DOMENICA 1 MARZO 2020 - CASTELMEZZANO 47 GIORNATA ROTARY PER I CASTELLI - Il Gazzettino di Brindisi

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DOMENICA 1 MARZO 2020 - CASTELMEZZANO 47 GIORNATA ROTARY PER I CASTELLI - Il Gazzettino di Brindisi
organizza la

47^ GIORNATA ROTARY PER I CASTELLI

                  CASTELMEZZANO

          visita al Castello e al Borgo Antico

                      VAGLIO

   visita al Museo delle Antiche Genti ed al Parco
             Archeologico Serra di Vaglio

       DOMENICA 1 MARZO 2020
ADDRESS                   CONTACT

23/F MONACO TOWER
1438 BEN STREET
COLONIE, NY 12205
DOMENICA 1 MARZO 2020 - CASTELMEZZANO 47 GIORNATA ROTARY PER I CASTELLI - Il Gazzettino di Brindisi
PROGRAMMA
 Ore 9,30: incontro a Castelmezzano davanti la chiesa Santa Maria
 dell’Olmo
 Ore 9.45: Visita Fortilizio Normanno ed al Borgo Antico
 Ore 10.45: Vaglio Saluti Autorità
 Ore 11.00: Visita Museo delle antiche genti
 Ore 12.00: Visita area archeologica Serra di Vaglio
 Ore 13.30: Pranzo Agriturismo La Dimora dei Cavalieri

 Costo della giornata a persona: 30,00 Euro (comprensivi di visite
 guidate, colazione e pranzo con 5 portate).

 N.B. Per chi desiderasse pernottare la sera del 29 Febbraio, si indicano le
 seguenti soluzioni (al momento della prenotazione indicare "Gruppo Rotary"):

    Potenza:
 - Grande Albergo - Corso XVIII Agosto 1860, 46 - Tel: 0971 410220

    Castelmezzano:
 - CASE VACANZA: "La casa del mago", "Casa dell'avventura", "Casa delle stelle" e
 "Casa dell'arco" - Corso Vittorio Emanuele II
 Rivolgersi a Pierfrancesco - Tel. 3474070271
 www.vacanzecastelmezzano.it/ospitalita.html
 - B&B La casa di Giulietta - Via Giuseppe Garibaldi, 18
 Tel: 3334884579

 INFO:
 Presidente Rotary Club Potenza, Maria Teresa Lavieri - Tel: 348 9164391
 Segretario Rotary Club Potenza, Gianluca Meccariello - Tel: 340 3659329
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 E-mail: rotaryclubpotenza@gmail.com
  23/F MONACO TOWER
  1438 BEN STREET
Si prega
   C O L O N di
             I E , comunicare
                    NY 12205  l'adesione entro e non oltre il 25 febbraio 2020
CASTELMEZZANO

“Città paesaggio” per la sua rara bellezza inclusa nei “Borghi più Belli d’Italia”,
Castelmezzano è uno dei paesi del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e
Piccole Dolomiti Lucane.
A vederlo in lontananza, Castelmezzano, così piccolo e grazioso, fa vivere la
sensazione di entrare in una favola, i cui protagonisti sono l’Aquila reale e la
Civetta, la Grande Madre, l’Incudine e la Bocca del Leone. Solo i nomi sono presi
in prestito dalla fantasia, perché le sculture degli enormi massi di roccia
arenaria, che nel tempo sono state plasmate dai giochi del vento e della pioggia,
fino ad assumere simili forme, esistono davvero!
A fare la guardia a questo gioiello dalla struttura medievale, fatto di scale
ripide, vicoli stretti, case arrampicate sulla roccia, sono le Piccole Dolomiti
Lucane che, più in alto si sale, seguendo percorsi dedicati, più svelano un
incantevole paesaggio.
Proprio da qui si può vivere l’emozione unica del “Volo dell’Angelo”, imbracati
in totale sicurezza, per lanciarsi nel vuoto e godere come mai prima, da soli o in
coppia, dell’incantevole paesaggio delle Dolomiti Lucane, fino a sfiorarne le
vette e raggiungere la vicina Pietrapertosa. La favola, a Castelmezzano,
prosegue poi con un singolare “matrimonio”, quello tra gli alberi…
La Storia

