LIBERA PILLOLA IN LIBERO STATO
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061-066/Micro/Mafai-Forleo 17-11-2000 15:26 Pagina 61 LIBERA PILLOLA 61 IN LIBERO STATO Quando inizia la vita? Che differenza ‘etica’ esiste tra la spirale e la pillola del giorno dopo? Bisogna difendere il diritto della donna alla possibilità di farsela prescrivere o quello della Chiesa a proscriverla? Lo scontro tra punto di vista laico e posizione cattolica. MIRIAM MAFAI / ROMANO FORLEO Miriam Mafai: L’autorizzazione e la messa in vendita anche in Italia della cosiddetta «pillola del giorno dopo», ha suscitato im- mediatamente una dura presa di posizione della gerarchia cattoli- ca. Ricordo il documento dell’Accademia pontificia per la vita che denuncia una presunta violazione della legge 194 e invita medici e farmacisti cattolici a non prescriverla e a non venderla, solle- vando «obiezione di coscienza». Secondo la Chiesa infatti la pillo- la, presentata come un contraccettivo o contragestativo, provo- cherebbe invece un «aborto chimico». Il cardinal Ruini illustrava, con durezza, la stessa posizione, entrando in diretta immediata polemica con il ministro Veronesi che, a seguito di una normativa europea, ne aveva finalmente autorizzato la vendita anche in Ita- lia. Ora, a me, quale che sia il nostro diverso giudizio sull’aborto, sembra assurdo che in questo caso si parli di aborto. La pillola infatti, se assunta nelle 72 ore successive ad un rapporto sessuale non protetto, impedisce all’ovulo eventualmente fecondato di an- nidarsi nella parete uterina. Impedisce cioè che una gravidanza abbia inizio. E dunque come può interrompersi una gravidanza che ancora non c’è? Romano Forleo: Ma quando ha inizio una gravidanza? Non vo- glio addentrarmi in un dibattito di tipo semantico: Aristotele, co- me lei certamente sa, sosteneva che l’anima «arriva» solo al qua- rantesimo giorno della gestazione. Per l’uomo. Per la donna addi- rittura al sessantesimo. In realtà con la fecondazione, quando lo spermatozoo incontra l’ovulo, abbiamo già un essere in formazio- ne con caratteristiche proprie, diverse da quelle dei suoi genitori. Questo è già l’inizio di una gravidanza, anche se oggi non abbia- mo ancora i mezzi per identificarla. Mafai: Ma non tutti gli ovociti vengono fecondati, dopo un atto sessuale. E non tutti gli ovociti fecondati riescono ad annidarsi, sappiamo tutti che moltissimi ovociti fecondati si perdono, natu- ralmente.
061-066/Micro/Mafai-Forleo 17-11-2000 15:26 Pagina 62 62 Forleo: Certamente, ma questo non cambia i termini del proble- ma. Quando l’ovocita sia fecondato, si parla di zigote e, alla pri- ma immediata divisione, di embrione. Mafai: Anch’io non intendo addentrarmi in un dibattito di tipo semantico. Ma mi sembra che lei volutamente non faccia nessuna differenza tra uno zigote, un pre-embrione e un embrione. Forleo: Usare tre termini diversi per definire tre diversi stadi del- lo sviluppo non serve a cambiare la natura delle cose. Il termine pre-embrione non è oggi praticamente più usato. Dal punto di vi- sta etico, voglio dire, è solo un problema di tempi. Noi pensiamo oggi che anche uno zigote, un uovo appena fecondato, abbia una entità sua, un proprio genoma a se stante diverso da quello del padre e della madre. È già una vita umana, un progetto di vita che poi si svilupperà, gradualmente, attraverso varie fasi, una volta impiantato nell’utero della madre. In questa fase, nel mo- mento cioè del contatto fisico, l’embrione manda dei segnali, de- gli ormoni identificabili. Ma alcune ricerche, ancora sperimentali, dicono che anche prima dell’insediamento segnala dei contatti. Per questo ritengo che anche l’assunzione della pillola del giorno dopo sia equiparabile all’aborto; impedisce a una vita di svilup- parsi. Mafai: Questo è il convincimento suo, dell’Accademia pontificia per la vita, e del cardinal Ruini. Un convincimento che io rispet- to. Tuttavia la comunità scientifica, una Commissione di gineco- logi della Figo, interpellata