Geologia dell'Ambiente - Sigea
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Geologia dell’Ambiente Supplemento al n. 3/2019 Periodico trimestrale della SIGEA ISSN 1591-5352 Società Italiana di Geologia Ambientale Alle foci del Tevere: territorio, storia, attualità Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 - DCB Roma A cura di Antonia Arnoldus Huijzenveld, Piero Bellotti, Giuseppe Gisotti
Società con oltre 30 anni di esperienza operante nel campo della progettazione e Direzione Lavori di infrastrutture com- plesse su tutto il territorio nazionale e in numerosi paesi nel mondo. VIA Ingegneria srl Via Flaminia, 999 – 00189 Roma Tel. 06.33.27.44.1 Fax 06.33.21.97.98 via@via.it - www.via.it
Società Italiana di Geologia Ambientale Associazione di protezione ambientale a carattere nazionale riconosciuta dal Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare con Sommario D.M. 24/5/2007 e con successivo D.M. 11/10/2017 PRESIDENTE Antonello Fiore Presentazione CONSIGLIO DIRETTIVO NAZIONALE Lorenzo Cadrobbi, Franco D’Anastasio (Segretario), Piero Bellotti 5 Daria Duranti (Tesoriere), Ilaria Falconi, Antonello Fiore (Presidente), Sara Frumento, Fabio Garbin, Enrico Gennari, Giuseppe Gisotti Evoluzione olocenica (Presidente onorario), Gioacchino Lena, e lineamenti morfologico-paesaggistici del delta tiberino Luciano Masciocco, Michele Orifici (Vicepresidente), Piero Bellotti 6 Vincent Ottaviani (Vicepresidente), Paola Pino d’Astore, Livia Soliani Il suburbio Sud-orientale di Ostia dall’età pre-protostorica Geologia dell’Ambiente Periodico trimestrale della Sigea all’età moderna Simona Pannuzi 12 Supplemento al N. 3/2019 Anno XXVII • luglio-settembre 2019 La bonifica degli stagni e la colonia ravennate di Ostia Iscritto al Registro Nazionale della Stampa n. 06352 Paolo Isaja 26 Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 229 del 31 maggio 1994 Un sogno geopolitico interrotto: DIRETTORE RESPONSABILE Roma Marittima, Lido di Roma, Lido di Ostia Giuseppe Gisotti Giuliano Fausti 30 COMITATO SCIENTIFICO Mario Bentivenga, Aldino Bondesan, Giancarlo La via Severiana e la c.d. villa di Plinio a Castel Fusano: Bortolami, Giovanni Bruno, Giuseppe Gisotti, Giancarlo Guado, Gioacchino Lena, nuove prospettive di ricerca e valorizzazione Giacomo Prosser, Giuseppe Spilotro Marina Marcelli 33 COMITATO DI REDAZIONE Fatima Alagna, Federico Boccalaro, Giorgio Cardinali, Vulnerabilità all’erosione del litorale del delta Francesco Cancellieri, Valeria De Gennaro, Fabio Garbin, Gioacchino Lena, Maurizio Scardella del Fiume Tevere (Mar Tirreno, Italia Centrale) Lina Davoli, Claudia Tarragoni 43 REDAZIONE Sigea c/o FIDAF, Via Livenza, 6 - 00198 Roma tel. 06 5943344 info@sigeaweb.it PROCEDURA PER L’ACCETTAZIONE DEGLI ARTICOLI I lavori sottomessi alla rivista dell’Associazione, dopo che sia stata verificata la loro pertinenza con i temi di interesse della Rivista, saranno sottoposti ad un giudizio di uno o più referees UFFICIO GRAFICO Pino Zarbo (Fralerighe Book Farm) www.fralerighe.it PUBBLICITÀ Sigea STAMPA Industria grafica Sagraf Srl, Capurso (BA) La quota di iscrizione alla Sigea per il 2019 è di € 30 e da diritto a ricevere la rivista “Geologia dell’Ambiente”. Per ulteriori informazioni consulta il sito web In copertina: Vittorio Avondo, Alla foce del Tevere, 1864. Olio su tela. Il pittore Vittorio all’indirizzo www.sigeaweb.it Avondo ritrae il fiume Tevere alla fine del suo percorso sottolineando la foce con poca acqua dove galleggia una piccola barca. Un cielo luminoso fa da sfondo.
Lunedì 21 maggio 2018, ore 9.00 Convegno Alle foci del Tevere: territorio, storia, attualità Aula “Giuseppe Dalla Vedova” Palazzetto Mattei in Villa Celimontana Via della Navicella 12, Roma saluti Filippo Bencardino – Presidente Società Geografica Italiana Giuseppe Gisotti – Presidente onorario Società Italiana di Geologia Ambientale interventi Piero Bellotti – Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia Evoluzione olocenica e lineamenti morfologici del delta tiberino Antonia Arnoldus Huijzendveld – Sapienza Università di Roma Geoarcheologia dei porti romani Simona Pannuzi –Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro Il suburbio sud-orientale di Ostia dall’Età Imperiale al Rinascimento Paolo Isaia – Ecomuseo del Litorale Romano La bonifica degli stagni e la colonia dei Ravennati Giuliano Fausti – Associazione Italiana di Architettura e Critica Evoluzione urbanistica di Ostia Nuova Marina Marcelli – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali La Via Severiana e la c.d. Villa di Plinio a Castel Fusano: nuove prospettive di ricerca e valorizzazione Lina Davoli – Sapienza Università di Roma e Claudia Tarragoni - Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia Vulnerabilità all’erosione del litorale tiberino modera Lorenzo Bagnoli – Università degli Studi di Milano Bicocca la S.V. è gentilmente invitata
5 Presentazione L a Giornata di studio “Alle foci del Tevere: “limitati” all’evoluzione del suburbio sud-orientale territorio, storia, attualità”, organizzato di Ostia tra l’età pre-protostorica e quella moderna. congiuntamente dalla Sigea e dalla SGI, Procedendo verso tempi più recenti ci si è interes- si è tenuto il 21 maggio 2018 presso la sati di un aspetto storico-antropologico che ha dato sede della SGI in Villa Celimontana. Questa Gior- una stabile impronta al territorio; la bonifica delle nata è stata pensata per richiamare l’attenzione su paludi costiere, i cosiddetti Stagni di Maccarese e un territorio recentemente balzato agli onori del- Ostia. Tale bonifica ha certamente costituito una la cronaca per sciagurati fatti malavitosi, che ne cesura paesaggistica ed economica tra il territorio obliterano ingiustamente l’estrema ricchezza di antico e moderno ma ha anche fortemente inciso risorse storico-archeologico-paesaggistiche che ne sulla composizione della popolazione per l’arrivo dovrebbero al contrario costituire il vero biglietto in loco di una folta colonia romagnola splendida da visita. La Giornata è stata articolata su sei pre- protagonista, sul finire dell’ottocento, dell’opera di sentazioni, seguendo una logica multidisciplinare e bonifica. Non poteva mancare l’architettura che nel contempo diacronica. Ovviamente, nel limitato dalla prima metà del ‘900 è stata protagonista, tra tempo disponibile, non si son potuti trattare argo- liberty e razionalismo, della nascita di “Roma Ma- menti di tutte quelle discipline che avrebbero ben rittima” che divenne poi, forse in un tentativo non ragione di comparire nella descrizione del territorio ancora sopito di allontanarla dalla capitale, prima