FORMARSI NEL CAMBIAM MENT O - Cnos-Fap

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Inserto
FORMARSI
     RSI N
         NEL CAMBIAM
                   MENTO
NULLA SARÀ PIÙ COME
                  M PRIMA
                     P
                     PR MA?
                        M
 Una domanda che ormai è sullaa bo
                                bocca
                                   c ddii tutti
                                             t e in tutti gli ambienti.

 RASSEGNA CNOS propone
                   o e 9 voci
                           ci per orientarsi:
                                  o
 poche parole consistenti e aggior  ornatee da
                                    o        d posseder
                                                p        e, che possono aiutare a dipa-
 nare una matassa aggrovigliata.a.. 9 voci
                                        cii compilate
                                                 pi    per l’anno 2021 e distribuite
 nei tre numeri della Rivista fo
                               fo
                                ocalizza
                                     l zatee sul Contesto Italiano e Internazionale,
 il Sistema Educativo di Istru
                            ruzionee e Formazione
                                           o         , I Processi Formativi.

    1 Agenda 2030 e Politiche Europee di VET
  2.. Mercato del laavoro e do domanda di nuove proffessionalità/competenze
                                                     e
  3.. Politiche attive del laav
                             avoro e della Formazione professionale in Italia

    1      Filiera Formativa Proffessionalizzante
                                  e
  2.. Sistema formativ
               o       o integrato (Scuolaa - FP))
  3.. Nuovi profili proffessionali
                         e         degli operato
                                             atori dell
                                                    ella FP

    1      Didattica integrata
  2.. Didattica laboratoriale
  3.. Pedagogia del laavoro e alternanza fo
                                          ormativa (word based
                                                            ed learnin
                                                                   ning)

«Per intendere il passato,, presente e futuro,, bisoogna
                                                     g fare come la volpe,
che segue molte piste, non come il riccio,, che scava sempre nella stessa direzio
                                                                              zione».
Cassese S.,, Un volta il futuro era migliore. Lezioni per invertire la rotta,, i Solferini,, 2021
Agenda 2030 e Politiche Europee di VET
                                     Guglielmo Malizia

                                                                                                   CONTESTO ITALIANO E INTERNAZIONALE
    Lo scopo di questa voce è di deli-          tuazione attuale è contrassegnata da
neare il quadro internazionale in cui           un mercato del lavoro in continuo e ra-
si colloca l’IeFP italiana. Il punto di ri-     pido mutamento, dalla crescita della
ferimento più vicino e più influente,           disoccupazione soprattutto giovanile,
ma anche più eurocentrico, è il VET             dall’invecchiamento della forza lavoro
(Vocational Education and Training o            in alcuni Paesi, dalle migrazioni e dallo
Istruzione e Formazione Professionale)          sviluppo tecnologico.
dell’Ue, mentre quello di più ampio re-             L’IFTP dovrà assicurare l’ugua-
spiro e generale, ma direttamente me-           glianza nell’accesso alle persone svan-
no incisivo, è l’IFTP (Technical and Vo-        taggiate e in particolare eliminare le di-
cational Education and Training o               sparità tra i sessi. Dal momento che la
Istruzione e Formazione Tecnica e Pro-          povertà continua a costituire il fattore
fessionale) riferibile all’Unesco e all’O-      più rilevante di esclusione, si impone
nu nel senso che gli obiettivi sono             la necessità di sviluppare tutte le stra-
quelli del millennio secondo l’Agenda           tegie che si dimostrano efficaci nel
2030 dello sviluppo sostenibile dell’O-         combattere tale causa negativa, quali
nu, ma i contenuti vengono approfon-            gli investimenti nei programmi di istru-
diti dal Programma “Education 2030”             zione e di formazione che perseguono
dell’Unesco. Nel prosieguo si presente-         l’obiettivo di diminuire le differenze tra
ranno le principali indicazioni valide          i redditi e lo sviluppo di nuove forme
dell’Unesco/Onu e dell’Ue, rispettiva-          di aiuto alle famiglie e agli allievi che
mente per il quadro generale e per la           consentano di superare gli impedimen-
contestualizzazione in Europa, per poi          ti economici alla frequenza dell’IFTP.
passare a un rapido bilancio delle di-          Una strategia particolarmente efficace
verse proposte.                                 nel combattere l’esclusione consiste
    Gli orientamenti di Unesco/Onu              nell’impostare i sistemi educativi in
hanno come finalità di assicurare a             modo che si adeguino nella maniera
tutti entro il 2030 la possibilità di fre-      più completa alle differenti caratteristi-
quentare l’IFTP e di aumentare in mi-           che ed esigenze degli studenti; tale ti-
sura adeguata il numero dei giovani e           po di attenzione non va limitata al mo-
degli adulti in possesso delle compe-           mento dell’accesso, ma deve essere
tenze necessarie per accedere al mon-           estesa a tutto il percorso degli allievi e
do del lavoro, a un’occupazione digni-          anche alle verifiche finali. Quanto alla
tosa e all’imprenditorialità. Infatti, la si-   parità tra i sessi, si dovrebbe puntare a

