FEDERICO COLLI - SABATO 6 FEBBRAIO 2021 DOMENICA 7 FEBBRAIO 2021 - pianoforte - Associazione Alessandro Scarlatti

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FEDERICO COLLI - SABATO 6 FEBBRAIO 2021 DOMENICA 7 FEBBRAIO 2021 - pianoforte - Associazione Alessandro Scarlatti
SABATO 6 FEBBRAIO 2021
                    DOMENICA 7 FEBBRAIO 2021
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                    FEDERICO
                       COLLI         pianoforte
Domenico Scarlatti (1685-1757)                        NOTE DI SALA
    Sonata K. 19 in fa minore
                                                          Simone Ciolfi
    Sonata K. 430 in re maggiore
    Sonata K. 32 in re minore “Aria”
    Sonata K. 144 in sol maggiore

    Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
    Fantasia in do minore K. 475
    Adagio. Allegro Andantino. Più Allegro. Tempo primo

    Domenico Scarlatti
    Sonate K. 40 in do minore “Minuetto”
    Sonata K. 431 in sol maggiore
    Sonata K. 1 in re minore
    Sonata K. 95 in do maggiore

    Ludwig van Beethoven (1770-1827)
    Sonata op. 27 n. 2 “Al chiaro di luna”                Quinto figlio del celebre operista Alessandro, Domenico Scarlatti (Napoli
    Adagio sostenuto                                      1685–Madrid 1757) è noto ai più per i suoi magnifici Essercizi per gravi-
    Allegretto                                            cembalo, ovvero la raccolta di sonate per clavicembalo, generalmente in
                                                          un unico movimento, che sommano magistero della fantasia creativa, in-
    Presto agitato                                        venzione somma nel timbro e nella ritmica, insolita e sempre cangiante
                                                          tecnica esecutiva, estro e folklore spagnolo, dando origine a una miscela
                                                          sonora ancora oggi attuale. Si tratta di composizioni che vivono un peren-
                                                          ne stato di grazia, ammonendoci del fatto che è sempre erroneo tacciare i
                                                          classici di pedanteria e di esemplarità. Gli autori classici sono invece quasi
                                                          sempre dei trasgressori; lo riconobbe in modo illuminante Giacomo Leo-
                                                          pardi quando scrisse nel novembre del 1820: «È un curioso andamento
                                                          degli studi umani, che i geni più sublimi liberi e irregolari, quando hanno
                                                          acquistato fama stabile e universale, diventino “classici”, cioè i loro scritti
                                                          entrino nel numero dei libri elementari, e si mettano in mano de’ fanciulli,
                                                          come i trattati più secchi e regolari delle cognizioni “esatte”. E si può ben
                                                          dire che l’originalità di un grande scrittore, producendo la sua fama, impe-
                                                          disca l’originalità de’ successori».
                                                               Nell’ascoltare o nell’eseguire un brano di Scarlatti si rimane sempre
                                                          colpiti dall’estrosa logica delle sue parti, dall’apparente scioltezza con cui
                                                          si susseguono le sezioni. Tale musica sembra pervasa da un suo pecu-
                                                          liare spirito anticonvenzionale. Scarlatti era, come molti celebri autori del
                                                          passato, un grande improvvisatore. Lo era per somma esperienza del suo
                                                          campo, per brillante intelligenza, per libertà e qualità di sensazioni. Il suo
                                                          linguaggio, anche se fissato sulla carta è animato da una pagana fisicità.
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Lo si percepisce chiaramente da suoi geniali spunti tematici. Sono disegni       suoi arpeggi in batteria che volano verso l’acuto, testimoniano passione e
    ritmici, nuclei melodici, a volte semplici intervalli non pensati a tavolino     forza. I bassi incarnano spesso un ritmo che sembra esplodere fra le mani
    ma creati direttamente dalle sue mani sulla tastiera e poi elaborati.            del pianista, tranne quando un’implorazione pare farci intravvedere nei
         Le Sonate di Scarlatti sono, sia singolarmente, sia come corpus, un         flutti della tempesta la sagoma del compositore che si strugge per l’amata
    organismo vivo, plasmabile, sempre mutevole e affascinante. Il malin-            Giulietta Guicciardi, fiamma irrealizzata e idealizzata di Beethoven, cui la
    conico dinamismo della K. 19, il danzante “tempo di ballo” della celebre         composizione è dedicata.
    K. 430, il triste andamento canoro della K. 32 e della K. 40 (un minuetto) il
    virtuosismo brillante della K. 1 e quello straniante della K. 431, nonché la
    compostezza galante della K. 95, sono tutte soluzioni per trasformare il cla-
    vicembalo in un palcoscenico d’un mondo geniale e ricercatissimo. Nate
    con finalità didattica, queste splendide Sonate sono la perfetta fusione tra
    artigianato e arte, tra funzione ed estetica, dicotomie inventate dal Roman-
    ticismo e mai concepite nel Settecento. La “K” sta per Ralph Kirkpatrick,
    clavicembalista che dedicò la sua vita all’universo scarlattiano redigendo
    un nuovo catalogo delle opere del compositore.
         Mozart non arrivò a vivere il clima Romantico e nemmeno ne fu mai
    precursore. Le opere ad alta drammaticità della sua produzione sottoli-
    neano un aspetto importante della sua creatività e del suo carattere: ci
    tenne a essere maestro del tragico e dello stile severo, che la galante-
    ria settecentesca aveva messi ai margini del gusto ma che hai tempi di
    Mozart tornavano lentamente di moda. La Fantasia in do minore K. 475,
    completata nel maggio del 1785, è un brano ardito e sorprendente: Mozart
    sembra dirci che la sua arte può avere la stessa solennità di quella baroc-
    ca ed è ineguagliabile nell’ambito dell’armonia e del contrappunto. La sua
    intelligenza ha portato brani come questa Fantasia, essenzialmente un
    insieme di episodi musicali al di fuori di una forma predefinita, una sorta
    di sublime improvvisazione, alla stessa dignità di una grande tragedia in
    prosa.
         Il Romanticismo invece arriva con il pallore della luce lunare, con il
    lento avanzare del celebre primo brano della Sonata op. 27, anch’essa una
    fantasia, “o quasi”, come ebbe a scrivere Beethoven per la pubblicazione
    del 1802. Il titolo di “al chiaro di luna” non è di Beethoven, ma di un criti-
    co e valente pianista dell’epoca, Heinrich Frederich Rellstab. Pochi sanno
    che il primo movimento nulla c’entra con la luna: Beethoven prese spunto
    dall’episodio del Don Giovanni di Mozart nel quale il Commendatore (figura
    di vittima che risorge per vendicare l’etica abominevole di Don Giovanni)
    viene ucciso dal protagonista dell’opera e lentamente spira. L’anima se ne
    va, la freddezza della morte ne prende il posto. Il movimento iniziale del-
    la Sonata ha, dunque, i tratti di una riflessione sulla morte. In questo è
    un brano pienamente romantico, in quanto l’attrazione per la morte come
    sublimazione dell’eroismo e dell’amore fu uno dei miti culturali dell’Otto-
    cento. Lo Scherzo che segue il famoso movimento iniziale, ha il sapore di
    un minuetto ed è il momento più pacato e danzante della Sonata. Lo scarto
    col movimento finale non poteva essere dei più arditi: il Presto agitato, coi
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FEDERICO COLLI

