Dove le pietre raccontano antiche storie

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Dove le pietre raccontano antiche storie
in viaggio /Salento                           Testo e foto di Enrico Martino

 Dove le pietre
 raccontano
 antiche storie

 non è solo il mare ad affascinare, in questo lembo
 estremo d’italia, da sempre terra di confine
 tra oriente e occidente. qui menhir preistorici,
 frantoi ipogei, chiese rupestri e palazzi
 barocchi sono le tessere di un suggestivo puzzle,
 da mettere insieme passo dopo passo

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Dove le pietre raccontano antiche storie
C   alette incorniciate da scogliere che si ergono
    a picco su un mare sfacciatamente tropicale
e lunghe spiagge sabbiose che Lonely Planet ha
da poco inserito tra le più belle del Mediterraneo.
Sono le icone di un Salento che negli ultimi anni
è diventato una gettonata meta turistica. In realtà
questa è solo una splendida facciata dietro cui c’è
molto di più da scoprire. Un tesoro che si svela
soltanto a chi abbandona il blu del mare per
puntare al verde argenteo degli ulivi.
Ha scritto José Saramago: «Quando il viaggiatore
si allontana dalle strade principali, ne ottiene
sempre delle grandi ricompense». Una profonda
verità, che in questa terra appare ancora più evi-
dente. Soprattutto quando ci si sposta tenendosi
a sud di quella linea virtuale che unisce Ugento,
sullo Ionio, a Otranto e alla costa adriatica. Qui
protagonisti del paesaggio sono le pietre e gli ulivi.
Che non sono soltanto piante, ma diventano veri
e propri monumenti naturali. I numeri sono da
capogiro: solo in provincia di Lecce se ne contano
12 milioni, di cui più della metà secolari. Sculture
astratte modellate dal tempo e dal vento, che
evocano di volta in volta i personaggi dei quadri di
Munch o le silhouette di improbabili animali fan-
tastici. Dal 2007, li protegge una legge regionale.
«Già gli antichi greci si erano inventati una leg-
genda per spiegare una presenza tanto massiccia
di ulivi da superare la madrepatria», spiega Mau-
rizio Manna, responsabile dei parchi pugliesi per
Legambiente. «Nacque così il mito dei pastorelli
che sfidavano nella danza le ninfe e che, se perde-
vano, venivano trasformati in piante. D’altronde in
Salento si trovano molte specie di flora e di fauna
identiche a quelle della sponda balcanica. Qui c’è
una biodiversità eccezionale per un territorio così
piccolo, dovuta alla posizione geografica e al clima
particolare che hanno creato l’habitat ideale per
rare specie di uccelli migratori provenienti dai
Balcani e piante tipiche delle oasi del Maghreb.
Una ricchezza botanica che ha cominciato ad
attirare un turismo specializzato dal Nord Euro-
pa. Ogni pianta ha un nome in dialetto, perché
i pastori avevano l’esigenza di riconoscerle, per
individuarne vantaggi e pericoli».
Su tutte, però, regna sovrano l’ulivo. Oggi come
nel passato. Anche se poi usi e tradizioni sono

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Dove le pietre raccontano antiche storie
in viaggio /Salento

