FONETICA SPERIMENTALE - Bollettino del Laboratorio di ISSN n. 2611-5689 - UniTO
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ISSN n. 2611-5689 Bollettino del Laboratorio di FONETICA SPERIMENTALE «Arturo Genre» dell’Università di Torino N. 5 – Giugno 2020 1
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 Bollettino del Laboratorio di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre» dell’Università di Torino Pubblicazione semestrale Comitato scientifico Maria Grazia Busà – Dip. di Studi linguistici e Antonio Romano – Dipartimento di Lingue e letterari – Università di Padova L.S. e C.M. – Università di Torino Elisabetta Carpitelli – Dép. Parole et Cognition Matteo Rivoira – Dipartimento di Studi GIPSA-Lab. – Université Grenoble-Alpes Umanistici – Università di Torino Marco Gamba – Dipart. di Scienze della Vita e Mauro Tosco – Dipartimento di Studi Umanistici Biologia dei Sistemi – Università di Torino Università di Torino John Hajek – Research Unit for Multilingualism Mauro Uberti – Comitato scientifico Laboratorio University of Melbourne di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre» PaoloMairano –Nuance–UniversitàdiTorino/Rouen Fabián Santiago Vargas – Structures Formelles Carla Marello – Dip. di Lingue e Lett. Straniere du Langage – Université de Paris 8 e Culture Moderne - Università di Torino Stephan Schmid – Laboratorio di Fonetica Victoria Marrero – UNIED Madrid Università di Zurigo L orenzo M assobrio – Istituto dell’Atlante Marie Berthe Vittoz – Centro Linguistico di Linguistico Italiano – Università di Torino Ateneo – Università di Torino Direttore scientifico: Antonio Romano Comitato editoriale Valentina Colonna – Dipartimento di Lingue e Matteo Rivoira – Dipartimento di Studi L.S. e C.M. – Università di Torino Umanistici – Università di Torino Valentina De Iacovo – Dipartimento di Lingue e Antonio Romano – Dipartimento di Lingue e L.S. e C.M. – Università di Torino L.S. e C.M. – Università di Torino Paolo Mairano – Nuance Tech. – Laboratorio Mauro Uberti – Comitato scientifico Laboratorio di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre» di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre» Direttore responsabile: Mauro Uberti Direzione e redazione Laboratorio di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre» dell’Università di Torino Via Sant’Ottavio n. 20, 10124 Torino - E-mail: lfsag.unito@gmail.com http://www.lfsag.unito.it/ricerca/phonews/index.html Registrazione del Tribunale Ordinario di Torino n° 33 del 22 maggio 2018 Stampato in proprio. Immagine di copertina: incisione illustrativa del trattato «De locutione et eius instrumentis» (Venezia, 1601) di Girolamo Fabrici di Acquapendente (1533-1619). 2
Bollettino del Laboratorio di FONETICA SPERIMENTALE «Arturo Genre» dell’Università di Torino N. 5 – Giugno 2020 3
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 Sommario Antonio Romano, La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori (in un'Università di lucidi formatori) . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Antonio Romano, Presentazione del n° 5 . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . 7 Roberta Cosentino, Modalità di costruzione ritmico-intonativa di uno stesso testo da parte di parlanti madrelingua e apprendenti italiano LS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Lucrezia Zunino, Lo schwa del francese nella zona di Toulouse: validità fonetica dei fondamenti teorici e analisi acustica delle produzioni di un campione di parlanti . . . . . . . . . . . . . 27 V. De Iacovo, V. Colonna & A. Romano, La pausazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 PhoNEWS – Valentina Colonna & Antonio Romano, Convegno «Amarinto Camilli nel quadro delle ricerche linguistiche e fonetiche europee del suo tempo» - Servigliano-Macerata, 24-25 febbraio 2020 . . . . . . . . . . 49 – Valentina De Iacovo & Antonio Romano, Giornata mondiale della Voce 2020 . . . . . . . . . . . . . . . . 52 In memoriam – Gi(ov)anni Maria Belluscio, ricordo di Monica Genesin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55 – Jean Le Dû, ricordo di Antonio Romano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59 Norme editoriali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63 4
La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori (in un'Università di lucidi formatori) Antonio Romano Nell’emergenza sanitaria di questi hanno investito il tempo lasciato li- mesi, abbiamo assistito a tanti atti di bero da attività ricreative (o di terza generosità, di abnegazione di docenti missione) offrendo le loro compe- e personale delle Università italiane, tenze alle istituzioni coinvolte nella soprattutto di area medica. Ma la ri- gestione dell’emergenza o più diret- organizzazione di tutte le attività ac- tamente alla cittadinanza. cademiche non è stata cosa da poco e Si conferma così la missione edu- dobbiamo essere grati a tutto il per- cativa, culturale e scientifica di ricer- sonale che si è mobilitato per ridurre catori che – ciascuno nel loro cam- l’impatto delle tremende novità che po – hanno dedicato nuove energie si sono imposte a un carico di lavoro all’emergenza sociale. ordinario (e spesso straordinario) che Chi aveva incarichi gestionali, chi già in molti casi non lasciava spazio ha avuto la sorte di risultare figura a ulteriori appesantimenti. In qualche ‘apicale’ in questo momento, ha com- caso, bisognerà dire che una migliore pletamente smesso di fare ricerca per economia è venuta a spese di alcu- rispondere alla valanga di richiesta di ne attività di ricerca che hanno però chiarimenti, di aiuto o alle segnalazio- consentito il risparmio dello sfrido ni più varie, oltre l’ordinaria ammini- burocratico originato dalla richiesta strazione. di autorizzazioni e dalle pratiche dei Anche i critici del sistema hanno rimborsi necessarie per i viaggi di ri- riposto l’ascia di guerra, rinunciando cerca che di solito sono organizzati a politiche che avrebbero disperso e rendicontati a carico degli stessi ri- risorse inutilmente, mentre occorre- cercatori. La permanenza forzata ha va allentare la morsa e cooperare. La consentito quindi una decisa boccata difficile congiuntura e la novità di una d’aria e sollecitato investimenti in at- società agli arresti domiciliari che si tività alternative, ma ha sicuramente riorganizza in modalità social hanno penalizzato la carriera di molti ricer- aperto però un agone inedito e l’e- catori, sottraendo loro potenziali op- spressione di opinioni che rimette- portunità di lavoro in équipe e possi- vano in discussione scientificamente bilità di scambi internazionali. l’operato dei vertici istituzionali è di- Rimboccandosi le maniche, molti ventata inevitabile, sul piano sanitario 1
