Epidemiologia e diagnostica delle infezioni da Trichinella - Edoardo Pozio Laboratorio di Referenza per i Parassiti - Alimenti & Salute
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Epidemiologia e diagnostica delle infezioni da Trichinella Edoardo Pozio Laboratorio di Referenza per i Parassiti dell’Unione Europea Istituto Superiore di Sanità, Roma
I “padri” di Trichinella • scoperti in Inghilterra da J. Paget e descritti nel 1835 da R. Owen come Trichina spiralis • Il ciclo descritto da R. Virchow nel 1859 • Nel 1860 F. Zenker dimostrò la patogenicità di questi vermi nell’uomo • Nel 1895, Railliet cambiò il nome del genere da Trichina in Trichinella
Storia della Trichinella • Una ‘cisti’ verosimilmente di Trichinella è stata trovata nella mummia egiziana ROM 1 (2010 a.C.) • Per gli ebrei, vale quanto è scritto nel Levitico 11, 7-8: Il porco, …. lo considererete immondo. Non mangerete la loro carne ….
Storia di Trichinella Spedizione al polo Nord di Il pallone aerostatico Ornen caduto sul pack Andrée Salomon nel 1897
Terminologia • Trichinellosi è il termine corretto per la malattia causata dai parassiti del genere Trichinella nell’uomo • Temini obsoleti sono: – trichinosi – trichiniasi • Gli animali non mostrano alcun segno della malattia, • Il termine trichinellosi deve quindi essere utilizzato esclusivamente per l’uomo, • Per gli animali si deve utilizzare “infezione da Trichinella”
Trichinella spp. • i nematodi del genere Trichinella hanno una distribuzione cosmopolita • tuttavia non ci sono dati per 92 (46%) paesi • la maggior parte delle specie (7/12) infetta i suini e di conseguenza l’uomo • a livello mondiale – l’incidenza annua è di circa 10,000 casi clinici di trichinellosi con una mortalità dello 0,2%
Tassonomia del genere Trichinella • Specie incapsulate • Specie non incapsulate – T. spiralis – T. pseudospiralis – T. nativa, – T. papuae – Trichinella T6 – T. zimbabwensis – T. britovi, – Trichinella T8 – T. murrelli Infettano i mammiferi incluso l’uomo e: – Trichinella T9 - gli uccelli (T. pseudospiralis) – T. nelsoni - i rettili (T. papuae; T. zimbabwensis) – Trichinella T12 Infettano solo i mammiferi incluso l’uomo
Relazione tra le classi dei vetebrati, la temperatura corporea e le specie di Trichinella Uccelli Mammiferi Rettili Tpa-Tz Tp Ts-Tna-Tb-Tm-Tne non incapsulate non incapsulate incapsulate
Distribuzione delle specie non-incapsulate di Trichinella T. pseudospiralis T. pseudospiralis popolazione paleartica popolazione neartica T. zimbabwensis T. papuae T. pseudospiralis popolazione australiana
Distribuzione delle specie incapsulate di Trichinella - 1 T. nativa T. nativa ? T. britovi T. murrelli ? Trichinella T9 ? ? T. nelsoni ? ? ? Trichinella T8 Trichinella T12
Distribuzione di Trichinella spiralis ? ? ?
