LA CITTA' DEL MESE. Parma, alla scoperta della Capitale della Cultura 2020 - Weekend Premium
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LA CITTA’ DEL MESE. Parma, alla scoperta della Capitale della Cultura 2020 Parma ce l’ha fatta! Sarà la Capitale della Cultura 2020. La città emiliana ha prevalso sulle altre nove finaliste: Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuovo, le vicine Piacenza e Reggio Emilia e Treviso. L’annuncio è stato dato dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) Dario Franceschini durante la cerimonia di designazione che si è tenuta presso la sede del Ministero a Roma. In attesa del 2020, intanto, possiamo visitare questa splendida città, regalandoci un weekend tra storia, arte, cultura e buona cucina.
Capitale del gusto Parma è la culla della rinomata enogastronomica emiliana e, dal 2003, sede permanente dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. Qui nascono pregiati salumi, tra cui il celebre Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello, la Coppa di Parma, il Salame di Felino, la Spalla Cotta e il “re dei formaggi”, il Parmigiano Reggiano, la cui produzione è attestata già nel Medioevo e la cui qualità è stata decantata anche dal Boccaccio nel Decameron.
Tra i piatti tipici da non perdere, e che potete gustare nei tantissimi ristoranti e trattorie del territorio, ci sono la Torta fritta, da accompagnare ai salumi, gli anolini, pasta ripiena di pane, carne macinata, spezie e Parmigiano, da gustare rigorosamente in brodo, ma anche tortelli alle erbette, di patate o di zucca. Tra i secondi, spicca la trippa alla Parmigiana, i bolliti misti da accompagnare a sfiziose salse, lo stracotto, la punta di vitello al forno con ripieno di Parmigiano.
Tra i dolci, ci sono la tipica Spongata, una doppia sfoglia ripiena di frutta candita, mele, pere e mandorle. Dalla storia variegata della città derivano la Torta Maria Luigia, a base di Pan di Spagna farcito al cioccolato e crema di fragoline di bosco e ricoperta di cioccolato fondente, e la Torta Ungherese, strati di torta Margherita farciti con crema al cacao.
Il tutto annaffiato dai vini del territorio, primo tra tutti il Lambrusco, dall’inconfondibile color rubino e il sapore deliziosamente asprigno. Ma si possono degustare anche il Fortana di San Secondo, leggero e frizzante e la Malvasia dei Colli di Parma, che bene si abbina ai primi piatti parmensi, ma anche al Culatello e agli altri salumi. Visitiamo il centro storico Il primo giorno può essere dedicato alla visita dei principali monumenti del centro storico. Tra questi, c’è il celebre Palazzo della Pilotta, che deve il suo nome al gioco della pelota, praticato qui dai soldati spagnoli. Costruito a partire dalla fine del Cinquecento, è caratterizzato dal suo grande cortile e dai caratteristici “voltoni”. È anche un importante polo museale. Tra le sue mura sono infatti ospitati il Museo Archeologico Nazionale, la Biblioteca Palatina, la Galleria Nazionale di Parma e il Museo Bodoniano. Introduce al Palazzo il monumento a Giuseppe Verdi. Al primo piano, preceduto da un portone di legno dipinto, si trova il Teatro Farnese, magistrale esempio di architettura teatrale seicentesca. Quella che si può ammirare oggi è una
ricostruzione, poiché l’originale è stato distrutto dai bombardamenti del 1944. Da non perdere una visita al Duomo. La cattedrale di Parma, intitolata a Santa Maria Assunta, in stile romanico, ma con interventi successivi in stile gotico e rinascimentale. Entriamo e percorriamo la navata centrale, sollevando lo sguardo sulle ampie volte a crociera splendidamente affrescate e sulla cupola ottagonale, che vanta il superbo affresco del Correggio con l’Assunzione della Vergine.
Di fronte al Duomo si trova il Battistero, dalla forma ottagonale e dal caratteristico esterno in marmo rosa. Considerato la perfetta fusione tra romanico e gotico, è stato progettato da Benedetto Antelami nel 1196 e completato attorno al 1270. Passeggiando lungo le sue mura, si possono ammirare le 75 formelle dello Zooforo, che raffigurano altrettanti animali. All’interno, spiccano le sedici nicchie riccamente affrescate.
