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M E G L I O. C H I A R O, I N V E S T I VEDI MAGGIO | 2018 Economia I possibili effetti della guerra commerciale lanciata dal Presidente Usa Focus Italia, pur in uno scenario non semplice, non mancano le potenzialità per crescere
EDITORIALE “La crescita europea e la variabile Italia” Mentre scriviamo questo numero di onemarkets, l’Italia è alle prese con una crisi politica che ha ripercussioni sulla fiducia del mercato nei confronti del nostro paese e del futuro governo, nel rispettare i patti con l’Europa. Lo spread Btp-Bund è schizzato a un livello che non si vedeva da tempo, proprio nei giorni di collocamento del nuovo Btp Italia. Ci si augura che questa crisi passi in fret- ta e che non si assista nuovamente al duro attacco dei mercati al nostro Btp, come accadde alla fine del 2011. Se pensiamo a come il mercato ha reagito agli ultimi shock politici (Brexit ed elezione di Trump), potremmo rimanere ottimisti. In questi casi, il mercato ha infatti dimostrato di superare lo shock iniziale dopo pochi giorni, soprattutto grazie all’abbondante liquidità nel sistema. Al momento in cui scrivo, Nicola Francia non sappiamo ancora se l’Italia avrà un governo populista Lega-Cinque Stelle, se Responsabile Private Investor Products Italy torneremo alle urne o se avremo altre sorprese. UniCredit Sicuramente possiamo però individuare i principi che dovrebbero caratterizzare il nuovo governo, per evitare una nuova crisi dello spread, come nel novembre 2011. Serve senso di responsabilità verso il Paese: cittadini, elettori ma anche investitori. Gli italiani sono i principali detentori del nostro debito pubblico e ormai rimango- no quasi gli unici sottoscrittori del listino azionario domestico, dopo la prolungata sfiducia dei grossi investitori istituzionali. Infatti, solo recentemente questi hanno ripreso a considerare il nostro mercato come un investimento interessante per i loro fondi. Sarebbe un vero peccato vedere questi capitali fuggire nuovamente, poiché a pagarne le conseguenze sarebbe il Paese nella sua interezza. In questo senso sa- rebbe auspicabile una certa apertura all’euro, all’Europa e alle logiche del mercato in generale, che non è fatto solo di speculatori, come si pensa. Ma soprattutto ci si auspica un programma politico incentrato su misure economiche serie e credibili che rilancino l’economia del Paese, continuando ad attirare capitali dall’estero. La fiducia del mercato si costruisce nel lungo termine e i grandi investitori (quelli che danno stabilità ai mercati) valutano i ritorni proprio sul lungo periodo. Se il Paese uscisse indenne dall’attuale stallo politico potrebbe avvalersi delle pro- spettive, comunque positive, dei mercati. I listini europei continuano a ricevere i maggiori consensi degli analisti e quello italiano, in particolare, potrebbe beneficiare maggiormente nei mesi a venire. Infatti, il nostro listino è ancora pesantemente al di sotto dei suoi massimi pre-crisi, a differenza di tutti gli altri maggiori listini europei (per non parlare di quello americano) che navigano sui massimi storici. Sempre nell’ipotesi ottimista di un nuovo governo che dia stabilità politica ed econo- mica al Paese, questo periodo di incertezza (che ci auguriamo sia breve) creerebbe le condizioni per rientrare sul mercato per chi sia rimasto fuori dai recenti rally oppure abbia alleggerito le posizioni prima delle elezioni di marzo. E comunque l’incremen- to della volatilità a cui assistiamo crea condizioni ottimali per la strutturazione e l’emissione di nuovi certificati o per l’acquisto a sconto di quelli già quotati in Borsa. Le prospettive economiche e gli scenari futuri, così come le consuete analisi dei prodotti d’investimento UniCredit, sono spiegate approfonditamente nelle pagine che seguono. Buona lettura e buoni investimenti! onemarkets Magazine Maggio I 2018 3
SOMMARIO 11 Vi è una ampia condivisione tra i maggiori organismi internazionali che la riforma del mercato del lavoro, quella fiscale, l’avvio della riforma della pubblica amministrazione e della giustizia e il Piano Industria 4.0 possono avere impatti positivi sulla produttività. 06 É probabile che la BCE voglia chiudere il piano di acquisto di titoli per la fine dell’anno, spostando a quel punto l’enfasi di tassi di interesse come principale leva di politica monetaria. Disclaimer La presente pubblicazione (Pubblicazione) è prodotta dall’Editore GMR Srl Viale San Michele del Carso, 1 20144 Milano. La medesima è rivolta al pubblico indistinto ed ha contenuto di carattere informativo - promozionale. Essa non costituisce né da parte dell’Editore, né da parte dell’Emittente/Emittenti ivi citati, né offerta, né raccomandazione, né consulenza in materia di investimenti per l’acquisto, la vendita o la tenuta degli strumenti finanziari ivi menzionati, né è da intendersi, nemmeno in parte, come presupposto di o in connessione a un qualsiasi contratto o impegno di qualsivoglia tipo. Qualsiasi eventuale riferimento nella Pubblicazione a specifici obiettivi e situazioni finanziarie degli investitori si basa su generiche assunzioni, non confermate dagli investitori stessi. Gli strumenti finanziari e gli investimenti ivi rappresentati potrebbero essere non appropriati/adeguati per gli investitori che ricevono la Pubblicazione. I medesimi sono responsabili in modo esclusivo di effettuare le proprie indipendenti valutazioni e verifiche sulle condizioni di mercato, sui prodotti, sugli investimenti ed operazioni cui si riferisce la Pubblicazione. Gli investitori devono effettuare le proprie valutazioni di appropriatezza/adeguatezza degli investi- menti negli strumenti ivi rappresentati, basandosi sui relativi rischi e meriti, nonché sulla propria strategia di investimento e situazione legale, fiscale, finanziaria. Prima di ogni investimento si raccomanda pertanto agli Investitori di informarsi presso il proprio intermediario sulla natura e sul rischio che esso comporta e di prendere visione del prospetto di quotazione egli strumenti finanziari disponibile presso il sito web dell’Emittente. Qualsiasi informazione contenuta nella Pubblicazione relativa a rendimenti passati, proiezioni, previsioni, stime o dichiarazioni di prospettive future, così come qualsiasi valutazione o altra informazione dai medesimi ricavata è a scopo esclusivamente illustrativo e non è da considerarsi indicatore affidabile di andamenti futuri. L’Editore e gli Emittenti degli strumenti finanziari cui fa riferimento la Pubblicazione, così come il relativo personale, non rilasciano alcuna dichiarazione e garanzia, né assumono alcuna responsabilità in merito alla raggiungibilità o ragionevolezza di qualsiasi previsione ivi contenuta. Gli Emittenti così come altre società del relativo Gruppo di appartenenza cui fa riferimento la Pubblicazione possono negoziare, sottoscrivere, avere posizioni lunghe o corte, nonché agire in qualità di marker maker con riferimento a qualsiasi strumento anche collegato/derivato ivi menzionato; possono agire in qualità di- consulenti e finanziatori degli Emittenti di tali strumenti e, più in generale, possono avere uno specifico interesse riguardo gli Emittenti, gli strumenti e le operazioni cui fa riferimento la Pubblicazione o intrattenere rapporti di natura bancaria con gli Emittenti stessi. 