Distribuzione di Trichinella spiralis e di T. britovi in Europa
Epidemiologia di Trichinella spp. Ciclo silvestre Ciclo domestico
Il ciclo selvatico - 1 • L’importanza degli animali selvatici come serbatoio di Trichinella si evince dalla biomassa dei parassiti più elevata tra gli animali selvatici che tra i domestici • La scorretta gestione della fauna selvatica e degli animali domestici può favorire la trasmissione di Trichinella sp. dall’ambiente silvestre a quello domestico (o viceversa)
I migliori ospiti del ciclo silvestre • Vertebrati onnivori o carnivori (mammiferi, uccelli o rettili) con le seguenti caratteristiche: – spazzini – abitudini cannibalistiche – un ciclo di vita di alcuni anni – in cima alla catena alimentare • Il ciclo selvatico è presente in tutti i continenti ad eccezione dell’Antartico dove non sono mai state effettuate ricerche
Preferenza d’ospite per le specie di Trichinella Specie ospite isolati di Trichinella T. britovi (%) T. spiralis (%) Totale Carnivori 559 (89) 70 (11) 629 Orso bruno (Ursus arctos) 9 (82) 2 (18) 11 lupo (Canis lupus) 59 (98) 1 (2.0) 60 sciacallo (Canis aureus) 6 (100) 0 6 Volpe rossa (Vulpes vulpes) 414 (90) 48 (10) 462 Cane procione (Nyctereutes procyonoides) 13 (52) 12 (48) 25 Altri carnivori 26 1 27 Lince (Lynx rufus) 20 (100) 0 20 Gatto selvatico (Felis silvestris) 8 (73) 3 (27) 11 Gatto domestico (Felis catus) 4 3 7
Preferenza d’ospite per le specie di Trichinella Specie ospite isolati di Trichinella T. britovi (%) T. spiralis (%) Totale Artiodactyla, Suidae 206 (32) 437 (68) 643 Cinghiale (Sus scrofa) 168 (38) 270 (62) 438 Suino domestico (Sus scrofa) 38 (18) 167 (82) 205 Rodentia, Muridae 11 (25) 33 (75) 44 Topo di campagna (Apodemus sylvaticus) 2 2 4 Ratto nero (Rattus rattus) 3 3 6 Ratto norvegico (Rattus norvegicus) 6 (18) 28 (82) 34 Total 776 540 1.316
Uccelli Famiglia Specie Infezione Corvidi Corvus frugilegus documentata Accipitridi Aquila rapax documentata Buteo buteo sospettata Accipiter cooperi sospettata Circus aeruginosus documentata Accipiter gentilis sospettata Falconidi Falco peregrinus sospettata Stercorariidi Stercorarius pomarinus sospettata Strigidi Bubo virginianus sospettata Strix aluco documentata Athene noctua documentata Tytanidi Tyto novaehollandiae documentata Cathartidi Coragypus atratus documentata
Rettili • L’infezione in rettili selvatici è stata documentata: – Varani nello Zimbabwe – Coccodrilli del Nilo in Mozzambico, Sud Africa e Zimbabwe • L’infezioni in rettili d’allevamento è stata documentata: – Coccodrilli del Nilo in Zimbabwe e Etiopia – Coccodrilli marini in Papua Nuova Guinea • Infezioni umane per consumo di carni di rettili sono state causate: – Carne di varano in Tailandia – Carne di tartaruga in Tailandia e Taiwan
Adattamento del parassita all’ambiente • Le larve di alcune specie di Trichinella possono sopravvivere nei muscoli congelati – Il tempo di sopravvivenza è maggiore tra 0°C e -18 °C • Le larve incapsulate di Trichinella sopravvivono a lungo anche nelle carni in putrefazione il tempo di sopravvivenza è favorito da: – elevata umidità – bassa temperatura • le larve sopravvivono nella capsula di collagene anche quando il tessuto muscolare è completamente liquefatto
Adattamento del parassita all’ambiente • il metabolismo della larva è anaerobico: – questo favorisce la sopravvivenza della larva nelle carni in putrefazione – sebbene ci sia un processo di angiogenesi intorno alla cellula muscolare • la sopravvivenza è maggiore per le larve delle specie incapsulate
Sopravvivenza di larve di Trichinella al congelamento Specie di Specie ospite Temperatura di Tempo di Trichinella congelamento sopravvivenza T. nativa orso polare -18°C 5 anni volpe polare -18°C 4 anni orso bruno -8 a –20°C 34 mesi procione -18°C 9 mesi topo di laboratorio -10°C 22 giorni T. britovi lupo -20°C 6 mesi volpe rossa -15°C 11 mesi cinghiale -20°C 3 settimane topo di laboratorio -10°C 7 giorni T. spiralis volpe rossa -18°C 3 gg suino -18°C 4 hs topo di laboratorio -10°C 2 hs T. nelsoni topo di laboratorio -10°C nessuna sopravvivenza
