Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo

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Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo
Fondazione
Musei
Civici
di Venezia
—
Palazzo Mocenigo

                   ITA
Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo
Il
                               Nella pianta di Jacopo de’ Barbari (1500)         Pietro (1474-76),
                               si ha documentazione dell’edificio che            Giovanni (1478-85),
                               all’epoca si presentava a base pressoché          Alvise I (1570-77; fu il doge vincitore di

Palazzo.
                               quadrata con cortile al centro. In seguito il     Lepanto),
                               palazzo venne progressivamente ampliato           Alvise II (1700-1709),
                               (i discendenti di Nicolò acquistarono delle       Alvise III (1722-32),
                               proprietà adiacenti la loro) e ristrutturato.     Alvise IV (1763-78).
                               L’aspetto che conserva attualmente                Tra i membri della famiglia Mocenigo
LA STORIA                      risale probabilmente all’inizio del XVII          numerosi furono procuratori, ambasciatori,
                               secolo, ma non si ha alcuna notizia circa i       capitani, ecclesiastici e uomini di lettere.
                               tempi di esecuzione e non se ne conosce           Il ramo principale della famiglia abitava
                               l’architetto.                                     i palazzi di San Samuele, e agli inizi del
                               Le due facciate esterne, sulla strada             Seicento il ramo discendente da Nicolò
                               (salizàda) e sul canale di San Stae, sono         Mocenigo, fratello del Doge Alvise I, si
                               caratterizzate dalle ampie “serliane”,            stabilì nel Palazzo di San Stae
                               finestre ricorrenti nell’architettura             —
                               veneziana del XVII/XVIII secolo. Si tratta        Il Museo di Palazzo Mocenigo
                               di trifore con l’apertura centrale ad arco e
                               le due laterali più basse a trabeazione, che      Nel 1945 il Palazzo Mocenigo di San
                               consentono, tra l’altro, l’alternarsi di piani    Stae, con l’archivio e parte degli arredi, fu
                               nobili e ammezzati.                               donato per disposizione testamentaria
                               La prima presenta nella parte centrale            al Comune di Venezia da Alvise Nicolò,
                               tre serliane sovrapposte collegate da             ultimo discendente della nobile famiglia
                               mensoloni sansoviniani (motivo questo             veneziana, affinché venisse utilizzato
                               che si ripete anche nelle finestre laterali);     “per Galleria d’Arte, a completamento
                               l’ala di sinistra si prolunga rendendo così       del Museo Correr“. Sul finire degli anni
                               l’insieme non simmetrico e presenta inoltre       Settanta, alla morte della moglie Costanza
                               una parte più bassa rispetto al corpo             Faà di Bruno, pervenirono ai Musei Civici
                               principale; la zoccolatura è a bugnato.           di Venezia le stanze del primo piano nobile
                               La seconda facciata ha i portoni                  con le decorazioni ad affresco e gli arredi,
                               architravati e le serliane solo nei due piani     per lo più settecenteschi.
                               nobili; le finestre laterali sono suddivise       Nel 1985, dopo consistenti interventi di
                               in modo da creare un doppio ordine di             restauro, l’appartamento Mocenigo venne
                               stanze e la struttura principale è affiancata     aperto al pubblico come museo, senza
                               da un’ala notevolmente più bassa, con al          peraltro perdere il fascino e l’atmosfera
                               piano nobile una serliana. Il prospetto sulla     della casa vissuta. Nello stesso anno venne
                               salizada rispecchia un gusto più tardo            istituito a palazzo Mocenigo il Centro
                               rispetto a quello sul canale, presentando         Studi di Storia del Tessuto e del Costume,
                               delle linee seicentesche.                         ospitando le ampie collezioni tessili e di
                               Il prospetto sulla strada, da cui oggi            abiti antichi dei Musei Civici – provenienti
                               si accede al palazzo, evidenzia un                soprattutto dalle raccolte Correr,
                               prolungamento sul lato sinistro, frutto di        Guggenheim, Cini, Grassi – e una biblioteca
                               acquisizioni di edifici adiacenti. La struttura   specializzata, sempre aperta, in cui spicca
                               interna è quella tipica delle abitazioni          l’importante raccolta di oltre 13.000 figurini
                               patrizie veneziane, con il grande salone          dal ‘700 al ‘900.
                               centrale (pòrtego) passante e destinato           Il percorso del museo, completamente
                               alle funzioni di rappresentanza, ai cui lati si   rinnovato e ampliato nel 2013, si snoda
                               affacciano le altre stanze.                       in venti sale al primo piano nobile,
                               Abitato dai Mocenigo fino a tempi recenti,        raddoppiando le aree espositive aperte nel
                               il palazzo conserva al primo piano nobile         1985. L’ambiente nel suo insieme evoca
                               affreschi e arredi di gusto rococò o              diversi aspetti della vita e delle attività
                               neoclassico risalenti perlopiù alla seconda       del patriziato veneziano tra XVII e XVIII
                               metà del Settecento. Di particolare rilievo       secolo, ed è popolato da manichini che
                               gli affreschi dei soffitti realizzati nel 1787    indossano preziosi abiti e accessori antichi
                               per le nozze del nipote di Alvise IV con          appartenenti al Centro Studi di Storia del
                               Laura Corner, come quelli di Jacopo               Tessuto e del Costume.
                               Guarana (Verona, 1720 – Venezia, 1808),           Moda e costume, con particolare
                               Giambattista Canal (Venezia, 1745 – 1825)         riferimento alla storia della città,
                               e Giovanni Scajaro (att. Seconda metà sec.        caratterizzano dunque da subito la ricerca
                               XVIII). Notevoli anche le porte in radica e le    e l’attività espositiva del museo, nel
                               cornici in legno intagliato e dorato.             contesto ambientale del palazzo gentilizio
                               —                                                 dei Mocenigo.
                               I Mocenigo                                        —

