Domenica 14 Luglio 2019 - XV Domenica del Tempo Ordinario (anno C) - Santa Maria Goretti

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Domenica 14 Luglio 2019
                           XV Domenica del Tempo Ordinario (anno C)
Vangelo (Lc. 10, 25 - 37): Chi è il mio prossimo?

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per            strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un
mettere alla prova Gesù e chiese:                                  levìta, giunto in quel luogo, vide e passò
«Maestro, che cosa devo fare per                                   oltre. Invece un Samaritano, che era in
ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse:                        viaggio, passandogli accanto, vide e ne
«Che cosa sta scritto nella Legge? Come                            ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli
leggi?». Costui rispose: «Amerai il                                fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi
Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con                        lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in
tutta la tua anima, con tutta la tua forza e                       un albergo e si prese cura di lui. Il giorno
con tutta la tua mente, e il tuo prossimo                          seguente, tirò fuori due denari e li diede
come te stesso». Gli disse: «Hai risposto                          all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui;
bene; fa’ questo e vivrai».Ma quello,                              ciò che spenderai in più, te lo pagherò al
volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi                        mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia
è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un                                stato prossimo di colui che è caduto nelle
uomo scendeva da Gerusalemme a                                     mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi
Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli              ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse:
portarono via tutto, lo percossero a sangue e se             «Va’ e anche tu fa’ così»..
ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso,
un sacerdote scendeva per quella medesima                                                            ParoladelSignore

                                     PAPA FRANCESCO ANGELUS
                                Piazza San Pietro- Domenica, 10 Luglio 2016

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!                         strada passano prima un sacerdote e poi un levita, i
                                                             quali, pur vedendo l’uomo ferito, non si fermano e
Oggi la liturgia ci propone la parabola detta del “buon      tirano dritto (vv. 31-32). Passa poi un samaritano, cioè
samaritano”, tratta dal Vangelo di Luca (10,25-37).          un abitante della Samaria, e come tale disprezzato dai
Essa, nel suo racconto semplice e stimolante, indica         giudei perché non osservante della vera religione; e
uno stile di vita, il cui baricentro non siamo noi stessi,   invece lui, proprio lui, quando vide quel povero
ma gli altri, con le loro difficoltà, che incontriamo sul    sventurato, «ne ebbe compassione. Gli si fece vicino,
nostro cammino e che ci interpellano. Gli altri ci           gli fasciò le ferite […], lo portò in un albergo e si prese
interpellano. E quando gli altri non ci interpellano,        cura di lui» (vv. 33-34); e il giorno dopo lo affidò alle
qualcosa lì non funziona; qualcosa in quel cuore non è       cure dell’albergatore, pagò per lui e disse che avrebbe
cristiano. Gesù usa questa parabola nel dialogo con un       pagato anche tutto il resto (cfr v. 35).
dottore della legge, a proposito del duplice
                                                             A questo punto Gesù si rivolge al dottore della legge e
comandamento che permette di entrare nella vita
                                                             gli chiede: «Chi di questi tre – il sacerdote, il levita, il
eterna: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come
                                                             samaritano – ti sembra sia stato il prossimo di colui che
sé stessi (vv. 25-28). “Sì – replica quel dottore della
                                                             è caduto nelle mani dei briganti?». E quello
legge – ma, dimmi, chi è il mio prossimo?” (v. 29).
                                                             naturalmente - perché era intelligente - risponde: «Chi
Anche noi possiamo porci questa domanda: chi è il mio
                                                             ha avuto compassione di lui» (vv. 36-37). In questo
prossimo? Chi devo amare come me stesso? I miei
                                                             modo Gesù ha ribaltato completamente la prospettiva
parenti? I miei amici? I miei connazionali? Quelli della
                                                             iniziale del dottore della legge – e anche la nostra! –:
mia stessa religione?... Chi è il mio prossimo?
                                                             non devo catalogare gli altri per decidere chi è il mio
E Gesù risponde con questa parabola. Un uomo, lungo          prossimo e chi non lo è. Dipende da me essere o non
la strada da Gerusalemme a Gerico, è stato assalito          essere prossimo - la decisione è mia -, dipende da me
dai briganti, malmenato e abbandonato. Per quella
essere o non essere prossimo della persona che                Sono di quelli che selezionano la gente secondo il
incontro e che ha bisogno di aiuto, anche se estranea o       proprio piacere? Queste domande è bene farcele e
magari ostile. E Gesù conclude: «Va’ e anche tu fa’           farcele spesso, perché alla fine saremo giudicati sulle
così» (v. 37). Bella lezione! E lo ripete a ciascuno di       opere di misericordia. Il Signore potrà dirci: Ma tu, ti
noi: «Va’ e anche tu fa’ così», fatti prossimo del fratello   ricordi quella volta sulla strada da Gerusalemme a
e della sorella che vedi in difficoltà. “Va’ e anche tu fa’   Gerico? Quell’uomo mezzo morto ero io. Ti ricordi?
così”. Fare opere buone, non solo dire parole che             Quel bambino affamato ero io. Ti ricordi? Quel
vanno al vento. Mi viene in mente quella canzone:             migrante che tanti vogliono cacciare via ero io. Quei
“Parole, parole, parole”. No. Fare, fare. E mediante le       nonni soli, abbandonati nelle case di riposo, ero io.
opere buone che compiamo con amore e con gioia                Quell’ammalato solo in ospedale, che nessuno va a
verso il prossimo, la nostra fede germoglia e porta           trovare, ero io.
frutto. Domandiamoci – ognuno di noi risponda nel             Ci aiuti la Vergine Maria a camminare sulla via
proprio cuore – domandiamoci: la nostra fede è                dell’amore, amore generoso verso gli altri, la via del
feconda? La nostra fede produce opere buone?                  buon samaritano. Ci aiuti a vivere il comandamento
Oppure è piuttosto sterile, e quindi più morta che viva?      principale che Cristo ci ha lasciato. E’ questa la strada
Mi faccio prossimo o semplicemente passo accanto?             per entrare nella vita eterna..