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UniCredit Corporate & Investment Banking è composta da UniCredit Bank AG, Monaco, UniCredit Bank Austria AG, Vienna, UniCredit S.p.A., Milano e altre società di UniCredit. UniCredit Bank AG, Monaco, UniCredit Bank Austria AG, Vienna, UniCredit S.p.A. Milano sono sottoposte alla vigilanza della Banca Commerciale Europea. Inoltre UniCredit Bank AG è soggetta alla vigilanza della German Financial Supervisory Authority (BaFin), UniCredit Bank Austria AG alla vigilanza della Austrian Financial Market Authority (FMA) e UniCredit S.p.A. alla vigilanza sia di Banca d’Italia sia dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB). UniCredit Bank AG Milan branch è soggetto vigilato da Banca d’Italia, dalla Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB) e dalla Federal Financial Supervisory Authority (BaFin). 4 onemarkets Magazine Maggio I 2018
SOMMARIO Numero 10 Maggio 2018 ECONOMIA 06 Più Europa che Stati Uniti 08 L’esigenza di una (parziale) integrazione fiscale nell’area euro MERCATI 11 Italia: un focus sulla crescita di medio-lungo periodo 14 Le guerre commerciali non si possono vincere 16 Dollaro: verso un nuovo indebolimento nel corso dell’anno 19 Mercato petrolifero e andamento delle scorte 21 La volatilità sparisce dai radar... ancora OSSERVATORIO INTERNAZIONALE 23 Sostenere la causa delle obbligazioni sovranazionali 29 L’esempio di una strategia long/short utilizzando i certificati, con l’obiettivo di trarre profitto sia da possibili scenari rialzisti che ribassisti. Le tipologie di certificati utilizzati per tale eser- cizio sono i Bonus Cap e i Reverse Bonus Cap. legate al PIL RETE UNICREDIT EDUCATION 32 Autocallable: i vantaggi del rimborso 25 Bonus Certificate svelati tra numeri e curiosità automatico anticipato 27 Premi fissi per tutto il 2018 NEWS ED EVENTI 34 onemarkets: l’iniziativa di formazione SOTTO LA LENTE per le tue idee di investimento 29 Una strategia long/short per affrontare 35 Benvenuti al Traders Club la bassa volatilità dei mercati ARTE E CULTURA 36 UniCredit e la musica MERCATO DEI CERTIFICATE 38 In crescita malgrado tutto 40 Una professione per il futuro CATALOGO PRODOTTI 42 Catalogo Certificate DIRETTORE Alessandro Secciani, CAPO REDATTORE Massimiliano D’Amico, CASA EDITRICE GMR SRL Viale San Michele del Carso 1 20144 Milano, STAMPA Poggi Tipolito srl Via Galileo Galilei 9/b Assago Milano, AUTORIZZAZIONE N.151 del 14 maggio 2015 del tribunale di Milano, SERVIZIO CLIENTI info.investimenti@unicredit.it onemarkets Magazine Maggio I 2018 5
ECONOMIA Più Europa che Stati Uniti • Una volta che la riforma fiscale di Trump esaurirà i suoi effetti vedremo prevedibilmente rallentare l’economia statunitense in maniera importante • Prevediamo da parte della Fed altri tre rialzi dei tassi quest’anno e un ultimo aumento al 2,75% nel 2019 • L’Europa si avvia verso una normalizzazione con tassi di crescita più moderati e più sostenibili • A meno di sorprese negative sul ciclo economico, il QE della BCE potrebbe terminare entro la fine del 2018 Marco Valli, Capo economista di Uni- giungono dagli States sono legati alla stante un po’ di volatilità, continuano a Credit per l’Europa, traccia l’outlook per riforma fiscale avviata dall’amministra- supportare la crescita, contribuendo a i prossimi mesi delle principali aree eco- zione Trump, uno stimolo fiscale che è mantenere le condizioni finanziarie di nomiche mondiali e svela le probabile arrivato, secondo il nostro parere, in una sistema e la curva dei rendimenti a livelli prossime mosse di Fed e BCE. fase del ciclo nella quale non era neces- sostenibili. In sintesi, prevediamo altri sario. Riteniamo che la riduzione delle tre rialzi dei tassi quest’anno e un ultimo L’OCSE ha migliorato l’outlook sugli tasse sulle imprese e sui contribuenti aumento al 2,75% nel 2019: riteniamo Stati Uniti. Nel suo ultimo report l’isti- individuali sia destinata ad aumentare il che a quel punto l’economia statuni- tuzione stima una crescita del PIL al deficit pubblico in maniera rilevante tense possa iniziare a rallentare, impo- 2,9%, dalla precedente previsione del (sopra il 5% del PIL) e sebbene stia sup- nendo alla Fed di terminare il ciclo di 2,5%. Qual è la sua opinione in merito? portando la crescita ora e lo farà nei rialzi. Prevediamo per il 2018 una crescita prossimi trimestri, una volta che esaurirà nell’ordine del 2,7%, un tasso ragguar- i suoi effetti vedremo prevedibilmente Corporate Usa continua a rappresen- devole per un’economia, come quella rallentare l’economia statunitense in tare una certezza? statunitense, che si trova in una fase maniera importante. Quindi immagi- Siamo in una fase in cui l’indebitamento matura del ciclo e con un mercato del niamo nella parte finale del 2019 un delle società Usa è aumentato e questo lavoro in continua espansione: la disoc- tasso di crescita sotto il 2% annualiz- elemento le rende un po’ più vulnerabili cupazione è infatti ai minimi (sotto il zato, il che significa una decelerazione al rialzo dei tassi. Inoltre, negli ultimi 4%) e potrebbe scendere ulteriormente. considerevole. Per ora, la Fed non può anni la crescita dei consumi privati è In uno scenario positivo non va dimenti- fare altro che continuare nella sua nor- stata finanziata in buona parte da ero- cato, tuttavia, che buona parte dei malizzazione della politica monetaria, sione dai risparmi. In pratica si è andati segnali di ottimismo sulla crescita che anche perché i mercati finanziari, nono- a ridurre un cuscinetto che le aziende e 6 onemarkets Magazine Maggio I 2018
