Dottor Carlo Alfaro Medico Pediatra - Responsabile Medicina e Chirurgia SLAM
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L’UOMO E’ CIO’ CHE MANGIA(Feuerbach) La qualità dell’alimentazione sin dal momento della nascita e ancor prima quella della madre influenzano il benessere del bambino, non solo nell’immediato, condizionandone l’ottimale sviluppo psico-fisico, ma per tutta la vita.
L’origine delle malattie L’origine della salute e delle malattie, nel bambino come nell’adulto, va ricercata, più che nella genetica, nell’ambiente, e precisamente nello stato di salute fisico e mentale della madre prima del concepimento e durante la gravidanza, nella sua alimentazione e stile di vita (fumo, alcol, esercizio fisico), nei livelli di stress cui è sottoposta, e nel tipo e quantità di alimenti e tossici che l’individuo riceve durante la vita intrauterina e nella prima infanzia.
I primi 1000 giorni La nutrizione nei primi 1000 giorni dal concepimento agisce su sviluppo neurologico, apprendimento, comportamento, metabolismo, pressione arteriosa, mineralizzazione ossea, immunità, determinando la futura insorgenza di malattie(“programming”): malattie cardiovascolari, renali, polmonari, allergiche, auto- immuni, mentali, neoplasie, osteoporosi, diabete.
L’IMPORTANZA DI UNA SANA E CORRETTA ALIMENTAZIONE Esistono in particolare dei periodi critici dello sviluppo, in cui il ruolo dell’alimentazione è più cruciale nel “costruire” in modo corretto la struttura e la funzione di diversi organi e apparati(“finestre sensibili”): l’epoca pre- concezionale, l’epoca pre-natale, i primi due anni di vita, l’adolescenza.
PER GARANTIRE UN BUONO STATO DI SALUTE E’ INDISPENSABILE UNA SANA ALIMENTAZIONE SIN DA PICCOLI Il venir meno dei nutrienti giusti nei periodi critici è come se si interrompe la corrente durante il ciclo del forno o della lavatrice: al ripristino della corrente, il risultato finale sarà compromesso, perché gli organi hanno avuto carenza nel momento in cui facevano lo “sprint”.
Gli alimenti come farmaci Dobbiamo quindi considerare gli alimenti come dei principi attivi che, al pari dei farmaci, interagiscono con l’organismo programmandone la salute o la malattia.
L’ALIMENTAZIONE DA PICCOLI CONDIZIONA IL DESTINO DI SALUTE DA ADULTI Per esempio, le malattie cardiovascolari, prima causa di morte nei paesi occidentali, possono essere prevenute dal regolare consumo sin dall’infanzia di nutrienti ad azione antiossidante(fenoli, vitamina C ed E, carotenoidi, retinoidi del gruppo A) abbondanti in frutta, ortaggi, legumi, cereali, olio d’oliva, mentre l’osteoporosi si previene con l’apporto di calcio in infanzia-adolescenza, e i tumori sono contrastati da anti-tumorali naturali presenti ad esempio in pomodori, legumi, aglio e cipolle, agrumi, carote, finocchi, cavoli, broccoli, latte.
I nemici delle arterie • Trigliceridi • Colesterolo LDL • Prodotti di ossidazione dei grassi (LOPS) e del colesterolo(COPS), contenuti in patatine fritte, fritture, uova in polvere, carni in scatola • Lipoproteina A (geneticamente presente nel sangue, ma ossidata e resa pericolosa dagli acidi grassi trans di margarine, dolci, fritture) • Omocisteina(eccesso di proteine animali)
I DIFENSORI DELLE ARTERIE GLI ANTI-OSSIDANTI: UN ARCOBALENO DI COLORI! 1) Beta-carotene: ARANCIONE di melone, zucca, albicocche, carote, cachi 2) Licopene: ROSSO del pomodoro 3) Flavonoidi: ROSSO di ciliegie, agrumi, peperoni 4) Antocianosidi: VIOLA di frutti di bosco e melenzane 5) Fenoli: GIALLO di agrumi, olio d’oliva 6) Vitamine e Sali minerali: VERDE di lattuga, broccoli, spinaci, verza, cavoli, piselli, fagiolini
OSTEOPOROSI E DIETA NELL’INFANZIA L’osteoporosi, malattia che colpisce la donna anziana esponendola al rischio di frattura, va prevenuta garantendo il corretto apporto di calcio durante tutta l’infanzia, quando viene depositato nello scheletro fino al raggiungimento alla pubertà del Picco di Massa Ossea, dopodichè sarà troppo tardi.