                                                                                             III
CONTESTO ITALIANO E INTERNAZIONALE

     dare a tutti i ragazzi e a tutte le ragaz-   realtà sostenuto da curiosità e volontà,
     ze, a tutti gli uomini e a tutte le donne,   in grado di riconoscere le criticità e le
     le medesime opportunità di un’istru-         opportunità che si presentano, in mo-
     zione e di una formazione di elevata         do che possano essere capaci di assu-
     qualità, di conseguire lo stesso livello     mere responsabilità autonome nella
     di educazione e di beneficiare di un         prospettiva del servizio inteso come
     eguale profitto. Altre categorie di per-     contributo al bene comune.
     sone marginali che richiedono inter-             L’elemento centrale di tale forma-
     venti per garantire loro un trattamento      zione è costituito dalla possibilità di
     equo sono i disabili e le minoranze et-      privilegiare l’azione, significativa ed
     niche.                                       utile, in quanto situazione di appren-
         Passando alle indicazioni dell’Ue,       dimento reale ed attivo che consente
     queste si concentrano maggiormente           di porre il soggetto che apprende in
     sugli aspetti pratici. Il VET mira a so-     relazione “vitale” con l’oggetto cultu-
     stenere i giovani nel perseguimento          rale da conoscere. Oltre che essere
     del loro progetto di vita e di lavoro, at-   un esperto di un’area disciplinare, il
     traverso una proposta personalizzata         docente diventa anche il “mediatore”
     ovvero coerente con la specifica realtà      di un sapere che “prende vita” nel
     personale dell’allievo. Ciò comporta         rapporto con la realtà, come risorsa
     che, a fronte di una pluralità di modi       per risolvere problemi ed in definitiva
     di acquisizione di saperi e delle com-       per vivere bene.
     petenze, in base alle caratteristiche de-        La metodologia propria del VET mi-
     gli studenti, è necessario diversificare     ra a selezionare le conoscenze e le com-
     entro un quadro unitario i percorsi for-     petenze chiave irrinunciabili, a disegna-
     mativi, tra di loro equivalenti, fornendo    re situazioni di apprendimento per la-
     obbligatoriamente ai destinatari l’intera    boratori nei quali svolgere esperienze
     mappa degli itinerari possibili. Il VET è    che permettano agli allievi di entrare in
     regolato da un complesso di mete e di        rapporto diretto con la conoscenza sot-
     standard educativi sotto forma di com-       to forma di procedimento di scoperta
     petenze, articolate in conoscenze, abi-      e di “ricostruzione dell’oggetto” in mo-
     lità e atteggiamenti. La competenza          do da mettere in moto un processo di
     non è un fenomeno assimilabile al sa-        apprendimento attivo, quindi motivan-
     per fare, ma un modo di essere della         te e finalizzato, così da consentire una
     persona che ne valorizza tutte le po-        valutazione più autentica.
     tenzialità. Lavorare per competenze si-          Entro questo quadro, i docenti ope-
     gnifica favorire la maturazione negli al-    rano come un’équipe al fine di condi-
     lievi della consapevolezza dei propri        videre il progetto formativo e svolgere
     talenti, di un rapporto positivo con la      attività collegiali di supporto, gestire

