GLI SCENARI EUROPEI PER IL DOPO QUOTE LATTE - Paolo Sckokai Università Cattolica, Piacenza
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Schema della relazione 1) Lo studio della Commissione Europea sul settore lattiero-caseario post-2015 2) Gli scenari di mercato sulla base delle previsioni più recenti 3) Le conclusioni dello studio, con particolare riferimento al ruolo del «pacchetto latte» 4) Le prospettive di politica UE dopo il 2015 2
Lo studio della commissione • Lo studio in questione ha avuto come obiettivo l’individuazione degli scenari di evoluzione del settore lattiero-caseario UE dopo il 2015 (abolizione delle quote) • Il metodo di lavoro è stato il seguente: 1) Formulazione di quesiti da parte della Commissione riguardanti aspetti specifici dello scenario post-quote, suddivisi in due aree: a) Equilibrio di mercato e competitività b) Sostenibilità della produzione e dimensione territoriale 2) Individuazione di sei esperti che esprimessero opinioni indipendenti sui quesiti formulati dalla Commissione 3) Sintesi dei contributi degli esperti (con evidenziazione di eventuali dissensi e/o peculiarità delle opinioni) 4) Messa a punto di un documento finale in vista di eventuali proposte della Commissione (fase ancora in corso) 3
Equilibrio di mercato e competitività • I quesiti posti agli esperti erano i seguenti: 1) In un mercato senza più le quote, in che modo le forze di mercato, le forme organizzative della filiera (in particolare Organizzazioni dei Produttori e Organizzazioni Interprofessionali) e gli strumenti di politica agraria potranno influenzare l’equilibrio tra domanda e offerta nell’UE? 2) In quale modo questi elementi influenzeranno il valore aggiunto, il portafoglio di prodotti UE, la capacità di adeguare l’offerta alla domanda di mercato, la posizione competitiva dell’UE sui mercati esteri e la necessità di investire nelle aziende agricole e in quelle di trasformazione? 3) In quale modo sarebbe possibile operare un programma di riduzione temporanea volontaria della produzione, con compensazione per i produttori? 4
Sostenibilità della produzione • I quesiti posti agli esperti erano i seguenti: 1) Quale potrà essere il contributo del settore lattiero-caseario nel mantenere vive le comunità rurali, specialmente nelle aree svantaggiate? 2) Come potrà evolvere nel tempo l’equilibrio tra dimensione territoriale ed economica della produzione di latte? 3) Quali sono le aree e i sistemi produttivi più a rischio? 4) Quali azioni potrebbero essere intraprese per assicurare un equilibrio sostenibile tra dimensione economica e dimensione territoriale della produzione di latte? 5
Il rapporto tra produzione e quote (1) 11
Il rapporto tra produzione e quote (2) 12
Le previsioni di produzione 13
Produzione e capi allevati 14
Le prospettive del mercato dei formaggi 15
Le prospettive del mercato del LSP 16
Le prospettive del mercato del burro 17
Conclusioni dello studio (1) ! • Dall’analisi delle prospettive di mercato, lo studio della Commissione ha concluso che: 1) L’abolizione delle quote dovrebbe essere sostanzialmente ininfluente sugli equilibri di mercato (crescita della produzione possibile solo in alcuni paesi: NL, DE, AT, PL, IE) 2) La redistribuzione della produzione tra paesi dovrebbe essere molto limitata 3) Il problema cruciale dei prossimi anni continuerà ad essere la volatilità dei prezzi, che si prevede possa continuare con caratteristiche simili a quelle degli ultimi anni 4) Questo problema è particolarmente accentuato per le produzioni zootecniche, dove la volatilità interessa sia il versante dei ricavi che quello dei costi 18
Conclusioni dello studio (2) • Dall’analisi della competitività del settore latte, lo studio della Commissione ha concluso che: 1) L’abolizione delle quote crea le condizioni per un migliore adeguamento dell’offerta di prodotti alla domanda di mercato (più formaggi e meno burro, LIP e LSP), ma in realtà, il sistema produttivo europeo sembra essere piuttosto «rigido» 2) Le OP e le OI potranno svolgere un ruolo rilevante soprattutto in termini di fornitura di servizi (contratti quadro, informazioni di mercato, migliore adeguamento alla domanda, formazione operatori, logistica…) 3) Il ruolo delle OP e delle OI nella redistribuzione del valore aggiunto lungo la filiera non dovrebbe essere enfatizzato troppo…. 4) I piani di produzione dei formaggi DOP rispondono a una peculiarità del mercato, ma devono essere realizzati nei limiti previsti dal pacchetto latte (limitati nel tempo, senza accordi di fissazione dei prezzi, senza interferire con altri mercati,…) 19
Conclusioni dello studio (3) ! • Sul tema specifico di un possibile programma di riduzione volontaria della produzione, con compensazione per i produttori, lo studio ha concluso che: 1) Si tratta di una proposta di difficile realizzazione per una serie di ragioni tecniche (enorme carico burocratico, difficoltà di controllo, difficoltà nei meccanismi di attivazione, difficoltà di calcolo di una compensazione equa) 2) Potrebbe interferire coi meccanismi contrattuali e con la programmazione delle aziende 3) Potrebbe avere effetti negativi sui mercati collegati, nel caso comportasse una riduzione della mandria (es. mercato delle carni bovine) 4) Sarebbe di efficacia dubbia e comunque limitata 20
Implicazioni per le politiche UE (1) ! • Sul tema cruciale della volatilità dei prezzi lo studio propone le seguenti raccomandazioni: 1) Mantenimento della safety net nella configurazione attuale, con eventuale rafforzamento in situazioni di crisi (già in parte realizzato: acquisti di burro max 50.000 t) 2) Creazione di una piattaforma di monitoraggio dei prezzi e delle quantità scambiate, in modo da «anticipare» movimenti anomali del mercato 3) Facilitare l’utilizzo da parte degli agricoltori di strumenti «di mercato» per fronteggiare la volatilità dei prezzi (futures markets) 4) Realizzare in modo adeguato lo strumento volontario di assicurazione dei redditi previsto dalla riforma della PAC post-2013 (quando la perdita di reddito eccede il 30%, il produttore partecipante può ottenere un rimborso fino al 70% della perdita, contribuendo a un fondo mutualistico) 21
Implicazioni per le politiche UE (2) ! • Sugli strumenti previsti dal pacchetto latte, lo studio propone le seguenti raccomandazioni: a) Favorire la creazione di OP «commerciali», che abbiano davvero la disponibilità del prodotto dei soci b) Favorire la formazione di OP di dimensioni adeguate (minimi di legge, incentivi fiscali…) c) Favorire la crescita degli OI sulla base degli esempi migliori esistenti in UE (es. CNIEL francese) d) Sul tema delle DOP, lo studio ha confermato la potenzialità positiva dei piani di produzione previsti dal pacchetto latte, a patto che non violino le norme sulla concorrenza • Sul problema specifico della possibilità di realizzare un programma di riduzione volontaria della produzione, lo studio ne ha sconsigliato l’attuazione 22
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