deltizio tiberino, si pensi soltanto al mondo bio- Lido di Roma e più recentemente Lido di Ostia. logico vegetale e animale assente in questa Gior- Due aspetti dell’attualità sono infine considerati. nata. Delle sei relazioni solo cinque costituiscono Il primo ha un chiaro richiamo archeologico, si gli articoli che seguono; manca quello relativo alla tratta del tentativo di rivalorizzare e proteggere la Geoarcheologia dei Porti Imperiali, relazione pre- cosiddetta Villa di Plinio. I resti di questa grande sentata da Antonia Arnoldus Huyzendveld, attiva villa, presente nella pineta di Castelfusano lungo organizzatrice della Giornata, che ci ha lasciati solo l’antica via Severiana, se adeguatamente recuperati un mese più tardi. Piace qui a tutti noi ricordar- rappresenterebbero un ulteriore richiamo turistico la, con affetto, come una infaticabile ricercatrice soprattutto se opportunamente inseriti in un circu- sempre pronta a discutere con grande entusiasmo, ito comprendente le altre ben note testimonianze competenza e onestà intellettuale i dati, le idee, le di Ostia e Portus. Il secondo aspetto riguarda la ipotesi che scaturivano dalle sue ricerche o da quan- vulnerabilità all’erosione costiera di tutto il litora- ti di noi lavoravano sulle sue stesse tematiche. le tiberino. Il fenomeno dell’erosione costiera, che Per illustrare gli aspetti caratterizzanti il delta si protrae ormai da oltre mezzo secolo, costituisce del Tevere, spesso considerato solo un’appendice un notevole vulnus all’economia turistico-balneare del territorio romano eppure così intimamente le- dalla quale il Lido di Ostia e i centri del comune di gato ad esso dal Tevere, elemento naturale e nel Fiumicino traggono notevoli benefici. La non facile contempo storico, si è partiti dalla formazione stes- soluzione del problema passa inevitabilmente per sa del territorio. La sua storia geologica si rivelata una serie di interventi, a cui i diversi fruitori del be- in gran parte, negli ultimi trenta anni attraverso ne “litorale” potrebbero contribuire senza peraltro una notevole messe di studi condotti da numerosi intervenire in modo autonomo al di fuori di una ricercatori. Non poteva mancare l’aspetto archeo- attenta e concertata programmazione. logico che costituisce un forte richiamo del delta La speranza è quella di poter contribuire, nel tiberino. Tale aspetto da solo giustificherebbe ben nostro piccolo, al rilancio di un territorio che da più di una giornata di studio tale è l’abbondanza e oltre duemila anni rappresenta un elemento inscin- l’importanza degli insediamenti presenti nell’area dibile della vita e della storia di Roma. anche precedenti al Periodo Romano. Ci si è qui Piero Bellotti Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
6 Piero Bellotti Evoluzione olocenica AIGeo Associazione Italiana di Geografia fisica e Geomorfologia e lineamenti morfologico- E-mail: piero.bellotti@gmail.com paesaggistici del delta tiberino Holocene evolution and morphological- landscape features of the Tiber delta Parole chiave: Olocene, Delta tiberino, Evoluzione, Morfologia, Paesaggio Key words: Holocene, Tiber Delta, Evolution, Morphology, Landscape 1. INTRODUZIONE 2 EVOLUZIONE di Focene ad una profondità di circa 90 I primi studi che presentano una vi- 2.1 Fase predeltizia metri sotto l’attuale piano di campagna sione di insieme dell’evoluzione morfo- Il territorio del delta del Tevere, co- (Fig. 1). logica del delta del Fiume Tevere si de- me oggi lo conosciamo, è il frutto di un Sulla superficie generata nella fase vono ad A. G. Segre che nella redazione processo evolutivo sviluppatosi durante erosiva, poggiano i sedimenti deposti del foglio geologico 149 Cerveteri al l’ultima oscillazione eustatica del livello nella successiva fase di risalita del livello 100000 descriveva le variazioni storiche marino. Questa si è espletata attraverso marino. Questi sono organizzati in un della linea di riva e i differenti percorsi una caduta discontinua del livello ma- sistema di basso stazionamento e in un del tratto terminale del Tevere succe- rino (avvenuta approssimativamente tra sistema trasgressivo su cui si sviluppa un dutisi nel tempo (Dragone et al., 1967). 120000 e 20000 anni fa) seguita da un sistema di stazionamento alto del livello Anche in assenza di datazioni assolute, suo rapido discontinuo sollevamento marino. le ricostruzioni di Segre costituiscono che da circa 18000 anni, sia pure con Quando il livello marino era a una comunque il primo studio moderno tassi assai ridotti, è tuttora in atto. quota di -120/-130 metri, circa una de- sull’area intesa come superficie emersa Con il termine “fase predeltizia” si cina di km più a ovest di Focene, doveva del delta tiberino. Si deve a Belluomini intende, qui, il periodo precedente allo essere presente un paleodelta marino del et al., (1986) una ricostruzione evolu- sviluppo dell’attuale delta. La prolun- Tevere la cui forma non è oggi tuttavia tiva basata su una visione tridimensio- gata fase di caduta del livello marino ricostruibile. nale della piana deltizia che, sulla ba- ha prodotto nell’area una notevole fase Il sollevamento del livello marino se della stratigrafia derivata da diverse erosiva, particolarmente evidente per iniziato circa 17000 anni fa, prosegui- perforazioni, pone in evidenza un ciclo l’incisione valliva che il fiume produsse to con tassi debolmente crescenti fino a trasgressivo-regressivo tardopleistoce- fino a circa 20000 anni fa. Questa paleo- circa 13000 anni fa, rielaborò i sedimen- nico-olocenico. Belfiore et al., (1987) valle, con andamento circa est-ovest, in- ti del paleodelta e ne causò una progres- ampliano la visione del delta anche alla terseca l’attuale linea di costa nei pressi siva migrazione verso est, ubicandolo in parte sommersa, successivamente la ri- una posizione più prossima all’attuale costruzione tridimensionale della piana linea di riva e a una quota prossima a deltizia è dettagliata dalla determina- -50/-60 metri (Fig. 2). Contemporane- zione delle differenti facies e corpi sedi- amente all’interno della paleovalle ini- mentari presenti nel sottosuolo (Bellotti ziò la sedimentazione fluviale costituita et al., 1989). Con lo sviluppo dei concetti da ghiaie e sabbie grossolane. della stratigrafia sequenziale (Posamen- I sedimenti del paleodelta e la sud- tier & Vail, 1988) l’evoluzione dell’inte- detta sedimentazione fluviale costitu- ro corpo deltizio (emerso e sommerso) iscono il cosiddetto sistema di basso viene significativamente perfezionata stazionamento. (Bellotti et al., 1994). In seguito, con Tra 13000 e circa 8000 anni fa il li- l’acquisizione di