Ematologia, immunologia e genetica - 3ªed. Domande e controversie in Neonatologia - Antonio Delfino Editore

Pagina creata da Caterina Romagnoli
 
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Domande e controversie in Neonatologia

Ematologia,
immunologia
e genetica
3ªed.
Robin K. Ohls, MD
 Professor of Pediatrics
 Neonatology Division Chief
 Director, Neonatal Fellowship Program
 Neonatology Research Director
 University of New Mexico
 Albuquerque, New Mexico
Akhil Maheshwari, MD
 Professor of Pediatrics, PAR
 Josephine S. Sutland Endowed Chair of Newborn Medicine
 Director, Division of Neonatology
 Vice-Chair (Integration)
 Department of Pediatrics
 Johns Hopkins University School of Medicine
 Baltimore, Maryland
Robert D. Christensen, MD
 Professor of Pediatrics
 University of Utah Health and Intermountain Healthcare
 Primary Children’s Hospital
 Salt Lake City, Utah
 Consulting Editor
Richard A. Polin, MD
 William T. Speck Professor of Pediatrics
 College of Physicians and Surgeons
 Columbia University
 Director Division of Neonatology
 New York Presbyterian
 Morgan Stanley Children’s Hospital
 New York, New York
Basi molecolari per lo sviluppo del polmone, il danno e la riparazione dei polmoni   VII

Presentazione

  La terza edizione del libro “Hematology, Immunology and Genetics”, a cura di Robin
K. Ohls, Akhil Maheshwari e Robert D. Christensen, rappresenta la raccolta più aggiornata
di temi che trattano problematiche ematologiche ed immunologiche in ambito neonatale.
Elemento di evidente novità rispetto alle edizioni precedenti è l’originalità con cui ven-
gono introdotti i più recenti approcci genetici ad alcune importanti patologie neonatali.
Sono descritti accuratamente, infatti, alcuni test genetici prenatali ed il sequenziamento
dell’esoma, le loro principali indicazioni ed il corretto utilizzo.
  Ogni capitolo fornisce, per ciascun argomento trattato, un’ampia panoramica della lette-
ratura più recente e le autorevoli riflessioni e le soluzioni cliniche che gli stessi autori, noti
esperti di ematologia ed immunologia neonatale, offrono al lettore. In alcuni casi vengono
ampiamente descritti alcuni studi ancora in corso (ad esempio: criteri restrittivi o liberali
per la pratica trasfusionale) i cui risultati saranno noti entro la fine dell’anno corrente o en-
tro il prossimo 2020. Inoltre, in un periodo in cui esiste estremo interesse per la nutrizione
del neonato critico, soprattutto nato pretermine, viene discussa in maniera approfondita la
nutrizione per prevenire l’enterocolite necrotizzante e affrontata con straordinaria chiarez-
za la differenza tra il latte materno fresco ed il latte umano donato. Vengono descritte le
caratteristiche immunologiche del latte materno, ricco anche di cellule staminali, e come
i processi di pastorizzazione e conservazione possono alterare i suoi numerosi importanti
elementi nutrizionali.
  Infine è riportato un apprezzabile approfondimento sugli screening neonatali e sulla loro
importanza per identificare precocemente quei soggetti con disturbi genetici, metabolici,
ematologici, endocrini, immunologici o cardiaci che spesso si associano a gravi disabilità.

                                Antonio Del Vecchio – Giovanni Corsello – Mauro Stronati
Prefazione

  Sono ben note le limitazioni legate allo sviluppo dei sistemi ematologici e immunitari
neonatali, in particolare quelle nei neonati prematuri più piccoli. Costretti a far fronte a
una vasta gamma di sfide fisiologiche, ambientali e microbiche nel mondo extrauterino, i
sistemi ematologici e immunologici fetali ancora immaturi non sempre favoriscono il sano
sviluppo del feto. Nella terza edizione di questo volume della serie Domande e Controver-
sie in Neonatologia, i nostri obiettivi iniziali rimangono invariati: cerchiamo di aggiornare
medici, infermieri, specializzandi e studenti sui problemi più impegnativi dell’ematologia
neonatale come l’anemia, le trasfusioni, l’ittero, la conta leucocitaria e la piastrinopenia.
La novità di questa edizione è l’inserimento di numerosi capitoli che trattano le basi ge-
netiche delle comuni morbilità neonatali, il sequenziamento dell’esoma ed i test genetici
prenatali. Altri capitoli interessanti riguardano argomenti attuali come l’immunologia del
latte materno rispetto a quello donato, l’enterocolite necrotizzante, gli approcci nutrizionali
standardizzati nell’unità di terapia intensiva neonatale, la terapia con cellule staminali e i
progressi nello screening neonatale.
  Desideriamo ringraziare il Dott. Richard Polin, Consulting Editor; Lisa Barnes, Specialist
nello Sviluppo dei Contenuti; Stephanie Turza, la nostra Project Manager di produzione libri
in Elsevier, per il loro supporto e l’incoraggiamento a scrivere questo volume. Siamo debitori
e grati agli autori di ciascun capitolo i cui contributi provenienti da tutto il mondo saranno
pienamente apprezzati dai lettori e alle nostre famiglie per il loro supporto continuo.
  Infine, noi (Akhil Maheshwari e Robin Ohls) siamo riconoscenti al Dr. Robert Christensen
per aver partecipato come editor alla terza edizione di questo volume; per la sua continua
ispirazione, l’entusiasmo e la generosità; e per essere il miglior mentore e modello di com-
portamento che si possa mai desiderare.
                                                                                  Robin K. Ohls
                                                                            Akhil Maheshwari
                                                                         Robert D. Christensen
Piano dell’opera

