Florian Willeitner, violino e direzione Orchestra da Camera di Perugia - SABATO 12

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SABATO 12
                    Perugia
SETTEMBRE 2020
                    Giardini del Frontone
          21,00

   Florian Willeitner, violino e direzione
   Orchestra da Camera di Perugia
Violinista, compositore e arrangiatore, Florian Willeitner è nato a
Passau nel 1991 ed è una delle personalità più originali nel panorama
attuale della musica, ugualmente a suo agio in un repertorio che spazia
con disinvoltura tra la “classica”, il jazz, il folk e altre espressioni.
Vincitore nel 2016 del 2° premio al Concorso Internazionale
Zbigniew Seifert (violino jazz), completò i suoi studi classici
all’Universität Mozarteum Salzburg nella classe di Benjamin Schmid,
intraprendendo ben presto una carriera internazionale da esecutore
che lo ha portato in numerosi paesi europei, negli Stati Uniti, in
Estremo Oriente e in America Latina.
Allo stesso tempo le sue composizioni vengono eseguite in
prestigiose sedi internazionali (Musikverein Vienna, Festspielhaus
Salzburg, Berlin Philharmonie, Bachfest Stuttgart, Classical-NEXT
Rotterdam, Beethovenfest Bonn, Al Bustan Festival-Beirut,
Heidelberger Frühling, Podium Festival Esslingen, Mattseer Diabelli
Sommer), sia da formazioni sinfoniche come la Tonkünstler-orchester
Vienna che da solisti come lo stesso Benjamin Schmid, il
contrabbassista Georg Breinschmid e il suonatore di tuba Andreas
Hofmeir.
Nel 2018, in occasione del summit tra i presidenti dei 28 paesi europei,
compose “Mozart in the Shape of Europe” per violino e violoncello,
una serie di variazioni sull’Eine kleine Nachtmusik che riflettono in
musica altrettanti stili nazionali diversi.
Nel 2019 ha iniziato a collaborare con la celebre Mozartwoche di
Salisburgo diretta da Roland Villazón, per la quale, nel 2020, ha creata
due produzioni multimediali - “Mozart in the Wind“ e “Punktiti” - in
collaborazione con il regista statunitense Doug Fitch. Sempre a
Salisburgo, nel 2020 ha ricevuto la commissione di un pezzo
d’obbligo (“To be Mozart or not to be!”, per violino solo) per il
prestigioso Concorso internazionale “Mozart”.
È membro fondatore sia del New Piano Trio sia di Pool of Invention, un
collettivo “trans-culturale” di artisti (musicisti, danzatori, poeti, artisti
visivi e altri ancora) che si pone come obiettivo un’integrazione
trasversale tra le arti più disparate, l’abbattimento delle frontiere tra
“crossover”, “entertainment” e “musica d’arte”.