IV   RASSEGNA CNOS 1/2021
Guglielmo Malizia

relazioni educative con i destinatari,       dinamica sociale a tre dimensioni: Sta-
programmare, realizzare e valutare oc-       to, privato sociale, mercato.
casioni di apprendimento attive ed ef-           Passando a un rapido bilancio, sia
ficaci. Questa impostazione richiede il      il Programma “Education 2030” che le
coinvolgimento di una pluralità di fi-       strategie di Lisbona e di Europa 2020
gure professionali distinte in docenti ed    hanno rilanciato le politiche per lo svi-
esperti e la leadership educativa del        luppo dell’IFTP/VET, affermandone il
coordinatore dell’équipe.                    ruolo centrale nelle nuove agende.
    In un contesto sociale e lavorativo      Ambedue le impostazioni hanno riba-
in costante mutamento, l’orientamento        dito che l’IFTP/VET non va considera-
assume un ruolo cruciale e deve costi-       to come un percorso marginale per
tuire una parte integrante di ogni offer-    marginali, né un semplice addestra-
ta di VET. Esso dovrà rispondere al          mento, ma costituisce un principio
tempo stesso ai bisogni delle persone,       educativo capace di contribuire a rea-
delle famiglie e delle imprese e tener       lizzare efficacemente il pieno sviluppo
conto delle esigenze di ciascun allievo      della persona. Chiaramente viene po-
così come della sua situazione e del         sto sullo stesso piano degli altri livelli
luogo dove si trova a vivere. La scelta      e sottosistemi educativi in quanto an-
di un programma di VET dovrà essere          che ad esso deve essere assicurato l’ac-
fondata su una valutazione seria delle       cesso a tutti come per ogni ordine e
attese, capacità, attitudini, atteggiamen-   grado di scuola. Di conseguenza gli
ti e personalità del giovane nel quadro      vanno garantiti programmi adeguati,
di un processo educativo continuo.           personale preparato e munito dei ne-
L’orientamento dovrà preparare alla          cessari titoli, un’organizzazione effi-
possibilità di cambiamenti frequenti di      ciente e risorse almeno sufficienti. Un
carriera durante la vita lavorativa: sarà    punto debole dell’Unesco/Onu va visto
una funzione propria di ogni scuola o        nello statalismo in quanto la loro pro-
centro come di altre strutture accessi-      posta sembra ignorare le istituzioni pa-
bili all’insieme della popolazione. Co-      ritarie e quelle private. Quanto al VET,
me è evidente, lo Stato non è più in         esso è esposto al rischio di essere in-
grado da solo di affrontare i problemi       terpretato ed attuato secondo la pro-
educativi. La sua azione richiede di es-     spettiva neo-liberale della scuola effi-
sere completata dall’intervento del “pri-    cace, un’impostazione cioè funzionali-
vato sociale” o “terzo settore” e del        sta e utilitarista che implicherebbe la
mercato; cioè bisogna ipotizzare una         completa subordinazione alle esigenze
                                             dell’economia.

                                                                                            V
CONTESTO ITALIANO E INTERNAZIONALE

         Bibliografia                                     MALIZIA G. et alii, Editoriale, «Rassegna CNOS»,
                                                              35 (2019), n. 3, pp. 5-31
     ALLULLI G., Europa 2020. Una bussola per             PARLAMENTO EUROPEO. COMMISSIONE PER LA CULTURA
         orientarsi, Roma, Ministero del Lavoro e             E L’ISTRUZIONE, Risoluzione del Parlamento
         delle Politiche Sociali/CNOS-FAP, 2017               Europeo sulla modernizzazione dell’istru-
     COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE, Europa               zione nell’UE, Strasburgo, 17 maggio 2018
         2020. Una strategia per una crescita intelli-    UNESCO et alii, Education 2030. Incheon Decla-
         gente, sostenibile ed inclusiva, Comunica-           ration and Framework for Action. Towards
         zione della Commissione, (COM 2014) 130              inclusive and equitable education and life-
         final, Bruxelles, 5.3.2014                           long for all, Incheon, 2015
     MALIZIA G., Politiche educative dell’istruzione e    UNITED NATIONS GENERAL ASSEMBLY, Transforming
         di formazione, Milano, FrancoAngeli, 2019            our world: the 2030 Agenda for Sustainable
     MALIZIA G. - C. NANNI - M. TONINI, L’Istruzione e        Development, New York, 25 September
         Formazione Professionale in Italia. Valutazio-       2015
         ne e prospettive del Decennio, «Orientamenti
         Pedagogici», 59 (2012), n, 3, pp. 415-434
     MALIZIA G. - D. NICOLI - L. CLEMENTINI, La collo-
         cazione della IeFP alla luce del documento
         della Commissione ministeriale, «Rassegna
         CNOS», 24 (2008), n. 3, pp. 107-120

VI   RASSEGNA CNOS 1/2021
Filiera formativa professionalizzante
                                     Mauro Frisanco

