Bologna nel programma elettorale del Partito Democratico - Bologna, 29 marzo 2008
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Le città in Europa • Nella strategia di Lisbona 2000 (“fare dell’Europa entro il 2010 l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”) e di Goteborg 2001 (sviluppo sostenibile) le aree urbane hanno un ruolo fondamentale anche per la crescita delle vicine aree rurali. • Le politiche urbane sono entrate a pieno titolo nelle Linee guida strategiche per l’utilizzo dei Fondi strutturali 2007-2013 nell’ambito delle politiche regionali per la convergenza, la competitività e l’occupazione. • Nella Carta di Lipsia sottoscritta dai Ministri degli Stati europei responsabili per lo sviluppo urbano il 2 maggio 2007 è scritto che “le città sono centri di conoscenza e fonti di crescita e innovazione” ma che in esse “sussistono problemi di iniquità ed esclusione sociale, mancanza di alloggi accessibili e problemi ambientali”. • La Carta raccomanda “di fare maggior ricorso alle strategie della politica di sviluppo urbano integrato” e di “impostare la politica di sviluppo urbano a livello nazionale, coinvolgendo tutti gli altri livelli per produrre stimoli alle soluzioni innovative. 2 www.pdbologna.org
Programma perurbane Le politiche Bologna • In Olanda, Francia, Danimarca e Portogallo (Stati non federali) esistono Ministeri per le politiche urbane. In Gran Bretagna esiste un Dipartimento presso l’Ufficio del Primo Ministro. In Belgio, Germania (Stati federali) e Spagna le aree urbane sono al centro di politiche specifiche. • In Italia le politiche urbane sono di competenza di un Dipartimento del Ministero delle Infrastrutture senza alcun coordinamento governativo. • In un rapporto diretto e bilaterale tra alcune grandi aree urbane e il Governo (tavoli per Milano Expo 2015 e per Napoli sulla sicurezza, leggi speciali per Roma e Venezia, Torino Olimpiadi invernali 2006 e Genova Capitale europea della cultura 2004) le altre, compresa Bologna, sono penalizzate. 3 www.pdbologna.org
Programma Le per Bologna città metropolitane • 15 città in Francia, 7 in Gran Bretagna, 7 in Germania, 2 in Olanda, 1 in Portogallo, 2 in Spagna più le capitali (Parigi, Londra, Berlino, Madrid...) hanno forme speciali di governo. • La legge 142/90, modificata dal Testo Unico degli enti locali del 2000, prevede che in 9 aree urbane delle regioni a statuto ordinario (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia) e in 5 delle regioni a statuto speciale (Trieste, Catania, Messina, Palermo, Cagliari) possano essere istituite le Città metropolitane. • Il nuovo art. 114 della Costituzione dispone che la legge dello Stato stabilisce l’ordinamento di Roma capitale della Repubblica. • Nessuna delle Città metropolitane è stata istituita anche per mancanza delle disposizioni finanziarie e per la procedura che subordina il via all’accordo tra il Sindaco del comune capoluogo e il Presidente della provincia. 4 www.pdbologna.org
Le città europee a confronto con Bologna per Programma per Bologna classe di appartenenza Fonte: DATAR 2003 5 www.pdbologna.org
Programma per Bologna Confronto fra le 14 aree metropolitane per popolazione, popolazione straniera residente, laurea e diploma, PIL procapite, tasso di disoccupazione femminile % popolazione Tasso di Tasso di Popolazione residente straniera Prodotto Interno PROVINCE % laureati disoccupazione occupazione residente totale su popolazione (censimento 2001) Lordo procapite (31 dicembre 2006) (2007 - euro) totale (2006) femminile residente totale (31 (2006) dicembre 2006) Bari 1.596.364 1,4 6,8 17.620 13,3 29,6 Bologna 954.682 6,9 10,7 35.156 2,9 66,1 Cagliari 555.409 1,3 6,7 21.147 11,1 37,9 Catania 1.076.972 1,2 7,2 16.716 12,3 27,8 Firenze 970.414 7,8 9,3 33.753 4,4 60,1 Genova 887.094 5,0 9,8 25.019 5,1 52,2 Messina 653.861 2,0 8,0 18.590 10,7 35,7 Milano 3.884.481 8,2 10,2 39.442 3,9 60,5 Napoli 3.082.756 1,5 7,2 16.067 14,8 24,8 Palermo 1.241.241 1,5 7,1 15.903 18,6 28,6 Roma 4.013.057 6,9 12,3 34.021 7,2 51,0 Torino 2.248.955 5,8 7,8 28.908 4,1 55,5 Trieste 236.512 5,7 10,0 28.941 3,3 54,2 Venezia 836.596 5,4 6,5 29.784 5,1 50,4 6 www.pdbologna.org
Bologna nel Piano Territoriale della Regione • Nel documento di indirizzo del nuovo Piano territoriale regionale (maggio 2007) si rileva come “ l’Emilia Romagna è parte di una regione economica che costituisce la propaggine meridionale della’area più sviluppata del continente e, per la sua posizione geografica, snodo tra le diverse aree di sviluppo europeo”. • Il documento individua Bologna come “città metropolitana capace di valorizzare l’articolato conteso regionale, nelle diverse vocazioni e relazioni, e di rappresentare bene la specificità di questa regione nel quadro nazionale”. • Per Bologna si delinea una prospettiva di capitale regionale in un approccio di sistema che va oltre il policentrismo. • Nell’ambito del PTCP della provincia, il comune di Bologna sta completando l’approvazione del PSC che delinea “una città europea di medie dimensioni sostenuta da un’area metropolitana fortemente integrata”. Il PSC individua alcune grandi strategie di trasformazione che descrive attraverso le “Sette città” . 7 www.pdbologna.org
