Il pianeta delle meraviglie
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Il pianeta delle meraviglie Di Silvia Campana “C’era una volta” un pianeta abitato da creature straordinarie. Una tale pace e felicità regnavano in ogni angolo di questo mondo, tanto distante dal pianeta terra da essere irraggiungibile. Si chiamava “Il Pianeta Delle Meraviglie”. Lì vivevano, solamente piante tutte esattamente uguali. Vi chiederete allora che cosa c’era di così meraviglioso e speciale?. La meraviglia era che gli alberi avevano i colori dell’arcobaleno e avevano ricevuto il dono della parola, del pensiero, cioè della comunicazione. Le piante non morivano mai, le foglie non appassivano mai, c’era una perenne gamma di colori che donavano una vita straordinaria e meravigliosa. Così, per secoli e secoli questo luogo visse felicemente isolato dal resto dei pianeti dell’universo. Un giorno, una cometa impazzita si schiantò contro il “Pianeta Delle Meraviglie” e distrusse tutto quanto. In un solo istante tutti gli esseri di quel pianeta perirono, alcuni frammenti di queste magiche creature si sparsero per l’intero universo, e ognuna di esse cercò rifugio negli altri sistemi planetari. Soltanto due pezzettini piccoli piccoli arrivarono sulla terra, e caddero in un luogo assai isolato dell’ Europa meridionale, in un paese tutto circondato dal mare. Questi alberi poterono crescere, pensando che in quel posto desolato sarebbero stati al riparo da qualsiasi pericolo, però, nascosero alla vista umana il loro vero colore. Si camuffarono da alberi come quegli terrestri; il primo prese la forma di un ulivo molto semplice, perché ne vide di simili nel luogo dove erano caduti, il secondo prese la forma di una acacia, tanto gli piaceva la forma delle foglie e dei fiori. Soltanto se avessero trovato una persona incredibilmente buona l’avrebbero rivelato il loro grande segreto. Queste creature, essendo speciali e divine, avevano un potere particolare. Se qualche essere umano veniva a contatto con loro, gli trasmettevano un potere speciale, e questa persona diventava un genio in molte forme di arte e di scienza. Avvenne che in questo paese nacquero tanti geni, che inventarono cose importanti ed estremamente utili agli essere umani. Altre persone produssero opere d’arte meravigliose che sarebbero state ammirate nei secoli a venire. Nacquero così dipinti straordinari e unici, sculture di rara bellezza e armonia, opere d’arte perfette. Gente di tutte le parti del mondo sarebbero poi venute ad ammirare i capolavori di questi geni. Molte persone che non appartenevano a questo fortunato paese e che ebbero la fortuna di venire a contatto con questi esseri extraterrestri, divennero anche essi veri geni. E quando ritornarono nei loro paesi crearono e costruirono cose stupende. Il mondo si riempì di persone superdotate che in ogni paese e continente crearono e inventarono tantissime cose. Dopo secoli e secoli di pace e serenità, nel luogo dove vivevano le creature extraterrestri, arrivò un insediamento umano. Il benessere arrivò in quel paese, e la gente costruì in ogni dove, persino dove c’erano questi alberi speciali. Fortunatamente, il piano di costruzione era un poco distante da loro, per cui non sarebbe stati abbattuti ma “risparmiati”, come usavano dire gli esseri umani, e più tardi avrebbero fatto parte di un piccolissimo giardino di una delle case costruite in serie, tutte esattamente uguali, l’una affianco all’altra. Non c’era spazio nemmeno per respirare: le persone avrebbero vissuto in una promiscuità 1