Il ciclo domestico - 1 • Questo ciclo si perpetua dove non vengono rispettate le corrette pratiche di allevamento e i suini sono alimentati con: • avanzi della macellazione contenente carne suina • rifiuti di origine alimentare contenente carne suina • carcasse di suini morti • suini allevati nelle discariche di rifiuti alimentari • suini alimentati con carcasse di animali oggetto di attività venatoria • cavalli alimentati con avanzi della macellazione di suini
Il ciclo domestico
Il ciclo domestico - 2 • Il più comune agente eziologico del ciclo domestico è T. spiralis: – ben adattata al suino dove il parassita sopravvive per anni – nel quale ha un tasso riproduttivo molto elevato – senza indurre la malattia clinica all’infuori delle infestazioni da milioni di larve • Occasionalmente, T. britovi può essere trasmessa nel ciclo domestico: – quando i suini sono alimentati con resti di animali oggetto di attività venatoria o vengono fatti pascolare in discariche dove sono state abbandonate carcasse di animali oggetto di attività venatoria – questo parassita è poco adattato ai suini dove sopravvive solo per alcuni mesi • Trichinella pseudospiralis è stata anche trasmessa a suini domestici e ratti in allevamenti della Kamcatka, Russia, Repubblica Slovacca e in Croazia
Il ciclo domestico - 3 Paese N. medio di suini macellati N. medio di suini infetti da per anno (milioni di capi) Trichinella per anno (ultimi 5 anni) Austria 5.5 0 Belgio 11.1 0 Bulgaria 0.9 20* Cipro 0.7 0 Rep Ceca 3.8 0 Danimarca 20.7 0 Estonia 0.5 0 Finlandia 2.4 0 Francia 25.7 1** Germania 54.8 1** Grecia 1.9 0 Ungheria 4.9 1** Irlanda 2.5 0 Italia 13.6 1** Malta 0.1 0 Lettonia 0.5 0
Il ciclo domestico - 4 Paese N. medio di suini macellati N. medio di suini infetti da per anno (milioni di capi) Trichinella per anno (ultimi 5 anni) Lituania 0.9 10** Luxembourg 0.1 0 Olanda 14.5 0 Polonia 22.3 37** Portogallo 5.9 0 Romania 5.6 700* Rep. Slovacca 1.0 0 Slovenia 0.3 0 Spagna 41.3 40** Svezia 3.0 0 Regno Unito 9.4 0 Totale 253.9 775 (0.0003%)*** *nessuna informazione è disponibile sulla tipologia di allevamento dei suini infetti; **i suini infetti originano da allevamenti ecologici o familiari; ***75 (0,00003%) suini positivi escludendo la Romania.
2006 Epidemie per consumo di carne 1993 di suini italiani 1953 o di importazione 1948 1968 2002 2007 2005 2005 1991 2011 1996 1980
Suini riscontrati positivi all’esame ispettivo per Trichinella in Italia dal 1958 Regione (località) No. Tipologia Fonte Anno di allevamento dell’infezione suini 1959 Campania (Palomonte) 1 brado non riportata 1961 Sicilia (Montemaggiore Belsito) 1 porcilaia familiare avanzi macellazione di una scrofa infetta 1966 Puglia (Candela) 1 brado non riportata 1968 Puglia (Mattinata) 1 brado non riportata 1973 Basilicata (Palazzolo S. Gervasio) 3 brado non riportata 1985 Molise 1 porcilaia familiare non riportata 1987 Calabria (Sila) 1 brado non riportata 1989 Puglia (Gargano) 1 porcilaia familiare non riportata 1992 Basilicata (Garaguso) 2 porcilaia familiare carne di volpe 1993 Campania (Vallo di Diano) 1 brado non riportata 2006 Sardegna (Orgosolo) 4 brado avanzi macellazione di una scrofa infetta 2011 Sardegna (Orgosolo) 9 brado non riportata
Capacità riproduttiva di Trichinella nel suino 1000 100 10 1 0,1 0,01 T. spiralis T.nativa T. britovi T. pseudo T. murrelli T. nelsoni
Epidemie di trichinellosi causate dal consumo di carni o derivati di cinghiale in Italia Anno Regione (località) No. delle persone infette 1978 Basilicata (Oliveto Lucano) 6 1985 Puglia (Gravina di Puglia)* 80 1986 Basilicata (Irsinia)* 20 1988 Umbria (Polino) 48 1990 Piemonte (Ovada)** 11 1995 Abruzzo (Castel di Sangro) 23 1996 Abruzzo (Popoli) 10 2002 Abruzzo (Castel di Sangro) 2 2008 Piemonte (Mondovì) 6 *Cinghiale da allevamento ** Cinghiale da allevamento importato dalla Francia