Programma Bologna per creativa città Bologna • Nell’economia della conoscenza, i fattori determinanti dello sviluppo sono: - gli addetti alle professioni più innovative - la percentuale dei laureati sulla popolazione - l’incidenza dei ricercatori sugli occupati - le attività economiche high-tech - le domande di brevetto - la possibilità di accedere facilmente a Internet Essi sono concentrati nelle città. • Nel Rapporto “L’Italia nell’era creativa” del luglio 2005 Irene Tinagli e Richard Florida hanno calcolato l’indice di creatività delle città italiane. Hanno preso in esame anche indicatori di diversità etnica e culturale, di integrazione e di tolleranza. 8 www.pdbologna.org
Bologna Bolognacittà creativa città creativa • Bologna si colloca al terzo posto tra le città italiane, subito dopo Roma e Milano. Ma c’è una distanza molto marcata con le altre città europee e statunitensi. • La creatività e l’innovazione rappresentano dunque la vocazione fondamentale per lo sviluppo dell’area urbana bolognese. • I punti su cui fare leva sono l’Università e i centri di ricerca, i giovani, le attività economiche innovative, l’integrazione sociale, la qualità ambientale e la facilità dei trasporti. 9 www.pdbologna.org
Programma Indice per Bologna di creatività italiano Tabella 19. Indice di Creatività Italiano (ICI) (PRIMA PARTE) ICI Provincia Italian Talent Technology Tolerance ICI Provincia Italian Talent Technology Tolerance Position Creativity (posizione) (posizione) (posizione) Position Creativity (posizione) (posizione) (posizione) Index Index (ICI) (ICI) 1 Roma 0.786 1 4 1 27 Varese 0.365 53 51 22 2 Milano 0.720 5 1 2 28 Brescia 0.365 87 46 8 3 Bologna 0.665 4 2 4 29 Ancona 0.365 24 35 46 4 Trieste 0.602 2 8 9 30 Treviso 0.364 69 21 27 5 Firenze 0.585 6 6 3 31 Venzia 0.363 53 16 41 6 Genova 0.555 3 7 20 32 Lucca 0.362 40 53 26 7 Torino 0.518 19 3 17 33 Catania 0.361 20 50 45 8 Parma 0.516 11 8 6 34 Napoli 0.357 8 29 68 9 Rimini 0.489 21 12 5 35 Vicenza 0.353 84 11 34 10 Perugia 0.477 12 19 10 36 Livorno 0.351 34 15 61 11 Modena 0.468 58 5 12 37 Arezzo 0.350 48 42 33 12 Padova 0.466 15 10 19 38 Macerata 0.342 45 24 49 13 Pisa 0.463 9 34 14 39 Trento 0.341 27 69 35 Reggio 14 0.413 78 13 11 40 Grosseto 0.336 63 54 30 E. 15 Ravenna 0.407 57 14 21 41 L’Aquila 0.336 10 60 65 16 Terni 0.406 17 40 28 42 Gorizia 0.329 41 39 53 17 Verona 0.403 75 18 13 43 Ferrara 0.327 56 37 47 18 Siena 0.398 15 73 16 44 Pistoia 0.325 77 52 31 19 Piacenza 0.395 38 21 25 45 La Spezia 0.320 31 46 62 Pesaro- 20 0.392 29 43 23 46 Udine 0.320 55 27 55 U. 21 Pescara 0.392 7 41 56 47 Palermo 0.312 13 28 83 22 Prato 0.391 72 17 18 48 Novara 0.311 67 67 32 23 Imperia 0.384 51 44 15 49 Massa C. 0.306 32 24 73 24 Forlì-C. 0.375 59 19 29 50 Alessandria 0.305 65 65 37 25 Savona 0.372 25 33 39 51 Pavia 0.305 36 78 42 26 Bolzano 0.368 80 56 7 52 Cagliari 0.302 27 38 72 10 www.pdbologna.org
Indice Indicedidicreatività italiano creatività italiano T a b e lla 1 9 . In d ic e d i C re a tiv ità Ita lia n o ( IC I ) (S E C O N D A P A R T E ) IC I P ro v in cia Ita lia n T a le n t T e c h n olo g y T o le ra n ce IC I P ro v in cia Ita lia n T a le n t T e c h n olo g y T o le ra n c e P o sitio n C re a tivity (p o s izio n e) (p o s izio n e ) (p o s izio n e) P o sitio n C re a tivity (p o s izio n e) (p o s izio n e ) (p o s izio n e) In d e x In d e x (IC I) (IC I) 53 B a ri 0 .3 0 1 42 29 67 79 S ira c u s a 0 .2 1 7 49 55 90 54 P o rd e n o n e 0 .2 9 1 82 26 57 80 V e rb a n o 0 .2 1 6 95 93 44 55 C re m o n a 0 .2 9 0 79 62 38 81 M a te ra 0 .2 1 3 30 71 95 56 A o sta 0 .2 8 4 81 35 59 82 C a lta n iss . 0 .2 1 2 86 57 75 57 M a n to v a 0 .2 8 3 89 49 43 83 C a s e rta 0 .2 1 0 39 73 89 58 M e ss in a 0 .2 8 0 14 58 86 84 C h ie ti 0 .2 0 7 52 86 80 59 L a tin a 0 .2 7 9 76 32 66 85 Lodi 0 .2 0 4 91 86 64 60 T e ra m o 0 .2 7 3 49 75 58 86 V e rc e lli 0 .2 0 2 99 84 54 61 S a ss a ri 0 .2 7 1 36 64 71 87 Cuneo 0 .1 9 8 101 90 50 62 R ie ti 0 .2 6 7 72 61 60 88 F ro s in o n e 0 .1 9 0 83 67 84 63 B e rg a m o 0 .2 6 2 94 92 24 89 T a ra n to 0 .1 8 4 96 48 87 64 T ra p a n i 0 .2 5 6 63 29 79 90 Enna 0 .1 7 8 71 103 74 65 C o se n za 0 .2 5 5 18 81 78 91 Cam pob. 0 .1 7 6 44 91 92 66 S a le rn o 0 .2 5 3 23 80 77 92 Is e rn ia 0 .1 7 4 32 101 97 67 Lecco 0 .2 5 1 70 88 51 93 A v e llin o 0 .1 7 1 35 94 99 68 B iella 0 .2 4 9 97 77 36 94 V ib o V . 0 .1 7 0 46 97 91 69 A s c o li P . 0 .2 4 7 47 76 70 95 C ro to n e 0 .1 6 7 62 98 88 70 R e g g io C . 0 .2 4 5 22 59 96 96 A g rig e n to 0 .1 6 3 60 89 98 71 Com o 0 .2 4 2 68 96 52 97 F o g g ia 0 .1 5 9 72 70 102 72 Lecce 0 .2 4 2 60 72 69 98 R o v ig o 0 .1 5 2 103 66 82 73 B e llu n o 0 .2 3 1 87 23 81 99 B e n e v e n to 0 .1 5 0 43 98 103 74 S o n d rio 0 .2 3 0 92 82 48 100 B rin disi 0 .1 3 9 100 62 93 75 A s ti 0 .2 2 8 98 83 40 101 P o te n za 0 .1 3 5 66 100 100 76 C a ta n za ro 0 .2 2 5 26 79 85 102 N u o ro 0 .0 9 4 93 101 101 77 R agusa 0 .2 1 9 89 44 76 103 O ris ta n o 0 .0 9 2 102 94 94 78 V ite rb o 0 .2 1 8 85 85 63 NB È in te re s s a n te n o ta re co m e l’I n d ic e d i C re a tiv ità s ia fo rte m e n te c o rre la to c o n il liv e llo d i ric c h e z z a 11 c o n il m a g g ior liv e llo d i re d d ito /co n s u m o so n o le c ittà c h e h a n n o d i u n a c ittà . In g e n era le , le c ittà www.pdbologna.org le p e rfo rm a n c e m ig lio ri s u ll’In d ice d i C re a tiv ità .