assoluta. Si chiamavano “villette a schiera” che nome raro e ridicolo pensarono gli esseri divini. Mentre vedevano le costruzioni avanzare inesorabili, le povere creature si domandavano, chi sarebbe venuto ad abitare nel giardino in cui esse vivevano? Una sorta di apprensione e preoccupazione invase il loro cuore. Se fossero stati degli esseri umani buoni, loro li avrebbero aiutati a diventare persone molto importanti, se al contrario fossero state persone cattive, gli alberi buoni e potenti li avrebbero puniti. Tre case furono costruite per prime e le due laterali vendute immediatamente. Vennero ad abitare due famiglie, che avevano gli stessi caratteri, tutte e due arroganti e presuntuose, fecero subito amicizia e divennero inseparabili. La casetta in mezzo rimase invenduta per molto tempo, giacché essendo imprigionata in mezzo alle altre due, nessuno la voleva. Intanto le due famiglie vivevano felici e piene di sé, con l’arroganza e la vanità degli stolti e ignoranti. Si riunivano ogni sera, ora di qua, ora di là. Entrambe le famiglie avevano un solo figlio, e anche egli era un maschio. Era come se avessero pianificato esattamente tutto. Un giorno, arrivò una copia di sposini a vedere la casa. Dentro era bella, e la ragazza se ne innamorò perdutamente. Poi, vide il giardino e vide tutti questi occhi indiscreti che non appena uscì in giardino la guardavano come fosse stata un’aliena. Infatti la ragazza era una straniera di colore che aveva sposato un medico del posto. Quando vide tutti quegli sguardi indiscreti che la scrutavano dalla testa ai piedi, decise che non avrebbe comprato quella casa, sarebbe stato un inferno vivere lì disse lei, e il marito che la accontentava in tutto rispettò la sua decisione. Ma rimaneva il fatto che i due non avevano tanti soldi. Il marito appena laureato non guadagnava abbastanza per permettersi una casa per conto loro. La sua carriera stava appena iniziando. Per cui ci pensarono bene, e dopo aver detto al costruttore che non avrebbero comprato la casa, telefonarono di nuovo per dire che la l’avrebbero acquistata. La coppia di sposi si trasferì nella nuova casa, felice, ma nel cuore della ragazza c’era una sorta di inquietudine. Qualcosa la turbava, non la lasciava tranquilla. Quando i vicini di casa erano assenti al lavoro, lei guardava attentamente i due alberi che c’erano nel giardino alla sua sinistra, le piacevano, avevano qualcosa di speciale, quasi umano. Era come se essi avessero voluto comunicare con lei, e lei sorrideva ogni volta che li vedeva. I nuovi arrivati tentarono di fare amicizia con i loro vicini. Ma essi non ne vollero sapere, immersi com’erano nella loro arroganza e ignoranza. Infatti le creature divine non avevano aiutato per nulla gli abitanti di queste due case, perché conoscevano anche i loro più profondi pensieri, ed in essi abitava solo la cattiveria, l’invidia, la malignità e l’arroganza. Quando la ragazza li salutava, essi si giravano dall’altra parte e iniziò così una incredibile lotta tra il bene e il male. La ragazza tanto sensibile e soprattutto non essendo del posto veniva derisa e umiliata. Ai loro vicini non importava che lei li sentisse, si parlavano da un giardino all’altro facevano osservazioni e apprezzamenti pesanti e brutti. Lei piangeva quando non c’era il marito in casa, che avendo un lavoro impegnativo e dovendo farsi una strada, lavorava più degli altri, per cui rimaneva spesso in ospedale e faceva orari impossibili. A casa intanto, la moglie soffriva moltissimo. Lei pensava alla sua terra lontana dove abitava tutta la sua famiglia, aveva abbandonato tutto per amore del marito, a volte però, si pentiva della sua decisione, tanta era la cattiveria dei suoi vicini. La ragazza, che si chiamava Paula, decise di costruire un piccolo giardino, di utilizzare tutto lo spazio, che era veramente poco per piantare fiori e alberi. Un giorno, mentre preparava la terra per piantare, e essendo l’ulivo e l’acacia al confine della sua proprietà, si 2
