Bologna nel programma elettorale del Partito Democratico - Bologna, 29 marzo 2008

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Bologna nel programma elettorale del Partito Democratico - Bologna, 29 marzo 2008
Bologna nel programma
elettorale del
Partito Democratico

                        Bologna, 29 marzo 2008
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Bologna nel programma elettorale del Partito Democratico - Bologna, 29 marzo 2008
Le città in Europa
   •      Nella strategia di Lisbona 2000 (“fare dell’Europa entro il 2010 l’economia
          basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo”) e di
          Goteborg 2001 (sviluppo sostenibile) le aree urbane hanno un ruolo
          fondamentale anche per la crescita delle vicine aree rurali.

   •      Le politiche urbane sono entrate a pieno titolo nelle Linee guida strategiche
          per l’utilizzo dei Fondi strutturali 2007-2013 nell’ambito delle politiche
          regionali per la convergenza, la competitività e l’occupazione.

   •      Nella Carta di Lipsia sottoscritta dai Ministri degli Stati europei responsabili
          per lo sviluppo urbano il 2 maggio 2007 è scritto che “le città sono centri di
          conoscenza e fonti di crescita e innovazione” ma che in esse “sussistono
          problemi di iniquità ed esclusione sociale, mancanza di alloggi accessibili e
          problemi ambientali”.

   •      La Carta raccomanda “di fare maggior ricorso alle strategie della politica di
          sviluppo urbano integrato” e di “impostare la politica di sviluppo urbano a
          livello nazionale, coinvolgendo tutti gli altri livelli per produrre stimoli alle
          soluzioni innovative.
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Programma   perurbane
                      Le politiche   Bologna

   •      In Olanda, Francia, Danimarca e Portogallo (Stati non federali) esistono
          Ministeri per le politiche urbane. In Gran Bretagna esiste un Dipartimento
          presso l’Ufficio del Primo Ministro. In Belgio, Germania (Stati federali) e
          Spagna le aree urbane sono al centro di politiche specifiche.

   •      In Italia le politiche urbane sono di competenza di un Dipartimento del
          Ministero delle Infrastrutture senza alcun coordinamento governativo.

   •      In un rapporto diretto e bilaterale tra alcune grandi aree urbane e il Governo
          (tavoli per Milano Expo 2015 e per Napoli sulla sicurezza, leggi speciali per
          Roma e Venezia, Torino Olimpiadi invernali 2006 e Genova Capitale europea
          della cultura 2004) le altre, compresa Bologna, sono penalizzate.

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Programma
                    Le         per Bologna
                       città metropolitane
   •      15 città in Francia, 7 in Gran Bretagna, 7 in Germania, 2 in Olanda, 1 in
          Portogallo, 2 in Spagna più le capitali (Parigi, Londra, Berlino, Madrid...)
          hanno forme speciali di governo.

   •      La legge 142/90, modificata dal Testo Unico degli enti locali del 2000, prevede
          che in 9 aree urbane delle regioni a statuto ordinario (Bari, Bologna, Firenze,
          Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia) e in 5 delle regioni a statuto
          speciale (Trieste, Catania, Messina, Palermo, Cagliari) possano essere istituite
          le Città metropolitane.

   •      Il nuovo art. 114 della Costituzione dispone che la legge dello Stato stabilisce
          l’ordinamento di Roma capitale della Repubblica.

   •      Nessuna delle Città metropolitane è stata istituita anche per mancanza delle
          disposizioni finanziarie e per la procedura che subordina il via all’accordo tra
          il Sindaco del comune capoluogo e il Presidente della provincia.

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Le città europee a confronto con Bologna per
              Programma per Bologna
                classe di appartenenza

                                        Fonte: DATAR 2003

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Programma per Bologna
           Confronto fra le 14 aree metropolitane per popolazione, popolazione straniera
           residente, laurea e diploma, PIL procapite, tasso di disoccupazione femminile

                                          % popolazione
                                                                                                                 Tasso di        Tasso di
                     Popolazione        residente straniera                              Prodotto Interno
    PROVINCE                                                          % laureati                             disoccupazione    occupazione
                   residente totale       su popolazione          (censimento 2001)      Lordo procapite
                   (31 dicembre 2006)                                                      (2007 - euro)       totale (2006)    femminile
                                        residente totale (31                                                                      (2006)
                                           dicembre 2006)

    Bari                   1.596.364                        1,4                    6,8              17.620              13,3               29,6
    Bologna                  954.682                        6,9                10,7                 35.156               2,9               66,1
    Cagliari                 555.409                        1,3                    6,7              21.147              11,1               37,9
    Catania                1.076.972                        1,2                    7,2              16.716              12,3               27,8
    Firenze                  970.414                        7,8                    9,3              33.753               4,4               60,1
    Genova                   887.094                        5,0                    9,8              25.019               5,1               52,2
    Messina                  653.861                        2,0                    8,0              18.590              10,7               35,7
    Milano                 3.884.481                        8,2                10,2                 39.442               3,9               60,5
    Napoli                 3.082.756                        1,5                    7,2              16.067              14,8               24,8
    Palermo                1.241.241                        1,5                    7,1              15.903              18,6               28,6
    Roma                   4.013.057                        6,9                12,3                 34.021               7,2               51,0
    Torino                 2.248.955                        5,8                    7,8              28.908               4,1               55,5
    Trieste                  236.512                        5,7                10,0                 28.941               3,3               54,2
    Venezia                  836.596                        5,4                    6,5              29.784               5,1               50,4

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Bologna nel Piano Territoriale
                      della Regione
   •      Nel documento di indirizzo del nuovo Piano territoriale regionale (maggio
          2007) si rileva come “ l’Emilia Romagna è parte di una regione economica che
          costituisce la propaggine meridionale della’area più sviluppata del continente
          e, per la sua posizione geografica, snodo tra le diverse aree di sviluppo
          europeo”.

   •      Il documento individua Bologna come “città metropolitana capace di
          valorizzare l’articolato conteso regionale, nelle diverse vocazioni e relazioni, e
          di rappresentare bene la specificità di questa regione nel quadro nazionale”.

   •      Per Bologna si delinea una prospettiva di capitale regionale in un approccio di
          sistema che va oltre il policentrismo.

   •      Nell’ambito del PTCP della provincia, il comune di Bologna sta completando
          l’approvazione del PSC che delinea “una città europea di medie dimensioni
          sostenuta da un’area metropolitana fortemente integrata”. Il PSC individua
          alcune grandi strategie di trasformazione che descrive attraverso le “Sette
          città” .
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Programma
                    Bologna   per creativa
                            città Bologna

   •      Nell’economia della conoscenza, i fattori determinanti dello sviluppo sono:
          - gli addetti alle professioni più innovative
          - la percentuale dei laureati sulla popolazione
          - l’incidenza dei ricercatori sugli occupati
          - le attività economiche high-tech
          - le domande di brevetto
          - la possibilità di accedere facilmente a Internet
          Essi sono concentrati nelle città.

   •      Nel Rapporto “L’Italia nell’era creativa” del luglio 2005 Irene Tinagli e
          Richard Florida hanno calcolato l’indice di creatività delle città italiane.
          Hanno preso in esame anche indicatori di diversità etnica e culturale, di
          integrazione e di tolleranza.

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Bologna
                Bolognacittà creativa
                       città creativa

   •   Bologna si colloca al terzo posto tra le città italiane, subito dopo Roma e Milano.
       Ma c’è una distanza molto marcata con le altre città europee e statunitensi.

   •   La creatività e l’innovazione rappresentano dunque la vocazione
       fondamentale per lo sviluppo dell’area urbana bolognese.

