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 Bella, coltissima, liberale, amata da un Re
 Una mostra sulla straordinaria vita di Marianna Florenzi

di Diego Brillini

“La marchesa Florenzi Waddington di Perugia è una donna di grande spirito e intelletto che sareste
incantati di conoscere. La sua bellezza e le sue opere l'hanno resa doppiamente famosa”*. Con
queste poche ma significative parole tratte dall’opera L’Italie des italiens della scrittrice e poetessa
francese Louise Colet (1810-1876), ha inizio la descrizione della marchesa Marianna Florenzi
Waddington, donna tra le più conosciute e ammirate del XIX secolo. Alla sua figura e alla sua
poliedrica personalità è stata recentemente dedicata una nuova sezione espositiva presso Palazzo
Sorbello in Perugia. La mostra inaugurata in data 16 dicembre 2021 presso il nuovo percorso
espositivo al pianterreno di Palazzo Sorbello, è stata realizzata allo scopo di presentare,
approfondire e celebrare la figura di un’affascinante protagonista del panorama italiano ed europeo
del primo Ottocento attraverso una ricostruzione storica della sua vita e del suo mondo, unitamente
ad un allestimento raffinato realizzato grazie a oggetti personali appartenuti alla stessa marchesa
Florenzi, alcuni suoi acquarelli originali, stampe, documenti, lettere e volumi posti in un continuo
dialogo con le suggestive creazioni ed installazioni artistiche del duo GRIMM TWINS (Barbara
Lachi e Ayumi Makita).
Nota tanto per la sua bellezza, quanto per la sua raffinata cultura, Marianna Florenzi fu
un’intellettuale di primo piano le cui vicende biografiche hanno tracciato un fil rouge tra Perugia e
l’Europa e il cui spessore e impegno culturale destò l’ammirazione di grandi personalità italiane ed
europee tra cui il re di Baviera Ludovico I, con il quale ebbe una lunghissima ed intensa relazione e
grazie al quale entrò in contatto con l’ambiente culturale tedesco.
Marianna nacque a Ravenna il 9 novembre 1802, figlia del conte Pietro Bacinetti e della contessa
Laura Rossi. Essendo nipote della nobildonna Cornelia Rossi Martinetti (1771-1867), intellettuale,
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amica del poeta Ugo Foscolo e animatrice di importati scambi culturali europei, Marianna fu
assidua frequentatrice di salotti culturali fin dalla sua giovinezza.
Nel 1819, appena diciassettenne, sposò il marchese Ettore Florenzi, nobile perugino dal quale ebbe
due figli. Da alcuni documenti dell’archivio Bourbon di Sorbello è emerso il legame genealogico tra
le famiglie Bourbon di Sorbello e Florenzi. Nel 1777 la giovane marchesa Eleonora Bourbon di
Sorbello andò in sposa al nobiluomo Pio Florenzi. Questi non era altri che il padre dello stesso
Ettore Florenzi, primo marito della bella Marianna.
L’evento che segnò più di ogni altro la sua vita avverrà solo due anni più tardi: nel 1821 a Roma,
durante un ballo di carnevale organizzato presso palazzo Torlonia, la marchesa Florenzi conobbe il
principe Ludovico di Baviera (1786-1868), futuro re col titolo di Ludovico I.

      “… trovandosi a Roma, fu condotta dalla contessa Piazza, sua amica, a una festa in
      casa Torlonia. Nuovi ricchi, i Torlonia ci tenevano a imporsi foss’anche con lo sgarbo,
      e la padrona di casa gliene fece subito uno per essere venuta senza invito. «Sono cose
      che si faranno a Perugia, ma non qui» le aveva detto glacialmente e Marianna
      piangendo si era rifugiata in un angolo. Là scorgendola, il Kronprinz Lodovico di
      Baviera, abbagliato dagli occhioni resi ancor più brillanti dalle lacrime, l’avvicinò. A
      questo punto qualcuno invitò il Principe ad aprire le danze ed egli, afferrata
      Mariannina per il vitino piroettò con lei al centro del grande salone tra gli astanti che
      trattenevano il fiato.
      Marianna non ricevette più sgarbi”.
(Uguccione Ranieri di Sorbello, Perugia della Bell’Epoca, Perugia, Volumnia, 1969)

