Fondazione Musei Civici di Venezia - Palazzo Mocenigo
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Il Nella pianta di Jacopo de’ Barbari (1500) Pietro (1474-76), si ha documentazione dell’edificio che Giovanni (1478-85), all’epoca si presentava a base pressoché Alvise I (1570-77; fu il doge vincitore di Palazzo. quadrata con cortile al centro. In seguito il Lepanto), palazzo venne progressivamente ampliato Alvise II (1700-1709), (i discendenti di Nicolò acquistarono delle Alvise III (1722-32), proprietà adiacenti la loro) e ristrutturato. Alvise IV (1763-78). L’aspetto che conserva attualmente Tra i membri della famiglia Mocenigo LA STORIA risale probabilmente all’inizio del XVII numerosi furono procuratori, ambasciatori, secolo, ma non si ha alcuna notizia circa i capitani, ecclesiastici e uomini di lettere. tempi di esecuzione e non se ne conosce Il ramo principale della famiglia abitava l’architetto. i palazzi di San Samuele, e agli inizi del Le due facciate esterne, sulla strada Seicento il ramo discendente da Nicolò (salizàda) e sul canale di San Stae, sono Mocenigo, fratello del Doge Alvise I, si caratterizzate dalle ampie “serliane”, stabilì nel Palazzo di San Stae finestre ricorrenti nell’architettura — veneziana del XVII/XVIII secolo. Si tratta Il Museo di Palazzo Mocenigo di trifore con l’apertura centrale ad arco e le due laterali più basse a trabeazione, che Nel 1945 il Palazzo Mocenigo di San consentono, tra l’altro, l’alternarsi di piani Stae, con l’archivio e parte degli arredi, fu nobili e ammezzati. donato per disposizione testamentaria La prima presenta nella parte centrale al Comune di Venezia da Alvise Nicolò, tre serliane sovrapposte collegate da ultimo discendente della nobile famiglia mensoloni sansoviniani (motivo questo veneziana, affinché venisse utilizzato che si ripete anche nelle finestre laterali); “per Galleria d’Arte, a completamento l’ala di sinistra si prolunga rendendo così del Museo Correr“. Sul finire degli anni l’insieme non simmetrico e presenta inoltre Settanta, alla morte della moglie Costanza una parte più bassa rispetto al corpo Faà di Bruno, pervenirono ai Musei Civici principale; la zoccolatura è a bugnato. di Venezia le stanze del primo piano nobile La seconda facciata ha i portoni con le decorazioni ad affresco e gli arredi, architravati e le serliane solo nei due piani per lo più settecenteschi. nobili; le finestre laterali sono suddivise Nel 1985, dopo consistenti interventi di in modo da creare un doppio ordine di restauro, l’appartamento Mocenigo venne stanze e la struttura principale è affiancata aperto al pubblico come museo, senza da un’ala notevolmente più bassa, con al peraltro perdere il fascino e l’atmosfera piano nobile una serliana. Il prospetto sulla della casa vissuta. Nello stesso anno venne salizada rispecchia un gusto più tardo istituito a palazzo Mocenigo il Centro rispetto a quello sul canale, presentando Studi di Storia del Tessuto e del Costume, delle linee seicentesche. ospitando le ampie collezioni tessili e di Il prospetto sulla strada, da cui oggi abiti antichi dei Musei Civici – provenienti si accede al palazzo, evidenzia un soprattutto dalle raccolte Correr, prolungamento sul lato sinistro, frutto di Guggenheim, Cini, Grassi – e una biblioteca acquisizioni di edifici adiacenti. La struttura specializzata, sempre aperta, in cui spicca interna è quella tipica delle abitazioni l’importante raccolta di oltre 13.000 figurini patrizie veneziane, con il grande salone dal ‘700 al ‘900. centrale (pòrtego) passante e destinato Il percorso del museo, completamente alle funzioni di rappresentanza, ai cui lati si rinnovato e ampliato nel 2013, si snoda affacciano le altre stanze. in venti sale al primo piano nobile, Abitato dai Mocenigo fino a tempi recenti, raddoppiando le aree espositive aperte nel il palazzo conserva al primo piano nobile 1985. L’ambiente nel suo insieme evoca affreschi e arredi di gusto rococò o diversi aspetti della vita e delle attività neoclassico risalenti perlopiù alla seconda del patriziato veneziano tra XVII e XVIII metà del Settecento. Di particolare rilievo secolo, ed è popolato da manichini che gli affreschi dei soffitti realizzati nel 1787 indossano preziosi