(Foto Lusci) - Assiter Onlus
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SOMMARIO pag. Editoriale: .............................................................3 Lidia Corbezzolo Il futuro dei giovani eritrei. Quasi mai in Italia ....4 Marilena Dolce Euridice e la città meccanica. PERIODICO CULTURALE DELL’ASSOCIAZIONE L’Eritrea nel romanzo di Mauro Moruzzi .............7 ITALIA ERITREA ONLUS Marilena Dolce Trimestrale - Reg. Trib. di Roma 87/2005 del 9/03/2005 Eritrei, in Etiopia cambia la legge Via Dei Gracchi, 278 - 00192 Roma Tel. 0039 366 52 47 448 - Fax 06 32 43 823 per i campi profughi..............................................10 www.assiter.org - e.mail: iteronlus@yahoo.it Marilena Dolce Direttore responsabile: Lidia Corbezzolo Etiopia sventato tentetivo di colpo di Stato. Redazione: Lidia Corbezzolo, Pier Luigi Manocchio, Franco Piredda Ucciso il responsabile ...........................................15 Marilena Dolce In collaborazione: Archivio fotografico: Ambrogio e Antioco Lusci Progetto grafico e Stampa: Arti Grafiche San Marcello S.r.l. Viale Regina Margherita, 176 - 00198 Roma Abbonamento annuale euro 10,00 Ass.Iter Onlus c/c postale n. 84275023 Finito di stampare: Giugno 2019 In copertina: Prof . Marco Brunori con bimbo Copertina di fondo: Team Brunori al lavoro Hanno collaborato a questo numero: Lidia Corbezzolo, Marilena Dolce eritreaeritrea.com Istituto di Cultura Eritrea
EDITORIALE: di Lidia Corbezzolo C arissime Amiche, Carissimi Amici dell’Associazione Italia Eritrea Onlus reparto di rianimazione del Pronto Soccorso di questo ospedale, il principale ospedale di in Aprile 2019 è stata realizzata una missione in Asmara. Asmara dal Team del prof. Marco Brunori Abbiamo voluto ringraziare questo Team mera- composto dai dottori Roberto Pierro, Daniel viglioso per l’opera importantissima che stanno Piamonti, Giulio Onelli, Luigi Panza, Ilaria svolgendo in Asmara con il progetto PISTE DI Menichini, Gianluca Paciucci, Davide Ortolan, PACE ed abbiamo organizzato a maggio un Giulia Prezioso, Flavio Mirabelli, Matteo Mor- evento culturale al Teatro 7, grazie anche all’aiu- viducci, Yacopo Messina, per il progetto to del nostro Vice Presidente dott. Pier Luigi “PISTE DI PACE”. Manocchio ed ai suoi amici artisti che hanno I medici hanno suddiviso il lavoro tra le visite allietato la manifestazione. agli atleti eritrei nel Centro Nazionale di Medi- Un evento dal titolo PISTE DI PACE che ha visto cina dello Sport (che non mi stancherò mai di il susseguirsi delle tematiche da parte del prof. ripetere, questo centro è stato aperto da noi di Brunori con Piste di Pace un’idea straordinaria; il Ass.Iter e dalla volontà del Commissioner dott. Daniel Piamonti che ha presentato Il Mede- ambasciatore Zemede Tekle e dal sostegno ber; la dott.ssa Ilaria morale, medico e finanziario del prof. Marco Menichini che ci ha parlato delle Donne Eritree, Brunori), in particolare ciclisti, effettuando loro il dott. Gianluca Paciucci invece ha raccontato il test da sforzo cardio polmonare, l’elettroca- Noi e i Bambini, il dott. Davide Ortolan si è rdiogramma, la spirometria e il metabolismo soffermato in Noi e gli Atleti, Giulia Prezioso, basale. I nostri medici hanno anche ripreso la Flavio Mirabelli, Matteo Morviducci hanno formazione dei medici eritrei che lavorano nel evidenziato le prospettive future, e in conclusio- Centro il dott. Yob e il dott. Hagos, e continuato ne non poteva mancare un po' di storia presentata il programma di prevenzione polmonare al dal dott. Roberto Pierro, non si può dimenticare Medeber, inoltre hanno visitato il pronto la presenza italiana in Eritrea nel bene e nel male. soccorso dell’ospedale Orota e preso l’impegno morale di donare un emogasanalizzatore per il Medici a lavoro alla presensa dell’Ambasciatore Zemedè Tekle della Ministra Amina Nurhussien 3
IL FUTURO DEI GIOVANI ERITREI? QUASI MAI IN ITALIA di Marilena Dolce doposcuola, per lo studio e i compiti diventando D all’”Appuntamento ai Marinai” verso Londra e new York. Queste sono le mete scelte amici dei ragazzi, oltre che un prezioso sostegno. Anche per le nuove generazioni, ragazzi nati negli anni Novanta, più giovani di chi andava allora ai dai giovani eritrei che vivono in Italia. I giovani “Marinai”, la vita si è svolta più o meno così, tra eritrei nati negli anni 80, a Milano si danno amici e oratorio. appuntamento in una piazza, Largo Marinai “E’ quello che ho vissuto anch’io” dice Daniel che ha d’Italia. Questo è il titolo scelto, quasi assistito alla proiezionemilanese di Appuntamento ai quarant’anni dopo, da