 cambiati. Non si vedono più, nel giorno dei mor-
 ti, i “frantoiani” scendere le scale di pietra che
 conducevano sotto terra, nelle viscere dei frantoi
 ipogei che bucano come una groviera la campagna
 salentina. Ritornavano a vedere la luce del sole
 solo a Pasqua (con due brevi interruzioni, al mas-
 simo, per l’Immacolata e a Natale). Quasi sempre
 si trattava di marinai, abituati all’isolamento. Per
 questo il linguaggio dell’olio era molto simile al
 gergo usato sulle navi. Il nachiro (dal greco noc-
 chiero) era il capo della “ciurma”, cioè gli operai
 del frantoio. Qui le olive venivano accumulate in
 stanze chiamate stive, e sentina erano definite
 le acque reflue.
 Scavati nella roccia calcarea, i frantoi ipogei ga-
 rantivano condizioni climatiche costanti e la pos-
 sibilità di tenere al sicuro il prezioso frutto delle
 olive. Erano i tempi in cui carovane di carri carichi
 di otri di pelle si affollavano nel porto di Gallipoli.
 Da qui l’olio “lampante” veniva esportato in tutto        addormentate per ispirare loro sogni sensuali.         Qui sopra,
 il mondo per accenderlo di luci e per alimentare          Per Alberto Signore, presidente dell’Associazio-       la Cripta del
 l’incombente rivoluzione industriale.                     ne Amici dei Menhir, «su queste pietre è nata          Crocifisso di
 Ma non sono solo quelle dei frantoi, le pietre che        la democrazia». Lo ribadisce con convinzione           Ugento. Le croci
 rivelano storie e suggestioni di un Salento tutto         mentre si aggira davanti al più visitato dei mo-       rosse e nere
 da scoprire. Un mondo sotterraneo si nasconde             numenti megalitici salentini, il dolmen Li Scusi       sono legate ai
 anche lungo le strade percorse un tempo dai pel-          a Minervino. «Spesso», continua, «noi guardiamo        templari e ai
 legrini medievali diretti a Leuca, estremo limite         con sufficienza la civiltà megalitica, consideriamo    cavalieri teutonici.
                                                                                                                  Nella pagina a
 sudorientale della penisola, da cui si imbarcavano        quei nostri progenitori una sorta di cavernicoli
                                                                                                                  fianco, in alto il
 verso l’Oriente e la Terrasanta. Viaggiavano per          alla Flintstones. Invece si trattava di una civiltà    dolmen Li Scusi
 settimane, pionieri a modo loro di un turismo slow        estremamente avanzata, che secondo me aveva            di Minervino,
 che prevedeva innumerevoli tappe. Tra queste,             il suo cuore proprio in Salento. Del resto Arthur      il monumento
 le visite a reliquie e chiese di cui sopravvivono         C. Clarke, autore del libro 2001 Odissea nello         megalitico più
 ancora oggi le tracce. Sono le croci rosse dei            spazio, mi telefonò raccontandomi di aver tro-         visitato del
 templari e quelle nere dei cavalieri teutonici che        vato l’ispirazione proprio nella nostra terra. E       Salento; sotto, un
 ricoprono la cripta del Crocifisso di Ugento. O i         basta guardare il film, per rendersi conto che il      frantoio ipogeo a
 mosaici policromi della chiesa di Santa Maria             famoso monolito nero non è un menhir francese          Presicce. Scavati
 della Croce a Casaranello, uno degli edifici paleo-       o inglese: ha invece forme tipicamente salentine,      nella roccia
 cristiani più significativi della Terra d’Otranto,        più sagomate. Tra l’altro le popolazioni neolitiche    calcarea fin dal
                                                                                                                  XIII secolo, questi
 protetto solo da una solitaria custode che ricorda        avevano scoperto che il calcare può durare mil-
                                                                                                                  frantoi furono in
 un po’ il tenente Drogo del Deserto dei Tartari.          lenni se viene intinto nel latte. Così, quando si      uso fino a fine
 Il passato, poi, può materializzarsi all’improvviso       stacca qualche pezzo, anche noi Amici dei Menhir       Ottocento.
 anche in strani cerchi formati con le pietre, che         gli diamo una spennellata».
 i contadini consideravano tane di scazzamur-              Nel Salento meridionale, probabile punto di con-
 reddhu, i fastidiosi folletti che si divertivano a        tatto tra mondo mediterraneo ed Europa megali-
 intrecciare le criniere dei cavalli. Quando non           tica, una lunga sfilza di testimonianze dell’età del
 erano impegnati in altre attività a carattere pseu-       Bronzo costeggia per una ventina di chilometri
 do-erotico, come posarsi sul seno delle donne             l’Adriatico, nel tratto tra Melendugno e Vaste.

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Dove le pietre raccontano antiche storie
«Dolmen e menhir sono presenze con cui siamo
abituati a convivere», spiega il sindaco di Giur-
dignano Donato Fanciullo. «Abbiamo cercato di
far rivivere il passato creando l’itinerario nottur-
no battezzato Giardino Megalitico d’Italia. Un
percorso cui si accompagnano serate di musica
e poesia. E adesso pensiamo di farne un luogo di
meditazione: perché c’è chi pensa che questi mo-
noliti emanino vibrazioni magnetiche positive».
Altre pietre, altre storie. Sono quelle rievocate
dagli antichi palazzi. Echi degli splendori barocchi
di una Spagna coloniale, messa in piedi da cadetti
della nobiltà spediti qui in cerca di terre e di
gloria, su quella che era la prima linea del fronte
con l’impero ottomano. Oggi a Galatina, dietro
facciate appesantite da voli d’angeli, più che di
turchi si discute della direzione del vento. E non
è un modo di dire. Spiega sorridendo il sindaco:
«Siamo l’ombelico del mondo, almeno di questo
mondo salentino. Siamo ubicati in posizione
esattamente equidistante dallo Ionio e dall’A-                                                              MARE
driatico. E basta guardare da che parte                                                                 A D R I AT I C O
sventolano le bandierine sui cam-
panili, per capire in quale mare                           P                           Lecce
                                                             E
è meglio andare a fare il bagno».                               N
                                                                    IS