fermò a guardarli come aveva sempre fatto. Ma, questa volta era tanto vicina a loro, ed essi, conoscendo la sua infinita bontà e il suo immenso amore per la natura le parlarono. Lei credete d’impazzire. Lasciò gli attrezzi in giardino corse in casa dove si rinchiuse e per tutto quel giorno non uscì più. Quando il marito ritornò non gli disse nulla dell’accaduto. Il giorno seguente uscì di nuovo, e guardò gli alberi con apprensione. Di nuovo essi le parlarono: “Ciao Paula, come stai?”, le dissero. “Allora è vero, voi parlate davvero?” chiese lei. “Si, possiamo parlare e ieri lo abbiamo fatto, ma tu ti sei spaventata, non devi aver paura, noi non ti facciamo niente. Anzi vogliamo farti partecipe di un nostro grande segreto. Noi non siamo di questo mondo. Il nostro mondo è stato distrutto da una meteora che si è schiantata così fortemente che quasi tutti gli abitanti sono morti, solo pochi sono scappati e hanno cercato rifugio in altri mondi. Noi siamo finiti qui. Non è stata una nostra scelta, è successo e basta, il nostro destino ci ha portato fin qui.” “Allora voi non siete solo un ulivo e una acacia? Io vi ammiravo perché siete tanto belli e mi sembrava di vedere qualcosa di diverso in voi.” “Tu hai potuto osservare questo perché sei speciale, altrimenti non avresti visto nulla altro che due piante terrestri come vedono i padroni delle case vicine, queste famiglie arroganti e presuntuose. Ogni giorno noi leggiamo i loro pensieri, e vediamo nei loro cuori. Essi sono molto cattivi, e ti odiano perché sei diversa, perché sei una “straniera”, e anche perché Dio ti ha dotato di un dono specialissimo, che tu non hai ancora scoperto. Se loro sapessero che noi non siamo come essi ci vedono, ci taglierebbero, perché tu puoi essere odiata, noi possiamo essere uccisi. I nostri poteri speciali che abbiamo utilizzato sempre per aiutare molte persone buone, non funzionano con le persone cattive, se decidono di ucciderci, non potremo fare niente per proteggerci. Guarda, da quando siamo venuti in questo mondo, nessuno ci ha visti nella nostra vera forma. Guarda, guarda!” dissero gli alberi e si mostrarono in tutta la loro bellezza e splendore, con i colori dell’arcobaleno e un profumo che inebriava i sensi si sparse per ogni dove. La ragazza ne rimase stupita, sorrideva ed era felice di essere andata a vivere in quel posto speciale e magico. Quella stessa sera, Paula fece partecipe del grande segreto suo marito, e insieme si recarono al confine della loro proprietà per ammirare quella straordinaria visione. Si, perché gli alberi magici conoscevano il cuore del marito di Paula, un uomo buono, generoso amante delle cose belle e rispettoso per ogni forma di vita. Da quel giorno quando lui tornava a casa stanco dopo la lunga giornata in ospedale, la coppia felice si riposava in giardino dove parlava con i loro amici speciali. Paula invece passava tutto il suo tempo libero a parlare con i suoi amici magici. Essi si presentavano a lei nelle loro forme originali solo quando non c’era nessuno attorno, e non correvano il rischio di essere visti da occhi indiscreti. Un giorno la ragazza uscì in giardino a parlare con i suoi amici e li trovò infinitamente tristi. “Che vi succede amici, perché siete tanto tristi?” chiese Paula. 3
“Perché hanno deciso di ucciderci. Vedi amica cara, i padroni hanno deciso di tagliarci e di buttarci via, non ci vogliono più nel loro giardino, è stato quell’ignorante e cattivo di quella casa là, che ha consigliato al padrone di questa casa di buttarci via.” “Come lo sapete?, forse vi sbagliate, non può essere vero, voi siete così belli. E offrite loro tanto riparo dal sole estivo. Vedrete che non faranno niente, vi lasceranno vivere, state tranquilli amici miei.” “No, la decisione è già stata presa. Al nostro posto metteranno altre cose, dove ci sono io verrà costruito un laghetto artificiale, e dove si trova mio fratello, pianteranno un albero rosso, vedi quello che c’è nell’altro giardino? È uno simile che vivrà qui.” “Come posso aiutarvi amici miei. Devo fare qualcosa per salvarvi. Non posso permettere che vi distruggano. Se fanno una cosa così orribile, li seguirò per vedere dove vi buttano via e poi vi porterò a casa mia, vi pianterò nel mio giardino, qui potrete vivere per sempre felici, senza che nessuno vi disturbi. Perché non vi mostrate nella vostra forma originale a queste persone? Forse vedendo la vostra bellezza, la vostra magnificenza si renderanno conto di avere un tesoro inestimabile nella loro proprietà e allora vi lasceranno