AMICI DELLE OSSA • CALCIO (latte e derivati, salumi, uova) • VITAMINA D (esposizione al Sole) L’osteoporosi non è solo conseguente alla perdita ossea che accade con l’avanzare dell’età, ma al mancato raggiungimento del picco ottimale di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza. È come se fin dalla nascita, e anzi già nell’utero, ogni individuo investisse il proprio calcio nella “banca” dello scheletro, e l’ “estratto conto” del suo patrimonio è la massa ossea.
NEMICI DELLE OSSA • Eccesso di proteine animali • Abuso di alcool e caffè • Fumo • Sedentarietà • BIBITE GASSATE(coca-cola, aranciata, energy- e sport-drink), che contengono acido orto- fosforico che acidifica l’organismo causando perdita di calcio con le urine • Eccesso di fibre( che legano il calcio)
Linee guida del Ministero della salute sulla nutrizione nella prima infanzia Il 26 marzo 2015 il Ministero della Salute ha istituito, nell’ambito del “Piano di Azione dell’Ue contro l’obesità infantile 2014-2020”, un “Tavolo di lavoro per la corretta alimentazione dei bambini fino a 3 anni”, chiamando i massimi esperti nazionali in nutrizione infantile con il compito di elaborare linee di indirizzo sulla corretta alimentazione ed educazione nutrizionale del bambino nei primi tre anni di vita.
LE INDICAZIONI DEGLI ESPERTI 1) Allattamento al seno per almeno sei mesi. 2) No al latte vaccino nel primo anno di vita e cautela a partire dal secondo anno. 3) Rispettare i LARN per proteine, carboidrati, lipidi (50% carboidrati, 40% grassi e 10% proteine). 4) Garantire l’apporto di ferro. 5) Indicazioni sullo svezzamento.
Alcune problematiche nutrizionali diffuse nella popolazione pediatrica, a partire dallo svezzamento:: svezzamento 1. Eccessivo apporto di proteine 2. Assunzione inadeguata di ferro 3. Intake elevato di zuccheri semplici 4. Intake elevato di sale/sodio
Apporto proteico Dati del progetto CHOP e, prima, di Rolland- Cachera: bambini italiani 3 volte più proteine del necessario per l’età. Il carico eccessivo di proteine affatica i reni, e aumenta la produzione di insulina, con conseguente eccessivo incremento ponderale precoce, che condiziona lo sviluppo di obesità nelle età successive. Il problema riguarda già la dieta in gravidanza.
Rapporto tra proteine di origine animale e vegetale 50% per ciascuna delle due fonti. Le proteine di origine animale hanno il pregio di essere di elevata qualità, perché posseggono tutti gli aminoacidi essenziali, e di alto valore biologico, perché consentono un migliore sfruttamento dell’azoto. Spesso però si accompagnano a grassi, quindi vanno divise equamente con quelle di origine vegetale.
DIETA VEGETARIANA I vegetariani stretti (VEGANI)non mangiano nessun prodotto di origine animale. Ciò può causare carenza di ferro, vitamina B12, vitamina D e calcio . Le diete ovo-latto-vegetariane comprendono alimenti vegetali, latte e derivati, uova, ma escludono tutti i tipi di carne e il pesce, e sono carenti di vitamina D e ferro. Le fibre alimentari, gli ossalati ed i fitati, i cui livelli sono alti nelle diete vegetariane, riducono ulteriormente la biodisponibilità dei minerali, quali il ferro, il calcio e lo zinco e aumentano l’escrezione della vitamina B12. Il valore biologico delle proteine può essere scarso, se non si combinano attentamente varie proteine vegetali, esempio, associando i legumi ai cereali.