Programma Indice per Bologna di creatività europeo 12 www.pdbologna.org
Programma Dieci azioni per Bologna di governo per Bologna Per ciascuna di queste azioni nell’allegato “Sette disegni di legge per Bologna” sono indicati i ddl che i parlamentari bolognesi del Partito Democratico si impegnano a promuovere: 1. Istituzioni più semplici ed efficienti 2. Cittadini più sicuri 3. L’ambientalismo del fare 4. Il diritto alla “banda larga” 5. Lavoro più sicuro e di qualità 6. Più case in affitto 7. I diritti di cittadinanza sociale 8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro 9. La cultura come investimento 10. Imprese più forti 13 www.pdbologna.org
1.Indice di creatività Istituzioni più semplici italiano ed efficienti • L’ISTAT nel 2005 ha censito circa 830 uffici statali sul territorio nazionale. Appartengono a 11 Ministeri e impiegano 91.700 dipendenti escludendo gli Affari Esteri, la Giustizia, la Difesa, le Agenzie, i corpi di polizia e il personale scolastico. In provincia di Bologna i dipendenti di questi uffici sono circa 900. • Vanno unificati negli Uffici territoriali del Governo trasferendo tutto ciò che è possibile alle autonomie territoriali e sopprimendo i doppioni. • Nelle aree indicate a partire dalla L 142/90 le Città metropolitane sostituiscono le province e possono essere titolari di funzioni delegate dalle Regioni, dallo Stato e dai comuni che ne fanno parte. • Le attuali province vanno ridotte di numero e non se ne possono costituire di nuove. La delimitazione territoriale della Città metropolitana, che gli enti locali interessati decideranno con la Regione, dovrà soddisfare a queste condizioni. 14 www.pdbologna.org
1. Istituzioni più semplici ed efficienti • Va istituito un Coordinamento interministeriale per le politiche urbane sul modello britannico. Nella legislazione di settore, a partire dalla legge-obiettivo sulle infrastrutture, vanno considerate distintamente le specifiche esigenze delle Città metropolitane. • Sono costituite Unioni di comuni per l’esercizio obbligatorio di determinate funzioni fondamentali che vanno fatte coincidere con i Distretti sanitari. Le Unioni di comuni montani sostituiscono le Comunità montane. Per ogni altra esigenza i comuni e le Unioni di comuni stipulano accordi tra di loro. • Il governo locale si ispirerà al principio di sussidiarietà previsto dalla Costituzione e sarà aperto alla collaborazione con il volontariato, l’associazionismo e il privato sociale. 15 www.pdbologna.org
1. Istituzioni più semplici ed efficienti • Nell’ambito della Città metropolitana le Unioni di comuni sostituiscono le 5 associazioni intercomunali, le 4 Comunità montane, i consorzi per la gestione dei servizi a livello sovracomunale (la Regione Emilia-Romagna ne aveva censiti 9 nel 2001) e vanno fatte coincidere con i Distretti sanitari che attualmente sono 7. • Sono sottoposti a verifica per decidere se mantenerle o sopprimerle le 10 Istituzioni e le 19 società partecipate dagli enti locali censite dalla Regione Emilia-Romagna nel 2001. • La Città metropolitana assorbe i Consorzi di bonifica, le Agenzie d’ambito per i servizi idrici integrati e i rifiuti e le Agenzie per la mobilità. 16 www.pdbologna.org
Mappa delle associazioni intercomunali nella provincia di Bologna 17 www.pdbologna.org
1. Istituzioni più semplici ed efficienti • La gestione del Patto di Stabilità Interno per Regioni, province e comuni affidato alle Leggi finanziarie annuali ha creato squilibri e gravi difficoltà alla finanza locale. Occorrono regole condivise su base almeno triennale e vanno corrette le iniquità, a partire dalla incomprensibile penalizzazione dei comuni con saldo finanziario positivo nel triennio 2003-2005. • Le spese in conto capitale per le grandi opere vanno escluse dal calcolo del Patto di stabilità. Va completato il trasferimento del catasto ai comuni. La riduzione dei trasferimenti erariali per effetto del maggior gettito dell’ICI su determinate categorie di immobili va commisurata alle entità reali e non si deve tradurre in un ulteriore taglio. Per gli enti locali che hanno utilizzato la normativa sulle trasformazioni societarie poi annullata con sentenza della Corte Europea (ex SEABO) va approvata la norma relativa al credito d’imposta sugli utili. 18 www.pdbologna.org
1. Istituzioni più semplici ed efficienti • E’ urgente dare attuazione all’art. 119 della Costituzione sull’autonomia finanziaria delle autonomie territoriali e sul federalismo fiscale. • Il testo presentato dal Governo nella scorsa legislatura può essere un punto di partenza, ma occorre un sistema equilibrato di perequazione che trovi il consenso del sistema delle autonomie. I comuni devono poter contare su una robusta compartecipazione all’IRPEF che garantisca anche una dinamica delle entrate. • La regolazione e la liberalizzazione nel campo dei servizi pubblici locali, così come l’incentivazione all’aggregazione e alla crescita dimensionale delle società di servizio, possono costituire un fattore importante di crescita per l’intero Paese. 19 www.pdbologna.org
2. Cittadini più sicuri • Il 19 giugno 2007 sono stati sottoscritti il Patto per Bologna Sicura e l’Intesa interistituzionale per la sicurezza nell’area metropolitana di Bologna. • Tra Comune, Prefettura e Forze dell’ordine è prevista la collaborazione permanente in diversi campi: degrado ambientale e disagio sociale, occupazioni ed insediamenti abusivi, esercizi pubblici, commercio ambulante abusivo, violenza sessuale, prostituzione, infortunistica stradale e disagio giovanile, impiego di manodopera irregolare. • Il Patto ha stabilito il rafforzamento degli organici, l’integrazione operativa, il potenziamento del sistema di videosorveglianza e la valorizzazione della polizia di prossimità. 20 www.pdbologna.org
2.2. Cittadini Cittadinipiù più sicuri sicuri • Il Ministero dell’Interno nel gennaio scorso ha reso pubblici i dati della verifica semestrale prevista nelle 14 città che hanno sottoscritto il Patto. • In generale si registra una diminuzione dei reati e un aumento delle denunce e degli arresti, il che dimostra che la strada intrapresa è quella giusta. • A Bologna nel secondo semestre 2007 sono diminuiti i reati rispetto al primo semestre (da 42.566 a 35.333) e sono aumentate le persone denunciate e arrestate (da 9.540 a 9.912). 21 www.pdbologna.org
2.2. Cittadini Cittadinipiù più sicuri sicuri • I Patti sono ispirati ad un’idea di politiche integrate per la sicurezza, anche attraverso azioni di inclusione sociale e di promozione della convivenza civile, basate sulla massima collaborazione e scambio reciproco di informazioni tra diverse istituzioni. • Serve una legge per dare stabilità alla collaborazione in attuazione del riparto costituzionale delle competenze. Vanno inoltre fissate le norme del coordinamento tra le polizie statali e le polizie locali. • Il pacchetto sicurezza approvato dal Governo il 30.10.2007 conteneva misure da approvare relative al potere di ordinanza dei Sindaci in materia di sicurezza, alle espulsioni di cittadini comunitari in casi particolarmente gravi e alla custodia cautelare obbligatoria per reati che suscitano diffuso allarme sociale. 22 www.pdbologna.org