ECONOMIA i consumatori non avranno più in futuro. mente una normalizzazione verso tassi Il mandato come presidente della BCE Questi due elementi di vulnerabilità alla di crescita più moderati e più sostenibili, di Mario Draghi scade nell’ultimo tri- lunga potrebbero contribuire al rallenta- visto che l’anno scorso l’Europa ha corso mestre del 2019, ma è già iniziato il mento del settore corporate. Per quanto molto. Dal nostro punto di vista rite- toto-nomine. Quali sono le vostre pre- riguarda i settori, riteniamo che la com- niamo più probabile la seconda ipotesi, visioni in merito? ponente tecnologica sarà quella mag- che preannuncia una dinamica di cre- Ci aspettiamo, per due ragioni, che il giormente impattata dal ciclo di rialzo scita in fase di normalizzazione dopo un prossimo presidente della BCE non sarà dei tassi. Già si vede qualche segnale di anno davvero molto buono. Anche la tedesco. Prima di tutto poiché la nuova indebolimento, ad esempio nei semicon- BCE concorda con quest’impostazione. A guida della Banca Centrale dovrà neces- duttori. Il picco degli earning è probabil- meno di sorprese negative sul ciclo eco- sariamente essere disponibile a conti- mente alle spalle e questo lascia presa- nomico, ci attendiamo, come anticipato, nuare, e finanche rafforzare, le politiche gire che sia improbabile un significativo che il QE possa terminare entro la fine monetarie non convenzionali di Draghi. trend rialzista del mercato azionario. del 2018. Più nel dettaglio, abbiamo Una strategia che sappiamo non essere Non dimentichiamo poi che gran parte Paesi che stanno sovraperformando, particolarmente ben vista a Berlino. In della sovraperformance dell’equity sta- come la Spagna, che continua a crescere secondo luogo, non si può trascurare il tunitense rispetto a quella europea è più della media europea, o altri come la fatto che la Germania è già parecchio dovuta alla preponderanza dell’high tech Germania che si muovono in linea con il rappresentata nelle istituzioni europee. negli Stati Uniti, un settore che in questa resto del Vecchio continente. La Francia Riteniamo più probabile che si vada fase, a mio modo di vedere, sta eviden- continua a sottoperformare rispetto alla verso un compromesso e in tal senso la ziando qualche segnale di rallenta- media dell’eurozona, anche se con qual- scelta potrebbe cadere, ad esempio, su mento. che segnale di restringimento del gap, un rappresentante di un Paese del Nord mentre l’Italia mantiene un differenziale Europa che sia espressione di una conce- Cosa vi attendete sul fronte obbliga- di crescita rispetto agli altri Paesi dell’a- zione della politica monetaria più vicina zionario? rea quantificabile in quasi un punto per- a quella tedesca, ma che al tempo I Treasury a dieci anni hanno già supe- centuale. E, in tal senso, non ci sono stesso sappia dimostrare un sano prag- rato il 3% e pensiamo che non si andrà stati grandi segnali di restringimento di matismo. • oltre, poiché riteniamo che il mercato sia questo divario. vicino al picco ciclico. La parte a breve della curva invece dovrebbe salire Cosa vi attendete dalla BCE? ancora per via degli ulteriori rialzi della Visto l’aumento dell’incertezza in “Ci aspettiamo, che il prossimo Fed. In Europa, invece, la BCE non toc- seguito all’indebolimento della crescita, presidente della BCE non sarà cherà i tassi a breve almeno per un altro riteniamo che la BCE aspetti la riunione tedesco”. anno. Riteniamo però che la progressiva di luglio per annunciare i futuri piani sul fine del QE, che potrebbe avvenire al ter- QE. E’ probabile che l’istituto centrale mine di quest’anno, dovrebbe mettere voglia chiudere il piano di acquisto titoli un po’ di pressione sulla parte a lunga per la fine dell’anno, spostando a quel della curva, con il rendimento del Bund punto l’enfasi sui tassi di interesse come decennale che potrebbe arrivare all’1% principale leva di politica monetaria. nel corso del 2019. Progressivamente ci attendiamo la BCE farà maggiore chiarezza sul lasso tem- Qual è invece il vostro outlook sull’e- porale che trascorrerà tra la fine dell’ac- conomia europea? quisto dei titoli e il primo rialzo dei tassi. Il Vecchio continente è più indietro nel Ovviamente, questo lasso dipenderà ciclo rispetto agli Stati Uniti di circa principalmente dalla dinamica inflazio- quattro anni e nel 2017 ha fatto regi- nistica. strare una fase di forte accelerazione della crescita che ha sorpreso un po’ Come si riflette la mancanza di chia- tutti. Negli ultimi due-tre mesi, tuttavia, rezza della BCE sul mercato obbliga- c’è stato un rallentamento che ha ali- zionario europeo? mentato diversi dubbi tra gli economisti Direi che più che mancanza di chiarezza e gli analisti. Molti si chiedono infatti se questo è il loro modo di comunicare: Marco Valli questa decelerazione sia l’inizio di un ral- prima vogliono chiudere il QE e poi pen- Capo Economista per l’Europa lentamento più strutturale, o semplice- seranno al rialzo dei tassi. UniCredit onemarkets Magazine Maggio I 2018 7
ECONOMIA L’esigenza di una (parziale) integrazione fiscale nell’area euro • Dinanzi a questioni pressanti come la spesa per l’immigrazione e la difesa, di Europa ne abbiamo non troppa ma troppo poca • Il bilancio dell’UE rappresenta appena l’1% del PIL europeo. Se davvero si pensa che l’Europa debba farsi carico Dr. Andreas Rees Chief German Economist di responsabilità più ampie, allora dovrebbe essere UniCredit dotata di risorse finanziarie maggiori I rischi di un ritardo se non di un vero in cui i benefici superano i rischi: il siste- pressanti come la spesa per l’immigra- e proprio fallimento nel rendere l’area ma comune di garanzia dei depositi e il zione e la difesa, di Europa ne abbiamo euro più resiliente sono notevolmente sottoutilizzo degli stanziamenti militari non troppa ma troppo poca. aumentati di recente. Per questo moti- da parte della Germania. Il fatto è che il bilancio dell’UE rappre- vo, rifletto sul perché sia diventata ne- Per cominciare, ciò che più di tutto mi senta appena l’1% del PIL europeo. Più cessaria una qualche forma di integra- colpisce è l’ovvia contraddizione in ter- di un terzo è destinato all’agricoltura e zione fiscale nell’eurozona e su come mini tra le nuove sfide per l’UE e la ri- rientra sotto l’ombrello della politica ciò sarebbe di fatto un vantaggio per la luttanza ad affrontarle mediante mezzi agricola comune (PAC). In confronto, le Germania. Presento inoltre altri due casi finanziari congrui. Dinanzi a questioni uscite dei governi centrali dei Paesi in- 8 onemarkets Magazine Maggio I 2018