   •   I punti su cui fare leva sono l’Università e i centri di ricerca, i giovani, le attività
       economiche innovative, l’integrazione sociale, la qualità ambientale e la facilità
       dei trasporti.

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Programma
                     Indice        per Bologna
                            di creatività italiano
                                          Tabella 19. Indice di Creatività Italiano (ICI) (PRIMA PARTE)
               ICI      Provincia    Italian       Talent      Technology    Tolerance       ICI       Provincia     Italian       Talent      Technology    Tolerance

             Position               Creativity   (posizione)   (posizione)   (posizione)   Position                 Creativity   (posizione)   (posizione)   (posizione)
                                      Index                                                                           Index
                                       (ICI)                                                                           (ICI)
                1        Roma        0.786           1             4             1           27         Varese       0.365           53            51            22

                2        Milano      0.720           5             1             2           28         Brescia      0.365           87            46            8

                3       Bologna      0.665           4             2             4           29        Ancona        0.365           24            35            46

                4        Trieste     0.602           2             8             9           30         Treviso      0.364           69            21            27

                5       Firenze      0.585           6             6             3           31         Venzia       0.363           53            16            41

                6       Genova       0.555           3             7             20          32         Lucca        0.362           40            53            26

                7        Torino      0.518           19            3             17          33        Catania       0.361           20            50            45

                8        Parma       0.516           11            8             6           34         Napoli       0.357           8             29            68

                9        Rimini      0.489           21            12            5           35        Vicenza       0.353           84            11            34

               10       Perugia      0.477           12            19            10          36        Livorno       0.351           34            15            61

               11       Modena       0.468           58            5             12          37         Arezzo       0.350           48            42            33

               12       Padova       0.466           15            10            19          38        Macerata      0.342           45            24            49

               13         Pisa       0.463           9             34            14          39         Trento       0.341           27            69            35
                         Reggio
               14                    0.413           78            13            11          40        Grosseto      0.336           63            54            30
                           E.
               15       Ravenna      0.407           57            14            21          41        L’Aquila      0.336           10            60            65

               16        Terni       0.406           17            40            28          42         Gorizia      0.329           41            39            53

               17       Verona       0.403           75            18            13          43         Ferrara      0.327           56            37            47

               18        Siena       0.398           15            73            16          44         Pistoia      0.325           77            52            31

               19       Piacenza     0.395           38            21            25          45       La Spezia       0.320          31            46            62
                        Pesaro-
               20                    0.392           29            43            23          46         Udine        0.320           55            27            55
                          U.
               21       Pescara      0.392           7             41            56          47        Palermo       0.312           13            28            83

               22        Prato       0.391           72            17            18          48         Novara       0.311           67            67            32

               23       Imperia       0.384          51            44            15          49        Massa C.      0.306           32            24            73

               24       Forlì-C.     0.375           59            19            29          50       Alessandria    0.305           65            65            37

               25       Savona       0.372           25            33            39          51         Pavia        0.305           36            78            42

               26       Bolzano      0.368           80            56            7           52        Cagliari      0.302           27            38            72

                                                                                 10
www.pdbologna.org
Indice
           Indicedidicreatività    italiano
                      creatività italiano
                                                            T a b e lla 1 9 . In d ic e d i C re a tiv ità Ita lia n o ( IC I ) (S E C O N D A P A R T E )
                       IC I        P ro v in cia           Ita lia n        T a le n t      T e c h n olo g y   T o le ra n ce        IC I        P ro v in cia       Ita lia n        T a le n t      T e c h n olo g y   T o le ra n c e

                    P o sitio n                          C re a tivity   (p o s izio n e)   (p o s izio n e )   (p o s izio n e)   P o sitio n                      C re a tivity   (p o s izio n e)   (p o s izio n e )   (p o s izio n e)
                                                           In d e x                                                                                                   In d e x
                                                            (IC I)                                                                                                     (IC I)
                       53              B a ri              0 .3 0 1            42                 29                  67              79          S ira c u s a       0 .2 1 7            49                 55                  90

                       54         P o rd e n o n e         0 .2 9 1            82                 26                  57              80          V e rb a n o        0 .2 1 6            95                 93                  44

                       55          C re m o n a            0 .2 9 0            79                 62                  38              81           M a te ra          0 .2 1 3            30                 71                  95

                       56            A o sta               0 .2 8 4            81                 35                  59              82         C a lta n iss .      0 .2 1 2            86                 57                  75

                       57          M a n to v a            0 .2 8 3            89                 49                  43              83           C a s e rta        0 .2 1 0            39                 73                  89

                       58           M e ss in a            0 .2 8 0            14                 58                  86              84            C h ie ti         0 .2 0 7            52                 86                  80

                       59            L a tin a             0 .2 7 9            76                 32                  66              85             Lodi             0 .2 0 4            91                 86                  64

                       60           T e ra m o             0 .2 7 3            49                 75                  58              86           V e rc e lli       0 .2 0 2            99                 84                  54

                       61           S a ss a ri            0 .2 7 1            36                 64                  71              87            Cuneo             0 .1 9 8           101                 90                  50

                       62             R ie ti              0 .2 6 7            72                 61                  60              88         F ro s in o n e      0 .1 9 0            83                 67                  84

                       63          B e rg a m o            0 .2 6 2            94                 92                  24              89           T a ra n to        0 .1 8 4            96                 48                  87

                       64           T ra p a n i           0 .2 5 6            63                 29                  79              90             Enna             0 .1 7 8            71                103                  74

                       65          C o se n za             0 .2 5 5            18                 81                  78              91          Cam pob.            0 .1 7 6            44                 91                  92

                       66           S a le rn o            0 .2 5 3            23                 80                  77              92           Is e rn ia         0 .1 7 4            32                101                  97

                       67            Lecco                 0 .2 5 1            70                 88                  51              93           A v e llin o       0 .1 7 1            35                 94                  99

                       68            B iella               0 .2 4 9            97                 77                  36              94           V ib o V .         0 .1 7 0            46                 97                  91

                       69          A s c o li P .          0 .2 4 7            47                 76                  70              95           C ro to n e        0 .1 6 7            62                 98                  88

                       70         R e g g io C .           0 .2 4 5            22                 59                  96              96         A g rig e n to       0 .1 6 3            60                 89                  98

                       71            Com o                 0 .2 4 2            68                 96                  52              97            F o g g ia        0 .1 5 9            72                 70                 102

                       72            Lecce                 0 .2 4 2            60                 72                  69              98           R o v ig o         0 .1 5 2           103                 66                  82

                       73           B e llu n o            0 .2 3 1            87                 23                  81              99         B e n e v e n to     0 .1 5 0            43                 98                 103

                       74           S o n d rio            0 .2 3 0            92                 82                  48             100           B rin disi         0 .1 3 9           100                 62                  93

                       75              A s ti              0 .2 2 8            98                 83                  40             101           P o te n za        0 .1 3 5            66                100                 100

                       76         C a ta n za ro           0 .2 2 5            26                 79                  85             102            N u o ro          0 .0 9 4            93                101                 101

                       77           R agusa                0 .2 1 9            89                 44                  76             103          O ris ta n o        0 .0 9 2           102                 94                  94

                       78           V ite rb o             0 .2 1 8            85                 85                  63

                                     NB             È in te re s s a n te n o ta re co m e l’I n d ic e d i C re a tiv ità s ia fo rte m e n te c o rre la to c o n il liv e llo d i ric c h e z z a
                                                                                               11 c o n il m a g g ior liv e llo d i re d d ito /co n s u m o so n o le c ittà c h e h a n n o
                                                    d i u n a c ittà . In g e n era le , le c ittà
www.pdbologna.org                                   le p e rfo rm a n c e m ig lio ri s u ll’In d ice d i C re a tiv ità .
Programma
               Indice         per Bologna
                      di creatività europeo