ulteriori dati (Ciotoli vello marino si sollevò rapidamente con et al., 2013; Marra et al., 2013) anche di tassi temporaneamente anche prossimi a tipo geoarcheologico (Arnoldus 2005; 15 mm/a. In queste condizioni il sedi- 2017; Goiran et al., 2009; 2010; 2014; mento fluviale che raggiungeva la foce 2017; Rosa e Pannuzi, 2017), si è rag- diminuì drasticamente e il mare penetrò giunto un notevole grado di conoscenza nella valle generando una insenatura se- della scansione temporale delle fasi e dei parata dal mare aperto da barre sabbiose Figura 1. Superfice topografica dell’area deltizia al mo- processi evolutivi che hanno interessato mento dello stazionamento basso del livello marino circa discontinue. l’area (Bellotti et al., 2007; 2018; Milli 20000 anni fa. Le quote delle isoipse sono riferite all’at- La foce del Tevere era all’interno et al., 2013; 2016). tuale livello marino (elaborata da Milli et al., 2013) dell’insenatura configurando una sorta di Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
7 Figura 2. Schema evolutivo dell’area deltizia tra 13000 e 6000 anni fa (elaborata da Milli et al., 2013) estuario/laguna con scarsa escursione ti- che separò dal mare quel che rimaneva terra durante la fase trasgressiva per poi dale. Al suo interno si sviluppavano corpi dell’antico estuario. migrare nuovamente verso mare nell’at- deltizi che, nonostante la scarsa efficacia Iniziò in tal modo la costruzione del tuale fase di stazionamento alto dove del moto ondoso, non riuscivano a pro- delta attuale che costituisce gran parte l’attuale delta si va sviluppando. Inoltre, gradare con continuità (Fig. 2). del sistema di alto stazionamento. mentre l’evoluzione del sistema di basso Quando il sollevamento del livello In una prima fase la foce del Tevere stazionamento e di quello trasgressivo si marino rallentò assumendo tassi simili era ubicata nei pressi dell’attuale ingres- è sviluppata esclusivamente per processi a quelli attuali, il corpo deltizio inter- so dell’aeroporto di Fiumicino e, dietro naturali, questo non vale per il sistema no all’estuario iniziò a progradare fino a il cordone sabbioso, erano presenti due di alto stazionamento che, per gli ultimi raggiungere, circa 6000 anni fa, le barre ampi bacini costieri poco connessi con il 3000 anni, ha visto un progressivo inter- sabbiose presenti all’imboccatura dell’e- mare e tra loro separati dal corso fluviale vento della forzante antropica. Questa stuario stesso. arginato (Fig. 2). ha significativamente influenzato, sia I sedimenti dell’estuario e dei relativi pure in tempi differenti, le variazioni corpi deltizi, nonché le barre sabbiose, 2.2 Fase deltizia paesaggistiche determinando in gran costituiscono il sistema trasgressivo. Il territorio alle foci del Tevere si parte il paesaggio deltizio attuale. Una volta raggiunte le barre sabbio- caratterizza stratigraficamente dalla so- Tra 6000 e 3000 anni fa il delta ini- se, la foce fu nuovamente soggetta a una vrapposizione dei tre sistemi sopra de- ziò a svilupparsi per giustapposizione di efficace azione del moto ondoso. Così i scritti. Ciascun sistema si differenzia da- cordoni costieri che divennero in parte sedimenti iniziarono ad essere smista- gli altri per tipo di sedimento, cronologia cordoni dunari. I bacini costieri (che ti dalle correnti lungo riva producendo e posizione del depocentro. Quest’ulti- vengono comunemente indicati con i rapidamente la saldatura delle barre. mo, che era posizionato in mare nella termini di Lago, Laguna o Stagno di Si formò dunque un cordone sabbioso fase di basso stazionamento, migrò verso Maccarese e di Ostia, rispettivamente Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
8 a nord e a sud del Tevere) avevano in paesaggio ha un rapido cambiamen- il possesso delle saline e per il controllo prevalenza acque dolci e subordinata- to (Giraudi, 2004; Goiran et al., 2010; della foce del Tevere, fu fondata Ostia mente salmastre e subivano variazioni Bellotti et al., 2011). Il Tevere sposta a sulla nuova cuspide che via via si amplia- di livello soprattutto per le variazioni sud l’ultimo tratto del suo corso e la fo- va. Dall’originario castrum del IV secolo della funzionalità delle connessioni che ce si posiziona in prossimità del Lago a.C., Ostia si sviluppò fino a divenire ciascun bacino aveva con il Tevere e col di Ostia. Ciò avvia lo sviluppo di una un importante centro urbano dotato di mare. È noto che già in periodo Eneo- cuspide deltizia più a sud della prece- porto, primo vero insediamento stabile litico erano presenti insediamenti presso dente (Fig. 3) che, disalimentata, viene del delta. la sponda interna del Lago di Macca- in gran parte smantellata. Contempora- L’impronta antropica sul paesaggio rese (Manfredini et al., 1995). Ancora neamente i due laghi diventano perma- deltizio, già importante per lo sviluppo 3000 anni fa l’aspetto paesaggistico non nentemente salmastri. delle saline e di Ostia, divenne quanto era sostanzialmente mutato se non per Se l’acqua salmastra dei laghi era mai significativa nel periodo imperiale l’ampliamento della fascia dunare. Pic- meno appetibile come riserva idrica, quando si sviluppò, laddove un tempo coli insediamenti (non necessariamente divenne fondamentale per l’estrazione era la foce del Tevere, il grande sistema stabili) erano presenti sulle sponde di del sale che gli Etruschi svilupparono portuale Claudio-Traianeo che, al di là entrambi i laghi (Morelli e Forte, 2014; nel Lago di Maccarese. Fu questa la dello sviluppo di un nuovo centro urbano Pannuzi, 2013). prima azione antropica che ebbe un si- (Portus), incise sulla idrodinamica dell’a- In un momento compreso presu- gnificativo impatto sull’evoluzione del rea costiera a causa dei moli aggettanti in mibilmente tra 2900 e 2700 anni fa, il locale paesaggio. In seguito, proprio per mare, delle darsene interne e di un siste- Figura 3. Schema evolutivo del delta del Tevere tra i secoli IV a.C e XVIII d.C. (elaborato da Bellotti et al., 2018) Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
