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Katharina Morth Scultrice verso il Festival dell’Arte sul Mare 2020 FESTIVAL DELL’ARTE SUL MARE 2020 Conosciamo gli artisti partecipanti e le loro opere KATHARINA MÖRTH Scultrice (Austria)
Mare 2020 FESTIVAL DELL’ARTE SUL MARE 2020 Conosciamo i partecipanti e le loro opere ARIJEL ŠTRUKELJ Scultore (Slovenia)
Verso il Festival dell’Arte sul Mare 2020: Daniela Giglio Scultrice FESTIVAL DELL’ARTE SUL MARE 2020 Conosciamo i partecipanti e le loro opere DANIELA GIGLIO Scultrice
Verso il Festival dell’Arte sul Mare 2020: Armando Moriconi – Scultore MAM, Museo d’Arte sul Mare FESTIVAL DELL’ARTE SUL MARE 2020 Conosciamo i partecipanti e le loro opere ARMANDO MORICONI Scultore
Giuseppe Straccia, fuori “Festival dell’Arte sul Mare” San Benedetto del Tronto, 2019-06-07 – Per il Festival dell’Arte sul Mare 2019, 23ma edizione, il maestro Giuseppe Straccia aggiunge altri due personaggi alla sua Natività sommersa. Una figura già scolpita e posta oggi vicino al monolite che prenderà forma nei prossimi giorni del simposio internazionale di Scultura viva. Riposizionata inoltre una statua che la furia delle onde aveva abbattuta. Copyright © www.ilmascalzone.it © Press Too srl – Riproduzione riservata nb: per immagini ad alta definizione scrivere a redazione@ilmascalzone.it
Anna Franceschi, verso il “Festival dell’Arte sul Mare” 2019 San Benedetto del Tronto – Continuiamo la presentazione degli artisti che parteciperanno alla prossima edizione
del “Festival dell’Arte sul Mare” 2019 Sezione Arte Musiva con l’ospite ANNA FRANCESCHI di Orvieto Di seguito, nell’ordine, una sua foto, un suo lavoro intitolato “You didn’t get me”, il bozzetto del mosaico che realizzera’ a giugno ed alcune sue note biografiche. Anna Franceschi
MAM, Museo d’Arte sul Mare Nobushige Akiyama, verso il “Festival dell’Arte sul Mare” 2019 San Benedetto del Tronto – Iniziamo la presentazione degli artisti che parteciperanno alla prossima edizione del Festival con l’ospite NOBUSHIGE AKIYAMA lo scultore giapponese che durante il Festival terrà una conferenza sulla carta giapponese Washi e due workshop sull’Origami. Di seguito alcune immagini di repertorio e notizie biografiche dell’artista, di alcune sue opere in carta Washi, informazioni sulla carta Washi e la locandina della sua mostra personale “La nave di carta” a Trieste nel 2018.
MAM, Museo d’Arte sul Mare
Mam, Museo d’Arte sul Mare: la storia – 20 LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 20 2016: 20 anni di Pittura & Scultura Viva. di Piernicola Cocchiaro San Benedetto del Tronto, 2019-02-23 – Di seguito le foto delle opere del MAM realizzate durante la 20ma edizione di “Pittura & Scultura Viva”, nel 2016 e la loro storia. Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’ tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro.