          AVVISI COMUNI ALLE PARROCCHIE DELL’UNITA’ PASTORALE
LUNEDI’ CULTURALI 2019 (23a edizione): “Educare alla vita buona del Vangelo nel lavoro e nella
festa”
MOSTRA SUL TEMA:
  Fino al 14 Luglio presso il Centro San Giacomo, sul Porto Canale è allestita la mostra:
  “Un dramma avvolto di splendori. Uomini e donne al lavoro nella pittura di Jean Francois Millet”
  La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 21.00 alle 23.00. In concomitanza degli
  incontri dell’1, 8 luglio, la mostra rimarrà chiusa. Per info e prenotazioni visite guidate 347
  4294401

CONFERENZE: Presso Palazzo del Turismo Viale Roma 112 – Sala Convegni (aria condizionata) - ore 21.15
   Lunedì 15 luglio: proiezione del flm “Giovanni Paolo II”, in preparazione al dono di
    una sua reliquia alla Parrocchia S. Giacomo Ap. in occasione della festa
    patronale.
   Lunedì 22 Luglio: “La responsabilità e il tempo libero degli adolescenti” – Dott. Alberto
    Pellai - medico, psicoterapeuta e scrittore.
Per info parrocchia di S. Giacomo Ap. – Via G. Bruno 2 – Tel .0547 80232
www.parrocchiasangiacomocesenatico.it; www.facebook.com/sangiacomoap

          AVVISI SAN GIACOMO                                       Prefestiva: sabato ore 21.00
             (telefono 0547.80232)                                 Martedì: ore 20.30 Adorazione
     www.parrocchiasangiacomocesenatico.it                                     Ore 21.00 Liturgia della
       www.facebook.com/sangiacomoap                          Parola

ORARIO delle SS MESSE (dal 1° luglio)                         Camping Cesenatico:
San Giacomo                                                        Prefestiva: sabato ore 19.00
      Festiva: ore 7.00-11.00-21.00
      Prefestiva: sabato ore 21.00                            S.MESSA ALLA CASA DI RIPOSO:
      Feriale: tutti i giorni alle ore 21.00                  venerdì 19 luglio, ore 10, s.Messa alla
                                                              Casa di Riposo di Via Magrini.
San Giuseppe
                                                              ADORAZIONE EUCARISTICA:
      Festiva: 7,30 - 9 - 10.30 – 18,30
                                                              -San Giuseppe: lunedì e mercoledì, ore
      Prefestiva: sabato ore 18,30
                                                              17,30
      Feriale: tutti i giorni alle ore 18,30
                                                              -San Giacomo: venerdì ore 21,30-22,30.
San Pietro:
      Festiva: ore 9.15
-San Pietro: martedì, dalle 20,30 alle 21
(a seguire: liturgia della Parola e               I frati sono disponibili ogni giorno per le
S.Comunione)                                      confessioni o per un colloquio spirituale.