                          12
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Programma
     Dieci azioni      per Bologna
                  di governo per Bologna
    Per ciascuna di queste azioni nell’allegato “Sette disegni di legge per Bologna” sono
    indicati i ddl che i parlamentari bolognesi del Partito Democratico si impegnano
    a promuovere:

    1. Istituzioni più semplici ed efficienti
    2. Cittadini più sicuri
    3. L’ambientalismo del fare
    4. Il diritto alla “banda larga”
    5. Lavoro più sicuro e di qualità
    6. Più case in affitto
    7. I diritti di cittadinanza sociale
    8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro
    9. La cultura come investimento
    10. Imprese più forti

                                        13
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1.Indice   di creatività
           Istituzioni più semplici italiano
                                    ed efficienti

   •   L’ISTAT nel 2005 ha censito circa 830 uffici statali sul territorio nazionale.
       Appartengono a 11 Ministeri e impiegano 91.700 dipendenti escludendo gli
       Affari Esteri, la Giustizia, la Difesa, le Agenzie, i corpi di polizia e il personale
       scolastico. In provincia di Bologna i dipendenti di questi uffici sono circa 900.

   •   Vanno unificati negli Uffici territoriali del Governo trasferendo tutto ciò che è
       possibile alle autonomie territoriali e sopprimendo i doppioni.

   •   Nelle aree indicate a partire dalla L 142/90 le Città metropolitane sostituiscono le
       province e possono essere titolari di funzioni delegate dalle Regioni, dallo Stato e
       dai comuni che ne fanno parte.

   •   Le attuali province vanno ridotte di numero e non se ne possono costituire di
       nuove. La delimitazione territoriale della Città metropolitana, che gli enti locali
       interessati decideranno con la Regione, dovrà soddisfare a queste condizioni.

                                           14
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1.      Istituzioni più semplici ed efficienti

   •   Va istituito un Coordinamento interministeriale per le politiche urbane sul
       modello britannico. Nella legislazione di settore, a partire dalla legge-obiettivo
       sulle infrastrutture, vanno considerate distintamente le specifiche esigenze delle
       Città metropolitane.

   •   Sono costituite Unioni di comuni per l’esercizio obbligatorio di determinate
       funzioni fondamentali che vanno fatte coincidere con i Distretti sanitari.
       Le Unioni di comuni montani sostituiscono le Comunità montane. Per ogni altra
       esigenza i comuni e le Unioni di comuni stipulano accordi tra di loro.

   •   Il governo locale si ispirerà al principio di sussidiarietà previsto dalla
       Costituzione e sarà aperto alla collaborazione con il volontariato,
       l’associazionismo e il privato sociale.

                                          15
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1.      Istituzioni più semplici ed efficienti

   •   Nell’ambito della Città metropolitana le Unioni di comuni sostituiscono le 5
       associazioni intercomunali, le 4 Comunità montane, i consorzi per la gestione dei
       servizi a livello sovracomunale (la Regione Emilia-Romagna ne aveva censiti 9
       nel 2001) e vanno fatte coincidere con i Distretti sanitari che attualmente sono 7.

   •   Sono sottoposti a verifica per decidere se mantenerle o sopprimerle le 10
       Istituzioni e le 19 società partecipate dagli enti locali censite dalla Regione
       Emilia-Romagna nel 2001.

   •   La Città metropolitana assorbe i Consorzi di bonifica, le Agenzie d’ambito per i
       servizi idrici integrati e i rifiuti e le Agenzie per la mobilità.

                                          16
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Mappa delle associazioni intercomunali nella
                      provincia di Bologna

                             17
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1.      Istituzioni più semplici ed efficienti

   •   La gestione del Patto di Stabilità Interno per Regioni, province e comuni
       affidato alle Leggi finanziarie annuali ha creato squilibri e gravi difficoltà alla
       finanza locale. Occorrono regole condivise su base almeno triennale e vanno
       corrette le iniquità, a partire dalla incomprensibile penalizzazione dei comuni
       con saldo finanziario positivo nel triennio 2003-2005.

   •   Le spese in conto capitale per le grandi opere vanno escluse dal calcolo del Patto
       di stabilità. Va completato il trasferimento del catasto ai comuni. La riduzione
       dei trasferimenti erariali per effetto del maggior gettito dell’ICI su determinate
       categorie di immobili va commisurata alle entità reali e non si deve tradurre in
       un ulteriore taglio. Per gli enti locali che hanno utilizzato la normativa sulle
       trasformazioni societarie poi annullata con sentenza della Corte Europea (ex
       SEABO) va approvata la norma relativa al credito d’imposta sugli utili.

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1.      Istituzioni più semplici ed efficienti

   •   E’ urgente dare attuazione all’art. 119 della Costituzione sull’autonomia
       finanziaria delle autonomie territoriali e sul federalismo fiscale.

   •   Il testo presentato dal Governo nella scorsa legislatura può essere un punto di
       partenza, ma occorre un sistema equilibrato di perequazione che trovi il consenso
       del sistema delle autonomie. I comuni devono poter contare su una robusta
       compartecipazione all’IRPEF che garantisca anche una dinamica delle entrate.

   •   La regolazione e la liberalizzazione nel campo dei servizi pubblici locali, così
       come l’incentivazione all’aggregazione e alla crescita dimensionale delle società
       di servizio, possono costituire un fattore importante di crescita per l’intero
       Paese.

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2. Cittadini più sicuri
  •   Il 19 giugno 2007 sono stati sottoscritti il Patto per Bologna Sicura e l’Intesa
      interistituzionale per la sicurezza nell’area metropolitana di Bologna.

  •   Tra Comune, Prefettura e Forze dell’ordine è prevista la collaborazione
      permanente in diversi campi: degrado ambientale e disagio sociale, occupazioni
      ed insediamenti abusivi, esercizi pubblici, commercio ambulante abusivo,
      violenza sessuale, prostituzione, infortunistica stradale e disagio giovanile,
      impiego di manodopera irregolare.

  •   Il Patto ha stabilito il rafforzamento degli organici, l’integrazione operativa, il
      potenziamento del sistema di videosorveglianza e la valorizzazione della polizia
      di prossimità.

                                         20
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2.2. Cittadini
                      Cittadinipiù
                                più sicuri
                                    sicuri

   •   Il Ministero dell’Interno nel gennaio scorso ha reso pubblici i dati della verifica
       semestrale prevista nelle 14 città che hanno sottoscritto il Patto.

   •   In generale si registra una diminuzione dei reati e un aumento delle denunce e
       degli arresti, il che dimostra che la strada intrapresa è quella giusta.

   •   A Bologna nel secondo semestre 2007 sono diminuiti i reati rispetto al primo
       semestre (da 42.566 a 35.333) e sono aumentate le persone denunciate e arrestate
       (da 9.540 a 9.912).

                                          21
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2.2. Cittadini
                      Cittadinipiù
                                più sicuri
                                    sicuri

   •   I Patti sono ispirati ad un’idea di politiche integrate per la sicurezza, anche
       attraverso azioni di inclusione sociale e di promozione della convivenza civile,
       basate sulla massima collaborazione e scambio reciproco di informazioni tra
       diverse istituzioni.

   •   Serve una legge per dare stabilità alla collaborazione in attuazione del riparto
       costituzionale delle competenze. Vanno inoltre fissate le norme del
       coordinamento tra le polizie statali e le polizie locali.

   •   Il pacchetto sicurezza approvato dal Governo il 30.10.2007 conteneva misure da
       approvare relative al potere di ordinanza dei Sindaci in materia di sicurezza, alle
       espulsioni di cittadini comunitari in casi particolarmente gravi e alla custodia
       cautelare obbligatoria per reati che suscitano diffuso allarme sociale.