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 A. Romano ed economico, ma anche psicologico, hanno preso decisioni importanti, filosofico, artistico... e linguistico. concertandosi a volte con autorità internazionali. È in una di queste si- Lucidi formatori... tuazioni che un settore dirigenziale È partita anche l’ennesima campagna di un Ateneo di eccellenza ha dovuto contro le fake-news, il contrasto a no- informare con urgenza, senza l’ordi- tizie non verificate, in un contesto naria cautela nella diffusione dei co- fatto di verità plurali, espresse con municati, tutto il corpo docente. Un lingue e intenzioni diverse e legate messaggio è stato spedito per email a una rete tanto ramificata quanto a circa 450 docenti con un indiriz- smagliata, di fili tanto lunghi quanto zario aperto. Le direttive forse non corrotti. Un quadro molto difficile da erano del tutto convincenti, alla luce comporre – persino per gli speciali- d’informazioni contrastanti, ma la sti – in cui la gente comune non pote- situazione era di massima incertezza va che confondersi, nella necessità di ed era necessario dare quelle indica- non esimersi dall’esprimere sicurezza zioni. A qualche docente è venuto in e profondità di analisi. mente di esprimere legittimamente Comportamenti irrazionali, per for- opinioni diverse, rispondendo all’in- tuna spesso innocui, si sono presen- tera mailing-list e sollevando alcuni tati in diverse situazioni pubbliche, dubbi ai quali altri, compreso l’uffi- rivelando la fragilità di molte figure di cio da cui era sta inviata l’informa- responsabilità, ma anche la scarsa ef- tiva, avevano risposto ulteriormente. ficienza di un sistema di promozioni Nel giro di un paio di giorni, dopo pseudo-meritocratico. una scarsa decina di messaggi più o Fortunatamente la gestione dei cor- meno polemici, motivati dal deside- si di studio di un Ateneo, le relazioni rio di indurre alla riflessione, lo slan- esterne, la comunicazione, i servizi cio epistolare e dialettico si era esau- sono il risultato dell’operato di un rito, ma qualcuno (leggendo forse in team dirigenziale temperato e sele- ritardo la corrispondenza) deve aver zionato che decide le linee formative trovato irritante che nella propria ca- consultandosi con le altre Universi- sella di posta si fossero accumulati tà, con le autorità governative e con quei messaggi in un momento di crisi quelli che ormai definisce stakeholder. e ha compiuto un gesto irriflesso, ma E in questa situazione di emergen- a quel punto ancora comprensibile, za, varie realtà accademiche hanno di rispondere a tutti – ancora legit- dovuto affidare l’adozione di riso- timamente – per chiedere che il pro- luzioni urgenti a unità di crisi che prio indirizzo di posta fosse rimosso 2
La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori... da quella lista di discussione. A quel Nessuno pensava a quanto inuti- punto si è scatenata una valanga di le fosse l’invio di ciascuno di quei messaggi di altri che a turno (a volte messaggi: prima di spedirlo, ciascu- con formulazioni dubbie sul piano no di loro avrebbe dovuto eliminare comunicativo) si sono associati alla dall’indirizzario il contatto del collega richiesta di esclusione da una lista precedente e sperare che il successivo che aveva già esaurito la sua funzione facesse così col suo, fino a ridurre la e che non minacciava d’importunare lista a quei pochi che avevano interes- ulteriormente. Molte persone nor- se a continuare a discutere dell’argo- malmente razionali, docenti univer- mento (ma nessuno ormai da giorni sitari delle varie discipline, vincitori scriveva in merito al thread iniziale)1. di concorsi pubblici e figure di rife- La parte peggiore della debole di- rimento della formazione di giovani sposizione logica presente nel corpo generazioni candidate alle posizioni docente si è rivelata tuttavia dopo che dirigenziali del Paese, in quel mo- una persona assennata aveva scritto a mento non si sono rese conto che tutta la lista per spiegare che la cosa proprio con i loro messaggi – spe- migliore per arrestare il profluvio di diti a tutti – stavano contribuendo a messaggi inutili era di non scrivere quello che avrebbero voluto evitare. più e, soprattutto, di evitare una ge- La situazione sarebbe stata esilarante nerica quanto inapplicabile richiesta se non ci fossimo trovati in un mo- del tipo «chiedo che il mio indirizzo mento drammatico e se non avesse sia cancellato da questa lista». Questo cominciato a rivelare un’attitudine si era già rivelato improduttivo in un alla proliferazione incontrollata di numero impressionante di casi e co- gesti imitativi da parte di persone che stituiva una potenziale esca per una si sospettavano al riparo dalle facili virale propagazione di richieste simili tentazioni dello strumento di comu- in reply-to-all che avrebbero portato a nicazione. Colpiva già in questa fase un ulteriore aggravio al problema. la scarsa ritenzione di stimati colle- ghi che partecipavano alla diffusione non avevano nulla da ridire, quelli più indolenti incontrollata di questo comporta- o quelli che cestinano automaticamente tutti i mento virale, ma ancora perdonabile, messaggi con un oggetto banned (oppure an- come gesto di leggerezza motivato cora quelli che avevano capito che la valanga si sarebbe arrestata prima soltanto evitando di dalla concitazione del momento. scrivere). Non aveva alcun senso immaginare che l’ufficio da cui era partito il primo messag- 1 In questo modo avrebbero continuato a ri- gio, che non aveva più nulla da aggiungere, eli- cevere questi inutili messaggi solo quelli che minasse ciascun indirizzo segnalato dalla lista. 3
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 A. Romano Invece, sulla scia dei precedenti colleghi più avveduti. E però un’altra messaggi, forse senza leggere que- domanda si pone: come possiamo fi- sto provvidenziale appello, qualcuno darci della nostra classe dirigente (o (stimati colleghi, professori ordinari anche come possiamo criticarla), se di materie giuridiche, economiche, di questo è il livello di consapevolezza scienze esatte) aveva continuato an- della categoria dei loro autorevoli cora a scrivere l’insulso messaggio. formatori? Era intervenuta allora un’altra collega di buon senso che, più direttamente, ... e onesti valutatori aveva lanciato un messaggio il cui Tornando poi nel campo d’interes- subject era: «BASTA inviare messaggi se di questo bollettino, quest’aned- di qualsiasi tipo a questa lista». Nulla doto rafforza il dubbio che in diver- di fatto: ancora una decina di messag- si casi si stia affidando il progresso gi, di persone che – a questo punto – a ricerche i cui capifila si lasciano erano proprio nelle nuvole, avevano prendere da modelli di mainstream partecipato allo stillicidio (oltre alla trascinanti solo in condizioni di frase divenuta un tormentone, erano sospensione di un giudizio critico. comparse però anche espressioni fan- Ed ecco anche perché è pericoloso tasiose e linguisticamente dubbie del mettere la valutazione della ricerca tipo «anche (a) me»). e la decisione sulle carriere in mano La domanda a questo punto è: come a persone di quest’establishment trop- possiamo governare la pandemia se po inclini all’omologazione. Non non siamo in grado di osservare e sarebbe invece più produttivo inco- capire neanche i meccanismi di pro- raggiare anche ricercatori indipen- pagazione a valanga dei messaggi di denti in grado di ragionare «con la una mailing-list? Proprio ammettendo propria testa» e decisi a prendere dei l’abbassamento della sorveglianza rischi al di fuori del movimento del- per disinteresse e scarso impegno in la massa? quella che è considerata una questio- Davvero possiamo credere che tutti ne anodina, possiamo spiegarci come i nostri colleghi (ordinari e non) ab- mai nei social circolino le bufale più biano un grado di lucidità, d’impar- incredibili. In questa circostanza an- zialità, di oggettività, tale da infon- che alcuni scienziati, alcune delle dere loro l’indulgenza necessaria nei menti migliori dell’Ateneo, è caduta confronti dei pochi avventurosi che inconsapevolmente in un ingenuo persistono a seguire linee di ricerca tranello e non è stata in grado di uscir- minoritarie senza allinearsi al model- ne, neanche dietro le segnalazioni di lo dominante? 4
