Forni domestici (mogogò) ecologici nella missione delle Figlie di S. Anna in Eritrea - (M34) - Caritas Genova
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Arcidiocesi di Genova Ufficio sissionario oiocesano sicrorealizzazione per la Quaresima 2018 Forni domestici (mogogò) ecologici nella missione delle Figlie di S. Anna in Eritrea (M34) La situazione nella zona La valle di Siyah si trova a circa 80 km a Sud di Asmara e consta di 5 villaggi: Adi Contsi, Adi Finne, Akrur, Hebo e sai Ela. Si trova sull’altopiano a 1850 m sul livello del mare. Gli abitanti sono 6500, circa 1300 famiglie, per il 90% di religione cattolica e di lingua Tigrigna. Ci sono le scuole materne, elementari e medie. La popolazione, molto povera, si dedica principalmente alla coltivazione dei pomodori, di qualche cereale, alla raccolta del fco d’india e all’allevamento del bestiame (capre e mucche). Periodicamente più della metà della popolazione si sposta al bassopiano, in un ciclo di transumanza che segue la stagione delle piogge. In Eritrea il 90% della popolazione è rurale, e il 20% di quella urbana non hanno accesso all’elettricità; la biomassa (legna, sterco essicato e scarti agricoli) rappresenta ancora il 95% del combustibile nei villaggi. Il territorio Eritreo è stato soggetto a un continuo degrado per cause naturali e umane: condizioni climatiche, deforestazione, coltivazioni e pascoli intensivi, erosione del suolo e riduzione della fertilità. Rispetto a 100 anni fa, quando circa il 30% del territorio era coperto di foreste, oggi il territorio coperto da foreste è meno dell’1%. In questa valle, e precisamente ad Akrur, le Suore Figlie di S. Anna hanno una missione con un ambulatorio, un pronto soccorso e un reparto maternità e vaccinazioni, una scuola materna, organizzano attività di promozione della donna e attività pastorali. In questi ultimi anni le suore hanno organizzato alcuni seminari di due settimane ciascuno per la formazione di 150 giovani mamme su argomenti di salute, igiene, alimentazione ed economia domestica.
Il mogogò (forno domestico) tradizionale Il mogogò è il forno tradizionale Eritreo: vi si cucina l’engera, la focaccia spugnosa a base di cereali misti, che rappresenta l’alimento giornaliero di gran parte della popolazione rurale e non, nonché la hembascia e la ketchà (focacce lievitate e non). È situato in casa. Il rendimento energetico del mogogò è inferiore al 10%, e non ha nulla che porti i fumi all’esterno dell’abitazione. Le donne e i bambini, su cui grava il compito di raccogliere la legna, sono costretti a percorrere lunghe distanze per giungere a trovarne, e questo a causa della deforestazione. Inoltre le loro condizioni di salute sono minacciate dall’elevata presenza di fumo in cucina: da ciò vengono malattie all’apparato respiratorio ed agli occhi. Infne, le difficoltà legate all’accensione vengono risolte con l’utilizzo di costoso kerosene, e vi è un grande pericolo di scottature per i bambini piccoli, dato che la famma libera è a livello del pavimento e non è protetta. Si stima che in questo tipo di forni si consumi il 50% della legna eritrea. Il mogogò ecologico Le suore Figlie di S. Anna, sulla falsariga di un progetto ideato dal sinistero dell’Energia Eritreo e sostenute dall’associazione Mesì Mesì, hanno sviluppato la costruzione di un nuovo tipo di mogogò, denominato “ecologico”. Il mogogò ecologico è studiato in maniera da essere nettamente migliore di quello tradizionale: • riduce il consumo di legna del 50%, lasciando in questo modo ai ragazzi, che devono percorrere chilometri per procurarsela, più tempo per lo studio, e salvaguardando l’ambiente; • riduce inoltre i tempi di cottura dell’engera, lasciando più tempo alle donne per curare i bambini; • riduce la quantità di fumo prodotto e convoglia i fumi all’esterno, elimina l’inquinamento domestico ed eliminando i problemi respiratori, il bruciore agli occhi e le scottature dei bambini;