1961 2008 Epidemie per 1990 consumo di carne di cinghiali o di 1993 1953 volpe oggetto di 1988 attività venatoria 1995 1948 1996 1968 o di allevamento 1985 1986 1991 2005 1978 1996 1980 1985
Cinghiali riscontrati positivi per Trichinella in Italia Anno/i Regione Positivi Agente eziologico 1988 Abruzzo 1 T. britovi Nel periodo 1989 Umbria 1 T. britovi 1986-2010, su circa 960.000 1990 Liguria, Emilia R. 2 T. britovi cinghiali 1991 Abruzzo , Emilia R. 2 T. britovi esaminati per Trichinella, 1994 Abruzzo 1 T. britovi solo 19 (0,002%) sono risultati 2000 Liguria, Valle d’Aosta 2 T. britovi positivi 2003 Valle d’Aosta 1 T. britovi 2008 Abruzzo, Marche, Piemonte 5 T. britovi 2009 Abruzzo 1 T. britovi 2010 Emilia R., Friuli 3 T. pseudospiralis Totale 19
Il ruolo dei ratti • Il ruolo dei ratti nell’epidemiologia di Trichinella continua ad essere oggetto di discussione scientifica: – è un serbatoio – è solo un vettore di Trichinella nel ciclo domestico • Nel 19° secolo, il Dr. Leuckart propose la ‘Rat Theo ry’, considerando i ratti quali principali serbatoi di T. spiralis per l’infezione dei suini domestici • Zenker (1871), suggerì invece che: – l’infezione nei ratti è un marcatore dell’infezione nel suino, – La reale fonte di infezione sia per i suini che per i ratti sono gli avanzi della macellazione dei suini e le carcasse dei suini morti • Nell’ambiente domestico, il ratto bruno può essere trovato infetto da: – T. spiralis (nella maggior parte dei casi) – T. britovi o T. pseudospiralis (più raramente)
Il ruolo dei ratti - 2 • T. spiralis non è mai stata documentata nei ratti dove: – i suini sono negativi per questo patogeno – In allevamenti dove I suini non sono presenti tuttavia, • campagne di lotta ai roditori • ristrutturazione di allevamenti, devono essere effettuati con attenzione: • Possono indurre i ratti a migrare e a diffondere l’infestazione negli allevamenti limitrofi • L’utilizzo di pesticidi può favorire la trasmissione poichè i ratti avvelenati possono facilmente divenire preda dei suini • Il ruolo dei ratti come vettori di Trichinella può essere amplificato se i suini non sono alimentati adeguatamente, inducendo questi animali a nutrirsi dei ratti
Capacità riproduttiva di Trichinella nel ratto 1000 100 10 1 T. spiralis T.nativa T. britovi T. pseudo T. murrelli T. nelsoni
Trichinella negli equini - 1 • 1975-2004 - 14 focolai umani in Francia (2.296 casi) e in Italia (1.038 casi) per il consumo di carne equina; gli unici due paesi europei dove la carne equina è consumata cruda • 1988-2008 - sono stati identificati alla macellazione 19 cavalli infetti con Trichinella (6 in Francia, 8 in Italia, 1 in Serbia e 4 in Messico) • In Europa, si stima 1 cavallo infetto ogni 250.000 macellati!
Trichinella negli equini - 2 • Paesi di origine dei cavalli infetti: – Canada (1, T. spiralis) – Messico (5, T. spiralis) – Polonia (10, T. spiralis e T. britovi) – Romania (3, T. spiralis) – Serbia (6, T. spiralis) – USA (1, T. spiralis e 1, T. murrelli) – Ex Yugoslavia (2, T. spiralis e 2, T. britovi) – Est Europa (1 T. britovi)
Trichinella negli equini - 3 • Ipotesi sulla trasmissione di Trichinella agli equini – i cavalli si nutrono di carne senza alcuna esitazione – alimentazione e/o finissaggio con avanzi della macellazione di suini, di animali da pelliccia, o di animali oggetto di attività venatoria – tutte le aree di provenienza dei cavalli infetti sono endemiche per questi patogeni – la capsula di collagene delle larve presenti nei muscoli dei cavalli infetti macellati nel periodo invernale sono poco sviluppate rispetto a quelle delle larve osservate nei muscoli dei cavalli macellati in altre stagioni
