FONETICA SPERIMENTALE - Bollettino del Laboratorio di ISSN n. 2611-5689 - UniTO

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ISSN n. 2611-5689

Bollettino del Laboratorio di
FONETICA SPERIMENTALE
«Arturo Genre»
dell’Università di Torino

                N. 5 – Giugno 2020
                                                         1
FONETICA SPERIMENTALE - Bollettino del Laboratorio di ISSN n. 2611-5689 - UniTO
Bollettino LFSAG 2020, n. 5
Bollettino del Laboratorio di Fonetica Sperimentale
                   «Arturo Genre»
              dell’Università di Torino
                                      Pubblicazione semestrale

                                          Comitato scientifico
Maria Grazia Busà – Dip. di Studi linguistici e                Antonio Romano – Dipartimento di Lingue e
  letterari – Università di Padova                               L.S. e C.M. – Università di Torino
Elisabetta Carpitelli – Dép. Parole et Cognition               Matteo Rivoira – Dipartimento di Studi
   GIPSA-Lab. – Université Grenoble-Alpes                        Umanistici – Università di Torino
Marco Gamba – Dipart. di Scienze della Vita e                  Mauro Tosco – Dipartimento di Studi Umanistici
  Biologia dei Sistemi – Università di Torino                    Università di Torino
John Hajek – Research Unit for Multilingualism                 Mauro Uberti – Comitato scientifico Laboratorio
   University of Melbourne                                       di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre»
PaoloMairano –Nuance–UniversitàdiTorino/Rouen                  Fabián Santiago Vargas – Structures Formelles
Carla Marello – Dip. di Lingue e Lett. Straniere                  du Langage – Université de Paris 8
  e Culture Moderne - Università di Torino                     Stephan Schmid – Laboratorio di Fonetica
Victoria Marrero – UNIED Madrid                                   Università di Zurigo
L orenzo M assobrio – Istituto dell’Atlante                    Marie Berthe Vittoz – Centro Linguistico di
   Linguistico Italiano – Università di Torino                   Ateneo – Università di Torino

                                     Direttore scientifico: Antonio Romano
                                          Comitato editoriale
Valentina Colonna – Dipartimento di Lingue e                   Matteo Rivoira – Dipartimento di Studi
  L.S. e C.M. – Università di Torino                             Umanistici – Università di Torino
Valentina De Iacovo – Dipartimento di Lingue e                 Antonio Romano – Dipartimento di Lingue e
  L.S. e C.M. – Università di Torino                             L.S. e C.M. – Università di Torino
Paolo Mairano – Nuance Tech. – Laboratorio                     Mauro Uberti – Comitato scientifico Laboratorio
   di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre»                       di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre»

                                      Direttore responsabile: Mauro Uberti

                                       Direzione e redazione
             Laboratorio di Fonetica Sperimentale «Arturo Genre» dell’Università di Torino
                Via Sant’Ottavio n. 20, 10124 Torino - E-mail: lfsag.unito@gmail.com
                         http://www.lfsag.unito.it/ricerca/phonews/index.html
               Registrazione del Tribunale Ordinario di Torino n° 33 del 22 maggio 2018
                                         Stampato in proprio.

     Immagine di copertina: incisione illustrativa del trattato «De locutione et eius instrumentis» (Venezia, 1601) di
                                   Girolamo Fabrici di Acquapendente (1533-1619).
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Bollettino del Laboratorio di
FONETICA SPERIMENTALE
«Arturo Genre»
dell’Università di Torino

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Bollettino LFSAG 2020, n. 5

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Antonio Romano, La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori
                (in un'Università di lucidi formatori) . . . . . . . . . . . . . . . . 1

Antonio Romano, Presentazione del n° 5 . . . . . . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . 7

Roberta Cosentino, Modalità di costruzione ritmico-intonativa
                   di uno stesso testo da parte di parlanti madrelingua
                   e apprendenti italiano LS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

Lucrezia Zunino, Lo schwa del francese nella zona di Toulouse: validità
                 fonetica dei fondamenti teorici e analisi acustica delle
                 produzioni di un campione di parlanti . . . . . . . . . . . . . 27

V. De Iacovo, V. Colonna & A. Romano,
                   La pausazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41

PhoNEWS                   – Valentina Colonna & Antonio Romano,
                          Convegno «Amarinto Camilli nel quadro delle ricerche
                          linguistiche e fonetiche europee del suo tempo» -
                          Servigliano-Macerata, 24-25 febbraio 2020 . . . . . . . . . . 49
                          – Valentina De Iacovo & Antonio Romano,
                          Giornata mondiale della Voce 2020 . . . . . . . . . . . . . . . . 52

In memoriam               – Gi(ov)anni Maria Belluscio,
                            ricordo di Monica Genesin . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55
                          – Jean Le Dû,
                            ricordo di Antonio Romano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59

Norme editoriali          . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 63

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La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori
     (in un'Università di lucidi formatori)
                               Antonio Romano

  Nell’emergenza sanitaria di questi       hanno investito il tempo lasciato li-
mesi, abbiamo assistito a tanti atti di    bero da attività ricreative (o di terza
generosità, di abnegazione di docenti      missione) offrendo le loro compe-
e personale delle Università italiane,     tenze alle istituzioni coinvolte nella
soprattutto di area medica. Ma la ri-      gestione dell’emergenza o più diret-
organizzazione di tutte le attività ac-    tamente alla cittadinanza.
cademiche non è stata cosa da poco e         Si conferma così la missione edu-
dobbiamo essere grati a tutto il per-      cativa, culturale e scientifica di ricer-
sonale che si è mobilitato per ridurre     catori che – ciascuno nel loro cam-
l’impatto delle tremende novità che        po – hanno dedicato nuove energie
si sono imposte a un carico di lavoro      all’emergenza sociale.
ordinario (e spesso straordinario) che       Chi aveva incarichi gestionali, chi
già in molti casi non lasciava spazio      ha avuto la sorte di risultare figura
a ulteriori appesantimenti. In qualche     ‘apicale’ in questo momento, ha com-
caso, bisognerà dire che una migliore      pletamente smesso di fare ricerca per
economia è venuta a spese di alcu-         rispondere alla valanga di richiesta di
ne attività di ricerca che hanno però      chiarimenti, di aiuto o alle segnalazio-
consentito il risparmio dello sfrido       ni più varie, oltre l’ordinaria ammini-
burocratico originato dalla richiesta      strazione.
di autorizzazioni e dalle pratiche dei       Anche i critici del sistema hanno
rimborsi necessarie per i viaggi di ri-    riposto l’ascia di guerra, rinunciando
cerca che di solito sono organizzati       a politiche che avrebbero disperso
e rendicontati a carico degli stessi ri-   risorse inutilmente, mentre occorre-
cercatori. La permanenza forzata ha        va allentare la morsa e cooperare. La
consentito quindi una decisa boccata       difficile congiuntura e la novità di una
d’aria e sollecitato investimenti in at-   società agli arresti domiciliari che si
tività alternative, ma ha sicuramente      riorganizza in modalità social hanno
penalizzato la carriera di molti ricer-    aperto però un agone inedito e l’e-
catori, sottraendo loro potenziali op-     spressione di opinioni che rimette-
portunità di lavoro in équipe e possi-     vano in discussione scientificamente
bilità di scambi internazionali.           l’operato dei vertici istituzionali è di-
  Rimboccandosi le maniche, molti          ventata inevitabile, sul piano sanitario
                                                                                  1
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ed economico, ma anche psicologico,         hanno preso decisioni importanti,
filosofico, artistico... e linguistico.     concertandosi a volte con autorità
                                            internazionali. È in una di queste si-
Lucidi formatori...                         tuazioni che un settore dirigenziale
  È partita anche l’ennesima campagna       di un Ateneo di eccellenza ha dovuto
contro le fake-news, il contrasto a no-     informare con urgenza, senza l’ordi-
tizie non verificate, in un contesto        naria cautela nella diffusione dei co-
fatto di verità plurali, espresse con       municati, tutto il corpo docente. Un
lingue e intenzioni diverse e legate        messaggio è stato spedito per email
a una rete tanto ramificata quanto          a circa 450 docenti con un indiriz-
smagliata, di fili tanto lunghi quanto      zario aperto. Le direttive forse non
corrotti. Un quadro molto difficile da      erano del tutto convincenti, alla luce
comporre – persino per gli speciali-        d’informazioni contrastanti, ma la
sti – in cui la gente comune non pote-      situazione era di massima incertezza
va che confondersi, nella necessità di      ed era necessario dare quelle indica-
non esimersi dall’esprimere sicurezza       zioni. A qualche docente è venuto in
e profondità di analisi.                    mente di esprimere legittimamente
  Comportamenti irrazionali, per for-       opinioni diverse, rispondendo all’in-
tuna spesso innocui, si sono presen-        tera mailing-list e sollevando alcuni
tati in diverse situazioni pubbliche,       dubbi ai quali altri, compreso l’uffi-
rivelando la fragilità di molte figure di   cio da cui era sta inviata l’informa-
responsabilità, ma anche la scarsa ef-      tiva, avevano risposto ulteriormente.
ficienza di un sistema di promozioni        Nel giro di un paio di giorni, dopo
pseudo-meritocratico.                       una scarsa decina di messaggi più o
  Fortunatamente la gestione dei cor-       meno polemici, motivati dal deside-
si di studio di un Ateneo, le relazioni     rio di indurre alla riflessione, lo slan-
esterne, la comunicazione, i servizi        cio epistolare e dialettico si era esau-
sono il risultato dell’operato di un        rito, ma qualcuno (leggendo forse in
team dirigenziale temperato e sele-         ritardo la corrispondenza) deve aver
zionato che decide le linee formative       trovato irritante che nella propria ca-
consultandosi con le altre Universi-        sella di posta si fossero accumulati
tà, con le autorità governative e con       quei messaggi in un momento di crisi
quelli che ormai definisce stakeholder.     e ha compiuto un gesto irriflesso, ma
  E in questa situazione di emergen-        a quel punto ancora comprensibile,
za, varie realtà accademiche hanno          di rispondere a tutti – ancora legit-
dovuto affidare l’adozione di riso-         timamente – per chiedere che il pro-
luzioni urgenti a unità di crisi che        prio indirizzo di posta fosse rimosso