CAPITOLO 1    La terapia con le cellule staminali nel neonato – il tempo è (quasi)
              arrivato ............................................................................................................................................... 1
                Lars Mense e Bernard Thébaud
CAPITOLO 2    Sequenziare il genoma e l’esoma: può avere impatto nella gestione
              clinica nelle unità di terapia intensiva neonatale? .................................. 19
                Darrell L. Dinwiddie
CAPITOLO 3    Soglie trasfusionali nell’unità di terapia intensiva neonatale:
              cosa ci hanno insegnato i recenti trial randomizzati controllati?                                                                      .......... 31
                Robin K. Ohls
CAPITOLO 4    Confronto tra latte donato e latte materno                                                   ........................................... 43
                Tara L. Dupont
CAPITOLO 5    Gli approcci nutrizionali standardizzati possono ridurre l’incidenza
              di enterocolite necrotizzante? ................................................................. 53
                Beatrice Stefanescu
CAPITOLO 6    Anemia emolitica neonatale non immune: recenti progressi
              nella diagnosi e nel trattamento ............................................................. 65
                Robert D. Christensen e Hassan M. Yaish
CAPITOLO 7    Utilizzo dei nuovi parametri dell’esame emocromocitometrico
              completo nell’attività di terapia intensiva neonatale ............................ 75
                Brianna C. MacQueen, Erick Henry, Martha C. Sola-Visner, Sterling T. Bennett
                e Robert D. Christensen
CAPITOLO 8    Quanto siamo vicini all’uso della darbepoietina o dell’eritropoietina
              come agenti neuroprotettivi per l’encefalopatia ipossico-ischemica
              perinatale? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ..................................................................... 87
                Mariana Baserga
CAPITOLO 9    In che modo scegliamo le strategie per prevenire l’anemia
              nelle nostre sale parto? . . . . . . ................................................................... 103
                Patrick D. Carroll
CAPITOLO 10 Piastrinopenia nei neonati con enterocolite necrotizzante                                                                     ................     121
                Sachin C. Amin, Benjamin A. Torres e Akhil Maheshwari
CAPITOLO 11 Basi genetiche dell’enterocolite necrotizzante                                                       ...................................           127
                Tamas Jilling e Namasivayam Ambalavanan
CAPITOLO 12 Basi genetiche del dotto arterioso pervio                                                  ...........................................             137
                Caitlin J. Smith, Baiba Steinbrekera e John M. Dagle
CAPITOLO 13 Basi genetiche della displasia broncopolmonare                                                           ................................          149
                Margaret Gilfillan e Vineet Bhandari
X      Piano dell’opera

    CAPITOLO 14 Test genetici prenatali                                 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................................................                   165
                      Anthony R. Gregg
    CAPITOLO 15 Diagnosi precoce dell’immunodeficienza severa combinata                                                                                           ..............          173
                      Jolan E. Walter
    CAPITOLO 16 Lo screening neonatale                                     . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................................................                    195
                      Amarilis Sanchez-Valle
    INDICE ANALITICO      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .......................................................   205
CAPITOLO 1
La terapia con le cellule staminali nel
neonato – il tempo è (quasi) arrivato
di Lars Mense e Bernard Thébaud

