disease Control and Prevention, National Center for Injury Prevention and Control; 2007. 34 35
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni Contemporaneamente l’Associa- Screening 2, è stato sperimentato, in 6.3.2 Realizzazione delle attività di parte la scelta iniziale. Si è osserva- zione Il Melograno non potendo ap- un secondo momento, anche nel re- screening to, infatti, che la maggior parte delle plicare lo Screening 1, per motivi parto di ostetricia dell’Ospedale San donne ricoverate in reparto erano in strutturali e organizzativi, ha deciso di Giovanni. Terminata la formazione iniziale e procinto di partorire o avevano parto- effettuare l’attività di screening utiliz- Il Melograno, inoltre, ha deciso di considerati i suoi esiti il Tavolo ha av- rito da uno o due giorni. Erano quindi zando una versione lievemente mo- svolgere un’attività di studio in merito viato la sperimentazione con le mo- in una fase speciale e delicatissima di dificata dello strumento elaborato, alle caratteristiche degli interventi di dalità messe a punto, definendola un alta concentrazione sull’evento della somministrabile in una diversa mo- home visiting38 realizzati, per definire primo studio conoscitivo sull’applica- nascita e ciò rendeva inopportuno e dalità, ovvero compilato dalla donna quanto l’intervento di sostegno, svol- bilità degli strumenti scelti, prelimi- poco efficace lo screening, soprattut- in forma anonima e restituito in un to con la peculiare metodologia elabo- nare ad un eventuale successivo lavo- to per la parte di rilevazione di abusi raccoglitore chiuso. Al questionario è rata e validata da più di 20 anni, pos- ro di standardizzazione e validazione. sessuali pregressi. Le donne in quelle stato accluso un foglio di spiegazione sa essere considerato uno strumento A giugno 2019 è iniziata la speri- condizioni, diversamente dalle donne del progetto e delle sue motivazio- facilitante l’emersione della violenza mentazione secondo le procedure ricoverate in reparto per patologie ni, nonché i riferimenti (telefonici e domestica perinatale. Per un’esigen- stabilite. Ciascuna struttura ha indica- durante la gravidanza, esprimevano di posta elettronica) per poter con- za di semplicità nella descrizione del- to le modalità, i luoghi e i giorni in cui molte resistenze sia a rievocare l’abu- tattare un’operatrice a cui richiedere la sperimentazione, quest’attività, realizzarla: so subito sia ad accogliere le proposte maggiori informazioni o un aiuto spe- avendo la stessa finalità dei due scre- 1) Il gruppo operativo dell’Azienda di aiuto per l’elaborazione del trauma cifico. Insieme al questionario sono ening precedenti, è stata denominata Ospedaliera San Giovanni ha scelto passato e di sostegno personalizzato stati distribuiti anche il volantino del Screening 3, sia pur impropriamente, di effettuare lo Screening 1: nel puerperio. progetto e quello dei servizi di sup- non essendo in realtà una vera attivi- • nel reparto di ostetricia; Si è scelto pertanto di effettuare in porto alla maternità a cui accedere. tà di screening. • nel Pronto Soccorso ostetrico; reparto lo Screening 2 utilizzando il L’utilizzo di tale questionario, definito • nell’ambulatorio della gravidanza; questionario autosomministrato ela- • nell’ambulatorio della gravidanza borato dal Melograno, che consenti- 38 “L’home visiting è uno strumento operativo per accompagnare e sostenere la genitorialità fragile attraverso la costruzione di a termine. va di rispettare maggiormente la di- una relazione di aiuto. I contenuti e i metodi dell’HV secondo i criteri presentati dall’OMS (2006) prevedono un’azione sistematica centrata sul sostegno precoce al/ai genitore/i e al loro disagio, soprattutto quello connesso agli intrecci traumatici generati dall’e Successivamente, negli incontri di sponibilità della donna di affrontare sperienza parentale con le esperienze sfavorevoli subite nella loro infanzia. Si tratta di organizzare visite domiciliari - costruendo un’alleanza con i genitori - nei primi mesi di vita del bambino da parte di personale che inizialmente può anche essere sanitario, monitoraggio effettuati presso la il tema della violenza subita, consen- possibilmente la stessa assistente sanitaria conosciuta in ospedale, per poi essere sostituita da un operatore professionale pre parato specificamente per questo servizio. Le ricerche evidenziano come i programmi di HV riducono i rischi di maltrattamento e struttura, sono emerse alcune cri- tendole di richiedere un aiuto in un promuovono le risorse genitoriali.” in CISMAI (2017) Linee Guida per gli interventi di home visiting nella prevenzione del maltrattamento all’infanzia https://cismai.it/download/linee-guida-home-visiting/ ticità che hanno fatto modificare in secondo momento. 36 37