Nel nome, “Castrum Medianum” (castello di mezzo), è impressa la sua storia di
fortezza normanna, in posizione centrale rispetto ai castelli di Pietrapertosa e
Brindisi di Montagna.
Le origini di Castelmezzano sono legate alla penetrazione di coloni Greci nella
Valle del Basento avvenuta tra il VI e il V secolo a.C. Successivamente con
l’arrivo dei saraceni, nel X secolo d.C., la popolazione locale, costretta a fuggire,
si rifugia tra rocce ripide individuate, secondo un antico racconto, da un
pastore di nome Paolino, per il quale da qui sarebbe stato semplice respingere
gli invasori facendo rotolare massi di pietra.
In seguito all’occupazione longobarda, Castelmezzano viene invasa dai
Normanni (XI-XIII sec. d.C.), cui si deve la costruzione del castello che ha dato
poi nome alla città. Nel tempo si sono succedute le invasioni da parte degli
Aragonesi (XIV-XVI sec. d.C.) e diverse famiglie hanno avuto un ruolo
determinante nella storia e nello sviluppo del paese, da quella del barone
Giovanni Antonio De Leonardis ai De Lerma. La conformazione del territorio,
per la presenza di rifugi naturali, ha favorito lo sviluppo del brigantaggio
lucano (XIX sec.) anche a Castelmezzano.
Il patrimonio culturale

Ogni scorcio delle Dolomiti Lucani e ogni angolo del borgo di Castelmezzano
custodiscono storie di popoli ed avvenimenti che lo hanno attraversato.
Dai ruderi del castello normanno-svevo, ai palazzi storici di particolare bellezza
e ai portali di pregevole fattura, dalle chiese alle piccole cappelle, alle scale che
portano sempre più in cima al paese, Castelmezzano è un tesoro da scoprire e
indimenticabile.
Poco lontano dal paese tra sentieri, scalinate e piccoli ponti in pietra si può
raggiungere poi la vallata del Caperrino, da cui è possibile ammirare i resti di
antichi mulini costruiti a secco sormontati da tetti realizzati con lastre di pietra
locale denominate “chiang”, “pietra”, secondo il dialetto locale.

Il Castello Normanno - Svevo

Il maniero risale al periodo normanno (XI-XIII sec. d.C.), costruito come
roccaforte in posizione centrale rispetto ai castelli di Pietrapertosa e Brindisi di
Montagna.
In realtà ne sono visibili solo i ruderi, in particolare, parte del muro di cinta,
resti di mura rialzati sulla roccia, una cisterna per la raccolta delle acque
piovane e la lunga e ripida scalinata scavata nella roccia, utilizzata
probabilmente come postazione di avvistamento, da cui era consentito
sorvegliare la sottostante vallata del fiume Basento.
Fino a poco tempo fa questa scalinata era percorribile dai visitatori che
volessero raggiungerne il punto più alto per godere del panorama mozzafiato
che si staglia sulle Dolomiti Lucane.
Il patrimonio religioso

A Castelmezzano la devozione si esprime nella chiesa madre e in alcune
cappelle disseminate nel grazioso borgo.
La chiesa madre di Santa Maria dell’Olmo (XIII sec.), tutta costruita in pietra
locale, domina nella piazza principale. Molto bella è la maestosa facciata in stile
romanico, rivestita con pietra locale a faccia vista e scandita da quattro colonne
e un architrave, a sua volta abbellito da fiori, leoni e aquile a due teste.
In posizione centrale, una nicchia ospita un affresco di San Rocco, Protettore
del paese. A una sola navata e con quattro cappelle, all’interno sono custodite
opere di elevato valore artistico, come la bella statua lignea della Madonna
dell’Olmo (XIII sec.) e una tela della “Sacra Famiglia” realizzata dal pittore
lucano Giovanni De Gregorio, detto il Pietrafesa, uno dei massimi esponenti
della cultura pittorica lucana tra tardo manierismo e barocco, le cui numerose
opere sono disseminate nelle chiese e nei conventi della regione.
Si può inoltre ammirare un altare ligneo in stile barocco con al centro un
dipinto disegnato su una pietra.