                                                                                                     1

• L’introduzione di vari tipi di cellule staminali (cellule staminali mesenchima-
  li, cellule endoteliali formanti colonie, cellule epiteliali amniotiche umane)
  in modelli animali di malattie neonatali quali la displasia broncopolmo-
  nare, l’emorragia intraventricolare, lo stroke neonatale e l’encefalopatia
  ipossico-ischemica annuncia sviluppi promettenti.
• Il meccanismo d’azione più importante delle cellule staminali include ef-
  fetti paracrini e di immunomodulazione. L’attecchimento delle cellule è
  spesso scarso
• Uno studio di fase 1 con cellule mesenchimali stromali per la displasia bron-
  copolmonare ne ha dimostrato la praticabilità e la sicurezza a breve termine.
• Trattamenti cell-free con mezzi condizionati o con esosomi potrebbero
  offrire in futuro ulteriori opportunità.
• È giunto il momento di una attenta traslazione clinica della ricerca sulle
  cellule staminali. Studi disegnati in modo rigoroso e follow-up a lungo
  termine sono essenziali.
• Ulteriori acquisizioni sulla biologia delle cellule staminali e sui meccanismi
  d’azione dei prodotti a base di cellule terapeutiche sono necessarie per
  realizzare le potenzialità della medicina rigenerativa in neonatologia.
Le complicanze della prematurità sono diventate la causa di morte principale nei bambini
al di sotto dei 5 anni di vita.1 La displasia broncopolmonare (BPD) e l’emorragia intraven-
tricolare (IVH) restano le complicanze più frequenti e contribuiscono in modo significativo
alla mortalità e alla morbilità del neonato estremo pretermine. L’encefalopatia ipossico-i-
schemica e lo stroke neonatali sono le cause principali di mortalità e morbilità nel neonato
a termine. I difetti congeniti degli apparati cardiovascolare e respiratorio costituiscono un
terzo gruppo di malattie neonatali con un alto impatto medico ed economico.
  Le terapie cellulari rappresentano un nuovo terreno di interventi terapeutici e possono
tracciare un cambiamento importante nella medicina perinatale. Benefici terapeutici signifi-
cativi sono stati dimostrati in studi su animali e le terapie cellulari sono ormai prossime alla
traslazione clinica. La cautela è necessaria, tuttavia, per il fatto che: (1) le terapie cellulari
per finalità rigenerative sono una innovazione dirompente, (2) i meccanismi d’azione non
sono ancora del tutto noti, (3) la traslazione dal topo all’uomo non è priva di rischi.
  Questo capitolo introduce brevemente i vari tipi di cellule staminali considerati sinora,
riassume i dati sperimentali sul trattamento con cellule staminali nei modelli animali e
analizza le questioni aperte e le considerazioni per future ricerche.

Cellule staminali: importanti nello sviluppo e nella patologia
Le cellule staminali svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo embrionale e fetale dell’uo-
mo, ma partecipano anche ai processi patologici (Fig. 1.1). Si definiscono sulla base di due
caratteristiche:2
1
                                                                                                                                                                        10

                                                Processo di
                                                riparazione endogena                                                                       Crescita
                                                                                                                                           polmonare
                                                                                                                    Alveolo

                                                               Angiogenesi                    Vasculogenesi

                            Stroke                  BDNF                                                               VEGF,               Capacità
                            neonatale                                                                                  EGF,                antiossidante
                                                                       Emopoiesi                                       Aug-1,
                                                                                                                        IGF
                                                                                                 VEGF                              STC-1
                                            Intranasale
                                                                                                                                 Trasferimento
                                                                                                                                                                        Ematologia, immunologia e genetica

                                                                                                                                del mitocondrio
                                                                                Intratracheale                                     Esosoma
                                                                                                                                                           Pneumocita
                                                                                 Endovenoso                                                                di II tipo
                                                  MSC
                                                                                                                    BPD

                                                                          Intraventricolare
                                                                                                                          Immunomodulazione
                                                     BDNF                    Endovenoso
                          Intranasale

                                                    Neuroni
                                                  antiapoptotici                                                          Cellula immunitaria

                                                                              IVH

                                          HIE                                                 Anti-infiammatorio

                                                                                              Cellula immunitaria

Fig.1.3 Vie di somministrazione e meccanismi d’azione proposti dalle MSCs. Controlla il testo per le abbreviazioni e ulteriori dettagli.
Sequenziare il genoma e l’esoma              21

                                   Costo vivo per megabase di DNA sequenziato
     $10K

      $1K
                                                                   Legge di Moore

     $100

      $10
                                                                                                                       2
        $1

                           National Human Genome
                           Research Institute
      $0.1
                   genome.gov/sequencingcosts

          20012002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

      A

                                                   Costo per il genoma

     $100M

      $10M                                                           Legge di Moore

        $1M

     $100K

                             National Human Genome
       $10K                  Research Institute

                     genome.gov/sequencingcosts

        $1K
             20012002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

      B
Fig.2.1 Costo del sequenziamento del DNA per anno. A, costo vivo del sequenziamento di una megabase di DNA.
B, Costo del sequenziamento dell’intero genoma. Il sequenziamento di nuova generazione si è sviluppato a partire dal
2007. (Da: www.genome.gov/ sequencingcostsdata/.)