2016 – L’anno del ventennale, che doveva essere una grande festa, con la partecipazione di dieci artisti tra nazionali ed internazionali e che invece, a causa delle false promesse fatte da “amore!” fu una grande delusione per tutti. Di seguito, la storia del Ventennale programmato e del Ventennale realizzato. Il ventennale programmato Non vi nascondo che il ventennale era già pronto nella mia mente da diverso tempo, ma non ne parlai con Fabrizio se non verso ottobre, quando iniziai a mettere insieme le prime tessere del mosaico. L’idea di base era quella di far partecipare al ventennale i migliori artisti che avevano già partecipato al simposio nelle sue 19 precedenti edizioni e che nel tempo erano diventati i migliori amici di Scultura Viva. Sicuramente, l’amico più grande era Giuseppe, o meglio Peppino Straccia, il mio assistente di campo, che ogni anno, dal 2007, aveva continuato a regalare al MAM sculture di ogni genere realizzate tra un aiuto e l’altro dato agli artisti partecipanti, durante le edizioni di “Scul.tura Viva”. Altri due cari amici erano senza dubbio Gualtiero e Simone Mocenni, che dal 2007 e 2008, anni in cui parteciparono rispettivamente al simposio come scultori, tornarono più volte a San Benedetto come ospiti dell’evento. Lo stesso valeva per Nobushige Akiyama e Franco Daga che tornarono come ospiti rispettivamente nel 2012 e nel 2013, tenendo il primo un workshop sulla carta giapponese antica e l’altro una mostra personale di sculture alla Palazzina Azzurra. Tra gli amici migliori non poteva comunque mancare Zed1, al secolo Marco Burresi, che nel 2013, con il suo grande murale dell’Agraria e la sua amicizia, cambiò radicalmente il destino del simposio. Nella mia mente, Zed1 avrebbe dovuto realizzare un grandissimo
murale sulla parete di un palazzo di Viale De Gasperi e gia’, grazie ad Ilaria che vi abitava, avevo ottenuto il parere favorevole del condominio. Dunque già in ottobre il gruppo principale dei partecipanti era fatto e il titolo che avevo pensato per il ventennale: “Con i migliori amici” mi sembrava perfetto. Non restava altro che scegliere un paio di ospiti, uno scultore ed un muralista, tra gli artisti che avevano fatto richiesta di partecipazione e pensare agli eventi collaterali. Qualche idea ce l’avevo già, come per esempio quella di scrivere, per l’occasione, un libro che raccontasse, tra aneddoti e cronache, la storia dei 19 anni di “Pittura & Scultura Viva”, o quella che prevedeva una serata musicale al molo sud che si sarebbe potuta intitolare “Riscontri” e che sarebbe stata caratterizzata dalla partecipazione di due gruppi musicali, il solito trio jazz di Giacinto Cistola ed un trio classico che si sarebbero alternati, proponendo versioni diverse dello stesso brano. Le idee c’erano ed erano tante. Naturalmente c’erano anche diverse incertezze, a partire da quella piu’ grande del budget che avrei avuto a disposizione e dal quale sarebbe dipeso il successo della manifestazione, Il ventennare realizzato Il mio errore fu quello di fidarmi troppo della promessa di un cospicuo budget fattami nel giugno del 2015 da “amore!”, poi reiterata a dicembre, quando tornai in italia e di non prevedere che poi non l’avrebbe mantenuta. Nel gennaio 2016, infatti, sicuro della sua promessa, invitai tutti i dieci artisti che avrebbero partecipato a quella speciale edizione, Fortunatamente pero’ verso marzo nella mia mente prevalse di nuovo la lucidita’ e incominciai a realizzare che quelle promesse non sarebbero state mantenute. Cancellai allora urgentemente diversi inviti, chiedendo scusa agli artisti e cosi’ dei dieci previsti, ne parteciparono solo
sei e una parte del programma non fu realizzata, compreso il grande murale in Viale De Gasperi. Insomma, fu un’edizione mediocre, una grande delusione per me e per tutti i miei collaboratori, che poi quasi per magia, a giugno, fu grande anche per “amore!” Alcune immagini degli artisti e delle opere di “Pittura & Scultura Viva 2016”. Camilla Falsini, “I fantasmi del mare” – Pittura e Scultura Viva: la creatività degli artisti trasforma i massi del Molo Sud in opere d’arte Copyright www.ilmascalzone.it © Press Too srl – Riproduzione riservata nb: per immagini ad alta definizione scrivere a redazione@ilmascalzone.it