                               Palazzo Mocenigo di San Stae (traduzione
                               dialettale di Sant’Eustachio) fu abitato per
                               secoli da un ramo della famiglia Mocenigo,
                               una delle più prestigiose del patriziato
                               Veneziano.
                               Da questa illustre famiglia, originaria
                               secondo alcuni dalla Lombardia, secondo
                               altri di Aquileia, provengono ben sette Dogi:
Ingresso di Palazzo Mocenigo   Tommaso (1414-23),
                                                                                                                             1
Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo
I
                                                Il percorso – completamente rinnovato                  storia del costume veneziano, quello del
                                                e ampliato nel 2013 – si snoda in venti                profumo, finora poco studiato, mettendo
                                                sale al primo piano nobile, raddoppiando               in luce il ruolo fondamentale della città

percorsi
                                                le aree espositive aperte nel 1985. Con                nelle origini di questa tradizione estetica,
                                                un allestimento concepito da Pier Luigi                cosmetica e imprenditoriale. Nelle cinque
                                                Pizzi, architetto, regista e scenografo di             sale dedicate al profumo, strumenti

museali
                                                fama internazionale, gli arredi e i dipinti            multimediali ed esperienze sensoriali
                                                del palazzo sono stati integrati con un                si alternano in un inedito percorso di
                                                gran numero di opere, provenienti da                   informazione, emozione, approfondimento.
                                                diversi settori e depositi dei Musei Civici
                                                di Venezia, con un lavoro di recupero e
                                                valorizzazione di tele e pastelli, suppellettili
                                                e vetri, mai esposti prima.
                                                L’ambiente nel suo insieme evoca
                                                diversi aspetti della vita e delle attività
                                                del patriziato veneziano tra XVII e XVIII
                                                secolo, ed è popolato da manichini che
                                                indossano preziosi abiti e accessori antichi
                                                appartenenti al Centro Studi di Storia del
                                                Tessuto e del Costume, annesso al Museo.
                                                Realizzati in tessuti operati, impreziositi
                                                da ricami e merletti, essi documentano
                                                la perizia degli artigiani del tempo e
                                                l’eleganza raffinata e lussuosa per la quale
                                                i veneziani erano famosi. Consentono
                                                inoltre di apprezzare la specificità del
                                                museo riguardo alla storia della moda e
                                                delle sue continue declinazioni evolutive,
                                                sia dal punto di vista del tessile che
                                                dell’abbigliamento.
                                                Proprio questa specificità ha ispirato
                                                la realizzazione di una nuova sezione
                                                dedicata a un particolare aspetto della

0.                       WHITE ROOM                          LABORATORIO
                                                             DEL PROFUMO
                                                             PERFUME WORKSHOP
                                                                                     1.
                                                             SALA MULTIMEDIALE
                                                             MULTIMEDIA ROOM