OGNI GIOVEDI’ mattina alle ore 9.00 recita
delle Lodi. A seguire, per chi potesse
donare un’ora del suo tempo, pulizia della             AVVISI S. MARIA MADRE DELLA
chiesa di S. Giacomo Ap.                                            CHIESA
                                                               IN BOSCHETTO
LECTIO DIVINA SUL VANGELO seguendo                           (telefono 0547.83347)
l’anno liturgico. Prossimo appuntamento
Giovedì 18 Luglio alle ore 21,00 in parrocchia.   ORARIO delle SS MESSE dal 1 giugno
Aperto a tutti.                                       Boschetto:
                                                            Festivo ore 8.30 -21.00
AIUTO AI COMPITI ESTIVI                                     Sabato e Prefestiva ore 16.00 e
Nelle mattinate di martedì e venerdì, presso      21.00
i locali della parrocchia, dalle ore 9,30                   Feriale ore 7.30 in cripta
alle 11,30 saranno disponibili insegnanti         Ogni giovedì Adorazione Eucaristica in cripta
per aiutare i ragazzi delle elementari e          dopo la S. Messa del mattino.
medie nei compiti estivi.
Per info, costi e prenotazioni:                       Valverde
Insegnante Rossi Liviana 328 0148215                        Domenica e Festivi ore 7.30 - 9.30 –
Segreteria parrocchiale 0547 80232                          18.30
                                                            Prefestiva ore 18.30
PELLEGRINAGGI IN PROGRAMMA                                  Feriale ore 18.30
12-19/10 Terra Santa                              Ogni mercoledì a Valverde Adorazione dalle
                                                  ore 21.00 alle ore 22.00
2-4/12 Mercatini di Natale

 AVVISI FRATELLI DI SAN FRANCESCO
          (telefono 0547.80209)

ORARIO delle SS MESSE                             SABATO 20        LUGLIO      in parrocchia a
    Festivo: ore 9.00 – 10.30 – 17.30             Boschetto:
    Sabato e prefestivi: 17.30
    Feriale ore 9.00                              ore 19.15 salsicciata

OGNI DOMENICA E FESTIVI:                          ore 21.00 Cinema all’aperto Film per la
                                                  famiglia“I PINGUINI DI MR. POPPER”
-ore 16.10 Santo Rosario
-ore 16.30 Adorazione Eucaristica                 Prenotarsi entro il 19 luglio
OGNI GIOVEDI’DI GIUGNO, LUGLIO E
AGOSTO ore 6.30 Rosario agli scogli al            OGNI SABATO POMERIGGIO DALLE ORE
molo di Levante presso Gambero Rosso              15 ALLE 16 UN SACERDOTE SARA’
                                                  DISPONIBILE IN CHIESA PER LE
                                                  CONFESSIONI
TUTTI I SABATI DI LUGLIO E AGOSTO
Ore 9.00 S. Messa seguita da
Adorazione Eucaristica fno alle 10.30
                                                   AVVISI VILLAMARINA-GATTEO MARE
ESERCIZI SPIRITUALI PER LAICI A                             (telefono 0547.86419)
LORETO dall’ 8 all’11 Agosto, predicati
da Fra Ambrogio con la presenza di                ORARIO SS MESSE a Gatteo Mare
Frate Francesco. Costo €. 230,00                        Festivo ore 7 – 8 – 9 – 10- 11 – 18 – 20.45
(all’iscrizione versamento caparra €.                   Sabato ore 18.00 e 20.45
50,00)                                                  Feriale da lunedì a venerdì ore 8.00
Iscrizioni fno ad esaurimento posti (30           e 20.45
posti disponibili)
A Villamarina: Festivo ore 10.00
       Sabato ore 16.00                                                      Cannucceto
                                                                               Festivo: ore 9.45
                                                                               Feriale: Martedì e venerdì ore 8.00
CONFESSIONI p r i m a e d o p o l a S .
Messa.                                                                                    Giovedì ore 20.00