RISCHI DELLE DIETE VEGETARIANE Le conseguenze di inadeguate diete vegetariane nei bambini sono difficoltà di accrescimento, anemia da carenza di ferro, anemia megaloblastica dovuta a carenza di vitamina B12 (che può anche comportare problemi neurologici), rachitismo da carenza di vitamina D, ritardo puberale. Il “vegetarianismo” in età pediatrica richiede particolare attenzione in quanto il fabbisogno calorico, di proteine, vitamine e minerali è più alto durante l’accrescimento, e può non risultare soddisfatto da diete non congrue.
Apporto di carboidrati Moderare il consumo di alimenti dolci e bevande con zuccheri aggiunti, e prediligere carboidrati a struttura complessa, come cereali, frutta, ortaggi, verdura. In Italia i consumi tra i bambini di ortaggi, verdure e frutta continuano ad essere inadeguati (il 23% non ne fa un uso quotidiano).
Abbassato il limite degli zuccheri nelle raccomandazioni OMS Le nuove linee guida OMS raccomandano di abbassare il limite degli zuccheri semplici dal 15% al 10% del consumo calorico giornaliero (50 grammi circa), precisando che ancora più salutare sarebbe non superare il 5%. Gli italiani consumano mediamente quasi il 20% dell’energia introdotta sottoforma di zuccheri semplici.
I grassi E’ importante assicurare l’apporto di acidi grassi Omega 3, essenziali per lo sviluppo del cervello. Ciò nel lattante viene garantito dal latte materno e, in sua mancanza, dai latti formulati, ma non dal latte vaccino. Nel bambino più grande,2-3 porzioni di pesce grasso (pesce azzurro, trota, salmone) alla settimana consentono di raggiungere le assunzioni raccomandate.
No ai “grassi idrogenati” Si tratta di oli vegetali liquidi che l’industria rende solidi aggiungendo idrogeno (contengono acidi grassi trans): aumentano i rischi di malattie cardiovascolari, poiché fanno aumentare il livello delle lipoproteine LDL.
L’olio di palma Presente anche nei latti artificiali, e sospettato di nocività per la sua concentrazione di grassi saturi (50%), assolti invece dalle evidenze scientifiche attuali dal rischio di malattie cardiovascolari. E’ auspicabile comunque l’utilizzo di “olio di palma sostenibile”, non proveniente da deforestazione, e l’accortezza delle industrie a limitare i contaminanti del processo di produzione, in particolare il 3MCPD.
L’epoca di svezzamento ideale 6 mesi, a meno che significative deflessioni, tra i 4 e i 6 mesi, della crescita del lattante, previa esclusione di una possibile patologia da parte del pediatra, consigli l’avvio anticipato dell’alimentazione complementare.
Svezzamento e allattamento al seno Proseguire il latte materno durante il divezzamento offre protezione contro le infezioni gastrointestinali e respiratorie, prevenzione della “morte in culla”, riduzione dell’incidenza di alcuni tumori pediatrici (in particolare linfomi e leucemie), riduzione del rischio futuro di obesità, diabete tipo 2, malattie cardiovascolari, effetto positivo sullo sviluppo neuro-cognitivo.
Come introdurre gli alimenti durante il divezzamento Non esistono modalità e menù definiti per iniziare il divezzamento: l’ordine con cui gli alimenti vengono introdotti nella fase dello svezzamento non riveste più l’importanza che un tempo veniva attribuita e può variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia.
Divezzamento, tecniche I cibi vanno offerti con il cucchiaino, senza forzare il bambino, consentendogli eventualmente di toccare cibo con le mani. Non si deve insistere se non gradisce qualche alimento, ma alternare cibi diversi per colore, sapore e consistenza. Il cibo inizialmente non accettato va riproposto con pazienza in giornate successive, eventualmente preparato in modo diverso. E’ importante che il bambino mangi seduto.
L’auto-svezzamento Vantaggio: si rispettano le scelte, i gusti e la capacità di autoregolarsi del bambino, favorendo la strutturazione di un rapporto sano con il cibo, che non viene vissuto come imposizione ma come elemento da scoprire, attraverso il proprio istinto, la propria attrazione per un cibo piuttosto che un altro, le proprie necessità (il bambino smette di mangiare quando è sazio), senza stress e ansie.