una sequenza nucleotidica singola per ciascuno dei pezzi di DNA che sino a un milione sono
attaccati alla cella di flusso. Uno step di clivaggio rimuove la sonda di termine e il DNA può
espandersi di nuovo attraverso la polimerasi, da cui il termine di chimica di termine reversibi-
le. Il prossimo nucleotide può ora essere sequenziato nell’ambito del ciclo successivo.
  Questo processo viene ripetuto, creando una sequenza continua di DNA. Quando il pezzo
di DNA è sequenziato partendo da una estremità e poi di nuovo dall’altra, viene definito
come sequenziamento appaiato per le estremità. Il sequenziamento Illumina è in grado di
Confronto tra latte donato e latte materno                      45

 Tab 4.1 | Componenti del latte umano
Componenti Funzione                                                                 % Conservata                    Bibliografia
Citochine
IL-1               Stimola le cellule T; anti-infiammatoria                         43-70                           36, 107
IL-6               Stimola le cellule B                                             69-70                           36, 107
IL-12              Stimola le cellule NK                                            100                             36, 107
IFN-γ              Attiva i macrofagi, i neutrofili, le cellule NK                  90-100                          36, 107
TNF-α              Stimola l'attivazione immunitaria infiammatoria                  90-100                          36, 107
IL-2               Stimola la risposta Th2                                          100                             36, 107
IL-4               Stimola la risposta Th2                                          90-100                          36, 107
IL-5               Crescita e funzione degli eosinofili                             90-100                          36, 107
IL-7               Stimola le cellule T e B                                         100                             36
                                                                                                                                        4
IL-10              Stimola la risposta Th2                                          69-75                           36, 106, 107
IL-13              Stimola la risposta Th2                                          17-90                           36, 107
IL-17              Promuove la granulopoiesi e la produzione di neutrofili. Stimo- 64                               36
                   la la formazione di giunzioni strette e la secrezione di mucina
Chemochine
IL-8               Chemioattrattore                                                 100                             36, 107
MCP-1              Chemioattrattore                                                 90                              36
MIP-1β             Chemiotassi                                                      62                              36
Fattori di crescita
G-CSF              Promuove la proliferazione, la differenziazione                  Non rilevabile                  36, 107
                   e la sopravvivenza di neutrofili
TGF-β1             Chemiotassi, sintesi di Ig A                                     100                             92, 106
TGF-β2             Prevenzione del danno intestinale                                100                             36, 92
GM-CSF             Monociti                                                         100                             36
Epo                Antiapoptotico, eritropoiesi                                     75                              102, 106
EGF                Stimola la crescita del tratto gastrointestinale                 95-100                          69, 106
IGF-1              Sviluppo neuronale                                               60                              69
IGF-2              Fattore di crescita fetale                                       90                              69
IGF-BP2            Regolazione della differenziazione dei fibroblasti corneali; 80                                  69, 108
                   fattore di crescita
IGF-BP3            Supporta i recettori IGF-1 e IGF-2                               93                              69
HB-EGF             Protettivo nei confronti di ipossia e ischemia                   100                             107
Fattore di cresci- Regola la crescita cellulare                                     30                              107
ta dell'epatocita
Immunoglobuline
IgG totali         Antimicrobica                                                    28-79                           40, 41, 58
IgG1               Attivazione della fagocitosi                                     44                              36
IgG2               Attivazione della fagocitosi                                     0                               36
IgG3               Attivazione della fagocitosi                                     0                               36
IgG4               Risposta verso l’allergene                                       71                              36
IgM                Attivazione del complemento                                      0-56                            36, 40, 41, 58
IgA                Prevenzione della colonizzazione ed invasione di agenti patogeni 37-80                           29, 36-42
IgE                Risposta verso l’allergene                                       100                             36
Glicani
Lattoferrina       Antimicrobico, immunostimolatore, antinfiammatorio,              9-40                            29, 37, 38
                   antitumorale
Oligosaccaridi Antibatterico, prebiotico                                            100                             86
Glucosamino- Regola la crescita cellulare e la differenziazione,                    82                              109
glicani            anti-infettivi, anti-infiammatori
Enzimi
Lisozima           Antimicrobico                                                    30-100                          29, 37, 38, 40,
                                                                                                                    58-60
Lipasi              Antivirale                                                                    0-5               110, 111
EGF, fattore di crescita epidermico; Epo, eritropoietina; G-CSF, fattore stimolante le colonie di granulociti; GM-CSF, fattore stimo-
lante le colonie di granulociti-macrofagi; IFN, interferone; HB-EGF, legante eparina EGF-simile; Ig, immunoglobina; IGF, fattore di
crescita insulino-simile; IL, interleuchina; MCP, proteina chemoattrattore il monocita; MIP, proteina infiammatoria dei macrofagi;
NK, natural killer; TGF, fattore di crescita trasformante; Th2, cellula T-helper di tipo 2; TNF, fattore di necrosi tumorale.
76       Ematologia, immunologia e genetica

     Fig.7.1 Rappresentazione schematica
     della citometria a flusso fluorescente
     utilizzata negli analizzatori ematologi-
     ci automatizzati Sysmex.