                                                                         TUTTE LE MATTINE ore 8.00 Ufcio
SANTO ROSARIO ogni notte ore 24.00                                       delle letture e Lodi
dalla chiesa di Gatteo Mare (in diretta
Facebook su proflo “Mirco Bianchi”)
                                                                         TUTTI I VENERDI’ a S. M. Goretti dalle
                                                                         17.30 alle 21.30 Adorazione eucaristica
                                                                         continuata
        AVVISI SANTA MARIA GORETTI
              (telefono 0547.83972)
                                                                         2° VENERDI’ DEL MESE a S. M. Goretti
                                                                         dopo la S. Messa delle 20.30
ORARIO SS MESSE                                                          Adorazione Eucaristica guidata
S. Maria Goretti
   Festivo: ore 8.00 – 11.15                                             TUTTI I LUNEDI’ a Cannucceto, ore
   Prefestivaore20.30
                                                                         20.30 Adorazione Eucaristica
   Feriale: Lunedì Martedì Mercoledì Venerdì
ore 20.30
           Solo il sabato ore 8.30

    11 LUGLIO: FESTA DI SAN BENEDETTO DA NORCIA, PATRONO
                           D’EUROPA
       Catechesi di Papa Benedetto XVI sulla fgura di questo grande santo (9 aprile
                                         2008).