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La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori...

da quella lista di discussione. A quel                 Nessuno pensava a quanto inuti-
punto si è scatenata una valanga di                  le fosse l’invio di ciascuno di quei
messaggi di altri che a turno (a volte               messaggi: prima di spedirlo, ciascu-
con formulazioni dubbie sul piano                    no di loro avrebbe dovuto eliminare
comunicativo) si sono associati alla                 dall’indirizzario il contatto del collega
richiesta di esclusione da una lista                 precedente e sperare che il successivo
che aveva già esaurito la sua funzione               facesse così col suo, fino a ridurre la
e che non minacciava d’importunare                   lista a quei pochi che avevano interes-
ulteriormente. Molte persone nor-                    se a continuare a discutere dell’argo-
malmente razionali, docenti univer-                  mento (ma nessuno ormai da giorni
sitari delle varie discipline, vincitori             scriveva in merito al thread iniziale)1.
di concorsi pubblici e figure di rife-                 La parte peggiore della debole di-
rimento della formazione di giovani                  sposizione logica presente nel corpo
generazioni candidate alle posizioni                 docente si è rivelata tuttavia dopo che
dirigenziali del Paese, in quel mo-                  una persona assennata aveva scritto a
mento non si sono rese conto che                     tutta la lista per spiegare che la cosa
proprio con i loro messaggi – spe-                   migliore per arrestare il profluvio di
diti a tutti – stavano contribuendo a                messaggi inutili era di non scrivere
quello che avrebbero voluto evitare.                 più e, soprattutto, di evitare una ge-
La situazione sarebbe stata esilarante               nerica quanto inapplicabile richiesta
se non ci fossimo trovati in un mo-                  del tipo «chiedo che il mio indirizzo
mento drammatico e se non avesse                     sia cancellato da questa lista». Questo
cominciato a rivelare un’attitudine                  si era già rivelato improduttivo in un
alla proliferazione incontrollata di                 numero impressionante di casi e co-
gesti imitativi da parte di persone che              stituiva una potenziale esca per una
si sospettavano al riparo dalle facili               virale propagazione di richieste simili
tentazioni dello strumento di comu-                  in reply-to-all che avrebbero portato a
nicazione. Colpiva già in questa fase                un ulteriore aggravio al problema.
la scarsa ritenzione di stimati colle-
ghi che partecipavano alla diffusione                non avevano nulla da ridire, quelli più indolenti
incontrollata di questo comporta-                    o quelli che cestinano automaticamente tutti i
mento virale, ma ancora perdonabile,                 messaggi con un oggetto banned (oppure an-
come gesto di leggerezza motivato                    cora quelli che avevano capito che la valanga
                                                     si sarebbe arrestata prima soltanto evitando di
dalla concitazione del momento.                      scrivere). Non aveva alcun senso immaginare
                                                     che l’ufficio da cui era partito il primo messag-
1
  In questo modo avrebbero continuato a ri-          gio, che non aveva più nulla da aggiungere, eli-
cevere questi inutili messaggi solo quelli che       minasse ciascun indirizzo segnalato dalla lista.

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Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                              A. Romano

  Invece, sulla scia dei precedenti         colleghi più avveduti. E però un’altra
messaggi, forse senza leggere que-          domanda si pone: come possiamo fi-
sto provvidenziale appello, qualcuno        darci della nostra classe dirigente (o
(stimati colleghi, professori ordinari      anche come possiamo criticarla), se
di materie giuridiche, economiche, di       questo è il livello di consapevolezza
scienze esatte) aveva continuato an-        della categoria dei loro autorevoli
cora a scrivere l’insulso messaggio.        formatori?
Era intervenuta allora un’altra collega
di buon senso che, più direttamente,        ... e onesti valutatori
aveva lanciato un messaggio il cui            Tornando poi nel campo d’interes-
subject era: «BASTA inviare messaggi        se di questo bollettino, quest’aned-
di qualsiasi tipo a questa lista». Nulla    doto rafforza il dubbio che in diver-
di fatto: ancora una decina di messag-      si casi si stia affidando il progresso
gi, di persone che – a questo punto –       a ricerche i cui capifila si lasciano
erano proprio nelle nuvole, avevano         prendere da modelli di mainstream
partecipato allo stillicidio (oltre alla    trascinanti solo in condizioni di
frase divenuta un tormentone, erano         sospensione di un giudizio critico.
comparse però anche espressioni fan-        Ed ecco anche perché è pericoloso
tasiose e linguisticamente dubbie del       mettere la valutazione della ricerca
tipo «anche (a) me»).                       e la decisione sulle carriere in mano
  La domanda a questo punto è: come         a persone di quest’establishment trop-
possiamo governare la pandemia se           po inclini all’omologazione. Non
non siamo in grado di osservare e           sarebbe invece più produttivo inco-
capire neanche i meccanismi di pro-         raggiare anche ricercatori indipen-
pagazione a valanga dei messaggi di         denti in grado di ragionare «con la
una mailing-list? Proprio ammettendo        propria testa» e decisi a prendere dei
l’abbassamento della sorveglianza           rischi al di fuori del movimento del-
per disinteresse e scarso impegno in        la massa?
quella che è considerata una questio-         Davvero possiamo credere che tutti
ne anodina, possiamo spiegarci come         i nostri colleghi (ordinari e non) ab-
mai nei social circolino le bufale più      biano un grado di lucidità, d’impar-
incredibili. In questa circostanza an-      zialità, di oggettività, tale da infon-
che alcuni scienziati, alcune delle         dere loro l’indulgenza necessaria nei
menti migliori dell’Ateneo, è caduta        confronti dei pochi avventurosi che
inconsapevolmente in un ingenuo             persistono a seguire linee di ricerca
tranello e non è stata in grado di uscir-   minoritarie senza allinearsi al model-
ne, neanche dietro le segnalazioni di       lo dominante?

