GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLA GRAVIDANZA - Sempre con te, passo dopo passo

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GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLA GRAVIDANZA - Sempre con te, passo dopo passo
GLI ASPETTI
                 PSICOLOGICI
                 DELLA
                 GRAVIDANZA

Sempre con te, passo dopo passo
GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLA GRAVIDANZA - Sempre con te, passo dopo passo
Gli aspetti psicologici della gravidanza                         Sempre con te, passo dopo passo

                    1) LA SESSUALITÀ                  2) LA DEPRESSIONE
                                                         POST PARTO
                               La sessualità
                               in gravidanza            I nove mesi di dolce attesa
                                                        Insicurezza e preoccupazione
                               La sessualità
                               dopo il parto            per il cambiamento
                                                        Il timore di sbagliare
                                                        La regressione infantile
                    3) L’ARRIVO                         Baby Blues
                       DEL FRATELLINO                   La depressione post parto
                               La gelosia: come,
                               quando e perché

                               La gelosia: come
                               si manifesta
                               Come aiutare
                               il fratello maggiore

                               Prevenire si può
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Gli aspetti psicologici della gravidanza                         Sempre con te, passo dopo passo

              La gravidanza è un evento che comporta un grande cam-
              biamento nella vita della donna, della coppia e della fami-
              glia.

              Tra i tanti mutamenti della vita, quello forse più marcato
              da un’intensità affettiva. Si tratta, infatti, di un passaggio
              centrale dell’esistenza, che segna, sia per l’uomo che per
              la donna, la trasformazione dallo stato di figli a quello di
              genitori.

              Con l’arrivo di un neonato, tutta la famiglia si prepara a
              cambiamenti importanti e ogni genitore è preoccupato di
              come il primo figlio reagirà a questa nuova esperienza.
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La sessualità in gravidanza                                  Sempre con te, passo dopo passo

              LA SESSUALITÀ IN GRAVIDANZA

              Nella coppia in gravidanza è del tutto normale
              che compaia il timore di avere rapporti sessuali
              e vi sia un calo del desiderio, dovuti spesso
              alla paura di nuocere al proprio bambino.
              A fronte di questa reazione comprensibile,
              la coppia deve essere informata che
              l’attività sessuale durante la gravidanza
              non è controindicata, a meno che non vi sia
              una dimostrata tendenza all’aborto o al parto pretermine.
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              QUANDO FARE ATTENZIONE

              In generale, le situazioni che controindicano l’attività sessuale
              in gravidanza sono le condizioni di “gravidanza a rischio”,
              come ad esempio:
              • precedenti minacce di aborto;
              • precedenti parti prematuri o segnali di rischio di parto
                  prematuro;
              • perdite ematiche, ipercontrattilità, placenta previa;
              • rottura prematura del sacco amniotico;
              • infezioni in corso.
              In ogni caso, saranno il medico o l’ostetrica a informare
              la coppia circa eventuali controindicazioni ai rapporti sessuali
              durante la gravidanza.
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              È comunque indispensabile che per la donna incinta
              il rapporto sessuale non comporti disagio, affanno
              o dolore (condizioni che possono comparire in modo
              variabile nei primi e negli ultimi mesi di gravidanza):
              in questo caso, la coppia può trovare altri modi
              di volersi bene.
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              In genere, dopo il rapporto, la donna può avvertire
              delle contrazioni dovute alle prostaglandine
              presenti nel liquido seminale e al rilascio
              di ossitocina al momento dell’orgasmo.

              È UNA CONSEGUENZA DEL TUTTO FISIOLOGICA.

              Le contrazioni in genere scompaiono dopo alcuni
              minuti.
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La sessualità dopo il parto                                    Sempre con te, passo dopo passo

              LA SESSUALITÀ DOPO IL PARTO

              “Quando possiamo riprendere i rapporti sessuali?”:
              è la domanda che spesso molte coppie si pongono
              al rientro a casa dopo il parto.

              Se il puerperio evolve senza complicazioni, l’ostetrica consiglia
              di aspettare un periodo di tempo di almeno una settimana
              per permettere a eventuali lacerazioni, suture e infiammazioni
              di risolversi.

              Ma, oltre al parere dell’ostetrica, c’è quello della donna:
              lei stessa è in grado di capire quando il suo stato fisico
              le permette di riprendere con piacere i rapporti coniugali.
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              Può capitare che una donna esiti a riprendere una normale
              attività sessuale dopo il parto e che non ne senta il desiderio.