Mam, Museo d’Arte sul Mare:
la storia – 19 LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 19 L’anno del secondo murale all’Agraria. di Piernicola Cocchiaro San Benedetto del Tronto, 2019-02-15 – Di seguito le foto delle opere del MAM realizzate durante la diciannovesima edizione di “Pittura & Scultura Viva”, nel 2015 e la loro storia. Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’ tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro. 2015 Pittura & Scultura Viva – Edizione “tuttitaliana” La diciannovesima ed ultima edizione fu dedicata ai soli artisti italiani. Dopo 18 edizioni che avevano visto la presenza di artisti di ogni parte del mondo, mi sembrava doveroso rendere omaggio alla nostra Italia e alla sua cultura artistica. Così invitai quattro scultori e quattro muralisti italiani e chiami l’edizione “tuttitaliana”. Questo, tra l’altro, mi permise di smaltire diverse vecchie richieste di partecipazione al simposio di artisti italiani che si erano via via accumulate a causa del fatto che per tenere alto il
livello di internazionalità dell’evento, ormai da diversi anni mi limitavo ad invitare un solo scultore italiano oltre a quello locale. Per la sezione scultura, invitai Bruno Pon, Antonio De Marini, Pietro De Scisciolo e come artista locale il giovane Donato Gentili. Per la sezione pittura murale, invitai una ragazza romana, Gio Pistone, la coppia Wally e Alita degli Orticanoodles e Luca Flebo Tayebian, un giovane locale esperto di lettering. Ormai, la pittura murale era diventata una componente importantissima; il murale di Zed1 dell’anno precedente era finito su diverse riviste specializzate e dunque in suo onore, dopo 18 anni, il nome del simposio, da “Scul.tura Viva” divenne “Pittura & Scultura Viva”. Gio Pistone e Flebo, avrebbero realizzato ognuno un murale di sei metri di lunghezza per due di altezza sui blocchi di cemento del molo sud, mentre Wally e Alita, prima avrebbero realizzato un murale unico di dodici metri di lunghezza sugli stessi blocchi e poi si sarebbero dedicati al grande murale dell’Agraria di circa 180 metri quadrati, sulla facciata della palazzina gemella a quella dipinta da Zed1. Il risultato fu eccezionale, ma a differenza di Zed1, gli Orticanoodles lavorarono usando la tecnica dello stencil, cioè dello stampo. Arrivarono a San Benedetto con una macchina piena di rotoli di carta che altro non erano che le matrici perforate delle sagome dei colori che avrebbero composto il murale. Una volta iniziato il lavoro, per prima cosa stesero le matrici sulla parete e con una bomboletta spray spruzzarono la vernice sui contorni perforati delle sagome che così si stamparono sul muro sottostante, prima di venire riempite con il colore previsto. Un pò come faceva Michelangelo cinquecento anni prima, quando con la tecnica dello spolvero e cioè della polvere di carbone che veniva battuta sul contorno traforato delle figure, stampò le loro sagome sulla volta della Cappella Sistina prima di colorarle. Per il murale del molo sud Wally e Alita avevano previsto di dipingere una tartaruga gigante, la Caretta Caretta, mentre
per il murale dell’Agraria avevano pensato di realizzare invece, il ritratto stilizzato di un loro idolo, Andrea Pazienza, che, avevano scoperto, era vissuto a San Benedetto. Inutile dire che vennero fuori due capolavori, ma più del risultato, sul quale ci avrei giurato, quello che più mi colpì fu, come era già successo con Zed1, la loro affabilità e simpatia. Non c’era persona dell’Agraria che non avesse scambiato due chiacchiere con loro e succedeva spesso che quando qualcuno dalla strada chiedeva a loro, sù in alto nel cestello, cosa rappresentasse il murale, loro smettevano di lavorare, abbassavano la piattaforma elevatrice e raggiunta la persona, si mettevano a spiegare nei dettagli il lavoro che stavano facendo. Insomma fu una bella esperienza vederli al lavoro e soprattutto fu una cosa bellissima vedere alla fine i due grandi murali imponenti e ricchi di colori, dare vita all’intero quartiere, vibrando su quelle due pareti affiancate. Anche la sezione scultura ottenne un buon successo e tutte