dall’Organizzazione mondiale della sanità, ha affermato cioè che si ha gravidanza solo dopo l’annida- mento dell’embrione all’interno dell’utero. La pillola del giorno dopo impedisce l’insediamento, dunque rende impossibile la gra- vidanza, non la interrompe. Dunque non può parlarsi di aborto. Forleo: Ma anche queste sono questioni semantiche. Si chiami gravidanza o non gravidanza, è chiaro per me come per ogni me- dico che, con l’assunzione della cosiddetta «pillola del giorno do- po», si interrompe un processo vitale in corso. Sa da cosa deriva tanta attenzione alla definizione, con termini diversi – zigote pre- embrione o embrione – dello stesso progetto? Coloro che vogliono definire che la gravidanza ha inizio solo quando c’è l’insediamen- to dentro l’utero della mamma, intendono con questo rendere le- cita la sperimentazione sugli embrioni ottenuti con la fecondazio- ne in vitro. Questa è la vera posta in gioco. L’unica vera grande differenza è che l’embrione, o quello che lei chiama pre-embrio- ne, prima dell’impianto, ha cellule ancora indifferenziate, «toti- potenti», mentre quando si arriva all’impianto le cellule hanno iniziato la differenziazione. Ma si tratta della stessa entità, della stessa vita o progetto di vita. Ed io credo che non sia lecito inter- romperlo volutamente.
061-066/Micro/Mafai-Forleo 17-11-2000 15:26 Pagina 63 Mafai: Anche se decine di migliaia di queste vite potenziali sa- 63 ranno inevitabilmente interrotte quando si dovrà decidere cosa fare degli embrioni depositati nei congelatori dei centri che si oc- cupano di fecondazione assistita. Ma restiamo alla nostra pillola del giorno dopo. Tutti sappiamo che la cosiddetta spirale funzio- na esattamente nello stesso modo, impedisce cioè l’annidamento dell’ovulo. E tuttavia non ricordo che i farmacisti o i medici cat- tolici abbiano mai sollevato il problema, abbiano mai fatto ricor- so, di fronte a una paziente che chiede la spirale, alla obiezione di coscienza. Forleo: Lei ha ragione quando dice che la cosiddetta spirale agi- sce come la pillola del giorno dopo. E infatti personalmente, come d’altronde gli studiosi cattolici, ho nei confronti della spirale le stesse riserve e obiezioni che sollevo nel caso della pillola. In am- bedue i casi si interrompe un progetto di vita. Alcune di queste spirali però probabilmente hanno un meccanismo diverso, impe- discono la risalita degli spermatozoi nella tuba e nell’utero. Mafai: Ma chi prende la pillola non sa nemmeno se è portatrice di un ovocita fecondato. Ha avuto un rapporto sessuale non protetto: può darsi che la fecondazione abbia luogo, oppure no. Non tutti i rapporti danno luogo ad una fecondazione, a una gravidanza. Forleo: Ma questa è una scusa, un po’ gesuitica. È un modo per rendere tutto più facile, più semplice, più banale, come è stato fatto per esempio in Francia, dove la pillola viene distribuita an- che nei licei senza prescrizione medica. Oggi è intervenuto il Con- siglio di Stato che ne ha imposto almeno la prescrizione, per mo- tivi sanitari, penso prima che etici. Mafai: Ma grazie a quella distribuzione nelle scuole gli aborti delle minorenni sono diminuiti di quasi il 30 per cento… E que- sto dovrebbe essere salutato come un fatto positivo anche, e direi soprattutto, da coloro che si oppongono all’aborto. Forleo: Sono aumentati gli aborti precoci. Bisogna stare attenti a questi dati. Vorrei capire meglio come è stata fatta la ricerca sugli aborti delle minorenni. Sono un po’ come le statistiche che danno stravincente Berlusconi, sono fatte essenzialmente ai fini propa- gandistici. In genere mi preoccupano le superficialità di certe di- chiarazioni, decisioni e testimonianze che banalizzano tutto, che rendono tutto facile. Si fa l’amore senza riflettere alle conseguen- ze e poi, per sicurezza, si butta giù una pillola. So bene che nella nostra società tutto ci induce al consumo e al consumo di tutto: si consuma l’atto sessuale come il resto. Lo so che è difficile per i giovani di oggi praticare la castità, so che è difficile spiegare a un giovane o a una ragazza che il piacere che ricercano, anche il pia- cere sessuale, va sottoposto a una scala di valori. Mentre è molto più facile dire: fate l’amore quanto e quando vi pare, senza con-