La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori... Davvero possiamo credere che due Se la razionalità e la serenità dei giu- valutatori (ma anche tre o quattro, se dizi, l’apertura di spirito, sono quelle presi a caso da un insieme di non suf- che si manifestano nelle espressioni ficientemente equilibrato), per quan- impulsive delle mailing-list o dei social, to specialisti di uno dei campi di una siamo ben lontani da una valutazione ricerca multidisciplinare, possano li- seria della ricerca e da una gestione mitarsi a esprimere un giudizio sulla realmente meritocratica delle promo- parte di loro competenza di un lavoro zioni all’interno di un settore. di un collega senza lasciarsi prendere Preferiamo dunque coltivare il vi- la mano? vaio primitivo e innocente di que- Se anche i valutatori di un raggrup- sto bollettino, fiduciosi che prima o pamento che prevede competenze poi, in un mondo post-pandemico, trasversali possono ricorrere a pareri anch’esso possa assurgere al ricono- pro veritate, siamo sicuri che abbiano la scimento di «rivista scientifica» finora coscienza di farlo? E se anche lo fa- riservato solo a quelle che devono ga- cessero, siamo sicuri che la loro scelta rantirsi l’autorevolezza mantenendo del referente non cada su un avversa- un alto rejection rate, escludendo lavori rio scientifico del metodo impiegato incompresi dagli stessi curatori che li nella ricerca da valutare? assegnano su basi aleatorie a valutato- Selezioniamo i progetti sulla base ri spesso non immuni dai condiziona- dell’impegno, della visibilità oggettiva menti delle diffuse pratiche nepotisti- di un gruppo di ricerca, sulla base dei che e clientelari. consensi generali o sulla base di quel- Mi chiedete se non credo alla double- li dei bempensanti che s’impongono blind review? No, non ci credo. all’interno di un settore disciplinare Se anche ne potrei condividere per la loro indiscussa autorevolezza principi e fondamenti, ne riten- in un dato sub-settore (o anche solo go sicuramente obsoleta la prati- per meriti politici)? Teniamo con- ca procedurale. Nei casi in cui l’ho to dell’esiguità degli specialisti di un vista funzionare, almeno nei campi dato sub-settore quando pensiamo disciplinari in cui mi muovo con alla valutazione di un prodotto? maggiore disinvoltura, quando ho Come possiamo fidarci della visione appurato che la sede di pubblica- parziale di un entusiasta di un cer- zione stava operando onestamente, to metodo che veda disattese le sue senza troppi immotivati rigetti o aspettative di applicazione di quel incredibili accettazioni, l’uscita del metodo in una ricerca di un collega di contributo ha accusato un ritardo altra inclinazione? di tre anni a dir poco. Nel frattem- 5
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 A. Romano po l’autore – quando non aveva già biati i tempi e le sedi di diffusione cambiato università – aveva rifat- delle informazioni, per chi non se to l’esperimento su altri campioni ne fosse ancora accorto. Ma mi fer- o su un numero triplo di campioni mo qui. Il seguito di questa storia e i risultati che avrebbe pubblicato è stato raccontato nell’articolo di- sarebbero stati ben altri. Oltretutto, vulgativo «La grande incertezza del con la velocità con cui circolano le fonetista tra variabili linguistiche e informazioni sul web, dopo tre anni valutazioni imprevedibili», selezio- si trova a dover rispondere a colle- nato tra i Racconti di ricerca promossi ghi che gli chiedono come mai non dal Forum della Ricerca dell’Ateneo e avesse considerato talaltra fonte o di Agorà Scienza (FRidA) nell’ambi- talaltro modello che nel frattempo to dei racconti del mese di aprile sul si era affermato nei blog. Sono cam- tema «Passi incerti, futuri possibili»2. 1 http://frida.unito.it/wn_pages/contenuti. php/412_la-mente-umana-e-la-sua-comples- sit-educazione-e-linguaggio/394/ 6
Presentazione del n° 5 In questo numero, il cui allesti- si sperimentale di Lucrezia Zunino mento è stato ritardato dalle riper- era relativa alla possibilità di rileva- cussioni sul sistema della ricerca re modalità di realizzazione della e causate dalla pandemia Covid-19, caduca all'interno di microstrutture hanno trovato posto tre articoli e, ritmiche dipendenti da condiziona- oltre alla descrizione di un’esperien- menti dialettali e vincoli enunciati- za nuova nelle modalità di organiz- vi. L’articolo che trova qui pubbli- zazione della «Giornata Mondia- cazione s’intitola infatti «Lo schwa le della Voce» 2020, due ricordi di nel francese della zona di Toulou- colleghi recentemente, e in un caso se: validità dei fondamenti teorici e tragicamente, scomparsi. analisi acustica delle produzioni di I primi due contributi di questo un campione di parlanti» e, sebbene numero presentano una selezione di lasci apparire soltanto una porzione risultati ottenuti nell’ambito di tesi limitata del lavoro svolto dall’autri- di laurea in Traduzione del Dip. di ce, offre risultati che aprono una Lingue e L.S. e C.M. dell’Univ. di pista di ricerca meritevole di essere Torino. sviluppata. Il primo è dedicato all’analisi di Chiude il numero una rassegna di alcune strutture presenti nell’enun- riflessioni terminologiche e biblio- ciazione di apprendenti anglofoni di grafiche sul tema de «La pausazio- italiano ed è finalizzato alla descri- ne», lavoro corale di laboratorio, in zione di alcune strategie alle quali gli cui ciascuno dei tre autori, Valentina insegnanti di italiano LS potrebbero De Iacovo, Valentina Colonna e io rivolgere un’attenzione nuova alla stesso, riassumiamo le nostre espe- luce delle considerazioni conclusi- rienze di lavoro con le pause del ve dell’autrice. Si tratta di Roberta parlato. L’argomento è sollecitato Cosentino «Modalità di costruzione da un recente rilancio d’interesse, ritmico-intonativa di uno stesso te- motivato tanto dall’uscita di prege- sto da parte di parlanti madrelingua voli trattazioni su diversi piani (let- e apprendenti di italiano LS». terario, retorico, pragmalinguistico, Il secondo contributo è relativo psicologico)1 quanto dalle conferme all’inchiesta svolta da una giovane ricercatrice in formazione nel corso 1. V. AA.VV. (2019). «Latenza: Preterizioni, re- di un suo soggiorno di studio pres- ticenze e silenzi del testo». Quaderni del circolo so l’Université de Toulouse. L’ipote- filologico-linguistico padovano (31). 7