Per l’autosvezzamento E’ importante che la dieta dei genitori sia sana, equilibrata, con cibi di qualità, senza abuso di sale o zuccheri, senza presenza di contaminanti, facendo attenzione alle possibili carenze alimentari e controllando accuratamente il rischio di inadeguato apporto di nutrienti per la crescita del bambino.
I bambini a rischio di allergie non vanno divezzati diversamente Non ha senso l’introduzione ritardata di alimenti potenzialmente allergizzanti per prevenire le allergie, sia nei lattanti considerati a rischio che in quelli non a rischio di allergia. C’è anzi ragione di credere che la troppo ritardata introduzione di un alimento aumenti la prevalenza dell’allergia a quell’alimento anziché ridurla, perché si supera la “finestra” per l’acquisizione della tolleranza.
Il valore del baby-food I baby-food sono prodotti creati specificamente per il target di età dei lattanti (0-12 mesi) e dei bambini nella prima infanzia (1-3 anni). La normativa europea detta specifiche disposizioni sia sui requisiti di composizione a tutela dell’adeguatezza nutrizionale, sia sulle garanzie da fornire in termini di sicurezza alimentare.
Baby food e biologico Il “biologico” non assicura le stesse garanzie dei prodotti destinati all’infanzia (“baby-food”) in quanto la normativa vigente, pur imponendo che gli alimenti biologici siano coltivati senza pesticidi sintetici, ormoni della crescita, antibiotici e concimi chimici, non garantisce l’assenza di pesticidi né di contaminanti di origine naturale (micotossine).
Mangiare poco! Mangiare poco, secondo gli studi più recenti, allunga la vita, influenzando molti indicatori della salute, quali il livello di colesterolo LDL, la pressione arteriosa, la proteina C-reattiva nel sangue, uno dei predittori delle malattie cardiovascolari, la resistenza all’insulina, l’attività dell’ormone tiroideo T3.
La dieta mediterranea La dieta mediterranea è un bene prezioso che va tutelato e diffuso, non solo perchè rappresenta il modello nutrizionale per eccellenza, alla base di un'alimentazione sana ed equilibrata, ma anche perchè si conferma un 'elisir' per prevenire la sindrome metabolica, una combinazione di obesità, diabete e pressione alta che può causare infarto ed ictus, e anche per prevenire tumori e osteoporosi. Per questo il riconoscimento da parte dell'Unesco della dieta mediterranea quale patrimonio immateriale dell'umanità.
Traditori della dieta mediterranea In Italia, patria della dieta mediterranea, dovremmo essere detentori del primato della sana e corretta alimentazione, eppure, secondo l’allarme lanciato dalla Società Italiana di Pediatria, solo un bambino su due la rispetta, soprattutto per quanto attiene a frutta, verdura, latte, uova, pesce.
ERRORI ALIMENTARI dei bambini italiani(dati Istituto Superiore Sanità) Il 9% dei bambini salta la prima colazione; il 30% fa una colazione inadeguata; il 68% fa una merenda di metà mattina troppo abbondante; il 23% non consuma quotidianamente frutta e verdura; il 48% consuma ogni giorno bevande zuccherate o gassate.
Le abitudini alimentari degli adolescenti(Società Italiana di pediatria) Il pesce: il 46,4% lo mangia raramente o mai. I legumi: il 16% non li mangia mai e un altro 36% li mangia raramente. Le verdure: le mangiano raramente o mai il 32,6%. La frutta: il 17% la mangia raramente o mai. Eccessivo consumo quotidiano di salumi (24,8%) e di dolci (20% ). Il 33,7% dichiara di mangiare solo le cose che gli piacciono e il 16,4% di mangiare sempre le stesse cose.
MANGIAR SANO SI IMPARA DALL’ESEMPIO DEI GENITORI Le abitudini alimentari dei piccoli sono influenzate fortemente dall’esempio dei genitori. Mamma e papà possono diventare quindi i migliori veicoli di uno stile di vita improntato a una sana alimentazione.