7

         di persone sane ma in maggiore concentrazione in condizioni di intensa produzione di
         sangue, come dopo una ragguardevole emorragia.8 I reticolociti sono globuli rossi (RBCs)
         immaturi, anucleati, circolanti. Si chiamano reticolociti a causa di un sistema reticolare di
         RNA visibile microscopicamente quando il sangue viene colorato con nuovo blu di metile-
         ne e alcuni altri coloranti.7 I reticolociti circolano per circa 1 giorno prima di perdere l’RNA
         e gli organelli (ad es. ribosomi, mitocondri, complesso di Golgi) che danno origine al loro
         aspetto reticolare, dopo di che continuano a circolare per circa 120 giorni come RBC matu-
         ri.9 Quindi subiscono una distruzione pianificata chiamata senescenza, con i loro elementi
         costituenti ampiamente riciclati.10
           Poiché i globuli rossi circolano per 120 giorni, con il primo giorno come reticolociti, il
         conteggio normale dei reticolociti è 1/120, oppure dallo 0,8% allo 0,9%. Quantificare la
         percentuale di reticolociti può essere utile quando si valuta la causa dell’anemia; una conta
         reticolocitaria molto alta suggerisce una perdita di sangue (emorragia o emolisi), mentre
         una bassa conta reticolocitaria suggerisce che l’anemia sia la base del fallimento della pro-
         duzione di globuli rossi.
           Storicamente, i conteggi dei reticolociti sono stati generati con metodi manuali, con i
         tecnici che hanno valutato almeno 100 eritrociti e hanno riportato la percentuale che as-
         sumeva la colorazione tipica dei reticolociti. I nuovi metodi automatizzati presentano van-
         taggi distinti rispetto al metodo manuale, tra cui una precisione notevolmente migliorata,
         contando in ciascun test gruppi di più globuli rossi e rimuovendo l’errore umano nell’iden-
         tificazione e nell’enumerazione dei reticolociti utilizzando un controllo standardizzato di
         cellule in base alla dimensione e al contenuto di RNA.
           Numerosi analizzatori ematologici automatizzati generano altre informazioni sui reticolo-
         citi non disponibili con metodi manuali. Questi includono tre parametri degli analizzatori
         Sysmex: conta assoluta dei reticolociti (ARC), frazione reticolocitaria immatura (IRF) e
         contenuto di emoglobina reticolocitaria (RET-He). La Figura 7.2 mostra il canale reticolocita-
         rio (RET) prodotto dagli analizzatori Sysmex. Gli analizzatori Beckman Coulter (Beckman
         Coulter, Hialeah, FL) producono anche le misurazioni dell’IRF e del volume medio dei
         reticolociti (MRV).11 Gli analizzatori Abbott (Abbott, Abbott Park, IL) riportano l’IRF e la
         concentrazione media di emoglobina reticolocitaria (CHCr).12 Siemens (Siemens Diagnosti-
         cs, Tarrytown, NY) produce il volume medio di reticolociti (MCRv) e concentrazione media
         di emoglobina reticolocitaria (CHCMr).13
           In precedenza, il campo della neonatologia non era stato in grado di sfruttare i nuovi parame-
         tri dei reticolociti, poiché mancavano i valori di riferimento di questi test per i neonati. Recen-
         temente sono stati pubblicati gli intervalli di riferimento per i parametri reticolocitari (Fig. 7.3).14
114       Ematologia, immunologia e genetica

      Box 9.1 | Strumenti necessari per la corretta raccolta del sangue cordonale per l’esecuzione degli
      esami di laboratorio al momento del ricovero
      Guanti puliti
      Recipienti per asciugatura e posizionamento della placenta
      Bastoncini di povidone-iodio (Betadine)
      Tampone con alcool
      Ago calibro 18
      Siringa da 10 ml
      Strumento per il trasferimento di sangue
      Ago calibro 25
      Flacone per emocoltura
      Provetta per la raccolta con EDTA (per gruppo sanguigno e screening)
      Microprovetta con EDTA (per CBC/diff)
      Carta n. 1 per lo screening metabolico neonatale (può variare in base allo stato)
9     Opzionale: provetta con Na-eparina per cromosomi e microarray
      EDTA, acido etilendiamminotetraacetico; CBC/diff, emocromo completo con formula leucocitaria.