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 A. Romano sperimentali di un valore predittivo svoltasi quest’anno interamente delle pause nel parlato sul decorso online, si aggiungono i necrologi di di patologie degenerative delle atti- Gianni Belluscio (a cura di Monica vità cognitive2. Genesin) e di Jean Le Dû (a cura del A questi, dopo la sezione di Pho- sottoscritto). NeWS dedicata alle giornate di stu- Torino, 15 maggio-15 giugno 2020 dio su A. Camilli e alla GMV2020, Antonio Romano 2. Ciaurelli L. (2020). “Il linguaggio nel decadi- mento cognitivo: marker linguistici e automa- zione della diagnosi”. Tesi di Dottorato dell’Univ. di Roma – La Sapienza (rell. F. Tamburini, A. De Dominicis, M. Falcone). 8
Modalità di costruzione ritmico-intonativa di uno stesso testo da parte di parlanti madrelingua e apprendenti italiano LS Roberta Cosentino LFSAG, Università di Torino, Dip. di Lingue e Lett. Str. e Cult. Mod. Introduzione Se, infatti, per la lingua materna alcu- Partendo dai dati analizzati da Mai- ni di questi aspetti vengono acquisiti rano et alii (2018), il presente contri- spontaneamente dal bambino, senza buto propone un’analisi enunciativa che ci sia bisogno di nessuna pratica di della lettura di un testo. Mentre lo stu- insegnamento, per la L2 o LS bisogna dio citato si sofferma sul piano della portare l’apprendente a riflettere sulla caratterizzazione ritmica, l’analisi che loro importanza, aiutandolo ad avvi- qui si propone è condotta invece con cinare la sua interlingua alle soluzioni un approccio simile a quello che ha prosodiche più tipiche della lingua tar- indirizzato i lavori di E. Cresti & M. get, a condizione di conoscerle e saper- Moneglia (tra gli altri, Cresti & Mo- le descrivere. neglia 2005). Il suo obiettivo è di veri- ficare se strategie enunciative diverse 1. Selezione di concetti analitici possono essere rilevate nelle stesse fruttiferi condizioni di produzione in gruppi Gli studi sulla prosodia, si sono inse- diversi di parlanti e, in particolare, os- riti con forza nel panorama della teoria servare in che modo si differenzino linguistica già dagli anni Settanta, dopo su un piano di costruzione ritmico- un lungo periodo di disinteresse da intonativa le letture di parlanti esperti parte degli studiosi per i tratti sovraseg- (madrelingua) e apprendenti stranieri mentali. Tuttavia, un approccio soddi- con livelli diversi di padronanza della sfacente allo studio della prosodia con- lingua d’arrivo. Oltre a discutere dei tinua a essere difficile da definire per di- risultati di un’indagine quantitativa, verse ragioni (Hirst & Di Cristo 1998) l’articolo contribuisce a definire delle e, mentre ancora si valuta l’affidabilità linee operative per accentuare l’atten- dei modelli di rappresentazione, l’indu- zione a questi fenomeni da parte degli stria ha già fornito risposte applicative insegnanti di lingua. (Romano & Giordano 2017). 9
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino 1.1. Concetti elementari zione del parlato in gruppi di parole Col termine «prosodia» ci riferiamo coesi e coerenti sul piano testuale» ovviamente a fenomeni legati alle va- (Sorianello 2006: 27). riazioni di parametri come l’altezza, la All’interno di questi, ogni unità into- durata, l’intensità dei suoni linguistici, nativa è demarcata prosodicamente e cioè: fornisce indici di modalità (assertiva, domanda etc.). «una serie di fenomeni aventi un Quello che percepiamo come atto dominio di applicazione più am- soggettivo dell’enunciazione si realizza pio di quello di un singolo seg- oggettivamente attraverso tratti acusti- mento» (Sorianello 2006: 16). ci quali la frequenza, l’intensità etc. che veicolano allo stesso tempo sfumature D’altra parte sappiamo che l’insieme paralinguistiche o extralinguistiche che di fenomeni che si sovrappongono o rientrano nella sfera dell’espressività. si accompagnano all’articolazione dei Nonostante i fatti prosodici siano per suoni si presenta a vari livelli di strut- questo in qualche maniera sfuggenti e turazione sovrasegmentale interessan- non semplici da misurare o analizzare do parole e gruppi di parole associati per via del loro carattere non discreto, all’intreno di specifici schemi ritmico- l’importanza dei suddetti tratti è così intonativi (Bertinetto & Magno Cal- palese che a volte siamo in grado di dognetto 1993: 143). distinguerli in lingue che non cono- Questi fenomeni sono il risultato sciamo o di riprodurli in lingue diverse della sedimentazione di diverse infor- dalla nostra L1. mazioni e forniscono gli indici che se- Come già anticipato, a partire dagli gnalano le modalità con cui si è defini- anni Settanta, gli studi sulla prosodia to il flusso continuo del parlato. ottengono una certa autonomia rispet- Le prominenze locali e le relative ge- to agli studi tradizionali di fonetica, rarchie ci permettono di individuare i grazie all’interesse di alcuni ricercatori segmenti di enunciato ai quali è asso- particolarmente brillanti. ciata una determinata funzione lingui- Per sommi capi, le posizioni adotta- stica. La sequenza di sillabe prominenti te dagli studiosi di prosodia prendono a vari livelli, oltre a rendere conto di le mosse da tre posizioni fondamen- dipendenze sintattiche, contribuisce a tali: la prima, quella dominante, era definire la scansione ritmica e semanti- tipica dello strutturalismo europeo e ca di un enunciato (cfr. Romano 2018). insisteva sulla netta separazione tra Un segmento enunciativo indipen- segmentale e sovrasegmentale; la se- dente consiste infatti «nella segmenta- conda, propria del distribuzionalismo 10
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... americano, partiva dalla necessità di 1.2. Concetti operativi: segmentazione individuare le caratteristiche posizio- Come accennato precedentemente, nali assunte dagli schemi più regolari; l’intonazione svolge diverse funzio- l’ultima, che rifiutava la netta demar- ni, tra le altre ha anche implicazioni cazione a priori tra fatti prosodici delimitative, in quanto indica la seg- e non, vedeva tutti i fenomeni che mentazione di un flusso di parlato in portano a un parlato articolato come unità intonative (e tonali) separate da effetto della concomitanza temporale confini di vario tipo (Sorianello 2006). di proprietà fonologiche indipendenti La segmentazione in unità discrete del (cfr. Bertinetto & Magno Caldognet- parlato risulta essere un argomento to 1993). ancora molto dibattuto dagli studiosi Tra le correnti più autorevoli in di prosodia. La questione, alquanto quest’ambito, come noto, ha avuto par- controversa, è stata approfondita da ticolare successo il modello autoseg- molti con soluzioni varie e con una mentale, che si basa sulla distinzione tra diversa attenzione alle corrisponden- bersagli tonali organizzati in un livello za tra le strutture frastiche della lingua indipendente, pur ancorato