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SOMMARIO                                                          pag.

                                                                               Editoriale: .............................................................3
                                                                               Lidia Corbezzolo
                                                                               Il futuro dei giovani eritrei. Quasi mai in Italia ....4
                                                                               Marilena Dolce
                                                                               Euridice e la città meccanica.
PERIODICO CULTURALE DELL’ASSOCIAZIONE                                          L’Eritrea nel romanzo di Mauro Moruzzi .............7
ITALIA ERITREA ONLUS                                                           Marilena Dolce
Trimestrale - Reg. Trib. di Roma 87/2005 del 9/03/2005                         Eritrei, in Etiopia cambia la legge
Via Dei Gracchi, 278 - 00192 Roma Tel. 0039 366 52 47 448 - Fax 06 32 43 823   per i campi profughi..............................................10
www.assiter.org - e.mail: iteronlus@yahoo.it
                                                                               Marilena Dolce
Direttore responsabile: Lidia Corbezzolo                                       Etiopia sventato tentetivo di colpo di Stato.
Redazione: Lidia Corbezzolo, Pier Luigi Manocchio, Franco Piredda              Ucciso il responsabile ...........................................15
                                                                               Marilena Dolce
In collaborazione:

                                                                               Archivio fotografico: Ambrogio e Antioco Lusci
                                                                               Progetto grafico e Stampa: Arti Grafiche San Marcello
                                                                               S.r.l.
                                                                               Viale Regina Margherita, 176 - 00198 Roma
                                                                               Abbonamento annuale euro 10,00
                                                                               Ass.Iter Onlus c/c postale n. 84275023
                                                                               Finito di stampare: Giugno 2019
                                                                               In copertina: Prof . Marco Brunori con bimbo
                                                                               Copertina di fondo: Team Brunori al lavoro
                                                                               Hanno collaborato a questo numero: Lidia Corbezzolo,
                                                                               Marilena Dolce

                        eritreaeritrea.com

                        Istituto di Cultura Eritrea
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EDITORIALE:
di Lidia Corbezzolo

C    arissime Amiche,          Carissimi Amici
dell’Associazione Italia Eritrea Onlus
                                                               reparto di rianimazione del Pronto Soccorso di
                                                               questo ospedale, il principale ospedale di
in Aprile 2019 è stata realizzata una missione in              Asmara.
Asmara dal Team del prof. Marco Brunori                        Abbiamo voluto ringraziare questo Team mera-
composto dai dottori Roberto Pierro, Daniel                    viglioso per l’opera importantissima che stanno
Piamonti, Giulio Onelli, Luigi Panza, Ilaria                   svolgendo in Asmara con il progetto PISTE DI
Menichini, Gianluca Paciucci, Davide Ortolan,                  PACE ed abbiamo organizzato a maggio un
Giulia Prezioso, Flavio Mirabelli, Matteo Mor-                 evento culturale al Teatro 7, grazie anche all’aiu-
viducci, Yacopo Messina, per il progetto                       to del nostro Vice Presidente dott. Pier Luigi
“PISTE DI PACE”.                                               Manocchio ed ai suoi amici artisti che hanno
I medici hanno suddiviso il lavoro tra le visite               allietato la manifestazione.
agli atleti eritrei nel Centro Nazionale di Medi-              Un evento dal titolo PISTE DI PACE che ha visto
cina dello Sport (che non mi stancherò mai di                  il susseguirsi delle tematiche da parte del prof.
ripetere, questo centro è stato aperto da noi di               Brunori con Piste di Pace un’idea straordinaria; il
Ass.Iter e dalla volontà del Commissioner                      dott. Daniel Piamonti che ha presentato Il Mede-
ambasciatore Zemede Tekle e dal sostegno                       ber; la dott.ssa Ilaria
morale, medico e finanziario del prof. Marco                   Menichini che ci ha parlato delle Donne Eritree,
Brunori), in particolare ciclisti, effettuando loro            il dott. Gianluca Paciucci invece ha raccontato
il test da sforzo cardio polmonare, l’elettroca-               Noi e i Bambini, il dott. Davide Ortolan si è
rdiogramma, la spirometria e il metabolismo                    soffermato in Noi e gli Atleti, Giulia Prezioso,
basale. I nostri medici hanno anche ripreso la                 Flavio Mirabelli, Matteo Morviducci hanno
formazione dei medici eritrei che lavorano nel                 evidenziato le prospettive future, e in conclusio-
Centro il dott. Yob e il dott. Hagos, e continuato             ne non poteva mancare un po' di storia presentata
il programma di prevenzione polmonare al                       dal dott. Roberto Pierro, non si può dimenticare
Medeber, inoltre hanno visitato il pronto                      la presenza italiana in Eritrea nel bene e nel male.
soccorso dell’ospedale Orota e preso l’impegno
morale di donare un emogasanalizzatore per il

         Medici a lavoro alla presensa dell’Ambasciatore Zemedè Tekle della Ministra Amina Nurhussien

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IL FUTURO DEI GIOVANI ERITREI?
    QUASI MAI IN ITALIA
    di Marilena Dolce
                                                             doposcuola, per lo studio e i compiti diventando