abiti e accessori antichi per le nozze del nipote di Alvise IV con appartenenti al Centro Studi di Storia del Laura Corner, come quelli di Jacopo Tessuto e del Costume. Guarana (Verona, 1720 – Venezia, 1808), Moda e costume, con particolare Giambattista Canal (Venezia, 1745 – 1825) riferimento alla storia della città, e Giovanni Scajaro (att. Seconda metà sec. caratterizzano dunque da subito la ricerca XVIII). Notevoli anche le porte in radica e le e l’attività espositiva del museo, nel cornici in legno intagliato e dorato. contesto ambientale del palazzo gentilizio — dei Mocenigo. I Mocenigo — Palazzo Mocenigo di San Stae (traduzione dialettale di Sant’Eustachio) fu abitato per secoli da un ramo della famiglia Mocenigo, una delle più prestigiose del patriziato Veneziano. Da questa illustre famiglia, originaria secondo alcuni dalla Lombardia, secondo altri di Aquileia, provengono ben sette Dogi: Ingresso di Palazzo Mocenigo Tommaso (1414-23), 1
I Il percorso – completamente rinnovato storia del costume veneziano, quello del e ampliato nel 2013 – si snoda in venti profumo, finora poco studiato, mettendo sale al primo piano nobile, raddoppiando in luce il ruolo fondamentale della città percorsi le aree espositive aperte nel 1985. Con nelle origini di questa tradizione estetica, un allestimento concepito da Pier Luigi cosmetica e imprenditoriale. Nelle cinque Pizzi, architetto, regista e scenografo di sale dedicate al profumo, strumenti museali fama internazionale, gli arredi e i dipinti multimediali ed esperienze sensoriali del palazzo sono stati integrati con un si alternano in un inedito percorso di gran numero di opere, provenienti da informazione, emozione, approfondimento. diversi settori e depositi dei Musei Civici di Venezia, con un lavoro di recupero e valorizzazione di tele e pastelli, suppellettili e vetri, mai esposti prima. L’ambiente nel suo insieme evoca diversi aspetti della vita e delle attività del patriziato veneziano tra XVII e XVIII secolo, ed è popolato da manichini che indossano preziosi abiti e accessori antichi appartenenti al Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, annesso al Museo. Realizzati in tessuti operati, impreziositi da ricami e merletti, essi documentano la perizia degli artigiani del tempo e l’eleganza raffinata e lussuosa per la quale i veneziani erano famosi. Consentono inoltre di apprezzare la specificità del museo riguardo alla storia della moda e delle sue continue declinazioni evolutive, sia dal punto di vista del tessile che dell’abbigliamento. Proprio questa specificità ha ispirato la realizzazione di una nuova sezione dedicata a un particolare aspetto della 0. WHITE ROOM LABORATORIO DEL PROFUMO PERFUME WORKSHOP 1. SALA MULTIMEDIALE MULTIMEDIA ROOM BIBLIOTECA LIBRARY INGRESSO MUSEO MUSEUM ENTRANCE 0. Ingresso e servizi al pubblico Biglietteria, Bookshop, Shop Mavive Aule didattiche 2. 10 5 1. Biblioteca 4 9 8 7 Associazione dei Musei e dei Monumenti Veneziani 11 6 Direzione e Uffici 12 Portego 3 13 18 Archivio Mocenigo 19 14 1 2 2. 15 16 17 Sezione ‘Museo’ Sezione ‘Profumo’ 2
1. Portego Sala 2 I dipinti qui esposti sono perlopiù ritratti In questa sala i mobili settecenteschi dei Mocenigo o raccontano vicende che intagliati e laccati appartenenti al palazzo li riguardano. Quattro dei grandi ritratti sono stati abbinati a vetri soffiati muranesi SEZIONE alle pareti sono di sovrani presso i quali coevi e i dipinti alle pareti provengono i Mocenigo erano ambasciatori, mentre dalle collezioni del Museo Correr. I preziosi MUSEO/ i sette dogi appartenenti alla famiglia tessuti in seta operata risalenti al XVI e sono in parte ritratti sulle sovrapporte, e XVII secolo appartengono – come tutti LE SALE in parte nel lungo fregio sotto il soffitto – quelli esposti lungo il percorso del museo realizzato su modello di quello della sala – al Centro Studi di Storia del Tessuto ESPOSITIVE del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale – e del Costume che qui ha sede, mentre assieme ad altri numerosi membri illustri tutte le porcellane cinesi provengono dal del casato. Le pareti sono decorate con Tesoro della Scuola Grande di San Rocco. motivi architettonici realizzati nel 1787 da L’affresco a soffitto