2.2. Cittadini Cittadinipiù più sicuri sicuri • Le vittime dei reati meritano di essere tutelate anche come fattore di maggiore sicurezza per tutti. • La legge può prevedere che le vittime siano adeguatamente informate dei loro diritti, che sia ampliata la loro facoltà di intervento nel processo e che in determinati casi siano previste forme di assistenza economica. • Per combattere efficacemente lo sfruttamento della manodopera immigrata clandestina la legge deve prevedere esplicitamente che il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale possa essere rilasciato anche allo straniero che sia in queste condizioni e che denunci i propri sfruttatori. 23 www.pdbologna.org
3.2.L’ambientalismo Cittadini più sicuri del fare • L’obiettivo dell’Unione europea è di limitare i cambiamenti climatici contenendo l’aumento di temperatura medio entro i 2° C. Per raggiungere questo traguardo occorre ridurre le emissioni di CO2 del 20% (rispetto ai livelli del 1990) entro il 2020. • La riduzione delle emissioni si ottiene attraverso: - un incremento delle fonti di energia rinnovabile che devono rappresentare il 20% del totale nel 2020; - una riduzione del 13% rispetto ad oggi dei consumi di energia grazie ad una maggiore efficienza nei processi; - un aumento del 50% degli investimenti nella ricerca in campo energetico. 24 www.pdbologna.org
3. 3.L’ambientalismo delfare L’ambientalismo del fare • Le città vanno subito coinvolte nel programma di attuazione nazionale degli obiettivi europei, stabilendo progressivi traguardi da raggiungere a partire dalle esperienze sviluppate in materia di sostenibilità ambientale (Agenda 21, Carta di Aalborg). • Le nuove tecnologie dell’ambiente, sia per la produzione che per il risparmio energetico in edilizia, possono diventare un fattore decisivo per lo sviluppo di nuovi settori produttivi. • Le modalità di trasporto sono importanti e vanno privilegiate quelle collettive, su ferro e ciclopedonali. Va promossa la qualità urbana minimizzando il consumo di territorio, salvaguardando le attività agricole e realizzando nuove aree verdi. Va incentivato un moderno sistema di raccolta differenziata e di smaltimento dei rifiuti. • Anche la qualità dell’aria può migliorare con l’adozione di piani rigorosi di diversificazione delle fonti energetiche e di mobilità sostenibile. 25 www.pdbologna.org
3. 3.L’ambientalismo delfare L’ambientalismo del fare • Gli utenti giornalieri dell’SFM di Bologna sono circa 68.000, potrebbero diventare in pochi anni 150.000 con un rilevante spostamento della modalità di trasporto dalla strada al ferro. • L’accordo del 19.6.2007 con FS prevede a regime 73 fermate nella provincia di cui 16 nel territorio del comune di Bologna, un cadenzamento a 15 min. nell’area urbana più densa e a 30/60 min. nel resto del territorio. • L’accordo prevede tre fasi di attuazione: la prima nel 2008-2009, la seconda con tutti i servizi passanti dalla Stazione centrale nel 2011, la terza con ulteriori servizi veloci nel 2015. Si sta avviando il concorso internazionale per la nuova Stazione centrale. 26 www.pdbologna.org
3. 3.L’ambientalismo delfare L’ambientalismo del fare • Manca tuttora la firma dei Ministri interessati (Trasporti e Infrastrutture) all’accordo promosso dalla provincia a causa dell’impegno finanziario che esso comporta: 31.150 milioni di euro per le infrastrutture; una parte consistente dei 200 milioni di euro necessari per il nuovo materiale rotabile; 16.300 milioni di euro per gli ulteriori servizi da attivare. • La Legge Finanziaria 2007 all’art. 1 prevedeva due commi, il 1017 e il 1022, che non hanno avuto attuazione e si riferiscono entrambi al finanziamento dei servizi ferroviari. • In particolare va attuato il comma 1022 che prevede l’istituzione di un fondo alimentato dai sovraprezzi sui pedaggi autostradali finalizzato “all’acquisto di materiale rotabile per servizi ferroviari regionali e metropolitani ed alla copertura dei costi di gestione dei servizi stessi”. 27 www.pdbologna.org
3.3.L’ambientalismo delfare L’ambientalismo del fare • Con l’entrata in funzione del nuovo tratto della SS 64 Porrettana nel comune di Sasso Marconi si rende indispensabile accelerare al massimo la realizzazione del Nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno (4 km di variante stradale e 1,3 km di galleria ferroviaria con stazione interrata, costo complessivo 147,36 milioni di euro). • Il finanziamento della parte stradale del progetto (98,5 mln) è entrato a far parte della convenzione Autostrade per l’Italia SpA–ANAS a totale carico del concessionario. 28 www.pdbologna.org
3.3.L’ambientalismo delfare L’ambientalismo del fare • La Legge Finanziaria per il 2008 ha stanziato un contributo di 9 milioni di euro nel 2008 e nel 2009 per la progettazione del Passante autostradale Nord. E’ un’opera fondamentale per decongestionare il nodo di Bologna e per collegare Fiera, Aeroporto, Interporto e CAAB. • Si tratta di una variante del tracciato dell’A14 della lunghezza di 40,7 km e del costo di 1.450 milioni di euro. Il Governo italiano ha chiesto all’Unione europea di considerarlo come una variante dell’attuale tracciato per poterne affidare la realizzazione al concessionario del servizio. • Il CIPE il 31 gennaio scorso ha assegnato un finanziamento di 120 milioni di euro per il primo lotto funzionale Fiera Michelino – Stazione FS della Metrotranvia di Bologna che si aggiungono ai 87,5 milioni già concessi (costo complessivo del lotto 305,4 milioni di euro). • Il secondo lotto è suddiviso nelle due tratte “Stazione FS–Ospedale Maggiore” (costo 299,26 mln) e “Ospedale Maggiore–Capolinea Normandia Borgo Panigale” (costo 102,97mln). Il 70% del costo è a carico dello Stato e il 30% è a carico del comune. 29 www.pdbologna.org
3.3.L’ambientalismo delfare L’ambientalismo del fare • Dei lavori in via di completamento della Tangenziale di Bologna fa parte anche l’apertura del nuovo casello autostradale Crespellano sulla tratta dell’A1 tra Bologna e Modena. • Occorre pertanto completare celermente la SP Nuova Bazzanese tra Ponte Ronca e Bazzano (costo 40 mln) per la realizzazione della quale si è manifestata una disponibilità da verificare di Autostrade per l’Italia SpA. • Si sta concludendo la Conferenza dei servizi per il progetto definitivo del Nodo di Rastignano (costo complessivo 61,8 mln di cui 8 a carico di TAV) e vanno reperite le risorse necessarie alla sua realizzazione. • Il completamento della complanare Est da San Lazzaro di Savena a Osteria Grande richiede l’anticipazione del finanziamento dell’opera che nei piani di ANAS è prevista per il 2011. • L’attuazione del primo lotto della variante alla SS 64 Silla–Marano è bloccata per un contenzioso tra ANAS e l’impresa aggiudicataria. ANAS si è impegnata a rassegnarlo all’impresa che si è aggiudicato il secondo lotto. 30 www.pdbologna.org