Ariam Tekle per il suo marinai. “Per me però”, prosegue, “oratorio e piazza corto, “Appuntamento ai Marinai”, un sono stati condivisi con altri immigrati, non solo documento Marinai” un documentario che eritrei e anche con ragazzi italiani”. “Gli episodi di racconta la storia di un gruppo di giovani, descriminazione comunque”, spiega, “sono sempre soprattutto eritrei, che vivono in Italia in quegli gli stessi anche 15 anni dopo”, “una cosa anni. interessante” continua “è quella che dice nel corto la La narrazione, lieve, lascia la parola ai ragazza che ora vive a New York, cioè che aver protagonisti. Sia quelli rimasti in Italia, sia quelli scelto di andersene da Milano, forse, non è la cosa che si raccontano da Londra e New York, via giusta. Forse rimanendo avrebbero potuto esserci Skype. Nell’esperienza quoditidiana non è d’aiuto”. razzismo delle persone, dicono i protagonisti, a Perchè emigravano i genitori di questi ragazzi? offenderli, piuttosto la lontananza delle Abbandonavano l’Eritrea negli anni del regime istituzioni, Un razzismo che diventa norma, etiopico. L’Eritrea al termine del colonoalismo pervadendo la vita di stereotipi. Così a un italiano, nel 1941, diventa un protettorato inglese, giovane eritreo si può chiedere “se ha del fumo”, quindi per decisione delle Nazioni Unite è federate dando per scontato che di quello si occupi. E lui, con L’Etiopia. Poco dopo l’Imperatore Heilè ovviamente, considera la richesta un’offesa. Selassiè, nel 1952, la annette. Sono gli anni in cui gli In realtà i protagonisti del corto, amici che si eritrei decidono che, se vogliono un paese libero, ritrovano ai “Marinai”, sono un’ottima dovranno lottare. Terminato l’Impero la situazione rappresentazione dello ius culturae. per l’Eritrea non migliora. Il governo del nuovo Dell’Italia conoscono e condividono tutto dalla regime etiopico, retto dal Derg del colonelle realtà che li circonda. Studiano nelle scuole Menghistu Heilèmarian rende impossibile la vita a pubbliche italiane, imparano la lingua, fanno i molti, soprattutto agli eritrei che scelgolo tra due compiti all’oratorio, giocano a basket, suonano strade,l’emigrazione o la lotta clandestina. nei complessi musicali. Unica differenza con i All’estero si forma perciò la prima generazione della giovani italiani era la necessità di un convitto diaspora che diventa sempre più numerosa, fiono al perchè le mamme, arrivate negli anni Sessanta o 1991, anno dell’indipendenza dell’Eritrea, data che, Settanta, lavorano quasi sempre come per molti, vuol dire rientro in patria. domestiche a tempo pieno. Quindi per loro Spesso le donne eritree migrano in Italia. Conoscono sarebbe difficile occuparsi dei figli piccoli o la ligua, le abitudini. Hanno già lavorato per gli adolescenti. italiani. A volta a far da tramite per il viaggio e a Il guppo dei “Marinai” argina con l’amicizia il trovar loro è la chiesa cattolica e in grado di fornire pericolo di sentirsi soli, abbandonati, e di fare, nomi e indirizzi utili. per questo motivo, scelte pericolose. A fianco al Così se è vero che, ad oggi, gli immigrati nel mondo la presenza di molti volontari e insegnanti sono il 3 per cento perchè il restante 97 non si muove italiani che, nel pomeriggio, organizzano il dal proprio paese, gli eritrei fanno eccezione. Loro 4
sono stati costretti a muoversi. Da gennaio 2017 a febbraio 2018 sempre dati Non erano “migranti economici” non erano Unhcr, gli arrivi più numerosi sono stati i “richiedenti asilo per motivi politici” nonostante il siriani, 19.175, i meno numerosi gli eritrei, motivo della loro emigrazione fosse politico. Uscivano 8.364. Poichè le partenze via mare con regolare passaporto etiopico, in cerca di un futuro avvengono soprattutto dalla Libia, ad essere migliore, lontano da razzie e soprusi, lontano dal interessati dal fenomeno sono i porti del proprio paese martoriato. nostro meridione. Sono gli stessi anni in cui l’Italia mantiene buoni Scriveva già negli anni Novanta il filosofo rapporti, diplomatici e politici con l’Etiopia. Ad essere Charles Taylor che i paesi del Primo mondo guardata con sospetto, non è l’Etiopia, piuttosto la fanno di tutto per escludere quelli del Terzo, guerriglia eritrea e la sua richiesta d’indipendenza che limitando i permessi di lavoro e soggiorno a l’Occidente considera possibile. persone di immediata rilevanza sociale. Per La vita all’estero non è semplice. Dice nel corto una gli altri resta l’espulsione. Già allora il ragazza che un tempo frequentava i “Marinai”e ora concetto era “porre un argine alla marea”. vive in America: “qui però nessuno