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La nuova Orchestra da Camera di Perugia nasce dalla pluriennale
esperienza di giovani musicisti umbri nella diffusione della cultura
musicale, soprattutto in relazione alle produzioni musicali rivolte ai
giovani delle scuole. La collaborazione fra strumentisti attivata
all’interno del progetto “Musica per crescere”, della Fondazione
Perugia Musica Classica, ha portato alla volontà di creare un
complesso di archi e fiati in grado di estendere l’impegno nella
diffusione musicale in sede concertistica, e di mettere al servizio degli
enti di produzione musicale umbri e italiani una nuova formazione
che può contare su professionalità consolidate dalla collaborazione
con alcune delle migliori orchestre nazionali (Accademia di Santa
Cecilia, Orchestra del Teatro alla Scala, Orchestra della Toscana,
Camerata Strumentale “Città di Prato”, etc.) e da una attività solistica
di alto profilo. Fra i musicisti che danno vita all’Orchestra da Camera
di Perugia figurano inoltre alcuni dei migliori talenti delle ultime
generazioni, vincitori di concorsi nazionali e internazionali e di
prestigiose borse di studio, come quelle conferite dal Premio
“Leandro Roscini”, destinato appunto a sostenere i giovani musicisti
umbri.
Il debutto della formazione avviene nel settembre del 2013 con il
Progetto “Penderecki 80”, presentato alla Sagra Musicale Umbra, al
Ravello Festival e all’Emilia Romagna Festival, per celebrare
l’ottantesimo anno di età del compositore polacco Krzysztof
Penderecki, che per l’occasione ha diretto musiche da lui composte. Il
concerto tenuto ad Assisi di questo programma è stato trasmesso
integralmente da Radio Vaticana. Da quel momento l’attività
dell’Orchestra è divenuta subito piena di impegni, portando la
compagine a collaborare con importanti maestri, solisti e complessi
corali (Giovanni Sollima, Nicola Piovani, Paolo Fresu, Wayne
Shorter, Enrico Bronzi, Jonathan Webb, Uri Caine, Gary Graden,
Filippo Maria Bressan, Stefan Milenkovich, Hugo Ticciati, Quincy
Jones, John Patitucci, Fabio Ciofini, Andrea Oliva, Francesco Di
Rosa, Danilo Pérez, Gregory Porter, Danilo Rea, Ares Tavolazzi, Rita
Marcotulli, Gino Paoli, Corrado Giuffredi, Marco Pierobon, Brian
Blade, Mark Milhofer, Daniela Dessì, Fabio Armiliato, Desirée
Rancatore, Bruno Canino, Gemma Bertagnolli, Kremena Dilcheva,

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Thomas Indermühle, Karl-Heinz Schütz, Coro da Camera della
Filarmonica Estone, Coro S:t Jacobs di Stoccolma, Coro del Maggio
Musicale Fiorentino, Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
Coro della Cappella Musicale Papale di San Francesco, etc.) e ad
esibirsi stabilmente in prestigiosi Festival e Rassegne (Umbria Jazz16,
17, 18 & 19, Umbria Jazz Winter #23, Umbria Jazz Spring 2017-2018,
Sagra Musicale Umbra 2014-2019, Expo Milano 2015, Kusatsu Music
Festival-Giappone 2014-2019, Amici della Musica di Perugia 2015-
2019, Festival delle Nazioni 2014). Dal 2015 al 2017 la formazione ha
collaborato con il direttore d’orchestra Nil Venditti, e per due anni
consecutivi (2015 e 2016) si è esibita per Radio 3 Rai, con due
concerti trasmessi in diretta nell’ambito di “Radio 3 Europa”/Umbria
Libri. Nel 2019 si è esibita per la prima volta a Napoli (l’Ass.
“Alessandro Scarlatti”) assieme al violinista Hugo Ticciati e al
chitarrista partenopeo Aniello Desiderio e a Ravenna (Ravenna
Musica, Stagione 2019) assieme al violinista Stefan Milenkovich.
L’Orchestra ha riscontrato molto successo con il programma
“Altissima Luce” (Laudario di Cortona), in collaborazione con Paolo
Fresu, l’arrangiatore e bandoneonista Daniele di Bonaventura e il
Gruppo vocale Armoniosoincanto. Il programma è stato eseguito nel
2016 sia a Umbria Jazz che per la Sagra Musicale Umbra, e
successivamente a Terni (Umbria Jazz Spring), a Torino (Narrazioni
Jazz), a Roma (Notte Sacra, Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola), Milano
(Jazzmi, Hangar Bicocca), a Cortona (Festival di Musica Sacra),
all’Aquila (Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”) e ad Alghero
(Jazz Alguer). La collaborazione con Paolo Fresu e Daniele di
Bonaventura è proseguita nel 2019 con una nuova produzione, “Two
for Tree”, eseguita per la Sagra Musicale Umbra a Norcia e a Perugia
in collaborazione con l’Associazione “Alberi Maestri” e ripresa da
Umbria Jazz 20.
Sono di recente uscita le incisioni discografiche dei Concerti per
flauto di Mozart (Camerata Tokyo) con Karl-Heinz Schütz, primo
flauto solista dei Wiener Philharmoniker, e di “Altissima Luce” per
l’etichetta Tŭk di Paolo Fresu.