1983 2005 Epidemie per 1998 1975 consumo di 1985 carne equina importata da paesi dell’est Europa 1990 2000
Trichinellosi nell’uomo - 1 • L’infezione da Trichinella nell’uomo è correlata alle abitudini culturali che includono cibi a base di carne cruda o poco cotta di diversi animali • La presenza del parassita negli animali domestici e/o selvatici non è un rischio sufficiente per il manifestarsi di infestazioni nell’uomo. Per esempio: – in Finlandia dove c’è un’elevata prevalenza di infezione sia negli animali domestici che selvatici, nessuna infestazione è stata documentata nell’uomo perché non vi è l’abitudine a consumare carni crude – in Romania la maggior parte delle infestazioni umane si manifestano tra la popolazione di origine tedesca e non tra la popolazione che vive nelle aree a maggior prevalenza negli animali – i focolai di trichinellosi umana per consumo di carne equina in Italia si sono verificati nelle regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Puglia) dove vi è un’alta percentuale di individui che consuma carne equina cruda secondo le abitudini culinarie francesi
Trichinellosi nell’uomo - 2 • A livello mondiale, la principale fonte di infezione per l’uomo è la carne suina e i prodotti derivati • Tuttavia le carni poco cotte o crude di carnivori e onnivori (mammiferi, rettili e uccelli) rappresentano un ulteriore importante rischio per la trasmissione di questi patogeni all’uomo • Nei paesi dell’Unione Europea, Stati Uniti e Canada, le infezioni umane causate dalla carne suina sono quasi del tutto scomparse per: – miglioramento della produzione suinicola – miglioramento delle tecnologie impiegate presso i macelli • In questi paesi le infezioni occasionali causate da T. spiralis sono dovute al consumo di carni suine da: – suini di piccoli allevamenti familiari – suini allevati allo stato brado
Infezioni da Trichinella nell’uomo nei paesi dell’UE, 1986 - 2009 Paese N. di casi Fonte dell’infezione Bulgaria 5.834 (11,8%) suino domestico, cinghiale Repubblica Ceca 31 suino domestico Estonia 91 suino domestico, cinghiale Francia 1.227 (2,5%) cinghiale, cavallo importato, orso importato Germania 184 suino domestico, cinghiale Grecia 3 cinghiale Ungheria 165 suino domestico, cinghiale Italia 1.415 (2,8%) suino domestico, cinghiale, cavallo importato Lettonia 636 suino domestico, cinghiale Lituania 4.636 (9,4%) suino domestico, cinghiale
Infezioni da Trichinella nell’uomo nei paesi dell’UE, 1986 - 2009 Paese N. di casi Fonte dell’infezione Polonia 3.118 (6,3%) suino domestico, cinghiale Romania 30.235 (61%) suino domestico Slovacchia 440 suino domestico, cinghiale, cane Slovenia 201 suino domestico Spagna 1.244 (2,5%) suino domestico, cinghiale Olanda 6 suino domestico importato Irlanda 2 suino domestico importato Danimarca 2 suino domestico importato Austria 33 suino domestico importato Gran Bretagna 7 suino domestico importato Totale 49.509 Nel periodo 1986-2009, nessuna infezione è stata documentata in: Belgio, Cipro, Finlandia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Svezia
Trichinellosi nell’uomo • La migrazione di persone dall’Europa dell’est ai paesi dellUE ha comportato: – un aumento dei prodotti a base di carne suina importati da questi paesi • come regali natalizi • per l’utilizzo da parte degli immigrati stessi – un aumento delle infezioni acquisite nei paesi dell’Est Europa (principalmente Romania) e successivamente manifestatisi in un altro stato membro Questi comportamenti sono stati causa di numerosi episodi epidemici in Germania, Italia, Gran Bretagna, Danimarca, Francia