a determi- scritta e le soluzioni enunciative del nate posizioni di quello segmentale. parlato (cfr. Cresti & Moneglia 2005). L’intonazione è qui intesa come l’in- Sorianello (2006) distingue tra criteri terdipendenza di tre componenti fono- interni o fonologici ed esterni o fone- logiche: una successione di movimenti tici (melodici e temporali) per indivi- melodici, una strutturazione metrica duare un confine intonativo. Il segnale degli elementi dell’enunciato e l’esisten- più evidente di una frattura prosodica za di regole di associazione tra eventi è dato da una variazione del contor- melodici e temporali (modello AM, v. no melodico terminale, per via di un Sorianello 2006). segnale intonativo più marcato (non Negli ultimi decenni il bisogno di solo ascendente o discendente). una trascrizione che rendesse visibi- La premessa che sottostà alle anali- li queste regole ha dato origine alla si di C-ORAL-ROM è, invece, che il nascita di vari sistemi di annotazio- parlato sia diviso in unità delimitate sì ne prosodica che hanno portato a da varie possibilità di realizzazione dei concentrare l’attenzione su fatti lo- confini, ma definite in relazione all’e- cali la cui discretezza è stata spesso secuzione di determinati atti linguistici. testata con rigorose procedure di Una pausa prosodica non coincide manipolazione e verifica percettiva sempre con la fine di una frase, ben- (Gili Fivela 2008). sì si distinguono unità terminali e non terminali. Un enunciato può quindi 11
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino re formato da più unità non terminali, Sorianello (2006) distingue tra pause segmentate da pause e fenomeni di de- silenti e sonore, in cui con la prima marcazione. Una pausa prosodica vie- si intende una momentanea interru- ne percepita dall’interlocutore come zione della catena fonica, e con la se- la fine di atto linguistico ben riuscito, conda fenomeni di vocalizzazione o ma un parlante è capace di distinguere di prolungamento vocalico frequenti negli enunciati unità di livello inferiore nel parlato, dovuti alla respirazione o come l’unità intonativa o l’unità tona- all’enfasi di una parte del discorso. Le le. Cresti & Moneglia (2005) adottano pause sarebbero dovute a due fatto- tre definizioni operative maggiori per ri principali, ovvero la lunghezza del distinguere le unità prosodiche: costituente sintattico e il tempo d’e- secuzione. Anche Bertinetto & Ma- • pausa prosodica: variazione gno Caldognetto (1993) definiscono del flusso discorsivo tale da sug- le pause come silenti o vocalizzate gerire la segmentazione in unità (ehm, hm). prosodiche discrete; La durata delle pause risulta essere • unità terminali (UT): unità importante nell’analisi del parlato, delimitate da un segnale che un in quanto quasi sistematicamente le parlante competente percepisce pause più lunghe si trovano come come conclusivo; confine di unità terminali, a differen- • unità non terminali (UnT): za delle pause più corte che si riscon- unità delimitate da un’interru- trano più spesso tra i confini di unità zione che un parlante compe- non terminali. tente considera non conclusiva. Tuttavia, come mostrano anche i dati qui discussi, non vale il contrario: una Come già accennato, le pause fun- pausa terminale può anche corrispon- gono principalmente da delimitatori dere a una breve interruzione oppure, delle unità terminali. Se per il parlato persino, a un semplice segnale di rot- letto si possono presentare pause più tura non segnalato da pause. o meno prevedibili, questo cambia in Tutto questo vale ovviamente a con- presenza di parlato spontaneo. Infatti dizione che si stia analizzando il par- in quest’ultimo le pause possono pre- lato di adulti nativi particolarmente sentarsi più frequentemente per via di abituati a pianificare il loro parlato e a problemi di pianificazione del discor- produrlo senza troppi incidenti esecu- so, accompagnate da fenomeni quali tivi che si presentano invece in parti- ripetizioni, false partenze e altri (Ber- colar modo nel parlato di apprendenti tinetto & Magno Caldognetto 1993). stranieri. 12
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... Attraverso una classificazione del- to, a cui corrispondono: la protonia, le pause per durata e per tipo (v. Ro- l’andamento che prelude allo sviluppo mano et alii in questo numero) si può melodico finale, e la tonia, l’andamen- svolgere un’analisi di tipo quantitativo to in corrispondenza dell’ultima sillaba su diversi indici (Bertinetto & Magno accentata1. Caldognetto 1993). Uno di questi è la Anche Romano & Milletto (2010) ri- velocità di eloquio (speech rate) che può assumono i termini con cui distinguere essere misurato con metodi diversi e preliminarmente tra le modalità ricono- può aiutare a relativizzare le valutazio- scibili (e suggeriscono occasionalmente ni sulle durate. le relazioni con alcune funzioni svolte nello scritto dalla punteggiatura). Le 1.3. Concetti operativi: tipi intonativi diverse modalità dell’italiano sono l’in- Se l’annotazione delle pause, e la tonazione assertiva, l’intonazione inter- scelta di discriminare tra unità ter- rogativa, di cui fanno parte le domande minali e non, è un fatto di percezio- k, domande sì/no, le domande-coda e ne o di categorizzazione in base a le domande alternative. Altre modalità soglie, l’etichettatura dei vari tipi di intonative sono l’esclamativa (con pro- unità riguarda invece criteri lingui- fili melodici molto variabili e combina- stici più specifici (Cresti & Moneglia bili con quelli delle altre in un modello 2005, Romano 2018, in rif. a Delat- sovrapposizionale), la sospensiva, la tre 1966). continuativa maggiore, la continuativa Una delle funzioni svolte dall’intona- minore (che scandisce il discorso con zione è infatti quella modale, grazie alla fenomeni che possono situarsi al rango quale si può discernere il tipo di unità di unità tonali), oltre alle parentetiche, enunciativa prodotta dal parlante. con valore di commento o inciso, agli Mentre la tradizione britannica echi e all’appendice. (O’Connor & Arnold 1961) cerca di Oltre a quella modale, all’intonazio- raccogliere sotto le forme delle curve ne si attribuisce una funziona infor- le varie funzioni, Delattre (1966) di- mativa, in quanto la curva melodica stingue varie modalità intonative e le contribuisce a identificare la funzione fa coincidere con curve schematiche comunicativa di una certa unità infor- che lasciano adattare i loro profili me- mativa. Tale unità non ha un rapporto lodici alla complessità del testo. univoco con la struttura sintattica, poi In modo distinto, l’analisi di L. Cane- pari (sin da Canepari 1985) si basa sul 1. Sulla base di questi criteri troviamo tre to- concetto di intonia, ovvero la misura nie fondamentali: conclusiva, interrogativa e dell’estensione intonativa dell’enuncia- sospensiva. 13