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La fonetica nelle mani di autorevoli valutatori...

  Davvero possiamo credere che due                     Se la razionalità e la serenità dei giu-
valutatori (ma anche tre o quattro, se               dizi, l’apertura di spirito, sono quelle
presi a caso da un insieme di non suf-               che si manifestano nelle espressioni
ficientemente equilibrato), per quan-                impulsive delle mailing-list o dei social,
to specialisti di uno dei campi di una               siamo ben lontani da una valutazione
ricerca multidisciplinare, possano li-               seria della ricerca e da una gestione
mitarsi a esprimere un giudizio sulla                realmente meritocratica delle promo-
parte di loro competenza di un lavoro                zioni all’interno di un settore.
di un collega senza lasciarsi prendere                 Preferiamo dunque coltivare il vi-
la mano?                                             vaio primitivo e innocente di que-
  Se anche i valutatori di un raggrup-               sto bollettino, fiduciosi che prima o
pamento che prevede competenze                       poi, in un mondo post-pandemico,
trasversali possono ricorrere a pareri               anch’esso possa assurgere al ricono-
pro veritate, siamo sicuri che abbiano la            scimento di «rivista scientifica» finora
coscienza di farlo? E se anche lo fa-                riservato solo a quelle che devono ga-
cessero, siamo sicuri che la loro scelta             rantirsi l’autorevolezza mantenendo
del referente non cada su un avversa-                un alto rejection rate, escludendo lavori
rio scientifico del metodo impiegato                 incompresi dagli stessi curatori che li
nella ricerca da valutare?                           assegnano su basi aleatorie a valutato-
  Selezioniamo i progetti sulla base                 ri spesso non immuni dai condiziona-
dell’impegno, della visibilità oggettiva             menti delle diffuse pratiche nepotisti-
di un gruppo di ricerca, sulla base dei              che e clientelari.
consensi generali o sulla base di quel-                Mi chiedete se non credo alla double-
li dei bempensanti che s’impongono                   blind review? No, non ci credo.
all’interno di un settore disciplinare                 Se anche ne potrei condividere
per la loro indiscussa autorevolezza                 principi e fondamenti, ne riten-
in un dato sub-settore (o anche solo                 go sicuramente obsoleta la prati-
per meriti politici)? Teniamo con-                   ca procedurale. Nei casi in cui l’ho
to dell’esiguità degli specialisti di un             vista funzionare, almeno nei campi
dato sub-settore quando pensiamo                     disciplinari in cui mi muovo con
alla valutazione di un prodotto?                     maggiore disinvoltura, quando ho
  Come possiamo fidarci della visione                appurato che la sede di pubblica-
parziale di un entusiasta di un cer-                 zione stava operando onestamente,
to metodo che veda disattese le sue                  senza troppi immotivati rigetti o
aspettative di applicazione di quel                  incredibili accettazioni, l’uscita del
metodo in una ricerca di un collega di               contributo ha accusato un ritardo
altra inclinazione?                                  di tre anni a dir poco. Nel frattem-

                                                                                             5
FONETICA SPERIMENTALE - Bollettino del Laboratorio di ISSN n. 2611-5689 - UniTO
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                              A. Romano

po l’autore – quando non aveva già       biati i tempi e le sedi di diffusione
cambiato università – aveva rifat-       delle informazioni, per chi non se
to l’esperimento su altri campioni       ne fosse ancora accorto. Ma mi fer-
o su un numero triplo di campioni        mo qui. Il seguito di questa storia
e i risultati che avrebbe pubblicato     è stato raccontato nell’articolo di-
sarebbero stati ben altri. Oltretutto,   vulgativo «La grande incertezza del
con la velocità con cui circolano le     fonetista tra variabili linguistiche e
informazioni sul web, dopo tre anni      valutazioni imprevedibili», selezio-
si trova a dover rispondere a colle-     nato tra i Racconti di ricerca promossi
ghi che gli chiedono come mai non        dal Forum della Ricerca dell’Ateneo e
avesse considerato talaltra fonte o      di Agorà Scienza (FRidA) nell’ambi-
talaltro modello che nel frattempo       to dei racconti del mese di aprile sul
si era affermato nei blog. Sono cam-     tema «Passi incerti, futuri possibili»2.

                                         1
                                          http://frida.unito.it/wn_pages/contenuti.
                                         php/412_la-mente-umana-e-la-sua-comples-
                                         sit-educazione-e-linguaggio/394/

6
Presentazione del n° 5
  In questo numero, il cui allesti-        si sperimentale di Lucrezia Zunino
mento è stato ritardato dalle riper-       era relativa alla possibilità di rileva-
cussioni sul sistema della ricerca         re modalità di realizzazione della e
causate dalla pandemia Covid-19,           caduca all'interno di microstrutture
hanno trovato posto tre articoli e,        ritmiche dipendenti da condiziona-
oltre alla descrizione di un’esperien-     menti dialettali e vincoli enunciati-
za nuova nelle modalità di organiz-        vi. L’articolo che trova qui pubbli-
zazione della «Giornata Mondia-            cazione s’intitola infatti «Lo schwa
le della Voce» 2020, due ricordi di        nel francese della zona di Toulou-
colleghi recentemente, e in un caso        se: validità dei fondamenti teorici e
tragicamente, scomparsi.                   analisi acustica delle produzioni di
  I primi due contributi di questo         un campione di parlanti» e, sebbene
numero presentano una selezione di         lasci apparire soltanto una porzione
risultati ottenuti nell’ambito di tesi     limitata del lavoro svolto dall’autri-
di laurea in Traduzione del Dip. di        ce, offre risultati che aprono una
Lingue e L.S. e C.M. dell’Univ. di         pista di ricerca meritevole di essere
Torino.                                    sviluppata.
  Il primo è dedicato all’analisi di         Chiude il numero una rassegna di
alcune strutture presenti nell’enun-       riflessioni terminologiche e biblio-
ciazione di apprendenti anglofoni di       grafiche sul tema de «La pausazio-
italiano ed è finalizzato alla descri-     ne», lavoro corale di laboratorio, in
zione di alcune strategie alle quali gli   cui ciascuno dei tre autori, Valentina
insegnanti di italiano LS potrebbero       De Iacovo, Valentina Colonna e io
rivolgere un’attenzione nuova alla         stesso, riassumiamo le nostre espe-
luce delle considerazioni conclusi-        rienze di lavoro con le pause del
ve dell’autrice. Si tratta di Roberta      parlato. L’argomento è sollecitato
Cosentino «Modalità di costruzione         da un recente rilancio d’interesse,
ritmico-intonativa di uno stesso te-       motivato tanto dall’uscita di prege-
sto da parte di parlanti madrelingua       voli trattazioni su diversi piani (let-
e apprendenti di italiano LS».             terario, retorico, pragmalinguistico,
  Il secondo contributo è relativo         psicologico)1 quanto dalle conferme
all’inchiesta svolta da una giovane
ricercatrice in formazione nel corso       1.
                                              V. AA.VV. (2019). «Latenza: Preterizioni, re-
di un suo soggiorno di studio pres-        ticenze e silenzi del testo». Quaderni del circolo
so l’Université de Toulouse. L’ipote-      filologico-linguistico padovano (31).