Cari fratelli e sorelle,                                                 della fede cristiana condivisa dai popoli del continente. E’ nata
vorrei oggi parlare di san Benedetto, Fondatore del monachesimo          proprio così la realtà che noi chiamiamo “Europa”.
occidentale, e anche Patrono del mio pontificato. Comincio con           La nascita di san Benedetto viene datata intorno all’anno 480.
una parola di san Gregorio Magno, che scrive di san Benedetto:           Proveniva, così dice san Gregorio, “ex provincia Nursiae” – dalla
“L’uomo di Dio che brillò su questa terra con tanti miracoli non         regione della Nursia. I suoi genitori benestanti lo mandarono per la
rifulse meno per l’eloquenza con cui seppe esporre la sua dottrina”      sua formazione negli studi a Roma. Egli però non si fermò a lungo
(Dial. II, 36). Queste parole il grande Papa scrisse nell’anno 592; il   nella Città eterna. Come spiegazione pienamente credibile,
santo monaco era morto appena 50 anni prima ed era ancora vivo           Gregorio accenna al fatto che il giovane Benedetto era disgustato
nella memoria della gente e soprattutto nel fiorente Ordine              dallo stile di vita di molti suoi compagni di studi, che vivevano in
religioso da lui fondato. San Benedetto da Norcia con la sua vita e      modo dissoluto, e non voleva cadere negli stessi loro sbagli.
la sua opera ha esercitato un influsso fondamentale sullo sviluppo       Voleva piacere a Dio solo; “soli Deo placere desiderans” (II Dial.,
della civiltà e della cultura europea. La fonte più importante sulla     Prol 1). Così, ancora prima della conclusione dei suoi studi,
vita di lui è il secondo libro dei Dialoghi di san Gregorio Magno.       Benedetto lasciò Roma e si ritirò nella solitudine dei monti ad est di
Non è una biografia nel senso classico. Secondo le idee del suo          Roma. Dopo un primo soggiorno nel villaggio di Effide (oggi: Affile),
tempo, egli vuole illustrare mediante l’esempio di un uomo               dove per un certo periodo si associò ad una “comunità religiosa” di
concreto – appunto di san Benedetto – l’ascesa alle vette della          monaci, si fece eremita nella non lontana Subiaco. Lì visse per tre
contemplazione, che può essere realizzata da chi si abbandona a          anni completamente solo in una grotta che, a partire dall’Alto
Dio. Quindi ci dà un modello della vita umana come ascesa verso il       Medioevo, costituisce il “cuore” di un monastero benedettino
vertice della perfezione. San Gregorio Magno racconta anche, in          chiamato “Sacro Speco”. Il periodo in Subiaco, un periodo di
questo libro dei Dialoghi, di molti miracoli compiuti dal Santo, ed      solitudine con Dio, fu per Benedetto un tempo di maturazione. Qui
anche qui non vuole semplicemente raccontare qualche cosa di             doveva sopportare e superare le tre tentazioni fondamentali di ogni
strano, ma dimostrare come Dio, ammonendo, aiutando e anche              essere umano: la tentazione dell’autoaffermazione e del desiderio
punendo, intervenga nelle concrete situazioni della vita dell’uomo.      di porre se stesso al centro, la tentazione della sensualità e, infine,
Vuole mostrare che Dio non è un’ipotesi lontana posta all’origine        la tentazione dell’ira e della vendetta. Era infatti convinzione di
del mondo, ma è presente nella vita dell’uomo, di ogni uomo.             Benedetto che, solo dopo aver vinto queste tentazioni, egli
Questa prospettiva del “biografo” si spiega anche alla luce del          avrebbe potuto dire agli altri una parola utile per le loro situazioni di
contesto generale del suo tempo: a cavallo tra il V e il VI secolo il    bisogno. E così, riappacificata la sua anima, era in grado di
mondo era sconvolto da una tremenda crisi di valori e di istituzioni,    controllare pienamente le pulsioni dell’io, per essere così un
causata dal crollo dell’Impero Romano, dall’invasione dei nuovi          creatore di pace intorno a sé. Solo allora decise di fondare i primi
popoli e dalla decadenza dei costumi. Con la presentazione di san        suoi monasteri nella valle dell’Anio, vicino a Subiaco.
Benedetto come “astro luminoso”, Gregorio voleva indicare in             Nell’anno 529 Benedetto lasciò Subiaco per stabilirsi a
questa situazione tremenda, proprio qui in questa città di Roma, la      Montecassino. Alcuni hanno spiegato questo trasferimento come
via d’uscita dalla “notte oscura della storia” (cfr Giovanni Paolo       una fuga davanti agli intrighi di un invidioso ecclesiastico locale.
II, Insegnamenti, II/1, 1979, p. 1158). Di fatto, l’opera del Santo e,   Ma questo tentativo di spiegazione si è rivelato poco convincente,
in modo particolare, la sua Regola si rivelarono apportatrici di un      giacché la morte improvvisa di lui non indusse Benedetto a
autentico fermento spirituale, che mutò nel corso dei secoli, ben al     ritornare (II Dial. 8). In realtà, questa decisione gli si impose perché
di là dei confini della sua Patria e del suo tempo, il volto             era entrato in una nuova fase della sua maturazione interiore e
dell’Europa, suscitando dopo la caduta dell’unità politica creata        della sua esperienza monastica. Secondo Gregorio Magno, l’esodo
dall’impero romano una nuova unità spirituale e culturale, quella        dalla remota valle dell’Anio verso il Monte Cassio – un’altura che,