risale al periodo delle Agostino Mengozzi Colonna. nozze del nipote del doge Alvise IV con — Laura Corner: si riconoscono infatti le Sala 1 figure allegoriche di Fama, Gloria e Imeneo, protettore del matrimonio. I dipinti di questa sala appartengono — tutti a Palazzo Mocenigo e riguardano Sala 3 celebri membri del ramo della famiglia che qui abitava. I due dipinti di Antonio Sul tavolo, ornato da tovaglia in merletto Joli (Modena, 1700 – Napoli, 1777) sono di Burano ad ago, e sulle console i vetri ambientati a Roma e si riferiscono a Piero muranesi settecenteschi sono soffiati e Mocenigo (1632 – 1678), ambasciatore lavorati a mano libera mentre le bottiglie prima a Londra e poi nella città del Papa. I e i bicchieri sono “a uso di Boemia”, ossia pastelli di Francesco Pavona (Udine, 1695 – soffiati, molati e decorati in oro. I mobili, Venezia, 1777) ritraggono il doge Alvise IV, tutti del XVIII secolo a eccezione del più sua moglie Pisana Corner e un fratello (?). tardo paravento, appartengono al Palazzo. — I dipinti alle pareti provengono dal Museo Sezione del ‘Museo’ Correr e da Ca’ Rezzonico. L’affresco 10 5 4 9 8 7 11 10 12 3 13 18 19 14 2 15 16 17 1 3
allegorico del soffitto allude al valore alzate, piatti), tutti leggermente fumè, militare, garante della pace, della prosperità soffiati a stampo o lavorati a mano libera. e del buon governo. Provengono da Murano come alcuni altri — pezzi qui esposti e risalenti invece al XVIII Sala 4 secolo: i candelieri e la specchiera con cornice (soaza) decorata da placche in I mobili ottocenteschi intagliati, laccati vetro, amorini e racemi in smalto. e dorati appartengono al palazzo; i vetri — che li ornano – provenienti dal museo di Sala 8 Murano – risalgono al XVIII secolo, tranne il più tardo candeliere a filigrana policroma Sono tutti ritratti di patrizi veneti quelli sul tavolo. Tra i dipinti, solo la Madonna di qui esposti, alcuni appartenenti a Palazzo scuola belliniana fa parte delle collezioni del Mocenigo – come anche i mobili – altri palazzo, come il lampadario e le appliques provenienti dalle collezioni del Museo a mazzi di fiori policromi (a”cioca”) di Correr. Tra questi, i due originali dipinti Sala 3 fattura muranese del XVIII secolo. Sul su stoffa dedicati a dogi Morosini, pavimento in stucco alla veneziana spicca un’altra grande famiglia veneziana. I vetri lo stemma Mocenigo, mentre di nuovo seicenteschi sulle console provengono dal l’affresco a soffitto allude alle nozze, con Museo del Vetro di Murano. Gli abiti esposti Imeneo che scende dal cielo, la sposa dal in questa sala sono prevalentemente da cuore trafitto, l’Amore, la Poesia e la fertilità uomo: abbandonati i severi modelli cinque- della Primavera. seicenteschi di ispirazione militaresca, — nel Settecento si preferiscono forme più Sala 5 sciolte e raffinate, che mutuano molti degli elementi presenti nella moda femminile, Vicende belliche e intrecci familiari più o come l’abbondante uso di pizzi e ricami. meno vicini ai Mocenigo sono illustrati nei La toga era invece la veste ufficiale del dipinti di questa sala. La battaglia navale patriziato: in panno nero a maniche larghe ricorda ad esempio uno scontro presso foderate di rosso per i Savi, gli Avogadori e i l’isola di Sapienza in Grecia, tra corsari e capi della Quarantia, rossa per i Senatori e i veneziani guidati da Zaccaria Mocenigo Consiglieri ducali. (1634 – 1665), che preferì dar fuoco alla — sua nave e morirvi piuttosto che cadere Sala 9 in mano al nemico. Nell’affresco a soffitto Sala 11 coppie di figure allegoriche esplicitano I dipinti della sala da un lato evocano l’apoteosi della famiglia. Notevole il gesta e ambienti marinari, dall’altro lampadario originale della sala, in vetro continuano la serie dei ritratti celebri. soffiato lavorato a mano libera a mazzi di Un ottocentesco ritratto di uno dei dogi fiori policromi (a “cioca”), attribuito alla Mocenigo è attorniato a sinistra da un più importante officina vetraria veneziana meditabondo Gregorio XII – appartenente del Settecento, quella di Giuseppe Briati alla nobile famiglia veneziana dei Correr (Murano 1686 – Venezia 1772). – e a destra da un ritratto del nobile — letterato Marcantonio Michiel. Sul tavolo, Sala 6 