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Wolfgang Amadeus Mozart
Salisburgo 1756 - Vienna 1791
Dalla Serenata in sol maggiore K. 525, “Eine kleine Nachtmusik”:
       Allegro [primo movimento]
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Florian Willeitner
Passau 1991
“Mozart in the shape of Europe” (2018), variazioni sulla
Serenata “Eine kleine Nachtmusik” per violino e orchestra d’archi
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Max Richter
Hameln, Germania 1955
Selezione da “Recomposed: Vivaldi, The Four Seasons” (2012)
per violino, orchestra d’archi, arpa e basso continuo
       Improvisation (F.W.) - Spring 0 - Spring 1 - Spring 2
       Improvisation (F.W.) - Summer 3
       Improvisation (F.W.) - Autumn 1
       Winter 1 - Winter 2
                                                               28’ ca

Florian Willeitner
“Valentinair” (2014) per violino e orchestra d’archi
                                                               15’ ca

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Musiche senza ortodossie, senza regole convenzionali, senza confini
pretestuosi. La Sagra Musicale Umbra 2020 termina, così come è
cominciata, con un concerto che non nasconde il poliglottismo dei
nostri giorni, senza alcuna distinzione linguistica tra la “classica” e il
rock, tra il jazz e il folk, tra la “musica d’arte” e l’”entertainment”.
Una complessità soltanto apparente, che nasconde la sua semplicità.
Se il tedesco Florian Willeitner, come indicato nella sua biografia, è
di una generazione più giovane di Max Richter, la sua attività -
esecutore, arrangiatore e compositore - si ispira agli stessi principî
eterodossi e poliglotti del suo collega britannico. Si è formato nella
classe di Benjamin Schmid all’Universität Mozarteum Salzburg,
aggiudicandosi nel 2016 il Concorso Internazionale Zbigniew Seifert
(violino jazz), e si è già presentato - spesso nella doppia veste di
compositore ed esecutore - in prestigiose sedi internazionali.
È fondatore di un innovativo trio con pianoforte (il New Piano Trio),
nonché del Pool of Invention, un collettivo trans-culturale, di artisti
(musicisti, danzatori, poeti, artisti visivi e altri ancora) che si pongono
come obiettivo un’integrazione trasversale tra le arti più disparate,
l’abbattimento delle frontiere tra “cross-genre”, “entertainment” e
“musica d’arte”.
Se Vivaldi è stato lo spunto per il “Recomposed” di Richter, è Mozart a
costituire da molti anni il punto di riferimento per Willeitner, e nel 2019 ha
partecipato per la prima volta alla prestigiosa Mozartwoche di Salisburgo, con
un programma cameristico inteso a “rispolverare” vari lavori del musicista,
mantenendo intatto il suo celebrato senso d’umorismo.
Mozart in the shape of Europe è del 2018, un brano commissionato
dall’Unione Europea e eseguito nella sua versione originale - per violino
e violoncello - davanti ai 28 capi di stato a Salisburgo. Successivamente
Willeitner ha rielaborato il lavoro per trio d’archi e per la versione
odierna per violino e orchestra d’archi. Come lascia intendere il titolo, si
tratta di una serie di variazioni sul primo tempo della celeberrima
Serenata “Eine kleine Nachtmusik”, re-interpretata nei vari stili - sia
“dotti” che popolari - dei paesi che compongono l’UE.
Valentinair (o “L’aria di Valentina”) ci porta invece alla musica
tradizionale e a quella, ricchissima e sensibilissima, del fiddle irlandese.