Cinema

Nel 2014 Castelmezzano è stato set de “La Grande Seduzione”, il lavoro
cinematografico diretto da Massimo Gaudioso e prodotto dalla Cattleya.
Per diversi mesi si sono aggirati tra gli angoli più suggestivi del paese gli
interpreti del film: Silvio Orlando, Carlo Buccirosso, Nando Paone, Fabio Volo e
Miriam Leone. Le riprese hanno interessato molti punti del piccolo borgo
lucano che si sono trasformati così in una vera e propria location
cinematografica.
Per l’occasione la vecchia galleria scavata nella roccia è diventata una miniera,
mentre in uno dei ristoranti è stata ambientata la locanda dei minatori di
“Pietramezzana”.
Attrattori

Un chilometro e mezzo in poco più di un minuto, da Castelmezzano a
Pietrapertosa, e viceversa. In Basilicata si “vola” sulle vette delle Piccole
Dolomiti Lucane, in due o in
solitudine.
“Il Volo dell’Angelo” ogni anno fa vivere l’esperienza della discesa tra le vette e
gli incantevoli paesaggi dei due “Borghi più belli d’Italia” e consente di
sorvolare le Dolomiti Lucane regalando sensazioni straordinarie e amplificate,
sospesi a quattrocento chilometri dal suolo e perfettamente allineati su un
cavo di acciaio. Un tuffo tra cielo e terra con la percezione di accarezzare uno
dei paesaggi più suggestivi della Basilicata.
VAGLIO
Il Comune di Vaglio Basilicata (2.320 abitanti, 954 metri sul livello del mare) in
provincia di Potenza.

Storia
Antico feudo appartenne a diversi Signori che si sono avvicendati al potere fin
dal ’200 dopo che l’antico insediamento fu distrutto dagli angioini. Dista pochi
chilometri dal capoluogo di Regione il quale pare ebbe le sue antiche origini in
epoca neolitica proprio in località Serra di Vaglio. Ancora oggi Vaglio conserva
buona parte della sua antica architettura spontanea.
La Chiesa Madre: dedicata a San Pietro è di impianto cinquecentesco e
conserva nel suo interno opere come la Madonna del Rosario (1582) e la Sacra
Famiglia (1580) dell’artista Antonio Stabile. Alle spalle dell’Altare Maggiore si
può ammirare un interessante scolpito in fondo al quale v’è una natività del De
Laurentis risalente al primo triennio del 1600.
L’ex Convento di Sant’Antonio Abate: con l’annessa Chiesa a navata unica
mostra sull’altare maggiore una scultura del Santo del XVII secolo ed alcune
tele del 1600 di Francesco Paterno e Attilio De Laurentis.
Nel suo interno emergono per policromia sei altari nonché il pulpito, la
cantoria e la grata monastica. Interessante è la facciata principale della Chiesa
ed il portale del 1636. La Chiesa di San Donato, piccolo ma grazioso edificio in
pietra costruito nel 1553, conserva nel suo interno una statua del Santo del
cinquecento ed un altare intagliato del 1587. A Serra di Vaglio distante circa 4
Km dal centro abitato sono stati rinvenuti i resti di un insediamento indigeno
risalente ad un periodo compreso tra il X ed il III sec. a.C. Qui, oltre a
fondazioni di antiche abitazioni è visibile una fortificazione costruita con
blocchi di pietra a secco e lunga circa 7 Km (VI sec. a.C.) mentre nella zona più a
valle sono state rinvenute alcune sepolture appartenuti a nobili e guerrieri
come dimostrano le fibule, i gioielli e le acconciature femminili nonché le
armature le bordature per cavalli.
Poco più a nord di Vaglio, in località Macchia di Rossano, è stato rinvenuto un
complesso sacrale monumentale del IV sec. a.C. dedicato alla Dea Mefitis. In
questo tempio oltre alle pratiche religiose si tenevano anche funzioni di
carattere politico-sociale che interessavano molte popolazioni indigene del
territorio. La maggior parte degli scavi a Serra di Vaglio e Rossano ebbero
inizio solo intorno alla metà del secolo scorso ed a parere di esperti, pare che
molto è ancora da scoprire. Vaglio è sicuramente uno dei centri Lucani più
importante dal punto di vista archeologico e molti sono gli studiosi (anche
stranieri) interessati a questo patrimonio culturale che, ancor più che alla
nostra Regione, al mondo.