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni 2) Il gruppo operativo del Policlini- donne frequentanti i diversi corsi, in Melograno per un supporto nel vuta, di essere vittime di una o più co Casilino ha scelto di effettuare lo gravidanza e dopo il parto, organizza- percorso nascita e che hanno rive- forme di violenza perinatale. Screening 1: ti presso la sede associativa. La distri- lato, nel corso dell’assistenza rice- • nell’ambulatorio dell’accoglienza buzione è iniziata ad ottobre 2019 e della gravidanza; in ciascun incontro in cui è stata ef- • nell’ambulatorio del puerperio; fettuata è stata preceduta da un mo- escludendo dalla scelta iniziale l’am- mento di presentazione della temati- bulatorio di patologia ostetrica, il ca della violenza perinatale, durante Pronto soccorso ostetrico e il reparto il quale le operatrici spiegavano gli IVG, per mancanza di spazi adeguati e obiettivi del progetto, il significato e per problemi legati all’organizzazione le motivazioni delle azioni messe in interna. campo e fornivano chiarimenti alle domande. 3) La ASL Roma 2 ha scelto di effettua- Contemporaneamente ha avviato re la sperimentazione dello Screening anche lo Screening 3, individuando 1 in 4 Consultori familiari (Pietralata, quante donne erano vittime di vio- Condottieri, Canapiglie e Monza), du- lenza perinatale tra tutte le donne rante i colloqui individuali di ingresso assistite, tra novembre 2018 e luglio ai corsi di accompagnamento alla na- 2020, con interventi di home visiting scita e di accesso all’Ambulatorio del in progetti sociali di supporto alla puerperio/Spazio allattamento. Tale maternità fragile, ed evidenziando scelta non ha subito modifiche in cor- tra queste quante avevano rivelato so d’opera. per la prima volta all’operatrice do- miciliare la violenza subita e cosa in 4) L’Associazione Il Melograno ha particolare avesse favorito tale rive- scelto di effettuare lo Screening 2 di- lazione. Nell’ambito di quest’attività stribuendo il questionario autocom- sono state anche incluse nello stu- pilato in forma anonima a tutte le dio tre donne che si sono rivolte al 38 39
Gravidanze e Nascite senza violenza 6. Fasi e azioni Nel cronogramma di progetto era È stata stravolta completamente la 6.3.3 Offerta di percorsi di sostegno metodologia nel migliorare il rappor- stata prevista una durata di 10 mesi routine e lo stress creato in tutti gli alla maternità to tra i nuclei in difficoltà e i servizi, per l’attività di sperimentazione, ma la operatori sanitari nel fronteggiare la nel facilitare l’implementazione di pandemia di Covid19 ha causato uno pandemia ha inciso negativamente Il Melograno ha avviato, con le pro- reti sociali protettive e nell’accrescere slittamento dei tempi a luglio 2020. anche nei mesi in cui la sperimenta- prie operatrici, anche le attività di l’integrazione tra le risorse di suppor- Per il lockdown le attività di scre- zione è di nuovo ripresa. Si sono inol- supporto alla maternità previste nel to disponibili sul territorio. ening sono state inevitabilmente so- tre riaccentuati gli aspetti di medica- progetto. Tutto ciò trova ampio riscontro nel- spese sia negli Ospedali, fortemente lizzazione del lavoro ostetrico quando L’attività più consistente è stata la letteratura che riguarda i servizi impegnati a fronteggiare l’emergen- invece con lo screening negli ospedali quella di home visiting con la speci- socio sanitari nell’area materno-in- za, sia nei Consultori che hanno do- era stato aperto proprio uno spazio fica metodologia messa a punto dal fantile. In particolare una recente ras- vuto interrompere ogni attività sa- oltre la medicalizzazione della nasci- Melograno in oltre vent’anni di lavoro segna di studi39 indica i programmi di nitaria non considerata urgente. E ta. con famiglie fragili nel primo anno di visite a domicilio nel puerperio come anche quando è terminato il periodo vita del bambino. Attraverso diverse molto promettenti nel contrastare la di lockdown, non è stato possibile ri- Al tempo stesso la sospensione del- ricerche realizzate in collaborazione violenza domestica in gravidanza e i prendere in pieno la sperimentazione lo screening ha reso le operatrici an- con l’Università Sapienza di Roma tale suoi effetti. in tutte le strutture sia perché è stato cora più consapevoli dell’importanza metodologia è risultata particolar- Per questo nel presente progetto raccomandato di ridurre il più possi- e dell’utilità di poterlo effettuare con mente efficace nell’accrescere l’auto- si è scelto di dedicare una particolare bile il tempo dei colloqui individuali, le modalità individuate. “Lo scree- stima, l’empowerment, la sensibilità attenzione all’offerta di questa tipolo- sia perché le procedure imposte dai ning mi è mancato!” hanno detto in e la capacità delle madri di entrare in gia di intervento di sostegno. diversi DPCM non consentivano le at- molte, sottolineando come durante il rapporto sintonico con il figlio, risor- Sono stati realizzati interventi di tività di gruppo in presenza e hanno lockdown si sentissero di nuovo sole, se fondamentali nel percorso di usci- home visiting, per un totale di 520 comunque ridotto il numero di acces- non protette e impotenti di fronte al ta dalla violenza e importanti fattori ore, di cui 125 ore per due donne ‘po- si delle donne nelle strutture. tema della violenza, consapevoli del protettivi rispetto alla trascuratezza e sitive’ allo Screening 1, individuate maggior pericolo che stavano corren- al maltrattamento infantile. Non solo, da operatrici di Consultorio della ASL Si è pertanto registrata una forte do quelle donne costrette a rimanere è stata validata anche l’efficacia della e 395 ore per dieci donne ‘positive’ penalizzazione di tutta la sperimenta- sempre in casa con un compagno vio- zione, purtroppo proprio quando era lento. 39 Van Parys A-S, Verhamme A, Temmerman M, Verstraelen H., Intimate Partner Violence and Pregnancy: A Systematic Review of ormai entrata in pieno regime. Interventions. In PLoS ONE 9(1) (2014) 40 41
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