                                                                                           7
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                      A. Romano

sperimentali di un valore predittivo                  svoltasi quest’anno interamente
delle pause nel parlato sul decorso                   online, si aggiungono i necrologi di
di patologie degenerative delle atti-                 Gianni Belluscio (a cura di Monica
vità cognitive2.                                      Genesin) e di Jean Le Dû (a cura del
 A questi, dopo la sezione di Pho-                    sottoscritto).
NeWS dedicata alle giornate di stu-                    Torino, 15 maggio-15 giugno 2020
dio su A. Camilli e alla GMV2020,                                       Antonio Romano

2.
  Ciaurelli L. (2020). “Il linguaggio nel decadi-
mento cognitivo: marker linguistici e automa-
zione della diagnosi”. Tesi di Dottorato dell’Univ.
di Roma – La Sapienza (rell. F. Tamburini, A.
De Dominicis, M. Falcone).

8
Modalità di costruzione ritmico-intonativa
  di uno stesso testo da parte di parlanti
  madrelingua e apprendenti italiano LS
                                Roberta Cosentino
           LFSAG, Università di Torino, Dip. di Lingue e Lett. Str. e Cult. Mod.

Introduzione                                     Se, infatti, per la lingua materna alcu-
  Partendo dai dati analizzati da Mai-         ni di questi aspetti vengono acquisiti
rano et alii (2018), il presente contri-       spontaneamente dal bambino, senza
buto propone un’analisi enunciativa            che ci sia bisogno di nessuna pratica di
della lettura di un testo. Mentre lo stu-      insegnamento, per la L2 o LS bisogna
dio citato si sofferma sul piano della         portare l’apprendente a riflettere sulla
caratterizzazione ritmica, l’analisi che       loro importanza, aiutandolo ad avvi-
qui si propone è condotta invece con           cinare la sua interlingua alle soluzioni
un approccio simile a quello che ha            prosodiche più tipiche della lingua tar-
indirizzato i lavori di E. Cresti & M.         get, a condizione di conoscerle e saper-
Moneglia (tra gli altri, Cresti & Mo-          le descrivere.
neglia 2005). Il suo obiettivo è di veri-
ficare se strategie enunciative diverse        1. Selezione di concetti analitici
possono essere rilevate nelle stesse           fruttiferi
condizioni di produzione in gruppi               Gli studi sulla prosodia, si sono inse-
diversi di parlanti e, in particolare, os-     riti con forza nel panorama della teoria
servare in che modo si differenzino            linguistica già dagli anni Settanta, dopo
su un piano di costruzione ritmico-            un lungo periodo di disinteresse da
intonativa le letture di parlanti esperti      parte degli studiosi per i tratti sovraseg-
(madrelingua) e apprendenti stranieri          mentali. Tuttavia, un approccio soddi-
con livelli diversi di padronanza della        sfacente allo studio della prosodia con-
lingua d’arrivo. Oltre a discutere dei         tinua a essere difficile da definire per di-
risultati di un’indagine quantitativa,         verse ragioni (Hirst & Di Cristo 1998)
l’articolo contribuisce a definire delle       e, mentre ancora si valuta l’affidabilità
linee operative per accentuare l’atten-        dei modelli di rappresentazione, l’indu-
zione a questi fenomeni da parte degli         stria ha già fornito risposte applicative
insegnanti di lingua.                          (Romano & Giordano 2017).

                                                                                         9
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                  R. Cosentino

1.1. Concetti elementari                     zione del parlato in gruppi di parole
  Col termine «prosodia» ci riferiamo        coesi e coerenti sul piano testuale»
ovviamente a fenomeni legati alle va-        (Sorianello 2006: 27).
riazioni di parametri come l’altezza, la       All’interno di questi, ogni unità into-
durata, l’intensità dei suoni linguistici,   nativa è demarcata prosodicamente e
cioè:                                        fornisce indici di modalità (assertiva,
                                             domanda etc.).
     «una serie di fenomeni aventi un          Quello che percepiamo come atto
     dominio di applicazione più am-         soggettivo dell’enunciazione si realizza
     pio di quello di un singolo seg-        oggettivamente attraverso tratti acusti-
     mento» (Sorianello 2006: 16).           ci quali la frequenza, l’intensità etc. che
                                             veicolano allo stesso tempo sfumature
  D’altra parte sappiamo che l’insieme       paralinguistiche o extralinguistiche che
di fenomeni che si sovrappongono o           rientrano nella sfera dell’espressività.
si accompagnano all’articolazione dei          Nonostante i fatti prosodici siano per
suoni si presenta a vari livelli di strut-   questo in qualche maniera sfuggenti e
turazione sovrasegmentale interessan-        non semplici da misurare o analizzare
do parole e gruppi di parole associati       per via del loro carattere non discreto,
all’intreno di specifici schemi ritmico-     l’importanza dei suddetti tratti è così
intonativi (Bertinetto & Magno Cal-          palese che a volte siamo in grado di
dognetto 1993: 143).                         distinguerli in lingue che non cono-
  Questi fenomeni sono il risultato          sciamo o di riprodurli in lingue diverse
della sedimentazione di diverse infor-       dalla nostra L1.
mazioni e forniscono gli indici che se-        Come già anticipato, a partire dagli
gnalano le modalità con cui si è defini-     anni Settanta, gli studi sulla prosodia
to il flusso continuo del parlato.           ottengono una certa autonomia rispet-
  Le prominenze locali e le relative ge-     to agli studi tradizionali di fonetica,
rarchie ci permettono di individuare i       grazie all’interesse di alcuni ricercatori
segmenti di enunciato ai quali è asso-       particolarmente brillanti.
ciata una determinata funzione lingui-         Per sommi capi, le posizioni adotta-
stica. La sequenza di sillabe prominenti     te dagli studiosi di prosodia prendono
a vari livelli, oltre a rendere conto di     le mosse da tre posizioni fondamen-
dipendenze sintattiche, contribuisce a       tali: la prima, quella dominante, era
definire la scansione ritmica e semanti-     tipica dello strutturalismo europeo e
ca di un enunciato (cfr. Romano 2018).       insisteva sulla netta separazione tra
  Un segmento enunciativo indipen-           segmentale e sovrasegmentale; la se-
dente consiste infatti «nella segmenta-      conda, propria del distribuzionalismo

10
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

americano, partiva dalla necessità di           1.2. Concetti operativi: segmentazione
individuare le caratteristiche posizio-           Come accennato precedentemente,
nali assunte dagli schemi più regolari;         l’intonazione svolge diverse funzio-
l’ultima, che rifiutava la netta demar-         ni, tra le altre ha anche implicazioni
cazione a priori tra fatti prosodici            delimitative, in quanto indica la seg-
e non, vedeva tutti i fenomeni che              mentazione di un flusso di parlato in
portano a un parlato articolato come            unità intonative (e tonali) separate da
effetto della concomitanza temporale            confini di vario tipo (Sorianello 2006).
di proprietà fonologiche indipendenti           La segmentazione in unità discrete del
(cfr. Bertinetto & Magno Caldognet-             parlato risulta essere un argomento
to 1993).                                       ancora molto dibattuto dagli studiosi
  Tra le correnti più autorevoli in             di prosodia. La questione, alquanto
quest’ambito, come noto, ha avuto par-          controversa, è stata approfondita da
ticolare successo il modello autoseg-           molti con soluzioni varie e con una
mentale, che si basa sulla distinzione tra      diversa attenzione alle corrisponden-
bersagli tonali organizzati in un livello       za tra le strutture frastiche della lingua
indipendente, pur ancorato a determi-           scritta e le soluzioni enunciative del
nate posizioni di quello segmentale.            parlato (cfr. Cresti & Moneglia 2005).
L’intonazione è qui intesa come l’in-             Sorianello (2006) distingue tra criteri
terdipendenza di tre componenti fono-           interni o fonologici ed esterni o fone-
logiche: una successione di movimenti           tici (melodici e temporali) per indivi-
melodici, una strutturazione metrica            duare un confine intonativo. Il segnale
degli elementi dell’enunciato e l’esisten-      più evidente di una frattura prosodica
za di regole di associazione tra eventi         è dato da una variazione del contor-
melodici e temporali (modello AM, v.            no melodico terminale, per via di un
Sorianello 2006).                               segnale intonativo più marcato (non
  Negli ultimi decenni il bisogno di            solo ascendente o discendente).
una trascrizione che rendesse visibi-             La premessa che sottostà alle anali-
li queste regole ha dato origine alla           si di C-ORAL-ROM è, invece, che il
nascita di vari sistemi di annotazio-           parlato sia diviso in unità delimitate sì
ne prosodica che hanno portato a                da varie possibilità di realizzazione dei
concentrare l’attenzione su fatti lo-           confini, ma definite in relazione all’e-
cali la cui discretezza è stata spesso          secuzione di determinati atti linguistici.
testata con rigorose procedure di                 Una pausa prosodica non coincide
manipolazione e verifica percettiva             sempre con la fine di una frase, ben-
(Gili Fivela 2008).                             sì si distinguono unità terminali e non
                                                terminali. Un enunciato può quindi