                                                                                                                            Ca
Galatina, oltre che per la chiesa                                                             Melendugno
                                                                       O
                                                                         L

                                                                                                                              na
di Santa Caterina di Alessandria,                                           A
avamposto di un Salento di rito la-                                                SA

                                                                                                                                le d
                                                                                         L
                                             Go

tino contrapposto alla Otranto ancora                                                       E
ortodossa, è famosa per la cappella di                                                         N
                                                lfo

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                                                                                                 T
San Paolo. Qui un tempo si affollavano                                               Galatina                             Otranto
                                                  di T

                                                                                                     IN

le “tarantate”, contadine che ballando

                                                                                                                                          anto
per giorni la pizzica esorcizzavano la
                                                                                                         A

puntura di quel ragno immagina-
                                                       ar

                                                                                                             Dolmen          Capo
                                                                                                             Li Scusi      d’Otranto
rio dietro cui si nascondevano                              Gallipoli
                                                        nta

malesseri e pulsioni di una                                                                                         Minervino
                                                                                        Sa

                                                                          Chiesa di
                                                                                        Muent

                                                                                                        Vaste
                                                          o

società repressa.                                                        Casaranello
                                                                                           l
                                                                                             rg in

«Qui il paradosso è il pa-                                                                                          Castro
                                                                                               e e

                                                                              Casarano
drone di tutto», sentenzia
                                                                                                                 Grotta della
Andrea Anzalone, titolare                                                      Felline        Specchia            Zinzulosa
di una dinastia cui si deve
                                                 I TA L I A                   Ugento
una vera e propria gloria cit-                                                                   Presicce
tadina: il pasticciotto, dolce                                                                    Salve
tipico creato nel 1740, quat-
                                                                                                               Ciolo
tordici generazioni fa. Lui,
irriverente memoria storica                                                                                 Santa Maria
delle sanguigne passioni sotter-                                                                   Leuca    di Leuca

                                                                                                           settembre 2012 • automobile   49
Dove le pietre raccontano antiche storie
50   automobile settembre 2012
Dove le pietre raccontano antiche storie
in viaggio /Salento