                                      BIBLIOTECA
                                      LIBRARY

                                        INGRESSO MUSEO
                                           MUSEUM ENTRANCE

                                                                                          0.
                                                                                          Ingresso e servizi al pubblico
                                                                                          Biglietteria, Bookshop, Shop Mavive

                                                                                          Aule didattiche

2.   10
                                                                     5
                                                                                          1.
                                                                                          Biblioteca
                                                                                 4
           9    8    7                                                                    Associazione dei Musei e dei Monumenti Veneziani
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                                                             6
                                                                                          Direzione e Uffici
     12                               Portego
                                                                                 3

          13        18                                                                    Archivio Mocenigo
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                                                                                          Sezione ‘Museo’

                                                                                          Sezione ‘Profumo’

                                                                                                                                                 2
Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo
1.
                            Portego                                         Sala 2

                            I dipinti qui esposti sono perlopiù ritratti    In questa sala i mobili settecenteschi
                            dei Mocenigo o raccontano vicende che           intagliati e laccati appartenenti al palazzo
                            li riguardano. Quattro dei grandi ritratti      sono stati abbinati a vetri soffiati muranesi
SEZIONE                     alle pareti sono di sovrani presso i quali      coevi e i dipinti alle pareti provengono
                            i Mocenigo erano ambasciatori, mentre           dalle collezioni del Museo Correr. I preziosi
MUSEO/                      i sette dogi appartenenti alla famiglia         tessuti in seta operata risalenti al XVI e
                            sono in parte ritratti sulle sovrapporte, e     XVII secolo appartengono – come tutti
LE SALE                     in parte nel lungo fregio sotto il soffitto –   quelli esposti lungo il percorso del museo
                            realizzato su modello di quello della sala      – al Centro Studi di Storia del Tessuto
ESPOSITIVE                  del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale –       e del Costume che qui ha sede, mentre
                            assieme ad altri numerosi membri illustri       tutte le porcellane cinesi provengono dal
                            del casato. Le pareti sono decorate con         Tesoro della Scuola Grande di San Rocco.
                            motivi architettonici realizzati nel 1787 da    L’affresco a soffitto risale al periodo delle
                            Agostino Mengozzi Colonna.                      nozze del nipote del doge Alvise IV con
                            —                                               Laura Corner: si riconoscono infatti le
                            Sala 1                                          figure allegoriche di Fama, Gloria e Imeneo,
                                                                            protettore del matrimonio.
                            I dipinti di questa sala appartengono           —
                            tutti a Palazzo Mocenigo e riguardano           Sala 3
                            celebri membri del ramo della famiglia
                            che qui abitava. I due dipinti di Antonio       Sul tavolo, ornato da tovaglia in merletto
                            Joli (Modena, 1700 – Napoli, 1777) sono         di Burano ad ago, e sulle console i vetri
                            ambientati a Roma e si riferiscono a Piero      muranesi settecenteschi sono soffiati e
                            Mocenigo (1632 – 1678), ambasciatore            lavorati a mano libera mentre le bottiglie
                            prima a Londra e poi nella città del Papa. I    e i bicchieri sono “a uso di Boemia”, ossia
                            pastelli di Francesco Pavona (Udine, 1695 –     soffiati, molati e decorati in oro. I mobili,
                            Venezia, 1777) ritraggono il doge Alvise IV,    tutti del XVIII secolo a eccezione del più
                            sua moglie Pisana Corner e un fratello (?).     tardo paravento, appartengono al Palazzo.
                            —                                               I dipinti alle pareti provengono dal Museo
     Sezione del ‘Museo’                                                    Correr e da Ca’ Rezzonico. L’affresco

