Dove le pietre raccontano antiche storie
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in viaggio /Salento Testo e foto di Enrico Martino Dove le pietre raccontano antiche storie non è solo il mare ad affascinare, in questo lembo estremo d’italia, da sempre terra di confine tra oriente e occidente. qui menhir preistorici, frantoi ipogei, chiese rupestri e palazzi barocchi sono le tessere di un suggestivo puzzle, da mettere insieme passo dopo passo 46 automobile settembre 2012
C alette incorniciate da scogliere che si ergono a picco su un mare sfacciatamente tropicale e lunghe spiagge sabbiose che Lonely Planet ha da poco inserito tra le più belle del Mediterraneo. Sono le icone di un Salento che negli ultimi anni è diventato una gettonata meta turistica. In realtà questa è solo una splendida facciata dietro cui c’è molto di più da scoprire. Un tesoro che si svela soltanto a chi abbandona il blu del mare per puntare al verde argenteo degli ulivi. Ha scritto José Saramago: «Quando il viaggiatore si allontana dalle strade principali, ne ottiene sempre delle grandi ricompense». Una profonda verità, che in questa terra appare ancora più evi- dente. Soprattutto quando ci si sposta tenendosi a sud di quella linea virtuale che unisce Ugento, sullo Ionio, a Otranto e alla costa adriatica. Qui protagonisti del paesaggio sono le pietre e gli ulivi. Che non sono soltanto piante, ma diventano veri e propri monumenti naturali. I numeri sono da capogiro: solo in provincia di Lecce se ne contano 12 milioni, di cui più della metà secolari. Sculture astratte modellate dal tempo e dal vento, che evocano di volta in volta i personaggi dei quadri di Munch o le silhouette di improbabili animali fan- tastici. Dal 2007, li protegge una legge regionale. «Già gli antichi greci si erano inventati una leg- genda per spiegare una presenza tanto massiccia di ulivi da superare la madrepatria», spiega Mau- rizio Manna, responsabile dei parchi pugliesi per Legambiente. «Nacque così il mito dei pastorelli che sfidavano nella danza le ninfe e che, se perde- vano, venivano trasformati in piante. D’altronde in Salento si trovano molte specie di flora e di fauna identiche a quelle della sponda balcanica. Qui c’è una biodiversità eccezionale per un territorio così piccolo, dovuta alla posizione geografica e al clima particolare che hanno creato l’habitat ideale per rare specie di uccelli migratori provenienti dai Balcani e piante tipiche delle oasi del Maghreb. Una ricchezza botanica che ha cominciato ad attirare un turismo specializzato dal Nord Euro- pa. Ogni pianta ha un nome in dialetto, perché i pastori avevano l’esigenza di riconoscerle, per individuarne vantaggi e pericoli». Su tutte, però, regna sovrano l’ulivo. Oggi come nel passato. Anche se poi usi e tradizioni sono settembre 2012 • automobile 47
in viaggio /Salento cambiati. Non si vedono più, nel giorno dei mor- ti, i “frantoiani” scendere le scale di pietra che conducevano sotto terra, nelle viscere dei frantoi ipogei che bucano come una groviera la campagna salentina. Ritornavano a vedere la luce del sole solo a Pasqua (con due brevi interruzioni, al mas- simo, per l’Immacolata e a Natale). Quasi sempre si trattava di marinai, abituati all’isolamento. Per questo il linguaggio dell’olio era molto simile al gergo usato sulle navi. Il nachiro (dal greco noc- chiero) era il capo della “ciurma”, cioè gli operai del frantoio. Qui le olive venivano accumulate in stanze chiamate stive, e sentina erano definite le acque reflue. Scavati nella roccia calcarea, i frantoi ipogei ga- rantivano condizioni climatiche costanti e la pos- sibilità di tenere al sicuro il prezioso frutto delle olive. Erano i tempi in cui carovane di carri carichi di otri di pelle si affollavano nel porto di Gallipoli. Da qui l’olio “lampante” veniva esportato in tutto addormentate per ispirare loro sogni sensuali. Qui sopra, il mondo per accenderlo di luci e per alimentare Per Alberto Signore, presidente dell’Associazio- la Cripta del l’incombente rivoluzione industriale. ne Amici dei Menhir, «su queste pietre è nata Crocifisso di Ma non sono solo quelle dei frantoi, le pietre che la democrazia». Lo ribadisce con convinzione Ugento. Le croci rivelano storie e suggestioni di un Salento tutto mentre si aggira davanti al più visitato dei mo- rosse e nere da scoprire. Un mondo sotterraneo si nasconde numenti megalitici salentini, il dolmen Li Scusi