    D     all’”Appuntamento ai Marinai” verso
    Londra e new York. Queste sono le mete scelte
                                                             amici dei ragazzi, oltre che un prezioso sostegno.
                                                             Anche per le nuove generazioni, ragazzi nati negli
                                                             anni Novanta, più giovani di chi andava allora ai
    dai giovani eritrei che vivono in Italia. I giovani      “Marinai”, la vita si è svolta più o meno così, tra
    eritrei nati negli anni 80, a Milano si danno            amici e oratorio.
    appuntamento in una piazza, Largo Marinai                “E’ quello che ho vissuto anch’io” dice Daniel che ha
    d’Italia. Questo è il titolo scelto, quasi               assistito alla proiezionemilanese di Appuntamento ai
    quarant’anni dopo, da Ariam Tekle per il suo             marinai. “Per me però”, prosegue, “oratorio e piazza
    corto, “Appuntamento ai Marinai”, un                     sono stati condivisi con altri immigrati, non solo
    documento Marinai” un documentario che                   eritrei e anche con ragazzi italiani”. “Gli episodi di
    racconta la storia di un gruppo di giovani,              descriminazione comunque”, spiega, “sono sempre
    soprattutto eritrei, che vivono in Italia in quegli      gli stessi anche 15 anni dopo”, “una cosa
    anni.                                                    interessante” continua “è quella che dice nel corto la
    La narrazione, lieve, lascia la parola ai                ragazza che ora vive a New York, cioè che aver
    protagonisti. Sia quelli rimasti in Italia, sia quelli   scelto di andersene da Milano, forse, non è la cosa
    che si raccontano da Londra e New York, via              giusta. Forse rimanendo avrebbero potuto esserci
    Skype. Nell’esperienza quoditidiana non è                d’aiuto”.
    razzismo delle persone, dicono i protagonisti, a         Perchè emigravano i genitori di questi ragazzi?
    offenderli, piuttosto la lontananza delle                Abbandonavano l’Eritrea negli anni del regime
    istituzioni, Un razzismo che diventa norma,              etiopico. L’Eritrea al termine del colonoalismo
    pervadendo la vita di stereotipi. Così a un              italiano, nel 1941, diventa un protettorato inglese,
    giovane eritreo si può chiedere “se ha del fumo”,        quindi per decisione delle Nazioni Unite è federate
    dando per scontato che di quello si occupi. E lui,       con L’Etiopia. Poco dopo l’Imperatore Heilè
    ovviamente, considera la richesta un’offesa.             Selassiè, nel 1952, la annette. Sono gli anni in cui gli
    In realtà i protagonisti del corto, amici che si         eritrei decidono che, se vogliono un paese libero,
    ritrovano ai “Marinai”, sono un’ottima                   dovranno lottare. Terminato l’Impero la situazione
    rappresentazione dello ius culturae.                     per l’Eritrea non migliora. Il governo del nuovo
    Dell’Italia conoscono e condividono tutto dalla          regime etiopico, retto dal Derg del colonelle
    realtà che li circonda. Studiano nelle scuole            Menghistu Heilèmarian rende impossibile la vita a
    pubbliche italiane, imparano la lingua, fanno i          molti, soprattutto agli eritrei che scelgolo tra due
    compiti all’oratorio, giocano a basket, suonano          strade,l’emigrazione o la lotta clandestina.
    nei complessi musicali. Unica differenza con i           All’estero si forma perciò la prima generazione della
    giovani italiani era la necessità di un convitto         diaspora che diventa sempre più numerosa, fiono al
    perchè le mamme, arrivate negli anni Sessanta o          1991, anno dell’indipendenza dell’Eritrea, data che,
    Settanta, lavorano quasi sempre come                     per molti, vuol dire rientro in patria.
    domestiche a tempo pieno. Quindi per loro                Spesso le donne eritree migrano in Italia. Conoscono
    sarebbe difficile occuparsi dei figli piccoli o          la ligua, le abitudini. Hanno già lavorato per gli
    adolescenti.                                             italiani. A volta a far da tramite per il viaggio e a
    Il guppo dei “Marinai” argina con l’amicizia il          trovar loro è la chiesa cattolica e in grado di fornire
    pericolo di sentirsi soli, abbandonati, e di fare,       nomi e indirizzi utili.
    per questo motivo, scelte pericolose. A fianco al        Così se è vero che, ad oggi, gli immigrati nel mondo
    la presenza di molti volontari e insegnanti              sono il 3 per cento perchè il restante 97 non si muove
    italiani che, nel pomeriggio, organizzano il             dal proprio paese, gli eritrei fanno eccezione. Loro