cinquecenteschi velluti cesellati sopra rizzo (in comodato dalla Fondazione di Venezia) In questo saloncino decorato a stucchi e vetri coevi soffiati a stampo o lavorati a policromi, ove è stata sistemata una serie mano libera. I mobili (XVIII secolo) sono di di dipinti provenienti dal Museo Correr, Palazzo Mocenigo. dominano i magnifici abiti settecenteschi. — Per l’abbigliamento femminile si Sala 10 preferiscono tessuti leggeri, dalle tinte chiare; le gonne sono gonfiate ai fianchi I dipinti di Antonio Stom qui esposti dai paniers; gli attillati corpetti presentano appartengono alla serie dei “Fasti di Casa ampie scollature e dalle maniche escono Mocenigo”: si riferiscono alla visita della cascate di merletto. Nei primi decenni del principessa Violante Beatrice di Baviera secolo si afferma un nuovo modello d’abito, (1673/1731), moglie di Ferdinando de’ che risponde a un’esigenza di maggiore Medici, in territorio della Repubblica di libertà nei movimenti: l’andrienne, Venezia. Il carboncino sullo scrittorio ritrae chiamato a Venezia “andriè“, caratterizzato Costanza, moglie dell’ultimo Mocenigo che da una falda a pieghe che scende dalle abitò il Palazzo e che lo donò alla città nel spalle allargandosi in un ampio strascico. secolo scorso. Le fotografie novecentesche — ritraggono membri del ramo Aosta Sala 7 dei Savoia. Il tavolo in fondo alla sala ospita otto preziosi tessuti antichi, dalle Ancora storie dei Mocenigo in molti lavorazioni composite (cesellati e laminati, dipinti di questa sala, in cui domina la “a inferriata”, o decorati “a camino”) e grande tavola apparecchiata e coperta vetri di epoche diverse. Risalgono al XVI di preziosissimi tessuti antichi quattro- secolo il piatto in filigrana e i tre secchielli cinquecenteschi. Tali manufatti, di fumè, al XVIII le alzate e i candelieri, al tipologie diverse, presentano in trama XIX il calice in calcedonio, al XX la coppa. fili d’oro e d’argento, come si nota nella Sette-ottocenteschi i mobili, solo in parte rarissima striscia in broccato allucciolato appartenenti al Palazzo. qui esposta. Coevi sono i vetri (coppe, — 4
Sala 11 Sala 12 La sala è dedicata al gilet, capo Il lascito Mocenigo include anche dell’abbigliamento classico maschile, un complesso di archivi gentilizi di di cui ne sono esposti oltre cinquanta straordinaria importanza. Conservato esemplari provenienti dal fondo Cini delle accuratamente in uno dei mezzanini del collezioni del Centro Studi di Storia del palazzo, comprende fondi di diverse grandi Tessuto e del Costume. Il “sottomarsina” famiglie, lungo un arco cronologico dal o “gilet” si diffonde alla fine del sec. XVII, XI al XX secolo. Si tratta di un archivio generalmente in seta sul davanti e in lino o di straordinaria rilevanza storica e cotone nella parte posteriore, lungo fino al documentale, ancora poco studiato. La ginocchio e con le maniche. Nel Settecento, sala vuole evocare tale rilievo, proponendo epoca a cui risalgono i modelli esposti l’esposizione di una selezione di 205 in questa sala, questo capo si accorcia faldoni dell’archivio, riordinato all’inizio del oltrepassando di poco il punto di vita e Novecento dal suo ultimo proprietario. Jacopo Guarana, Apoteosi della famiglia termina sul davanti con due punte. A fine — Mocenigo, Affresco secolo poi perde le maniche, acquistando talvolta il colletto e decorazioni realizzate da virtuosi ricamatori. — 5
2. Nelle cinque sale dedicate al profumo, dipinti provenienti dalle collezioni del perfettamente integrate nelle suggestioni Museo Correr e di Ca’Rezzonico, tra cui un espositive di tutto il museo, strumenti Autoritratto di Lorenzo Tiepolo (Venezia, multimediali ed esperienze sensoriali 1736 – Madrid, 1776), il Ritratto di Angelo si alternano in un inedito percorso di Correr di pittore veneto (sec. XVIII) e Busto I PERCORSI DEL informazione, emozione, approfondimento. femminile, di ambito veneto (sec. XVIII). Un video illustra il ruolo di Venezia — PROFUMO nella storia del profumo, una sala Sala 14 evoca il laboratorio di un profumiere cinquecentesco (muschiere). Sono La sala evoca il laboratorio quasi alchemico esposti e si illustrano materie prime e del profumiere, muschiere, depositario procedimenti, mentre una mappa