              QUESTA REAZIONE È DEL TUTTO NORMALE E COMPRENSIBILE.

              Soprattutto nei primi tempi, la neo-mamma concentra tutte le
              proprie energie fisiche e psico-affettive sul neonato.
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              Il compagno va rassicurato sul fatto che il senso generale
              di stanchezza che deriva da questa nuova situazione,
              non significa affatto che la donna non provi più interesse
              o amore verso di lui.

              È solo un periodo di transizione, in cui la coppia si deve abituare
              ai nuovi ritmi e all’accoglienza del proprio bambino all’interno
              della famiglia.
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              A CHI RIVOLGERSI IN CASO DI BISOGNO?

              In caso di bisogno o particolari preoccupazioni,
              la coppia può rivolgersi:

              • al proprio medico di base;
              • al medico o all’ostetrica che sta seguendo
                o ha seguito la gravidanza;
              • a qualsiasi consultorio familiare territoriale,
                dove potrà ricevere una consulenza specialistica
                da parte di medici e/o ostetriche competenti,
                in grado di fornire consigli riguardo l’argomento.
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              Altro importante punto di riferimento per la coppia
              può essere rappresentato dalla partecipazione
              a un corso di preparazione al parto.

              Il confronto con altre donne che stanno vivendo la stessa
              esperienza, può sicuramente aiutare la donna a rendersi
              conto del fatto di non essere la sola a provare particolari
              sensazioni, tipiche di un periodo della vita così speciale
              qual è la gravidanza.
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             I NOVE MESI DI DOLCE ATTESA

             Una donna si prepara emotivamente alla nascita
             del suo bambino per nove lunghi mesi.

             Dopo il parto, il trovarsi di fronte al proprio bambino
             appena nato rappresenta un momento di intensità emotiva
             così travolgente che è normale sentirsi vacillare.

             Il bimbo che ora lei tiene in braccio è concreto
             e quasi sempre diverso da come se l’era immaginato
             durante la gravidanza: le occorre del tempo
             per conoscerlo.
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             INSICUREZZA E PREOCCUPAZIONE
             PER IL CAMBIAMENTO

             Soprattutto alla prima gravidanza, accanto all’immensa
             gioia di poter avere un bambino, è del tutto normale
             che possano sorgere preoccupazioni e insicurezze
             riguardo le proprie capacità genitoriali e i cambiamenti
             che l’arrivo del piccolo porterà nella vita della coppia
             circa le abitudini, l’attività lavorativa e i ritmi personali.
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             IL TIMORE DI SBAGLIARE

             Spesso le future mamme desiderano fare tutto bene
             e vivono la gravidanza con un forte timore di sbagliare
             e la preoccupazione di non essere all’altezza
             della situazione o di non comportarsi sempre nel modo giusto.

             Ma per crescere bene, un bimbo non ha bisogno
             di una super mamma infallibile.

             Ha bisogno di qualcuno che lo ami e sappia darsi il tempo
             di conoscere i suoi bisogni.
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             LA REGRESSIONE INFANTILE

             La modificazione ormonale tipica della gravidanza
             comporta un aumento della sensibilità della donna,
             che sposta il suo baricentro verso il bambino.

             La gestante “regredisce” verso il mondo infantile,
             le emozioni appaiono dilatate, siano esse paura,
             rabbia, tristezza, malinconia, piacere, gioia:
             è come se vedesse il mondo con gli occhi del bambino.

             Questa condizione garantisce alla neo-mamma
             di comprendere al meglio i bisogni del suo bambino.
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             BABY BLUES

             Nelle prime settimane dopo il parto la neo-mamma
             può vivere uno stato emotivo caratterizzato da tristezza diffusa
             (chiamato Baby Blues), che compare di solito il 2°– 3° giorno
             dopo il parto e può durare diversi giorni.
             Oltre all’umore triste che può sfociare in brevi e sporadici
             episodi di pianto immotivato, altri tratti caratteristici sono:

             •   la presenza di ansia;
             •   disturbi del sonno;
             •   disturbi dell’alimentazione;
             •   sentimenti di inadeguatezza;
             •   stanchezza;
             •   vulnerabilità alle critiche.
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             Questo stato emotivo – che fa chiedere alla mamma:
             “perché piango se sono felice?” e la fa sentire confusa
             e sopraffatta – non è costante, ma si alterna a momenti
             di euforia per l’esperienza del parto e per la nascita
             del suo bambino.