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sono stati costretti a muoversi.                             Da gennaio 2017 a febbraio 2018 sempre dati
Non erano “migranti economici” non erano                     Unhcr, gli arrivi più numerosi sono stati i
“richiedenti asilo per motivi politici” nonostante il        siriani, 19.175, i meno numerosi gli eritrei,
motivo della loro emigrazione fosse politico. Uscivano       8.364.       Poichè le partenze via mare
con regolare passaporto etiopico, in cerca di un futuro      avvengono soprattutto dalla Libia, ad essere
migliore, lontano da razzie e soprusi, lontano dal           interessati dal fenomeno sono i porti del
proprio paese martoriato.                                    nostro meridione.
Sono gli stessi anni in cui l’Italia mantiene buoni          Scriveva già negli anni Novanta il filosofo
rapporti, diplomatici e politici con l’Etiopia. Ad essere    Charles Taylor che i paesi del Primo mondo
guardata con sospetto, non è l’Etiopia, piuttosto la         fanno di tutto per escludere quelli del Terzo,
guerriglia eritrea e la sua richiesta d’indipendenza che     limitando i permessi di lavoro e soggiorno a
l’Occidente considera possibile.                             persone di immediata rilevanza sociale. Per
La vita all’estero non è semplice. Dice nel corto una        gli altri resta l’espulsione. Già allora il
ragazza che un tempo frequentava i “Marinai”e ora            concetto era “porre un argine alla marea”.
vive in America: “qui però nessuno mi chiede chi sono,       Quello che si teme, dice Taylor,
da dove vengo. Anzi per la prima volta dico che sono         dell’immigrazione è che metta in crisi il
italiana. In Italia avrei sempre detto di essere eritrea”.   concetto stesso di nazione. Spaventa un forte
“Questa è una frase che colpisce ” commenta Daniel.          afflusso di migranti che potrebbe modificare
“Sono italiano? Sono eritreo? E’ una domanda che da          la composizione sociale della popolazione, il
piccolo mi ponevo. Oggi anch’io posso affermare di           suo profilo etico-culturale.
essere entrambe le cose, eritreo e italiano”. “La            Quindi gli eritrei che oggi emigrano verso
domanda” prosegue “che spesso mi faccio è: cosa vuol         l’Europa, se non hanno caratteristiche
dire, però essere italiano?” Risposta difficile. Forse       d’eccellenza, se non rientrano nelle categorie
come cantava Giorgio Gaber, “ma per fortuna o                privilegiate, possono solo “richiedere asilo”,
purtroppo, io sono”. Italiano.                               spiega Maurizio Ambrosini, sociologo,
Vivere in un paese diverso dall’Italia significa poter       specializzato nello studio delle migrazioni.
vivere una quotidianità più spensierata, con                 Anche dall’Eritrea, dice il professore, non
leggerezza, dice Daniel. Questo è uno dei motivi per         partono più poveri, ma gli studenti, le fasce
che tanti eritrei scelgono Londra o l’America.               colte.
Nel documentario, allo strisciante razzismo italiano         Un tempo nell’ex colonia italiana la
che chiede, giudica, offende, gli intervistati               scolarizzazione non era un certo una priorità.
preferiscono l’anominato di metropoli europee                Le scuole, per lo più rette da missionari
multiculturali, nelle quali poter essere un numero.          cattolici, si costruivano per dare istruzione ai
Anche se il melting pot non per forza significa              figli dei colono italiani. Agli eritrei era
integrazione. Anzi, nel caldarone spesso ogni gruppo         riservata una frequenza minima, giusto per
sta a sé.                                                    capire la lingua italiana e poter lavorare.
Per la generazione eritrea degli anni Ottanta che vive a     Sono gli inglesi a dare impulso alle scuole,
Milano essere neri e figli d’immigrati è stato un peso.      introducendo anche la loro lingua. Infine, nel
E oggi? Secondo Daniel anche oggi non è semplice             1993, l’Eritrea indipendente promuove per
perchè, dice, anche se si cresce insieme restano molte       tutti il diritto gratuito all’istruzione.
divisioni, molti luoghi comuni negativi.                     L’insegnamento è nelle lingue locali per le
E l’attuale dibattito politico sull’immigrazione             primarie, poi in inglese fino al College.
certamente non aiuta.                                        Quindi oggi i giovani eritrei più scolarizzati,
Già perchè oggi dall’Eritrea arrivano in molti. I numeri     con la conoscenza dell’inglese e con maggiori
forniti dall’Unhcr, pur inferiori a quelli del 2015/2016,    aspettative rispetto ai genitori, “mettono
stimano gli arrivi annui via mare in circa 172 mila,         insieme le risorse per partire, per tentare
mentre nel 2016 erano stati 362 mila e più di un             l’avventura verso l’Europa”, dice Ambrosini.
milione nel 2015.                                            Purtroppo l’unico modo per emigrare, in

                                                                                                                5
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mancanza di un visto, è affrontare viaggi                          sono prevalentemente formate da gente istruita.
    rischiosissimi. Poi, una volta arrivati, richiedere                Laspettativa è che l’istruzione che hanno ricevuto
    asilo perchè, come migranti “economici”, cioè                      nei propri offra più occasioni in Europa o in
    in cerca di lavoro, sarebbero respinti.                            America”. Tutti i giovani africani sognano
    Secondo il rapporto compilato dalla                                l’Occidente? “L’esperienza” risponde il professore,
    commissione danese per l’immigrazione                              “è che gli studenti africani quando vanno a studiare
    (Danish Immigration Service) negli anni di                         in Europa poi non rientrano nei paesi d’origine, Si
    massima emigrazione dal Paese, 2014/2015”, il                      fermano all’estero. Su questa scelta può pesare
    99.9 per cento di eritrei che richiedono asilo in                  l’instabilità politica dei singoli paesi ma anche la
    Europa èun migrante economico”. Così ha                            spinta delle famiglie, felici di avere i figli che
    dichiarato un’ambasciata occidentale di Asmara.                    lavorano all’estero. Quasi mai chi studia all’estero
    “I ragazzi che partono dall’Eritrea” spiega                        rientra nel proprio paese per contribuire al suo
    Ambrosini, “appartengono a un gruppo sociale                       sviluppo”. “Eventualmente” conclude il professore
    fortunato, gente che contare su una colletta tra                   “dall’Europa ci si sposta verso l’America, come
    parenti.                                                           abbiamo visto nel documentario Appuntamento ai
    In genere partono i primogeniti maschi perchè la                   Marinai”.
    famiglia fa un investimento oculato. E’ una                        Perchè i giovani eritrei partono dall’Italia? “Per
    partenza deteminata dal sogno di un mondo                          cercare lavoro” risponde Daniel. “Il precariato è
    migliore. Per intenderi, quando si dice che i                      diffuso per noi come per i giovani italiani”, Progetti
    migranti vedono la televisione, poi arrivano, in                   per il futuro? Gli chiedo. “Rientrare da vincitore”.
    realtà va notato che vedono la stessa televisione                  Rientrare in Italia o in Eritrea? “In Eritrea? Non ci
    che noi accusiamo di portaci cattive notizie.                      ho mai pensato, sono nato e cresciuto qua”,
    Quello che si vede dipende dagli occhi di chi                      risponde, “però penso che potrei trasferirmi nel mio
    guarda. Per loro è la porta della speranza”                        paese d’origine se potessi aprire un’attività, se fosse
    “Tendo a credere” continua il professore “che, se                  possibile. Magari in futuro”. Un futuro da costruire
    anche in Italia si fa fatica a dare un futuro ai                   che potrebbe aprire le porte dell’Eritrea, per un
    giovani, l’Eritrea abbia qualche problema in                       viaggio di ritorno.
    più....le migrazione dall’Africa Sub Sahariana