3.4. 4. L’ambientalismo Il Il diritto alla “bandadel alla “banda fare larga” larga” • L’accesso alle reti a banda larga deve diventare un diritto riconosciuto a tutti i cittadini e a tutte le imprese, in tutto il territorio nazionale, come avviene per le strade, il servizio idrico o l’energia elettrica. • La diffusione della banda larga richiede che nel territorio siano presenti opportune infrastrutture tecnologiche (ADSL, connessioni in fibra ottica, WI- FI, WI-MAX). • Il Divario Digitale (Digital Divide) si determina anche tra i diversi territori di un Paese industrializzato (zone montane o poco popolate) e non solo con i Paesi meno sviluppati del mondo. • La Regione Emilia Romagna ha realizzato, prima fra le regioni italiane, una “Community Network” regionale, una rete integrata tra tutte le amministrazioni locali per dotare tutti i comuni, le nove province e le Università di connessioni a banda larga collegate con la Regione (rete LEPIDA). 31 www.pdbologna.org
4.4. Il Il diritto dirittoalla “bandalarga” alla “banda larga” • Un accordo tra Regione Emilia Romagna e Ministero delle Comunicazioni prevede un investimento di circa 20 milioni di euro (15 mln Ministero, 4,5 mln Regione) per realizzare le infrastrutture mancanti e completare la rete entro il 2009. L’azione tecnologica sarà accompagnata da iniziative di preparazione della cittadinanza all’uso di tecnologie digitali (ITC). • La Fondazione Guglielmo Marconi (nel 2009 si celebrerà il centenario del Premio Nobel a Marconi) ha condotto un’azione anticipata in due comunità montane della provincia. • Per assicurare entro il 2011 il conseguimento dell’obiettivo di diffondere la rete a banda larga in tutto il territorio nazionale va approvato un provvedimento legislativo che incrementi il finanziamento del Fondo destinato al Programma per lo sviluppo della banda larga da parte del Ministero delle Comunicazioni. 32 www.pdbologna.org
5. Lavoro più sicuro e di qualità • In un quadro di crescita dell’economia regionale gli occupati in provincia di Bologna tra il 2005 e il 2006 sono aumentati di 24 mila unità passando da 426 mila a 450 mila (16 mila nell’industria, 6 mila nelle costruzioni, mille in agricoltura, mille nei servizi). • E’ aumentata la precarietà del lavoro (un quarto degli avviamenti sono stati a tempo determinato, soprattutto giovani), i disoccupati nel 2006 erano 13.000 (2,9%). • Le aziende in crisi sono diminuite (78 nel 2006 rispetto alle 170 nel 2004) ma permangono fattori di rischio legati ai ritardi nell’innovazione. • I fattori di maggiore criticità si confermano la sicurezza ( 29.000 infortuni sul lavoro nel 2006 di cui 29 mortali, come negli anni precedenti) e i livelli elevatissimi di irregolarità riscontrate dalle attività di vigilanza dell’INPS (oltre il 90% delle imprese visitate). 33 www.pdbologna.org
5.5. Lavoro Lavoropiù piùsicuro sicuro eedi diqualità qualità • L’aumento del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni (detrazioni fiscali, bonus per gli incapienti, politiche familiari e dote fiscale per i figli), la lotta alla precarietà (compenso minimo legale), la promozione della sicurezza e della legalità del lavoro sono dunque fondamentali anche nella nostra provincia. • L’obiettivo di un lavoro più stabile e che realizzi le capacità personali e professionali dei lavoratori dovrà essere raggiunto sostenendo le politiche attive del lavoro realizzate dai Servizi per l’Impiego della Provincia (formazione professionale iniziale e continua; orientamento al lavoro, incrocio domanda/offerta e sostegno nella ricerca e nell’inserimento lavorativo, specie per le categorie più deboli), in raccordo con le imprese e con le agenzie private accreditate dalla Regione. 34 www.pdbologna.org
5.5. Lavoro Lavoropiù piùsicuro sicuro eedi diqualità qualità • Le politiche attive del lavoro sono un mezzo fondamentale per favorire l’inclusione sociale di tutte le categorie svantaggiate e in condizione di grave emarginazione sociale. Va promossa la sperimentazione di adeguate forme contrattuali innovative come il contratto specifico per la ricerca d’occupazione previsto dal programma del PD. • Per intervenire efficacemente sulle crisi aziendali non bisogna rincorrere i singoli casi ma conoscere in anticipo i sintomi di crisi o le esigenze di ristrutturazione delle imprese. • Istituzioni locali e Regione Emilia-Romagna, sindacati e associazioni d’impresa possono proporre ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro la costituzione sperimentale per l’area bolognese di un organismo di monitoraggio permanente a questo fine con compiti di intervento attivo. 35 www.pdbologna.org
5.5. Lavoro Lavoropiù piùsicuro sicuro eedi diqualità qualità • E’ necessario un sistema di ammortizzatori sociali non rivolto ai soli lavoratori dipendenti a tempo indeterminato come oggi, ma a tutti, compresi i precari. • Va promosso un maggiore e obbligatorio impegno delle imprese a collaborare con i servizi pubblici per l’impiego alla formazione dei dipendenti e alla loro qualificazione professionale (anche come assicurazione contro la disoccupazione) e, ove necessario, alla loro ricollocazione da lavoro a lavoro. • Le tutele vanno estese alle nuove forme di lavoro autonomo e professionale, nell’ambito del quale molti giovani restano nel limbo del lavoro “parasubordinato e atipico”. Tra le politiche di liberalizzazione necessarie vi è il nuovo ordinamento per le professioni. 36 www.pdbologna.org
6. Più 5. Lavoro piùcase in affitto sicuro e di qualità • In Italia gli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono 800.000 ( 1.000.000 con quelli cooperativi) mentre negli altri Paesi europei sono il doppio o il triplo (in Francia le case pubbliche sono 3.000.000). Sono necessari quindi nuovi investimenti nell’edilizia pubblica. • Ma questi dovranno essere accompagnati dall’introduzione anche nel nostro Paese della possibilità che i privati investano nella “casa sociale” (social housing) Essa non rientra nella disciplina ERP e si rivolge a chi non può permettersi l’accesso al mercato immobiliare privato, sia in affitto che in proprietà. • A questo fine va incentivata la costituzione di Fondi immobiliari chiusi partecipati da enti pubblici e privati per l’acquisizione di immobili da destinare a canone concordato. Ad essi i comuni potrebbero conferire patrimonio immobiliare ricavato da quote di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici a carico dei privati. 37 www.pdbologna.org
6.6. Più Piùcase inaffitto case in affitto • Per la nostra area urbana un intervento diffuso di “casa sociale” risponderebbe a fondamentali esigenze abitative per giovani coppie, lavoratori stranieri e provenienti da altre regioni italiane, studenti e ricercatori, persone e famiglie a rischio di emarginazione sociale. • I comuni dell’area metropolitana, con il contributo delle Fondazioni bancarie, hanno costituito l’Agenzia per l’affitto con lo scopo di calmierare il mercato delle locazioni agevolando l’incontro tra domanda e offerta. • La legge potrebbe favorire questi interventi estendendo ulteriormente i comuni nei quali i proprietari che affittano a canone concordato possono usufruire di determinate agevolazioni fiscali. 38 www.pdbologna.org