sono legate ai anche lungo le strade percorse un tempo dai pel- a Minervino. «Spesso», continua, «noi guardiamo templari e ai legrini medievali diretti a Leuca, estremo limite con sufficienza la civiltà megalitica, consideriamo cavalieri teutonici. Nella pagina a sudorientale della penisola, da cui si imbarcavano quei nostri progenitori una sorta di cavernicoli fianco, in alto il verso l’Oriente e la Terrasanta. Viaggiavano per alla Flintstones. Invece si trattava di una civiltà dolmen Li Scusi settimane, pionieri a modo loro di un turismo slow estremamente avanzata, che secondo me aveva di Minervino, che prevedeva innumerevoli tappe. Tra queste, il suo cuore proprio in Salento. Del resto Arthur il monumento le visite a reliquie e chiese di cui sopravvivono C. Clarke, autore del libro 2001 Odissea nello megalitico più ancora oggi le tracce. Sono le croci rosse dei spazio, mi telefonò raccontandomi di aver tro- visitato del templari e quelle nere dei cavalieri teutonici che vato l’ispirazione proprio nella nostra terra. E Salento; sotto, un ricoprono la cripta del Crocifisso di Ugento. O i basta guardare il film, per rendersi conto che il frantoio ipogeo a mosaici policromi della chiesa di Santa Maria famoso monolito nero non è un menhir francese Presicce. Scavati della Croce a Casaranello, uno degli edifici paleo- o inglese: ha invece forme tipicamente salentine, nella roccia cristiani più significativi della Terra d’Otranto, più sagomate. Tra l’altro le popolazioni neolitiche calcarea fin dal XIII secolo, questi protetto solo da una solitaria custode che ricorda avevano scoperto che il calcare può durare mil- frantoi furono in un po’ il tenente Drogo del Deserto dei Tartari. lenni se viene intinto nel latte. Così, quando si uso fino a fine Il passato, poi, può materializzarsi all’improvviso stacca qualche pezzo, anche noi Amici dei Menhir Ottocento. anche in strani cerchi formati con le pietre, che gli diamo una spennellata». i contadini consideravano tane di scazzamur- Nel Salento meridionale, probabile punto di con- reddhu, i fastidiosi folletti che si divertivano a tatto tra mondo mediterraneo ed Europa megali- intrecciare le criniere dei cavalli. Quando non tica, una lunga sfilza di testimonianze dell’età del erano impegnati in altre attività a carattere pseu- Bronzo costeggia per una ventina di chilometri do-erotico, come posarsi sul seno delle donne l’Adriatico, nel tratto tra Melendugno e Vaste. 48 automobile settembre 2012
«Dolmen e menhir sono presenze con cui siamo abituati a convivere», spiega il sindaco di Giur- dignano Donato Fanciullo. «Abbiamo cercato di far rivivere il passato creando l’itinerario nottur- no battezzato Giardino Megalitico d’Italia. Un percorso cui si accompagnano serate di musica e poesia. E adesso pensiamo di farne un luogo di meditazione: perché c’è chi pensa che questi mo- noliti emanino vibrazioni magnetiche positive». Altre pietre, altre storie. Sono quelle rievocate dagli antichi palazzi. Echi degli splendori barocchi di una Spagna coloniale, messa in piedi da cadetti della nobiltà spediti qui in cerca di terre e di gloria, su quella che era la prima linea del fronte con l’impero ottomano. Oggi a Galatina, dietro facciate appesantite da voli d’angeli, più che di turchi si discute della direzione del vento. E non è un modo di dire. Spiega sorridendo il sindaco: «Siamo l’ombelico del mondo, almeno di questo mondo salentino. Siamo ubicati in posizione esattamente equidistante dallo Ionio e dall’A- MARE driatico. E basta guardare da che parte A D R I AT I C O sventolano le bandierine sui cam- panili, per capire in quale mare P Lecce E è meglio andare a fare il bagno». N IS Ca Galatina, oltre che per la chiesa Melendugno O L na di Santa Caterina di Alessandria, A avamposto di un Salento di rito la- SA le d L Go tino contrapposto alla Otranto ancora E ortodossa, è famosa per la cappella di N lfo ’Otr T San Paolo. Qui un tempo si affollavano Galatina Otranto di T IN le “tarantate”, contadine che ballando anto per giorni la pizzica esorcizzavano la A puntura di quel ragno immagina- ar Dolmen Capo Li Scusi d’Otranto rio dietro cui si nascondevano Gallipoli nta malesseri e pulsioni di una Minervino Sa Chiesa di Muent Vaste o società repressa. Casaranello l rg in «Qui il paradosso è il pa- Castro e e Casarano drone di tutto», sentenzia Grotta della Andrea Anzalone, titolare Felline Specchia Zinzulosa di una dinastia cui si deve I TA L I A Ugento una vera e propria gloria cit- Presicce tadina: il pasticciotto, dolce Salve tipico creato nel 1740, quat- Ciolo tordici generazioni fa. Lui, irriverente memoria storica Santa Maria delle sanguigne passioni sotter- Leuca di Leuca settembre 2012 • automobile 49