          Uso del sangue del cordone ombelicale per gli esami di
          laboratorio al momento del ricovero
          Alcuni esami di laboratorio sono necessari per la cura dei pazienti in terapia intensiva
          gravemente ammalati. Questi neonati hanno spesso il peso di nascita e l’età gestazionale
          più bassi. I neonati VLBW, nel corso del primo giorno di vita, perdono una grande quantità
          di sangue per i prelievi ematici, spesso superando 10 ml/kg, o dal 10% al 15% del volume
          ematico totale.65 Per l’esecuzione degli esami di laboratorio al momento del ricovero, pre-
          levare sangue fetale altrimenti scartato, rimasto nel cordone ombelicale o nella placenta, è
          un’alternativa giustificata e validata al prelievo di sangue direttamente dal neonato.66 Il Box
          9.1 elenca i materiali necessari per prelevare il sangue del cordone ombelicale per gli esami
          di laboratorio al momento del ricovero del neonato.

          Anatomia placentare
          Prima del parto, per la sopravvivenza, il feto dipende dalla placenta. L’ossigeno ed i nutrienti ven-
          gono inviati al feto passando dalla circolazione materna a quella fetale attraverso la membrana
          trofoblastica, che è composta dal citotrofoblasto e dal sinciziotrofoblasto (Fig. 9.6). Questa mem-

                                                       Circolazione
                             Vena ombelicale           fetale       Arterie ombelicali      Decidua parietale
              Membrana amniocorionica                                                     Corion liscio
                               Piatto corionico                 Spazio intervilloso       Amnios
                                                                         Villo            Troncone del
                                                                         principale       villo principale

            Setto
            placentare
                                                                                                      Ancoraggio dei villi

             Decidua                                                                       Guscio citotrofoblastico
             basale          Miometrio               Vene           Arterie
                                                     endometriali   endometriali
                                                            Circolazione materna
      Fig. 9.6 Anatomia placentare che mostra i componenti della circolazione materna e fetale, che sono separati dalla
      membrana trofoblastica (guscio citotrofoblastico). (Ristampato con il permesso di Moore KL. The developing human:
      clinically oriented embryology, ed 5, Philadelphia: Saunders; 1993, p 117.)
Test genetici prenatali          167

                                                     Aneuploide             Euploide

                                     Test +                  TP               FP          PPV: TP/TP+FP

                                     Test -                  FN               TN          NPV:
                                                                                          TN/TN+FN

                                                      Sens (DR):              Spec:
                                                      TP/TP+FN              TN/TN+FP

Fig. 14.2 Analisi test di screening. TP, veri positivi; TN, veri negativi; FP, falsi positivi; FN, falsi negativi; Sens, sensibili-    14
tà; DR, detection rate; Spec, specificità; PPV, valore predittivo positivo; NPV, valore predittivo negativo.

                                                                                             Stepwise-Sequential
                                   95%                                                       Contingent-Sequential
                                88-94%
              Sindrome di Down DR

                                    85-88%        Serum Integrated
                                82-88%           Quadruple
                                       81%                                                   Primo Trimestre
                                                Triple
                                      69%     Traslucenza nucale
                                 64-70%
                                                                            Ecografia
                                               MSAFP
                                     50%
                                                         Analisi biochimica ECOGRAFIA & ANALISI BIOCHIMICA
                                    30%
                                                     Età

                                                   1980              1990          2000              2010
Fig. 14.3 Screening di aneuploidia per decennio. DR, detection rate; MSAFP, alfafetoproteina materna.

clinicamente rilevante nel 6,0% dei casi. Quando l’indicazione era stata l’avanzata età ma-
terna o uno screening positivo nel primo o nel secondo trimestre, l’1,7% dei CMA è risultato
significativamente anomalo. In altre parole, in assenza di un difetto alla nascita, è possibile
aspettarsi risultati di CMA clinicamente importanti nell’1%-2% delle gravidanze. Un risultato
di incerto significato si è presentato nel 3,4% del campione. Questi numeri sono importanti
a causa del loro impatto sulla capacità di fornire ai pazienti una diagnosi genetica prenatale.
  Nei casi in cui i risultati ecografici sono anormali, i laboratori spesso eseguono un cario-
tipo standard e passano a un CMA quando il cariotipo è normale. Nei casi in cui non vi
siano anomalie strutturali agli ultrasuoni, a meno che non siano specificatamente diretti,
verrà eseguito un cariotipo standard su campioni fetali. La combinazione di questi studi di
laboratorio aumenta sostanzialmente i costi. Ancora una volta, ACOG e ACMG affermano
che a tutte le pazienti in stato di gravidanza materna dovrebbero essere offerti esami di
screening e diagnostici, indipendentemente dall’età.