Da questo incontro “fatale”, qui presentato con le parole scaturite dalla felice penna di Uguccione
Ranieri di Sorbello, ebbe inizio un’appassionata relazione che attraversò l’arco della vita di
entrambi e che non si interruppe nemmeno quando la marchesa Florenzi, rimasta vedova del primo
marito nel 1833, decise di risposarsi con il gentiluomo inglese Evelyn Waddington, importante
figura del Risorgimento perugino, nonché futuro sindaco della città Perugia.
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Il rapporto tra Marianna e Ludovico I non è però da considerarsi unicamente in chiave romantica: è
vero che ci fu una grandissima passione, testimoniata anche dalle più di 3000 lettere che si
scrissero, (delle quali due originali che è possibile ammirare nelle sale della sezione espositiva), ma
ancora più importante fu l’impulso che questa relazione diede alla già ricca vita intellettuale della
marchesa Florenzi: sotto l’ala del re di Baviera entrò infatti in contatto l’ambiente tedesco,
apprendendo fin da subito la lingua grazie a insegnanti messi a sua disposizione dallo stesso
Ludovico, come il ritrattista Theodor Markus Rehbenitz (1791-1861), autore di un uno dei suoi
tanti, meravigliosi ritratti. I suoi frequenti e fruttuosi contatti con la corte di Monaco di Baviera e
l’ambiente culturale tedesco l’avvicinarono al pensiero di grandi pensatori come Friedrich Schelling
(1775-1854), il filosofo che più di ogni altro segnò la ricca e celebrata produzione letteraria della
marchesa Florenzi.
La filosofia fu senz’altro il suo interesse più grande: i suoi salotti culturali cittadini, tenuti presso
palazzo Florenzi (in via Baglioni), palazzo Florenzi-Waddington (via del Verzaro), la villa detta La
Colombella e il castello di Ascagnano nei pressi di Pierantonio erano luogo d’incontro di grandi
pensatori e letterati del suo tempo. Non si limitò però al solo parlare di filosofia: pubblicò numerosi
scritti, tra i quali spiccano due importanti traduzioni dal tedesco del Bruno di Schelling (Milano,
1844) e della Monadologia di Leibniz (Firenze, 1856), unitamente a vari saggi tra i quali: Saggi di
psicologia e di logica (Firenze, 1864); Saggio sulla natura (Firenze, 1866); Saggio sulla filosofia
dello spirito (Firenze, 1867); Dell’immortalità dell’anima umana (Firenze, 1868).
L’impegno culturale della marchesa Florenzi Waddington andò di pari passo con il suo impegno
politico: Siamo negli anni del Risorgimento e Marianna si schierò apertamente con i liberali a
sostegno del movimento nazionale italiano, partecipando attivamente ai moti perugini. Il suo salotto
culturale presso la villa La Colombella divenne un importante centro di ritrovo per patrioti, liberali
e anticlericali in disaccordo con le politiche dello Stato della Chiesa. Le sue conoscenze le
permisero di intercedere presso il governo pontificio a vantaggio dei patrioti umbri posti sotto
arresto. Alla liberazione di Perugia dal dominio papale fu presidentessa del Comitato di gentildonne
umbre incaricato di omaggiare il principe ereditario al suo arrivo in città.
La propaganda patriottica della Florenzi fu una delle scintille che accesero l’entusiasmo con cui il
mondo femminile umbro cooperò all’opera di rivendicazione politica che portò all’annessione della
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regione al nascente Regno d’Italia. Quello di Marianna non fu un caso isolato: molte furono le
donne che dedicarono il loro impegno alla causa risorgimentale, come le poetesse Maria Alinda
Bonacci Brunamonti (1841-1903) e Assunta Pieralli (1807-1865), istitutrice delle ragazze di casa
Sorbello e “voce” del Risorgimento umbro.
La vita terrena di Marianna, ricca di avvenimenti, passioni e cultura terminò all’età di 68 anni a
Firenze il 15 aprile 1870. Questo non pose però la parola fine sulla risonanza che il suo fascino e il
suo impegno intellettuale e politico rivestirono nel corso dell’Ottocento.
La sua produzione filosofica venne fin da subito rivalutata da importanti pensatori e filosofi come
Benedetto Croce, mentre la sua figura fu oggetto di numerosi studi e saggi realizzati da importanti
figure del panorama culturale italiano ed estero. Tra questi va annoverato Uguccione Ranieri di
Sorbello (1906-1969), giornalista e scrittore che a partire dagli anni ’60 del ‘900 si dedicò
alacremente a ricerche sulla storia locale. Queste presero ben presto la forma di un ricco schedario
attualmente conservato tra gli archivi della Fondazione Ranieri di Sorbello e dal materiale
accumulato nasceranno due opere storico-letterarie di grande successo: il best seller La bella in
mano al boia (Rizzoli, 1965), romanzo storico ispirato da un fatto di cronaca che sconvolse la città
di Perugia nell’anno 1600 e il poderoso saggio storico Perugia della Bell’Epoca 1859-1915 che
ricostruisce il periodo storico che va dai moti cittadini del 20 giugno 1859, avvenuti durante la
seconda Guerra d’Indipendenza (Stragi di Perugia), fino al 24 maggio 1915, data dell’ingresso
dell’Italia nella Grande Guerra.
È proprio grazie alle ricerche per la stesura di quest’ultimo volume (la cui pubblicazione avvenne
postuma, nel 1969) che il filo della storia permise a Uguccione di tracciare, tra le tante, la vicenda
della bella e colta marchesa Florenzi: ad essa, alle passioni e al suo vasto impegno intellettuale
dedicò vari articoli comparsi sul quotidiano La Nazione, nonché numerosi passaggi della sua ultima
fatica letteraria, presentandola agli occhi dei lettori per quello che era: una delle personalità più
illustri, affascinanti e colte dell’Italia e dell’Europa ottocentesca.

*Louise Colet, L’Italie des Italiens. Seconde partie: Italie du centre, Paris, Dentu, 1862
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La sezione espositiva “Elogio della Vanità” sarà visitabile:
Da domenica 26 dicembre a domenica 9 gennaio 2022:
tutti i giorni 15.30 – 18.30
Da sabato 15 gennaio solo sabato e domenica:
15.30 – 18.30
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