in viaggio /Salento A sinistra, il ranee di Galatina, può passare ore a raccontare per eccellenza a est è Punta Palàscia, o Capo rosone della i peccaminosi amori dei compaesani con le ta- d’Otranto, che con i suoi 40°7’ di latitudine nord cattedrale di rantate dietro l’altare della cappella, «quando il e 18°31’26” di longitudine est è l’estremo lembo Otranto, che nella sole cuoceva il selciato e le donne giacevano a orientale d’Italia. Così spostato rispetto all’asse navata centrale custodisce terra sfinite dal ballo». Poi c’era Rosetta, tenuta- nazionale, che per qualche centinaio di metri L’albero della ria dell’ultimo bordello del paese, «una bellezza intorno al faro si riconoscono forme di vegetazione vita, bel mosaico straordinaria, ma era analfabeta e non riusciva a balcanica. Una sorta di luogo dell’anima che pro- pavimentale del gestire le carte di identità, per questo si è ritirata fuma di infinito. Come del resto la vicina Otranto, XII secolo. già nel 1957, un anno prima che la legge Merlin con le sue strade spezzate che convergono verso facesse chiudere i bordelli». la cattedrale, scrigno di pietra che custodisce il Oggi i “signorotti dei cento palazzi” (così chiama- racconto di un Salento in cui si sono incontrati no a Galatina i proprietari degli edifici più belli) miti mediterranei e nordeuropei, e in cui si sono spesso aspettano che qualche creativo inglese in scontrati Islam e Cristianesimo. Che proprio nel fuga dal Chiantishire arrivi in cerca di un buen Canale d’Otranto avevano fissato la loro frontiera retiro. Ce ne sono ancora tanti, in realtà, sparsi nei estrema. Le leggende continuano a riproporsi da paesi-presepe del Salento meridionale, nella zona secoli nel grande mosaico sul pavimento della tra Salve e Castro e in chiesa, dove re Artù e Il Castello quella tra Specchia, Pre- Alessandro il Grande Aragonese di Otranto (a destra), sicce e Felline. Quest’ul- convivono con esotici protagonista timo è uno dei borghi più elefanti e personaggi del romanzo intatti. È qui che Antonio biblici. A ricordare in- gotico di Horace Cossa crea le sue cerami- vece un evento reale, Walpole. Oggi che, nel silenzio di sere che avrebbe potuto sede museale, mediterranee rotte solo cambiare la storia eu- quest’estate dal cigolare del tornio. Dà ropea, ci pensa la folla ospita fino al 30 vita a opere che ricorda- di ossa (teschi, tibie e settembre una no quelle degli antichi femori) raccolta nel- mostra dedicata messapi (raffinata civiltà la Cappella dei Beati ad Andy Warhol. di probabile origine illiri- Martiri. Sono i resti ca) che affollano il nuovo degli 813 cristiani uc- Museo Archeologico di Ugento. cisi nel 1480 dai turchi, che per un anno avevano A sud il tavolato salentino si esaurisce tra le rocce tenuto in scacco Otranto creando una pericolosa dell’ultimo sperone di terra della Puglia, inco- testa di ponte ottomana che minacciava diretta- ronato dal faro di Santa Maria di Leuca e dal mente Roma e l’Europa. santuario costruito su quello che era considerato È una città dalle molte vite, questa. Ne ha persino uno dei molti finis terrae dell’Occidente. Lì sotto una dark creata da Horace Walpole, autore de Il si annida un universo di grotte visibili solo dal Castello di Otranto, romanzo gotico pubblicato mare, scolpite da onde che nei giorni cattivi si nel lontano 1764 e popolato da usurpatori fraudo- trasformano in magli. Sono meno conosciute della lenti e fanciulle insidiate. Un’invenzione letteraria grotta Zinzulusa di Castro, ma decisamente meno che lì per lì appare lontanissima dal genius loci affollate. Un paradiso naturale che si estende fino salentino, ma che in realtà ha parecchi punti di al Ciolo, piccolo fiordo di eccezionale interesse contatto con la sua anima “sotterranea”. Così naturalistico, sormontato da un ponte cui non come il castello, pietra tra le pietre, è un altro possono resistere gli amanti del tuffo estremo. capitolo della storia raccontata da menhir, dol- Messapi, greci, bizantini, arabi, turchi... da sempre men, cripte, frantoi ipogei, torri costiere, chiese il Salento è una “porta d’Oriente”. E l’accesso barocche e ville liberty. Per saperne di più: viaggiareinpuglia.it/aptlecce 51