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino ché può coincidere con un intero enun- 2. Dati e metodo di analisi ciato o con un gruppo meno esteso di Per il presente studio sono state parole. In generale, si fa riferimento alle analizzate produzioni orali di parla- categorie di tema e rema o topic e comment to letto da 24 apprendenti anglofo- o ancora dato e nuovo (Sorianello 2006). ni (14F, 10M; età media = 19 anni, Inoltre, molto spesso all’interno di range = 18-46), frequentanti il cor- uno scambio comunicativo, una parte so di lingua italiana straniera presso dell’enunciato viene posta in eviden- l’Università Strathclyde di Glasgow za per specifici bisogni informativi o e registrati nel 2017 dalla Dott.ssa contrastivi in base al contesto, grazie Marta Mois per un progetto di ri- alla focalizzazione intonativa (Romano cerca in corso di svolgimento pres- & Milletto 2010). so il Laboratorio di Fonetica Speri- mentale «Arturo Genre» (LFSAG). 1.4. Intonazione di apprendenti LS Al momento della registrazione, gli Nell’insegnamento dell’italiano come studenti frequentavano corsi di livel- L2 o LS, i tratti prosodici sono spes- lo diverso, da cui derivano dati abba- so trascurati o non inclusi nel sillabo stanza eterogenei. didattico (si vedano vari contributi in Per definire un adeguato profilo lin- Busà & Stella 2012). guistico sono stati somministrati dei Gli apprendenti creano un’interlingua questionari anonimi a ogni parteci- in cui, insieme a elementi della gram- pante da cui sono emersi i seguenti matica, vengono riprodotti il ritmo e dati: 9 di loro hanno studiato italiano l’intonazione della lingua materna o co- per circa un semestre, 8 per circa un munque caratteristiche distanti da quelli anno, 6 per più di un anno. In media tipici e funzionali della lingua bersaglio. studiano italiano per 3 ore settimana- L’intonazione è un elemento proble- li. Alcuni di essi (19) hanno passato 1 matico durante l’acquisizione non solo anno o più in Italia e 15 di essi hanno nella produzione ma anche nella perce- dichiarato di conoscere altre lingue zione della seconda lingua come stanno romanze, tra cui francese e spagnolo mostrando sperimentalmente diversi (Mairano et alii 2018). studi dell’ultimo decennio (tra gli altri, In situazioni analoghe, ma in di- De Meo & Pettorino 2011)2. verse sedi universitarie italiane, sono stati registrati i campioni relativi alla 2. lettura dello stesso testo da parte di L’argomento aveva sollecitato vari lavori già nel corso el Novecento, come mostra parlanti italofoni madrelingua. An- la rassegna di fonti offerta da Romano & che questi campioni fanno parte di Giordano (2017). un allestimento di dati disponibile 14
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... presso il LFSAG. Per fornire al let- Un’etichettatura multilivello come tore un confronto tra la variazione quella utilizzata in questo lavoro ha presente nei dati dei madrelingua richiesto varie operazioni tra cui: la (da qui in avanti IT) e quelli degli trascrizione, in un primo livello, de- apprendenti anglofoni (AP), sono gli elementi analizzati, ivi compresi state scelte registrazioni di parlanti quelli verbali non-lessicali come errori italofoni che fossero caratterizzate di pronuncia, false partenze, tronca- da una certa variabilità regionale e menti, pause etc., segnalati attraverso stilistica. I campioni sono quindi etichette univoche e quanto più tra- quelli offerti da cinque parlanti ita- sparenti (ad es. pausa breve = e lofoni provenienti rispettivamente pausa lunga = )3. da: Bitonto (BA) = IT1, Reggio Ca- Le produzioni dei parlanti sono state labria = IT2, Torino = IT3, Treviso etichettate quindi a un livello di analisi = IT4 e Viterbo = IT5. enunciativa, distinguendo unità proso- Entrambi i gruppi di parlanti erano diche terminali e non terminali. stati invitati a leggere il testo esopico Una volta concluso il lavoro di eti- de «la tramontana e il sole» usato per chettatura, per rendere le informazioni l’allestimento dell’archivio vocale di meglio analizzabili, i dati dei Textgrid De Iacovo & Romano (2017). sono stati esportati in un foglio elet- Questo testo ha il pregio di essere tronico (Microsoft Excel). strutturato in modo da indurre un cer- to numero di unità enunciative di tipo 3. Risultati dichiarativo, continuativo maggiore (e, Il punto di partenza per questa mia più opzionalmente, minore), parente- breve analisi quantitativa dei dati rac- tico e interrogativo polare. colti è rappresentato sicuramente dal Le registrazioni di entrambi i grup- confronto tra il numero di unità ter- pi AP e IT sono state analizzate, tra- minali e non terminali dei due gruppi. scritte e annotate attraverso il software I numeri totali dei segmenti intona- Praat. tivi sono abbastanza eterogenei tra di loro con una media di 40, all’interno 3. Sono stati annotati anche fenomeni vocali di un range che va da un minimo di non verbali come le inspirazioni prodotte 24 per il parlante n. 8 (il quale afferma durante le registrazioni; così come altri rumori di aver studiato italiano per 6 anni), provenienti dal parlante o dall’ambiente e un massimo di 58 per il parlante esterno. Le specifiche di annotazione sono quelle offerte nel documento disponibile n. 11 (che dichiara di aver studiato all’indirizzo: www.lfsag.unito.it/materiale/ italiano solo per 1 anno). Ciò che è ROMANO_2008_inventari_sonori_CDE.pdf. importante sottolineare è l’evidente 15
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino discrepanza tra il numero di unità In termini numerici complessivi terminali e non terminali all’interno per il gruppo di parlanti IT si han- di ognuna delle riproduzioni, infatti no invece: 6±3 , 3±2 nella maggior parte dei casi, il parlato e una percentuale di parlato pari risulta poco fluente e ricco di pause all’85±4%, con valori inferiori, di- con una lettura altamente frammen- scosti da quelli degli altri, solo per il tata. Infatti, le unità terminali sono parlante IT1 (che presenta anche un in netta superiorità rispetto alle non numero di pause significativamente terminali, anche quando il periodo maggiore, rispetto agli altri madre- potrebbe essere letto senza nessun lingua). tipo di scansione. Ciò risulta eviden- Dopo aver segmentato le catene te se si analizza il numero di pause foniche, individuato le pause ed eti- di ciascun parlante e soprattutto lo si chettato le unità come terminali (UT confronta con i numeri del gruppo = //) o non terminali (UnT = /), AP (cfr. Mairano et alii 2018: 127). In sono state distinte secondo i tipi già quel caso si era registrato infatti una menzionati in precedenza, a secon- media di 57±3 e di 6±4 da del loro andamento melodico. con una percentuale di parlato pari Innanzitutto, per ricollegar- al 71±6%. ci all’analisi fatta sulla scansione Fig. 1a. – Numero di unità terminali e non terminali per ciascun parlante gruppo AP. 16