GLI ADOLESCENTI SONO INSODDISFATTI DEL PROPRIO ASPETTO Dai risultati di un’indagine condotta dalla Società Italiana di Pediatria su un campione nazionale di 1200 studenti delle scuole medie emerge che i ragazzi italiani non si piacciono: il 61,1% vorrebbe essere più bello (67% delle femmine) il 59,6% vorrebbe essere più alto (62,2% delle femmine) il 50,3% vorrebbe essere più magro (59,4% delle femmine). il 57,3% dei maschi vorrebbe essere più muscoloso. L’insoddisfazione per il proprio aspetto e il riferimento ai modelli spesso irrangiungibili proposti da giornali e Tv spinge i giovani ad effettuare diete improvvisate e non controllate.
DIETA FAI DA TE Il 25% delle ragazze ha già fatto una dieta e un altro 12% vorrebbe farla. Tra le ragazzine che almeno una volta hanno fatto la dieta, solo il 27,6% si è affidata a un medico, mentre il 46,9% ha deciso autonomamente quali cibi mangiare e quali no, il 16,6% ha seguito i genitori, il 4% internet o riviste e il 2,8% l’esempio di amici.
NO ALLE DIETE FAI DA TE Quello delle diete fai da te è un fenomeno pericoloso, specie per una persona che è ancora in fase di sviluppo, perché i regimi alimentari utilizzati possono essere sbilanciati, oltre che risultare inefficaci a lungo termine. In realtà, un regime ipocalorico adatto per un individuo può non esserlo per un altro, per cui una dieta alimentare, se è davvero necessaria, deve essere prescritta dopo un’attenta visita e una valutazione dello stato di salute.
“DIETING” Il “dieting”, cioè della dipendenza dalle diete, colpirebbe il 70% delle ragazze in vario grado. Queste adolescenti sono perennemente a dieta ma senza perdere peso in modo corretto e duraturo, in quanto dimagriscono rapidamente con una dieta restrittiva, ultrarigida e sbilanciata, ma ingrassano di nuovo(e anche più)durante la fase di “disinibizione”, per la forte fame creata dall’astinenza forzata di cibo, fino a creare un circolo vizioso (sindrome da yo-yo).
Dieta giusta Una dieta che funziona non deve essere rigida e austera, ma sostenibile e piacevole, VARIATA, attenta anche ai gusti, alle preferenze, alla gratificazione, agli aspetti emotivi legati al significato che il cibo ha per ognuno, puntando sul risultato a medio-lungo termine.
CIBO COME VALORE Nutrirsi è un’esigenza biologica primaria, tuttavia questo bisogno viene soddisfatto attraverso una risposta rivestita di significati etici, religiosi, psicologici, storici, sociali, culturali. Nato dunque come bisogno primario, il “nutrimento” quando diventa “alimentazione” si trasforma in un codice di comunicazione che esprime l’identità dell’individuo.
ETICA DEL CIBO La raccolta, la preparazione, il consumo dei cibi assume per gli individui un valore rituale ed etico, ed è soprattutto una forma di comunicazione ed integrazione sociale e familiare. Anche la stessa percezione del gusto è connotata culturalmente, e caratterizza un popolo o una comunità.
NUTRIZIONE E ALIMENTAZIONE Nella storia dell’uomo, il cibo ha sempre rivestito il duplice valore di elemento cruciale per la sopravvivenza(nutrimento) e strumento simbolico(alimento)che, nei millenni e nelle varie culture, attraverso rituali, usi, e costumi, lo hanno arricchito di significati aggiuntivi ed ulteriori.
QUANDO IL CIBO DIVENTA UN NEMICO E’ necessario istruire i genitori ad instaurare un “ambiente alimentare” in famiglia in cui non si seguano rigidi parametri calorici o ponderali, ma al contrario, si crei un clima di informazione e consapevolezza su ciò che si mangia. Ciò significa insegnare ai bambini sin da piccoli ad apprezzare il cibo e ad adottare buone abitudini alimentari, e ad essere consapevoli realisticamente del proprio corpo, anche nei suoi difetti o imperfezioni.