in viaggio /Salento 10 indirizzi per dormire e mangiare alla salentina Ville, masserie e B&B per vivere atmosfere d’antan negli antichi palazzi nobiliari Antica dimora dei Pepe B&B Hotel Residence Palazzo Baldi Hotel Piccolo Mondo Villa La Meridiana Masseria Bosco di Makyva piazza della Repubblica 41, corte Baldi 2, Galatina via litoranea per Santa lungomare Colombo 61, strada comunale Bosco Salve - Tel. 320.4484183 tel. 0836.568345 Cesarea Terme 238, Santa Maria di Leuca Coppola, Frazione Borgagne, anticadimorapepe.it hotelpalazzobaldi.it Castro Marina tel. 0833.758242 Melendugno Recentemente Arredi contemporanei tel. 0836.947035 attiliocaroli.it tel. 0832.811002 ristrutturato nell’antico e un raffinato restauro hotel-piccolomondo.it Un’atmosfera insolita, cell. 339.4849394 Palazzo Ceuli, nel centro per un antico palazzo A picco su un a pochi metri dal mare makyva.it storico di Salve e a soli nobiliare che è uno dei Mediterraneo da in una delle ville che le Ristrutturata con gusto, 3 km dalle splendide migliori indirizzi del cartolina, a 2 km famiglie nobili hanno al centro di una grande dune della spiaggia di Salento, nel centro dal centro di Castro. costruito a Santa Maria tenuta con ulivi secolari. Pescoluse. Un’oasi di storico di Galatina. Immerso nel verde, di Leuca tra fine ’800 Piscina e percorsi di tranquillità con una Lo staff, a partire dal con candidi edifici e inizio ’900. Ambienti trekking, passeggiate bellissima terrazza su proprietario, è prodigo collegati da scalinate. comuni con mosaici in bicicletta e golf 18 cui aspettare il tramonto di attenzioni e consigli. L’albergo dispone di una salentini completano lo buche nelle vicinanze; 30 dopo una giornata di Imperdibile il ristorante. piattaforma sull’acqua, charme di questa dimora camere e 4 suite, situate mare. Doppie: 60-220 Doppie a partire da 100- raggiungibile con una con sole 5 camere, nella parte più antica euro a seconda della 200 euro a seconda della scalinata di 192 gradini. immersa in un bel con grandi volte a stella. camera e della stagione. camera e della stagione. Da non perdere il giardino. Suite per due: Prezzi da 80 a 190 euro. ristorante panoramico. 300 euro. Doppie: 145 euro. Ecco dove gustare i sapori locali e acquistare le specialità della tradizione Lido Venere Beach Club Lo Zio Tom Borgo Antico Pasticceria Ascalone La Dispensa di Caroli Restaurant loc. Ciardo, via Pietro Siciliani 80, Galatina lvia Vittorio Emanuele 17, lungomare Colombo 59, corso Italia 3, Posto Vecchio, Santa Maria di Leuca tel. 0836.566521 Galatina Santa Maria di Leuca Marina di Salve tel. 0833.767870 Tradizionale cucina tel. 0836.566009 tel. 0833.758242 tel. 347.6181506 Nato come chiosco di salentina, di mare e Stesso indirizzo dal Nelle antiche scuderie L’ideale per mangiare bibite nel lontano 1963, di terra, a due passi 1740 per una pasticceria di Villa La Meridiana si coi “piedi nell’acqua” questo ristorante con dalla cappella di San d’atmosfera dove possono comperare olio sul versante ionico, a giardino e terrazza sullo Paolo protettore delle provare una vera delizia e vino del Salento, ma 10 km da Leuca. Offre splendido mare del Ciolo “tarantate”. Uno dei locale, il leggendario anche degustare rosolio anche servizio spiaggia è un punto di riferimento migliori ristoranti del pasticciotto, la cui di rose e un particolare con ombrelloni, lettini per locali e turisti. Salento interno, in un lavorazione è un segreto liquore ricavato dal fico e sdraio su un bel mare La cucina, leccese, ambiente del XVIII della casa gelosamente d’India. poco profondo. Da predilige piatti a base di secolo con i muri a custodito da 14 provare: linguine di mare pesce. Tra le specialità: vista. Da provare: generazioni. Da non con trito di calamari, tagliolini Zio Tom con sagne n’cannulate con perdere neppure le “dita polpo e seppia, ricoperte scampi, cannolicchi e polpettine e basilico; degli apostoli” e i “dolci di cozze, vongole e calamaretti; veli di spada filetto di spigola al amorini” alle mandorle. gamberoni. Ristorante da in carpaccio; pesce in cartoccio con frutti di 18 euro; self service da graticola; torta di carote mare; calamaro in umido 10 euro. con salsa alla vaniglia. con pomodorini e olive Prezzi: 35-40 euro. nere. Prezzi: 25-35 euro. 52 automobile settembre 2012
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