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Nato in Germania nel 1966, ma di nazionalità britannica, Max
Richter ha compiuto i suoi studi musicali all’Università di Edimburgo
e alla Royal Academy of Music, perfezionandosi in seguito con Luciano
Berio a Firenze. È stato membro fondatore di Piano Circus, complesso
innovativo costituito da ben sei pianoforti, con il quale ebbe i suoi
primi contatti con il minimalismo di Philip Glass, Steve Reich e John
Adams. Da vent’anni è compositore, esecutore al pianoforte e al
sintetizzatore, creatore di lavori registrati e solo albums, di colonne
sonore cinematografiche e televisive, di video installations e pagine
per il teatro e il balletto: una produzione eterogenea - ma ragionata -,
spesso di un’ispirazione “politica” in senso largo, che rende la sua
produzione di una classificazione estremamente complessa.
Prendiamo Sleep del 2015, una registrazione elettronica (di musiche
eseguibili anche dal vivo) di oltre 8 ore - per indurre e accompagnare il
sonno - che ebbe un successo internazionale immediata. Qualche mese
fa, la registrazione venne trasmessa in contemporanea - dalle 10 di sera
alla 6 del mattino - da tutte le reti radiofoniche europee, alle quali si
aggiunsero quelle del Canada e della Nuova Zelanda. “Un manifesto per
un ritmo meno concitato che scandisca la nostra esistenza”. O
prendiamo il suo lavoro più recente, Voices (2020), per soprano, voce
narrante (la Dichiarazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite), coro a
dodici voci - “senza parole”, in più di un senso - e un’orchestra d’archi
dalle sonorità gravi (8 violini, 6 viole, 24 violoncelli e 12 contrabbassi),
con arpa. Scelte provocatorie, che esprimono la convinzione di Richter
che con l’inizio del Terzo Millennio “il mondo si stava capovolgendo ...
che le istituzioni liberali della seconda metà del Novecento venivano
messe in questione” [...] Vedevo come la nostra società globale si stava
cambiando radicalmente, presentendo che qualcos’altro era in arrivo. Né
mi sono sbagliato”.
“Recomposed: Vivaldi’s Four Seasons” è del 2012 e portò Richter
all’attenzione di un pubblico mondiale, scalando rapidamente le
classical charts di più di 20 paesi. Si tratta di una rilettura in chiave
postmoderna - una “ricomposizione” - di uno dei brani più celebri
della musica d’arte occidentale, le Quattro Stagioni vivaldiane.
Virtuosismi inediti per il solista da una parte, “scrostamenti”
antistorici dall’altra, il tutto con l’intento di rendere “ri-udibile” un

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lavorro che ci è così faamiliare che il più delle volte non lo
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più. “Background music”, m         in poch he parole, che torna invece
rinfrrescata alla ribalta delle nostre facolltà uditive.
La partitura
    p           viene sppesso eseguita con n lo stesso Richtter - o un suo
collaaboratore di fiduccia - che aggiungge “commenti” aal lavoro dalla
tastieera di un sintetizzzatore.
Dovve siamo, dove ci troviamo? L’invitto a ripensare il no   ostro rapporto
con la musica “classicca” non poteva essere più chiaro.
                                                                Andrew Starling

Primii violini                          Viooloncelli
Azussa Onishi**                         Giaanluca Pirisi*
Dammiano Babbini                        Criistiano Sacchi
Paoloo Castellani                       Cattherine Bruni
Fedeerico Galieni                       Maauro Businelli
Sayakko Obori
                                        Conntrabbassi
Chiaara Franceschini
                                        Aleessandro Salvatoree Schillaci*
Seconndi violini                        An
                                         ndrea Passini
Loreenzo Fabiani*
                                        Arp
                                         rpa
Silviaa Palazzoli
                                        Mo
                                         onica Micheli
Gusttavo Gasperini
Sabinna Morelli                         Claavicembalo
Valen ntina Palazzari                   Lin
                                          nda Di Carlo
Teruukazu Komatsu
                                        Mooog
Violee
                                        Maanuel Magrini
Mizuuho Ueyama*
Elga Ciancaleoni
Gaiaa Orsoni                            ** spalla d’orchestra
Daniiele De Padova                      * prime
                                          p      parti

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