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... Fig. 1b. Numero di unità terminali e non terminali per ciascun parlante gruppo IT. delle catene intonative, propo- da un anno) e un minimo di 15 su niamo in Fig. 1 a&b grafici rias- un totale di 20 per il parlante 23 (22 suntivi riguardanti il numero di anni, studia italiano da 4 anni e ha unità terminali e non terminali di trascorso un anno in Italia). ciascun parlante dei due gruppi. Molto più equilibrati i dati del grup- Come è facilmente comprensibile, po IT, i quali sembrano interrompere il gruppo AP si differenzia molto dal meno le catene foniche e bilanciare tra gruppo IT per il tipo di costruzione unità terminali e non terminali, fatta prosodica degli enunciati. Infatti, eccezione per il parlante IT1 che si per il primo è possibile notare come interrompe più spesso e produce più le unità di tipo terminale siano net- unità terminali rispetto agli altri par- tamente superiori a quelle non ter- lanti IT. minali; questo indica una maggiore frammentazione del parlato e, come 3.1. L’indice ICP visto sopra, la maggiore presenza L’indice di costruzione prosodica di pause. Le prestazioni dei parlan- (ICP) ci consente di avere un’idea più ti AP si differenziano non poco tra precisa sul modo in cui i parlanti co- di loro con un massimo di 55 uni- struiscono gli enunciati (v. tabelle rias- tà terminali su un totale di 58 per il suntive seguenti). parlante 11 (18 anni, studia italiano 17
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino Tabella riassuntiva ICP gruppo AP. 4 Tabella riassuntiva ICP gruppo IT. Indice di costruzione Parlante Indice di costruzione AP00 1,23 IT1 1,43 AP01 1,63 IT2 2,09 AP02 1,15 IT3 3,14 AP03 1,06 IT4 1,86 AP04 1,24 IT5 1,79 AP05 1,12 AP06 1,05 AP07 1,23 AP08 1,18 Complessivamente, quindi il gruppo AP09 1,25 AP presenta un indice di 1,23±0,20, AP10 1,11 con una distribuzione distinta rispet- AP11 1,07 to a quella dei nativi, IT, che si disper- AP12 1,15 de su valori individuati da un interval- AP13 1,50 lo 2,06±0,65. AP14 1,11 Per scendere più nel dettaglio, è ne- AP15 1,15 1,15 cessario analizzare il tipo di enuncia- AP16 AP17 1,08 to prodotto dal parlante o meglio, la AP18 1,00 composizione delle UT in base alle AP19 1,41 UnT contenute (v. Fig. 2 per il grup- AP20 1,52 po AP). AP21 1,07 AP22 1,29 AP23 1,77 Fig. 2. Grafico riassuntivo N. UnT per UT gruppo AP. 18
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... Fig. 3. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 7, 15, 16, 19, 20, 22, 23 gruppo AP. Come si può constatare, per il grup- divise per l’ultimo, forse dovuti a un po AP prevalgono nettamente gli profilo sociolinguistico abbastanza enunciati formati da una sola unità omogeneo tra loro. Infatti i parlanti 10 terminale, conseguenza della scansio- e 18 hanno 18 anni, mentre il 17 ne ne più incalzante per le ragioni che ha 46, tutti hanno studiato italiano per sono state trattate precedentemente. due semestri senza mai aver trascorso Il parlante 18 (18 anni, ha studiato 2 un periodo di tempo in Italia. semestri italiano) è l’unico a produrre Al contrario i parlanti 13, 20 e 23 si soltanto unità terminali, con un ICP pari distinguono per il basso numero di UT a 1 e un totale di 26 e 21 ; di indivise; rispettivamente 12, 13 e 104. contro il parlante 23 (22 anni, studia da I parlanti che producono più unità ter- 4 anni italiano e ha trascorso un anno in minali di 2 unità non terminali, sono co- Italia) sembra essere il più equilibrato tra loro dei quali abbiamo appena parlato. gli altri, producendo 10 UT da 1 UT, 2 Ciò che è interessante approfondire UT da 2 UnT, 4 UT da 3 UnT e 4 UT sono le somiglianze tra i parlanti, cioè da 4 UnT, con un ICP di 1,77, la pro- quando presentano modalità quanti- duzione risulta in questo modo più na- turale senza troppe interruzioni dovute 4. a una limitata sicurezza linguistica. I parlanti 23 e 20 sono accumunati dalle stes- se caratteristiche ovvero, hanno 22 anni, stu- I parlanti 10, 17 e 18 sembrano pro- diano italiano da 4 e hanno trascorso un anno durre risultati molto simili con 48 UT in Italia, mentre il parlante 13 ha 23 anni e stu- indivise per i primi due e 43 UT in- dia italiano da un anno. 19
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino tativamente simili di costruzione de- numero elevato, rispetto agli altri, di UT gli enunciati. indivise (rispettivamente: 11, 14, 10 e 10). Già solo per quanto riguarda il pri- Per un’analisi più dettagliata dei dati mo enunciato del testo analizzato «Un del gruppo AP, sarebbe interessante giorno il vento di tramontana e il sole sottoporre questi dati a un’analisi di discutevano su chi dei due fosse il più correlazione rispetto al tempo trascor- forte, quando videro arrivare un pas- so in Italia o altre variabili come quel- sante con addosso un mantello», i 24 le individuate da Flege et alii (1997). parlanti anglofoni scelgono di costruire Come mostra il grafico in Fig. 3, infatti, la frase in modi molto diversi tra loro. il gruppo risulta essere più omogeneo In generale i parlanti 2 (18 anni, studia rispetto all’insieme di tutti i parlanti. italiano da un semestre e mezzo), 9 (31 Per conferma, risulta utile calcolare anni, studia italiano da 1 semestre) e 18 la deviazione standard per il dato UT (18 anni, studia italiano da 2 semestre) da 1 UT del gruppo intero e del sot- pronunciano soltanto UT indivise (ri- togruppo. La deviazione standard del spettivamente 6, 9 e 8). I parlanti 10 (18 gruppo è di 12,18, mentre invece del anni, studia italiano da due semestri), 11 sottogruppo selezionato è di 9,66. Il (18 anni, studia italiano da due semestri), primo dato è più alto rispetto al se- 17 (46 anni, studia italiano da due seme- condo, a dimostrazione del fatto che stri) e 21 (19 anni, studia italiano da 3 il gruppo intero presenta una eteroge- semestri), presentano un contesto socio- neità maggiore al suo interno. linguistico omogeneo e producono un Sono stati creati ulteriori sotto- Fig. 4. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9 del gruppo AP. 20
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... gruppi considerando come variabile altri per il numero nettamente inferio- il livello linguistico e quindi quanti re di UT indivise. semestri abbiano studiato italiano. Il Il grafico di Fig. 6 mostra infine gli grafico di Fig. 4 è relativo ad esem- apprendenti che hanno studiato italia- pio agli apprendenti che hanno stu- no per più di tre semestri. diato italiano per un solo semestre. Il sottogruppo dei parlanti con più di Come è evidente, il sottogruppo mo- tre semestri di studio dell’italiano pre- stra una grande varietà di risultati al suo senta in generale meno UT indivise interno con una deviazione standard di con una deviazione standard di 10,01. 7,69 per le UT indivise. Gli apprenden- In generale nei vari sottogruppi ana- ti che producono il minor numero di lizzati, le prestazioni migliori sono UT indivise sono il 2 e il 9. La maggior prodotte dai parlanti che hanno vis- parte di loro non va oltre UT da 3 UnT, suto più o meno tempo in Italia, a con un indice di costruzione inferiore. prescindere dai mesi di studio della In Fig. 5 proponiamo, invece, un al- lingua. Si può ipotizzare che le compe- tro sottogruppo con i parlanti che han- tenze prosodiche si acquisiscano me- no studiato italiano per due semestri. glio avendo avuto contatti con parlanti Anche all’interno di questo sotto- madrelingua, considerato che il tempo gruppo AP notiamo una grande varie- riservato all’insegnamento della pro- tà di costruzione delle unità intonative, sodia nei corsi di italiano per stranieri con una deviazione standard di 12,74. è spesso molto limitato. Il parlante 13 si distacca rispetto agli Passiamo adesso al gruppo IT (Fig. Fig. 5. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18 del gruppo AP. 21