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                                                                                         5                   4
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Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo
allegorico del soffitto allude al valore            alzate, piatti), tutti leggermente fumè,
          militare, garante della pace, della prosperità      soffiati a stampo o lavorati a mano libera.
          e del buon governo.                                 Provengono da Murano come alcuni altri
          —                                                   pezzi qui esposti e risalenti invece al XVIII
          Sala 4                                              secolo: i candelieri e la specchiera con
                                                              cornice (soaza) decorata da placche in
          I mobili ottocenteschi intagliati, laccati          vetro, amorini e racemi in smalto.
          e dorati appartengono al palazzo; i vetri           —
          che li ornano – provenienti dal museo di            Sala 8
          Murano – risalgono al XVIII secolo, tranne
          il più tardo candeliere a filigrana policroma       Sono tutti ritratti di patrizi veneti quelli
          sul tavolo. Tra i dipinti, solo la Madonna di       qui esposti, alcuni appartenenti a Palazzo
          scuola belliniana fa parte delle collezioni del     Mocenigo – come anche i mobili – altri
          palazzo, come il lampadario e le appliques          provenienti dalle collezioni del Museo
          a mazzi di fiori policromi (a”cioca”) di            Correr. Tra questi, i due originali dipinti
Sala 3    fattura muranese del XVIII secolo. Sul              su stoffa dedicati a dogi Morosini,
          pavimento in stucco alla veneziana spicca           un’altra grande famiglia veneziana. I vetri
          lo stemma Mocenigo, mentre di nuovo                 seicenteschi sulle console provengono dal
          l’affresco a soffitto allude alle nozze, con        Museo del Vetro di Murano. Gli abiti esposti
          Imeneo che scende dal cielo, la sposa dal           in questa sala sono prevalentemente da
          cuore trafitto, l’Amore, la Poesia e la fertilità   uomo: abbandonati i severi modelli cinque-
          della Primavera.                                    seicenteschi di ispirazione militaresca,
          —                                                   nel Settecento si preferiscono forme più
          Sala 5                                              sciolte e raffinate, che mutuano molti degli
                                                              elementi presenti nella moda femminile,
          Vicende belliche e intrecci familiari più o         come l’abbondante uso di pizzi e ricami.
          meno vicini ai Mocenigo sono illustrati nei         La toga era invece la veste ufficiale del
          dipinti di questa sala. La battaglia navale         patriziato: in panno nero a maniche larghe
          ricorda ad esempio uno scontro presso               foderate di rosso per i Savi, gli Avogadori e i
          l’isola di Sapienza in Grecia, tra corsari e        capi della Quarantia, rossa per i Senatori e i
          veneziani guidati da Zaccaria Mocenigo              Consiglieri ducali.
          (1634 – 1665), che preferì dar fuoco alla           —
          sua nave e morirvi piuttosto che cadere             Sala 9
          in mano al nemico. Nell’affresco a soffitto
Sala 11   coppie di figure allegoriche esplicitano            I dipinti della sala da un lato evocano
          l’apoteosi della famiglia. Notevole il              gesta e ambienti marinari, dall’altro
          lampadario originale della sala, in vetro           continuano la serie dei ritratti celebri.
          soffiato lavorato a mano libera a mazzi di          Un ottocentesco ritratto di uno dei dogi
          fiori policromi (a “cioca”), attribuito alla        Mocenigo è attorniato a sinistra da un
          più importante officina vetraria veneziana          meditabondo Gregorio XII – appartenente
          del Settecento, quella di Giuseppe Briati           alla nobile famiglia veneziana dei Correr
          (Murano 1686 – Venezia 1772).                       – e a destra da un ritratto del nobile
          —                                                   letterato Marcantonio Michiel. Sul tavolo,
          Sala 6                                              cinquecenteschi velluti cesellati sopra rizzo
                                                              (in comodato dalla Fondazione di Venezia)
          In questo saloncino decorato a stucchi              e vetri coevi soffiati a stampo o lavorati a
          policromi, ove è stata sistemata una serie          mano libera. I mobili (XVIII secolo) sono di
          di dipinti provenienti dal Museo Correr,            Palazzo Mocenigo.
          dominano i magnifici abiti settecenteschi.          —
          Per l’abbigliamento femminile si                    Sala 10
          preferiscono tessuti leggeri, dalle tinte
          chiare; le gonne sono gonfiate ai fianchi           I dipinti di Antonio Stom qui esposti
          dai paniers; gli attillati corpetti presentano      appartengono alla serie dei “Fasti di Casa
          ampie scollature e dalle maniche escono             Mocenigo”: si riferiscono alla visita della
          cascate di merletto. Nei primi decenni del          principessa Violante Beatrice di Baviera
          secolo si afferma un nuovo modello d’abito,         (1673/1731), moglie di Ferdinando de’
          che risponde a un’esigenza di maggiore              Medici, in territorio della Repubblica di
          libertà nei movimenti: l’andrienne,                 Venezia. Il carboncino sullo scrittorio ritrae
          chiamato a Venezia “andriè“, caratterizzato         Costanza, moglie dell’ultimo Mocenigo che
          da una falda a pieghe che scende dalle              abitò il Palazzo e che lo donò alla città nel
          spalle allargandosi in un ampio strascico.          secolo scorso. Le fotografie novecentesche
          —                                                   ritraggono membri del ramo Aosta
          Sala 7                                              dei Savoia. Il tavolo in fondo alla sala
                                                              ospita otto preziosi tessuti antichi, dalle
          Ancora storie dei Mocenigo in molti                 lavorazioni composite (cesellati e laminati,
          dipinti di questa sala, in cui domina la            “a inferriata”, o decorati “a camino”) e
          grande tavola apparecchiata e coperta               vetri di epoche diverse. Risalgono al XVI
          di preziosissimi tessuti antichi quattro-           secolo il piatto in filigrana e i tre secchielli
          cinquecenteschi. Tali manufatti, di                 fumè, al XVIII le alzate e i candelieri, al
          tipologie diverse, presentano in trama              XIX il calice in calcedonio, al XX la coppa.
          fili d’oro e d’argento, come si nota nella          Sette-ottocenteschi i mobili, solo in parte
          rarissima striscia in broccato allucciolato         appartenenti al Palazzo.
          qui esposta. Coevi sono i vetri (coppe,             —
                                                                                                              4
Sala 11                                          Sala 12