                                         22
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2.2. Cittadini
                      Cittadinipiù
                                più sicuri
                                    sicuri

   •   Le vittime dei reati meritano di essere tutelate anche come fattore di maggiore
       sicurezza per tutti.

   •   La legge può prevedere che le vittime siano adeguatamente informate dei loro
       diritti, che sia ampliata la loro facoltà di intervento nel processo e che in
       determinati casi siano previste forme di assistenza economica.

   •   Per combattere efficacemente lo sfruttamento della manodopera immigrata
       clandestina la legge deve prevedere esplicitamente che il permesso di soggiorno
       per motivi di protezione sociale possa essere rilasciato anche allo straniero che sia
       in queste condizioni e che denunci i propri sfruttatori.

                                          23
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3.2.L’ambientalismo
                 Cittadini più sicuri
                                del fare

   •   L’obiettivo dell’Unione europea è di limitare i cambiamenti climatici contenendo
       l’aumento di temperatura medio entro i 2° C. Per raggiungere questo traguardo
       occorre ridurre le emissioni di CO2 del 20% (rispetto ai livelli del 1990) entro il
       2020.

   •   La riduzione delle emissioni si ottiene attraverso:
       - un incremento delle fonti di energia rinnovabile che devono rappresentare il
         20% del totale nel 2020;
       - una riduzione del 13% rispetto ad oggi dei consumi di energia grazie ad una
         maggiore efficienza nei processi;
       - un aumento del 50% degli investimenti nella ricerca in campo energetico.

                                         24
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3. 3.L’ambientalismo   delfare
              L’ambientalismo del fare
   •   Le città vanno subito coinvolte nel programma di attuazione nazionale degli
       obiettivi europei, stabilendo progressivi traguardi da raggiungere a partire dalle
       esperienze sviluppate in materia di sostenibilità ambientale (Agenda 21, Carta di
       Aalborg).

   •   Le nuove tecnologie dell’ambiente, sia per la produzione che per il risparmio
       energetico in edilizia, possono diventare un fattore decisivo per lo sviluppo di
       nuovi settori produttivi.

   •   Le modalità di trasporto sono importanti e vanno privilegiate quelle collettive,
       su ferro e ciclopedonali. Va promossa la qualità urbana minimizzando il
       consumo di territorio, salvaguardando le attività agricole e realizzando nuove
       aree verdi. Va incentivato un moderno sistema di raccolta differenziata e di
       smaltimento dei rifiuti.

   •   Anche la qualità dell’aria può migliorare con l’adozione di piani rigorosi di
       diversificazione delle fonti energetiche e di mobilità sostenibile.

                                         25
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3. 3.L’ambientalismo   delfare
              L’ambientalismo del fare

   •   Gli utenti giornalieri dell’SFM di Bologna sono circa 68.000, potrebbero
       diventare in pochi anni 150.000 con un rilevante spostamento della modalità di
       trasporto dalla strada al ferro.

   •   L’accordo del 19.6.2007 con FS prevede a regime 73 fermate nella provincia di
       cui 16 nel territorio del comune di Bologna, un cadenzamento a 15 min. nell’area
       urbana più densa e a 30/60 min. nel resto del territorio.

   •   L’accordo prevede tre fasi di attuazione: la prima nel 2008-2009, la seconda con
       tutti i servizi passanti dalla Stazione centrale nel 2011, la terza con ulteriori
       servizi veloci nel 2015. Si sta avviando il concorso internazionale per la nuova
       Stazione centrale.

                                         26
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3. 3.L’ambientalismo   delfare
              L’ambientalismo del fare

   •   Manca tuttora la firma dei Ministri interessati (Trasporti e Infrastrutture)
       all’accordo promosso dalla provincia a causa dell’impegno finanziario che esso
       comporta: 31.150 milioni di euro per le infrastrutture; una parte consistente dei
       200 milioni di euro necessari per il nuovo materiale rotabile; 16.300 milioni di
       euro per gli ulteriori servizi da attivare.

   •   La Legge Finanziaria 2007 all’art. 1 prevedeva due commi, il 1017 e il 1022, che
       non hanno avuto attuazione e si riferiscono entrambi al finanziamento dei servizi
       ferroviari.

   •   In particolare va attuato il comma 1022 che prevede l’istituzione di un fondo
       alimentato dai sovraprezzi sui pedaggi autostradali finalizzato “all’acquisto di
       materiale rotabile per servizi ferroviari regionali e metropolitani ed alla
       copertura dei costi di gestione dei servizi stessi”.

                                         27
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3.3.L’ambientalismo   delfare
             L’ambientalismo del fare

   •   Con l’entrata in funzione del nuovo tratto della SS 64 Porrettana nel comune di
       Sasso Marconi si rende indispensabile accelerare al massimo la realizzazione del
       Nodo ferrostradale di Casalecchio di Reno (4 km di variante stradale e 1,3 km di
       galleria ferroviaria con stazione interrata, costo complessivo 147,36 milioni di
       euro).

   •   Il finanziamento della parte stradale del progetto (98,5 mln) è entrato a far parte
       della convenzione Autostrade per l’Italia SpA–ANAS a totale carico del
       concessionario.

                                         28
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3.3.L’ambientalismo   delfare
             L’ambientalismo del fare
   •   La Legge Finanziaria per il 2008 ha stanziato un contributo di 9 milioni di euro
       nel 2008 e nel 2009 per la progettazione del Passante autostradale Nord. E’
       un’opera fondamentale per decongestionare il nodo di Bologna e per collegare
       Fiera, Aeroporto, Interporto e CAAB.

   •   Si tratta di una variante del tracciato dell’A14 della lunghezza di 40,7 km e del
       costo di 1.450 milioni di euro. Il Governo italiano ha chiesto all’Unione europea
       di considerarlo come una variante dell’attuale tracciato per poterne affidare la
       realizzazione al concessionario del servizio.

   •   Il CIPE il 31 gennaio scorso ha assegnato un finanziamento di 120 milioni di
       euro per il primo lotto funzionale Fiera Michelino – Stazione FS della
       Metrotranvia di Bologna che si aggiungono ai 87,5 milioni già concessi (costo
       complessivo del lotto 305,4 milioni di euro).

   •   Il secondo lotto è suddiviso nelle due tratte “Stazione FS–Ospedale Maggiore”
       (costo 299,26 mln) e “Ospedale Maggiore–Capolinea Normandia Borgo
       Panigale” (costo 102,97mln). Il 70% del costo è a carico dello Stato e il 30% è a
       carico del comune.
                                         29
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3.3.L’ambientalismo   delfare
             L’ambientalismo del fare
   •   Dei lavori in via di completamento della Tangenziale di Bologna fa parte anche
       l’apertura del nuovo casello autostradale Crespellano sulla tratta dell’A1 tra
       Bologna e Modena.

   •   Occorre pertanto completare celermente la SP Nuova Bazzanese tra Ponte
       Ronca e Bazzano (costo 40 mln) per la realizzazione della quale si è manifestata
       una disponibilità da verificare di Autostrade per l’Italia SpA.

   •   Si sta concludendo la Conferenza dei servizi per il progetto definitivo del Nodo di
       Rastignano (costo complessivo 61,8 mln di cui 8 a carico di TAV) e vanno
       reperite le risorse necessarie alla sua realizzazione.

   •   Il completamento della complanare Est da San Lazzaro di Savena a Osteria
       Grande richiede l’anticipazione del finanziamento dell’opera che nei piani di
       ANAS è prevista per il 2011.