                                                                                       11
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                 R. Cosentino

re formato da più unità non terminali,         Sorianello (2006) distingue tra pause
segmentate da pause e fenomeni di de-        silenti e sonore, in cui con la prima
marcazione. Una pausa prosodica vie-         si intende una momentanea interru-
ne percepita dall’interlocutore come         zione della catena fonica, e con la se-
la fine di atto linguistico ben riuscito,    conda fenomeni di vocalizzazione o
ma un parlante è capace di distinguere       di prolungamento vocalico frequenti
negli enunciati unità di livello inferiore   nel parlato, dovuti alla respirazione o
come l’unità intonativa o l’unità tona-      all’enfasi di una parte del discorso. Le
le. Cresti & Moneglia (2005) adottano        pause sarebbero dovute a due fatto-
tre definizioni operative maggiori per       ri principali, ovvero la lunghezza del
distinguere le unità prosodiche:             costituente sintattico e il tempo d’e-
                                             secuzione. Anche Bertinetto & Ma-
     • pausa prosodica: variazione           gno Caldognetto (1993) definiscono
     del flusso discorsivo tale da sug-      le pause come silenti o vocalizzate
     gerire la segmentazione in unità        (ehm, hm).
     prosodiche discrete;                      La durata delle pause risulta essere
     • unità terminali (UT): unità           importante nell’analisi del parlato,
     delimitate da un segnale che un         in quanto quasi sistematicamente le
     parlante competente percepisce          pause più lunghe si trovano come
     come conclusivo;                        confine di unità terminali, a differen-
     • unità non terminali (UnT):            za delle pause più corte che si riscon-
     unità delimitate da un’interru-         trano più spesso tra i confini di unità
     zione che un parlante compe-            non terminali.
     tente considera non conclusiva.           Tuttavia, come mostrano anche i dati
                                             qui discussi, non vale il contrario: una
  Come già accennato, le pause fun-          pausa terminale può anche corrispon-
gono principalmente da delimitatori          dere a una breve interruzione oppure,
delle unità terminali. Se per il parlato     persino, a un semplice segnale di rot-
letto si possono presentare pause più        tura non segnalato da pause.
o meno prevedibili, questo cambia in           Tutto questo vale ovviamente a con-
presenza di parlato spontaneo. Infatti       dizione che si stia analizzando il par-
in quest’ultimo le pause possono pre-        lato di adulti nativi particolarmente
sentarsi più frequentemente per via di       abituati a pianificare il loro parlato e a
problemi di pianificazione del discor-       produrlo senza troppi incidenti esecu-
so, accompagnate da fenomeni quali           tivi che si presentano invece in parti-
ripetizioni, false partenze e altri (Ber-    colar modo nel parlato di apprendenti
tinetto & Magno Caldognetto 1993).           stranieri.

12
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

   Attraverso una classificazione del-          to, a cui corrispondono: la protonia,
le pause per durata e per tipo (v. Ro-          l’andamento che prelude allo sviluppo
mano et alii in questo numero) si può           melodico finale, e la tonia, l’andamen-
svolgere un’analisi di tipo quantitativo        to in corrispondenza dell’ultima sillaba
su diversi indici (Bertinetto & Magno           accentata1.
Caldognetto 1993). Uno di questi è la             Anche Romano & Milletto (2010) ri-
velocità di eloquio (speech rate) che può       assumono i termini con cui distinguere
essere misurato con metodi diversi e            preliminarmente tra le modalità ricono-
può aiutare a relativizzare le valutazio-       scibili (e suggeriscono occasionalmente
ni sulle durate.                                le relazioni con alcune funzioni svolte
                                                nello scritto dalla punteggiatura). Le
1.3. Concetti operativi: tipi intonativi        diverse modalità dell’italiano sono l’in-
  Se l’annotazione delle pause, e la            tonazione assertiva, l’intonazione inter-
scelta di discriminare tra unità ter-           rogativa, di cui fanno parte le domande
minali e non, è un fatto di percezio-           k, domande sì/no, le domande-coda e
ne o di categorizzazione in base a              le domande alternative. Altre modalità
soglie, l’etichettatura dei vari tipi di        intonative sono l’esclamativa (con pro-
unità riguarda invece criteri lingui-           fili melodici molto variabili e combina-
stici più specifici (Cresti & Moneglia          bili con quelli delle altre in un modello
2005, Romano 2018, in rif. a Delat-             sovrapposizionale), la sospensiva, la
tre 1966).                                      continuativa maggiore, la continuativa
  Una delle funzioni svolte dall’intona-        minore (che scandisce il discorso con
zione è infatti quella modale, grazie alla      fenomeni che possono situarsi al rango
quale si può discernere il tipo di unità        di unità tonali), oltre alle parentetiche,
enunciativa prodotta dal parlante.              con valore di commento o inciso, agli
  Mentre la tradizione britannica               echi e all’appendice.
(O’Connor & Arnold 1961) cerca di                 Oltre a quella modale, all’intonazio-
raccogliere sotto le forme delle curve          ne si attribuisce una funziona infor-
le varie funzioni, Delattre (1966) di-          mativa, in quanto la curva melodica
stingue varie modalità intonative e le          contribuisce a identificare la funzione
fa coincidere con curve schematiche             comunicativa di una certa unità infor-
che lasciano adattare i loro profili me-        mativa. Tale unità non ha un rapporto
lodici alla complessità del testo.              univoco con la struttura sintattica, poi
  In modo distinto, l’analisi di L. Cane-
pari (sin da Canepari 1985) si basa sul         1.
                                                  Sulla base di questi criteri troviamo tre to-
concetto di intonia, ovvero la misura           nie fondamentali: conclusiva, interrogativa e
dell’estensione intonativa dell’enuncia-        sospensiva.