061-066/Micro/Mafai-Forleo 17-11-2000 15:26 Pagina 64 64 traccezione, tanto c’è la pillola, la trovi pure nel distributore au- tomatico a scuola. Mafai: Da noi comunque chi la vorrà non la troverà a scuola, do- vrà chiederla a un medico. E questo è il secondo punto importan- te. Secondo lei può un medico rifiutarsi di prescrivere a una pa- ziente una medicina che in Italia è legale? Può un farmacista ri- fiutarsi di venderla? Forleo: Il medico che ritiene che l’assunzione del farmaco sia le- sivo della vita dell’embrione, come io credo, può certamente rifiu- tarsi di prescriverlo, facendo ricorso alla «obiezione di coscienza», riconosciuta e regolamentata nella legge 194 sulla interruzione di gravidanza. Ogni medico ha il dovere morale di non prescrivere un farmaco che ritiene dannoso. Diverso, mi sembra, il caso del farmacista che secondo me non può rifiutarsi di consegnare una medicina quando questa sia regolarmente prescritta da un medi- co. Il farmacista, titolare di un servizio pubblico, è nelle stesse condizioni in cui si trova chi ha un’edicola di giornali, che è tenu- to a vendere tutte le pubblicazioni, anche quelle di cui disapprova il contenuto. Non può selezionare lui quali giornali vendere e quali no. Badi che ci sono giornali chiaramente pornografici, pubblicazioni che invitano al sesso violento. Il giornalaio può es- sere molto preoccupato del diffondersi della pornografia, ma non può rifiutarsi di vendere queste pubblicazioni. La responsabilità, anche medico-legale, è del medico farmacista. Il farmacista deve seguire le indicazioni della ricetta. Su questo si gioca il ruolo e la responsabilità del medico. Mafai: Precisata così la posizione della Chiesa, quella del cardi- nal Ruini e del professor Forleo, io vorrei tuttavia sapere se lei ri- conosce il diritto dello Stato, in quanto Stato laico, di legiferare su materie e di adottare provvedimenti che siano in contrasto, esplicitamente condannate dalla Chiesa cattolica. Forleo: Certamente, purché sia previsto il diritto di non obbedire a queste leggi, il ricorso alla obiezione di coscienza per coloro che ritengono che queste leggi rappresentano un danno per l’umanità. Sono contro lo Stato etico, sia esso nazista o comunista. Le ricor- do, per esempio, che in Polonia, in un certo periodo, i medici che si rifiutavano di fare gli aborti venivano espulsi dagli ospedali. E questo non lo ritengo giusto. Non tutti erano medici cattolici. In Italia come nel mondo non sono solo i cristiani che non accettano l’aborto. Mafai: Ma proprio in Polonia, Giovanni Paolo II sostenne che il parlamento non sarebbe autorizzato a legiferare in tema di abor- to in modo diverso da quello prescritto dalla Chiesa cattolica. E il cardinal Ratzinger ha messo in dubbio la legittimità di leggi che consentano l’aborto, parlando di «maggioranze casuali», di «ma-
061-066/Micro/Mafai-Forleo 17-11-2000 15:26 Pagina 65 nipolazione della pubblica opinione» e così via. Tutto questo, giu- 65 stamente, preoccupa il mondo laico. Forleo: Ma stiamo attenti. Quando il papa dice: si difenda la vi- ta, dal concepimento fino alla morte naturale, quando si dichiara contrario alla manipolazione dell’embrione e all’eutanasia, è bene che lo faccia presente con tutta l’autorità spirituale che ha. È be- ne che «lo gridi sui tetti». Ma egli ammonisce i credenti, non può certo imporre nulla allo Stato. Non sono per il papa re. Ma oggi il pericolo maggiore non ci viene da una religione così forte da im- porci le sue regole: ci viene dal mercato che tenta di imporci le sue, in tutti i campi. E questo il papa lo sa, e ci mette sull’avviso, ci invita a resistere. E quindi io ritengo giustissimo l’intervento della Chiesa come un freno allo spaventoso dominio del mercato in un mondo nel quale non esiste