   •   L’attuazione del primo lotto della variante alla SS 64 Silla–Marano è bloccata
       per un contenzioso tra ANAS e l’impresa aggiudicataria. ANAS si è impegnata a
       rassegnarlo all’impresa che si è aggiudicato il secondo lotto.
                                         30
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3.4.
        4. L’ambientalismo
            Il
            Il diritto alla “bandadel
                       alla “banda    fare
                                   larga”
                                   larga”
   •   L’accesso alle reti a banda larga deve diventare un diritto riconosciuto a tutti i
       cittadini e a tutte le imprese, in tutto il territorio nazionale, come avviene per le
       strade, il servizio idrico o l’energia elettrica.

   •   La diffusione della banda larga richiede che nel territorio siano presenti
       opportune infrastrutture tecnologiche (ADSL, connessioni in fibra ottica, WI-
       FI, WI-MAX).

   •   Il Divario Digitale (Digital Divide) si determina anche tra i diversi territori di un
       Paese industrializzato (zone montane o poco popolate) e non solo con i Paesi
       meno sviluppati del mondo.

   •   La Regione Emilia Romagna ha realizzato, prima fra le regioni italiane, una
       “Community Network” regionale, una rete integrata tra tutte le
       amministrazioni locali per dotare tutti i comuni, le nove province e le Università
       di connessioni a banda larga collegate con la Regione (rete LEPIDA).

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4.4. Il Il
               diritto
                  dirittoalla  “bandalarga”
                          alla “banda larga”
   •    Un accordo tra Regione Emilia Romagna e Ministero delle Comunicazioni
        prevede un investimento di circa 20 milioni di euro (15 mln Ministero, 4,5 mln
        Regione) per realizzare le infrastrutture mancanti e completare la rete entro il
        2009. L’azione tecnologica sarà accompagnata da iniziative di preparazione della
        cittadinanza all’uso di tecnologie digitali (ITC).

   •    La Fondazione Guglielmo Marconi (nel 2009 si celebrerà il centenario del Premio
        Nobel a Marconi) ha condotto un’azione anticipata in due comunità montane
        della provincia.

   •    Per assicurare entro il 2011 il conseguimento dell’obiettivo di diffondere la rete a
        banda larga in tutto il territorio nazionale va approvato un provvedimento
        legislativo che incrementi il finanziamento del Fondo destinato al Programma
        per lo sviluppo della banda larga da parte del Ministero delle Comunicazioni.

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5. Lavoro più sicuro e di qualità

   •   In un quadro di crescita dell’economia regionale gli occupati in provincia di
       Bologna tra il 2005 e il 2006 sono aumentati di 24 mila unità passando da 426
       mila a 450 mila (16 mila nell’industria, 6 mila nelle costruzioni, mille in
       agricoltura, mille nei servizi).

   •   E’ aumentata la precarietà del lavoro (un quarto degli avviamenti sono stati a
       tempo determinato, soprattutto giovani), i disoccupati nel 2006 erano 13.000
       (2,9%).

   •   Le aziende in crisi sono diminuite (78 nel 2006 rispetto alle 170 nel 2004) ma
       permangono fattori di rischio legati ai ritardi nell’innovazione.

   •   I fattori di maggiore criticità si confermano la sicurezza ( 29.000 infortuni sul
       lavoro nel 2006 di cui 29 mortali, come negli anni precedenti) e i livelli
       elevatissimi di irregolarità riscontrate dalle attività di vigilanza dell’INPS (oltre
       il 90% delle imprese visitate).

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5.5. Lavoro
          Lavoropiù
                 piùsicuro
                     sicuro eedi
                               diqualità
                                  qualità

   •   L’aumento del potere d’acquisto dei salari e delle pensioni (detrazioni fiscali,
       bonus per gli incapienti, politiche familiari e dote fiscale per i figli), la lotta alla
       precarietà (compenso minimo legale), la promozione della sicurezza e della
       legalità del lavoro sono dunque fondamentali anche nella nostra provincia.

   •   L’obiettivo di un lavoro più stabile e che realizzi le capacità personali e
       professionali dei lavoratori dovrà essere raggiunto sostenendo le politiche attive
       del lavoro realizzate dai Servizi per l’Impiego della Provincia (formazione
       professionale iniziale e continua; orientamento al lavoro, incrocio
       domanda/offerta e sostegno nella ricerca e nell’inserimento lavorativo, specie per
       le categorie più deboli), in raccordo con le imprese e con le agenzie private
       accreditate dalla Regione.

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5.5. Lavoro
          Lavoropiù
                 piùsicuro
                     sicuro eedi
                               diqualità
                                  qualità

   •   Le politiche attive del lavoro sono un mezzo fondamentale per favorire
       l’inclusione sociale di tutte le categorie svantaggiate e in condizione di grave
       emarginazione sociale. Va promossa la sperimentazione di adeguate forme
       contrattuali innovative come il contratto specifico per la ricerca d’occupazione
       previsto dal programma del PD.

   •   Per intervenire efficacemente sulle crisi aziendali non bisogna rincorrere i singoli
       casi ma conoscere in anticipo i sintomi di crisi o le esigenze di ristrutturazione
       delle imprese.

   •   Istituzioni locali e Regione Emilia-Romagna, sindacati e associazioni d’impresa
       possono proporre ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro la
       costituzione sperimentale per l’area bolognese di un organismo di monitoraggio
       permanente a questo fine con compiti di intervento attivo.

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5.5. Lavoro
          Lavoropiù
                 piùsicuro
                     sicuro eedi
                               diqualità
                                  qualità

   •   E’ necessario un sistema di ammortizzatori sociali non rivolto ai soli lavoratori
       dipendenti a tempo indeterminato come oggi, ma a tutti, compresi i precari.

   •   Va promosso un maggiore e obbligatorio impegno delle imprese a collaborare con
       i servizi pubblici per l’impiego alla formazione dei dipendenti e alla loro
       qualificazione professionale (anche come assicurazione contro la disoccupazione)
       e, ove necessario, alla loro ricollocazione da lavoro a lavoro.

   •   Le tutele vanno estese alle nuove forme di lavoro autonomo e professionale,
       nell’ambito del quale molti giovani restano nel limbo del lavoro
       “parasubordinato e atipico”. Tra le politiche di liberalizzazione necessarie vi è il
       nuovo ordinamento per le professioni.

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6. Più
    5. Lavoro piùcase in affitto
                  sicuro  e di qualità
   •   In Italia gli alloggi di edilizia residenziale pubblica sono 800.000 ( 1.000.000 con
       quelli cooperativi) mentre negli altri Paesi europei sono il doppio o il triplo (in
       Francia le case pubbliche sono 3.000.000). Sono necessari quindi nuovi
       investimenti nell’edilizia pubblica.

   •   Ma questi dovranno essere accompagnati dall’introduzione anche nel nostro
       Paese della possibilità che i privati investano nella “casa sociale” (social housing)
       Essa non rientra nella disciplina ERP e si rivolge a chi non può permettersi
       l’accesso al mercato immobiliare privato, sia in affitto che in proprietà.

   •   A questo fine va incentivata la costituzione di Fondi immobiliari chiusi
       partecipati da enti pubblici e privati per l’acquisizione di immobili da destinare a
       canone concordato. Ad essi i comuni potrebbero conferire patrimonio
       immobiliare ricavato da quote di edificabilità previsti dagli strumenti urbanistici
       a carico dei privati.

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6.6. Più
                          Piùcase  inaffitto
                              case in affitto
   •   Per la nostra area urbana un intervento diffuso di “casa sociale” risponderebbe a
       fondamentali esigenze abitative per giovani coppie, lavoratori stranieri e
       provenienti da altre regioni italiane, studenti e ricercatori, persone e famiglie a
       rischio di emarginazione sociale.