ECONOMIA dustrializzati sono sensibilmente mag- zazione fiscale comunitario in grado di solitario di un governo nazionale. giori. Persino in Stati federali come la contrastare gli shock nazionali. Ha inol- In secondo luogo, un fondo “per i giorni Svizzera o la Germania tale percentuale tre sottolineato che tanto l’ESM quanto di pioggia” è solo una delle possibilità. supera il 10% del PIL, mentre gli Stati le politiche di bilancio nazionali sono Il nuovo strumento fiscale potrebbe an- Uniti vanno oltre il 20%. In altre parole, perfettamente in grado di attutire gli che avere un orientamento di più lungo se davvero si pensa che l’Europa debba shock idiosincratici e quelli comuni. termine muovendosi a supporto degli farsi carico di responsabilità più ampie, A mio avviso sono principalmente tre le investimenti pubblici e promuovendo allora dovrebbe essere dotata di risorse critiche che si possono muovere alla li- la crescita potenziale. A tale proposito, finanziarie maggiori. nea di pensiero di Weidmann. Premetto è interessante rilevare come l’idea di Per fornire queste disponibilità finanzia- che le mie argomentazioni prevedono un budget d’investimento comunitario rie aggiuntive all’UE si possono seguire l’ipotesi della condizionalità ed esclu- venga esplicitamente menzionata nel due approcci diversi: aumentare la spe- dono un sistema di trasferimenti. A mio trattato della grande coalizione tedesca sa a livello europeo lasciando invariati avviso, i Paesi che necessitano di aiuti concordato appena tre mesi fa da CDU i bilanci nazionali o riallocare le risor- finanziari devono intraprendere cambia- e CSU. se dagli Stati membri all’UE. Lo scorso menti strutturali (riduzione della spesa, Per finire, nonché in termini più generali, anno, la fondazione Bertelsmann ha riforme) per potervi accedere. Devono il responsabile dell’ESM, Klaus Regling, pubblicato un’analisi esaustiva studian- inoltre ripagare il denaro preso a presti- ha di sicuro centrato il punto dichiaran- do l’allocazione ottimale delle compe- to ricorrendo a tale meccanismo fiscale. do di recente: «Se i paesi non riescono tenze tra l’UE e gli Stati membri “How Qualsiasi altra modalità porterebbe ad a trovare un accordo [...], il rischio è che Europe can deliver: optimising the divi- una “unione dei trasferimenti” e potreb- dovremo aspettare la prossima crisi. Al- sion of competences”. Secondo questo be mettere a repentaglio la stabilità lora i cambiamenti di cui discutiamo ora studio, andrebbero trasferite a Bruxelles dell’area euro nel più lungo termine. diventerebbero inevitabili. Ma sarebbe alcune mansioni, tra cui la politica per i una lotta contro il tempo e probabil- rifugiati, la spesa per la difesa, la tassa- IL MECCANISMO EUROPEO mente a costi maggiori». Le osservazio- zione d’impresa e la cooperazione allo DI STABILITÀ ni di Regling sembrano particolarmente sviluppo. La politica agricola dovrebbe Anzitutto, il meccanismo europeo di calzanti rispetto al rifiuto opposto da invece tornare a essere gestita a livello stabilità nella sua forma attuale viene CDU e CSU all’ipotesi di un paracadu- nazionale. utilizzato dai paesi solo in circostanze te (il Fondo Monetario Europeo) per il Un’altra ragione fondamentale che straordinarie, ossia in caso di vere e Single Resolution Fund (SRF). Un mec- giustifica una maggiore capacità fisca- proprie emergenze. L’ESM è a tutti gli canismo simile sarebbe uno strumento le a livello comunitario è l’attuale di- effetti un prestatore di ultima istanza. poderoso per far fronte a eventi siste- screpanza tra le politiche monetarie e Cosa succede in caso di contingenze mici quale la necessità di procedere a fiscali. Malgrado l’istituzione dell’ESM meno gravi, come ad esempio le reces- iniezioni di capitale per diverse banche (European Stability Mechanism), la BCE sioni che possono colpire i singoli Pae- di grandi dimensioni. Finora, l’SRF vie- continua a farsi carico di gran parte de- si? È vero che i cicli economici hanno ne finanziato “solo” dai contributi degli gli oneri associati alla stabilizzazione mostrato un’elevata sincronia nei vari istituti di credito, che potrebbero non dell’area euro in tempi di crisi. Quanto Stati membri dell’area euro, ma non essere sufficienti a scongiurare il peri- più si rimane perplessi dinanzi alla por- sappiamo cosa succederà in futuro, colo di contagio da un Paese all’altro tata del QE e ai bassi tassi d’interesse, e in tempi così volatili e incerti non è dell’area euro. Anche in questo caso, un tanto più bisognerebbe invocare a gran difficile prefigurarsi almeno un paio di meccanismo simile sarebbe vantaggio- voce un ruolo fiscale più prominente. scenari di rischio. Un esempio è dato dal so per la Germania. Diversamente, non è possibile ridurre la futuro dell’economia irlandese all’indo- forte dipendenza dalla politica moneta- mani della Brexit, visto il legame mol- I TIMORI DEI TEDESCHI ria, quantomeno non nelle fasi di insta- to stretto esistente tra il Regno Unito Concludo mostrando altri due casi bilità o in tempi di crisi. e Dublino. La politica fiscale nazionale esemplari del trade off rischio/beneficio Curiosamente, è vero l’inverso, come potrebbe non essere abbastanza incisi- per la Germania: il sistema comune di spiegato in un recente discorso sull’in- va per riuscire a contrastare una simile garanzia dei depositi e la spesa militare. tegrazione europea tenuto dal presiden- situazione rispetto a un accorpamento Come indicato di recente dalla cancel- te della Bundesbank Jens Weidmann “A di risorse finanziarie provenienti da più liera Merkel, l’ipotesi di una rapida isti- spirit of optimism in Europe-guidelines parti. Per i mercati finanziari, inoltre, tuzione dell’Unione Bancaria Europea for crisis-proofing the euro area” del 12 sarebbe probabilmente più rassicurante sotto forma di un sistema comune di aprile. Weidmann è parso scettico sulla l’intervento stabilizzatore di uno stru- garanzia dei depositi è chiaramente di- capacità di un meccanismo di stabiliz- mento fiscale comune che non lo sforzo ventata inammissibile per la Germania. onemarkets Magazine Maggio I 2018 9