      Ariam Tekle, autrice e regista del corto “Appuntamento ai Marinai”, durante la presentazione a Milano presso la Comunità Eritrea
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(Foto Lusci) - Assiter Onlus
EURIDICE E LA CITTÀ MECCANICA,
L’ERITREA NEL ROMANZO DI MAURO MORUZZI
di Marilena Dolce

N     el romanzo luoghi e persone si intrecciano in
una storia avvincente. Amore e paura, passato e
                                                        Poi il giro prosegue per negozi. Gianni e Gina
                                                        parrucchieri, la macelleria Gola, la ferramenta, le
presente sono legati in una trama dove non man-
                                                        panetterie, i mini market, le officine dove un
cano colpi di scena e fantasmi.
                                                        tempo si riparavano le macchine.
Protagonista, oltre ai personaggi in carne ed ossa,
                                                        Infine, percorrendo le strade del centro, si arriva
la bicicletta.
                                                        alla zona “europea”, quella dei villini. Qui abita-
Mezzo portato dagli italiani durante il coloniali-
                                                        vano gli italiani grazie al piano regolatore della
smo, la bicicletta era vietata agli eritrei. Oggi
                                                        città voluto dal governatore Giuseppe Salvago
invece è usatissima in tutto il Paese.
                                                        Raggi.
“Ho utilizzato molto la bicicletta per scrivere il
                                                        Ancora oggi vi abitano molti occidentali che
mio libro”, dice Mauro Moruzzi durante la
                                                        lavorano ad Asmara. Come Giovanna, una dei
presentazione organizzata a Bologna dall’Associ-
                                                        personaggi del romanzo, che ospita il protagoni-
azione donne eritree. “Così”, prosegue, “una
                                                        sta nella sua villetta con giardino.
mattina sono sceso da Asmara a Massawa, facen-
                                                        Poi vi sono gli uffici, la Posta, il Teatro, le
do tappe per ritrovare i luoghi della storia. La
                                                        banche, la torre littoria del Municipio. Infine i
bicicletta è diventata protagonista di un viaggio
                                                        cinema, Roma, Odeon, Impero. Nomi che riman-
nel tempo”.
                                                        dano al passato coloniale.
Per questo il protagonista percorre in bicicletta,
                                                        Non così per le vie che hanno seguito la storia del
grazie al suo autore, una delle strade più belle ma
                                                        paese, cambiando nome più volte. Oggi hanno i
anche pericolose al mondo. Non a caso si ferma
                                                        nomi dell’indipendenza, Harnet Avenue, Nakfa,
per lasciare un obolo alla signora che veglia l’alta-
                                                        Afabet.
rino dei Santi protettori del viaggiatore.
                                                        Un nome italiano, però, è rimasto, Godenà Bolo-
In sella a una bici virtuale, pagina dopo pagina,
                                                        gna. Non un lascito coloniale ma il ringraziamen-
anche il lettore può visitare l’Eritrea, cominciando
                                                        to eritreo alla città italiana che più di altre ha
da Asmara.
                                                        accolto e ospitato la lotta per l’indipendenza.
Dai suoi bei palazzi ocra, azzurri, verdini, con il
                                                        Negli anni Settanta Bologna dava agli eritrei gli
loro stile inconfondibile, ora patrimonio Unesco.
                                                        spazi per organizzare i festival. E per questo è
Un modernismo che, come scritto nel Manifesto
                                                        rimasta nei loro cuori.
Futurista faceva dell’Italia “con i suoi municipi, il
                                                        Girando ancora per la città il protagonista condu-
centro mondiale della Città Meccanica”.
                                                        ce il lettore nelle zone del mercato vecchio,
E così è Asmara dove l’aerea stazione di servizio
                                                        quello del pesce, delle granaglie, delle stoffe. Poi
Fiat Tagliero, ali in cemento pronte da sempre al
                                                        alla Moschea grande, dove per entrare, per il
volo, è emblema del Moderno, del futuro.
                                                        turista, ci vorrebbe un permesso. Quindi alla
Camminando per le vie si incontrano bar, caffè,
                                                        Sinagoga, alla Cattedrale e alla chiesa di Enda
negozi che hanno mantenuto nomi e insegne
                                                        Mariam. Perché anche i molti luoghi di culto,
italiane. Bar Diana, Caffè Rosina, Bar Vittoria.
                                                        vicini tra loro, sono parte della vita della città,
Arrivando al più decentrato Bar Crispi, luogo
                                                        della sua gente, della tolleranza religiosa.
ricco di cimeli Decò. Qui si bevono caffè, cappuc-
                                                        Intanto la trama del romanzo scorre veloce.
cini, macchiati, ma anche un buon chai, il tipico tè
                                                        Il protagonista è un uomo che cerca il proprio
speziato.
                                                        passato. E l’occasione per ritrovarlo gli arriva dal