9 ma di vie d’acqua con cui, di fatto, si aprì dove la depressione del vecchio meandro del paesaggio locale è caratterizzato da una foce minore al Tevere (Fig. 3). non è stata obliterata dall’urbanizzazio- aree pianeggianti o lievemente depresse Dopo il periodo romano, la forzante ne. In prossimità della foce è presente un intersecate da numerosi canali di taglia antropica decresce e i centri di Ostia e piccolo isolotto (Fig. 4) che non compare diversa. I canali maggiori, in parte na- Portus vengono progressivamente ab- ancora nella carta del 1744 ed è dunque vigabili, sono quelli che convogliano in bandonati. Si costruisce, in prossimità di più recente formazione. Il ramo di Fiu- mare le acque sollevate, come il cosid- di Ostia, un borgo fortificato dove per- micino è l’evoluzione della Fossa Trajana detto Canale dei Pescatori presso il Lido mangono i pochi abitanti dell’area. Pro- aperta nel II secolo d.C. e oggi viene uti- di Ostia (Fig. 5) L’area bonificata è in segue l’estrazione del sale che progres- lizzato come porto-canale (Fig. 4). parte utilizzata a fini agricoli, in partico- sivamente diviene più importante nel Lago di Ostia ma il paesaggio si evolve soprattutto per eventi naturali. Durante il Medioevo la foce minore risulta pe- riodicamente occlusa e i porti diventa- no progressivamente inagibili. A partire dalla fine del ‘400 una serie di grandi eventi alluvionali innesca una impor- tante variazione del paesaggio. La linea di riva prograda rapidamente, il porto di Claudio si interra e quello di Traiano diviene un lago. Il tratto finale del Te- vere modifica il suo corso tagliando il meandro lungo cui era costruita Ostia, i laghi costieri sempre più distanti dal mare si trasformano progressivamente in stagni (Fig. 3). La foce minore viene definitivamente riaperta all’inizio del XVII secolo e la progradazione delle foci è marcata dalla costruzione di una serie di torri di guardia. Dalla seconda metà del XIX secolo la forzante antropica diviene progressiva- mente dominante. Dapprima una grande bonifica idraulica e poi, nel XX secolo, la grande urbanizzazione costiera modifi- cano il paesaggio obliterando parte dei lineamenti naturali che avevano caratte- rizzato il delta nei secoli precedenti. Figura 4. Canali distributori del delta tiberino: in alto il ramo di Fiumara Grande in prossimità dell’isolotto 3. ELEMENTI prossimo alla foce e, in basso, il Canale di Fiumicino MORFOLOGICO- PAESAGGISTICI Le ex aree di stagno lare quella dell’ex Stagno di Maccarese, Anche se gran parte della storia Lo Stagno di Maccarese e quello di in parte è stata urbanizzata. Lo stesso evolutiva è contenuta nel sottosuolo, Ostia, rispettivamente a nord ovest e a aeroporto Leonardo da Vinci è in parte percorrendo il territorio è possibile os- sud est, del Tevere sono scomparsi con costruito nell’area un tempo occupata servare qualche lineamento morfologi- la bonifica iniziata nel 1884. Essi occu- dallo stagno (Fig. 5). co-paesaggistico collegato agli eventi pavano aree depresse, in parte sotto il naturali e antropici succedutisi nel delta livello marino, che ricevevano le acque Il sistema dunare negli ultimi secoli. In particolare sono piovane le quali defluivano in mare con Le dune si formano quando la spiag- osservabili i canali fluviali, gli ex stagni grande difficoltà, per la presenza dei gia si amplia e parte della sabbia, spinta bonificati, le dune e le spiagge. cordoni dunari, costituendo in tal modo dal vento verso terra, si accumula su vec- aree fortemente malariche. chi cordoni costieri prodotti dalle tem- Canali fluviali La loro bonifica, protrattasi per peste. La loro altezza e il loro numero I canali fluviali sono essenzialmente qualche decennio, è avvenuta attraverso dipende dall’intensità dei venti, dalla quelli del Tevere che oggi si presenta- la costruzione di una fitta rete di canali. quantità di sabbia adeguata e disponi- no artificialmente arginati sia a monte Alcuni hanno lo scopo di convogliare bile e dalla rapidità con cui si evolve la che a valle di Capo due Rami, punto le acque provenienti dai rilievi interni linea di riva. Nel delta sono presenti in di diramazione tra il canale principale direttamente in mare evitando il loro tutta l’area compresa tra l’allineamento di Fiumara Grande e quello minore di ingresso nelle aree più depresse, altri di Maccarese-Capo due Rami-Tor Pater- Fiumicino. Nel ramo di Fiumara Gran- convogliare a impianti di sollevamento no e il mare. Il loro sviluppo è iniziato de scorre circa l’80% della portata totale le acque presenti nelle aree più depresse. circa 5000 anni fa, tuttavia gran parte del Tevere. Il vecchio corso precedente al Le acque così sollevate vengono condot- di quelle oggi visibili si sono formate 1557 è oggi parzialmente ancora visibile te al mare attraverso canali intagliati nel negli ultimi sei secoli. Quelle più alte al limite settentrionale di Ostia Antica sistema dunare. Per questo gran parte e meglio conservate si trovano nell’a- Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
10 la meridionale del delta, in particolare nella riserva di Castelporziano e lungo la litoranea per Torvajanica (Fig. 6). Nell’ala settentrionale sono localmente ben conservate a Fregene, meno nei din- torni di Focene. Gran parte delle dune sono state distrutte dall’urbanizzazione soprattutto nel secondo dopoguerra. Resti di dune tuttavia permangono nel tessuto urbano e nelle aree vegetate a pini e macchia mediterranea. In taluni casi l’urbanizzazione non ha spianato le dune ma semplicemente le ha ricoper- te come nel caso della chiesa di Regina Pacis al Lido di Ostia costruita su uno dei più alti cordoni dunari (Fig. 6). Il meccanismo di formazione delle dune è sempre attivo e non è raro il caso in cui le strade più prossime al mare vengano temporaneamente ricoperte di sabbia durante le fasi di tempesta con qualche conseguente problema di circolabilità. Le spiagge del delta Queste sono costituite da granu- Figura 5. In alto il Canale dei Pescatori; in basso la piana bonificata di Maccarese. Si noti sullo sfondo un aereo in li poliminerali di diversa provenienza. atterraggio sulla pista n° 3 dell’aeroporto Leonardo da Vinci La maggior parte dei granuli proviene dalle formazioni geologiche del bacino del Tevere – prevalentemente quarzo, calcite, feldspati, pirosseni, magnetite, miche e frammenti litici carbonatici, arenacei e vulcanici. Tra questi ulti- mi sono rintracciabili anche pomici di dimensioni centimetriche che tuttavia possono non appartenere al bacino del Tevere ma provenire, galleggiando sul mare, da centri eruttivi quali l’Arcipela- go Pontino, il Golfo di Napoli e le Isole Eolie. In quantità minore i granuli han- no origine bioclastica, si tratta per lo più di frammenti di gusci di bivalvi e ga- steropodi marini e subordinatamente di gusci di foraminiferi non riconoscibili, questi ultimi, tuttavia ad occhio nudo. Ci sono inoltre granuli considerabili alloctoni ovvero frammenti litici di roc- ce che non sono naturalmente presenti nel bacino del Tevere ma che sono stati importati dall’uomo per la costruzione di palazzi, templi, chiese e statue. Que- sti granuli sono in genere costituiti da graniti, porfidi, gabbri, marmi e gneiss; tra questi granuli, benché non naturali, non mancano frammenti di laterizi. La locale concentrazione dei minerali vul- canici determina l’aspetto più o meno scuro delle spiagge deltizie. Solo localmente le spiagge presen- tano un aspetto naturale. È il caso delle spiagge della Tenuta Presidenziale di Castelporziano che sono ampie, poco acclivi e con al margine interno un in- Figura 6. Le dune della Tenuta Presidenziale di Castelporziano (in alto). La duna ricoperta dal tessuto urbano tatto sistema dunare (Fig. 7). Nel resto presso la chiesa di Regina Pacis al Lido di Ostia del delta la spinta urbanizzazione lito- Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