mi chiede chi sono, Quello che si teme, dice Taylor, da dove vengo. Anzi per la prima volta dico che sono dell’immigrazione è che metta in crisi il italiana. In Italia avrei sempre detto di essere eritrea”. concetto stesso di nazione. Spaventa un forte “Questa è una frase che colpisce ” commenta Daniel. afflusso di migranti che potrebbe modificare “Sono italiano? Sono eritreo? E’ una domanda che da la composizione sociale della popolazione, il piccolo mi ponevo. Oggi anch’io posso affermare di suo profilo etico-culturale. essere entrambe le cose, eritreo e italiano”. “La Quindi gli eritrei che oggi emigrano verso domanda” prosegue “che spesso mi faccio è: cosa vuol l’Europa, se non hanno caratteristiche dire, però essere italiano?” Risposta difficile. Forse d’eccellenza, se non rientrano nelle categorie come cantava Giorgio Gaber, “ma per fortuna o privilegiate, possono solo “richiedere asilo”, purtroppo, io sono”. Italiano. spiega Maurizio Ambrosini, sociologo, Vivere in un paese diverso dall’Italia significa poter specializzato nello studio delle migrazioni. vivere una quotidianità più spensierata, con Anche dall’Eritrea, dice il professore, non leggerezza, dice Daniel. Questo è uno dei motivi per partono più poveri, ma gli studenti, le fasce che tanti eritrei scelgono Londra o l’America. colte. Nel documentario, allo strisciante razzismo italiano Un tempo nell’ex colonia italiana la che chiede, giudica, offende, gli intervistati scolarizzazione non era un certo una priorità. preferiscono l’anominato di metropoli europee Le scuole, per lo più rette da missionari multiculturali, nelle quali poter essere un numero. cattolici, si costruivano per dare istruzione ai Anche se il melting pot non per forza significa figli dei colono italiani. Agli eritrei era integrazione. Anzi, nel caldarone spesso ogni gruppo riservata una frequenza minima, giusto per sta a sé. capire la lingua italiana e poter lavorare. Per la generazione eritrea degli anni Ottanta che vive a Sono gli inglesi a dare impulso alle scuole, Milano essere neri e figli d’immigrati è stato un peso. introducendo anche la loro lingua. Infine, nel E oggi? Secondo Daniel anche oggi non è semplice 1993, l’Eritrea indipendente promuove per perchè, dice, anche se si cresce insieme restano molte tutti il diritto gratuito all’istruzione. divisioni, molti luoghi comuni negativi. L’insegnamento è nelle lingue locali per le E l’attuale dibattito politico sull’immigrazione primarie, poi in inglese fino al College. certamente non aiuta. Quindi oggi i giovani eritrei più scolarizzati, Già perchè oggi dall’Eritrea arrivano in molti. I numeri con la conoscenza dell’inglese e con maggiori forniti dall’Unhcr, pur inferiori a quelli del 2015/2016, aspettative rispetto ai genitori, “mettono stimano gli arrivi annui via mare in circa 172 mila, insieme le risorse per partire, per tentare mentre nel 2016 erano stati 362 mila e più di un l’avventura verso l’Europa”, dice Ambrosini. milione nel 2015. Purtroppo l’unico modo per emigrare, in 5
mancanza di un visto, è affrontare viaggi sono prevalentemente formate da gente istruita. rischiosissimi. Poi, una volta arrivati, richiedere Laspettativa è che l’istruzione che hanno ricevuto asilo perchè, come migranti “economici”, cioè nei propri offra più occasioni in Europa o in in cerca di lavoro, sarebbero respinti. America”. Tutti i giovani africani sognano Secondo il rapporto compilato dalla l’Occidente? “L’esperienza” risponde il professore, commissione danese per l’immigrazione “è che gli studenti africani quando vanno a studiare (Danish Immigration Service) negli anni di in Europa poi non rientrano nei paesi d’origine, Si massima emigrazione dal Paese, 2014/2015”, il fermano all’estero. Su questa scelta può pesare 99.9 per cento di eritrei che richiedono asilo in l’instabilità politica dei singoli paesi ma anche la Europa èun migrante economico”. Così ha spinta delle famiglie, felici di avere i figli che dichiarato un’ambasciata occidentale di Asmara. lavorano all’estero. Quasi mai chi studia all’estero “I ragazzi che partono dall’Eritrea” spiega rientra nel proprio paese per contribuire al suo Ambrosini, “appartengono a un gruppo sociale sviluppo”. “Eventualmente” conclude il professore fortunato, gente che contare su una colletta tra “dall’Europa ci si sposta verso l’America, come parenti. abbiamo visto nel documentario Appuntamento ai In genere partono i primogeniti maschi perchè la Marinai”. famiglia fa un investimento oculato. E’ una Perchè i giovani eritrei partono dall’Italia? “Per partenza deteminata dal sogno di un