                                                                                                               7
(Foto Lusci) - Assiter Onlus
lavoro. È un antropologo e, per un anno, condurrà
                                                              Qui il protagonista incontra una maga che gli
    una ricerca sui ritrovamenti di Homo erectus a
                                                              rivela molte cose sul suo futuro.
    Buia, in Dancalia. Seguendo i lavori dei colleghi
                                                              “La maga”, spiega l’autore, “è una donna vera,
    dell’Università di Roma.
                                                              che ho incontrato ad Adulis, ma che di solito
    Il vero motivo del suo viaggio, però, è trovare noti-
                                                              vive in Italia”.
    zie sul padre. Un uomo che negli anni Sessanta
                                                              Sulla costa entrano in gioco altri personaggi.
    abbandona la famiglia per aprire, con un amico,
                                                              Luam, Maryam e, soprattutto, la giovane Euri-
    un’officina meccanica ad Asmara.
                                                              dice. Bella, alta, un corpo atletico. Trent’anni,
    Scrive qualche lettera, poi tutto s’interrompe. Fa
                                                              eppure sembra una ragazzina.
    perdere le proprie tracce, forse diventa, come
                                                              “Euridice è una militare dell’esercito eritreo”,
    dicono qui, un insabbiato. Per scoprirlo il protago-
                                                              spiega Moruzzi.
    nista è adesso in Eritrea.
                                                              “il suo personaggio” continua, “si ispira a
    Nel frattempo, però, la sua vita è quella della
                                                              quello di una donna che ho conosciuto. Lei
    comunità internazionale. Molte le amiche donne,
                                                              rappresenta la forza delle donne eritree, il loro
    amanti e compagne che lavorano in città, per le
                                                              ruolo importante nella storia di liberazione del
    istituzioni, le ambasciate o per la Scuola Italiana.
                                                              paese”.
    Con loro condivide la casa, le cene, gli intrighi, le
                                                              Euridice abita ad Asmara, a palazzo Falletta,
    gite.
                                                              residenza borghese dei coloni italiani che ha
    Una di queste gite è in treno. Partenza dalla
                                                              mantenuto segni dell’antico passato. Arredi
    vecchia stazione di Asmara, direzione Arba Robà.
                                                              primi Novecento e, proprio nella stanza di
    Un tragitto a/r per turisti. Si sale su un’unica
                                                              Euridice, un bel lampadario color zaffiro, in
    carrozza verde scuro agganciata alla locomotiva.
                                                              prezioso vetro di Murano.
    Poi durante il percorso, tra una galleria e l’altra, si
                                                              Non mancano momenti di paura.
    beve il caffè, quello tradizionale preparato da una
                                                              “La paura è un elemento del romanzo perché il
    giovane donna eritrea.
                                                              protagonista sta facendo i conti con le proprie
    Quindi si rientra in città.
                                                              paure e il mistero di una persona che non c’è
    Per poi scendere nuovamente verso la costa, non in
                                                              più”, dice Moruzzi.
    treno però, che fin là non arriva più. Per raggiunge-
                                                              La storia passata trova posto negli avvenimenti
    re Massawa, città portuale sul Mar Rosso, si passa
                                                              del presente.
    per Ghinda, “piccolo paradiso in una verdissima
                                                              La camminata per raggiungere il Forte serve al
    vallata circondata da montagne desertiche”. Qui la
                                                              protagonista per ritrovare i luoghi della sconfit-
    tappa è il ristorante Red Sea, “per mangiare uova
                                                              ta di Dogali.
    fritte con pomodori e buon tè”.
                                                              La morte dei 500 soldati della colonna guidata
    Massawa affascina, nonostante i bombardamenti
                                                              dal colonnello Tommaso De Cristoforis.
    etiopici l’abbiano stravolta. Ci sono ancora i
                                                              Così anche la visita al cimitero italiano di
    vecchi alberghi costruiti dagli italiani, le case con
                                                              Keren è il momento per ricordare la strenua
    mashrabiyye lignee per riparale dal caldo e dal
                                                              resistenza di ascari e italiani contro gli inglesi,
    sole.
                                                              nel 1941, alla vigilia della resa.
    “Una delle esperienze più belle che si possono fare
                                                              A Keren il protagonista va con Euridice che lo
    in Eritrea” dice Moruzzi, “è girare per Massawa di
                                                              porta al mercato, lungo il greto del fiume, e
    notte, soprattutto quando, prima delle feste, i
                                                              nelle vecchie botteghe dei gioiellieri.
    negozi sono tutti aperti e le luci accese”.
                                                              “Keren” dice Moruzzi “racconta un’Italia valo-
    Poi, andando verso Adulis, si incontra la storia più
                                                              rosa fatti di soldati italiani ed eritrei ma nel
    antica dell’Eritrea. Il porto dove passavano le
                                                              romanzo è anche un capitolo d’amore”.
    merci dirette verso Oriente. Una città seppellita
                                                              Il percorso del romanzo continua verso le
    dalla sabbia, riportata in vita, poco alla volta, dalla
                                                              ambe, le alte montagne eritree, arrivando a
    missione archeologica italo-eritrea iniziata nel
                                                              Koaito, dove la terra custodisce impronte del
    2010.