ECONOMIA I motivi principali sono due. Innanzitut- stabili. Un recente studio della BCE l’obiettivo della NATO ammonta a circa to, fintanto ché gli altri Paesi saranno spiega come questi timori siano di fatto 350 miliardi di euro, ossia più del 10% interessati da problematiche annose, ingiustificati “Completing the banking del PIL. In altre parole, lo scorso anno il quali i prestiti in sofferenza, verranno union with a european deposit insuran- debito pubblico tedesco sarebbe stato temute conseguenze negative per i ri- ce scheme: who is afraid of cross-subsi- pari al 75% e non al 65%. Al contempo, sparmiatori tedeschi. Il messaggio che disation?”. Gli esperti della BCE hanno questo sottoutilizzo è diventato quasi passa è del tipo “fate prima il vostro do- esaminato come si comporterebbe il leggendario in patria grazie alle bar- vere se volete che noi (tedeschi) pren- fondo di assicurazione sui depositi in zellette fiorite sul tema. Praticamente, diamo in considerazione l’idea di un’ul- vari scenari di stress. I risultati sono non c’è un solo sottomarino che sia at- teriore condivisione del rischio fiscale”. molto chiari e dovrebbero rassicurare i tualmente idoneo all’azione. La penuria A mio avviso non ha molto senso ripete- risparmiatori tedeschi. La BCE conclude di carri armati ed elicotteri è finanche re questo concetto all’infinito senza for- che l’assicurazione comune sui depositi maggiore. L’ultima notizia è che l’eser- nire date o soglie precise. Ad esempio, «non darebbe luogo a sovvenzionamen- cito tedesco è inoltre privo di tende, in- sarebbe opportuno indicare di quanto ti incrociati sistematici e ingiustificati dumenti di protezione, divise invernali e devono essere ridotte le sofferenze per- [...], sotto forma di contributi elargiti si- visori notturni. Tutto ciò mentre imper- ché i politici tedeschi possano riconsi- stematicamente da alcuni istituti ban- versa la minaccia di una seconda guerra derare la questione. Il tasso di NPL negli cari in misura inferiore ai vantaggi che fredda e di un supporto potenzialmente altri Paesi deve scendere al 7%, al 4% ne ricaverebbero [...]». Uno scenario minore proveniente dagli Stati Uniti di o a zero? Ovviamente, l’ultima ipotesi tanto improbabile diventerebbe realtà Trump. non avrebbe alcun senso, poiché ci sono solo se i tassi di perdita fossero sensi- È vero che i francesi hanno una storia sempre prestiti che rimangono insoluti, bilmente maggiori di quelli registrati diversa e un maggior coinvolgimento persino nella florida Germania. Non sor- durante l’ultima crisi finanziaria globale. militare nelle ex colonie. Potrebbe esse- prende quindi che negli altri Paesi sia re proprio questo il motivo delle spese aumentata la frustrazione, soprattutto IL BUDGET MILITARE militari più elevate rispetto alla Germa- quando gli sforzi profusi per ridurre le Lasciando da parte l’economia, vorrei nia. Ma non dovrebbe essere rassicuran- attività deteriorate sono stati salutati brevemente soffermarmi sui vantaggi te per una Berlino debole dal punto di con immutato snobismo. di un’integrazione europea consideran- vista militare, il fatto di poter contare In secondo luogo, credo che il sistema do un altro punto di vista: l’imponente sulla Francia? A mio avviso, sarebbe comune di garanzia dei depositi susciti sottoutilizzo del budget militare tede- doveroso tenere conto anche di questi nei tedeschi un generico senso di sfidu- sco. In ciascuno degli ultimi 25 anni, aspetti. Il Presidente Macron ci ha teso cia. Il meccanismo potrebbe prevedere la spesa militare tedesca è risultata la mano. Credo che non dovremmo re- la distribuzione di denaro e questo non inferiore all’obiettivo NATO del 2%, con- spingerla, per motivi economici, militari piace alla Germania, che teme trasfe- trariamente a quella francese. Nel com- e politici. • rimenti permanenti alle nazioni meno plesso, il divario tra la spesa effettiva e 10 onemarkets Magazine Maggio I 2018
MERCATI Italia: un focus sulla crescita di medio-lungo periodo • Le cause che spiegano la bassa produttività in Italia sono molteplici e includono, l’inefficienza del settore pubblico, l’insufficiente concorrenza sul mercato, la burocrazia, elevati oneri per le imprese, e l‘inefficienza giudiziaria • Vi è un’ampia condivisione tra i maggiori organismi internazionali che la riforma del mercato del lavoro, quella fiscale, l’avvio della riforma della pubblica Loredana Federico amministrazione e della giustizia e il Piano Industria 4.0 Chief Italian Economist UniCredit possano avere impatti positivi sulla produttività del lavoro La fase di ripresa dell’attività economica già cominciata nel decennio precedente ro; 2. accumulazione di capitale; 3. pro- si è accompagnata a un graduale miglio- alla crisi finanziaria globale, con un tasso duttività totale dei fattori (TFP). L’analisi ramento della crescita potenziale in Ita- medio di crescita leggermente superiore mostra che il rallentamento della crescita lia, ossia la crescita non determinata da all’1% tra il 1998 e il 2007 ma inferiore del prodotto potenziale nell’ultimo decen- fattori legati a un miglioramento ciclico all’1% dal 2003. L’Italia si è, dunque, con- nio è stato causato principalmente da un della domanda, ma a cambiamenti dal traddistinta per due decenni di bassa cre- contributo sostanzialmente ridotto del lato dell’offerta, principalmente dei fat- scita. Ancora più importante, tutte e tre capitale (e quindi degli investimenti) e tori produttivi e della loro produttività. Il le istituzioni sembrano convenire in un da una stagnante produttività totale dei Grafico 1 mostra le stime di crescita del messaggio simile per il breve periodo: il fattori (soprattutto nel settore dei servizi), prodotto potenziale dell’Italia rilasciate tasso di crescita del prodotto potenziale è mentre l’impatto negativo legato al fatto- dalle principali organizzazioni interna- probabilmente tornato in territorio positi- re lavoro è stato più contenuto. Partendo zionali, tra cui la Commissione Europea vo nel 2016/2017 ed è probabile che ma- da quest’ultimo fattore, il tasso di crescita (CE), il FMI e l’OCSE. Come conseguenza nifesti una graduale tendenza al rialzo. La dell’occupazione è diminuito nell’ultimo della crisi finanziaria globale e di quella stima del FMI è finora la più incoraggiante decennio, ma è rimasto comunque mar- del debito sovrano, la crescita poten- e vede una convergenza della crescita del ginalmente positivo (+0,2%, rispetto a un ziale in Italia è stata negativa per gran prodotto potenziale verso, ma ancor al di +1,0%, medio annuo nel decennio prece- parte dell’ultimo decennio, un’evidenza sotto, dell’1% nei prossimi cinque anni dente 1998-2007), anche dopo il periodo che emerge dalle stime di tutte e tre le (+0,7% all’anno, in media, nel periodo di crisi del 2008-2013. Scomponendo istituzioni internazionali, indipendente- 2018-2022). ulteriormente la crescita del lavoro, si mente dalle differenze nelle metodologie osserva che l’occupazione nell’ultimo de- sottostanti. Le stime della Commissione DUE DECENNI DI BASSA CRESCITA cennio ha beneficiato di un miglioramen- Europea mostrano un calo maggiore in- In un tentativo di anticipare l’evoluzione to della crescita della forza lavoro, traina- dotto dalle crisi, con un tasso di crescita della crescita potenziale nel prossimo de- ta, in modo particolare, da un aumento su base annua del prodotto potenziale cennio, è utile analizzare quale sia stato della partecipazione al mercato del lavo- che si è attestato al -1,0%. Inoltre, tutte l’impatto delle due crisi sulla crescita del ro, a fronte di una leggera diminuzione, le stime confermano che il rallentamento prodotto potenziale, stimando l’impatto rispetto al decennio precedente, della della crescita del prodotto potenziale era dei tre canali principali: 1. input di lavo- popolazione in età lavorativa. La maggio- onemarkets Magazine Maggio I 2018 11