mondo cercare lavoro” risponde Daniel. “Il precariato è migliore. Per intenderi, quando si dice che i diffuso per noi come per i giovani italiani”, Progetti migranti vedono la televisione, poi arrivano, in per il futuro? Gli chiedo. “Rientrare da vincitore”. realtà va notato che vedono la stessa televisione Rientrare in Italia o in Eritrea? “In Eritrea? Non ci che noi accusiamo di portaci cattive notizie. ho mai pensato, sono nato e cresciuto qua”, Quello che si vede dipende dagli occhi di chi risponde, “però penso che potrei trasferirmi nel mio guarda. Per loro è la porta della speranza” paese d’origine se potessi aprire un’attività, se fosse “Tendo a credere” continua il professore “che, se possibile. Magari in futuro”. Un futuro da costruire anche in Italia si fa fatica a dare un futuro ai che potrebbe aprire le porte dell’Eritrea, per un giovani, l’Eritrea abbia qualche problema in viaggio di ritorno. più....le migrazione dall’Africa Sub Sahariana Ariam Tekle, autrice e regista del corto “Appuntamento ai Marinai”, durante la presentazione a Milano presso la Comunità Eritrea 6
EURIDICE E LA CITTÀ MECCANICA, L’ERITREA NEL ROMANZO DI MAURO MORUZZI di Marilena Dolce N el romanzo luoghi e persone si intrecciano in una storia avvincente. Amore e paura, passato e Poi il giro prosegue per negozi. Gianni e Gina parrucchieri, la macelleria Gola, la ferramenta, le presente sono legati in una trama dove non man- panetterie, i mini market, le officine dove un cano colpi di scena e fantasmi. tempo si riparavano le macchine. Protagonista, oltre ai personaggi in carne ed ossa, Infine, percorrendo le strade del centro, si arriva la bicicletta. alla zona “europea”, quella dei villini. Qui abita- Mezzo portato dagli italiani durante il coloniali- vano gli italiani grazie al piano regolatore della smo, la bicicletta era vietata agli eritrei. Oggi città voluto dal governatore Giuseppe Salvago invece è usatissima in tutto il Paese. Raggi. “Ho utilizzato molto la bicicletta per scrivere il Ancora oggi vi abitano molti occidentali che mio libro”, dice Mauro Moruzzi durante la lavorano ad Asmara. Come Giovanna, una dei presentazione organizzata a Bologna dall’Associ- personaggi del romanzo, che ospita il protagoni- azione donne eritree. “Così”, prosegue, “una sta nella sua villetta con giardino. mattina sono sceso da Asmara a Massawa, facen- Poi vi sono gli uffici, la Posta, il Teatro, le do tappe per ritrovare i luoghi della storia. La banche, la torre littoria del Municipio. Infine i bicicletta è diventata protagonista di un viaggio cinema, Roma, Odeon, Impero. Nomi che riman- nel tempo”. dano al passato coloniale. Per questo il protagonista percorre in bicicletta, Non così per le vie che hanno seguito la storia del grazie al suo autore, una delle strade più belle ma paese, cambiando nome più volte. Oggi hanno i anche pericolose al mondo. Non a caso si ferma nomi dell’indipendenza, Harnet Avenue, Nakfa, per lasciare un obolo alla signora che veglia l’alta- Afabet. rino dei Santi protettori del viaggiatore. Un nome italiano, però, è rimasto, Godenà Bolo- In sella a una bici virtuale, pagina dopo pagina, gna. Non un lascito coloniale ma il ringraziamen- anche il lettore può visitare l’Eritrea, cominciando to eritreo alla città italiana che più di altre ha da Asmara. accolto e ospitato la lotta per l’indipendenza. Dai suoi bei palazzi ocra, azzurri, verdini, con il Negli anni Settanta Bologna dava agli eritrei gli loro stile inconfondibile, ora patrimonio Unesco. spazi per organizzare i festival. E per questo è Un modernismo che, come scritto nel Manifesto rimasta nei loro cuori. Futurista faceva dell’Italia “con i suoi municipi, il Girando ancora per la città il protagonista condu- centro mondiale della Città Meccanica”. ce il lettore nelle zone del mercato vecchio, E così è Asmara dove l’aerea stazione di servizio quello del pesce, delle granaglie, delle stoffe. Poi Fiat Tagliero, ali in cemento pronte da sempre al alla Moschea grande, dove per entrare, per il volo, è emblema del Moderno, del futuro. turista, ci vorrebbe un permesso. Quindi alla Camminando per le vie si incontrano bar, caffè, Sinagoga, alla Cattedrale e alla chiesa di Enda negozi che hanno mantenuto nomi e insegne Mariam. Perché anche i molti luoghi di culto, italiane. Bar Diana, Caffè Rosina, Bar Vittoria. vicini tra loro, sono parte della vita della città, Arrivando al più decentrato Bar Crispi, luogo della sua gente, della tolleranza religiosa. ricco di cimeli Decò. Qui si bevono caffè, cappuc- Intanto la trama del romanzo scorre veloce. cini, macchiati, ma anche un buon chai, il tipico tè Il protagonista è un uomo che cerca il proprio speziato. passato. E l’occasione per ritrovarlo gli arriva dal 7