11 the ancient harbour basin of Ostia (Italy). Journal of Archaeological Science, 41, 389‑398. Goiran J.P., Salomon F., Vittori C., Delile H., Christiansen J., Oberlin C., Boetto G., Arnaud P., Mazzini I., Sadori L., Poccardi G. & Pellegri- no A. (2017), High chrono-stratigraphical resolution of the harbour sequence of Ostia: palaeo-depth of the basin, ship draught and dredging. Journal of Roman Archaeology, 104, 68‑84. Goiran J.P., Tronchère H., Collalelli U., Salomon F. & Djerby H. (2009), De- couvert d’un niveau marin biologique sur les quais de Portus: Le port antique de Rome. Méditerranée, 112, 59‑67. Goiran J.P., Tronchère H., Salomon F., Carbonel P., Djerbi H. & Ognard C. (2010), Palaeoenvironmental reconstrction of the ancient harbors of Rome: Claudius and Trajan’s marine harbors on the Tiber delta. Quaternary International, 216, 3‑13. Manfredini A., Carboni G., Conati Barbaro C. (1995), Scavi nel sito eneolitico di “Le Cerquete-Fianello” (Maccarese): risul- tati preliminari. 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Giornale di Geologia, nated estuary to wave-dominated delta: The priva di qualunque elemento dunare a 51(1), 71‑91. Late Quaternary stratigraphic architecture far da limite verso terra (Fig. 7). Solo Bellotti P., Chiocci F.L., Milli S., Tor- of Tiber River deltaic succession (Italy). Se- localmente l’ampiezza e la bassa accli- tora P. & Valeri P. (1994), Sequence stra- dimentary Geology, 284-285, 159‑180. vità della spiaggia sono state ricostitui- tigraphy and depositional setting of the Tiber Milli S., Mancini M., Moscatelli M., te attraverso interventi di “ripascimento delta: Integration of high resolution seismics, Stigliano F., Marini M. & Cavinato artificiale” che non hanno comunque well logs and archaeological data. Journal of G. (2016), From river to shelf, anatomy ripristinato il primitivo sistema dunare. Sedimentary Petrology, B64, 416‑432. of a high-frequency depositional sequence: Bellotti P., Davoli L & Sadori L. 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(2014), Geoarchaeology confirms location of logia dell’Ambiente Suppl. n° 3, 115‑122. Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
12 Simona Pannuzi Il suburbio Sud-orientale di Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro Ostia dall’età pre-protostorica E-mail: simona.pannuzi@beniculturali.it all’età moderna* The Ostia South-East Suburban from the Pre-Protohistoric Age to the Modern Age Parole chiave: suburbio, laguna, saline, fiume, necropoli Key words: Suburbia, lagoon, saltworks, river, necropolis G razie alle recenti indagini Dallo scavo archeologico effettuato Questi ritrovamenti sono una te- archeologiche effettuate in Via Fosso Dragoncello sulla sponda stimonianza estremamente importante nel suburbio meridionale orientale della laguna sono emersi resti della pre-protostoria nell’area laziale e ed orientale dell’antica città riferibili ad una frequentazione umana romana, non solo perché due nuovi siti di Ostia si sta cominciando a ricostruire perilacustre, che sembrava presentare dell’età del rame si aggiungono a quelli con una certa attendibilità l’evoluzione una qualche stabilità (fondo di capan- noti nel territorio di Roma, ma anche di questo territorio dall’età protostorica na?), ben inquadrabili nell’età del Rame perché fanno riferimento ad un model- all’età moderna, riuscendo a compren- per il cospicuo contesto di ceramica as- lo di occupazione perilagunare, che po- dere i suoi diversi utilizzi nel tempo e le sociata (Fig. 1, n.1)3. Inoltre, un altro in- trebbe in qualche modo essere raffron- trasformazioni che l’attività umana ha teressante nucleo ceramico coevo è stato tato con quello di Le Cerquete-Fianello procurato all’ambiente naturale. Fon- rinvenuto presso quella che doveva es- nella zona di Maccarese4. damentale per questa ricostruzione è sere la sponda occidentale dello Stagno, Come evidenziato in altre aree per stato il collegamento multidisciplinare durante gli scavi preventivi per la realiz- quest’epoca, perciò, la presenza di una tra archeologia, geologia, antropologia e zazione del nuovo Svincolo Stradale di laguna vicino al mare e ad un fiume na- paleobotanica che insieme hanno con- Ostia Antica sulla Via Ostiense-Via del vigabile ben si prestò per una frequen- tribuito, ognuna con le sue specificità, Mare (Fig. 1, n.2). La ceramica è stata tazione più o meno stabile della popo- a comprendere fenomeni e dinamiche rinvenuta nelle sabbie nelle quali erano lazione per nuclei distinti, che trovava altrimenti slegati tra loro e difficilmente scavate tombe a inumazione riferibili buon sostentamento dalle numerose interpretabili. alla grande necropoli età imperiale: con risorse del territorio (pesca, caccia, rac- tutta evidenza i frammenti ceramici era- colta, forse agricoltura)5. PRE-PROTOSTORIA/ETÀ no stati smossi dagli strati più profondi Nel caso ostiense è ancora da com- ARCAICA al momento dello scavo delle fosse. prendere chiaramente la concreta con- I ritrovamenti più antichi in questo territorio si riferiscono all’Eneolitico e fanno riferimento ad un probabile in- sediamento posizionato sulla sponda orientale, e forse anche su quella occi- dentale, del grande Stagno retrodunare, che con la sua estensione condizionò la vita nel territorio dalle epoche più an- tiche alle più recenti. Dell’antico Sta- gno si è ormai abbastanza chiaramente definito il perimetro per l’età romana, con l’individuazione di restringimenti ed allargamenti delle sponde nelle di- verse epoche storiche1. Solo recentissi- mamente sono state messe in luce nel territorio ostiense alcune importanti tracce insediative pre-protostoriche, che sono ancora in corso di studio per meglio comprenderne il preciso periodo e l’estensione territoriale (Fig. 1)2. * Dedico questo contributo ad Antonia Ar- noldus Huyzendveld, grazie alla quale appresi, negli anni dell’Università durante lo scavo di via della Consolazione, la problematica degli Figura 1. Ostia antica, suburbio. 1: scavo di via del Fosso di Dragoncello con resti del periodo eneolitico; 2: scavo ‘strati alluvionali’, livelli stratigrafici che poi dello Svincolo Stradale sulla via del Mare con ritrovamenti ceramici del periodo eneolitico; 3: scavi di Longarina 1 ritrovai anche nel territorio di Ostia, insieme e Longarina 2 con ritrovamenti di drenaggi d’anfore; 4: scavo nel vivaio Rosellini con ritrovamento di drenaggio a lei, che ricorderò sempre con affetto. d’anfore Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