                                                                                            13
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                  R. Cosentino

ché può coincidere con un intero enun-         2. Dati e metodo di analisi
ciato o con un gruppo meno esteso di             Per il presente studio sono state
parole. In generale, si fa riferimento alle    analizzate produzioni orali di parla-
categorie di tema e rema o topic e comment     to letto da 24 apprendenti anglofo-
o ancora dato e nuovo (Sorianello 2006).       ni (14F, 10M; età media = 19 anni,
Inoltre, molto spesso all’interno di           range = 18-46), frequentanti il cor-
uno scambio comunicativo, una parte            so di lingua italiana straniera presso
dell’enunciato viene posta in eviden-          l’Università Strathclyde di Glasgow
za per specifici bisogni informativi o         e registrati nel 2017 dalla Dott.ssa
contrastivi in base al contesto, grazie        Marta Mois per un progetto di ri-
alla focalizzazione intonativa (Romano         cerca in corso di svolgimento pres-
& Milletto 2010).                              so il Laboratorio di Fonetica Speri-
                                               mentale «Arturo Genre» (LFSAG).
1.4. Intonazione di apprendenti LS             Al momento della registrazione, gli
   Nell’insegnamento dell’italiano come        studenti frequentavano corsi di livel-
L2 o LS, i tratti prosodici sono spes-         lo diverso, da cui derivano dati abba-
so trascurati o non inclusi nel sillabo        stanza eterogenei.
didattico (si vedano vari contributi in          Per definire un adeguato profilo lin-
Busà & Stella 2012).                           guistico sono stati somministrati dei
   Gli apprendenti creano un’interlingua       questionari anonimi a ogni parteci-
in cui, insieme a elementi della gram-         pante da cui sono emersi i seguenti
matica, vengono riprodotti il ritmo e          dati: 9 di loro hanno studiato italiano
l’intonazione della lingua materna o co-       per circa un semestre, 8 per circa un
munque caratteristiche distanti da quelli      anno, 6 per più di un anno. In media
tipici e funzionali della lingua bersaglio.    studiano italiano per 3 ore settimana-
L’intonazione è un elemento proble-            li. Alcuni di essi (19) hanno passato 1
matico durante l’acquisizione non solo         anno o più in Italia e 15 di essi hanno
nella produzione ma anche nella perce-         dichiarato di conoscere altre lingue
zione della seconda lingua come stanno         romanze, tra cui francese e spagnolo
mostrando sperimentalmente diversi             (Mairano et alii 2018).
studi dell’ultimo decennio (tra gli altri,       In situazioni analoghe, ma in di-
De Meo & Pettorino 2011)2.                     verse sedi universitarie italiane, sono
                                               stati registrati i campioni relativi alla
2.                                             lettura dello stesso testo da parte di
   L’argomento aveva sollecitato vari lavori
già nel corso el Novecento, come mostra
                                               parlanti italofoni madrelingua. An-
la rassegna di fonti offerta da Romano &       che questi campioni fanno parte di
Giordano (2017).                               un allestimento di dati disponibile

14
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

presso il LFSAG. Per fornire al let-                 Un’etichettatura multilivello come
tore un confronto tra la variazione                quella utilizzata in questo lavoro ha
presente nei dati dei madrelingua                  richiesto varie operazioni tra cui: la
(da qui in avanti IT) e quelli degli               trascrizione, in un primo livello, de-
apprendenti anglofoni (AP), sono                   gli elementi analizzati, ivi compresi
state scelte registrazioni di parlanti             quelli verbali non-lessicali come errori
italofoni che fossero caratterizzate               di pronuncia, false partenze, tronca-
da una certa variabilità regionale e               menti, pause etc., segnalati attraverso
stilistica. I campioni sono quindi                 etichette univoche e quanto più tra-
quelli offerti da cinque parlanti ita-             sparenti (ad es. pausa breve =  e
lofoni provenienti rispettivamente                 pausa lunga = )3.
da: Bitonto (BA) = IT1, Reggio Ca-                   Le produzioni dei parlanti sono state
labria = IT2, Torino = IT3, Treviso                etichettate quindi a un livello di analisi
= IT4 e Viterbo = IT5.                             enunciativa, distinguendo unità proso-
  Entrambi i gruppi di parlanti erano              diche terminali e non terminali.
stati invitati a leggere il testo esopico            Una volta concluso il lavoro di eti-
de «la tramontana e il sole» usato per             chettatura, per rendere le informazioni
l’allestimento dell’archivio vocale di             meglio analizzabili, i dati dei Textgrid
De Iacovo & Romano (2017).                         sono stati esportati in un foglio elet-
  Questo testo ha il pregio di essere              tronico (Microsoft Excel).
strutturato in modo da indurre un cer-
to numero di unità enunciative di tipo             3. Risultati
dichiarativo, continuativo maggiore (e,              Il punto di partenza per questa mia
più opzionalmente, minore), parente-               breve analisi quantitativa dei dati rac-
tico e interrogativo polare.                       colti è rappresentato sicuramente dal
  Le registrazioni di entrambi i grup-             confronto tra il numero di unità ter-
pi AP e IT sono state analizzate, tra-             minali e non terminali dei due gruppi.
scritte e annotate attraverso il software            I numeri totali dei segmenti intona-
Praat.                                             tivi sono abbastanza eterogenei tra di
                                                   loro con una media di 40, all’interno
3.
   Sono stati annotati anche fenomeni vocali       di un range che va da un minimo di
non verbali come le inspirazioni prodotte          24 per il parlante n. 8 (il quale afferma
durante le registrazioni; così come altri rumori   di aver studiato italiano per 6 anni),
provenienti dal parlante o dall’ambiente           e un massimo di 58 per il parlante
esterno. Le specifiche di annotazione sono
quelle offerte nel documento disponibile           n. 11 (che dichiara di aver studiato
all’indirizzo:    www.lfsag.unito.it/materiale/    italiano solo per 1 anno). Ciò che è
ROMANO_2008_inventari_sonori_CDE.pdf.              importante sottolineare è l’evidente

                                                                                          15
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                             R. Cosentino

discrepanza tra il numero di unità                         In termini numerici complessivi
terminali e non terminali all’interno                    per il gruppo di parlanti IT si han-
di ognuna delle riproduzioni, infatti                    no invece: 6±3 , 3±2 
nella maggior parte dei casi, il parlato                 e una percentuale di parlato pari
risulta poco fluente e ricco di pause                    all’85±4%, con valori inferiori, di-
con una lettura altamente frammen-                       scosti da quelli degli altri, solo per il
tata. Infatti, le unità terminali sono                   parlante IT1 (che presenta anche un
in netta superiorità rispetto alle non                   numero di pause significativamente
terminali, anche quando il periodo                       maggiore, rispetto agli altri madre-
potrebbe essere letto senza nessun                       lingua).
tipo di scansione. Ciò risulta eviden-                     Dopo aver segmentato le catene
te se si analizza il numero di pause                     foniche, individuato le pause ed eti-
di ciascun parlante e soprattutto lo si                  chettato le unità come terminali (UT
confronta con i numeri del gruppo                        = //) o non terminali (UnT = /),
AP (cfr. Mairano et alii 2018: 127). In                  sono state distinte secondo i tipi già
quel caso si era registrato infatti una                  menzionati in precedenza, a secon-
media di 57±3  e di 6±4                          da del loro andamento melodico.
con una percentuale di parlato pari                        Innanzitutto,     per       ricollegar-
al 71±6%.                                                ci all’analisi fatta sulla scansione

Fig. 1a. – Numero di unità terminali e non terminali per ciascun parlante gruppo AP.