Epidemiologia dell’infestazione da Trichinella in Italia - 1 • Il ciclo domestico dal dopo guerra ad oggi non è mai stato presente in Italia • Tutte le infezioni autoctone sia umane che del suino sono riconducibili al ciclo silvestre • Trichinella britovi è il principale agente dell’infezione nei selvatici in Italia • Il principale serbatoio è la volpe (Vulpes vulpes) ma anche altri carnivori (lupo e mustelidi) possono fungere da serbatoio • L’esponenziale aumento della popolazione dei cinghiali sia in Europa che in Italia certamente contribuisce al mantenimento di un’elevata biomassa del parassita, anche se il cinghiale non rappresenta l’ospite ideale per Trichinella britovi, ma è un buon ospite per T. pseudospiralis
Epidemie umane dal 1948 al 1990 Anno Regione No. di casi Fonte dell’infezione 1948 Lazio 109 maiale 1953 Umbria 9 maiale 1961 Trentino Alto Adige 9 volpe 1968 Puglia 9 maiale 1975 Emilia Romagna 90 cavallo d’importazione 1978 Basilicata 6 cinghiale 1980 Calabria 3 maiale 1984 Lombardia 13 cavallo d’importazione 1985 Puglia 80 cinghiale d’allevamento 1985 Calabria 2 volpe 1986 Basilicata 20 cinghiale d’allevamento 1986 Emilia Romagna 300 cavallo d’importazione 1988 Umbria 48 cinghiale 1990 Piemonte 11 cinghiale d’allevamento
Epidemie e singoli casi umani dal 1990 ad oggi Anno Regione No. di casi Fonte dell’infezione 1990 Puglia 500 cavallo d’importazione 1991 Basilicata 6 maiale 1993 Toscana 4 maiale 1995 Abruzzo 23 cinghiale 1996 Basilicata 3 maiale 1996 Abruzzo 10 cinghiale 1998 Emilia Romagna 92 cavallo d’importazione 2000 Puglia 36 cavallo d’importazione 2002 Lazio 8 maiale d’importazione 2002 Abruzzo 2 cinghiale 2005 Sardegna 19 maiale 2005 Lombardia 7 cavallo d’importazione 2006 Lombardia 3 maiale d’importazione 2007 Sardegna 1 maiale 2008 Piemonte 6 cinghiale 2011 Sardegna 6 maiale
Fonti di contagio Fonte dell’infezione No. di No. di casi Regione focolai (%) Suino 10 163 (11) Basilicata, Calabria, Lazio, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria Suino d’importazione 2 11 (0,8) Lazio, Lombardia Cinghiale d’allevamento 3 111 (7,8) Basilicata, Piemonte, Puglia Cinghiale oggetto di attività 4 87 (6,1) Abruzzo, Basilicata, Umbria venatoria Volpe 2 11 Trentino, Calabria Cavallo d’importazione 7 1.038 (73,3) Emilia Romagna, Lombardia, Puglia Totale 27 1.421
Prevenzione e controllo dell’infezione da Trichinella nell’uomo - 1 • Educazione sanitaria dei consumatori – non consumare carne e derivati crudi o poco cotti di origine suina, equina, di animali oggetto di attività venatoria (cinghiale, orso, ecc.) • Controlli veterinari negli allevamenti e nei macelli – suini, cavalli e animali oggetto di attività venatoria • per mezzo della digestione artificiale nei grossi macelli • per mezzo dell’esame trichinelloscopico nei piccoli macelli, necessita di personale esperto • Educazione dei cacciatori – i cacciatori devono essere informati che c’è una diretta correlazione tra l’abitudine di macellare le carcasse degli animali sul campo e una elevata prevalenza dell’infezione nella fauna selvatica
Prevenzione e controllo dell’infezione da Trichinella nell’uomo - 2 • Congelamento della carne – devitalizza le larve presenti nei muscoli – tuttavia le larve presenti nei muscoli dei Temperature di devitalizzazione carnivori (per es. orso) possono sopravvivere nella carne suina di larve fino a 5 anni se T. nativa e fino ad 1 anno se di Trichinella spiralis T. britovi – le larve diT. britovi possono sopravvivere nei Temperatura (°C)* Tempo muscoli di suini congelati a -20°fino a 3 +50 9,5 ore settimane +54 1 ora • Cottura delle carni +56 15 min – le larve presenti nei muscoli vengono devitalizzate alla temperatura di 70°C per 3 minuti +70 3 min – la cottura della carne nel forno a microonde non è in grado -15 20 gg di devitalizzare il 100% delle larve presenti in grossi tagli di -23 10 gg carne -29 6 gg • Le larve sopravvivono per un lungo periodo *temperatura interna di tempo in: – carni o loro derivati conservate sotto vuoto – carni o loro derivati conservati sott’olio o altro grasso (lardo) – prodotti carneei lavorati (salsicce, salami, ecc.)