                                                                                                 SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE
Filièra                                       tutte le persone che hanno preso par-
                                              te alla realizzazione del prodotto.
    In senso più generale, la “filièra”
richiama il concetto di “filamento” es-       L’accezione formativa
sendo considerata, nell’ambito della
fabbricazione di fibre tessili artificiali,       Negli anni più recenti si sono mol-
il dispositivo attraverso il quale viene      tiplicati i documenti normativi (leggi,
estrusa la soluzione filabile o la mate-      decreti, accordi) e operativi (linee
ria plastica fusa che forma i filamenti.      guida, quadri attuativi) nei quali si è
Il termine “filièra” è diventato di uso       ricorso al termine “filièra” associata
corrente, e via via associato a diversi       per lo più all’aggettivo “formativa”. La
aggettivi, perché usato per la prima          filièra formativa è stata definita dal
volta dall’agronomo francese Malassis         Ministero competente per l’istruzione
nel corso della prima metà degli anni         pubblica (MIUR, MI) come “l’insieme
’70 per definire “l’itinerario seguito da     dei percorsi quinquennali degli istituti
un prodotto all’interno del sistema           tecnici e degli istituti professionali,
agroalimentare”. Una serie di passag-         dei percorsi triennali e quadriennali
gi, secondo la definizione riportata su       di qualifica e diploma professionale
Wikipedia, che vedono le azioni di            realizzati dalle strutture formative ac-
un insieme di “agenti che direttamen-         creditate dalle Regioni, dei percorsi di
te o indirettamente operano lungo             formazione tecnica post secondaria
tutto l’itinerario economico di un pro-       realizzati dagli Istituti Tecnici Superio-
dotto, dallo stadio iniziale di produ-        ri”; questo insieme consente il conse-
zione, a quello finale dell’utilizzazio-      guimento di: diplomi di istruzione
ne”. La parola filièra è finita tra le più    tecnica e di istruzione professionale,
usate nella promozione strategica e           a conclusione dei percorsi scolastici,
operativa dei prodotti, non solo ali-         di durata quinquennale, degli Istituti
mentari, tant’è che ogni consumatore          Tecnici (IT) e degli Istituti Professio-
le associa sempre più il “marchio d’i-        nali (IP); di qualifiche professionali,
dentità” di ciò che acquista (prodotto        di durata triennale, e diplomi profes-
a filiera corta, controllata, sostenibile,    sionali, di durata quadriennale, a con-
territoriale), una “tracciabilità” che        clusione dei percorsi del sistema di
consente di cogliere l’insieme di tutti       Istruzione e Formazione Professiona-
i luoghi, di tutte le organizzazioni, di      le (IeFP); di certificati di specializza-

                                                                                           VII
Sistema Educativo di Istruzione e Formazione

       zione tecnica superiore, di durata an-            professionalizzante” (IFTS). Solo di
       nuale, a conclusione dei percorsi di              recente, l’accezione “professionaliz-
       Istruzione e Formazione Tecnica Su-               zante” è stata utilizzata anche in rife-
       periore (IFTS); di diplomi di tecnico             rimento all’Istruzione Tecnica Supe-
       superiore a conclusione dei percorsi              riore (ITS) ora denominata anche co-
       degli Istituti Tecnici Superiori (I.T.S.).        me “formazione terziaria professiona-
                                                         lizzante”.
       L’accezione
       professionalizzante                               Guardando all’Europa:
                                                         la VET per una crescita
           La filièra professionalizzante rap-
       presenta un “sotto-insieme” della fi-
                                                         intelligente,
       liera formativa che traccia l’itinerario
                                                         sostenibile e inclusiva
       che seguono quei giovani che inten-
                                                             A livello europeo si è progressiva-
       dono sviluppare competenze operati-
                                                         mente sempre più consolidata l’idea
       ve e/o tecnico-professionali in deter-
                                                         che la filiera formativa professionaliz-
       minati settori economico-produttivi
                                                         zante VET (Vocational Education
       (Istruzione e Formazione Professiona-
                                                         and Training) assuma il ruolo di si-
       le, Istruzione Professionale) e/o rispet-
                                                         stema organico di offerta di istruzione
       to a specializzazioni riconducibili a de-
                                                         e formazione, da quella iniziale (I-
       terminate aree professionali (Istruzione
                                                         VET) a quella continua (C-VET), ivi
       e Formazione Professionale Tecnica
                                                         compresa quella post-secondaria e
       superiore). Si tratta di una filiera che
                                                         terziaria. Una filiera “consistente e
       offre al giovane l’opportunità di acqui-
                                                         lunga”, secondo la direzione europea
       sire un’identità professionale connota-
                                                         “2020” e ora “2030”, chiamata a con-
       ta, in termini di qualificazione, per ri-
                                                         tribuire in modo significativo a im-
       sultati di apprendimento referenziati al
                                                         mettere nei contesti produttivi quelle
       3° livello (operatori di qualifica IeFP) e
                                                         professionalità di differente livello,
       al 4° livello (tecnici professionali IeFP,
                                                         oggetto di gran parte della quota di
       profili in uscita IP, specializzazioni tec-
                                                         domanda delle imprese che rimane
       niche IFTS) del framework italiano/eu-
                                                         inevasa (“vacancy”); nello specifico,
       ropeo “Quadro nazionale delle qualifi-
                                                         molte delle qualificazioni professio-
       cazioni (QNQ)/Quadro europeo delle
                                                         nalizzanti dei livelli 3°, 4° e 5° del fra-
       qualifiche (EQF)”. Sulla base dell’attua-
                                                         mework europeo (EQF).
       le quadro normativo, questa filiera
       contempla la cosiddetta “formazione
       secondaria professionalizzante” (IeFP,
       IP) e la “formazione post-secondaria