   •   I comuni dell’area metropolitana, con il contributo delle Fondazioni bancarie,
       hanno costituito l’Agenzia per l’affitto con lo scopo di calmierare il mercato delle
       locazioni agevolando l’incontro tra domanda e offerta.

   •   La legge potrebbe favorire questi interventi estendendo ulteriormente i comuni
       nei quali i proprietari che affittano a canone concordato possono usufruire di
       determinate agevolazioni fiscali.

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6.6. Più
                          Piùcase
                              case in
                                   inaffitto
                                      affitto
   •   Il reddito da affitto va tassato ad aliquota fissa e non marginale. Occorre
       consentire la detraibilità di una quota fissa dell’affitto pagato. Va aumentata la
       quota fiscalmente detraibile della rata sui mutui relativi all’acquisto della casa di
       abitazione.

   •   La fiscalità dei comuni non deve dipendere solo dagli immobili (ICI, oneri di
       urbanizzazione) per evitare il consumo esasperato del territorio motivato
       esclusivamente da ragioni di cassa.

   •   Anche la scorsa legislatura si è conclusa senza l’approvazione di una nuova legge
       urbanistica che ormai è improcrastinabile per sostituire integralmente
       l’ordinamento ancora basato sulla legge del 1942. Una “legge di princìpi” per il
       governo del territorio deve prevedere strumenti come la perequazione
       urbanistica per far prevalere l’interesse pubblico nell’uso del territorio e
       contrastare l’aumento vertiginoso dei valori delle aree edificabili a fini
       puramente speculativi.

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7. I6.
            diritti
               Più di cittadinanza
                    case            sociale
                           in affitto

   •   La legge 328/2000 ha riformato il welfare e ha prefigurato il passaggio
       dall’assistenza ai diritti sociali di cittadinanza.

   •   Essa stabilisce che deve essere assicurato “alle persone e alle famiglie un sistema
       integrato di interventi e servizi sociali” per eliminare o ridurre “le condizioni di
       disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare, derivanti da
       inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia”.

   •   L’applicazione della legge va fatta garantendo un finanziamento certo ed
       adeguato del Fondo nazionale per le politiche sociali, definendo i Livelli
       essenziali delle prestazioni assistenziali che devono essere assicurate su tutto il
       territorio e realizzando una rete di sportelli sociali e di servizi sociali professionali
       (assistenti sociali).

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7.7. I Idiritti
            dirittididicittadinanza
                         cittadinanza sociale
                                      sociale

   •   Il Fondo per la non autosufficienza della Regione Emilia-Romagna (anziani e i
       disabili) è stato finanziato in modo consistente con l’addizionale sull’IRPEF.

   •   E’ un’esperienza positiva che ha assicurato prestazioni essenziali (presa in carico
       e accompagnamento, assegni di cura per le famiglie, assistenza domiciliare,
       ricoveri temporanei) e che può essere estesa solo con un finanziamento adeguato
       del Fondo nazionale al quale vanno uniti incentivi per l’eliminazione delle
       barriere architettoniche.

   •   Per contrastare efficacemente la povertà e l’esclusione sociale è necessario
       assicurare due fondamentali istituti economici: il Fondo sociale per l’affitto, che
       va alimentato in modo stabile ed adeguato, e forme di reddito di
       accompagnamento all’inserimento lavorativo e sociale insieme a misure di
       sostegno al microcredito.

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7.7. I Idiritti
            dirittididicittadinanza
                         cittadinanza sociale
                                      sociale

   •   La legge Bossi-Fini produce immigrazione irregolare e perciò va modificata.
       La programmazione dei flussi d’ingresso deve essere flessibile e su base triennale.

   •   Agli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia da almeno cinque anni va
       attribuito il diritto di voto alle elezioni amministrative e circoscrizionali.

   •   In considerazione della necessità di favorire l’accoglienza e la piena integrazione
       sociale della popolazione straniera occorre favorire ulteriormente l’inserimento
       scolastico dei bambini e dare avvio, anche per gli adulti, ad interventi di
       accompagnamento all’integrazione linguistica, civica e culturale.

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7.7. I Idiritti
            dirittididicittadinanza
                         cittadinanza sociale
                                      sociale

   •     In materia di diritto alla salute per una realtà come la nostra i temi
         fondamentali sono due:
         - la riduzione delle liste di attesa (i tempi medi per una prestazione devono
            equivalersi nell’attività pubblica istituzionale e in quella libero-
            professionale);
         - la costituzione dei Nuclei di cure primarie previsti dalla Regione con il
            mandato di prendere in carico la popolazione di riferimento (intorno ai
            20.000 abitanti) assicurando le urgenze e le cure.

   •     La telemedicina consente di ridurre i passaggi burocratici, ancora pesanti e
         dispendiosi, e di favorire un’assistenza più personalizzata.

   •     Nell’ambito di un piano nazionale Bologna ha esperienze che possono essere
         ulteriormente valorizzate come il CUP Metropolitano, la rete SOLE per gli 800
         medici di famiglia e la Rete dell’assistenza e della telemedicina home-care per
         gli anziani.

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8. Formazione e conoscenza,
   7. I diritti di cittadinanza sociale
                il nostro futuro
   •   Il 15 febbraio scorso a Bologna i Rettori di 13 atenei che si distinguono per
       produttività, competitività e solidità finanziaria hanno deciso di costituirsi
       nell’associazione Aquis “per lavorare a fianco della CRUI ma sostenere in modo
       più deciso gli atenei più competitivi sulla scena internazionale”.

   •   Va sostenuta la proposta dei Rettori di assegnare una quota crescente del
       finanziamento annuale degli atenei (FFO) sulla base di criteri che premino i
       migliori risultati sul piano della ricerca e della didattica.

   •   Ciò è possibile se la dinamica del FFO è incrementata e garantita nel tempo,
       come ha proposto la Commissione tecnica per la finanza pubblica in un
       documento del 31.7.2007, al fine di superare il grave gap nella spesa universitaria
       che ci divide dagli altri Paesi OCSE.

   •   Tra i parametri più importanti vi deve essere l’assunzione di giovani ricercatori,
       poiché per anni le Università italiane hanno preferito impiegare risorse per
       garantire la progressione di carriera dei docenti. L’Università di Bologna con il
       83% delle spese per il personale è al di sotto del parametro massimo del 90%, ma
       vi sono molte Università che lo superano.
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8. Formazione e conoscenza,
                       il nostro futuro
   •   Nonostante il suo basso investimento in ricerca (1% del PIL rispetto all’1,7-
       2,5% degli altri grandi paesi del continente) e la sua bassa concentrazione di
       ricercatori (3,5 ogni 1000 lavoratori rispetto ai 6 dell’Europa a 25), l’Italia è tra i
       principali produttori europei di ricerca (oltre il 4,5 per cento dell’intera
       produzione mondiale) e il suo trend è in crescita.

   •   Gli scienziati italiani sono tra quelli che creano mediamente più conoscenza e lo
       fanno più a buon mercato, se si rapportano i risultati agli investimenti.

   •   A Bologna è collocata una delle aree di ricerca più importanti d’Italia. Nel 2005
       nella sede del CNR di via Gobetti erano impiegati oltre 300 ricercatori e
       tecnologi, nelle sedi dell’ENEA compresi i laboratori del Brasimone 190, i
       dipendenti complessivi del CINECA erano 270.

   •   La Regione Emilia-Romagna con la LR 7/2002 ha cofinanziato i progetti di
       ricerca industriale presentati dalle imprese e ha dato impulso a “Centri per
       l’innovazione” investendo nel biennio 2004-2005 quasi 150 milioni di euro.