Splendida anche la Basilica di Santa Maria della Steccata, in stile rinascimentale e con la piana a croce greca. La cupola è affrescata con l’Assunzione della Vergine da Beniamino Gatti, allievo del Correggio. All’interno, spiccano due grandi organi a canne e alcuni affreschi del Parmigianino. Spostandosi nella centrale Piazza Garibaldi, si può invece ammirare il Palazzo del Governatore, in stile rinascimentale. Vanta una superficie di oltre 3 mila metri quadrati e ospita mostre temporanee.
In via Garibaldi si trova poi il Teatro Regio, uno dei templi della lirica. Aperto nel 1829, spicca per la facciata neoclassica. La platea è invece di forma ellittica, circondata da quattro ordini di pachi e da una galleria finemente decorati. Può ospitare 1200 persone. Da Palazzo della Pilotta, percorrendo il Ponte Verdi che conduce all’Oltretorrente, si arriva al Parco Ducale, un’ampia
zona verde voluta dal duca Ottavio Farnese nel 1560 e ampliata nel corso del Settecento. Caratterizzato da grandi viali di alberi secolari, fontane e sculture, ospita al suo interno il Palazzo Ducale e il Palazzetto Eucherio Sanvitale. Di fronte a quest’ultimo, si può ammirare il gruppo scultoreo del Sileno di J.B. Boudard del 1766, mentre lungo il viale nord, prima del Palazzo Ducale spiccano le statue dei quattro Geni. Torta fritta Ingredienti 250 gr di farina bianca 15 gr di lievito di birra 30 gr di strutto o di olio 1 cucchiaino di sale 12 cucchiai di acqua tiepida Olio o strutto per friggere Su una spianatoia setacciate la farina a fontana, poi ricavate
un incavo al centro. Metteteci il sale, lo strutto e il lievito sciolto in acqua tiepida. Lavorate il tutto fino a ottenere un impasto omogeneo. Avvolgete la pasta in un canovaccio e lasciatelo lievitare per circa un’ora. Stendete poi la pasta con un mattarello o con la macchina apposita, fino a ottenere una sfoglia spessa circa 3 mm. Tagliatela a poi a rombi. Scaldate in un’ampia padella a bordi alti l’olio o lo strutto e mettete a friggere i pezzi finché non saranno gonfi e dorati. Scolateli nella carta assorbente e servite caldi. Accompagnateli con salumi e formaggi morbidi. INFO www.turismo.comune.parma.it DOVE MANGIARE *Le Bistrò, Piazza Garibaldi 19/G, Parma, tel 0521/200188, www.lebistroparma.it *Osteria del 36, Strada Aurelio Saffi 26/A, Parma, tel 0521/287061
DOVE DORMIRE *Hotel Palace Maria Luigia****S, viale Mentana 140, Parma, tel 0521/281032, www.sinahotels.it *Astoria Executive Hotel***, via Trento 9, Parma, tel 0521/272717, www.piuhotels.com La città del mese. Palermo, un anno da Capitale italiana della Cultura La “Città del mese” scelta da Weekend Premium non può essere che Palermo. Il capoluogo siciliano è stato infatti nominato Capitale Italiana della Cultura 2018. La cerimonia di inaugurazione e di apertura degli eventi, si è tenuta un paio di giorni fa al Teatro Massimo, alla presenza del premier Paolo Gentiloni e del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Fransceschini.
Più di 780 gli appuntamenti già in calendario, con la prospettiva di raddoppiarli nel corso dell’anno. In cantiere, infatti, ci sono ancora tanti progetti per trasformare in luoghi della città in spazi per la musica, l’arte, il teatro, l’innovazione, ma, soprattutto a testimoniare la vocazione di una città che da sempre è simbolo e crocevia di scambi, contaminazioni, sinergie e fusioni di culture diverse.