VIII   RASSEGNA CNOS 1/2021
Mauro Frisanco

Guardando all’Italia:                         zione e Formazione Professionale isti-
un cammino accidentato                        tuendo i percorsi triennali e quadrien-
e incompleto                                  nali), con il DPCM 25 gennaio 2008
                                              (Linee guida per la riorganizzazione
    La “filièra professionalizzante” ita-     del Sistema di istruzione e formazio-
liana rispetto a quella europea è, an-        ne tecnica superiore e la costituzione
cora oggi, molto segmentata e incom-          degli Istituti tecnici superiori, Capo III
pleta. Frequentemente negli ultimi            “Percorsi di istruzione e formazione
anni ma anche recentemente, si è sot-         tecnica superiore IFTS”), con il De-
tolineata la necessità di un suo rilan-       creto Interministeriale n. 91 del 7 feb-
cio perché strumento necessario “sia          braio 2013 “Definizione dei percorsi
per garantire ad ognuno competenze            di specializzazione”, con il “comma
per un proprio percorso umano e oc-           46” della Legge 107 del 2015 (la co-
cupazionale, sia come impegno collet-         siddetta “buona scuola”), con il De-
tivo al contrasto della dispersione sco-      creto legislativo 61 del 13 aprile 2017
lastica” (MI, Comitato di esperti isti-       (revisione dei percorsi dell’istruzione
tuito con D.M. 21 aprile 2020 n. 203          professionale), con l’Accordo in Con-
“Scuola ed emergenza Covid-19”, do-           ferenza Stato-Regioni del 20 gennaio
cumento “Idee e proposte per una              2016 (definizione della struttura e del
scuola che guarda al futuro”, Rappor-         contenuto dei percorsi annuali di
to finale 13 luglio 2020). Concorrono         Istruzione e formazione tecnica supe-
a questo quadro l’assetto normativo,          riore), con gli Accordi in Conferenza
la titolarità dell’offerta (Stato, Regio-     Stato-Regioni del 27 luglio 2011 (pas-
ni), la disponibilità di risorse, il siste-   saggio a nuovo ordinamento della
matico rinvio dei passi necessari per         IeFP) e del 1 agosto 2019 (Nuovo Re-
assicurare una maggiore organicità a          pertorio nazionale delle figure di
un “mosaico disomogeneo di oppor-             operatore e tecnico professionale)
tunità”.                                      poi adottato con Decreto intermini-
    Eppure, il cammino è iniziato con         steriale n. 56 del 07 luglio 2020.
la Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Dele-              Una filièra, quindi, che appoggia
ga al Governo per la definizione delle        su una “complessa governance”, ge-
norme generali sull’istruzione e dei li-      nerata da accentramenti di competen-
velli essenziali delle prestazioni in         za su diversi soggetti istituzionali.
materia di istruzione e formazione            Questa filièra sul piano normativo è
professionale” (meglio conosciuta co-         andata strutturandosi attraverso un la-
me “riforma Moratti”), è continuato           voro inter-istituzionale che ha visto
con il decreto legislativo n. 226 del         impegnati tutti gli attori in campo; sul
2005 (che sancisce la filiera dell’Istru-     piano attuativo, invece, la filièra è