13 Figura 2. Ostia antica, suburbio. Scavo archeologico nel vivaio Rosellini con ritrovamento di un drenaggio d’anfore (foto P.Grazia) figurazione della frequentazione avve- quanto suggestiva, appare però priva di versa ipotesi, interpretando le due fosse nuta nell’area in epoche antecedenti la qualsiasi evidenza materiale in questo come fornaci, o meglio focolari all’aper- fondazione della città di Ostia, che con territorio per un’epoca così antica9. Mol- to, della tipologia ben attestata in queste le recenti scoperte e con la globale ricon- to più plausibile appare una frequenta- epoche pre-protostoriche12, vista anche siderazione di vecchi e più recenti ritro- zione legata alla presenza della laguna la notevole distanza dalle fonti d’acqua vamenti, più o meno sporadici, comincia come area di pesca ed al fiume come via del territorio (Stagno, fiume, fossi), che a determinarsi con una certa realtà ed di collegamento. porterebbe ad escludere qualsiasi tipo evidenza. Infatti, ad una fase avanzata Oltre a questi ritrovamenti ceramici di utilizzo in tal senso13. Inoltre, alcuni del Bronzo Recente fanno riferimento più antichi, in anni passati rimane l’atte- frammenti di terracotte architettoni- alcuni frammenti ceramici rinvenuti stazione anche di ritrovamenti di fram- che, conservate nel Museo ostiense, di presso le Terme di Nettuno nella città menti ceramici genericamente “pro- recente oggetto di nuovo interesse, sono di Ostia nel 19686, mentre ceramica in- tostorici”, emersi durante i carotaggi state attribuite alla fine del VI-inizi del quadrabile, secondo i più recenti studi effettuati nel 1995 da Antonia Arnoldus V secolo, anche se la loro cronologia è per queste epoche, nell’età del Bronzo Huyzendveld per l’allora Soprintenden- ancora oggetto di discussione, e riferite Finale fu rinvenuta nel 1979, insieme ad za di Ostia presso il cd. Casalone in Ostia alla presenza di un santuario arcaico: al- intonaco di capanna, legno e ossa, du- Antica paese (via Morcelli)10. meno una di queste dovrebbe provenire rante la sistemazione di una fognatura Nel 1961 un contesto molto inte- dall’area del castrum14. a circa m.3-5 di profondità, in un’area ressante, databile per la ceramica rin- Inoltre, alla luce oggi di un quadro subito a Nord della moderna borgata di venuta al VI-V sec. a.C., fu messo in più ampio e variegato di evidenze ce- Ostia Antica, tra l’abitato ed il Tevere, luce in un’area limitrofa allo scavo di un ramiche, possono leggersi con un’ottica localizzabile su quella che doveva esse- colombario tra via Calza e via dei Ro- nuova le parole del Vaglieri che, attri- re la sponda settentrionale dell’antica magnoli: furono rinvenute successioni buendo “gli avanzi” più antichi della cit- laguna ostiense7. Quest’ultimo conte- di battuti e due fosse affiancate, aperte tà al III secolo a.C., aggiungeva, comun- sto di rinvenimento, particolarmente verso il lato orientale, con uno strato di que, “fatta eccezione per qualche coccio, cospicuo ed interessante dal punto di bruciato presente sul fondo11. All’epoca, assolutamente sporadico, che parrebbe vista ceramico, che parrebbe ben rife- giustamente, fu scartata l’ipotesi di un essere stato trasportato dalle acque”15; ribile ad abitato, potrebbero evidenziare luogo per la cremazione di cadaveri e infine appare tutto da riconsiderare, sot- l’esistenza di un insediamento (stagio- si pensò piuttosto ad un collegamento tolineandone a questo punto la concreta nale?) in queste ultime fasi dell’età del con l’approvvigionamento dell’acqua, evidenza, il suo ritrovamento di “capan- Bronzo, come già sostenuto pochi anni per la quantità dei frammenti ceramici ne” presso Porta Romana, dove furono fa da Luca Alessandri, che ipotizzava rinvenuti tutti riferibili a “grandi reci- rinvenuti anche molti “vasi di industria per quest’epoca una produzione del sa- pienti”. Ad una rilettura odierna del ri- primitiva, fatti a mano, con tracce di le nello Stagno ostiense, ricollegandosi trovamento, per la forma delle fosse e la rivestimento dato a stecca, e cotti per con quanto rinvenuto nel sito coevo di presenza di strati bruciato e carboni, ben quanto sembra a fuoco libero”16. Pelliccione nel Lazio meridionale8. Ta- sottolineata nella pubblicazione dello In conclusione, perciò, tutti questi le ipotesi sulla produzione del sale, per scavo, si potrebbe avanzare forse una di- ritrovamenti riferibili ad epoche così Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
14 antiche, indicano che, prima della fon- Infatti, dalle ultime ricerche si può strutture annesse (cisterna)20. Questa dazione di Ostia, c’era già nel territo- attribuire proprio al periodo augusteo zona doveva essere utilizzata anche rio una frequentazione probabilmente una complessa sistemazione della spon- per scopi artigianali vista la notevole di una certa stabilità, che nel periodo da occidentale della grande laguna, con presenza idrica e la connessione con la eneolitico, trovava il suo fulcro nell’area un ampio intervento di bonifica con l’u- viabilità principale di collegamento tra intorno allo Stagno e presso le sponde tilizzo di nuclei di anfore (Longarina 1, Roma e Ostia, l’antica via Ostiense che del Tevere nelle forme tipiche di queste 1975 e Longarina 2, 2005), che grazie in questo tratto doveva avere un trac- epoche pre-protostoriche. ad un recentissimo e accurato studio dei ciato molto simile alla strada moderna Per periodi più recenti tra la tarda contenitori utilizzati, può ben attribuir- (via del Mare). Infatti, presso il percor- età del bronzo, l’età del Ferro e l’età si proprio al periodo augusteo (Fig. 1, so della strada romana è stata rinvenuta arcaica, dalla localizzazione dei rin- n.3)17. Inoltre, altri ritrovamenti di dre- una fornace, che doveva utilizzare argil- venimenti ceramici, la frequentazione naggi con sistemazioni di file di anfore la facilmente reperibile, in particolare del territorio sembrerebbe essere più sono stati rinvenuti anche in un’area lungo la riva orientale della Stagno, per ampia, comprendendo aree diverse, più arretrata verso Ovest rispetto alla produrre laterizi o ceramica21. Con tutta