6.6. Più Piùcase case in inaffitto affitto • Il reddito da affitto va tassato ad aliquota fissa e non marginale. Occorre consentire la detraibilità di una quota fissa dell’affitto pagato. Va aumentata la quota fiscalmente detraibile della rata sui mutui relativi all’acquisto della casa di abitazione. • La fiscalità dei comuni non deve dipendere solo dagli immobili (ICI, oneri di urbanizzazione) per evitare il consumo esasperato del territorio motivato esclusivamente da ragioni di cassa. • Anche la scorsa legislatura si è conclusa senza l’approvazione di una nuova legge urbanistica che ormai è improcrastinabile per sostituire integralmente l’ordinamento ancora basato sulla legge del 1942. Una “legge di princìpi” per il governo del territorio deve prevedere strumenti come la perequazione urbanistica per far prevalere l’interesse pubblico nell’uso del territorio e contrastare l’aumento vertiginoso dei valori delle aree edificabili a fini puramente speculativi. 39 www.pdbologna.org
7. I6. diritti Più di cittadinanza case sociale in affitto • La legge 328/2000 ha riformato il welfare e ha prefigurato il passaggio dall’assistenza ai diritti sociali di cittadinanza. • Essa stabilisce che deve essere assicurato “alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali” per eliminare o ridurre “le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia”. • L’applicazione della legge va fatta garantendo un finanziamento certo ed adeguato del Fondo nazionale per le politiche sociali, definendo i Livelli essenziali delle prestazioni assistenziali che devono essere assicurate su tutto il territorio e realizzando una rete di sportelli sociali e di servizi sociali professionali (assistenti sociali). 40 www.pdbologna.org
7.7. I Idiritti dirittididicittadinanza cittadinanza sociale sociale • Il Fondo per la non autosufficienza della Regione Emilia-Romagna (anziani e i disabili) è stato finanziato in modo consistente con l’addizionale sull’IRPEF. • E’ un’esperienza positiva che ha assicurato prestazioni essenziali (presa in carico e accompagnamento, assegni di cura per le famiglie, assistenza domiciliare, ricoveri temporanei) e che può essere estesa solo con un finanziamento adeguato del Fondo nazionale al quale vanno uniti incentivi per l’eliminazione delle barriere architettoniche. • Per contrastare efficacemente la povertà e l’esclusione sociale è necessario assicurare due fondamentali istituti economici: il Fondo sociale per l’affitto, che va alimentato in modo stabile ed adeguato, e forme di reddito di accompagnamento all’inserimento lavorativo e sociale insieme a misure di sostegno al microcredito. 41 www.pdbologna.org
7.7. I Idiritti dirittididicittadinanza cittadinanza sociale sociale • La legge Bossi-Fini produce immigrazione irregolare e perciò va modificata. La programmazione dei flussi d’ingresso deve essere flessibile e su base triennale. • Agli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia da almeno cinque anni va attribuito il diritto di voto alle elezioni amministrative e circoscrizionali. • In considerazione della necessità di favorire l’accoglienza e la piena integrazione sociale della popolazione straniera occorre favorire ulteriormente l’inserimento scolastico dei bambini e dare avvio, anche per gli adulti, ad interventi di accompagnamento all’integrazione linguistica, civica e culturale. 42 www.pdbologna.org
7.7. I Idiritti dirittididicittadinanza cittadinanza sociale sociale • In materia di diritto alla salute per una realtà come la nostra i temi fondamentali sono due: - la riduzione delle liste di attesa (i tempi medi per una prestazione devono equivalersi nell’attività pubblica istituzionale e in quella libero- professionale); - la costituzione dei Nuclei di cure primarie previsti dalla Regione con il mandato di prendere in carico la popolazione di riferimento (intorno ai 20.000 abitanti) assicurando le urgenze e le cure. • La telemedicina consente di ridurre i passaggi burocratici, ancora pesanti e dispendiosi, e di favorire un’assistenza più personalizzata. • Nell’ambito di un piano nazionale Bologna ha esperienze che possono essere ulteriormente valorizzate come il CUP Metropolitano, la rete SOLE per gli 800 medici di famiglia e la Rete dell’assistenza e della telemedicina home-care per gli anziani. 43 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, 7. I diritti di cittadinanza sociale il nostro futuro • Il 15 febbraio scorso a Bologna i Rettori di 13 atenei che si distinguono per produttività, competitività e solidità finanziaria hanno deciso di costituirsi nell’associazione Aquis “per lavorare a fianco della CRUI ma sostenere in modo più deciso gli atenei più competitivi sulla scena internazionale”. • Va sostenuta la proposta dei Rettori di assegnare una quota crescente del finanziamento annuale degli atenei (FFO) sulla base di criteri che premino i migliori risultati sul piano della ricerca e della didattica. • Ciò è possibile se la dinamica del FFO è incrementata e garantita nel tempo, come ha proposto la Commissione tecnica per la finanza pubblica in un documento del 31.7.2007, al fine di superare il grave gap nella spesa universitaria che ci divide dagli altri Paesi OCSE. • Tra i parametri più importanti vi deve essere l’assunzione di giovani ricercatori, poiché per anni le Università italiane hanno preferito impiegare risorse per garantire la progressione di carriera dei docenti. L’Università di Bologna con il 83% delle spese per il personale è al di sotto del parametro massimo del 90%, ma vi sono molte Università che lo superano. 44 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • Nonostante il suo basso investimento in ricerca (1% del PIL rispetto all’1,7- 2,5% degli altri grandi paesi del continente) e la sua bassa concentrazione di ricercatori (3,5 ogni 1000 lavoratori rispetto ai 6 dell’Europa a 25), l’Italia è tra i principali produttori europei di ricerca (oltre il 4,5 per cento dell’intera produzione mondiale) e il suo trend è in crescita. • Gli scienziati italiani sono tra quelli che creano mediamente più conoscenza e lo fanno più a buon mercato, se si rapportano i risultati agli investimenti. • A Bologna è collocata una delle aree di ricerca più importanti d’Italia. Nel 2005 nella sede del CNR di via Gobetti erano impiegati oltre 300 ricercatori e tecnologi, nelle sedi dell’ENEA compresi i laboratori del Brasimone 190, i dipendenti complessivi del CINECA erano 270. • La Regione Emilia-Romagna con la LR 7/2002 ha cofinanziato i progetti di ricerca industriale presentati dalle imprese e ha dato impulso a “Centri per l’innovazione” investendo nel biennio 2004-2005 quasi 150 milioni di euro. 45 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • Il Rapporto Kok del 2004 sui ritardi della strategia di Lisbona ha evidenziato che per rendere l’Europa molto più attraente per i ricercatori occorre puntare su sistemi urbani – come Helsinki, Monaco, Cambridge – nei quali si realizza un contesto favorevole per gli operatori della conoscenza. • La vocazione di Bologna è di diventare un sistema urbano capace di attirare studenti e ricercatori tra i più importanti e forti d’Europa. 