vivere.” “Non lo faremo, essi non meritano nulla di simile. Ci lascerebbero vivere solo se potessimo produrre ciò che a loro sta più a cuore e cioè, soldi, essi sono affamati di soldi, hanno il cuore indurito, il cervello piccolo come quello di una formichina, anzi la formica è più intelligente di loro. Tra poco dovremo dirci addio amica mia. Tra poco la nostra vita finirà” “Non lo permetterò, io li seguirò, vedrò dove vi portano e vi porterò a vivere nel mio giardino.” “Non potrai farlo amica mia, sappiamo che tu lo faresti, ma non potrai farlo. Essi ti odiano e non ti permetteranno di prendere nemmeno una delle nostre foglie.” Passarono alcuni giorni e la terribile profezia degli alberi stranieri si avverò. Le due famiglie si riunirono come al solito e tutti assieme con una ferocia mai vista prima, tagliarono gli alberi stranieri e li fecero a pezzettini. Poi fecero un mucchio con i resti delle povere creature e bruciarono tutto. Dalla sua finestra Paula assistete inorridita e impotente alla distruzione dei suoi amici più cari e tanto speciali. Passarono giorni dall’orribile massacro, e tra le due famiglie qualcosa cominciò a cambiare. Iniziarono a litigare per la più piccola cosa. Fra loro regnava la discordia e l’invidia. Se gli uni compravano qualcosa, gli altri dovevano comprare qualcosa di più costoso. Iniziò così una gara che non ebbe mai fine. Finirono con rompere l’amicizia e ognuno viveva per conto suo. Ma la terribile avidità li portò dritti all’autodistruzione, giacché tutte e due le famiglie ( che non avevano nessun tipo di istruzione ed erano soltanto dei semplici operai ) dovevano fare turni impossibili per mantenere il loro tenore di vita. In breve tempo la situazione di quel paese molto ricco e industrializzato cambiò. La concorrenza di altri paesi dove la materia prima e soprattutto la mano d’opera costava molto meno arrivò in quel paese. E così tante fabbriche dovettero chiudere, lasciando gli operai disoccupati e privi di ogni mezzo di sostentamento. Anche le industrie dove lavoravano i vicini di Paula rimasero senza lavoro, mentre suo marito grazie al suo impegno fece molta strada diventando uno dei medici più brillanti e importanti. 4
Poi, una fine ancora più terribile li attendeva, pur di superarsi l’un l’altra in una folle gara, si indebitarono fino al collo. Persero il loro lavoro, le proprietà e se ne andarono definitivamente da quel luogo. Intanto Paula ricordava ciò che gli alberi extraterrestri le avevano detto, e cioè che Dio le aveva dato un grande dono. Iniziò così a scrivere, scrisse per primo un breve racconto su quei meravigliosi alberi. E poi altri ne seguirono sempre più belli. In breve tempo divenne famosa. Con due carriere ormai affermate la coppia comprò le due case affianco creando così una sola casa, demolì i muretti divisori che gli ex padroni avevano costruito, fece pulire i loro giardini degli enormi sassi con cui essi avevano riempito ogni spazio e fece un grande giardino. Lasciò il posto vuoto dove una volta c’erano gli alberi stranieri, giacché nel frattempo, l’albero piantato al posto dell’acacia magica morì, e il laghetto creato al posto dell’ulivo essendo artificiale e non avendo nessuno che lo riempisse, si seccò. Paula conservava la speranza che almeno una minima parte dei suoi alberi amici fosse rimasta e poi il suo amore e la sua dedizione li avrebbe fatto crescere di nuovo. Una mattina mentre si prendeva cura delle sue piante, scoprì tra l’erba due piccole piantine, una di ulivo e una di acacia, della stessa famiglia degli alberi stranieri, nati da un’unica radice superstite allo scempio di tanti anni prima. Paula si prese cura di loro con tanto amore, ed esse crebbero alti felici e al sicuro e vissero una vita senza fine. Non tagliate mai un albero del vostro giardino, può darsi che fra di essi si trovi una pianta speciale, forse un albero venuto da un altro pianeta, e senza saperlo, forse, siete padroni di un inestimabile tesoro. 5
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