                                                                                           IX
Sistema Educativo di Istruzione e Formazione

    presente a “macchia di leopardo” nei              completamento del “cammino profes-
    diversi territori del Paese; lo dimostra          sionalizzante” attraverso formule che
    l’offerta di quarti anni di diploma pro-          consentano di fluidificare gli attuali
    fessionale IeFP, presente ancora solo             snodi che non favoriscono il passag-
    in poche Regioni, oppure la non sta-              gio diretto dalla formazione seconda-
    bilità dell’offerta di percorsi IFTS in           ria professionalizzante alla formazio-
    quanto legata alla contingenza della              ne terziaria professionalizzante. Moni-
    pubblicazione dei bandi di assegna-               toraggi ricorrenti descrivono gli
    zione da parte delle Amministrazioni              aspetti quantitativi e qualitativi della
    regionali.                                        filièra e della crescita del sistema in
        Queste molteplici opportunità, de-            Italia (Monitoraggio dell’Istituto Na-
    finite nei vari ordinamenti e che sono            zionale per l’Analisi delle Politiche
    alla base della libera scelta dei giova-          Pubbliche - INAPP sui percorsi di
    ni, non essendo esigibili “in maniera             Istruzione e Formazione Professiona-
    uguale” nei vari territori precludono             le (IeFP) svolti anche nella modalità
    la fruizione di un diritto da parte dei           duale e sui percorsi di Istruzione For-
    giovani che sono orientati a una                  mazione Tecnica Superiore (IFTS),
    “scelta professionalizzante”.                     dell’Istituto Nazionale Documentazio-
        A questa programmazione diso-                 ne Innovazione Ricerca Educativa –
    mogenea e precaria della filièra si ag-           INDIRE – sui percorsi di Istruzione
    giunge l’attuale non chiara presa in              Tecnica Superiore (ITS).
    carico dai soggetti istituzionali com-
    petenti dell’istanza, proveniente da
    territori e categorie economiche, di

X   RASSEGNA CNOS 1/2021
Mauro Frisanco

    Bibliografia

MALASSIS L., Economie de la consommation et
   de la production agro-alimentaire, in MA-
   LASSIS L. (a cura di), L’économie agro-ali-
   mentaire, Edition Cujas, Paris, 1973
FRABBONI F., Il Sistema formativo integrato, Te-
   ramo, 1989
Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al Gover-
   no per la definizione delle norme generali
   sull’istruzione e dei livelli essenziali delle
   prestazioni in materia di istruzione e for-
   mazione professionale”
Decreto legislativo n. 226 del 2005; DPCM 25
   gennaio 2008 “Linee guida per la riorga-
   nizzazione del Sistema di istruzione e for-
   mazione tecnica superiore e la costituzio-
   ne degli Istituti tecnici superiori, Capo III,
   Percorsi di istruzione e formazione tecnica
   superiore”; Decreto Legge del 7 Febbraio
   2013 “Linee Guida di cui all’art. 52, commi
   1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012,
   contenente misure di semplificazione e di
   promozione dell’istruzione tecnico profes-
   sionale e degli Istituti Tecnici Superiori”
Legge 13 luglio 2015, n. 107 “Riforma del si-
   stema nazionale di istruzione e formazio-
   ne e delega per il riordino delle disposi-
   zioni legislative vigenti”, comma 46
Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 20
   gennaio 2016 “Definizione della struttura
   e del contenuto dei percorsi annuali di
   Istruzione e formazione tecnica supe-
   riore”
Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 27
   luglio 2011 “Atti necessari per il passaggio
   a nuovo ordinamento dei percorsi IeFP”;
   Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 1
   agosto 2019 “Integrazione e la modifica
   del Repertorio nazionale delle figure di
   IeFP”