Conclusioni • Le misure per assicurare una produzione di carni suine esenti da Trichinella sono: – l’allevamento dei suini al chiuso con un’alimentazione controllata – l’accesso controllato del personale addetto all’allevamento – uno stretto controllo per impedire l’accesso agli animali domestici, sinantropici e selvatici – il controllo delle macellazioni familiari
Diagnosi dell’infezione da Trichinella nel suino • Diagnosi – Trichinoscopio (fino a dicembre 2009) – Digestione artificiale • Monitoraggio – Digestione artificiale – Sierologia (da quando i kit commerciali saranno validati)
ESAME TRICHINISCOPICO
Digestione artificiale - 1
Digestione artificiale - 2
Digestione artificiale - 3
Trichinellosi o infezione da Trichinella? • Trichinellosi per l’uomo – quadro clinico ben definito – parametri biologici alterati • Infestazione da Trichinella per gli animali – segni clinici assenti o indefiniti – parametri biologici non valutabili sul piano pratico
Patogenesi - 1 • Fase intestinale – La localizzazione nella mucosa intestinale delle larve e degli adulti induce: • flogosi della mucosa • appiattimento dei villi • ispessimento della muscolaura liscia della parete intestinale • accumulo di fluidi nel lume • alterazione della motilità intestinale • disturbi endocrini – Queste alterazioni sono alla base di disturbi enterici nel 15-40% dei soggetti infestati
Patogenesi - 2 • Fase parenterale – Ha inizio con l’invasione dei muscoli da parte delle larve tra la II e la IV settimana dall’infestazione. – Le larve possono raggiungere anche il muscolo cardiaco e, sebbene non siano in grado di svilupparsi ulteriormente, possono causare miocarditi gravi e talvolta fatali – La vasculite, che si manifesta con la migrazione e l’invasione dei muscoli da parte delle larve, è di natura allergica ed induce: • edema periorbitale, del viso e degli arti • emorragie congiuntivali e sub-ungueali – Nei muscoli scheletrici la larva induce una modificazione della cellula muscolare che si trasforma in cellula nutrice con formazione, mediante un processo di angiogenesi, di nuovi capillari che circondano la larva.
Clinica della trichinellosi - 1 • La clinica della trichinellosi riguarda esclusivamente l’uomo • Gli animali (ad esclusione dei primati) non mostrano per lo più alcun segno clinico; segni clinici quali diarrea e febbre si possono osservare solo nelle infestazioni dovute a migliaia di larve • La gravità del decorso clinico dell’infezione e la sequela dei segni e sintomi dipendono da: – numero di larve infettanti ingerite – reazione immunologica dell’individuo – specie di Trichinella
Clinica della trichinellosi - 2 • Sintomatologia addominale – Dolori addominali – Diarrea di tipo essudativo od osmotico – La sintomatologia è influenzata dalla dose infettante e dalla specie di Trichinella • Febbre – E’ uno dei segni più frequenti – Il picco massimo si raggiunge in pochissimi giorni – Nelle infezioni lievi < 38°C – Nelle infezioni gravi > 40°C – Il trattamento steroideo riduce la febbre in pochi giorni
Clinica della trichinellosi - 3 • Mialgia – E’ concomitante con la febbre – E’ molto facile da evidenziare – La terapia a base di derivati steroidei non riduce i dolori muscolari – Il trattamento sintomatico con acido salicilico riduce i dolori muscolari • Vasculite – E’ di natura allergica – è frequente sia nelle infezioni lievi che in quelle più gravi – si manifesta tra la 1° e la 3° settimana dall’infe zione – è causa di edemi ed emorragie
CPK larve nei muscoli presenza Ab/ELISA eosinofilia edema periorbitale febbre dolori muscolari diarrea, nausea vomito convalescenza: grave moderata lieve fase parenterale migrazione larvale fase intestinale incubazione Settimane dopo l’ingestione della carne infetta
Edemi periorbitali in soggetto con trichinellosi in fase acuta
Edemi agli arti superiori in soggetto con trichinellosi in fase acuta
Emorragia oculare in soggetto con trichinellosi in fase acuta
Emorragia sottounghiali in soggetto con trichinellosi in fase acuta
Edemi agli arti inferiori in soggetto con trichinellosi in fase acuta