A sinistra, il        ranee di Galatina, può passare ore a raccontare          per eccellenza a est è Punta Palàscia, o Capo
rosone della          i peccaminosi amori dei compaesani con le ta-            d’Otranto, che con i suoi 40°7’ di latitudine nord
cattedrale di         rantate dietro l’altare della cappella, «quando il       e 18°31’26” di longitudine est è l’estremo lembo
Otranto, che nella
                      sole cuoceva il selciato e le donne giacevano a          orientale d’Italia. Così spostato rispetto all’asse
navata centrale
custodisce
                      terra sfinite dal ballo». Poi c’era Rosetta, tenuta-     nazionale, che per qualche centinaio di metri
L’albero della        ria dell’ultimo bordello del paese, «una bellezza        intorno al faro si riconoscono forme di vegetazione
vita, bel mosaico     straordinaria, ma era analfabeta e non riusciva a        balcanica. Una sorta di luogo dell’anima che pro-
pavimentale del       gestire le carte di identità, per questo si è ritirata   fuma di infinito. Come del resto la vicina Otranto,
XII secolo.           già nel 1957, un anno prima che la legge Merlin          con le sue strade spezzate che convergono verso
                      facesse chiudere i bordelli».                            la cattedrale, scrigno di pietra che custodisce il
                      Oggi i “signorotti dei cento palazzi” (così chiama-      racconto di un Salento in cui si sono incontrati
                      no a Galatina i proprietari degli edifici più belli)     miti mediterranei e nordeuropei, e in cui si sono
                      spesso aspettano che qualche creativo inglese in         scontrati Islam e Cristianesimo. Che proprio nel
                      fuga dal Chiantishire arrivi in cerca di un buen         Canale d’Otranto avevano fissato la loro frontiera
                      retiro. Ce ne sono ancora tanti, in realtà, sparsi nei   estrema. Le leggende continuano a riproporsi da
                      paesi-presepe del Salento meridionale, nella zona        secoli nel grande mosaico sul pavimento della
                      tra Salve e Castro e in                                                                chiesa, dove re Artù e
Il Castello
                      quella tra Specchia, Pre-                                                              Alessandro il Grande
Aragonese di
Otranto (a destra),
                      sicce e Felline. Quest’ul-                                                             convivono con esotici
protagonista          timo è uno dei borghi più                                                              elefanti e personaggi
del romanzo           intatti. È qui che Antonio                                                             biblici. A ricordare in-
gotico di Horace      Cossa crea le sue cerami-                                                              vece un evento reale,
Walpole. Oggi         che, nel silenzio di sere                                                              che avrebbe potuto
sede museale,         mediterranee rotte solo                                                                cambiare la storia eu-
quest’estate          dal cigolare del tornio. Dà                                                            ropea, ci pensa la folla
ospita fino al 30     vita a opere che ricorda-                                                              di ossa (teschi, tibie e
settembre una         no quelle degli antichi                                                                femori) raccolta nel-
mostra dedicata       messapi (raffinata civiltà                                                             la Cappella dei Beati
ad Andy Warhol.
                      di probabile origine illiri-                                                           Martiri. Sono i resti
                      ca) che affollano il nuovo                                                             degli 813 cristiani uc-
                      Museo Archeologico di Ugento.                            cisi nel 1480 dai turchi, che per un anno avevano
                      A sud il tavolato salentino si esaurisce tra le rocce    tenuto in scacco Otranto creando una pericolosa
                      dell’ultimo sperone di terra della Puglia, inco-         testa di ponte ottomana che minacciava diretta-
                      ronato dal faro di Santa Maria di Leuca e dal            mente Roma e l’Europa.
                      santuario costruito su quello che era considerato        È una città dalle molte vite, questa. Ne ha persino
                      uno dei molti finis terrae dell’Occidente. Lì sotto      una dark creata da Horace Walpole, autore de Il
                      si annida un universo di grotte visibili solo dal        Castello di Otranto, romanzo gotico pubblicato
                      mare, scolpite da onde che nei giorni cattivi si         nel lontano 1764 e popolato da usurpatori fraudo-
                      trasformano in magli. Sono meno conosciute della         lenti e fanciulle insidiate. Un’invenzione letteraria
                      grotta Zinzulusa di Castro, ma decisamente meno          che lì per lì appare lontanissima dal genius loci
                      affollate. Un paradiso naturale che si estende fino      salentino, ma che in realtà ha parecchi punti di
                      al Ciolo, piccolo fiordo di eccezionale interesse        contatto con la sua anima “sotterranea”. Così
                      naturalistico, sormontato da un ponte cui non            come il castello, pietra tra le pietre, è un altro
                      possono resistere gli amanti del tuffo estremo.          capitolo della storia raccontata da menhir, dol-
                      Messapi, greci, bizantini, arabi, turchi... da sempre    men, cripte, frantoi ipogei, torri costiere, chiese
                      il Salento è una “porta d’Oriente”. E l’accesso          barocche e ville liberty.

                                              Per saperne di più: viaggiareinpuglia.it/aptlecce                                    51
Dove le pietre raccontano antiche storie
in viaggio /Salento