MERCATI re partecipazione al mercato del lavoro è lavoro. Le aspettative sono che la ripresa nel primo trimestre del 2008 all’8,1% stata trainata soprattutto da un aumento economica, unita alla maggiore flessibili- nell’ultimo trimestre del 2014 ed è rima- dell’offerta di lavoro da parte della popo- tà introdotta nel mercato del lavoro, pos- sto da allora fermo su tali livelli. Dato il lazione con una età compresa tra i 50 e i sano consentire un’inversione di tendenza graduale aggiustamento in atto nel setto- 64 anni, come conseguenza delle revisioni all’aumento della disoccupazione di lungo re delle costruzioni (i prezzi delle case si introdotte al sistema pensionistico. Inol- termine, limitandone l’impatto futuro sul- sono al più stabilizzati), è difficile antici- tre, è aumentata la partecipazione al la- la crescita potenziale. pare una rapida ripresa degli investimenti voro delle donne, inizialmente spinta dal- Le due crisi hanno, inoltre, avuto un forte e dello stock di capitale, a meno che non la riduzione dei redditi famigliari indotta impatto negativo sull’accumulazione di si materializzi una riallocazione di capita- dalla crisi, ma successivamente favorita capitale fisico in Italia. Il tasso di crescita le dal settore delle costruzioni a settori di da alcune misure introdotte dal preceden- annuale, a prezzi costanti, è diminuito dal investimenti più produttivi, come quelli in te governo. Allo stesso tempo, vi è stato 2% nel periodo 1998-2007 (una crescita macchinari e attrezzature e in tecnologia solo un moderato deterioramento del in linea con la media della Francia e leg- e prodotti della proprietà intellettuale. tasso di disoccupazione, con il dato medio germente superiore a quella della Germa- L’impulso verso un’accelerazione degli che è aumentato a circa il 10% nell’ulti- nia) a solo lo 0,3% nell’ultimo decennio. investimenti produttivi potrebbero bene- mo decennio, rispetto a circa il 9% nel Inoltre, non solo la crescita ma anche lo ficiare (oltre che del Piano Industria 4.0) 1998-2007. Il motivo principale alla base stesso stock di capitale si è ridotto nel di condizioni ancora decisamente favore- di questo quadro relativamente benevolo periodo 2013-2016, a seguito del crollo voli, come i bassi costi di finanziamento per la disoccupazione, rispetto a quello di circa il 30% degli investimenti fissi dal per le imprese e un netto miglioramento di altri Paesi periferici, è che, soprattutto 2008 al 2014 (in misura significativamen- della loro posizione finanziaria, grazie a durante la crisi del debito sovrano, l’aggiu- te maggiore rispetto all’eurozona, dove la un aumento della liquidità e una riduzio- stamento del mercato del lavoro in Italia riduzione cumulata è stata del 14%). Men- ne del loro indebitamento. Rimane che la è stato caratterizzato principalmente da tre è in atto una ripresa degli investimenti riduzione dello stock di capitale è stato una forte riduzione delle ore medie lavo- fissi reali, la perdita cumulata, rispetto al probabilmente uno dei fattori che hanno rate per persona, che ha permesso alle periodo prima della crisi, rimane ancora influenzato maggiormente sia il livello sia imprese italiane di salvare posti di lavoro. del 23%. La riduzione degli investimenti la crescita del prodotto potenziale duran- Tuttavia, l’indicazione meno incoraggian- è imputabile soprattutto a un netto ridi- te le crisi. te è che parte dell’aumento della disoc- mensionamento del settore delle costru- cupazione si è probabilmente trasformata zioni. In particolare, il tasso di investimen- IL PROBLEMA DELLA SCARSA PRODUT- in disoccupazione di lungo periodo (supe- to in questo comparto (calcolato come il TIVITA’ riore ai 12 mesi), dovuta a un crescente rapporto tra gli investimenti in costruzioni Infine, la produttività totale dei fatto- disallineamento tra domanda e offerta di e il PIL, in termini reali) è sceso dal 12% ri (TFP), che è rimasta sostanzialmente stagnante, ha rappresentato un freno alla crescita del prodotto potenziale. Tra il 1998 e il 2007, la crescita della pro- Grafico 1. Stime di crescita del prodotto potenziale duttività totale dei fattori in Italia è sta- 2.0 • CE • FMI • OCSE ta nulla, in media, rispetto a circa l’1% in Francia e Germania. La crescita della TFP è peggiorata durante la crisi in tutti i 1.5 principali Paesi dell’eurozona, ma la dece- lerazione è stata sicuramente più marca- 1.0 ta in Italia (-0,6%, contro -0,2% e +0,3% rispettivamente, in Francia e Germania); 0.5 inoltre, mentre la recente ripresa ciclica ha portato a una ripresa generale della 0.0 produttività totale dei fattori, così non è stato nel caso dell’Italia. Le cause che -1.0 spiegano la bassa produttività in Italia -1.5 sono molteplici e ampiamente analizzate dalla letteratura. Queste includono l’inef- 1998 2001 2004 2007 2010 2013 2016 2019 2022 ficienza del settore pubblico, l’insufficien- te concorrenza di mercato, soprattutto Fonte: EC, IMF, OECD, UniCredit Research in alcuni settori dei servizi, la burocrazia 12 onemarkets Magazine Maggio I 2018
MERCATI ed elevati oneri per le imprese, l’ineffi- rio tra l’Italia e l’Eurozona (dove il tasso di è un’ampia condivisione tra i maggiori or- cienza giudiziaria, e cosi via. Partendo partecipazione si è attestato al 73% nel ganismi internazionali che la riforma del da una tale eredità della crisi, è possibile 2017), sarebbe sufficiente a evitare una mercato del lavoro, quella fiscale, l’avvio comunque proiettare un trend di rialzo contrazione della forza lavoro e dunque della riforma della pubblica amministra- della crescita del prodotto potenziale per una debole dinamica occupazionale. A zione e della giustizia e il Piano Industria il prossimo decennio, in linea con quanto trainare l’aumento della partecipazione, 4.0 possono avere impatti positivi sulla gli organismi internazionali già anticipano basterebbe un aumento dell’offerta di produttività del lavoro. Per contro, il ritor- per i prossimi cinque anni. La sfida prin- lavoro femminile unita a uno strutturale no della crescita dello stock di capitale ai cipale che l’Italia affronterà nel prossimo aumento della