La Città
La sua vecchia denominazione è la Terra di Balio e la prima attestazione risale
alla seconda metà del 1200 quando fu distrutta dalle truppe Angioine. In
seguito è stata posseduta da diverse famiglie feudatarie.

Da visitare
La Chiesa Madre di San Paolo Apostolo risalente al 1400 (conserva il corpo di
San Faustino Martire, patrono del paese) L’ex Convento di Sant’Antonio con un
pregievole portale in legno risalente al 1636 con l’annessa Chiesa (la Chiesa
contiene tele ed affreschi del 1600).
La bella Fontana ottocentesca (nella Piazza principale). Il Palazzo Tamburrino
con caratteristiche Medioevali con incorporata la Porta Fortificata.
La Chiesa di San Donato (costruzione in pietra) risalente al 1553 (conserva un
altare intagliato in legno dello Stabile).
La Chiesetta rurale della Madonna di Rossano rifatta nell’800 (conserva una
scultura lapidea del secolo XV-XVI (Località Macchia di Rossano).
Scavi di Serra di Vaglio, dove esisteva un abitato indigeno e Rossano, santuario
della Dea Mefitis risalente al secolo IV a. C. in una zona ricca di sorgenti d’acqua
(l’abitato è racchiuso in una possente fortificazione muraria lunga quasi Km4 e
formata da grossi blocchi di pietra squadrati a secco). Le Tombe risalenti alla
fine del secolo VI a. C. dove sono state ritrovate armature e bardature per
cavalli, gioielli femminili, monili e fibule (forse la tomba di una principessa di
circa sette anni) (Località Braida).
Il Museo delle Antiche Genti di Lucania, ubicato nel centro del paese.
Il Museo offre al visitatore una serie di suggestive ricostruzioni corredate da
reperti archeologici. Attraverso un viaggio fantastico è possibile rivivere
all’interno di una reggia del VI secolo a.C. il cerimoniale del banchetto
aristocratico e, nel santuario del IV secolo a.C., gli atti di offerta devozionale
alla dea Mefite.
Apparati multimediali rendono questa struttura espositiva una delle
realizzazioni museali più innovative realizzate negli ultimi anni in Italia
meridionale.
L’apertura del Museo integra, con estrema efficacia, un percorso archeologico
che si completa con la visita al centro fortificato di Serra di Vaglio ed al
monumentale santuario lucano di Rossano di Vaglio: luoghi di grande interesse
sotto il profilo archeologico e di particolare suggestione anche sotto il profilo
del contesto paesaggistico.
Questo viaggio affascinante tra natura e cultura potrà essere completato con la
visita al Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu
Adamesteanu”, dove sono esposte altre importanti testimonianze archeologiche
di Vaglio, a partire dal corredo funerario della piccola principessa morta nel VI
secolo a.C. e sepolta con i preziosi gioielli in oro, argento e ambra che avrebbe
indossato se il suo destino non si fosse interrotto troppo precocemente.
L’inaugurazione del Museo costituisce una prima importante realizzazione del
progetto di valorizzazione del patrimonio archeologico, condotto
dall’Amministrazione Comunale di Vaglio di Basilicata, in stretta
collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata, e
che, a breve, si amplierà con l’apertura di nuovi spazi espositivi nello stesso
Museo e la realizzazione di una struttura per spettacoli nell’area del santuario
di Rossano di Vaglio. Sarà così possibile rivivere le suggestioni della cultura
classica in un luogo di grande fascino.
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