lavoro. È un antropologo e, per un anno, condurrà Qui il protagonista incontra una maga che gli una ricerca sui ritrovamenti di Homo erectus a rivela molte cose sul suo futuro. Buia, in Dancalia. Seguendo i lavori dei colleghi “La maga”, spiega l’autore, “è una donna vera, dell’Università di Roma. che ho incontrato ad Adulis, ma che di solito Il vero motivo del suo viaggio, però, è trovare noti- vive in Italia”. zie sul padre. Un uomo che negli anni Sessanta Sulla costa entrano in gioco altri personaggi. abbandona la famiglia per aprire, con un amico, Luam, Maryam e, soprattutto, la giovane Euri- un’officina meccanica ad Asmara. dice. Bella, alta, un corpo atletico. Trent’anni, Scrive qualche lettera, poi tutto s’interrompe. Fa eppure sembra una ragazzina. perdere le proprie tracce, forse diventa, come “Euridice è una militare dell’esercito eritreo”, dicono qui, un insabbiato. Per scoprirlo il protago- spiega Moruzzi. nista è adesso in Eritrea. “il suo personaggio” continua, “si ispira a Nel frattempo, però, la sua vita è quella della quello di una donna che ho conosciuto. Lei comunità internazionale. Molte le amiche donne, rappresenta la forza delle donne eritree, il loro amanti e compagne che lavorano in città, per le ruolo importante nella storia di liberazione del istituzioni, le ambasciate o per la Scuola Italiana. paese”. Con loro condivide la casa, le cene, gli intrighi, le Euridice abita ad Asmara, a palazzo Falletta, gite. residenza borghese dei coloni italiani che ha Una di queste gite è in treno. Partenza dalla mantenuto segni dell’antico passato. Arredi vecchia stazione di Asmara, direzione Arba Robà. primi Novecento e, proprio nella stanza di Un tragitto a/r per turisti. Si sale su un’unica Euridice, un bel lampadario color zaffiro, in carrozza verde scuro agganciata alla locomotiva. prezioso vetro di Murano. Poi durante il percorso, tra una galleria e l’altra, si Non mancano momenti di paura. beve il caffè, quello tradizionale preparato da una “La paura è un elemento del romanzo perché il giovane donna eritrea. protagonista sta facendo i conti con le proprie Quindi si rientra in città. paure e il mistero di una persona che non c’è Per poi scendere nuovamente verso la costa, non in più”, dice Moruzzi. treno però, che fin là non arriva più. Per raggiunge- La storia passata trova posto negli avvenimenti re Massawa, città portuale sul Mar Rosso, si passa del presente. per Ghinda, “piccolo paradiso in una verdissima La camminata per raggiungere il Forte serve al vallata circondata da montagne desertiche”. Qui la protagonista per ritrovare i luoghi della sconfit- tappa è il ristorante Red Sea, “per mangiare uova ta di Dogali. fritte con pomodori e buon tè”. La morte dei 500 soldati della colonna guidata Massawa affascina, nonostante i bombardamenti dal colonnello Tommaso De Cristoforis. etiopici l’abbiano stravolta. Ci sono ancora i Così anche la visita al cimitero italiano di vecchi alberghi costruiti dagli italiani, le case con Keren è il momento per ricordare la strenua mashrabiyye lignee per riparale dal caldo e dal resistenza di ascari e italiani contro gli inglesi, sole. nel 1941, alla vigilia della resa. “Una delle esperienze più belle che si possono fare A Keren il protagonista va con Euridice che lo in Eritrea” dice Moruzzi, “è girare per Massawa di porta al mercato, lungo il greto del fiume, e notte, soprattutto quando, prima delle feste, i nelle vecchie botteghe dei gioiellieri. negozi sono tutti aperti e le luci accese”. “Keren” dice Moruzzi “racconta un’Italia valo- Poi, andando verso Adulis, si incontra la storia più rosa fatti di soldati italiani ed eritrei ma nel antica dell’Eritrea. Il porto dove passavano le romanzo è anche un capitolo d’amore”. merci dirette verso Oriente. Una città seppellita Il percorso del romanzo continua verso le dalla sabbia, riportata in vita, poco alla volta, dalla ambe, le alte montagne eritree, arrivando a missione archeologica italo-eritrea iniziata nel Koaito, dove la terra custodisce impronte del 2010. 8
passato. In una grotta sotterranea ci sono incisioni rupestri, forse del neolitico. In super- ficie invece una stele segna, così si dice, il passaggio della regina di Saba. Un mondo perduto finora rimasto inaccessibile perché vicino alla zona di confine con l’Eti- opia. Ma cos’è successo a Euridice dopo Keren? “Scomparve, come si spegne una candela” per citare Cesare Pavese. Dunque non resta che seguirla ancora, tornando nella Città Meccani- ca. 9