                                          La sala è dedicata al gilet, capo                Il lascito Mocenigo include anche
                                          dell’abbigliamento classico maschile,            un complesso di archivi gentilizi di
                                          di cui ne sono esposti oltre cinquanta           straordinaria importanza. Conservato
                                          esemplari provenienti dal fondo Cini delle       accuratamente in uno dei mezzanini del
                                          collezioni del Centro Studi di Storia del        palazzo, comprende fondi di diverse grandi
                                          Tessuto e del Costume. Il “sottomarsina”         famiglie, lungo un arco cronologico dal
                                          o “gilet” si diffonde alla fine del sec. XVII,   XI al XX secolo. Si tratta di un archivio
                                          generalmente in seta sul davanti e in lino o     di straordinaria rilevanza storica e
                                          cotone nella parte posteriore, lungo fino al     documentale, ancora poco studiato. La
                                          ginocchio e con le maniche. Nel Settecento,      sala vuole evocare tale rilievo, proponendo
                                          epoca a cui risalgono i modelli esposti          l’esposizione di una selezione di 205
                                          in questa sala, questo capo si accorcia          faldoni dell’archivio, riordinato all’inizio del
                                          oltrepassando di poco il punto di vita e         Novecento dal suo ultimo proprietario.
Jacopo Guarana, Apoteosi della famiglia   termina sul davanti con due punte. A fine        —
Mocenigo, Affresco                        secolo poi perde le maniche, acquistando
                                          talvolta il colletto e decorazioni realizzate
                                          da virtuosi ricamatori.
                                          —