IL RAPPORTO COL CIBO E IL CORPO Essere insoddisfatti del proprio aspetto, è alla base dell’emergere e del consolidarsi di pattern alimentari disfunzionali, mentre il nutrirsi dovrebbe essere sganciato dal colore delle emozioni e dei sensi di colpa, e bisognerebbe Focalizzarsi, più che sul Peso, sulla salute nel suo significato più ampio.
L’epidemia di obesità • Organizzazione Mondiale della Sanità: più di un miliardo di persone in sovrappeso nel mondo, di cui 43 milioni sono bambini. • In Italia, più di un milione di bambini tra i sei e gli undici anni hanno problemi di eccesso ponderale: il 24% è in sovrappeso e il 12% obeso. • Il primato negativo spetta alla Campania: 28% dei bambini in sovrappeso, il 21% obeso.
LE CONSEGUENZE dell’obesità infantile • Complicazioni nel breve termine: inattività, disagio psico-sociale, problemi ortopedici, respiratori, alterazioni metaboliche ed epatiche, pubertà precoce. • Obesità da adulti (nel 30-60% dei casi, soprattutto se l’obesità è presente all’età adolescenziale ), con aumentato rischio di aterosclerosi, infarto, ictus, ipertensione, diabete, cancro.
COSTI L’emergenza sanitaria rappresentata dall’obesità ha anche un forte impatto economico, poiché alle malattie correlate vanno imputati ben il 7 per cento dei costi sanitari dell’Unione Europea. In Italia si spendono 22,8 miliardi di euro ogni anno.
LE CAUSE Squilibrio tra assunzione di cibo e consumo di energia, a causa di errori nello stile di alimentazione e vita: 1) allattamento al seno scarso e breve 2) svezzamento precoce e con alto contenuto di proteine 3) salto della prima colazione 4) concentrazione delle calorie nei due pasti principali, soprattutto la cena 5) consumo di cibo-spazzatura
LA REGOLA BASE della sana alimentazione Nessun alimento o bevanda di per sè è responsabile di obesità. Ciò che conta è che il contributo di ogni singolo alimento non sia eccessivo rispetto all’apporto calorico totale, che l’alimentazione sia il più varia possibile e che le calorie totali introdotte siano in equilibrio con quelle bruciate.
LA PIRAMIDE ALIMENTARE La corretta alimentazione viene esemplificata dalla piramide alimentare, secondo cui ogni giorno vanno consumate cinque porzioni di frutta e verdure, tre di cereali, due di latte e yogurt; pesce e carne vanno mangiati tre- quattro volte a settimana, i legumi due-tre volte, le uova una-due, i formaggi due-tre, i dolci una volta, limitando gli alimenti di origine animale, i grassi e gli zuccheri semplici, e bevendo tanta acqua.
Piramide Alimentare
DIETA SETTIMANALE proteine volte alla settimana CARNE 4(1 rossa e 3 bianca) FORMAGGIO 3 PESCE 3 UOVA 1 LEGUMI 2 AFFETTATI 1
NO al “CIBO SPAZZATURA” • La pubblicità televisiva è responsabile di un’ampia promozione di cibi malsani ed influenza le preferenze alimentari dei bambini. • Secondo uno studio canadese che ha analizzato 367 prodotti tra merendine, snack, prodotti surgelati e precotti, nove alimenti per bambini su dieci sono di cattiva qualità nutrizionale.
Il “food carving” I cibi ad alto contenuto di grassi, zuccheri o sale possono creare dipendenza psicofisica similmente a nicotina e sostanze stupefacenti, inducendo il rilascio di dopamina a livello cerebrale e/o di endocannabinoidi nell’intestino. Il cosiddetto “food carving”, ovvero il desiderio intenso e compulsivo di uno specifico alimento, è mediato dalle stesse aree che si attivano nei tossicodipendenti nelle fasi di astinenza della sostanza d’abuso.
Prevenire è più facile che curare “La maggior parte delle persone obese non segue una dieta, e tra quelle che la seguono, la maggior parte non perde peso, e tra quelle che lo perdono, la maggior parte lo riacquista”. (Stunkard)
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