ERITREI, IN ETIOPIA CAMBIA LA LEGGE PER I CAMPI PROFUGHI di Marilena Dolce D’ ora in avanti gli eritrei nei campi profu- ghi etiopici potranno muoversi e avere un Ora i rifugiati potranno uscire dai campi profughi, frequentare scuole regolari, lavorare, aprire conti in banca, avere la patente. lavoro. Un motivo valido per non proseguire il Il capo della Commissione per gli investimenti viaggio verso l’Occidente. etiopici, Fitsum Arega ha detto che la nuova Ad inizio di quest’anno l’Etiopia ha approvato legislazione fa parte del Job Compact, un una nuova legge per permettere al milione di programma da 500 milioni di dollari che mira a rifugiati di varie nazionalità che vivono nei creare 100 mila nuovi posti di lavoro, il 30 per circa 20 campi profughi sul proprio territorio, cento dei quali destinati ai rifugiati. di lavorare fuori dai campi. In questo modo anche i “rifugiati sosterranno lo Una differenza non da poco se si ricorda che sviluppo dell’Etiopia” ha twittato Fitsum Arega. l’Etiopia accoglie nei campi profughi la più Una legge che “aiuterà i rifugiati a sentirsi inclusi numerosa popolazione di rifugiati, dopo nella società”, ha detto Dana Hughes, portavoce l’Uganda. Persone finora invisibili, senza dell’Agenzia per i Rifugiati della Nazioni Unite diritti né libertà. per l’Africa Orientale. “Siamo felici d’informare che la nuova legge “Inoltre”, ha aggiunto, “non avvantaggia solo i sui rifugiati è stata approvata alla Camera”, ha rifugiati ma contribuisce all’economia della detto il rappresentante di ARRA, Administra- società. Tale legislazione perciò non è stata solo la tion of Refugee and Return Affairs. cosa giusta da fare ma anche la cosa più intelli- “L’adozione di questa legge rappresenta una gente”. pietra miliare nella lunga storia di accoglienza In passato, per gli eritrei, il push factor, per uscire di rifugiati da parte dell’Etiopia, giunti per dal Paese e raggiungere prima i campi profughi, decenni da tutta la regione”, così ha detto poi l’estero, è arrivato dall’Occidente. Anche Filippo Grandi, Alto Commissario delle dall’amministrazione Obama. Nazioni Unite per i Rifugiati. Una volta arrivati in Etiopia gli eritrei sono Alla base del cambiamento, l’adozione a smistati in quattro campi profughi che si trovano dicembre 2018, durante l’Assemblea Generale nella regione del Tigray, l’altopiano etiopico che delle Nazioni Unite, del Global Compact sui confina con l’Eritrea. Rifugiati. Una normativa per l’inclusione dei Sono i campi di Shimbela, Mai-Aini, Adi Harush rifugiati nel servizio nazionale del paese che li ed Hitsats. accoglie, sia a livello sanitario, sia per l’ist- Shimbela è il più vecchio, creato nel 2004. Poi nel ruzione. 2008 è stato aperto Mai-Aini, che accoglie circa Garantendo loro libertà di movimento e il 18 mila rifugiati. Quindi, nel 2010, Adi Harus diritto di esistere giuridicamente, che significa dove sono registrate 29 mila persone. Qui, fino al poter registrare nascite, morti, matrimoni. 2012, si viveva nelle tende, sostituite ora da case In Etiopia l’Unhcr ha partecipato con ARRA di fango e terra. alla stesura di questa nuova legge che sostitui- Prima della nuova legge dai campi profughi si sce quella più vecchia del 2004 (Refugee poteva uscire, legalmente, solo per gravi motivi di Proclamation) basata sulla Convenzione per i salute o per studi universitari. In entrambi i casi Rifugiati del 1951 e sulla Convenzione era necessario un pass governativo. dell’Unione Africana del 1969. La vecchia Il regolamento OCP, Out of Camp Policy, stabili- legge limitava alcuni diritti, come la libertà di va per esempio che, nel caso degli eritrei, tali movimento e l’accesso all’istruzione. Inoltre uscite spettassero a chi fosse nel campo da almeno non prevedeva l’integrazione nella società sei mesi, con una fedina penale pulita e uno spon- dove si trovano i campi profughi. 10