interne ed esterne a quella che sarà sponda dello Stagno (attuale zona della probabilità la fornace rinvenuta, inqua- poi la città imperiale. A questo stato Stazione della Ferrovia Roma-Lido con drabile in età imperiale per la tipologia delle ricerche è ancora molto difficile i relativi parcheggi e vivaio adiacente), a pianta rettangolare, con la camera di dire se queste diverse forme di occupa- con tutta probabilità una zona soggetta cottura sorretta da archetti posti sopra zione del territorio, più o meno stabili ad allagamenti e/o risalita dell’acqua di la camera di combustione, non doveva nei successivi periodi, abbiano avuto falda che non consentiva evidentemente essere isolata nel territorio, perché tali una continuità dall’Eneolitico fino al- un appropriato e redditizio utilizzo di impianti di solito erano installati pro- la fondazione della colonia di Ostia o questo ambito territoriale, per uso re- prio nel suburbio delle città, per non in- se siano state intervallate da periodi di sidenziale e per l’attività agricola, di cui fastidire con fumi e pericolo d’incendi la abbandono del territorio o comunque sono state trovate evidenti tracce18. vita cittadina. Già in età romana, perciò, da modalità di frequentazione più sal- Anche la sponda orientale dello Sta- si doveva tener conto di queste esigenze tuarie e residuali. gno dal periodo tardo-repubblicano/ sanitarie, come verrà poi sempre defi- primo imperiale ha manifestato una nito nelle età più recenti medievali e PERIODO REPUBBLICANO assidua frequentazione, con un vasto ri- rinascimentali negli statuti delle città E IMPERIALE trovamento di canali di drenaggio a sco- produttrici di ceramica. Tutto il lungo periodo repubblicano po agricolo, realizzati con modalità del Non particolarmente cospicue e co- non trova grande attestazione di ritro- tutto simili a quelli inquadrabili in età munque tutte relative al periodo tardo- vamenti nel suburbio ostiense, nel qua- imperiale e rinvenuti anche nel suburbio repubblicano (metà II-I sec. a.C.) sono le sono senz’altro molto più evidenti le orientale di Roma19. L’utilizzo agricolo le prime attestazioni funerarie fuori del- tracce archeologiche di epoca imperia- del territorio doveva focalizzarsi intorno la città di Ostia, in particolare nell’area le, a cominciare dal periodo augusteo e a ville rustiche: almeno di una, si sono di Porta Romana22, della cd. Necropoli giulio-claudio. rinvenute pochissimo tempo fa alcune Laurentina23 e nella zona di Pianabella a Sud della città24, in gran parte distrutte o compromesse dalle costruzioni funera- rie più recenti, in particolare di II secolo d.C., momento di maggiore espansione demografica della città25. Invece, tutta l’area subito al di fuori dei lati meridionale ed orientale delle mura della città di Ostia era riservata ad un uso funerario fin dalla prima età imperiale (Fig. 3). A sud la necropoli era organizzata in modo ordinato lungo una serie di strade, basolate e non, tra di loro incrociate perpendicolarmente creando un reticolo nella vasta pianura davan- ti all’antica linea di costa (attuale loc. Pianabella)26. Sepolcri di differenti ti- pologie si aprivano lungo le varie strade, venendo a costituire una vera e propria “città dei morti”, di cui faceva parte an- che la cd. Necropoli della via Laurenti- na o dei Claudii, zona distinta dal resto dell’area funeraria solo dalle moderne sistemazioni stradali. Figura 3. Ostia antica, suburbio. Schematizzazione delle modalità di utilizzo del territorio ostiense: A = area di Anche nell’area dell’attuale Stazio- necropoli ; B = area con resti funerari e strutture residenziali e/o commerciali ; C = area con resti murari di non chiaro ne della Ferrovia Roma-Lido, nel par- utilizzo, senza alcuna traccia di resti funerari ; D = zona con resti di strutture residenziali, tombe e opere di bonifica idraulica ; E = zona con resti di magazzini, impianti portuali e resti funerari di epoca tarda e altomedievale ; F = cheggio occidentale, negli anni ’90 del zona con sistemi di bonifica idraulica con anfore ; G = zona agricola e con impianti artigianali; H = antico Stagno Novecento furono rinvenute strutture (elaborazione grafica di C. Rosa e S. Pannuzi, da Pannuzi 2018, Fig. 1) a carattere funerario (ustrinum), mentre Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
15 visibili, parrebbe comunque di antica costruzione (paleocristiana?), al di sopra di sepolcri pagani ormai obliterati32. A favore di una cronologia simile a quel- la della vicina basilica di Pianabella sta anche il medesimo orientamento con abside ad ovest, ed ingresso ad oriente tramite una strada dall’asse nord-sud, si- tuazione attestata anche per la più antica basilica di S.Aurea, localizzata in un’area necropolare pagana e poi cristiana33, a ridosso della via Ostiense, attualmente occupata dal borgo medievale di Ostia. Qui numerosi sono stati nei decenni passati i ritrovamenti funerari di epo- ca imperiale e tardoantica, tra i quali si ipotizza anche quello di Monica, la madre di S.Agostino34. In origine, l’a- rea funeraria di prima età imperiale si declinava in una serie di edifici funerari, tra cui senz’altro alcuni colombari, che Figura 4. Ostia antica, suburbio. Indicazioni di rinvenimenti di carattere funerario: A: zona di piazza Gregorio- si aprivano lungo l’antica via Ostiense e poli; B: zona del Parco dei Ravennati; 5,6,7: aree scavate durante le indagini preventive effettuate nell’area delle le strade limitrofe. Svincolo Stradale sulla via del Mare (riel. da Pannuzi et al. 2013, Fig. 205) Evidenti e ben conservate tracce di quest’uso sono state rintracciate in numerosi scavi effettuati per pubblica utilità, come quello effettuato in piazza Gregoriopoli, subito fuori dal borgo me- dievale, che ha portato al rinvenimento di un colombario molto ben conservato, al quale erano collegate anche più tarde tombe ad inumazione ed altri colomba- ri (Fig. 4)35. Sembrerebbe che lungo la viabilità principale si collocassero tombe di una certa importanza36, mentre inve- ce più lontano da essa fossero sistemate nella terra semplici tombe ad incine- razione e poi ad inumazione. Questa modalità di sistemazione caratterizza- va tutta la zona dell’attuale Parco dei Ravennati e dello Svincolo Stradale di Ostia Antica (Figg. 4 e 5), dove le tom- be rinvenute durante scavi archeologici diversi, databili tra il I ed il III secolo dai pochi materiali associati, si sono rivelate per la maggior parte inumazioni, quasi Figura 5. Ostia antica, suburbio. Sepolture ad inumazione nel Parco dei Ravennati (foto S.Sbarra) del tutto prive di corredo, sistemate an- che una sull’altra senza tener conto