16
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

Fig. 1b. Numero di unità terminali e non terminali per ciascun parlante gruppo IT.

delle catene intonative, propo-                           da un anno) e un minimo di 15 su
niamo in Fig. 1 a&b grafici rias-                         un totale di 20 per il parlante 23 (22
suntivi riguardanti il numero di                          anni, studia italiano da 4 anni e ha
unità terminali e non terminali di                        trascorso un anno in Italia).
ciascun parlante dei due gruppi.                            Molto più equilibrati i dati del grup-
  Come è facilmente comprensibile,                        po IT, i quali sembrano interrompere
il gruppo AP si differenzia molto dal                     meno le catene foniche e bilanciare tra
gruppo IT per il tipo di costruzione                      unità terminali e non terminali, fatta
prosodica degli enunciati. Infatti,                       eccezione per il parlante IT1 che si
per il primo è possibile notare come                      interrompe più spesso e produce più
le unità di tipo terminale siano net-                     unità terminali rispetto agli altri par-
tamente superiori a quelle non ter-                       lanti IT.
minali; questo indica una maggiore
frammentazione del parlato e, come                        3.1. L’indice ICP
visto sopra, la maggiore presenza                           L’indice di costruzione prosodica
di pause. Le prestazioni dei parlan-                      (ICP) ci consente di avere un’idea più
ti AP si differenziano non poco tra                       precisa sul modo in cui i parlanti co-
di loro con un massimo di 55 uni-                         struiscono gli enunciati (v. tabelle rias-
tà terminali su un totale di 58 per il                    suntive seguenti).
parlante 11 (18 anni, studia italiano
                                                                                                 17
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                             R. Cosentino

 Tabella riassuntiva ICP gruppo AP.
 4
                                                        Tabella riassuntiva ICP gruppo IT.
                 Indice di costruzione                  Parlante      Indice di costruzione
 AP00                     1,23                          IT1                   1,43
 AP01                     1,63                          IT2                   2,09
 AP02                     1,15                          IT3                   3,14
 AP03                     1,06                          IT4                   1,86
 AP04                     1,24                          IT5                   1,79
 AP05                     1,12
 AP06                     1,05
 AP07                     1,23
 AP08                     1,18                           Complessivamente, quindi il gruppo
 AP09                     1,25                         AP presenta un indice di 1,23±0,20,
 AP10                     1,11                         con una distribuzione distinta rispet-
 AP11                     1,07                         to a quella dei nativi, IT, che si disper-
 AP12                     1,15                         de su valori individuati da un interval-
 AP13                     1,50                         lo 2,06±0,65.
 AP14                     1,11
                                                         Per scendere più nel dettaglio, è ne-
 AP15                     1,15
                          1,15
                                                       cessario analizzare il tipo di enuncia-
 AP16
 AP17                     1,08                         to prodotto dal parlante o meglio, la
 AP18                     1,00                         composizione delle UT in base alle
 AP19                     1,41                         UnT contenute (v. Fig. 2 per il grup-
 AP20                     1,52                         po AP).
 AP21                     1,07
 AP22                     1,29
 AP23                     1,77

Fig. 2. Grafico riassuntivo N. UnT per UT gruppo AP.

18
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

Fig. 3. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 7, 15, 16, 19, 20, 22, 23 gruppo AP.

  Come si può constatare, per il grup-                  divise per l’ultimo, forse dovuti a un
po AP prevalgono nettamente gli                         profilo sociolinguistico abbastanza
enunciati formati da una sola unità                     omogeneo tra loro. Infatti i parlanti 10
terminale, conseguenza della scansio-                   e 18 hanno 18 anni, mentre il 17 ne
ne più incalzante per le ragioni che                    ha 46, tutti hanno studiato italiano per
sono state trattate precedentemente.                    due semestri senza mai aver trascorso
  Il parlante 18 (18 anni, ha studiato 2                un periodo di tempo in Italia.
semestri italiano) è l’unico a produrre                   Al contrario i parlanti 13, 20 e 23 si
soltanto unità terminali, con un ICP pari               distinguono per il basso numero di UT
a 1 e un totale di 26  e 21 ; di                indivise; rispettivamente 12, 13 e 104.
contro il parlante 23 (22 anni, studia da                 I parlanti che producono più unità ter-
4 anni italiano e ha trascorso un anno in               minali di 2 unità non terminali, sono co-
Italia) sembra essere il più equilibrato tra            loro dei quali abbiamo appena parlato.
gli altri, producendo 10 UT da 1 UT, 2                    Ciò che è interessante approfondire
UT da 2 UnT, 4 UT da 3 UnT e 4 UT                       sono le somiglianze tra i parlanti, cioè
da 4 UnT, con un ICP di 1,77, la pro-                   quando presentano modalità quanti-
duzione risulta in questo modo più na-
turale senza troppe interruzioni dovute
                                                        4.
a una limitata sicurezza linguistica.                     I parlanti 23 e 20 sono accumunati dalle stes-
                                                        se caratteristiche ovvero, hanno 22 anni, stu-
  I parlanti 10, 17 e 18 sembrano pro-                  diano italiano da 4 e hanno trascorso un anno
durre risultati molto simili con 48 UT                  in Italia, mentre il parlante 13 ha 23 anni e stu-
indivise per i primi due e 43 UT in-                    dia italiano da un anno.

                                                                                                           19
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tativamente simili di costruzione de-                  numero elevato, rispetto agli altri, di UT
gli enunciati.                                         indivise (rispettivamente: 11, 14, 10 e 10).
  Già solo per quanto riguarda il pri-                   Per un’analisi più dettagliata dei dati
mo enunciato del testo analizzato «Un                  del gruppo AP, sarebbe interessante
giorno il vento di tramontana e il sole                sottoporre questi dati a un’analisi di
discutevano su chi dei due fosse il più                correlazione rispetto al tempo trascor-
forte, quando videro arrivare un pas-                  so in Italia o altre variabili come quel-
sante con addosso un mantello», i 24                   le individuate da Flege et alii (1997).
parlanti anglofoni scelgono di costruire               Come mostra il grafico in Fig. 3, infatti,
la frase in modi molto diversi tra loro.               il gruppo risulta essere più omogeneo
  In generale i parlanti 2 (18 anni, studia            rispetto all’insieme di tutti i parlanti.
italiano da un semestre e mezzo), 9 (31                  Per conferma, risulta utile calcolare
anni, studia italiano da 1 semestre) e 18              la deviazione standard per il dato UT
(18 anni, studia italiano da 2 semestre)               da 1 UT del gruppo intero e del sot-
pronunciano soltanto UT indivise (ri-                  togruppo. La deviazione standard del
spettivamente 6, 9 e 8). I parlanti 10 (18             gruppo è di 12,18, mentre invece del
anni, studia italiano da due semestri), 11             sottogruppo selezionato è di 9,66. Il
(18 anni, studia italiano da due semestri),            primo dato è più alto rispetto al se-
17 (46 anni, studia italiano da due seme-              condo, a dimostrazione del fatto che
stri) e 21 (19 anni, studia italiano da 3              il gruppo intero presenta una eteroge-
semestri), presentano un contesto socio-               neità maggiore al suo interno.
linguistico omogeneo e producono un                      Sono stati creati ulteriori sotto-

Fig. 4. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9 del gruppo AP.

20
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

gruppi considerando come variabile                          altri per il numero nettamente inferio-
il livello linguistico e quindi quanti                      re di UT indivise.
semestri abbiano studiato italiano. Il                        Il grafico di Fig. 6 mostra infine gli
grafico di Fig. 4 è relativo ad esem-                       apprendenti che hanno studiato italia-
pio agli apprendenti che hanno stu-                         no per più di tre semestri.
diato italiano per un solo semestre.                          Il sottogruppo dei parlanti con più di
  Come è evidente, il sottogruppo mo-                       tre semestri di studio dell’italiano pre-
stra una grande varietà di risultati al suo                 senta in generale meno UT indivise
interno con una deviazione standard di                      con una deviazione standard di 10,01.
7,69 per le UT indivise. Gli apprenden-                       In generale nei vari sottogruppi ana-
ti che producono il minor numero di                         lizzati, le prestazioni migliori sono
UT indivise sono il 2 e il 9. La maggior                    prodotte dai parlanti che hanno vis-
parte di loro non va oltre UT da 3 UnT,                     suto più o meno tempo in Italia, a
con un indice di costruzione inferiore.                     prescindere dai mesi di studio della
  In Fig. 5 proponiamo, invece, un al-                      lingua. Si può ipotizzare che le compe-
tro sottogruppo con i parlanti che han-                     tenze prosodiche si acquisiscano me-
no studiato italiano per due semestri.                      glio avendo avuto contatti con parlanti
  Anche all’interno di questo sotto-                        madrelingua, considerato che il tempo
gruppo AP notiamo una grande varie-                         riservato all’insegnamento della pro-
tà di costruzione delle unità intonative,                   sodia nei corsi di italiano per stranieri
con una deviazione standard di 12,74.                       è spesso molto limitato.
Il parlante 13 si distacca rispetto agli                      Passiamo adesso al gruppo IT (Fig.