partecipazione per le fasce ritmi prevalenti prima della crisi potrebbe decennio è la sua demografia. Secondo più anziane della popolazione. In partico- richiedere più tempo del decennio consi- le proiezioni dell’Istat, la popolazione in lare, qualora misure addizionali venissero derato. Tutti questi elementi insieme, in età lavorativa in Italia dovrebbe diminuire messe in campo per incoraggiare ulterior- un contesto in cui si prosegua nello sforzo dello 0,4% all’anno, in media, il che sot- mente un aumento della partecipazione di riformare il Paese, potrebbero agevola- tintende una contrazione dell’1,4% all’an- delle donne e degli uomini, così da spin- re un trend di miglioramento del poten- no, in media, per la popolazione di età gere il tasso di partecipazione dell’Italia ziale di crescita dell’Italia. In particolare, compresa tra 25 e 49 anni e un aumento in un intorno del 70%, chiudendo quindi le riforme dovrebbero promuovere la do- dell’1,0% della popolazione con una età il 60% dell’attuale divario con l’Eurozona, manda di lavoro e migliorare le politiche compresa tra i 50-64 anni. Non c’è dub- questo potrebbe favorire un’espansione attive per il lavoro, così come supportare il bio che ciò mette l’Italia in una posizione della forza lavoro su livelli non di dissimili sistema dell’educazione e del training lun- sfavorevole rispetto al passato. Tuttavia, è rispetto al passato, anche in un contesto go tutta la vita del lavoratore. Inoltre, le anche vero che l’Italia potrebbe compen- di progressiva riduzione della popolazio- riforme dovrebbero essere accompagnate sare questa riduzione della popolazione ne. Anche immaginando una discesa solo da un insieme di misure che possano age- con un ulteriore aumento della partecipa- graduale del tasso di disoccupazione nel volare la riallocazione di capitale verso zione al mercato del lavoro. Analizzando prossimo decennio, questo sarebbe suffi- segmenti più produttivi, con ricadute po- in dettaglio come sviluppi del tasso di ciente a sostenere la crescita potenziale sitive anche in termini di TFP. Si dovrebbe partecipazione potrebbero influire sulla del paese. Infine, la produttività totale inoltre migliorare il contesto istituzionale, crescita della forza lavoro, stimiamo che dei fattori dovrebbe beneficiare dell’im- completando, ad esempio, la riforma del- un aumento del tasso di partecipazione al patto positivo delle riforme attuate nel la pubblica amministrazione e della giu- mercato del lavoro che consenta di ridurre quinquennio precedente. Mentre non vi stizia. • da 8 a 5 punti percentuali l’attuale diva- è dubbio che tanto ancora c’è da fare, vi onemarkets Magazine Maggio I 2018 13
MERCATI Le guerre commerciali non si possono vincere • Dopo decenni di liberalizzazione del commercio, dinanzi a un esorbitante disavanzo delle partite correnti, gli Stati Uniti hanno tassato le importazioni di acciaio e alluminio da molti Paesi Dr. Harm Bandholz Chief US Economist UniCredit • Le ricadute più negative verrebbero avvertite in termini di commercio, di PIL, di produttività e d’innovazione Il libero scambio internazionale è sotto ritorsioni. commercio e di PIL e a essere colpiti più attacco. Dopo decenni di liberalizzazio- Nelle sue Prospettive economiche 2016, duramente sarebbero i Paesi nei quali ne del commercio, durante i quali sono l’OCSE ha fornito una stima dei cos- sono state introdotte nuove barriere al stati ridotti i dazi e rimosse altre misu- ti associati ad una (moderata) guerra commercio (Grafico 1). re tariffarie in tutto il mondo, il vento è commerciale mondiale. L’istituto ha esa- Ciononostante, il presidente statuni- cambiato. Dinanzi a un esorbitante disa- minato l’impatto potenziale di un innalz- tense Donald Trump ha fatto sapere, in vanzo delle partite correnti, gli Stati Uniti amento delle barriere commerciali nelle un tweet, che per un Paese con un ampio hanno tassato le importazioni di acciaio principali economie (Europa, Stati Uniti disavanzo delle partite correnti (come gli e alluminio da molti Paesi e minacciato e Cina) ipotizzando un aumento di dieci Stati Uniti), «Le guerre commerciali sono di imporre dazi su un folto elenco di beni punti percentuali dei costi imposti a tutti positive e facili da vincere», perché na- provenienti dalla Cina. Gli Stati interes- i partner commerciali su tutte le merci. zioni di questo tipo non avrebbero nulla sati, tra cui, come detto, Cina e Unione Si tratta di un intervento la cui portata da perdere. Questa posizione è estrema- Europea, hanno a loro volta predispos- equivale pressappoco a un incremento mente semplicistica se non del tutto in- to una lista di esportazioni americane medio dei dazi fino ai livelli del 2001, fondata. da penalizzare a colpi di dazi. Questa anno in cui sono stati avviati i negozia- politica “dell’occhio per occhio” agita lo ti del “Doha Round”. Le ricadute più ne- NON E’ UN GIOCO A SOMMA ZERO spettro di una vera e propria spirale di gative verrebbero avvertite in termini di Per dirla con le parole dell’economista 14 onemarkets Magazine Maggio I 2018
MERCATI Grafico 1. Effetto dei maggiori costi commerciali sulla crescita e gli scambi mondiali riscono che il modo in cui la Cina tratta la proprietà intellettuale estera suscita 0 • PIL • Importazioni • Esportazioni dei legittimi dubbi. Prima o poi, questi dovranno essere fugati. Al contempo, bisogna riconoscere che la Cina ha com- -2 piuto importanti passi avanti nel ridurre -4 le barriere al commercio dopo il suo in- gresso nell’Organizzazione Mondiale del -6 Commercio nel 2001. Ad esempio, ha ridotto drasticamente i dazi (Grafico 2) e -8 rivalutato notevolmente la sua moneta. -10 Di fatto, gli sforzi più recenti profusi dal- la Banca Popolare Cinese hanno avuto -12 come scopo di impedire un nuovo de- prezzamento del renminbi, a indicazione -14 del fatto che la divisa non è più sotto- USA Cina Europa Resto del mondo Mondo valutata. La direttrice generale del Fondo Fonte: OCSE, UniCredit Research Monetario Internazionale, Christine La- garde, ha lanciato un monito, afferman- do di recente che lo smantellamento del classico Adam Smith, «Nulla può essere Trans-Pacifico erano politici tanto quan- sistema commerciale multilaterale, che più assurdo di questa dottrina della bi- to economici. Tutti questi vantaggi, per tanto ha fatto per rendere il mondo un lancia commerciale». La bilancia com- le famiglie, le imprese e i governi, verreb- posto migliore nell’arco di una generazio- merciale di un Paese è davvero la peg- bero messi a repentaglio da una guerra ne, «Sarebbe un imperdonabile e colletti- gior misura dei vantaggi