sor di riferimento nel caso chiedesse di studiare avuto un impatto sull’opinione pubblica fuori. etiopica molto favorevole. Tutti erano felici, Negli scorsi anni tali permessi sono stati dati a però per adesso il flusso di eritrei verso l’Eti- 2.800 eritrei. opia non è diminuito”. Della situazione degli eritrei nei campi profughi IOM (International Organization of Migra- ci parla Giancarlo Penza, della Comunità tion)e NRC, Norwegian Refugee Council, Sant’Egidio. dichiarano, relativamente agli arrivi, che la La comunità Sant’Egidio, come altre organizza- gran parte dei giovani eritrei che si trova nei zioni religiose e laiche, ha attivato lo scorso campi profughi non vuole rimanervi. L’Eti- anno i primi corridoi umanitari dall’Etiopia opia è una tappa verso altre mete: Europa, verso l’Italia. America, Canada. I corridoi sono un canale previsto dalla legge “Un cambiamento dopo la pace però c’è italiana per il reinsediamento dei rifugiati. Gli stato”, continua Penza, “perché adesso che le enti che li attivano devono garantire allo Stato di frontiere sull’altopiano sono aperte e non più offrir loro vitto, alloggio e aiuto per integrarsi. militarizzate, le persone possono entrare in Tuttavia i numeri di chi arriva con i corridoi Etiopia liberamente. Il flusso di migranti, umanitari, rispetto al flusso via mare, (141 mila perciò, non è ancora terminato. Ancora oggi persone nel 2018), sono molto piccoli. sembra che circa 200 eritrei in media entrino Le organizzazioni che partecipano a questo ogni giorno e alla frontiera chiedano di essere progetto possono accogliere, per legge, un mas- accolti come rifugiati”, spiega Penza. simo di 1.000 rifugiati in due anni. “Pare” continua “che, per il momento, su Per quanto riguarda gli eritrei, comunque, dopo questi arrivi Eritrea ed Etiopia non abbiano la pace con l’Etiopia, gli arrivi in Italia sono preso posizioni ufficiali. Subito dopo la pace crollati. Non rientrano più nelle prime dieci c’è stata incertezza. Molti rifugiati ci diceva- nazionalità Unhcr. no che non potevano più registrarsi, proprio “La pace tra Eritrea ed Etiopia”, dice Penza “ha perché l’ingresso era libero. Per il momento Mai Aini, Etiopia, uno dei quattro campi profughi sul confine con l’Eritrea. © Ong Gandhi Charity 11
però non ci sono stati cambiamenti”. rifugiati di cui gli eritrei sono solo una picco- Quindi quando gli eritrei passano la frontiera e arriva- la parte. no in Etiopia, cosa succede? La vulgata per cui in Italia i migranti stanno “Il sistema dei campi profughi è sempre lo stesso. Gli meglio degli altri da noi fa ridere, ma in Etio- eritrei arrivano a nord del paese, nel Tigray. Appena pia è un po’ così. Può essere che se la passino varcata la frontiera si recano in un campo a circa 50 meglio”. chilometri, Endabaguna. Qui sono registrati. Si Ora la nuova legge permetterà ai rifugiati di chiede loro identità e provenienza. Poi sono interro- lavorare, una decisione positiva già prece- gati da un funzionario ARRA. Quindi smistati in uno dentemente prospettata… dei quattro campi per eritrei, tutti abbastanza vicini “Molti rifugiati lavoravano illegalmente ad tra loro. Addis Abeba (ndr, prima dell’approvazione Tra ARRA e Unhcr c’è una stretta collaborazione. della legge)”. “Per questo motivo” prosegue Finora i rifugiati però hanno vissuto in campi Penza “l’Unhcr aveva già lanciato program- chiusi… mi di lavoro per i rifugiati. Progetti che “I campi erano chiusi per essere gestiti in modo rigo- potrebbero riguardare 10-20 mila giovani. So roso. Bisogna dire però che i campi profughi non si questo perché ho partecipato alle riunioni trovano in zone isolate. Sono lontani dai grandi centri preparatorie, nei primi mesi del 2018. ma vicini a molti villaggi. Forse nei campi gli stan- Un grande problema per il governo etiopico dard sui diritti sono lontani da quelli cui siamo abitua- sono proprio i rifugiati eritrei, perché si cerca ti, però non siamo in Libia… di bloccarne i movimenti secondari. Una Nei campi profughi i rifugiati ricevono cibo. Le ong questione etica prima di tutto. Nessuno vuole locali si occupano dei giovani. Per esempio insegnano che fuggano dall’Etiopia per finire nelle mani un mestiere. C’è uno sforzo da parte del governo dei trafficanti…”. etiopico perché nei campi la gente riesca a vivere. Si diceva però che all’interno dei campi ci Ricordiamo che l’Etiopia accoglie un milione di fossero traffici di questo tipo… Corridoi umnaitari, arrivo in Italia. Giancarlo Penza, Sant’Egidio, con la vm agli Esteri Emanuela Del Re 12
“Non mi risulta. Per mia esperienza c’è stata Con la pace raggiunta, potrebbero i ragazzi sempre severità sui tentativi di corruzione. eritrei cercare lavoro in Etiopia, anziché Vorrei dire che c’è stata una gestione dei campi emigrare lontano e in modo pericoloso? molto interventista, proprio per controllare i “Certo. Anzi vorrei dire”, spiega don Angelo, traffici. Un modo per proteggere i rifugiati dal “che nella scuola di Bosco Children abbiamo traffico. già giovani eritrei. Su 150 ragazzi esterni e Posso fare un esempio. Noi abbiamo iniziato i 100 in convitto, la metà sono eritrei. Diamo corridoi umanitari in Etiopia alla fine del 2017. loro la possibilità di imparare un mestiere, Il primo viaggio è stato preceduto da una