Screening per aneuploidia fetale
Prima che i nuovi test di screening siano introdotti nella pratica clinica, sono soggetti a
studi di validazione. Questi consentono il calcolo di quattro parametri di test di screening:
sensibilità (detection rate), specificità, valore predittivo positivo (PPV) e valore predittivo
negativo (NPV) (Fig. 14.2). PPV e NPV dipendono dalla prevalenza delle condizioni nella
popolazione sottoposta a screening. Pertanto, gli studi di convalida potrebbero non riflet-
tere correttamente le prestazioni del test rispetto a questi due parametri. Nell’evoluzione
dei test di screening per predire l’aneuploidia fetale, gli sforzi sono guidati dall’obiettivo di
migliorare i tassi di rilevamento (Fig. 14.3, si veda anche la Fig. 14.1).
  Alla fine degli anni ‘70, i tentativi di migliorare i test di screening hanno portato allo
studio degli analiti nel siero, e successivamente allo screening combinato di ultrasuoni e
168       Ematologia, immunologia e genetica

                                      2011        2012          2013          2014     2015              2016

                                   International Soc. for Prenatal Diagnosis
                                        01/11; 01/12; 05/13; 03/15
                                   National Soc. of Genetics Counselors
                                        11/12; 01/13
                                   American College of Obstetricians and Gynecologists
                                        12/12; 09/15
                                   American College of Medical Genetics and Genomics
                                        05/13; 10/16
       Fig. 14.4 Linee guida pratiche, 2011–2016.

14                                                    Sens
                                                      (DR)                Spec                     PPV                    NPV
                                               NIPS       Conv         NIPS     Conv    NIPS             Conv       NIPS    Conv
                Studio       N        T-21

                 CARE      ~1920       5        100          100       99,7     96,4    45,5              4,2       100     100
                                               47.8-100   99.8-100                     16,7-76,6         0,9-11,7

                 NEXT     15,841     TUTTI      100          78.9      99,9     94,6    80,9              3,4       100     99,9
                                     < 35aa     100                    99,9             76,0                        100
                                     Basso      100                    99,9              50                         100
                                     rischio

       Fig. 14.5 Screening convenzionali (Conv) versus screening prenatale non invasivo (NIPS). Sens, sensibilità; DR,
       detection rate; Spec, specificità; PPV, valore predittivo positivo; NPV, valore predittivo negativo (Dati da Bianchi DW,
       Parker LR, Wentworth J, et al; CARE Study Group. DNA sequencing versus standard prenatal aneuploidy screening. N
       Engl J Med 2014;370(9):799–808, and Norton ME, Jacobsson B, Swamy GK, et al. Cell-free DNA analysis for noninva-
       sive examination of trisomy. N Engl J Med 2015;372(17):1589–1597.)

           analiti nei primi anni 2000. La tecnologia più recente si avvale di piccoli frammenti di DNA
           nella circolazione materna, originariamente chiamati DNA fetale privo di cellule; si tratta
           di materiale genico a origine placentare e viene ora chiamato DNA libero da cellule. Questi
           frammenti derivano da cellule trofoblastiche che presumibilmente vanno in apoptosi. Que-
           sto metodo di screening utilizza un prelievo di sangue ed è considerato non invasivo: viene
           chiamato NIPT (ACOG) o NIPS (ACMG). L’ACMG enfatizza la natura di screening di questo
           test basato sul DNA.5 Il test NIPS è anche chiamato DNA senza cellule, sebbene questa
           denominazione sia utilizzata anche nello screening, nel follow-up e nella prognosi del can-
           cro, perché i tumori possono rilasciare il loro DNA apoptotico in circolazione, similmente
           a quanto fa la placenta. Questo capitolo non discute le differenze tra formule specifiche e
           aziende che eseguono il NIPS. Tuttavia, è importante che il lettore comprenda che i metodi
           differiscono e i risultati dei test potrebbero non essere identici.

           Studi di validazione: screening prenatale non invasivo rispetto
           allo screening convenzionale
           Gli studi di validazione hanno rapidamente stabilito la superiorità di NIPS rispetto allo screening
           convenzionale per aneuploidie comuni; il tasso di rilevamento (DR) per la sindrome di Down
           è maggiore del 98%-99%. I DR sono inferiori per la trisomia 13 e 18, ma rimangono superiori
           rispetto ai metodi convenzionali. Diverse società scientifiche hanno fornito delle linee guida tra
           il 2011 e il 2013 sulla base di studi di convalida (Fig. 14.4). C’è stata una pausa nel 2014 quando è
           stato reso noto che erano in corso studi con popolazioni non selezionate. Nel 2014 una grande
           analisi retrospettiva delle prestazioni del test ha confermato ciò che altri avevano postulato:6 il
           PPV di NIPS è stato trovato inferiore in una popolazione a rischio medio ma è rimasto ben al
           di sopra dei PPV osservati con metodi convenzionali (5%-10%).7 Nel 2015 il più grande degli
           studi prospettici internazionali fino ad oggi ha valutato i pazienti a rischio intermedio (ad es.,
           età
Diagnosi precoce dell’immunodeficienza severa combinata                 179