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passato. In una grotta sotterranea ci sono
incisioni rupestri, forse del neolitico. In super-
ficie invece una stele segna, così si dice, il
passaggio della regina di Saba.
Un mondo perduto finora rimasto inaccessibile
perché vicino alla zona di confine con l’Eti-
opia.
Ma cos’è successo a Euridice dopo Keren?
“Scomparve, come si spegne una candela” per
citare Cesare Pavese. Dunque non resta che
seguirla ancora, tornando nella Città Meccani-
ca.

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ERITREI, IN ETIOPIA CAMBIA LA LEGGE
     PER I CAMPI PROFUGHI
     di Marilena Dolce
     D’    ora in avanti gli eritrei nei campi profu-
     ghi etiopici potranno muoversi e avere un
                                                         Ora i rifugiati potranno uscire dai campi profughi,
                                                         frequentare scuole regolari, lavorare, aprire conti
                                                         in banca, avere la patente.
     lavoro. Un motivo valido per non proseguire il      Il capo della Commissione per gli investimenti
     viaggio verso l’Occidente.                          etiopici, Fitsum Arega ha detto che la nuova
     Ad inizio di quest’anno l’Etiopia ha approvato      legislazione fa parte del Job Compact, un
     una nuova legge per permettere al milione di        programma da 500 milioni di dollari che mira a
     rifugiati di varie nazionalità che vivono nei       creare 100 mila nuovi posti di lavoro, il 30 per
     circa 20 campi profughi sul proprio territorio,     cento dei quali destinati ai rifugiati.
     di lavorare fuori dai campi.                        In questo modo anche i “rifugiati sosterranno lo
     Una differenza non da poco se si ricorda che        sviluppo dell’Etiopia” ha twittato Fitsum Arega.
     l’Etiopia accoglie nei campi profughi la più        Una legge che “aiuterà i rifugiati a sentirsi inclusi
     numerosa popolazione di rifugiati, dopo             nella società”, ha detto Dana Hughes, portavoce
     l’Uganda. Persone finora invisibili, senza          dell’Agenzia per i Rifugiati della Nazioni Unite
     diritti né libertà.                                 per l’Africa Orientale.
     “Siamo felici d’informare che la nuova legge        “Inoltre”, ha aggiunto, “non avvantaggia solo i
     sui rifugiati è stata approvata alla Camera”, ha    rifugiati ma contribuisce all’economia della
     detto il rappresentante di ARRA, Administra-        società. Tale legislazione perciò non è stata solo la
     tion of Refugee and Return Affairs.                 cosa giusta da fare ma anche la cosa più intelli-
     “L’adozione di questa legge rappresenta una         gente”.
     pietra miliare nella lunga storia di accoglienza    In passato, per gli eritrei, il push factor, per uscire
     di rifugiati da parte dell’Etiopia, giunti per      dal Paese e raggiungere prima i campi profughi,
     decenni da tutta la regione”, così ha detto         poi l’estero, è arrivato dall’Occidente. Anche
     Filippo Grandi, Alto Commissario delle              dall’amministrazione Obama.
     Nazioni Unite per i Rifugiati.                      Una volta arrivati in Etiopia gli eritrei sono
     Alla base del cambiamento, l’adozione a             smistati in quattro campi profughi che si trovano
     dicembre 2018, durante l’Assemblea Generale         nella regione del Tigray, l’altopiano etiopico che
     delle Nazioni Unite, del Global Compact sui         confina con l’Eritrea.
     Rifugiati. Una normativa per l’inclusione dei       Sono i campi di Shimbela, Mai-Aini, Adi Harush
     rifugiati nel servizio nazionale del paese che li   ed Hitsats.
     accoglie, sia a livello sanitario, sia per l’ist-   Shimbela è il più vecchio, creato nel 2004. Poi nel
     ruzione.                                            2008 è stato aperto Mai-Aini, che accoglie circa
     Garantendo loro libertà di movimento e il           18 mila rifugiati. Quindi, nel 2010, Adi Harus
     diritto di esistere giuridicamente, che significa   dove sono registrate 29 mila persone. Qui, fino al
     poter registrare nascite, morti, matrimoni.         2012, si viveva nelle tende, sostituite ora da case
     In Etiopia l’Unhcr ha partecipato con ARRA          di fango e terra.
     alla stesura di questa nuova legge che sostitui-    Prima della nuova legge dai campi profughi si
     sce quella più vecchia del 2004 (Refugee            poteva uscire, legalmente, solo per gravi motivi di
     Proclamation) basata sulla Convenzione per i        salute o per studi universitari. In entrambi i casi
     Rifugiati del 1951 e sulla Convenzione              era necessario un pass governativo.
     dell’Unione Africana del 1969. La vecchia           Il regolamento OCP, Out of Camp Policy, stabili-
     legge limitava alcuni diritti, come la libertà di   va per esempio che, nel caso degli eritrei, tali
     movimento e l’accesso all’istruzione. Inoltre       uscite spettassero a chi fosse nel campo da almeno
     non prevedeva l’integrazione nella società          sei mesi, con una fedina penale pulita e uno spon-
     dove si trovano i campi profughi.
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sor di riferimento nel caso chiedesse di studiare     avuto un impatto sull’opinione pubblica
fuori.                                                etiopica molto favorevole. Tutti erano felici,
Negli scorsi anni tali permessi sono stati dati a     però per adesso il flusso di eritrei verso l’Eti-
2.800 eritrei.                                        opia non è diminuito”.
Della situazione degli eritrei nei campi profughi     IOM (International Organization of Migra-
ci parla Giancarlo Penza, della Comunità              tion)e NRC, Norwegian Refugee Council,
Sant’Egidio.                                          dichiarano, relativamente agli arrivi, che la
La comunità Sant’Egidio, come altre organizza-        gran parte dei giovani eritrei che si trova nei
zioni religiose e laiche, ha attivato lo scorso       campi profughi non vuole rimanervi. L’Eti-
anno i primi corridoi umanitari dall’Etiopia          opia è una tappa verso altre mete: Europa,
verso l’Italia.                                       America, Canada.
I corridoi sono un canale previsto dalla legge        “Un cambiamento dopo la pace però c’è
italiana per il reinsediamento dei rifugiati. Gli     stato”, continua Penza, “perché adesso che le
enti che li attivano devono garantire allo Stato di   frontiere sull’altopiano sono aperte e non più
offrir loro vitto, alloggio e aiuto per integrarsi.   militarizzate, le persone possono entrare in
Tuttavia i numeri di chi arriva con i corridoi        Etiopia liberamente. Il flusso di migranti,
umanitari, rispetto al flusso via mare, (141 mila     perciò, non è ancora terminato. Ancora oggi
persone nel 2018), sono molto piccoli.                sembra che circa 200 eritrei in media entrino
Le organizzazioni che partecipano a questo            ogni giorno e alla frontiera chiedano di essere
progetto possono accogliere, per legge, un mas-       accolti come rifugiati”, spiega Penza.
simo di 1.000 rifugiati in due anni.                  “Pare” continua “che, per il momento, su
Per quanto riguarda gli eritrei, comunque, dopo       questi arrivi Eritrea ed Etiopia non abbiano
la pace con l’Etiopia, gli arrivi in Italia sono      preso posizioni ufficiali. Subito dopo la pace
crollati. Non rientrano più nelle prime dieci         c’è stata incertezza. Molti rifugiati ci diceva-
nazionalità Unhcr.                                    no che non potevano più registrarsi, proprio
“La pace tra Eritrea ed Etiopia”, dice Penza “ha      perché l’ingresso era libero. Per il momento