                                                                     XI
Didattica integrata
                                        Roberto Franchini

                                                                                                               PROCESSI FORMATIVI
1. Le coordinate                                        ne tra attività educative in presen-
                                                        za e attività educative a distanza
    L’aggettivo “integrata”1 riferito alla              (in remoto); tale principio fa rife-
didattica è da collegarsi a due istanze                 rimento al dove, distinguendo e
educative, distinte e complementari                     collegando attività diversificate,
tra loro:                                               che possono essere svolte a scuo-
– la prima indica l’uso della tecnolo-                  la, a casa o in altri contesti. Per
    gia a scopo educativo, ovvero ri-                   quanto riguarda le attività in remo-
    chiama le modalità attraverso le                    to, un’ulteriore distinzione riguar-
    quali la presenza dei nuovi media                   da il quando, a seconda che l’atti-
    viene integrata nelle attività di ap-               vità sia prevista in modo sincrono
    prendimento; tale principio fa                      o asincrono.
    dunque riferimento al come, met-
    tendo in luce l’amplissimo dispie-              2. La definizione
    garsi delle modalità attraverso le
    quali l’ambiente digitalmente au-                   Alla luce di queste due coordinate,
    mentato consente di fruire o di                 si può definire la didattica integrata
    produrre oggetti culturali, acqui-              come l’insieme delle metodologie edu-
    sendo conoscenze e competenze                   cative che la presenza di Internet e
    (es. video, podcast, ebook, tuto-               delle nuove tecnologie offrono ai con-
    rial, webinar, videolezioni, etc.);             testi educativi, moltiplicando le oppor-
    questo tipo di trasformazione non               tunità e le forme dell’apprendimento,
    riguarda ancora le dimensioni del               e consentendo la combinazione di at-
    dove e del quando, potendo esse-                tività di insegnamento in presenza e
    re attuate sia in presenza che in               in remoto.
    remoto, in modo sincrono o asin-                    È il caso di notare che, così intesa,
    crono;                                          la dinamica dell’integrazione riguarda
– la seconda, è riferita all’integrazio-            in primo luogo le attività di apprendi-

      1
        L’aggettivo sembra costituire la migliore traduzione possibile del termine inglese “blended”,
da cui l’espressione blended learning. Per un excursus sulla nascita di questa dicitura si può vedere
l’efficace sintesi operata da Norm Friesen sul suo blog, cfr. FRIESEN N., Report: Defining Blended
Learning, https://www.normfriesen.info/papers/Defining_Blended_Learning_NF.pdf.

                                                                                                        XIII
PROCESSI FORMATIVI

      mento dello studente, e solo poi le                   Nelle cosiddette modalità miglio-
      attività di insegnamento del formato-             rative (sostituzione e aumentazione),
      re/docente; pertanto, l’espressione               la tecnologia è usata per svolgere le
      più calzante dovrebbe essere “ap-                 medesime routine che venivano per-
      prendimento integrato” (blended lear-             seguite in sua assenza. L’insegnamen-
      ning), e non “didattica integrata”.               to rimane centrato sul formatore/do-
          Infatti, soltanto all’interno di una          cente, che struttura il tempo mediante
      ben congegnata autonomia e autore-                una combinazione variabile di lezio-
      golazione dello studente ha senso                 ne, presentazione e dialogo. Lo stu-
      parlare di didattica integrata, evitando          dente ascolta, prende appunti e inter-
      di ricondurla alla semplice replica o             viene in forma per lo più individuale,
      condivisione in remoto di attività                inoltrando in modo sincrono o asin-
      frontali, sincrone o asincrone.                   crono istanze di chiarimento e richie-
                                                        ste di aiuto.
      3. Chiarimenti                                        Nelle modalità trasformative (mo-
                                                        dificazione e ridefinizione), la tecno-
          La didattica integrata (o apprendi-
                                                        logia è usata creando nuove situazio-
      mento integrato) può essere attuata a
                                                        ni formative prima inconcepibili,
      vari livelli di profondità, che incidono
                                                        fruendo di una molteplicità di
      in misura minore o maggiore sul pa-
                                                        fonti/canali, e spostando l’attenzione
      radigma educativo2. Ai due estremi si
                                                        sul prodotto da realizzare (oggetto
      collocano da una parte il mero uso
                                                        culturale/professionale). Lo studente
      sostitutivo, secondo il quale la tecno-
                                                        è al centro delle attività di apprendi-
      logia è finalizzata a sostenere/surro-
                                                        mento, in modo autonomo e autore-
      gare le forme consuete della didatti-
                                                        golato, seppur con il supporto del
      ca; dall’altra l’uso trasformativo, me-
                                                        formatore/docente. La collaborazione
      diante il quale la tecnologia è inter-
                                                        diventa necessaria, e la tecnologia la
      pretata come un’opportunità per ri-
                                                        rende possibile in modi flessibili e va-
      pensare radicalmente le modalità di
                                                        riati.
      promozione di un apprendimento ef-
      ficace3.