lunga anche se sappiamo che quasi tutti sono in permanenza in Etiopia, per spiegare la vicenda attesa di partire per Europa, Stati Uniti, a tutte le istituzioni coinvolte. Ricordo che i Canada. Noi però vogliamo dar loro una dirigenti ARRA ci convocarono. Erano diffi- scelta. Così diciamo che, con la nuova situa- denti. Cos’era successo? Si era subito diffusa la zione, sarebbe meglio restassero, pensando poi voce del progetto. Così, alcuni, dicendo di di tornare in Eritrea. Ormai c’è la pace. In essere di Sant’Egidio, chiedevano soldi per questi mesi abbiamo visto le frontiere aperte, i inserire le persone in una lista corridoi”… camion con le merci andare da Addis Abeba ad Tornado ai giovani eritrei che arrivano nei Asmara, i pullman portare le persone. campi, sono tutti analfabeti? Ogni giorno facciamo questo discorso agli “Al contrario. Hanno studiato. Escono da eritrei. Diciamo di rimanere, perché possono buone scuole. Inoltre ad Asmara c’è una scuola trovarlo qui il loro futuro”. e un istituto di cultura italiana tra i migliori al E per chi il futuro ce l’ha nei campi profughi? mondo. “Se fosse per me li eliminerei i campi profu- I ragazzi eritrei hanno skills notevoli. Proprio ghi”, risponde don Angelo (ndr, prima della per questo motivo vogliono un lavoro e per il legge sul lavoro appena approvata). Il campo momento vanno all’estero, dove pensano ci profughi è un campo di concentramento dove i sia”. giovani non imparano un lavoro. E di lavoro in Secondo il report del 2014 redatto dal Danish Etiopia ce n’è tantissimo. I giovani pensano di Immigration Service, dopo il viaggio in Eritrea andare all’estero e non capiscono che vi ed Etiopia, l’identikit del migrante eritreo è possono trovare molta sofferenza. Non si quello di un uomo giovane, sano e scolarizzato. aspettano lo scontro tra lingue, mentalità, Sulla scuola l’Eritrea post indipendenza ha religione, cultura. puntato molto. Alcuni dati. Nel 1991, prima Qui, in Etiopia ed Eritrea, potrebbero vivere dell’indipendenza, in tutta l’Eritrea c’erano bene. Lo vediamo con il centinaio di ragazzi 471 scuole per 220 mila ragazzi. Una sola eritrei che stiamo aiutando. Vivono bene, sono Università, ad Asmara. Oggi ci sono 1.540 tranquilli. Speriamo non partano. scuole per 860 mila studenti e 7 college in tutti Certo il richiamo è forte… i capoluoghi. “Ma ingannevole. Ho visto molti inviare selfie “Una delle poche buone notizie dell’Africa con belle case e bmw, lasciando credere di 2018” conclude Penza riferendosi all’Eritrea “è avere già conquistato tutto. E in molti ci casca- proprio la pace con l’Etiopia”. no…Per fermare i flussi verso l’Italia, l’ho Anche per Don Angelo Regazzi, missionario detto anche al premier Giuseppe Conte duran- salesiano da molti anni in Etiopia, la pace con te la sua visita alla nostra missione, bisogna l’Eritrea è la grande notizia dello scorso anno. creare lavoro dove vivono. Soprattutto per i giovani che Bosco Children Uno dei modi, ripeto, è aprire scuole tecniche. accoglie per offrir loro, al posto della strada, Prendere macchinari, ma non di scarto, formazione e lavoro. dall’Italia e mandarli in Africa. Così si fa 13
formazione. Noi salesiani abbiamo fondato cinque scuole tecniche in Etiopia e una a Dekha- mere, in Eritrea, di cui si occupano giovani che avevano studiato qui”, conclude Don Angelo. Ciò che va sradicato, e speriamo che questa legge sul lavoro fuori dai campi profughi contribuisca a farlo, è proprio il traffico di uomini. Dice Stephen Smith in The Scramble for Europe che, entro il 2050, in Europa arriveranno dall’Africa 150, 200 milioni di persone. Le migrazioni quindi non si fermeranno né usando la forza, né costruendo muri. Nep- pure chiudendo i porti, che tanto gli aero- porti lo sono già. O negando gli sbarchi, come nel caso dei migranti a bordo della nave italiana “Diciotti”. Quarantuno di loro, tra l’altro eritrei ed etiopici, chiedono ora i danni allo Stato italiano, assistiti da un avvocato. Forse di un avvocato avrebbero avuto bisogno anche quando erano in Sudan o in Etiopia e persino in Libia. Un professionista che sconsigliasse loro un viaggio dove l’ultimo Addis Abeba, Don Angelo (a destra) con il premier Giuseppe Conte dei pericoli era rimanere alcuni giorni di e due dei giovani premaiti per i risultati nei loro studi presso la Scuola Don Bosco troppo su un’imbarcazione italiana. Per fermare i migranti che, come gli eritrei, non scappano dalla guerra ci vogliono formazione e lavoro, unica via perché abbiano una decent life, anziché promesse. 14
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