             Si tratta di un livello di depressione molto lieve e transitorio,
             che si risolve generalmente dopo pochi giorni,
             grazie all’affetto del partner, della famiglia e delle persone
             a lei vicine.
La depressione post parto                                    Sempre con te, passo dopo passo

             LA DEPRESSIONE POST PARTO

             Nella depressione post parto vera e propria, i sintomi
             sono gli stessi, ma quello che cambia è l’intensità,
             che quasi inevitabilmente si traduce in un’interferenza
             – più o meno marcata – con le proprie occupazioni.

             L’esordio della depressione può avvenire:

             • come una prosecuzione e un aggravamento del Baby Blues;
             • come una comparsa brusca dei sintomi da 2 a 4 mesi
               dopo la nascita del bambino.
La depressione post parto                                    Sempre con te, passo dopo passo

             Ci sono alcuni campanelli di allarme tipici
             da non sottovalutare, ad esempio:

             • il timore di fare del male al bambino;
             • la vera e propria paura di essere lasciata sola
               con il bambino;
             • attacchi di panico.

             In questo caso è consigliabile rivolgersi ad uno specialista
             per affrontare, comprendere e superare questo difficile
             momento.
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             Nell’immaginario collettivo dare alla luce un bambino
             rappresenta un momento connotato da gioia ed entusiasmo.

             Per questo motivo, la neo-mamma non riesce ad ammettere
             di sentirsi triste, perché ciò la fa sentire una “cattiva madre”:
             quindi, si chiude in sé stessa e si sente sola e abbandonata.

             Sapere che ciò può succedere e riconoscere in tempo la propria
             difficoltà, rappresenta sempre il primo passo per risolverla.
La gelosia: come, quando e perché                            Sempre con te, passo dopo passo

             LA GELOSIA: COME, QUANDO E PERCHÉ

             Ogni genitore è preoccupato di come il primo figlio reagirà
             a questa nuova esperienza, ma deve essere consapevole
             che la gelosia e il disagio sono esperienze utili
             alla sua crescita ed al suo equilibrio emozionale.

             Deve, inoltre, considerare che il bambino non possiede
             gli strumenti per poter comprendere quello che sta effettivamente
             accadendo.
             Immagina, inventa, ma lo fa a modo suo.
La gelosia: come, quando e perché                            Sempre con te, passo dopo passo

             I bambini che più comunemente provano gelosia per l’arrivo
             di un fratellino sono quelli di età compresa tra 18 e 36 mesi.

             Questo accade perché:

             • prima dei 18 mesi non vi è una completa percezione
               dei cambiamenti;

             • dopo i 36 mesi il bambino ha strumenti logici
               e un approccio consapevole che lo aiuta a elaborare
               in modo più completo il problema che ha davanti.
La gelosia: come, quando e perché                            Sempre con te, passo dopo passo

             Un bambino diventa geloso nel momento in cui si verifica
             una discrepanza tra ciò che nel suo immaginario si era
             “costruito” (in seguito alle informazioni ricevute durante
             l’attesa) e ciò che nella realtà si verifica, per esempio:

             • la mamma non potrà più essere sempre e solo per lui;
             • il fratellino non può essere (per il momento)
               un compagno di giochi;
             • il fratellino non è “suo”, ma è di mamma e papà...
La gelosia: come, quando e perché                             Sempre con te, passo dopo passo

             La gelosia non è un rifiuto del “nuovo”, bensì una richiesta
             di rassicurazione che nasce dal timore di essere “rifiutato”.

             Deve essere interpretata come un momento triste e difficile
             della sua vita, spesso doloroso e non come l’attivazione
             di comportamenti lesivi.

             Il bambino non diventa improvvisamente cattivo, dispettoso
             o fastidioso, ma soffre e manifesta il disagio.
La gelosia: come, quando e perché                            Sempre con te, passo dopo passo

             La gelosia è un’esperienza di vita che permette
             al bambino di prendere coscienza delle proprie emozioni,
             anche di quelle che gli “fanno male” ed è importante
             favorirne l’espressione e la manifestazione perché possa
             riconoscerle e, con il tempo, imparare a controllarle senza
             mai vergognarsi di esprimere ciò che prova.
La gelosia: come si manifesta                                 Sempre con te, passo dopo passo

              LA GELOSIA: COME SI MANIFESTA

              Ogni bambino ha una propria modalità per esprimere
              il disagio che sta vivendo e spesso lo manifesta anche
              con atteggiamenti e comportamenti del tutto inaspettati.