olfattiva fin dal Cinquecento di tecniche e ricette descrive le “Vie delle Spezie” percorse dagli per la fabbricazione di saponi, olii, paste, antichi veneziani. polveri e liquidi per profumare cose, Viene presentata poi una straordinaria persone, abiti, guanti, ambienti. Notevole collezione di flaconi e boccette porta- il cinquecentesco erbario di Pietro Andrea profumo della ditta tedesca Drom, Mattioli, che illustra, tra l’altro, la tecnica comprendente diversi materiali databili della distillazione. Costoso e ricercato, il dal medioevo ai giorni nostri, concessa per profumo necessita di materie prime spesso l’occasione in deposito a lungo termine rare ed esotiche, di origine vegetale come al museo. Infine, la visita si conclude con il benzoino e la cannella, o animale come la possibilità di sperimentare, attraverso lo zibetto e l’ambracane. Un pannello a alcune stazioni olfattive, le grandi “famiglie parete con una mappa annusabile propone olfattive” dalle quali nascono tutti i profumi. qui le ammalianti e impervie vie percorse — dagli antichi veneziani per procurarsele. Sala 13 Strumenti otto-novecenteschi, originali o ricostruzioni, – come quella dei telai Inizia da questa sala la sezione del museo per estrarre dai fiori gli olii essenziali dedicata a un particolare aspetto della (enfleurage), o come il cassone pieno di storia del costume veneziano, quello sapone bianco di Venezia a impasto freddo del profumo. Un video (proposto in tre colato con procedura antica – consentono lingue in successione) introduce alla di cogliere l’atmosfera un po’ magica e un storia veneziana del profumo. Alle pareti, po’ industriale di questa grande tradizione. Sezione del ‘Profumo’ 10 5 4 9 8 7 11 10 12 3 13 18 19 14 2 15 16 17 1 6
Ci si riferisce anche al mortaio industriale Sala 17 in bronzo di manifattura tedesca del 1921 (Collezione Storp, Monaco), o al distillatore Il grande tavolo in questa sala presenta in rame e ferro di manifattura francese, in 24 contenitori altrettante essenze che dell’inizio del XX secolo (Collezione contribuiscono alla formazione di sei delle Craesens, Milano). principali famiglie olfattive, una sorta di — classificazione dei profumi sulla base degli Sala 15 elementi che li compongono. I visitatori possono “sperimentare” le fragranze e La sala è dedicata ancora alle materie approfondire l’approccio a questo mondo prime e alle tecniche di produzione. I inebriante grazie a schede interattive. volumi esposti – uno dei quali consultabile Al centro del tavolo, proveniente dal Museo virtualmente grazie a un totem interattivo del Vetro di Murano, un Piccolo trionfo in – stampati per la prima volta a Venezia vetro soffiato lavorato a mano libera, di a metà Cinquecento, svelano i “segreti” ambito veneziano, secolo XVIII. Sala 14 di un’arte profumiera che è anche — cosmetica, medicina, scienza e magia. Sale 18 e 19 Sono qui esposte inoltre alcune “vere” materie prime, molte delle quali citate Nella prima delle due sale spicca il raro negli antichi ricettari qui presentati, e Organo del profumiere in legno di noce altre rarissime come il muschio ricavato intarsiato del XIX secolo (Collezione da certe ghiandole animali, o la preziosa Vidal), straordinario strumento di lavoro ambra grigia – secrezione intestinale del per inventare profumi a partire dagli oltre capodoglio. duecento olii essenziali contenuti nei — flaconcini disposti ad anfiteatro. Sala 16 Il piccolo spazio della sala 19 ospita invece due opere di soggetto religioso La sala ne presenta una significativa appartenenti a Palazzo Mocenigo, così selezione della Collezione Storp di flaconi come gli arredi settecenteschi, e un ritratto e contenitori per profumi, esposta per la femminile proveniente dalle collezioni del prima volta a Venezia, grazie a un generoso Museo Correr. prestito a lungo termine al museo. Si — tratta di bruciaprofumi e flaconi in bronzo Sala 17 dorato, porcellana, vetro soffiato, di diversa manifattura europea ddal XVII al XX secolo. La famiglia Storp, fondatrice nel 1911 a Monaco di Baviera della Drom Fragrances, ha costruito una collezione rara e importantissima che ad oggi conta oltre 3000 pezzi e 6000 anni di storia. — 7
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