46 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • La condizione essenziale è realizzare gli investimenti necessari per completare il piano di edilizia universitaria a Bologna. Sono da tempo previsti tre comparti di sviluppo: - Bertalia-Lazzaretto per Ingegneria (costo del completamento 90 mln) - Navile-CNR per Chimica, Farmacia, Biotecnologia e Astronomia (costo del completamento 90 mln) - Scienze motorie nella zona di via Larga. • Per questi interventi, e anche per gli altri previsti nei quattro poli della Romagna (Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini), occorre un Piano nazionale straordinario per l’edilizia universitaria diretto principalmente verso le Università virtuose e quelle multicampus. 47 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • Alloggi per studenti e ricercatori, comparti urbanistici di qualità e altri servizi per il diritto allo studio (mense, biblioteche e impianti sportivi) sono indispensabili per creare veri campus. • L’Università e il comune hanno definito un piano che prevede la realizzazione di 1000 nuovi posti letto, ma occorre rafforzare la politica per il diritto allo studio con un incremento del Fondo integrativo nazionale definendo nuovi criteri che stimolino la positiva competizione tra atenei. 48 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro Campus universitario Bertalia-Lazzaretto e Navile 49 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • Nell’ambito del programma regionale per la ricerca industriale approvato dall’Unione Europea, la Regione e il comune stanno realizzando l’obiettivo di un Tecnopolo di eccellenza nell’area della Manifattura Tabacchi specializzato nell’automazione industriale, nelle nuove tecnologie per l’ambiente e i risparmio energetico, nelle biotecnologie e nanotecnologie, nei servizi avanzati alle imprese. • La rete regionale dei Tecnopoli (Lombardia e Piemonte si stanno muovendo nella stessa direzione) richiede un sostegno nazionale, a partire dal progetto Industria 2015, come è avvenuto ad esempio in Francia, Germania e Gran Bretagna. • Va approvato uno specifico provvedimento legislativo che istituisca un apposito fondo (distinto dal FFO) dedicato alla creazione presso le Università e gli enti di ricerca in concorso con gli enti locali di “tecnopoli”, incentivando il trasferimento tecnologico anche con la possibilità di svolgere attività verso terzi. 50 www.pdbologna.org
8. Formazione Tecnopolo e conoscenza, della il nostroefuturo Manifattura Tabacchi campus universitario Tecnopolo delle scienze della Manifattura motorie Tabacchi e campus universitario delle scienze motorie 51 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • Il sistema Aldini-Valeriani, fondamentale per la formazione tecnica rivolta alle imprese, può diventare il Polo dell’istruzione tecnica e professionale superiore per il comparto più rilevante del territorio, quello della meccanica. • L’intervento dello Stato nella gestione va dunque accompagnato da un progetto forte capace di valorizzarne pienamente le sue grandi potenzialità. 52 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro Università di Bologna studenti (a.a. 2007-08) Polo universitario bolognese 89.293 di cui a BOLOGNA 70.022 Iscritti per facoltà (a.a. 2007-08) AGRARIA 1.474 ARCHITETTURA 'ALDO ROSSI‘ 722 CHIMICA INDUSTRIALE 413 CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI 1.306 ECONOMIA 5.818 ECONOMIA - SEDE DI FORLI‘ 2.105 ECONOMIA - SEDE DI RIMINI 2.127 FARMACIA 3.004 GIURISPRUDENZA 9.414 INGEGNERIA 9.555 LETTERE E FILOSOFIA 14.669 LINGUE E LETTERATURE STRANIERE 3.325 MEDICINA E CHIRURGIA 6.468 MEDICINA VETERINARIA 1.524 POST LAUREAM 434 PSICOLOGIA 1.891 CIENZE DELLA FORMAZIONE 5.594 SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI 6.179 SCIENZE MOTORIE 1.344 SCIENZE POLITICHE 5.435 SCIENZE POLITICHE 'ROBERTO RUFFILLI‘ 2.423 SCIENZE STATISTICHE 906 SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L'INSEGNAMENTO SECONDARIO 767 SCUOLA SUP. DI LINGUE MODERNE PER INTERPRETI E TRADUTTORI 788 SECONDA FACOLTA DI INGEGNERIA CON SEDE A CESENA 1.827 Totale 89.293 53 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro Università di Bologna personale al 31.12.2007 BOLOGNA docenti 2.575 non docenti 2.556 ALTRI POLI docenti 641 non docenti 342 TOT docenti 3.216 TOT non doc. 2.898 54 www.pdbologna.org
8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro • Edifici scolastici belli e attraenti, dotati di servizi e aperti al quartiere, sono importanti per la formazione sia dei giovani che degli adulti. • Nella nostra provincia le esigenze di manutenzione degli edifici esistenti e di costruzione di nuovi sono ingenti (nelle scuole medie superiori servono aule per 7.000 nuovi studenti nei prossimi dieci anni), per questo occorre un adeguato rifinanziamento della legge per l’edilizia scolastica. • I servizi per l’infanzia da 0 a 6 sono ormai parte integrante del sistema dell’istruzione che deve essere garantito a tutti, così come la domanda di tempo pieno nella scuola primaria deve trovare pieno accoglimento. • Va approvata la proposta di legge di iniziativa popolare per trasformare i nidi da servizio a domanda individuale in servizio educativo per tutti. 55 www.pdbologna.org
9. La cultura come investimento • L’Italia deve assumere un’iniziativa per rafforzare il ruolo della cultura nelle politiche europee, volta alla promozione della cultura del nostro continente sulla scena globale attraverso: - l’apertura di una linea di finanziamenti per la circolazione delle produzioni europee; - la creazione di Istituti europei di cultura negli altri continenti, coordinati con quelli per il turismo e per il commercio esteso; - la possibilità per le Regioni e le Città metropolitane di inserire propri addetti negli Istituti italiani di cultura in Europa e negli Istituti europei degli altri continenti. • Va attuato e completato il decentramento alle città dei servizi e delle istituzioni culturali statali per la creazione di forti poli artistici metropolitani nei beni culturali e nello spettacolo. Restano di competenza dello Stato solo le funzioni di promozione internazionale e poche realtà di assoluto e riconosciuto rilievo. 56 www.pdbologna.org