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2.
                             Nelle cinque sale dedicate al profumo,            dipinti provenienti dalle collezioni del
                             perfettamente integrate nelle suggestioni         Museo Correr e di Ca’Rezzonico, tra cui un
                             espositive di tutto il museo, strumenti           Autoritratto di Lorenzo Tiepolo (Venezia,
                             multimediali ed esperienze sensoriali             1736 – Madrid, 1776), il Ritratto di Angelo
                             si alternano in un inedito percorso di            Correr di pittore veneto (sec. XVIII) e Busto
I PERCORSI DEL               informazione, emozione, approfondimento.          femminile, di ambito veneto (sec. XVIII).
                             Un video illustra il ruolo di Venezia             —
PROFUMO                      nella storia del profumo, una sala                Sala 14
                             evoca il laboratorio di un profumiere
                             cinquecentesco (muschiere). Sono                  La sala evoca il laboratorio quasi alchemico
                             esposti e si illustrano materie prime e           del profumiere, muschiere, depositario
                             procedimenti, mentre una mappa olfattiva          fin dal Cinquecento di tecniche e ricette
                             descrive le “Vie delle Spezie” percorse dagli     per la fabbricazione di saponi, olii, paste,
                             antichi veneziani.                                polveri e liquidi per profumare cose,
                             Viene presentata poi una straordinaria            persone, abiti, guanti, ambienti. Notevole
                             collezione di flaconi e boccette porta-           il cinquecentesco erbario di Pietro Andrea
                             profumo della ditta tedesca Drom,                 Mattioli, che illustra, tra l’altro, la tecnica
                             comprendente diversi materiali databili           della distillazione. Costoso e ricercato, il
                             dal medioevo ai giorni nostri, concessa per       profumo necessita di materie prime spesso
                             l’occasione in deposito a lungo termine           rare ed esotiche, di origine vegetale come
                             al museo. Infine, la visita si conclude con       il benzoino e la cannella, o animale come
                             la possibilità di sperimentare, attraverso        lo zibetto e l’ambracane. Un pannello a
                             alcune stazioni olfattive, le grandi “famiglie    parete con una mappa annusabile propone
                             olfattive” dalle quali nascono tutti i profumi.   qui le ammalianti e impervie vie percorse
                             —                                                 dagli antichi veneziani per procurarsele.
                             Sala 13                                           Strumenti otto-novecenteschi, originali
                                                                               o ricostruzioni, – come quella dei telai
                             Inizia da questa sala la sezione del museo        per estrarre dai fiori gli olii essenziali
                             dedicata a un particolare aspetto della           (enfleurage), o come il cassone pieno di
                             storia del costume veneziano, quello              sapone bianco di Venezia a impasto freddo
                             del profumo. Un video (proposto in tre            colato con procedura antica – consentono
                             lingue in successione) introduce alla             di cogliere l’atmosfera un po’ magica e un
                             storia veneziana del profumo. Alle pareti,        po’ industriale di questa grande tradizione.
    Sezione del ‘Profumo’

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Ci si riferisce anche al mortaio industriale    Sala 17
          in bronzo di manifattura tedesca del 1921
          (Collezione Storp, Monaco), o al distillatore   Il grande tavolo in questa sala presenta
          in rame e ferro di manifattura francese,        in 24 contenitori altrettante essenze che
          dell’inizio del XX secolo (Collezione           contribuiscono alla formazione di sei delle
          Craesens, Milano).                              principali famiglie olfattive, una sorta di
          —                                               classificazione dei profumi sulla base degli
          Sala 15                                         elementi che li compongono. I visitatori
                                                          possono “sperimentare” le fragranze e
          La sala è dedicata ancora alle materie          approfondire l’approccio a questo mondo
          prime e alle tecniche di produzione. I          inebriante grazie a schede interattive.
          volumi esposti – uno dei quali consultabile     Al centro del tavolo, proveniente dal Museo
          virtualmente grazie a un totem interattivo      del Vetro di Murano, un Piccolo trionfo in
          – stampati per la prima volta a Venezia         vetro soffiato lavorato a mano libera, di
          a metà Cinquecento, svelano i “segreti”         ambito veneziano, secolo XVIII.
Sala 14   di un’arte profumiera che è anche               —
          cosmetica, medicina, scienza e magia.           Sale 18 e 19
          Sono qui esposte inoltre alcune “vere”
          materie prime, molte delle quali citate         Nella prima delle due sale spicca il raro
          negli antichi ricettari qui presentati, e       Organo del profumiere in legno di noce
          altre rarissime come il muschio ricavato        intarsiato del XIX secolo (Collezione
          da certe ghiandole animali, o la preziosa       Vidal), straordinario strumento di lavoro
          ambra grigia – secrezione intestinale del       per inventare profumi a partire dagli oltre
          capodoglio.                                     duecento olii essenziali contenuti nei
          —                                               flaconcini disposti ad anfiteatro.
          Sala 16                                         Il piccolo spazio della sala 19 ospita
                                                          invece due opere di soggetto religioso
          La sala ne presenta una significativa           appartenenti a Palazzo Mocenigo, così
          selezione della Collezione Storp di flaconi     come gli arredi settecenteschi, e un ritratto
          e contenitori per profumi, esposta per la       femminile proveniente dalle collezioni del
          prima volta a Venezia, grazie a un generoso     Museo Correr.
          prestito a lungo termine al museo. Si           —
          tratta di bruciaprofumi e flaconi in bronzo
Sala 17   dorato, porcellana, vetro soffiato, di
          diversa manifattura europea ddal XVII al
          XX secolo. La famiglia Storp, fondatrice
          nel 1911 a Monaco di Baviera della Drom
          Fragrances, ha costruito una collezione
          rara e importantissima che ad oggi conta
          oltre 3000 pezzi e 6000 anni di storia.
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