Trump: politica estera, parola d'ordine "negoziare" - Ranieri ...

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Trump: politica estera, parola d'ordine "negoziare" - Ranieri ...
19/3/2019                                                   Trump: politica estera, parola d’ordine “negoziare” - L'Eurispes
                   Sicurezza

                   Trump: politica estera, parola d’ordine “negoziare”
                   di Ranieri Razzante - 11 Novembre 2016

                   Il risultato delle presidenziali statunitensi segna il passo verso una nuova era della
                   politica statunitense decretando, contestualmente, la fine di una scuola di
                   pensiero probabilmente non più adeguata a comprendere gli emergenti modelli
                   strutturali sociali, politici ed economici.

                   Con questa consapevolezza Donald Trump vuole governare adottando nuove
                   categorie dinamiche che consistono nello spostare l’asse dell’azione politica
                   principalmente sulla politica interna e nel limitare, in barba alla vecchia tradizione
                   “imperialista”, le “dirette” ingerenze da sempre esercitate come potenza globale
                   sul resto del mondo. Altri condurranno il grande gioco a perdere sul tavolo
                   globale.

                   Ma è realmente possibile? E se sì in che termini ed a quale costo?

                   Le ripercussioni sullo scenario internazionale saranno certamente importanti e
                   contribuiranno a determinare nuove logiche di azione ed ingerenza da parte di
                   terzi attori; prima di tutto viene da pensare ad un progressivo disimpegno
                   statunitense nel Medio Oriente, condizione necessaria per volgere lo sguardo, con
                   tutta tranquillità, al continente asiatico dove gli Stati Uniti hanno tutto l’interesse
                   a contrastare l’egemonia economica cinese che da li si estende fin dentro i confini
                   nazionali.

                   Questo cambio di strategia lascerà spazio di azione alla Russia che si proporrà
                   come potenza stabilizzatrice in Siria, e non solo; inoltre potrebbe non sorprendere
                   un riconoscimento statunitense della Crimea che costituirebbe un credito da
                   vantare nei confronti della Russia su altri fronti; ciò contribuirebbe a mitigare il
                   clima decisamente teso nell’Est Europa generato dai contrasti con la presidenza
                   Obama che, per induzione politica, ha coinvolto NATO ed Unione Europea.
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                   Stessa cosa potrebbe avvenire in Libia dove la Comunità Internazionale potrebbe
                   dover fare a meno del sostegno militare ed economico USA.

                   Tutto questo avrà serie ripercussioni politiche per l’Unione Europea che si
                   ritroverebbe senza la consolidata guida statunitense, presente dal secondo
                   dopoguerra, in un momento in cui le divisioni all’interno degli stati dell’Unione
                   sono amplificate dalla incapacità di gestire emergenze comuni; chissà che non
                   possa essere un momento di crescita.

                   Vari dunque sono i dossier sui quali il nuovo presidente USA. dovrà confrontarsi.

                   La situazione medio orientale che vede il califfato di Abu Bakr Al Baghdadi in
                   difficoltà sia in Iraq che in Siria non rappresenta l’epilogo di un fenomeno (lo
                   Stato Islamico) temporaneo. Anzi, molto probabilmente, le vere difficoltà devono
                   ancora arrivare. Il coinvolgimento degli Stati Uniti nella riconquista di Mosul, in
                   supporto alle truppe arabe curde, presuppone che gli USA dovranno prolungare il
                   proprio impegno anche dopo il termine delle operazioni convenzionali nonostante
                   la volontà di Trump di disimpegnarsi da quelle aree. Questo perché il terrorismo,
                   essendo una forma di conflittualità non convenzionale che si manifesta o come
                   fase o come strumento, porterà ISIS a trasformarsi e a regredire in quello che è
                   lo spettro potenzialmente progressivo della conflittualità non convenzionale,
                   passando dalla fase dell’insorgenza a quella di terrorismo. Paradossalmente è
                   pensabile che con la ripresa di Mosul gli attacchi terroristici aumenteranno nella
                   zona e altrove. Questo perché essendo lo Stato Islamico un’entità ideologica
                   continuerà a portare avanti il proprio progetto anche se al momento risulta essere
                   in difficoltà.