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino Fig. 6. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 8, 19, 20, 21, 22, 23 del gruppo AP. 7), di seguito lo stesso grafico riassun- tra loro e anche rispetto al gruppo IT. tivo per il gruppo IT. Come si può I tipi intonativi maggiormente uti- notare, qui i numeri sono nettamen- lizzati da entrambi i gruppi sono si- te inferiori soprattutto per quel che curamente le continuative maggiori riguarda le UT indivise. Le produ- e minori e le dichiarative, fatta ecce- zioni risultano molto più omogenee zione per le parentetiche utilizzate si- con una deviazione standard di 4,76. stematicamente solo dai parlanti IT5. Un discorso a parte va fatto per il tipo Le UT del gruppo AP sono chiuse di UT prodotte dai gruppo AP e IT. da unità di tipo /Da/ per il 18%, inve- Infatti, come spiegato precedentemen- ce da /CT/ o /ct/ per l’82%. Il dato te, una delle funzioni principali dell’in- nettamente maggiore di chiusure con tonazione è quella modale, cioè quella /ct/ o /CT/ mostra come gli appren- attraverso la quale il profilo melodico denti anglofoni non usino lo schema individua il tipo di unità intonativa. intonativo più frequente in italiano, L’unico caso in cui gli apprendenti si ovvero enunciati aperti da continuati- comportano allo stesso modo è quel- ve e chiusi da dichiarative. I parlanti 10 lo delle due interrogative finali «Ti è 5. piaciuta la storiella?» e «Vuoi che te la Gli apprendenti del gruppo AP presentano, racconti di nuovo?». Tutti i partecipan- invece, una continuativa minore o maggiore, non percependo evidentemente la differenza ti del gruppo AP producono le frasi con un’informazione che i madrelingua intona- citate come interrogative seppur con no come parentetica (delimitata nello scritto da profili melodici leggermente diversi virgole prima e dopo). 22
Modalità di costruzione ritmico-intonativa... Fig. 7. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per il gruppo IT. (18 anni, studia italiano da due semestri), danti il numero delle UT e delle UnT. 11 (18 anni, studia italiano da due seme- I parlanti mostrano dati molto diver- stri), 17 (46 anni, studia italiano da due si tra loro per le UT chiuse da /Da/ semestri) e 18 (18 anni, studia italiano da o /CT/ ma, con lo stesso ordine di due semestri) sono quelli che chiudono le grandezza del gruppo intero AP, pre- unità intonative più di 40 volte con /ct/ sentano soltanto un 26% delle UT che o /CT/ (rispettivamente 44, 49, 45, 40). si concludono come assertive e il 74%, Al contrario, i parlanti 8 (19 anni, studia invece, come continuative. italiano da 4 semestri), 13 (23 anni, studia Al contrario, le UT del gruppo IT italiano da 2 semestri) e 23 (22 anni, studia sono chiuse da assertive per il 67%, italiano da 4 anni e ha trascorso 1 anno in mentre da continuative per il 33%. Italia) interrompono le unità intonative Nel caso dei parlanti IT è però im- con schemi continuativi per meno di 10 portante sottolineare che le percen- volte (rispettivamente 9, 9 e 7). tuali risultano fortemente variabili alli- È interessante notare come, cre- vello individuale: il parlante di Bitonto ando un sottogruppo formato dagli (IT1) produce 11 delle 19 UT chiu- apprendenti che hanno trascorso del dendole come continuative; al contra- tempo in Italia o che hanno familia- rio, ad esempio, il parlante di Torino rità con italiani madrelingua, i risulta- (IT3) non chiude mai nessuna UT con ti siano molto eterogenei all’interno un segmento di tipo /CT/6. dello stesso sottogruppo a differenza 6. Anche per quanto riguarda i diversi tipi di UT, dei dati studiati in precedenza riguar- le occorrenze di /ct/ e /CT/ mostrano numeri 23
Bollettino LFSAG 2020, n. 5 R. Cosentino 3.2. Altri indici di connessione: il RF piamento mantenuto avrebbe potuto Come intuito, già da più di un secolo, sollecitare e fornire indizi di maggio- da Camilli (1909, 1911), il raddoppia- re coesione, giustificando una mag- mento fonosintattico (RF) o cogemi- giore estensione o un maggior grado nazione è un fenomeno in grado di as- di costruzione dell’unità prosodica. I sicurare la coesione interna delle unità raddoppiamenti sono stati annotati su intonative. Praat in vista di un’analisi quantitati- Ovviamente, trattandosi di un feno- va che mostrasse per ogni parlante del meno al quale non si accorda alcuna gruppo AP, quanti RF erano realizzati riflessione metalinguistica e, quindi, e in che posizione. nessun insegnamento esplicito, la sua I parlanti che realizzano più RF sono presenza come indice della coesione o gli apprendenti 2, 3, 19, 20 e 22. Al della segmentazione del parlato di ap- contrario, i parlanti 8, 13, 14 e 15 non prendenti stranieri dev’essere conside- sembrano realizzare alcun raddoppia- rata con molta cautela7. mento, presentando in generale rese Un’analisi è stata condotta studiando dubbie per tutte le geminate. in particolar modo le posizioni in cui I raddoppiamenti presenti nelle pro- il fenomeno avrebbe potuto verificarsi duzioni del maggior numero di ap- ed essere notato e riprodotto nelle let- prendenti sono quelli di «a fargli»; di ture degli apprendenti. «a soffiare»; di «ma più»; di «a sua» e Lo scopo era di capire se la coesione di «a togliersi» (quindi prevalentemen- tra le unità non terminali poteva corre- te dopo aRF e con parole inizianti per lare con le condizioni di applicazione occlusiva o costrittiva sorda). del raddoppiamento fonosintattico. In Per «a soffiare» e «a sua» nessun par- questi casi, la presenza di un raddop- lante ha prodotto interruzioni. Nel caso di «a fargli» e di «ma più» soltanto superiori, come prevedibile, a quelli delle /Da/. il 13% degli apprendenti ha prodotto L’argomento merita di essere approfondito più dettagliatamente in altra sede, dopo aver chiari- una pausa tra le due parole. Invece per to le modalità con cui operare una distinta clas- «a togliersi», più di un quarto degli ap- sificazione tra continuative e dichiarative seriali prendenti considerati ha prodotto una o, comunque, con chiari tratti di serialità (come pausa tra le parole. suggerito da uno dei relatori dell’elaborato da Per poter osservare se un maggior cui si trae questo contributo). 7. numero di raddoppiamenti mantenuti In realtà è il fenomeno dell’opposizione quan- titativa tra consonanti scempie e geminate nella corrispondesse a una maggiore coesio- sua interezza che andrebbe qui discusso; so- ne, abbiamo confrontato i dati analiz- prattutto se si considera che questa distinzione zati per ciascun parlante, in particolare nella lingua degli apprendenti (l’inglese) non è la frequenza dei RF mantenuti, il nu- funzionale. 24
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