della durante indagini effettuate nel 1999- modalità di utilizzo e sulla cronologia di sepoltura più antica, che poteva anche 2000 per la realizzazione del nuovo quest’ambito necropolare29. essere sconvolta parzialmente o intera- sottopassaggio pedonale della Stazione La zona ebbe un utilizzo funerario mente. Come le indagini antropologi- furono messi in luce edifici funerari sia a di lunga durata, almeno fino al IV-V che hanno precisamente puntualizzato, nord che a sud della ferrovia27, lungo un secolo, quando qui si venne a costrui- queste tombe dovevano riferirsi ad un percorso stradale orientato nord-ovest/ re una grande basilica cristiana extra ceto sociale molto basso, che svolgeva sud-est, già intercettato negli anni prece- moenia, di cui non si conosce l’intito- lavori usuranti, caratterizzati dal tra- denti (1996-97) a sud-ovest del moderno lazione (cd. Basilica di Pianabella)30, sporto di carichi pesanti37. cimitero di Ostia Antica, fiancheggiato che divenne il fulcro di un’ulteriore ed Nel suburbio sud-orientale, nella da una serie di sepolcri28. Di recente un intensa deposizione funeraria. Più ad est zona più vicina all’ingresso alla città di nuovo tratto di questa vasta necropoli, è venne costruita un’altra basilica dedicata Ostia da Porta Romana, erano presenti stato scavato grazie a delle indagini di al martire Ercolano, venerato anche in anche edifici residenziali o a carattere archeologia preventiva effettuate lungo ambito portuense31. Più difficile è stato commerciale, posizionati lungo la riva la Via del Mare, dallo Svincolo Stradale finora definire la precisa cronologia di sinistra del meandro fluviale. Con i dati di Ostia Antica fino al Cineland, portan- quest’ultima basilica che, dagli ultimi archeologici attualmente a disposizione do nuove importanti informazioni sulle studi sulla stratigrafia delle murature è difficile chiarire le precise cronologie Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
16 delle varie strutture messe in luce in bilmente a scopi agricoli, si colloca tra mente al corso fluviale e collegata ad una quest’area anche in tempi molto lonta- la seconda metà del I sec. a.C. e la prima strada che con tutta probabilità andava ni tra loro. Inoltre sembrerebbe che al- metà del I sec. d.C. (Fig. 3)40. a connettersi con l’antica via Ostiense, meno alcuni di questi edifici, per esem- A carattere commerciale o abitati- che fino all’altezza della moderna piaz- pio quelli rinvenuti nell’area antistante vo erano con tutta probabilità adibiti za Gregoriopoli vedeva il suo percorso l’ingresso della Stazione della Ferrovia gli ambienti in cortina laterizia, pavi- in parte coincidente con l’attuale via dei Roma-Lido, probabilmente da riferire mentati con mosaici in bianco e nero Romagnoli44. ad età medio-imperiale, ebbero forse usi dai motivi inquadrabili nel II-III secolo Presso questa struttura, la cui cro- diversi nel tempo, con la sistemazione d.C.41, rinvenuti all’angolo tra via della nologia va ancora meglio precisata, di sepolture al loro interno in un’epo- Stazione Vecchia e la via del Mare, for- sono stati effettuati numerosi e diversi ca successiva al loro utilizzo iniziale38. se collegati alle strutture murarie ancor ritrovamenti in anni più o meno recenti Difficile dire se i resti di strutture rin- oggi emergenti poco più a nord, nell’area nell’abitato moderno che consentono di venute subito a nord-ovest, presso il Bar adibita a giardino pubblico all’angolo tra ipotizzare che questa zona del suburbio della Stazione, siano da connettere tutti via dei Romagnoli e via della Stazione42. per tutto il periodo imperiale fosse uti- allo stesso contesto forse inizialmente Più complesso è comprendere inve- lizzata, su entrambe le sponde del fiume, abitativo39. I ritrovamenti qui effettuati ce l’utilizzo delle strutture scoperte in per attività commerciali, abitative e di testimoniano una continuità di uso delle occasione di due diverse indagini pre- immagazzinamento (Fig. 6)45. Figura 6. Ostia antica, suburbio. Scavo archeologico di via Ducati-via Gamurrini: indicazioni delle diverse fasi cronologiche (dis. F.Fiano da Pannuzi et al. 2013, Fig. 217) strutture dall’età imperiale fino ad epoca ventive, all’interno dell’attuale Campo ETÀ TARDOANTICA tarda, evidenziata dalla distruzione, al- Sportivo sul lato occidentale di via della E ALTOMEDIEVALE meno parziale, di un basolato stradale, Stazione Vecchia 43. Tutte le strutture Con la costruzione e l’espansione forse quello attribuibile ad un percorso murarie messe in luce sono risultate economica della città di Porto, prospi- orientato nord-ovest/sud-est rinvenuto rasate ad una quota simile, inducendo ciente i bacini portuali di Claudio e Tra- più a sud. Inoltre, in questa zona si è no- ad ipotizzare un’azione volontaria di iano, progressivamente Ostia cominciò tata una particolare attenzione alla rego- distruzione. I materiali rinvenuti in as- a perdere le sue funzioni commerciali e larizzazione delle acque di falda e me- sociazione stratigrafica con le strutture di comunicazione con Roma in favore teoriche, e non è emersa alcuna traccia sono riferibili al III-IV secolo, mentre le del nuovo centro portuale, ma il suo di utilizzo funerario di questi ambienti, fondazioni appaiono tagliare strati con declino non fu immediato. Le invasioni come invece subito a sud-est. Si potreb- materiali databili al I-II secolo d.C., for- visigote e vandale, se pure non colpiro- bero connettere tutte queste strutture, se riferibili ad un generale rialzamento no direttamente la città di Ostia, por- forse legate ad un utilizzo agricolo del dei piani. In questa zona non sono state tarono comunque distruzione e morte territorio, con l’altro contesto rinvenuto rinvenute tracce di un utilizzo funerario. in tutto il territorio costiero romano46. subito a nord dei binari ferroviari, relati- Più a Nord, nella zona dell’antico Indagini di scavo, analisi murarie e ritro- vo ad una grande fossa circolare fodera- meandro del Tevere, cd. Fiume Morto, vamenti ceramici nella città documen- ta da file di anfore sovrapposte con una negli anni ’70 del Novecento vennero al- tano ancora una vita, seppure limitata noria all’interno: l’attività dell’impianto, la luce i resti di una banchina d’attracco ad alcune zone e forse concentrata nelle finalizzato al prosciugamento di acqua in cementizio e blocchi di tufo (cd. “mo- zone più vicino al mare ed al fiume47, da terreni estremamente umidi, proba- lo repubblicano”), posta perpendicolar- fino all’Altomedioevo48. Mentre Ostia Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 3/2019
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