Durante la cerimonia di inaugurazione è stato presentato anche il logo di Palermo Capitale italiana della Cultura 2018: una P declinata in arabo, ebraico, fenicio e greco, opera della 22 Sabrina Ciprì, studentessa dell’Accademia di Belle Arti e nipote del regista Daniele Ciprì. Il calendario completo degli eventi si può consultare sul sito ufficiale www.palermocapitalecultura.it Palermo in un weekend Sono sicuramente tantissime le eccellenze da vedere a Palermo. Se, tuttavia, il tempo è poco, vi suggeriamo un itinerario che consente di ammirarne le peculiarità. La prima tappa non può che essere il Palazzo Reale di Palermo noto anche come Palazzo dei Normanni, che domina Piazza Indipendenza. Oggi sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, è la più antica dimora reale d’Europa ed è stata sede imperiale sotto Federico II e Corrado IV. Al suo interno ospita la meravigliosa Cappella Palatina, una basilica a tre navate dedicata a San Pietro Apostolo, fatta costruire da Ruggero II d’Altavilla, primo re normanno di Sicilia, nel 1130. La Cappella è famosa per i suoi splendidi
mosaici bizantini. La visita alla Cappella e al Palazzo dei normanni costa € 6, ridotto € 4. Una cattedrale che vale un Patrimonio A pochi passi dal complesso si trova la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, tra i più interessanti esempio di stile siculo- normanna, che spicca per le sue caratteristiche cupole rosse e per il suo giardino circondato da un romantico chiostro. Per immergersi nella vita palermitana, invece, da non perdere una visita al mercato di Ballarò, il più antico della città. Le strade sono invase dalle bancarelle dove trovare frutta, verdura, pesce fresco, ma anche gustoso “cibo di strada”. Il mercato è aperto dalle prime ore del mattino a pomeriggio inoltrato.
Lascia senza fiato per la sua bellezza, invece, la Cattedrale (www.cattedrale.palermo.it), dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità e dedicata a Santa Maria Vergine Assunta, che conserva al suo interno le tombe degli imperatori Federico II, di suo padre Enrico VI, di sua madre Costanza d’Altavilla, di suo nonno Ruggero III, fondatore del Regno di Sicilia.
Il Tesoro della Cattedrale include invece preziosi arredi liturgici, la Corona imperiale trovata nella tomba di Costanza d’Aragona, anelli e fregi del manto di Federico II. Nella cripta si trovano invece le tombe degli arcivescovi di Palermo. Da non perdere, infine, un tour sui…tetti della cattedrale per ammirare la città dall’alto e scorgere gli elementi artistici e architettonici delle pareti esterni. Dal Mercato del Capo alla strada dei Teatri Il quartiere del Capo sorge dove un tempo sorgeva l’antico rione di Seralcadio (dall’arabo sari al-qadi), popolato da pirati e commercianti di schiavi. Qui vale la pena visitare il mercato storico, compreso in un quadrivio di vie formate dall’asse di via Porta Carini, via Beati Paoli, via Cappuccinelle e via Sant’Agostino.
Il labirinto di viuzze ricorsa un suk orientale, tra cantilene, musica, e inviti all’acquisto. Qui si può trovare dell’ottimo “cibo di strada”, ma anche generi alimentari di ogni genere e “carrozzelle” che vendono biglietti della lotteria. Il tutto in un’atmosfera pittoresca e colorata. Appena pochi passi e si arriva in via Maqueda, dove si affaccia il Teatro Massimo (www.teatromassimo.it ), il più
grande edificio teatrale lirico d’Italia e terzo in Europa dopo l’Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Se non si può partecipare a uno degli spettacoli in calendario, si può prendere parte a una visita guidata diurna alla scoperta delle bellezze dell’edificio. Dalla parte opposta della via si incontra invece il Teatro Politeama, sede dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, che domina Piazza Ruggero Settima. Secondo giorno: le chiese più belle L’itinerario parte da Piazza Villena, nota anche come Quattro Canti per la presenza di quattro palazzi, le cui facciate concave le conferiscono una forma circolare. Qui convergono le due principali vie di Palermo: via Maqueda e via Vittorio Emanuele. Spicca la Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, con la sua splendida cupola policroma, per il singolare campanile tortile e per l’interno in stile barocco.
In Piazza Pretoria si trova invece l’omonima fontana, una delle più belle d’Italia. Realizzata a Firenze nel 1554 da Francesco Camilliani, è stata trasferita a Palermo nel 1581. È chiamata anche “fontana della vergogna” per le statue ignude, ma anche perché eletta a simbolo di malcostume tra il XVIII e il XIX secolo. Raggiungiamo poi Piazza Bellini, dove, accanto all’omonimo
teatro, si trova la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, detta della Martorana, un tripudio di stili diversi. L’interno è decorato da mosaici bizantini e affreschi recentemente restaurati. Subito accanto, si trova la piccola chiesa di San Cataldo, caratterizzata da tre cupole rosse. Palermo da vivere: i quartieri più suggestivi Per immergersi a pieno nella vita palermitana, ci spostiamo nel quartiere Vucciria, vivace e variopinto, talmente suggestivo da essere ritratto anche dal pittore Renato Guttuso. Di giorno ospita un vivace mercato, dopo il tramonto, invece, le sue strade brulicano di giovani che tra Piazza Caracciolo e Garraffello sfilano tra i locali e tra le baracchine di street food.