nemmeno più la contrapposi- zione della ideologia comunista. Mafai: Posso anche condividere alcune preoccupazioni e posizio- ni della Chiesa su alcune specifiche materie, ma a me, che non appartengo alla Chiesa, interessa in primo luogo vedere salva- guardato il diritto/dovere dello Stato laico di legiferare su materie controverse, prendendo anche decisioni che la Chiesa ritiene sba- gliate. Anche perché lo Stato laico non obbliga, ma consente. La legge sull’aborto non mi obbliga, ma mi consente di abortire, l’autorizzazione alla pillola del giorno dopo mi dà la possibilità di utilizzarla, e basta. Poi sono io che decido, nella mia piena re- sponsabilità. Forleo: Alcuni Stati però, come nei regimi comunisti (si pensi an- cor oggi alla Cina) non danno grandi libertà. In alcuni casi le ideologie sono più intolleranti delle religioni. Ci sono comunque delle esigenze di salvaguardia dei beni comuni che dovrebbero portare ad una maggiore attenzione quando si legifera su questi problemi. So che esiste una cultura dominante, nella quale, sotto la pressione del mercato, tutti i desideri diventano leciti, anzi, tut- ti i desideri si trasformano in diritti. Credo che dovremmo tutti ri- flettere sul pericolo rappresentato dal diffondersi di questo tipo di cultura, che rischia di ridurre non solo l’embrione, ma anche l’uo- mo a una merce, e toglie all’atto sessuale ogni rilevanza che vada al di là del puro godimento immediato. Anche il mondo cattolico del resto è sempre più sedotto dai processi di secolarizzazione. Mafai: Potremo dedicare un’altra conversazione a questi proble- mi. Ma oggi, se mia figlia o meglio mia nipote, venisse a confes- sarmi di aver avuto, per leggerezza, un rapporto non protetto e mi dicesse che comunque, se fosse rimasta incinta, sarebbe decisa ad abortire al primo, al secondo o al terzo mese di gravidanza, come la legge le consente: in questo caso non crede che sarebbe più giusto offrirle la via d’uscita della pillola del giorno dopo?
061-066/Micro/Mafai-Forleo 17-11-2000 15:26 Pagina 66 66 Forleo: Non c’è dubbio che la pillola, in questo caso, si configura come il minore dei danni possibili se una ragazza ha già deciso di abortire. Rispetto a una gravidanza che si è già manifestata la singola persona o lo Stato hanno certamente il diritto di consenti- re mezzi abortivi precoci per il minor danno possibile. Di fronte a un mondo giovanile (e non!) che rifiuta l’idea di castità o l’idea di costruire nel tempo una sessualità più matura e razionalizzata, la soluzione contraccettiva può essere il minore dei danni possibi- le. Così per chi ritiene lecito l’aborto, è doveroso usare i mezzi meno lesivi. Ma la diffusione di metodi di aborto precoce contiene dei pericoli, e se la Chiesa non ne avesse parlato, sarebbe passata senza discuterne, come una banalità. Per questo penso sia stato importante e giusto parlarne. Anche se mi chiedo se in questo modo non abbiamo fatto anche pubblicità al prodotto. Mafai: Insomma, le case farmaceutiche dovrebbero ringraziare il cardinal Ruini che in questo caso, sia pure involontariamente, si sarebbe fatto strumento del mercato… Forleo: Questo è un rischio, ma io ritengo più importante che se ne sia parlato evitando atteggiamenti da barricate. Il confronto fra idee è fondamentale per chi ricerca la «verità». Giovani e vec- chi debbono sapere che l’embrione anche nelle prime fasi di svi- luppo ha una sua dignità che va difesa, anche se comprendo che quando ci sia un contrasto tra due valori talora vada scelto il mi- nore dei mali possibile. Occorre anche riaffermare i limiti della scienza e della possibilità dell’uomo di utilizzare l’altro, special- mente il più debole, per la propria utilità. Per me, credente, esiste l’obbligo morale di cercare di rispettare ogni forma di vita umana, anche quella dell’handicappato o del moribondo. Questa, come è noto, è la ragione della ferma opposi- zione della Chiesa alla interruzione della vita al suo sorgere.
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