Fig. 5. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18 del gruppo AP.

                                                                                                                 21
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                                    R. Cosentino

Fig. 6. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per i parlanti 8, 19, 20, 21, 22, 23 del gruppo AP.

7), di seguito lo stesso grafico riassun-              tra loro e anche rispetto al gruppo IT.
tivo per il gruppo IT. Come si può                       I tipi intonativi maggiormente uti-
notare, qui i numeri sono nettamen-                    lizzati da entrambi i gruppi sono si-
te inferiori soprattutto per quel che                  curamente le continuative maggiori
riguarda le UT indivise. Le produ-                     e minori e le dichiarative, fatta ecce-
zioni risultano molto più omogenee                     zione per le parentetiche utilizzate si-
con una deviazione standard di 4,76.                   stematicamente solo dai parlanti IT5.
  Un discorso a parte va fatto per il tipo               Le UT del gruppo AP sono chiuse
di UT prodotte dai gruppo AP e IT.                     da unità di tipo /Da/ per il 18%, inve-
Infatti, come spiegato precedentemen-                  ce da /CT/ o /ct/ per l’82%. Il dato
te, una delle funzioni principali dell’in-             nettamente maggiore di chiusure con
tonazione è quella modale, cioè quella                 /ct/ o /CT/ mostra come gli appren-
attraverso la quale il profilo melodico                denti anglofoni non usino lo schema
individua il tipo di unità intonativa.                 intonativo più frequente in italiano,
  L’unico caso in cui gli apprendenti si               ovvero enunciati aperti da continuati-
comportano allo stesso modo è quel-                    ve e chiusi da dichiarative. I parlanti 10
lo delle due interrogative finali «Ti è
                                                       5.
piaciuta la storiella?» e «Vuoi che te la                Gli apprendenti del gruppo AP presentano,
racconti di nuovo?». Tutti i partecipan-               invece, una continuativa minore o maggiore,
                                                       non percependo evidentemente la differenza
ti del gruppo AP producono le frasi                    con un’informazione che i madrelingua intona-
citate come interrogative seppur con                   no come parentetica (delimitata nello scritto da
profili melodici leggermente diversi                   virgole prima e dopo).

22
Modalità di costruzione ritmico-intonativa...

Fig. 7. Grafico riassuntivo del numero di UnT per UT per il gruppo IT.

(18 anni, studia italiano da due semestri),             danti il numero delle UT e delle UnT.
11 (18 anni, studia italiano da due seme-                 I parlanti mostrano dati molto diver-
stri), 17 (46 anni, studia italiano da due              si tra loro per le UT chiuse da /Da/
semestri) e 18 (18 anni, studia italiano da             o /CT/ ma, con lo stesso ordine di
due semestri) sono quelli che chiudono le               grandezza del gruppo intero AP, pre-
unità intonative più di 40 volte con /ct/               sentano soltanto un 26% delle UT che
o /CT/ (rispettivamente 44, 49, 45, 40).                si concludono come assertive e il 74%,
Al contrario, i parlanti 8 (19 anni, studia             invece, come continuative.
italiano da 4 semestri), 13 (23 anni, studia              Al contrario, le UT del gruppo IT
italiano da 2 semestri) e 23 (22 anni, studia           sono chiuse da assertive per il 67%,
italiano da 4 anni e ha trascorso 1 anno in             mentre da continuative per il 33%.
Italia) interrompono le unità intonative                  Nel caso dei parlanti IT è però im-
con schemi continuativi per meno di 10                  portante sottolineare che le percen-
volte (rispettivamente 9, 9 e 7).                       tuali risultano fortemente variabili alli-
  È interessante notare come, cre-                      vello individuale: il parlante di Bitonto
ando un sottogruppo formato dagli                       (IT1) produce 11 delle 19 UT chiu-
apprendenti che hanno trascorso del                     dendole come continuative; al contra-
tempo in Italia o che hanno familia-                    rio, ad esempio, il parlante di Torino
rità con italiani madrelingua, i risulta-               (IT3) non chiude mai nessuna UT con
ti siano molto eterogenei all’interno                   un segmento di tipo /CT/6.
dello stesso sottogruppo a differenza                   6.
                                                          Anche per quanto riguarda i diversi tipi di UT,
dei dati studiati in precedenza riguar-                 le occorrenze di /ct/ e /CT/ mostrano numeri

                                                                                                     23
Bollettino LFSAG 2020, n. 5                                                         R. Cosentino

3.2. Altri indici di connessione: il RF               piamento mantenuto avrebbe potuto
  Come intuito, già da più di un secolo,              sollecitare e fornire indizi di maggio-
da Camilli (1909, 1911), il raddoppia-                re coesione, giustificando una mag-
mento fonosintattico (RF) o cogemi-                   giore estensione o un maggior grado
nazione è un fenomeno in grado di as-                 di costruzione dell’unità prosodica. I
sicurare la coesione interna delle unità              raddoppiamenti sono stati annotati su
intonative.                                           Praat in vista di un’analisi quantitati-
  Ovviamente, trattandosi di un feno-                 va che mostrasse per ogni parlante del
meno al quale non si accorda alcuna                   gruppo AP, quanti RF erano realizzati
riflessione metalinguistica e, quindi,                e in che posizione.
nessun insegnamento esplicito, la sua                   I parlanti che realizzano più RF sono
presenza come indice della coesione o                 gli apprendenti 2, 3, 19, 20 e 22. Al
della segmentazione del parlato di ap-                contrario, i parlanti 8, 13, 14 e 15 non
prendenti stranieri dev’essere conside-               sembrano realizzare alcun raddoppia-
rata con molta cautela7.                              mento, presentando in generale rese
  Un’analisi è stata condotta studiando               dubbie per tutte le geminate.
in particolar modo le posizioni in cui                  I raddoppiamenti presenti nelle pro-
il fenomeno avrebbe potuto verificarsi                duzioni del maggior numero di ap-
ed essere notato e riprodotto nelle let-              prendenti sono quelli di «a fargli»; di
ture degli apprendenti.                               «a soffiare»; di «ma più»; di «a sua» e
  Lo scopo era di capire se la coesione               di «a togliersi» (quindi prevalentemen-
tra le unità non terminali poteva corre-              te dopo aRF e con parole inizianti per
lare con le condizioni di applicazione                occlusiva o costrittiva sorda).
del raddoppiamento fonosintattico. In                   Per «a soffiare» e «a sua» nessun par-
questi casi, la presenza di un raddop-                lante ha prodotto interruzioni. Nel
                                                      caso di «a fargli» e di «ma più» soltanto
superiori, come prevedibile, a quelli delle /Da/.     il 13% degli apprendenti ha prodotto
L’argomento merita di essere approfondito più
dettagliatamente in altra sede, dopo aver chiari-
                                                      una pausa tra le due parole. Invece per
to le modalità con cui operare una distinta clas-     «a togliersi», più di un quarto degli ap-
sificazione tra continuative e dichiarative seriali   prendenti considerati ha prodotto una
o, comunque, con chiari tratti di serialità (come     pausa tra le parole.
suggerito da uno dei relatori dell’elaborato da
                                                        Per poter osservare se un maggior
cui si trae questo contributo).
7.                                                    numero di raddoppiamenti mantenuti
   In realtà è il fenomeno dell’opposizione quan-
titativa tra consonanti scempie e geminate nella
                                                      corrispondesse a una maggiore coesio-
sua interezza che andrebbe qui discusso; so-          ne, abbiamo confrontato i dati analiz-
prattutto se si considera che questa distinzione      zati per ciascun parlante, in particolare
nella lingua degli apprendenti (l’inglese) non è      la frequenza dei RF mantenuti, il nu-
funzionale.
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