                   Il nuovo presidente degli Stati Uniti dovrà dunque predisporre una strategia
                   politica funzionale a pacificare la zona o almeno a renderla più gestibile. Compito
                   arduo se si pensa che vicino all’Iraq c’è un teatro di guerra molto più complesso
                   che è la Siria. In questo paese, oltre ad essere in corso una sanguinosa guerra
                   civile, sono attivi vari attori internazionali, tutti con propri interessi e
                   rivendicazioni. La Turchia ad esempio, seppure alleato della NATO, non vede
                   positivamente il coinvolgimento dei curdi nella conquista della città di Raqqa in
                   quanto la vittoria legittimerebbe questi a rafforzare le proprie rivendicazioni di
                   sovranità territoriale e indipendenza in zone che la Turchia considera come
                   proprie. Gli Stati Uniti però supportano i guerriglieri curdi nelle loro strategie. Ecco
                   che si crea un caso di attrito diplomatico tra Ankara e Washington considerando
                   anche che gli USA utilizzano la base aerea di Incirlik (Tuchia) per far decollare i
                   propri caccia in funzione anti Daesh.

                   Naturalmente non va dimenticato il ruolo della Russia nello scenario siriano la
                   quale, al fine di assicurarsi la presenza di un governo amico che le permetta di
                   continuare ad usufruire della base navale di Tartus, unico sbocco russo sul
                   Mediterraneo, appoggia attualmente il presidente Assad tirandosi dietro le accuse
                   e le minacce diplomatiche di gran parte della comunità internazionale. Gli attriti
                   con la Russia hanno ripercussioni anche in territorio europeo dove i movimenti di
                   truppe e le esercitazioni congiunte sul fronte europeo orientale innervosiscono
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                   non poco Putin provocando le tradizionali risposte a colpi di violazione dello spazio
                   aereo di paesi NATO e altre provocazioni simili.

                   Anche se il terrorismo verrà sconfitto sul campo con l’eliminazione materiale di
                   ISIS, questo continuerà a vivere diffondendosi in zone più lontane ma più
                   feconde, come ad esempio l’Afghanistan e l’Estremo Oriente. Ecco perché sarà
                   necessario intervenire con una concreta ed efficiente agenda politica in vari punti
                   del globo dove sono state aperte crisi senza però risolverle.

                   Il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America dovrà dunque essere in grado di
                   negoziare e dialogare con tutti questi soggetti coinvolti nei vari scenari
                   internazionali di interesse. Un dialogo che dovrà essere diplomatico ma deciso
                   tenendo conto degli interessi interni e della comunità internazionale tutta.

                   Infine l’economia. Nonostante alcuni dati macro economici dimostrino il tasso di
                   disoccupazione ai minimi e la crescita economica degli Stati Uniti negli ultimi anni,
                   grazie alle politiche di Obama, il Paese ha comunque grossi problemi.
                   L’impoverimento della classe media, l’innalzamento della tassazione su gran parte
                   della popolazione, le difficoltà statunitensi relative alle dinamiche commerciali, e
                   la situazione economico internazionale globale che porta alcuni Stati
                   tradizionalmente acquirenti del debito pubblico americano a rallentare
                   nell’acquisto di titoli di Stato, graveranno sulle spalle del nuovo presidente.

                   Staremo a vedere chi avrà le spalle più grandi per sopportare tutti questi pesi.

                   La, per molti “sconvolgente”, ascesa di Donald Trump alla Casa Bianca segna un
                   momento di profondo cambiamento e non solo per quello che il nuovo presidente
                   rappresenta ma, soprattutto per tutto quello che i suoi avversari non hanno
                   saputo rappresentare.

                   Una cosa appare comunque evidente, la vecchia politica interpretata secondo i
                   vecchi schemi non è funzionale in un contesto globale, sociale, economico e
                   politico, in cui tutto è messo in discussione ed in cui l’unica certezza è che non vi
                   sono certezze.

                   Saggio sarebbe cambiare schemi interpretativi e, per chi ne avesse, mettere in
                   discussione le proprie, vecchie, certezze.