dominando la vasta pianura circostante, è visibile da lontano –             da sé – utopia che, in modi diversi, nell’Europa del Novecento ha
riveste un carattere simbolico: la vita monastica nel nascondimento         causato, come ha rilevato il Papa Giovanni Paolo II, “un regresso
ha una sua ragion d’essere, ma un monastero ha anche una sua                senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità”
finalità pubblica nella vita della Chiesa e della società, deve dare        (Insegnamenti, XIII/1, 1990, p. 58). Cercando il vero progresso,
visibilità alla fede come forza di vita. Di fatto, quando, il 21 marzo      ascoltiamo anche oggi la Regola di san Benedetto come una luce
547, Benedetto concluse la sua vita terrena, lasciò con la                  per il nostro cammino. Il grande monaco rimane un vero maestro
sua Regola e con la famiglia benedettina da lui fondata un                  alla cui scuola possiamo imparare l’arte di vivere l’umanesimo
patrimonio che ha portato nei secoli trascorsi e porta tuttora frutto       vero.
in tutto il mondo.
Nell’intero secondo libro dei Dialoghi Gregorio ci illustra come la
vita di san Benedetto fosse immersa in un’atmosfera di preghiera,
fondamento portante della sua esistenza. Senza preghiera non c’è
esperienza di Dio. Ma la spiritualità di Benedetto non era
un’interiorità fuori dalla realtà. Nell’inquietudine e nella confusione
del suo tempo, egli viveva sotto lo sguardo di Dio e proprio così
non perse mai di vista i doveri della vita quotidiana e l’uomo con i
suoi bisogni concreti. Vedendo Dio capì la realtà dell’uomo e la sua
missione. Nella sua Regola egli qualifica la vita monastica “una
scuola del servizio del Signore” (Prol. 45) e chiede ai suoi monaci
che “all’Opera di Dio [cioè all’Ufficio Divino o alla Liturgia delle Ore]
non si anteponga nulla” (43,3). Sottolinea, però, che la preghiera è
in primo luogo un atto di ascolto (Prol. 9-11), che deve poi tradursi
nell’azione concreta. “Il Signore attende che noi rispondiamo ogni
giorno coi fatti ai suoi santi insegnamenti”, egli afferma (Prol. 35).
Così la vita del monaco diventa una simbiosi feconda tra azione e
contemplazione “affinché in tutto venga glorificato Dio” (57,9). In
contrasto con una autorealizzazione facile ed egocentrica, oggi
spesso esaltata, l’impegno primo ed irrinunciabile del discepolo di
san Benedetto è la sincera ricerca di Dio (58,7) sulla via tracciata
dal Cristo umile ed obbediente (5,13), all’amore del quale egli non
deve anteporre alcunché (4,21; 72,11) e proprio così, nel servizio
dell’altro, diventa uomo del servizio e della pace. Nell’esercizio
dell’obbedienza posta in atto con una fede animata dall’amore
(5,2), il monaco conquista l’umiltà (5,1), alla quale
la Regola dedica un intero capitolo (7). In questo modo l’uomo
diventa sempre più conforme a Cristo e raggiunge la vera
autorealizzazione come creatura ad immagine e somiglianza di
Dio.
All’obbedienza del discepolo deve corrispondere la saggezza
dell’Abate, che nel monastero tiene “le veci di Cristo” (2,2; 63,13).
La sua figura, delineata soprattutto nel secondo capitolo
della Regola, con un profilo di spirituale bellezza e di esigente
impegno, può essere considerata come un autoritratto di
Benedetto, poiché – come scrive Gregorio Magno – “il Santo non
poté in alcun modo insegnare diversamente da come visse”
(Dial. II, 36). L’Abate deve essere insieme un tenero padre e anche
un severo maestro (2,24), un vero educatore. Inflessibile contro i
vizi, è però chiamato soprattutto ad imitare la tenerezza del Buon
Pastore (27,8), ad “aiutare piuttosto che a dominare” (64,8), ad
“accentuare più con i fatti che con le parole tutto ciò che è buono e
santo” e ad “illustrare i divini comandamenti col suo esempio”
(2,12). Per essere in grado di decidere responsabilmente, anche
l’Abate deve essere uno che ascolta “il consiglio dei fratelli” (3,2),
perché “spesso Dio rivela al più giovane la soluzione migliore”
(3,3). Questa disposizione rende sorprendentemente moderna
una Regola scritta quasi quindici secoli fa! Un uomo di
responsabilità pubblica, e anche in piccoli ambiti, deve sempre
essere anche un uomo che sa ascoltare e sa imparare da quanto
ascolta.
Benedetto qualifica la Regola come “minima, tracciata solo per
l’inizio” (73,8); in realtà però essa offre indicazioni utili non solo ai
monaci, ma anche a tutti coloro che cercano una guida nel loro
cammino verso Dio. Per la sua misura, la sua umanità e il suo
sobrio discernimento tra l’essenziale e il secondario nella vita
spirituale, essa ha potuto mantenere la sua forza illuminante fino
ad oggi. Paolo VI, proclamando nel 24 ottobre 1964 san Benedetto
Patrono d’Europa, intese riconoscere l’opera meravigliosa svolta
dal Santo mediante la Regola per la formazione della civiltà e della
cultura europea. Oggi l’Europa – uscita appena da un secolo
profondamente ferito da due guerre mondiali e dopo il crollo delle
grandi ideologie rivelatesi come tragiche utopie – è alla ricerca
della propria identità. Per creare un’unità nuova e duratura, sono
certo importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma
occorre anche suscitare un rinnovamento etico e spirituale che
attinga alle radici cristiane del Continente, altrimenti non si può
ricostruire l’Europa. Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto
al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere
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