              A questa età, infatti, il bambino è incapace di riconoscere
              e controllare le proprie emozioni; può solo esprimerle
              attraverso il comportamento.
La gelosia: come si manifesta                                    Sempre con te, passo dopo passo

              Il bambino geloso può:

              1) manifestare atteggiamenti aggressivi

                 sia verbali sia fisici in cui il destinatario più frequente è
                 il “nuovo arrivato”, ma anche la mamma:
                 rabbia verso tutti gli adulti, il capriccio quasi isterico,
                 l’insulto e la denigrazione, il broncio, la distruzione dei
                 giochi…
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              2) chiudersi in sé stesso

              si isola, tende a distaccarsi dalla mamma o a sottomettersi
              in modo passivo per compiacere, per paura di essere
              abbandonato. Ha atteggiamenti tendenzialmente tristi,
              affiorano o nascono paure autentiche (dei mostri, dei
              ladri, del buio…).
              Il bambino può decidere di “bastare a se stesso”.
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              3) assumere comportamenti regressivi

                 succhiare il dito, fare pipì addosso o a letto,
                 farsi aiutare nelle piccole cose che faceva da solo,
                 cercare la mamma per addormentarsi,
                 farsi imboccare a tavola…
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              4) manifestare atteggiamenti rivolti completamente
                 su sé stesso
                 accusa malesseri fisici (somatizzazione), perde fiducia
                 in sé (autosvalutazione), si punisce per i “pensieri
                 cattivi” verso la mamma e il neonato (autopunizione)…

                 In alternativa, rivolge le attenzioni a sé stesso
                 per non rinunciare al suo posto in famiglia
                 e nel mondo: diventa eccessivamente geloso delle sue
                 cose, sfida l’adulto ma anche i coetanei per affermare
                 la propria presenza, si mette in mostra, spesso
                 eccedendo nell’esibizionismo.
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              5) cercare di accettare questo suo nuovo ruolo,
                 imponendosi gli atteggiamenti che ritiene gli adulti
                 pretendano da lui

                 nel timore di deludere le aspettative, diventa
                 eccessivamente premuroso e protettivo scegliendo
                 l’onere di fratello maggiore, anziché accettare
                 serenamente le emozioni contrastanti che vive
                 in quel momento.
Come aiutare il fratello maggiore                             Sempre con te, passo dopo passo

              COME AIUTARE IL FRATELLO MAGGIORE

              Il gesto più importante che il genitore deve compiere
              è prestare attenzione a queste manifestazioni
              comprendendo il disagio del proprio figlio.

              Punire non è una tecnica corretta.

              Impedirgli di vivere la gelosia equivale a soffocarla
              e a trasmettergli l’idea che nessuno lo comprende
              e lo sostiene in un momento difficile.
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              Non nascondere l’affetto per il neonato.

              Ciò lo porterebbe a pensare che, durante la sua assenza,
              succedano cose meravigliose a lui negate o,
              ancor peggio, trasmettergli l’imbarazzo di provare sentimenti,
              anche se contrastanti, nei confronti del piccolo.
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              Spesso i bambini che regrediscono si sentono in colpa.

              Occorre tollerare questa regressione che evidenzia
              come il bambino si senta “in gara” con il fratellino
              per assicurarsi l’attenzione dei genitori.
              È importante trovare alternative interessanti, proposte
              in cui emerga la considerazione che il genitore ha di lui,
              dimenticandosi, quasi, di questi atteggiamenti regressivi.

              Assicurare momenti e spazi a lui riservati senza la presenza
              assillante del fratellino, proporre attività stimolanti e interessanti
              che lo gratifichino e contribuiscano ad infondergli sicurezza
              (”Meno male che possiamo fare qualcosa di più interessante!”).
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              Spesso il grande ha bisogno di confrontarsi con il piccolo.

              Osservare ciò che fa, seguire la mamma mentre se ne prende
              cura e gli racconta quello che faceva a lui da piccolo,
              lo aiuta a rendersi conto che appartengono alla stessa realtà
              e non su due piani differenti.

              Il bambino ha bisogno di riscoprire le sue origini guardando
              insieme a mamma e papà le sue foto di quando era piccino.
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              L’aggressività che potrebbe esprimere è naturale.

              Pertanto non deve trovare avversione da parte dei genitori,
              ma contenimento. In questo modo, la mamma non solo protegge
              il piccolo, ma evita che il grande percepisca sé stesso
              come cattivo, insegnandogli pian piano a controllarsi da solo.