Diagnosi della trichinellosi nell’uomo • Diagnosi clinica – segni e sintomi clinici, parametri di laboratorio • Diagnosi parassitologica – biopsia muscolare • Diagnosi sierologica – ricerca di anticorpi anti-Trichinella
Diagnosi clinica • Principali segni e sintomi clinici – gastroenterici (diarrea, vomito, dolori addominali, flatulenza) 0-40% dei soggetti – sistemici (febbre, mialgie, artralgie, edemi, eruzioni cutanee, prurito, mal di testa, emorragie oculari e sottounghiali, sudorazione profusa, ecc.) 0-100% dei soggetti
Parametri ematochimici - 1 • Eosinofilia – E’ uno dei primi e più frequenti segni caratteristici della trichinellosi – Non sempre è in relazione all’intensità dell’infezione – In alcuni soggetti può superare il 40% (1000-19.000 cellule/mm3) – Si protrae per 3-6 mesi dopo l’infezione • Leucocitosi – può raggiungere 15-30.000 per mm3 – si manifesta prima dell’eosinofilia ed aumenta rapidamente tra la 2° e la 5° settimana – diminuisce con il decrescere della sintomatologia mentre l’eosinofilia persiste • Alterazione degli enzimi muscolari – CK aumenta da 2 a 100 volte il valore normale – l’aumento dei valori di CK è concomitante con l’invasione muscolare – LDH, GOT e GPI aumentano durante l’invasione muscolare ma meno del CK
Diagnosi parassitologica - 1 • Biopsia muscolare – generalmente dal muscolo deltoide (circa 0,5g privi di tessuto adiposo!!!) • osservazione microscopica con il trichinelloscopio • digestione artificiale • esame istologico • PCR per identificazione agente eziologico • Non è possibile osservare macroscopicamente le larve incistate nei muscoli • Non è possibile reperire i vermi adulti nelle feci neanche dopo trattamento
Diagnosi parassitologica della trichinellosi umana - 2 • Identificazione o isolamento di larve da biopsie muscolari (1 g) mediante: – preparato istologico (sensibilità < 3 larve/g) – digestione artificiale (sensibilità 1 larva/g) – trichinelloscopio (< 3 larve/g) – xenodiagnosi (2-3 larve/g)
Esame trichinelloscopico di larve di Trichinella Larva non-incapsulata Larva incapsulata
Preparati istologici di larve di Trichinella Larva non-incapsulata Larva incapsulata
Diagnosi sierologica - 1 • Antigeni – crudo (alta sensibilità, bassissima specificità) – figurato (alta sensibilità, bassissima specificità) – escretore/secretore (media sensibilità, buona specificità) – tivelosio (bassa sensibilità, elevata specificità) • I primi anticorpi circolanti sono evidenziabili da 2 settimane a 2 mesi dopo l’infezione • Test sierodiagnostici: – IF: antigene, cuticola larvale; specificità 80%; sensibilità 90% – ELISA: antigene metabolico o ricombinante; specificità 90-98%; sensibilità 98-88% – Immunoblot: antigene metabolico; specificità 99%; sensibilità 95%
Immunofluorescenza per Trichinella su larve muscolari Sierologia negativa Sierologia positiva
Test immunoenzimatici per Trichinella ELISA Immuno blot antigene ES antigene crudo
Complicazioni • Le complicazioni si sviluppano generalmente entro le prime due settimane – Cardiovascolari • Miocarditi • Tromboflebiti • Embolie polmonari – Complicazioni neurologiche • Encefalopatie • Disturbi neuromuscolari – Oculari – Respiratori (dispnea, infiammazione muscoli respiratori) – Apparato digerente (ipoalbuminemia, necrosi intestinali, diarrea prolungata)
Algoritmo per la diagnosi di trichinellosi Guppo A Guppo B Guppo C Guppo D febbre diarrea eosinofilia e/o sierologia positiva aumento IgE totali edemi palpebrali segni aumento enzimi biopsia muscolare e/o del viso neurologici muscolari positiva mialgia segni sieroconversione cardiologici congiuntiviti emorragie sottounghiali esantema cutaneo Diagnosi: Diagnosi: - poco probabile: 1 A o 1 B o 1 C - molto probabile: 3 A e 2 C - sospetta: 1 A o 2 B e 1 C - confermata: 3 A, 2 C, 1 D; - probabile: 3 A e 1 C alcuni di A o B e 1 C e 1 D
Trattamento • Sintomatico – Corticosteroidi (prednisolone, 30-60 mg/d in dosi multiple per 10-14 gg) • Antielmintici – Mebendazolo (25 mg/kg/g in 3 dosi per 10-14 gg) – Albendazolo (15 mg/kg/g in 3 dosi per 10-14 gg) Note: - non effettuare trattamenti sintomatici senza il trattamento antielmintico - più tardivo è il trattamento antielmintico, maggiore deve essere il dosaggio e la durata
Grazie per l’attenzione
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