    Nato a Brescia nel 1988, Federico Colli ha stu-         in collaborazione con stimati direttori d’orche-
    diato al Conservatorio di Milano, all’Accademia         stra del calibro di Valery Gergiev, Juraj Valčuha,
    Internazionale di Pianoforte di Imola e al Mozar-       Yuri Temirkanov.
    teum di Salisburgo, sotto la guida di Sergio Ma-             Il suo CD solista prodotto da Champs Hill
    rengoni, Konstantin Bogino, Boris Petrushansky          Records, con opere di Beethoven, Skrjabin e
    e Pavel Gililov.                                        Mussorgskij, è stato pubblicato con grande
         È diventato famoso dopo aver vinto il Con-         successo di critica. Attualmente Federico Colli
    corso Mozart di Salisburgo nel 2011 e la Meda-          registra per la casa discografica Chandos Re-
    glia d’oro al The Leeds International Piano Com-        cords, con cui ha pubblicato un primo album
    petition nel 2012. Da allora, si è esibito nei teatri   molto apprezzato, interamente dedicato a Scar-
    più noti, con rinomate orchestre e direttori e per      latti e un secondo album con opere di Bach e
    i più importanti festival di tutto il mondo, otte-      Bach-Busoni.
    nendo sempre un grande successo da parte di                  Ha condiviso il palcoscenico con artisti del
    pubblico e critica.                                     calibro di Lang Lang, Martha Argerich, Nelson
         Ha ricevuto il “Grosso d’argento” come             Freire e Leonidas Kavakos, collaborando con
    premio per il prestigio internazionale conferito        il Quartetto per archi della Scala e apparendo
    dalla sua città natale, mentre la sezione Cristics’     anche come cover-star sulle riviste Suonare
    Circle del mondo musicale britannico lo ha in-          News, Pianist e Harmonie. Alcuni dei suoi con-
    cluso tra i vincitori dei suoi ‘premi 2018’.            certi sono stati diffusi dalla Deutschlandfunk
         Si è esibito in sale prestigiose in tutto il       e Mitteldeutscher Rundfunk (MDR), dalla BBC
    mondo, dal Musikverein e la Konzerthaus di              Radio3, dalla RAI Radio3, dalla Radio2 Polacca,
    Vienna al Lincoln Center a New York Chicago e           dalla Radio Ceca e dalla RTÉ Lyric FM. È apparso
    moltissime altre.                                       sulla copertina dell’International Piano Magazi-
         È apparso con le più rinomate orchestre tra        ne (n. 65, marzo 2020); l’uscita del nuovo CD,
    cui la Mariinsky Orchestra e la Filarmonica di          il secondo volume interamente dedicato alle
    San Pietroburgo, la Royal Scottish National la          Sonate di Scarlatti, con Chandos Records sta
    London Philharmonia e Royal Philharmonic, e             riscuotendo un importante successo di critica.

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con il sostegno di
PROSSIMI CONCERTI
                                            Sabato 13 febbraio 2021
                                            Domenica 14 febbraio 2021

                                            CAPPELLA NEAPOLITANA
                                            ANTONIO FLORIO direttore
                                            Alessandro Scarlatti – Agar et Ismaele esiliati
                                            oratorio a 5 voci

                                            Guida all’ascolto di Dinko Fabris

                                            www.ilteatroinrete.it

     La Associazione Alessandro Scarlatti
           ringrazia i suoi mecenati

            SEDA ITALY SPA
                     F.A.
                     S.P.
                 UGO LEONE                  in collaborazione con
               ATTILIO SALVATI
              GIULIANA SCARCI
                                                                                              AIAM

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Alessandro Leone design / Pasquale Angerame illustrazione / Luca Mercogliano impaginazione

www.associazionescarlatti.it                                        Piazza dei Martiri 58, Napoli − tel. +39 081 406011

                    Evento realizzato con   Questa iniziativa
                    il contributo della     è contro il “sistema”
                    Regione Campania        della camorra
                    L.R. 6/2007
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