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8. Formazione e conoscenza,
                       il nostro futuro

   •   Il Rapporto Kok del 2004 sui ritardi della strategia di Lisbona ha evidenziato
       che per rendere l’Europa molto più attraente per i ricercatori occorre puntare su
       sistemi urbani – come Helsinki, Monaco, Cambridge – nei quali si realizza un
       contesto favorevole per gli operatori della conoscenza.

   •   La vocazione di Bologna è di diventare un sistema urbano capace di attirare
       studenti e ricercatori tra i più importanti e forti d’Europa.

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8. Formazione e conoscenza,
                      il nostro futuro
   •   La condizione essenziale è realizzare gli investimenti necessari per completare il
       piano di edilizia universitaria a Bologna.

       Sono da tempo previsti tre comparti di sviluppo:
       - Bertalia-Lazzaretto per Ingegneria (costo del completamento 90 mln)
       - Navile-CNR per Chimica, Farmacia, Biotecnologia e Astronomia (costo del
         completamento 90 mln)
       - Scienze motorie nella zona di via Larga.

   •   Per questi interventi, e anche per gli altri previsti nei quattro poli della
       Romagna (Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini), occorre un Piano nazionale
       straordinario per l’edilizia universitaria diretto principalmente verso le
       Università virtuose e quelle multicampus.

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8. Formazione e conoscenza,
                      il nostro futuro

   •   Alloggi per studenti e ricercatori, comparti urbanistici di qualità e altri servizi
       per il diritto allo studio (mense, biblioteche e impianti sportivi) sono
       indispensabili per creare veri campus.

   •   L’Università e il comune hanno definito un piano che prevede la realizzazione di
       1000 nuovi posti letto, ma occorre rafforzare la politica per il diritto allo studio
       con un incremento del Fondo integrativo nazionale definendo nuovi criteri che
       stimolino la positiva competizione tra atenei.

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8. Formazione e conoscenza, il nostro futuro
                    Campus universitario Bertalia-Lazzaretto e Navile

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8. Formazione e conoscenza,
                      il nostro futuro
   •   Nell’ambito del programma regionale per la ricerca industriale approvato
       dall’Unione Europea, la Regione e il comune stanno realizzando l’obiettivo di un
       Tecnopolo di eccellenza nell’area della Manifattura Tabacchi specializzato
       nell’automazione industriale, nelle nuove tecnologie per l’ambiente e i risparmio
       energetico, nelle biotecnologie e nanotecnologie, nei servizi avanzati alle imprese.

   •   La rete regionale dei Tecnopoli (Lombardia e Piemonte si stanno muovendo
       nella stessa direzione) richiede un sostegno nazionale, a partire dal progetto
       Industria 2015, come è avvenuto ad esempio in Francia, Germania e Gran
       Bretagna.

   •   Va approvato uno specifico provvedimento legislativo che istituisca un apposito
       fondo (distinto dal FFO) dedicato alla creazione presso le Università e gli enti di
       ricerca in concorso con gli enti locali di “tecnopoli”, incentivando il
       trasferimento tecnologico anche con la possibilità di svolgere attività verso terzi.

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8. Formazione
                     Tecnopolo e conoscenza,
                               della             il nostroefuturo
                                     Manifattura Tabacchi
                    campus  universitario
                      Tecnopolo           delle scienze
                                della Manifattura       motorie
                                                   Tabacchi e
                    campus universitario delle scienze motorie

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8. Formazione e conoscenza,
                      il nostro futuro

   •   Il sistema Aldini-Valeriani, fondamentale per la formazione tecnica rivolta alle
       imprese, può diventare il Polo dell’istruzione tecnica e professionale superiore
       per il comparto più rilevante del territorio, quello della meccanica.

   •   L’intervento dello Stato nella gestione va dunque accompagnato da un progetto
       forte capace di valorizzarne pienamente le sue grandi potenzialità.

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8. Formazione e conoscenza,
                         il nostro futuro
                                      Università di Bologna
        studenti (a.a. 2007-08)
        Polo universitario bolognese                 89.293
        di cui a BOLOGNA                             70.022
        Iscritti per facoltà (a.a. 2007-08)
        AGRARIA                                                  1.474
        ARCHITETTURA 'ALDO ROSSI‘                                   722
        CHIMICA INDUSTRIALE                                         413
        CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI                         1.306
        ECONOMIA                                                 5.818
        ECONOMIA - SEDE DI FORLI‘                                2.105
        ECONOMIA - SEDE DI RIMINI                                2.127
        FARMACIA                                                 3.004
        GIURISPRUDENZA                                           9.414
        INGEGNERIA                                               9.555
        LETTERE E FILOSOFIA                                     14.669
        LINGUE E LETTERATURE STRANIERE                           3.325
        MEDICINA E CHIRURGIA                                     6.468
        MEDICINA VETERINARIA                                     1.524
        POST LAUREAM                                                434
        PSICOLOGIA                                               1.891
        CIENZE DELLA FORMAZIONE                                  5.594
        SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI                   6.179
        SCIENZE MOTORIE                                          1.344
        SCIENZE POLITICHE                                        5.435
        SCIENZE POLITICHE 'ROBERTO RUFFILLI‘                     2.423
        SCIENZE STATISTICHE                                        906
        SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE PER L'INSEGNAMENTO SECONDARIO               767
        SCUOLA SUP. DI LINGUE MODERNE PER INTERPRETI E TRADUTTORI              788
        SECONDA FACOLTA DI INGEGNERIA CON SEDE A CESENA                1.827
        Totale                                                 89.293

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8. Formazione e conoscenza,
                      il nostro futuro
                         Università di Bologna

                       personale al 31.12.2007

     BOLOGNA

     docenti                 2.575     non docenti    2.556

     ALTRI POLI

     docenti                   641     non docenti     342

     TOT docenti             3.216     TOT non doc.   2.898

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8. Formazione e conoscenza,
                      il nostro futuro
   •   Edifici scolastici belli e attraenti, dotati di servizi e aperti al quartiere, sono
       importanti per la formazione sia dei giovani che degli adulti.

   •   Nella nostra provincia le esigenze di manutenzione degli edifici esistenti e di
       costruzione di nuovi sono ingenti (nelle scuole medie superiori servono aule per
       7.000 nuovi studenti nei prossimi dieci anni), per questo occorre un adeguato
       rifinanziamento della legge per l’edilizia scolastica.

   •   I servizi per l’infanzia da 0 a 6 sono ormai parte integrante del sistema
       dell’istruzione che deve essere garantito a tutti, così come la domanda di tempo
       pieno nella scuola primaria deve trovare pieno accoglimento.

   •   Va approvata la proposta di legge di iniziativa popolare per trasformare i nidi da
       servizio a domanda individuale in servizio educativo per tutti.

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9. La cultura come investimento

   •     L’Italia deve assumere un’iniziativa per rafforzare il ruolo della cultura nelle
         politiche europee, volta alla promozione della cultura del nostro continente
         sulla scena globale attraverso:
         - l’apertura di una linea di finanziamenti per la circolazione delle produzioni
           europee;
         - la creazione di Istituti europei di cultura negli altri continenti, coordinati con
          quelli per il turismo e per il commercio esteso;
         - la possibilità per le Regioni e le Città metropolitane di inserire propri addetti
           negli Istituti italiani di cultura in Europa e negli Istituti europei degli altri
                  continenti.