              Mai Aini, Etiopia, uno dei quattro campi profughi sul confine con l’Eritrea.
                                        © Ong Gandhi Charity

                                                                                                          11
però non ci sono stati cambiamenti”.                              rifugiati di cui gli eritrei sono solo una picco-
     Quindi quando gli eritrei passano la frontiera e arriva-          la parte.
     no in Etiopia, cosa succede?                                      La vulgata per cui in Italia i migranti stanno
     “Il sistema dei campi profughi è sempre lo stesso. Gli            meglio degli altri da noi fa ridere, ma in Etio-
     eritrei arrivano a nord del paese, nel Tigray. Appena             pia è un po’ così. Può essere che se la passino
     varcata la frontiera si recano in un campo a circa 50             meglio”.
     chilometri, Endabaguna. Qui sono registrati. Si                   Ora la nuova legge permetterà ai rifugiati di
     chiede loro identità e provenienza. Poi sono interro-             lavorare, una decisione positiva già prece-
     gati da un funzionario ARRA. Quindi smistati in uno               dentemente prospettata…
     dei quattro campi per eritrei, tutti abbastanza vicini            “Molti rifugiati lavoravano illegalmente ad
     tra loro.                                                         Addis Abeba (ndr, prima dell’approvazione
     Tra ARRA e Unhcr c’è una stretta collaborazione.                  della legge)”. “Per questo motivo” prosegue
     Finora i rifugiati però hanno vissuto in campi                    Penza “l’Unhcr aveva già lanciato program-
     chiusi…                                                           mi di lavoro per i rifugiati. Progetti che
     “I campi erano chiusi per essere gestiti in modo rigo-            potrebbero riguardare 10-20 mila giovani. So
     roso. Bisogna dire però che i campi profughi non si               questo perché ho partecipato alle riunioni
     trovano in zone isolate. Sono lontani dai grandi centri           preparatorie, nei primi mesi del 2018.
     ma vicini a molti villaggi. Forse nei campi gli stan-             Un grande problema per il governo etiopico
     dard sui diritti sono lontani da quelli cui siamo abitua-         sono proprio i rifugiati eritrei, perché si cerca
     ti, però non siamo in Libia…                                      di bloccarne i movimenti secondari. Una
     Nei campi profughi i rifugiati ricevono cibo. Le ong              questione etica prima di tutto. Nessuno vuole
     locali si occupano dei giovani. Per esempio insegnano             che fuggano dall’Etiopia per finire nelle mani
     un mestiere. C’è uno sforzo da parte del governo                  dei trafficanti…”.
     etiopico perché nei campi la gente riesca a vivere.               Si diceva però che all’interno dei campi ci
     Ricordiamo che l’Etiopia accoglie un milione di                   fossero traffici di questo tipo…

                           Corridoi umnaitari, arrivo in Italia. Giancarlo Penza, Sant’Egidio,
                                       con la vm agli Esteri Emanuela Del Re