              Creare occasioni di gioco imitativo (la cucina delle bambole,
              i travestimenti, passeggini, lettini e culle…) gli permette
              di esternare quello che vive senza dover necessariamente
              rivolgere i sentimenti ostili verso il fratellino (una bambola
              si può far cadere, sgridare, lanciare…).
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              È da incoraggiare qualsiasi atteggiamento positivo nei confronti
              del piccolo poiché la presenza contemporanea di emozioni
              spesso contrastanti è normale.

              Il “fare qualcosa per lui” lo aiuta a riparare le fantasie distruttive
              che sicuramente ha elaborato, sminuendone l’aspetto aggressivo
              e rassicurandolo sulla liceità dei suoi pensieri (si può pensare
              tutto, sfogare la propria fantasia, tanto non accade nulla
              di male!).

              È utile mostraregli quanto il piccolo fratellino sia felice di vederlo
              e come lo cerchi quando egli si avvicina.
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              È meglio evitare di sottolineare che il bambino è più grande.

              Usare espressioni che significano maturità e responsabilità
              (”No, che sei grande!”) potrebbe indurlo a pensare che l’universo
              delle coccole ormai gli sia precluso.
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              Non allarmarsi per un capriccio al parco, un gioco lanciato,
              un attacco di rabbia.

              Affrontarlo con calma senza assumere atteggiamenti altrettanto
              aggressivi: lo comprendete, diteglielo.
              Pian piano, poi, distoglietelo dal motivo che lo ha scatenato
              portando la sua attenzione su altro.

              La sicurezza, la padronanza e la determinazione
              che gli dimostrerete infonderanno anche a lui la certezza
              del vostro amore e della vostra comprensione:
              nessun suo atteggiamento potrà mai scalfire l’interesse
              e il legame profondo che avete costruito da quando è nato.
Prevenire si può                                            Sempre con te, passo dopo passo

              PREVENIRE SI PUÒ

              È importante prepararlo a cosa accadrà, raccontare,
              ma senza che diventi l’argomento principale.

              Bisogna ricordarsi che i tempi di attesa per un bambino
              sono decisamente inferiori a quelli di un adulto.

              Fare continuo riferimento
              alla esperienza passata con lui,
              renderà in nuovo arrivato
              simile a lui, non speciale.
Prevenire si può                                               Sempre con te, passo dopo passo

              È giusto che la mamma gli parli anche delle
              sue preoccupazioni, in modo sereno e semplice,
              dandogli la possibilità di esprimere le sue e rendersi
              conto che è positivo dire sempre quello che si prova
              non nascondendo le emozioni forti che prova.

              Lo aiuterà a conoscerle e padroneggiarle.
Prevenire si può                                               Sempre con te, passo dopo passo

              La vita deve procedere nella normalità.

              Quando possibile, cercare di posticipare o anticipare eventuali
              cambiamenti (inserimento all’asilo, cambio di stanza,
              abitudini di orari…).

              Le regole restano quelle a cui è abituato.
              Anche il fratellino, col tempo, dovrà condividerle.
Prevenire si può                                             Sempre con te, passo dopo passo

              Tutto ciò che il bambino può condividere con la mamma
              (scelta del nome, dei vestitini, colore della stanza…)
              o farà sentire importante all’interno del grande avvenimento
              e lo aiuterà ad evitare i comportamenti regressivi.
Prevenire si può                                             Sempre con te, passo dopo passo

              Fate comprendere a chi vivrà questa esperienza con voi
              (nonni, baby sitter, amici…) che sarà molto importante
              farlo sentire sempre al centro dell’attenzione, colmarlo
              di coccole e di proposte interessanti che distolgano,
              ogni tanto, l’attenzione dal piccolo.
Prevenire si può                                          Sempre con te, passo dopo passo

              Quando prevedete di dovervi assentare,
              è giusto che sappia dove la mamma andrà
              a far nascere il piccolo.
              Portatelo in ospedale in modo che non si crei,
              nella sua immaginazione, un posto meraviglioso
              dove la sua mamma sta coccolando il nuovo arrivato
              escludendolo già dall’inizio.
Prevenire si può                                             Sempre con te, passo dopo passo

              Infine, sarebbe carino fare in modo che il nuovo arrivato
              gli portasse un regalino per dimostrargli amicizia,
              riconoscendogli il suo ruolo di fratello maggiore.
Sempre con te, passo dopo passo

Multicentrum Materna
è formulato per riflettere i risultati
delle più recenti ricerche riguardanti
le richieste nutrizionali in gravidanza
e allattamento.

I livelli di vitamine e minerali sono sicuri,
nel rispetto della posologia.
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