Un altro quartiere che vale sicuramente una visita è Kalsa (l’eletta in arabo), sorto durante la dominazione islamica. La cittadella, dove un tempo risiedeva l’emiro, e altri monumenti in stile orientale testimoniano, ancora oggi, la forte presenza orientale del passato. Oggi invece, l’atmosfera che si respira in questo rione che si affaccia sul mare è quasi magica. Tra i monumenti da non perdere c’è il complesso di Santa Maria dello Spasimo, nota anche come “la chiesa che non c’è” per le vicende alterne che hanno portato prima a frequenti cambi di destinazione d’uso, poi alla sua distruzione sotto ai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale e, infine, al suo recupero.
Una curiosità: deve il nome al dipinto di Raffaello Lo Spasimo di Sicilia, a cui è legata una storia particolarmente affascinante. Commissionato nel 1516 per adornare la cappella funeraria del De Basilicò, partì alla volta di Palermo via mare. Una tempesta fece però affondare la nave e tutto il suo carico. Il dipinto, rinchiuso in una cassa, venne trasportato dalla corrente fino a Genova.
Il fatto apparve subito come miracoloso e i frati dello Spasimo chiesero l’intercessione di papa Leone X per riavere a Palermo il dipinto, che arrivò nel 1661. In seguito il viceré Fernando d’Ayala lo ebbe in dono dall’abate Clemente Staropoli e a sua volta lo regalò a Filippo IV di Spagna. Oggi, il quadro si trova al Museo del Prado di Madrid. Ultima tappa della nostra “due giorni” a Palermo è Palazzo Chiaramonte Steri, antica sede del Tribunale dell’Inquisizione. Qui, si trova il Museo dell’Inquisizione, che conserva i graffiti dei carcerati dell’Inquisizione spagnola e le testimonianze dei detenuti. Il fascino (e il gusto) del cibo di strada Una delle caratteristiche di Palermo è il suo “cibo di strada”, spuntini che si possono acquistare al volo nelle baracchine, nei mercati e nei locali dedicati. Qui troverete gusti davvero unici e particolari, per un’avventura gastronomica senza uguali. Bastano circa 2 euro per gustare un’Arancina (rigorosamente “al femminile), le tipiche sfere di riso condite con il ragù, oppure con il prosciutto, impannate e fritte. Un’altra
tradizione gastronomica di Palermo è il pani câ meusa, il panino con la milza, preparato con frattaglie bollite e soffritte e generosamente inserite in un panino morbido e ricoperto di sesamo, detto vastella Pressochè ovunque potete trovare le panelle, frittelle di farina di ceci con cui si riempiono le vastelle e che sono generalmente accompagnate dalle crocché, gustose crocchette di patate. Per chi ama la semplicità, ecco lo sfiscione, una pizza morbida ricoperta da pomodoro, cipolle, origano e caciocavallo a pezzetti.
Ingrediente principe della cucina di strada palermitana sono le frattaglie, con cui si preparano le frittole. Vengono prima bollite, poi rosolate nello strutto e utilizzate per riempire corposi panini. Con le frattaglie si prepara anche il Quarume, un brodo caldo che ancora si può trovare nei mercati. Un piatto per stomaci forti è invece la stigghiola, che ha come ingrediente principale intestini di agnello, pollo o capretto, retaggio della cucina povera.
Infine, se vi siete lasciati prendere la mano con lo street food palermitano, gustoso, ma tutt’altro che leggero, potete finire il pasto con un Autista, una bevanda digestiva a base di sciroppo di mandarino, succo di limone, bicarbonato e acqua gassata.
DOVE MANGIARE *Osteria Mercede, via Pignatelli Aragona 52, (PA), tel 091/332243 *Trattoria Vecchio Mafone, via Judica 22, (PA), tel 338/886226 DOVE DORMIRE *Hotel del Centro***, via Roma 72, PA, tel 091/6170376, www.hoteldelcentro.it *Palazzo Brunaccini****, Piazzetta Brunaccini 9, (PA), tel 091/586904, www.palazzobrunaccini.it INFO www.palermocapitalecultura.it www.comune.palermo.it/
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