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“Non mi risulta. Per mia esperienza c’è stata         Con la pace raggiunta, potrebbero i ragazzi
sempre severità sui tentativi di corruzione.          eritrei cercare lavoro in Etiopia, anziché
Vorrei dire che c’è stata una gestione dei campi      emigrare lontano e in modo pericoloso?
molto interventista, proprio per controllare i        “Certo. Anzi vorrei dire”, spiega don Angelo,
traffici. Un modo per proteggere i rifugiati dal      “che nella scuola di Bosco Children abbiamo
traffico.                                             già giovani eritrei. Su 150 ragazzi esterni e
Posso fare un esempio. Noi abbiamo iniziato i         100 in convitto, la metà sono eritrei. Diamo
corridoi umanitari in Etiopia alla fine del 2017.     loro la possibilità di imparare un mestiere,
Il primo viaggio è stato preceduto da una lunga       anche se sappiamo che quasi tutti sono in
permanenza in Etiopia, per spiegare la vicenda        attesa di partire per Europa, Stati Uniti,
a tutte le istituzioni coinvolte. Ricordo che i       Canada. Noi però vogliamo dar loro una
dirigenti ARRA ci convocarono. Erano diffi-           scelta. Così diciamo che, con la nuova situa-
denti. Cos’era successo? Si era subito diffusa la     zione, sarebbe meglio restassero, pensando poi
voce del progetto. Così, alcuni, dicendo di           di tornare in Eritrea. Ormai c’è la pace. In
essere di Sant’Egidio, chiedevano soldi per           questi mesi abbiamo visto le frontiere aperte, i
inserire le persone in una lista corridoi”…           camion con le merci andare da Addis Abeba ad
Tornado ai giovani eritrei che arrivano nei           Asmara, i pullman portare le persone.
campi, sono tutti analfabeti?                         Ogni giorno facciamo questo discorso agli
“Al contrario. Hanno studiato. Escono da              eritrei. Diciamo di rimanere, perché possono
buone scuole. Inoltre ad Asmara c’è una scuola        trovarlo qui il loro futuro”.
e un istituto di cultura italiana tra i migliori al   E per chi il futuro ce l’ha nei campi profughi?
mondo.                                                “Se fosse per me li eliminerei i campi profu-
I ragazzi eritrei hanno skills notevoli. Proprio      ghi”, risponde don Angelo (ndr, prima della
per questo motivo vogliono un lavoro e per il         legge sul lavoro appena approvata). Il campo
momento vanno all’estero, dove pensano ci             profughi è un campo di concentramento dove i
sia”.                                                 giovani non imparano un lavoro. E di lavoro in
Secondo il report del 2014 redatto dal Danish         Etiopia ce n’è tantissimo. I giovani pensano di
Immigration Service, dopo il viaggio in Eritrea       andare all’estero e non capiscono che vi
ed Etiopia, l’identikit del migrante eritreo è        possono trovare molta sofferenza. Non si
quello di un uomo giovane, sano e scolarizzato.       aspettano lo scontro tra lingue, mentalità,
Sulla scuola l’Eritrea post indipendenza ha           religione, cultura.
puntato molto. Alcuni dati. Nel 1991, prima           Qui, in Etiopia ed Eritrea, potrebbero vivere
dell’indipendenza, in tutta l’Eritrea c’erano         bene. Lo vediamo con il centinaio di ragazzi
471 scuole per 220 mila ragazzi. Una sola             eritrei che stiamo aiutando. Vivono bene, sono
Università, ad Asmara. Oggi ci sono 1.540             tranquilli. Speriamo non partano.
scuole per 860 mila studenti e 7 college in tutti      Certo il richiamo è forte…
i capoluoghi.                                         “Ma ingannevole. Ho visto molti inviare selfie
“Una delle poche buone notizie dell’Africa            con belle case e bmw, lasciando credere di
2018” conclude Penza riferendosi all’Eritrea “è       avere già conquistato tutto. E in molti ci casca-
proprio la pace con l’Etiopia”.                       no…Per fermare i flussi verso l’Italia, l’ho
Anche per Don Angelo Regazzi, missionario             detto anche al premier Giuseppe Conte duran-
salesiano da molti anni in Etiopia, la pace con       te la sua visita alla nostra missione, bisogna
l’Eritrea è la grande notizia dello scorso anno.      creare lavoro dove vivono.
Soprattutto per i giovani che Bosco Children          Uno dei modi, ripeto, è aprire scuole tecniche.
accoglie per offrir loro, al posto della strada,      Prendere macchinari, ma non di scarto,
formazione e lavoro.                                  dall’Italia e mandarli in Africa. Così si fa

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formazione.
     Noi salesiani abbiamo fondato cinque
     scuole tecniche in Etiopia e una a Dekha-
     mere, in Eritrea, di cui si occupano giovani
     che avevano studiato qui”, conclude Don
     Angelo.
     Ciò che va sradicato, e speriamo che
     questa legge sul lavoro fuori dai campi
     profughi contribuisca a farlo, è proprio il
     traffico di uomini.
     Dice Stephen Smith in The Scramble for
     Europe che, entro il 2050, in Europa
     arriveranno dall’Africa 150, 200 milioni di
     persone.
     Le migrazioni quindi non si fermeranno né
     usando la forza, né costruendo muri. Nep-
     pure chiudendo i porti, che tanto gli aero-
     porti lo sono già. O negando gli sbarchi,
     come nel caso dei migranti a bordo della
     nave italiana “Diciotti”.
     Quarantuno di loro, tra l’altro eritrei ed
     etiopici, chiedono ora i danni allo Stato
     italiano, assistiti da un avvocato. Forse di
     un avvocato avrebbero avuto bisogno
     anche quando erano in Sudan o in Etiopia
     e persino in Libia. Un professionista che
     sconsigliasse loro un viaggio dove l’ultimo    Addis Abeba, Don Angelo (a destra) con il premier Giuseppe Conte
     dei pericoli era rimanere alcuni giorni di           e due dei giovani premaiti per i risultati nei loro studi
                                                                       presso la Scuola Don Bosco
     troppo su un’imbarcazione italiana.
     Per fermare i migranti che, come gli
     eritrei, non scappano dalla guerra ci
     vogliono formazione e lavoro, unica via
     perché abbiano una decent life, anziché
     promesse.

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