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                   Attualità
                   Lutto nel giornalismo. Oggi i funerali di Gino Falleri a Roma
                   Lutto nel mondo del giornalismo. Si celebrano martedì nella parrocchia di San Mattia, alle ore 15, i funerali di Gino Falleri,
                   storico Vicepresidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio, socio, fondatore e consigliere dell'Eurispes.
                   di redazione

                   Sondaggi & Ricerche
                   Festa del Papà: padri ottimisti, gli spaventati dal futuro. La ricerca
                   In occasione della Festa del Papà, l’Eurispes ha voluto focalizzare l’attenzione sull’opinione e la situazione degli uomini
                   italiani rispetto ad alcuni aspetti della vita quotidiana.
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                   Economia
                   Politica industriale: la nuova Europa dei players globali secondo il Manifesto
                   franco-tedesco
                   Francia e Germania, in occasione della presentazione del Manifesto franco-tedesco di politica industriale europea, hanno
                   chiarito le posture dei due Paesi rispetto al futuro della concorrenza intra-Ue.
                   di Antonio De Chiara

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                   Economia
                   La Cina è vicina. Belt and Road, la nuova Via della Seta è già realtà
                   Il Presidente della Repubblica Cinese viene in Italia a perfezionare la nuova Via della Seta, un’iniziativa strategica per il
                   miglioramento dei collegamenti commerciali con i paesi nell’Eurasia. E all’improvviso c'è chi si è ricordato del porto di
                   Palermo e del progetto dell’Eurispes.
                   di Alfonso Lo Sardo

                   Ambiente
                   Ambiente, l’emergenza clima non è una “moda”. I giovani ne sanno più degli
                   adulti
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                   La questione ambientale non è una moda e dopo il Global Climate Strike For Future, la protesta del 15 marzo, nessuno
                   potrà più dire di non sapere. Con un totale di 2083 eventi, in 125 paesi, la protesta ha raggiunto ogni continente della Terra.
                   di Matteo Bruno Ricozzi

                   Lavoro
                   Trattativa Governo-Sindacati, Bombardieri (Uil): “Italia senza politica industriale”
                   Salario minimo, Tav, “Sbloccacantieri”, autonomia di erenziata: via alla trattativa tra Governo e sindacati Cgil, Cisl e Uil. Ma
                   intanto il settore degli edili è in piazza per lo sciopero nazionale. Facciamo il punto con Pierpaolo Bombardieri, Segretario
                   generale aggiunto Uil.
                   di Valentina Renzopaoli

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                   Attualità
                   Il ricordo di Sebastiano Tusa, puro cultore della civiltà mediterranea
                   Sebastiano Tusa, archeologo, primo Sovrintendente del Mare della Regione Sicilia ci ha lasciato nel modo più imprevedibile
                   e tragico. Il terribile disastro aereo, avvenuto in Etiopia, lo ha strappato ai suoi familiari insieme a un pezzo dell’Italia bella. Il
                   ricordo
                   di Massimiliano Cannata

                   Cultura
                   La crisi del lavoro nel cinema. In Italia è orito il “precariato movie”
                   Crisi e disoccupazione nel mondo del cinema. Come “la settima arte” racconta le di coltà del lavoro e del precariato.
                   L'intervista a Emanuele Di Nicola, autore del libro “La dissolvenza del lavoro. Crisi e disoccupazione attraverso il cinema”.
                   di Ra aella Saso

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                   Approfondimenti
                   Le “vie” di insediamento delle agroma e nell’economia italiana
                   Nel settore agroalimentare italiano è ormai possibile parlare di “ma a liquida” per indicare la capillare in ltrazione
                   dell’economia criminale in contesti sempre più spesso piegati alla logica del mala are attraverso l’impiego di strumenti
                   illeciti.
                   di Marco Omizzolo

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                   Innovazione
                   Economia, società e politica alla prova dell’Intelligenza Arti ciale
                   Il tema dell’Intelligenza Arti ciale è al vertice dell’attenzione del mondo economico, politico e sociale: che la tecnologia
                   digitale stia lavorando a una...
                   di Alberto Mattiacci

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