   •     Va attuato e completato il decentramento alle città dei servizi e delle
         istituzioni culturali statali per la creazione di forti poli artistici metropolitani
         nei beni culturali e nello spettacolo. Restano di competenza dello Stato solo le
         funzioni di promozione internazionale e poche realtà di assoluto e riconosciuto
         rilievo.
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9. La cultura
          9. La culturacome  investimento
                        come investimento

   •    Sono necessarie misure legislative nazionali non discrezionali che favoriscano la
        vita culturale, quali:
        - un regime fiscale che incentivi il mecenatismo nel restauro/conservazione dei
          beni culturali, nel collezionismo contemporaneo, negli investimenti nelle
          Fondazioni degli enti lirici, per lo spettacolo dal vivo.
        - il superamento dell'assimilazione ai soggetti privati per le istituzioni delle arti
          contemporanee in materia di IVA, diritto di seguito, diritti di riproduzioni
         delle immagini, SIAE;
        - l’abbattimento degli interessi sui mutui;
        - garanzie al credito per l’associazionismo culturale;
        - la finalizzazione di una percentuale del fatturato SIAE alla progettualità
          artistica di particolare impegno e alle opere prime;
        - incentivi e quote nei grandi network radio e tv per la nuova produzione
               musicale italiana;
        - incentivi per i nuovi mezzi di diffusione (banda larga, le web radio, i canali
          satellitari, le tv di strada, le tv on line, i podcast, le radio comunitarie)
        interessati        a promuovere la nuova musica italiana.
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9. La cultura
          9. La culturacome  investimento
                        come investimento

   •    Una quota del patrimonio demaniale utilizzabile va assegnato alle città per
        progetti di creazione di distretti artistico-tecnologici, centri sociali e culturali.

   •    Vanno sviluppati gli investimenti di R&S, sulla scia del programma Industria
        2015, per favorire:
        - l’innovazione tecnologica nei musei e nei sistemi culturali;
        - le imprese, anche piccole e medie, che producono brevetti di ICT applicate ai
          beni culturali;
        - la ricerca artistica con mezzi digitali.

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9. La cultura
          9. La culturacome  investimento
                        come investimento

   •   Va sostenuta la proposta del programma del PD per l’istituzione di un Centro
       nazionale per il cinema e l’audiovisivo con il collegato Fondo di finanziamento
       tratto dalle entrate pubblicitarie delle televisioni. Il Centro dovrebbe essere
       organizzato a rete, con Bologna e l’Emilia-Romagna nodo e luogo dell'esordio
       cinematografico in Italia.

   •   Occorre creare un modello di contabilità analitica per l’analisi comparata delle
       performance degli istituti culturali, per promuovere efficienza, efficacia, best
       practice, innovazione, con l’inserimento della capacità di inclusione culturale fra i
       parametri analitici.

   •   Va approvata la legge per lo sport per tutti destinata a disciplinare, con le
       Regioni e gli enti locali, il miglior funzionamento del Fondo per lo sport di
       cittadinanza.

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9. La cultura comepiù
               10. Imprese investimento
                             forti

   •   I dati Unioncamere dimostrano che nel 2007 l’economia regionale è cresciuta di
       più della media italiana (+1,9% del PIL in Emilia-Romagna, +1,5% a livello
       nazionale). Le previsioni 2008 sono tuttavia preoccupanti.

   •   Il settore manifatturiero regionale si muove verso una ancora più marcata
       specializzazione nella metalmeccanica e nell’alimentare. Larga parte dei risultati
       positivi sono dovuti all’export (+12% nei primi nove mesi del 2008).

   •   E’ importante la dimensione d’impresa (le imprese con oltre 50 addetti
       registrano maggiori incrementi del fatturato), ma ancor più se sono inserite in un
       contesto di filiera.

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10.10.Imprese  piùforti
                           Imprese più  forti

   •   Nel 2001 furono censite 84 mila imprese in provincia di Bologna, la maggior
       parte delle quali di piccola dimensione. Una politica di sostegno alle piccole
       imprese nell’industria, nel commercio e nei servizi ha perciò un’importanza
       strategica.

   •   Un quinto delle aziende bolognesi, in particolare artigiane, è a rischio di chiusura
       per “mancanza di eredi”. La soluzione sta nel sostegno alla trasmissione
       d’impresa anche con l’adozione di provvedimenti fiscali per il passaggio
       dell’impresa nell’ambito della famiglia o ai dipendenti.

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10.10.Imprese  piùforti
                           Imprese più  forti
   •   Le aree industriali, nuove o ristrutturate, devono prevedere la gestione unitaria
       delle problematiche ambientali, energetiche, di comunicazioni e di sicurezza in
       modo da attrarre nuovi imprenditori. A causa degli elevati costi degli immobili a
       Bologna nell’area urbana si sono dimezzate in dieci anni le aziende artigiane
       presenti, per cui una quota di edilizia sociale va riservata all’artigianato e al
       commercio diffuso.

   •   La Fiera di Bologna è la seconda a livello nazionale e tra le prime in Europa.
       L’attuale sistema dei finanziamenti nazionali crea profonde discriminazioni tra
       le fiere. Va promossa una nuova disciplina che assegni finanziamenti alle fiere
       sulla base di criteri certi e istituisca un Osservatorio nazionale del sistema.

   •   Con le nuove regole europee denominate “Basilea 2” le piccole e medie imprese
       italiane rischiano di pagare tassi elevati o di non accedere al credito se il loro
       rating è insufficiente. La soluzione è nel loro rafforzamento patrimoniale tramite
       misure di detassazione degli utili reinvestiti e incentivi fiscali finalizzati agli
       investimenti in beni strumentali.

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10.10.Imprese  piùforti
                           Imprese più  forti
   •   Va promosso un equilibrio nel commercio tra la grande distribuzione e i piccoli
       esercizi che sono anche un fattore di vivibilità urbana. In tutti i centri storici
       della provincia, e non solo in quello della città, vanno pertanto incentivate
       azioni di riqualificazione e di creazione di “centri commerciali naturali”.

   •   Il commercio nei centri storici ha bisogno di una normativa specifica per evitare
       la eccessiva concentrazione di pubblici esercizi in determinate zone.

   •   Il sistema cooperativo in Italia contribuisce a produrre il 7,3% del PIL
       nazionale. A Bologna la percentuale è più che doppia, e questo è anche un
       importante fattore di solidarietà e di coesione sociale.

   •   I settori in cui operano le imprese cooperative sono i più vari (abitazione,
       consumo, agroalimentare, credito, assicurazioni, produzione e lavoro, servizi,
       sociale, cultura). Esse meritano dunque di essere sostenute in quanto imprese con
       connotati propri che sono gestite nell’interesse dei soci (lavoratori, consumatori,
       utenti) senza avere il profitto come fine primario.

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10.10.Imprese  piùforti
                           Imprese più  forti
   •   La riforma del diritto societario del 2003 è una buona legge che va difesa. Essa
       ha confermato gli istituti fondamentali della cooperazione: la non disponibilità
       per i soci delle riserve patrimoniali e degli utili non tassati, la presenza di istituti
       specifici quali il ristorno, i limiti ai dividendi, il principio “una testa un voto”, gli
       obblighi sociali verso la comunità.

   •   Bologna è anche uno dei più importanti distretti agricoli italiani. Su una
       superficie totale della Provincia di 370.000 ettari, circa 180.000 sono coltivati.
       Gli imprenditori agricoli censiti nel 2001 erano 17.500. A Bologna ci sono il
       CAAB, le Facoltà di Agraria e Veterinaria, istituti di ricerca e imprese
       agroalimentari di valore nazionale.

   •   L’impresa agricola va rafforzata e va aiutata a crescere dimensionalmente,
       incentivando le aggregazioni e nuove forme societarie, poiché aumentano i costi
       e diminuisce il reddito medio per addetto. Per sostenere il made in Italy vanno
       tutelate le denominazioni d’origine, va garantita la sicurezza alimentare e va
       fatta un’adeguata azione di promozione. Occorre ridurre i costi dei troppi
       passaggi dei prodotti dai campi alla tavola, dimezzando le intermediazioni e
       promuovendo forme di vendita diretta da parte dei produttori.
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