• rappresenta infne un arredo piacevole per le abitazioni, normalmente molto spoglie e annerite dal fumo. La costruzione di questi mogogò (forni domestici) ecologici è iniziata ad Akrur, dove ne sono già stati realizzati trecento, e si sono già formati diversi gruppi di lavoranti esperte nella costruzione degli stessi. Le suore desiderano estendere il progetto agli altri villaggi della valle. Come viene costruito La realizzazione del mogogò ecologico è affidata ad un gruppo di donne del villaggio, le lavoranti, riunite in cooperativa ed istruite dalle suore esperte. Esse svolgono il lavoro di costruzione insieme alla padrona di casa. La famiglia benefciaria deve procurare l’argilla, le pietre, l’acqua, la sabbia, tutti materiali reperibili in loco, deve fabbricare i mattoni (quando c’è materiale refrattario disponibile in loco), ed aiuta nel lavoro manuale. Il gruppo delle lavoranti è incaricato di prendere le misure, sistemare gli stampi, fabbricare le pareti, installare le griglie, il camino, la serranda e gli sportelli, oltre che fnire e lisciare le superfci. Il tempo di costruzione di un mogogò da parte di un gruppo di tre lavoranti coadiuvate dalla padrona di casa è di tre giorni. Al termine dei lavori la padrona di casa viene istruita sul modo di utilizzo del nuovo mogogò e sugli interventi di manutenzione necessari per mantenerlo sempre efficiente. A chi viene costruito Le suore realizzano la scelta delle famiglie benefciarie privilegiando le vedove, gli anziani soli, le famiglie molto povere o molto numerose; sono i responsabili di ogni villaggio che indicano concretamente le famiglie da benefciare. Quando i fondi sono disponibili e le famiglie hanno raccolto i materiali di costruzione, si procede alla realizzazione dei mogogò. All’interno del villaggio, intanto, si procede alla formazione teorica e pratica delle lavoranti, che vengono divise in gruppi, e alla costituzione di un comitato che ha la responsabilità di controllare l’andamento dei lavori e la successiva buona gestione del mogogò da parte delle famiglie benefciate: nei mesi successivi è infatti necessario controllare che la padrona di casa usi il forno in modo appropriato, tenendolo pulito, con gli sportelli chiusi, la legna in pezzatura piccola e la serranda regolata per un tiraggio giusto.
Costi La maggior parte dei materiali viene approvvigionata localmente, e rappresenta il contributo della famiglia benefciaria. I lavori iniziano solo dopo che la famiglia ha raccolto tutto il materiale necessario. Restano da acquistare gli accessori in ferro (sportelli, coperchi delle piastre di cottura, serranda e cerniere) e in materiale refrattario (piastre di cottura, due griglie grandi e una piccola, mattoni), nonché i tubi in cemento per il camino. Il costo totale di un mogogò è di 4.600 Nakfa (valuta locale eritrea), equivalenti a circa 250 €. oalla cifra totale ogni lavorante riceve 150 Nakfa (circa 8,00 €) per ogni mogogò costruito. Una testimonianza Nighisti Tewelde, una madre di famiglia di Akrur ha lasciato questa testimonianza: Grazie a questo Mogogò, ora possiamo respirare aria pura insieme ai nostri fggi, d’ora in poi non dovremo stancarci per andare in cerca di gegna mogto gontano. La poca gegna che riusciremo a trovare è sufciente per cucinare. Ig Signore ricompensi con buona sagute e tanta fegicità tutte ge persone di buon cuore che, pur non conoscendoci, hanno permesso ga costruzione dei Mogogò negge nostre case. Referente in Italia sesì sesì onlus - Via sarconi 166/5 - 16011 Arenzano (GE) - http://mesimesi.it - info@mesimesi.it - 347 3080249 Referente in loco suor Tighisti sahrezghi - upsaeritrea@gmail.com - Congregazione Figlie di S. Anna - oaughters of St. Anne - P. O. BOX 809 - Asmara, Eritrea Come contribuire Presso l’Ufficio Missionario ܚiocesano, Via Tomaso Reggio, 17 16123 GENOVA, da lunedì a venerdì, ore 9-11,30, tel 010.246.8897, emaig missioni@diocesi.genova.it Presso la propria parrocchia, che farà avere le oferte all’Ufficio sissionario oiocesano. Con un bonifco sul conto corrente bancario IT 85 G 06175 01432 0000 0107 3680 intestato “Pontifcie Opere sissionarie della Curia Arcivesc. Genova”, specifcando la causale “M34 forni Eritrea”.
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