del commercio. commerciale. vo fallimento della politica». Lagarde ha Gran parte di questi benefici si realizza aggiunto: «Raddoppiamo dunque i nostri mediante le importazioni anziché le IL RISPETTO DELLE REGOLE sforzi per ridurre le barriere commerciali esportazioni e comprende una maggi- A scanso di equivoci, quanto affermato e risolvere i disaccordi senza ricorrere a ore scelta di prodotti per i consumatori finora parte dal presupposto che tutti ri- misure straordinarie». Non potrei essere o merci intermedie più economiche per i spettino le regole. Le rimostranze prove- più d’accordo. Le guerre commerciali non produttori. Cosa ancor più importante, il nienti da società di tutto il mondo sugge- le vince nessuno. • libero scambio non è un gioco a somma zero, nel quale un Paese vince a spese di un altro. Tutte le nazioni coinvolte ne Grafico 2. Convergenza dei dazi mondiali beneficiano, in quanto il commercio in- cide positivamente sull’aumento della produttività. Ciò passa attraverso la tras- • USA • Europa • Cina missione della conoscenza in altre aree 30 dell’economia nonché l’intensificarsi del- la concorrenza: tutti fattori che promuo- 25 vono l’innovazione. Per finire, il commercio è un importan- 20 te strumento politico, giacché aiuta a 15 diffondere valori condivisi e a preserva- re la pace. Come ebbe notoriamente a 10 dire il politico britannico del XIX secolo Richard Cobden, «Il libero commercio è 5 la diplomazia di Dio. Non esiste nessun altro metodo sicuro per unire le persone 0 nei vincoli della pace». L’Unione Europea potrebbe essere un buon esempio in tal 1998 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 senso, e non dobbiamo dimenticare che Fonte: Banca Mondiale, UniCredit Research gli obiettivi principali del Partenariato onemarkets Magazine Maggio I 2018 15
MERCATI Dollaro: verso un nuovo indebolimento nel corso dell’anno • Il recupero della banconota verde osservato da metà aprile sembra legato più a fattori temporanei che strutturali • In assenza di un’escalation delle tensioni commerciali internazionali, il nostro scenario resta quindi improntato a un nuovo apprezzamento del cambio euro/dollaro, specie Roberto Mialich Director, Global FX Strategy una volta che saranno chiarite, dopo settembre, UniCredit le intenzioni della BCE I primi mesi del 2018 sono stati carat- nitense: in primo luogo, la volontà mal tabile che l’espansione fiscale possa far terizzati da un calo diffuso del dollaro: il celata da parte dell’amministrazione salire rapidamente il disavanzo pubblico recupero da metà aprile ha tuttavia pres- americana di spingere per una valuta statunitense (fin verso il 5% del PIL) la cui soché annullato l’iniziale discesa, come si debole a sostegno dell’economia. Inoltre, crescita è storicamente associata a un in- evince dalla dinamica del cambio effet- il mercato ha espresso sempre più dub- debolimento della valuta. Il rialzo dei tas- tivo della divisa americana riportata nel bi sulla possibilità che la riforma fiscale si della Fed in marzo è apparso pressoché Grafico 1. approvata lo scorso dicembre possa dav- ininfluente, vista la prudenza mostrata Diversi fattori hanno contribuito all’ini- vero portare dei grossi benefici all’econo- dal neo presidente Jerome Powell sulle ziale indebolimento della moneta statu- mia reale. Al contrario, è pressoché inevi- nuove strette da mettere in pratica nel resto dell’anno e affermata anche nella riunione d’inizio maggio. Grafico 1. Il dollaro ha pressoché annullato il calo di inizio anno A creare altre pressioni sulla divisa ame- • ricana hanno poi contribuito l’instabilità Cambio effettivo US dollaro (indice DXY) dei mercati azionari e da ultimo l’aprirsi 103 della disputa commerciale tra Stati Uniti e resto del mondo, Cina in primis, a segui- 100 to della volontà statunitense di aumenta- re i dazi sulle importazioni a cominciare 98 da acciaio e alluminio. Non a caso, in ambito emergente il dol- 95 laro ha comunque perso contro il peso messicano, sulla scia di una possibi- 93 le ridefinizione, insieme al Canada, dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti, 90 mentre in ambito G10 il dollaro resta in perdita da inizio anno in particolare con- 88 tro lo yen giapponese, che resta la mone- 01.2017 04.2017 07.2017 10.2017 01.2018 05.2018 ta di riferimento per i mercati nelle fasi di Fonte: Bloomberg, UniCredit Research maggiore instabilità e di avversione al ri- 16 onemarkets Magazine Maggio I 2018
MERCATI sto è accaduto di riflesso alla risalita dei Grafico 2. Chi ha guadagnato sul dollaro da inizio anno? rendimenti a lunga negli Stati Uniti, ai ti- Soprattutto peso messicano e yen giapponese mori delle ripercussioni della disputa sul 118 • USD-JPY • USD-MXN (scala di destra) commercio tra Usa e Cina sull’economia dell’eurozona e in assenza ancora di una precisa comunicazione da parte della BCE 116 22 su come l’istituto centrale intende gestire 114 il processo di allentamento quantitativo 21 successivo all’attuale impegno di acqui- 112 sto di 30 miliardi di euro mensili fino al 110 20 prossimo settembre. 108 Il recupero del dollaro si è riflesso in 19 modo marcato anche sulla sterlina, che 106 pure ha sofferto per gli sviluppi sul nego- 104 ziato sulla Brexit e per il venir meno delle 18 102 attese di rialzo dei tassi in Inghilterra. Gli accordi raggiunti nel vertice europeo del- 100 17 lo scorso marzo lasciano comunque aper- 01.2017 04.2017 07.2017 10.2017 01.2018 05.2018 ta una trattativa ancora tesa nel corso Fonte: Bloomberg, UniCredit Research dell’estate, quando il dibattito su come regolare i rapporti tra Londra e Brussels si schio. Come già ricordato, solo dalla metà di aprile si è assistito a sostanziale recu- Grafico 3. Euro-dollaro in fase di ripiegamento fin sotto 1,20 pero della moneta americana a fronte dei dopo la mancata rottura di 1,25 timori di un rallentamento economico fuori dagli Stati Uniti e di una risalita del- 1,25 • EUR-USD la inflazione e quindi di tassi d’interesse più elevati. Non a caso, il rendimento del 1,20 decennale americano si è spinto fino oltre la soglia del 3% e ha provocato fuoriusci- 1,15 te di fondi specie sui mercati emergenti indebolendo in maniera pesante le rela- 1,10 tive valute. Il recupero del dollaro ha avuto effetti 1,05 pesanti anche sul resto delle valute mag- giori. Dopo diversi tentativi di risalita ol- 01.2017 04.2017 07.2017 10.2017 01.2018 05.2018 tre 1,25, il cambio euro/dollaro ha finito Fonte: Bloomberg, UniCredit Research per scendere fin sotto quota 1,20. Que- onemarkets Magazine Maggio I 2018 17
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