10 indirizzi per dormire e mangiare alla salentina
        Ville, masserie e B&B per vivere atmosfere d’antan negli antichi palazzi nobiliari
      Antica dimora dei Pepe B&B         Hotel Residence Palazzo Baldi    Hotel Piccolo Mondo                   Villa La Meridiana            Masseria Bosco di Makyva
         piazza della Repubblica 41,          corte Baldi 2, Galatina            via litoranea per Santa                 lungomare Colombo 61,           strada comunale Bosco
         Salve - Tel. 320.4484183             tel. 0836.568345                   Cesarea Terme 238,                      Santa Maria di Leuca            Coppola, Frazione Borgagne,
         anticadimorapepe.it                  hotelpalazzobaldi.it               Castro Marina                           tel. 0833.758242                Melendugno
     Recentemente                         Arredi contemporanei                   tel. 0836.947035                        attiliocaroli.it                tel. 0832.811002
     ristrutturato nell’antico            e un raffinato restauro                hotel-piccolomondo.it               Un’atmosfera insolita,              cell. 339.4849394
     Palazzo Ceuli, nel centro            per un antico palazzo              A picco su un                           a pochi metri dal mare              makyva.it
     storico di Salve e a soli            nobiliare che è uno dei            Mediterraneo da                         in una delle ville che le       Ristrutturata con gusto,
     3 km dalle splendide                 migliori indirizzi del             cartolina, a 2 km                       famiglie nobili hanno           al centro di una grande
     dune della spiaggia di               Salento, nel centro                dal centro di Castro.                   costruito a Santa Maria         tenuta con ulivi secolari.
     Pescoluse. Un’oasi di                storico di Galatina.               Immerso nel verde,                      di Leuca tra fine ’800          Piscina e percorsi di
     tranquillità con una                 Lo staff, a partire dal            con candidi edifici                     e inizio ’900. Ambienti         trekking, passeggiate
     bellissima terrazza su               proprietario, è prodigo            collegati da scalinate.                 comuni con mosaici              in bicicletta e golf 18
     cui aspettare il tramonto            di attenzioni e consigli.          L’albergo dispone di una                salentini completano lo         buche nelle vicinanze; 30
     dopo una giornata di                 Imperdibile il ristorante.         piattaforma sull’acqua,                 charme di questa dimora         camere e 4 suite, situate
     mare. Doppie: 60-220                 Doppie a partire da 100-           raggiungibile con una                   con sole 5 camere,              nella parte più antica
     euro a seconda della                 200 euro a seconda della           scalinata di 192 gradini.               immersa in un bel               con grandi volte a stella.
     camera e della stagione.             camera e della stagione.           Da non perdere il                       giardino. Suite per due:        Prezzi da 80 a 190 euro.
                                                                             ristorante panoramico.                  300 euro.
                                                                             Doppie: 145 euro.

        Ecco dove gustare i sapori locali e acquistare le specialità della tradizione
      Lido Venere Beach Club             Lo Zio Tom                       Borgo Antico                          Pasticceria Ascalone          La Dispensa di Caroli
         Restaurant                           loc. Ciardo,                       via Pietro Siciliani 80, Galatina      lvia Vittorio Emanuele 17,       lungomare Colombo 59,
         corso Italia 3, Posto Vecchio,       Santa Maria di Leuca               tel. 0836.566521                       Galatina                         Santa Maria di Leuca
         Marina di Salve                      tel. 0833.767870               Tradizionale cucina                        tel. 0836.566009                 tel. 0833.758242
         tel. 347.6181506                 Nato come chiosco di               salentina, di mare e                    Stesso indirizzo dal            Nelle antiche scuderie
     L’ideale per mangiare                bibite nel lontano 1963,           di terra, a due passi                   1740 per una pasticceria        di Villa La Meridiana si
     coi “piedi nell’acqua”               questo ristorante con              dalla cappella di San                   d’atmosfera dove                possono comperare olio
     sul versante ionico, a               giardino e terrazza sullo          Paolo protettore delle                  provare una vera delizia        e vino del Salento, ma
     10 km da Leuca. Offre                splendido mare del Ciolo           “tarantate”. Uno dei                    locale, il leggendario          anche degustare rosolio
     anche servizio spiaggia              è un punto di riferimento          migliori ristoranti del                 pasticciotto, la cui            di rose e un particolare
     con ombrelloni, lettini              per locali e turisti.              Salento interno, in un                  lavorazione è un segreto        liquore ricavato dal fico
     e sdraio su un bel mare              La cucina, leccese,                ambiente del XVIII                      della casa gelosamente          d’India.
     poco profondo. Da                    predilige piatti a base di         secolo con i muri a                     custodito da 14
     provare: linguine di mare            pesce. Tra le specialità:          vista. Da provare:                      generazioni. Da non
     con trito di calamari,               tagliolini Zio Tom con             sagne n’cannulate con                   perdere neppure le “dita
     polpo e seppia, ricoperte            scampi, cannolicchi e              polpettine e basilico;                  degli apostoli” e i “dolci
     di cozze, vongole e                  calamaretti; veli di spada         filetto di spigola al                   amorini” alle mandorle.
     gamberoni. Ristorante da             in carpaccio; pesce in             cartoccio con frutti di
     18 euro; self service da             graticola; torta di carote         mare; calamaro in umido
     10 euro.                             con salsa alla vaniglia.           con pomodorini e olive
                                          Prezzi: 35-40 euro.                nere. Prezzi: 25-35 euro.

52      automobile settembre 2012
Dove le pietre raccontano antiche storie
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