          2
            Per approfondire il cambiamento di paradigma educativo mediato dalla tecnologia si può
      vedere FRANCHINI R., L’apprendimento mobile attivo in presenza di tecnologie digitali, CNOS-FAP,
      Roma 2016.
          3
            Celebre a questo proposito il modello SAMR (Substitution Augmentation Modification Ri-
      definition) di Ruben Puentedura. Per un approfondimento cfr. HAMILTON E.R., ROSENBERG J.M.,
      AKCAOGLU M. (2016), The Substitution Augmentation Modification Redefinition (SAMR) Model: a
      Critical Review and Suggestions for its Use, TechTrends, pp. 433-441.

XIV   RASSEGNA CNOS 1/2021
Roberto Franchini

4. Condizioni                                       la creativita e l’autoregolazione dei
                                                    ragazzi occorre superare la rigidità
    La didattica integrata richiede trasfor-        dell’orario scolastico, diminuendo
mazioni profonde, non solo in termini               considerevolmente i tempi dedica-
di disponibilità di dispositivi e connes-           ti ad attività (lezioni) condotte di-
sioni, ma anche sotto il profilo organiz-           rettamente dal docente, e dando
zativo, in quanto coinvolge la manipo-              spazio all’apprendimento basato
lazione di variabili implicite come lo spa-         su progetti;
zio, il tempo e le modalità di interazione        – dal gruppo classe a piccoli rag-
e raggruppamento4. La grammatica del-               gruppamenti (team cooperativi);
l’educativo digitale5 può dunque essere           – dal libro di testo alle fonti cultura-
rappresentata dalle seguenti possibili              li, ovvero da risorse didattiche ri-
coordinate trasformative6:                          gide e mnemoniche a una molte-
– dall’aula alle zone di apprendi-                  plicità di fonti, cartacee e digitali;
    mento, ovvero all’articolazione di            – infine, il cambiamento forse più
    spazi differenziati per ricercare,              importante, premessa e condizio-
    collaborare, connettersi, in presen-            ne di ogni altro: da insegnanti ex
    za ma anche in remoto;                          cathedra a insegnanti facilitatori,
– dall’orario scolastico al tempo di                registi di esperienze di apprendi-
    lavoro: per stimolare l’autonomia,              mento.

     4
       Questi cambiamenti sono descritti in FRANCHINI R., Una crisi da non sprecare. L’educativo
digitale prima, durante e dopo il Coronavirus, in Rassegna CNOS-FAP, 2/2020, pp. 75-98.
     5
       La grammatica delle scuola consiste nell’insieme di regole implicite che ne strutturano il
funzionamento, condizionando in modo tacito le pratiche educative esplicite (linguaggio). Cfr.
il magistrale TYACK D., TOBIN W., The “Grammar” of Schooling: Why Has it Been so Hard to
Change? in American Educational Research Journal, 31/1994, pp. 453-479.
     6
       Un lavoro in questa direzione è in allegato al già citato volume di Franchini, 2016: Linee
Guida per l’apprendimento attivo in presenza di tecnologie. Si tratta di un documento che è
frutto di una Consensus Conference, e che riassume i cambiamenti necessari lungo quattro do-
mini o ambiti: pedagogico, didattico, organizzativo e tecnologico. Cfr. https://www.cnos-
fap.it/sites/default/files/pubblicazioni/leneeguida-apprendimento.pdf.

                                                                                                    XV
PROCESSI FORMATIVI

         Bibliografia

      FRANCHINI R., L’apprendimento mobile attivo in
          presenza di tecnologie digitali, CNOS-FAP,
          Roma 2016
      FRANCHINI R., Una crisi da non sprecare. L’edu-
          cativo digitale prima, durante e dopo il
          Coronavirus, in Rassegna CNOS-FAP,
          2/2020, pp. 75-98
      FRIESEN N., Report: Defining Blended Learning,
          https://www.normfriesen.info/papers/De-
          fining_Blended_Learning_NF.pdf
      HAMILTON E.R., ROSENBERG J.M., AKCAOGLU M.
          (2016), The Substitution Augmentation
          Modification Redefinition (SAMR) Model:
          a Critical Review and Suggestions for its
          Use, TechTrends, pp. 433-441
      TYACK D., TOBIN W., The “Grammar” of Schoo-
          ling: Why Has it Been so Hard to Change?
          in American Educational Research Jour-
          nal, 31/1994, pp. 453-479

XVI   RASSEGNA CNOS 1/2021
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