9. La cultura 9. La culturacome investimento come investimento • Sono necessarie misure legislative nazionali non discrezionali che favoriscano la vita culturale, quali: - un regime fiscale che incentivi il mecenatismo nel restauro/conservazione dei beni culturali, nel collezionismo contemporaneo, negli investimenti nelle Fondazioni degli enti lirici, per lo spettacolo dal vivo. - il superamento dell'assimilazione ai soggetti privati per le istituzioni delle arti contemporanee in materia di IVA, diritto di seguito, diritti di riproduzioni delle immagini, SIAE; - l’abbattimento degli interessi sui mutui; - garanzie al credito per l’associazionismo culturale; - la finalizzazione di una percentuale del fatturato SIAE alla progettualità artistica di particolare impegno e alle opere prime; - incentivi e quote nei grandi network radio e tv per la nuova produzione musicale italiana; - incentivi per i nuovi mezzi di diffusione (banda larga, le web radio, i canali satellitari, le tv di strada, le tv on line, i podcast, le radio comunitarie) interessati a promuovere la nuova musica italiana. 57 www.pdbologna.org
9. La cultura 9. La culturacome investimento come investimento • Una quota del patrimonio demaniale utilizzabile va assegnato alle città per progetti di creazione di distretti artistico-tecnologici, centri sociali e culturali. • Vanno sviluppati gli investimenti di R&S, sulla scia del programma Industria 2015, per favorire: - l’innovazione tecnologica nei musei e nei sistemi culturali; - le imprese, anche piccole e medie, che producono brevetti di ICT applicate ai beni culturali; - la ricerca artistica con mezzi digitali. 58 www.pdbologna.org
9. La cultura 9. La culturacome investimento come investimento • Va sostenuta la proposta del programma del PD per l’istituzione di un Centro nazionale per il cinema e l’audiovisivo con il collegato Fondo di finanziamento tratto dalle entrate pubblicitarie delle televisioni. Il Centro dovrebbe essere organizzato a rete, con Bologna e l’Emilia-Romagna nodo e luogo dell'esordio cinematografico in Italia. • Occorre creare un modello di contabilità analitica per l’analisi comparata delle performance degli istituti culturali, per promuovere efficienza, efficacia, best practice, innovazione, con l’inserimento della capacità di inclusione culturale fra i parametri analitici. • Va approvata la legge per lo sport per tutti destinata a disciplinare, con le Regioni e gli enti locali, il miglior funzionamento del Fondo per lo sport di cittadinanza. 59 www.pdbologna.org
9. La cultura comepiù 10. Imprese investimento forti • I dati Unioncamere dimostrano che nel 2007 l’economia regionale è cresciuta di più della media italiana (+1,9% del PIL in Emilia-Romagna, +1,5% a livello nazionale). Le previsioni 2008 sono tuttavia preoccupanti. • Il settore manifatturiero regionale si muove verso una ancora più marcata specializzazione nella metalmeccanica e nell’alimentare. Larga parte dei risultati positivi sono dovuti all’export (+12% nei primi nove mesi del 2008). • E’ importante la dimensione d’impresa (le imprese con oltre 50 addetti registrano maggiori incrementi del fatturato), ma ancor più se sono inserite in un contesto di filiera. 60 www.pdbologna.org
10.10.Imprese piùforti Imprese più forti • Nel 2001 furono censite 84 mila imprese in provincia di Bologna, la maggior parte delle quali di piccola dimensione. Una politica di sostegno alle piccole imprese nell’industria, nel commercio e nei servizi ha perciò un’importanza strategica. • Un quinto delle aziende bolognesi, in particolare artigiane, è a rischio di chiusura per “mancanza di eredi”. La soluzione sta nel sostegno alla trasmissione d’impresa anche con l’adozione di provvedimenti fiscali per il passaggio dell’impresa nell’ambito della famiglia o ai dipendenti. 61 www.pdbologna.org
10.10.Imprese piùforti Imprese più forti • Le aree industriali, nuove o ristrutturate, devono prevedere la gestione unitaria delle problematiche ambientali, energetiche, di comunicazioni e di sicurezza in modo da attrarre nuovi imprenditori. A causa degli elevati costi degli immobili a Bologna nell’area urbana si sono dimezzate in dieci anni le aziende artigiane presenti, per cui una quota di edilizia sociale va riservata all’artigianato e al commercio diffuso. • La Fiera di Bologna è la seconda a livello nazionale e tra le prime in Europa. L’attuale sistema dei finanziamenti nazionali crea profonde discriminazioni tra le fiere. Va promossa una nuova disciplina che assegni finanziamenti alle fiere sulla base di criteri certi e istituisca un Osservatorio nazionale del sistema. • Con le nuove regole europee denominate “Basilea 2” le piccole e medie imprese italiane rischiano di pagare tassi elevati o di non accedere al credito se il loro rating è insufficiente. La soluzione è nel loro rafforzamento patrimoniale tramite misure di detassazione degli utili reinvestiti e incentivi fiscali finalizzati agli investimenti in beni strumentali. 62 www.pdbologna.org
10.10.Imprese piùforti Imprese più forti • Va promosso un equilibrio nel commercio tra la grande distribuzione e i piccoli esercizi che sono anche un fattore di vivibilità urbana. In tutti i centri storici della provincia, e non solo in quello della città, vanno pertanto incentivate azioni di riqualificazione e di creazione di “centri commerciali naturali”. • Il commercio nei centri storici ha bisogno di una normativa specifica per evitare la eccessiva concentrazione di pubblici esercizi in determinate zone. • Il sistema cooperativo in Italia contribuisce a produrre il 7,3% del PIL nazionale. A Bologna la percentuale è più che doppia, e questo è anche un importante fattore di solidarietà e di coesione sociale. • I settori in cui operano le imprese cooperative sono i più vari (abitazione, consumo, agroalimentare, credito, assicurazioni, produzione e lavoro, servizi, sociale, cultura). Esse meritano dunque di essere sostenute in quanto imprese con connotati propri che sono gestite nell’interesse dei soci (lavoratori, consumatori, utenti) senza avere il profitto come fine primario. 63 www.pdbologna.org
10.10.Imprese piùforti Imprese più forti • La riforma del diritto societario del 2003 è una buona legge che va difesa. Essa ha confermato gli istituti fondamentali della cooperazione: la non disponibilità per i soci delle riserve patrimoniali e degli utili non tassati, la presenza di istituti specifici quali il ristorno, i limiti ai dividendi, il principio “una testa un voto”, gli obblighi sociali verso la comunità. • Bologna è anche uno dei più importanti distretti agricoli italiani. Su una superficie totale della Provincia di 370.000 ettari, circa 180.000 sono coltivati. Gli imprenditori agricoli censiti nel 2001 erano 17.500. A Bologna ci sono il CAAB, le Facoltà di Agraria e Veterinaria, istituti di ricerca e imprese agroalimentari di valore nazionale. • L’impresa agricola va rafforzata e va aiutata a crescere dimensionalmente, incentivando le aggregazioni e nuove forme societarie, poiché aumentano i costi e diminuisce il reddito medio per addetto. Per sostenere il made in Italy vanno tutelate le denominazioni d’origine, va garantita la sicurezza alimentare e va fatta un’adeguata azione di promozione. Occorre ridurre i costi dei troppi passaggi dei prodotti dai campi alla tavola, dimezzando le intermediazioni e promuovendo forme di vendita diretta da parte dei produttori. 64 www.pdbologna.org
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