                                                                                                                         15

Fig. 15.3 Pazienti con immunizzazione con bacillo di Calmette-Guérin (BCG) e grave immunodeficienza severa
combinata (SCID). Complicanze infettive possono variare da infezione locale ulcerativa (A e B) a linfoadenopatia (C
e D) e patologia disseminata (E) ai polmoni (F) e cervello (G). (A e B, Per gentile concessione di Drs. Gergely Krivan
and Vera Goda, Hungary; C e D, per gentile concessione di Drs. Antonio Condino-Neto, Carmem Bonfim, and Magda
Maria Carneiro Sampaio, Brazil; E, per gentile concessione di Dr. Magda Maria Carneiro Sampaio, Brazil; F and G, per
gentile concessione di Dr. Beatriz Tavares Costa Carvalho, Brazil.)

Varianti di SCID identificate dopo screening
I pazienti con SCID identificati al test NBS sono generalmente asintomatici alla diagnosi.
Esiste un maggior rischio di infezioni in attesa del HSCT, e, pertanto, una sede appropriata
per queste famiglie e la chemioprofilassi contro le infezioni batteriche, virali e fungine rap-
presentano decisioni importanti. Oltre al sistema immune, alcuni disordini possono coin-
volgere degli organi, e questi pazienti possono presentarsi con specifici segni di allarme (ad
INDICE ANALITICO

I numeri di pagina seguiti da “f” indicano le figure e “t” indicano le tabelle

A                                                             Analizzatori Beckman Coulter, 76
Acidemie organiche, 200                                       Analizzatori ematologici automatici Sysmex,
Acido trinitrobenzene solfonico immuno-                          75, 76f
  geno, 123                                                   Anatomia della placenta, 113, 114f
Aciduria argininosuccinica (ASA), 201                         Anemia. Vedi anche Anemia emolitica
ACMG. Vedi American College of Medical                         neonatale non immune
  Genetics                                                     acuta, 32–33
Adenosina deaminasi, SCID da deficit di,                       cronica, 33
    184–185                                                    fisiologica, 33, 103–104
Advisory Committee on Heritable Disorders                      neonatale, decrescente, in sala parto, 108-
  in Newborns and Children (ACHDNC),                               109
    196-197                                                    patologica, 31
Agenti stimolanti l’eritropoiesi (ESA), 87                     prematurità della, 33
  come terapia aggiuntiva all’ipotermia,                       prevalenza della, 103-107
     96–97                                                     prevenzione della, nelle sale par-
  dosaggio, razionale per, 93–94                                 to,103-120
  effetti degli, 90f                                           trattamento della, trasfusioni di globuli
  esogeno, 88                                                    rossi per, 31
  farmacocinetica, 91–92, 92t – 93t                           Anemia cronica, 33
  ipossia-ischemia e, 88–89                                   Anemia emolitica materna e neonatale da
  ipotermia e, 90–93                                           farmaci, 72
  livelli nel sistema nervoso centrale, 92–93                 Anemia emolitica neonatale non immune,
  meccanismi degli, 89                                           65-74
  meccanismi molecolari di, studi preclini-                      caratteristiche dello striscio di sangue di,
    ci di, 89–90
                                                                   66f, 66b
  nella neuroprotezione, 89
                                                               cause acquisite, da 72
  problemi di sicurezza con, 94–95, 95
                                                               da difetti degli enzimi RBC, 70–72
  studi clinici di, 95-96
                                                               da difetti genetici della membrana dei
  trasfusioni e, 35–36, 35f, 36t
α-talassemia omozigote, 72                                       globuli rossi, 69–70
American College of Medical Genetics                           definizione di, 65
  (ACMG), 165, 168, 168f, 200                                  infezioni perinatali e, 72
  gruppo di screening neonatale, 196                           test di laboratorio per, 67–69
American College of Obstetricians and                          test iniziali per, 65-67
  Gynecologists (ACOG), 165                                   Anemia fisiologica, 33, 103–104
Aminoacidi                                                    Anemia patologica, 31
  disordini, 200–201                                          Aneuploidia fetale, screening per, 167-168,
  in PDA, 142                                                    167f
Amniocentesi, 166                                             Antiossidanti, polimorfismi a singolo nu-
Analisi cromosomica microarray (CMA),                           cleotide associati a, 130-1313
    166–167                                                   Aplotipi, 150
Analisi linkage, 137-138                                      Atimia, 185
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