le opere furono oggetto di apprezzamento da parte del pubblico. Bruno Pon realizzò un bel bassorilievo dal titolo “Il nucleo della vita”, che era un inno all’amore, Pietro De Scisciolo un’onda che sgorgava da un’apertura quadrata immaginata sul blocco di travertino, Antonio De Marini “Memoria”, un dialogo armonico e sobrio tra linee e piani e il giovane Donato Gentili, dimostrò le sue già buone qualità scultoree con un’opera che rappresentava una piovra. Quell’anno Peppino si dedicò al Presepe subacqueo e realizzò la statua di un cordaio da posizionare sugli scogli intorno alla sua Natività sommersa nel mare. Lavorò senza sosta e in pochi giorni scolpì una figura a tutto tondo a grandezza naturale che fu forse la più ammirata della 19^ edizione. L’unico lato negativo di quell’edizione fu il ritorno del vandalo seriale che non colpiva più da ormai alcuni anni e che evidentemente, anche se ormai di una certa età, non resistette all’impulso di distruggere una piccola scultura in terracotta rossa, che rappresentava una barchetta di carta e che Pietro
De Scisciolo, nonostante i miei ripetuti avvertimenti, aveva per forza voluto fissare in bella vista sulla sua scultura, quasi fosse un invito a romperla. Nonostante ciò fu comunque una bella edizione che inoltre già emanava il profumo della successiva, quella del ventennale. MAM, Museo d’Arte sul Mare Mam, Museo d’Arte sul Mare:
la storia – 18 LE OPERE DEL MAM E LA LORO STORIA – 18 L’anno di Zed1 all’Agraria. di Piernicola Cocchiaro San Benedetto del Tronto, 2019-02-08 – Di seguito le foto delle opere del MAM realizzate durante la diciottesima edizione di “Pittura & Scultura Viva”, nel 2014 e la loro storia. Le foto sono tratte dal catalogo del Festival dell’Arte sul Mare 2018, realizzato da Fabrizio Mariani, mentre la storia e’ tratta dal libro “Cercavo proprio te” di Piernicola Cocchiaro. Il grande murale di Zed1 all’Agraria Il 2014 può senzaltro essere definito l’anno di Zed1, pseudonimo di Marco Burresi da Certaldo, vicino Firenze. Avevo scelto Marco su internet, insieme agli altri artisti che avrebbero partecipato alla 17^ edizione di Scul.tura Viva, ma non immaginavo che, con la sua creatività, avrebbe rivoluzionato l’intero simposio. Quell’anno tornai al format classico, che prevedeva la partecipazione di otto artisti, quattro pittori muralisti e quattro scultori. Oltre a Dulk e Mr.Chapu che erano stranieri ed esattamente spagnoli, per la sezione pittura murale invitai anche Zed1, uno street artist italiano molto affermato e Grazia Carminucci, una nota pittrice locale. Per la sezione
scultura invitai la coreana, Ho-Young, Im, la californiana Dana O’Donnell, l’italiano Francesco Mazzotta e lo scultore locale Elia Orrù che era il figlio della pittrice Grazia Carminucci. Elia veramente viveva a Milano, ma a me sembrò una bella cosa far partecipare allo stesso simposio madre e figlio. All’ultimo minuto Francesco Mazzotta dovette rinunciare perchè costretto a subire un intervento chirurgico ed allora fu sostituito da Giuseppe Straccia, il mio fedele assistente di campo che, come sempre, avrebbe comunque realizzato una scultura tra un aiuto agli artisti e l’altro e con il quale dunque risolsi il problema senza troppi sforzi, anche se il catalogo era già stato stampato. Come sempre, prima del simposio ebbi un lungo scambio di e- mails con gli artisti e soprattutto con i pittori che, convinti del fatto che avrebbero impiegato poco più di due giorni per realizzare le loro opere, mi domandavano se potevano lasciare il simposio prima della sua chiusura, una volta finito il murale, invece di stare a San Benedetto tutta la settimana. Anche Marco me lo chiese ed io, come agli altri, gli risposi che lui aveva la possibiliutà di scegliere tra due opzioni e cioè arrivare a San Benedetto a metà settimana e andare via il giorno dopo la cerimonia di chiusura, oppure arrivare il primo giorno del simposio e andare via a metà settimana. La risposta che ricevetti fu per me una bomba. Mi disse che sarebbe rimasto a San Benedetto anche una settimana o dieci giorni in più, se gli avessimo fatto dipingere un grande murale su qualche grande muro della città. Lui avrebbe realizzato l’opera gratuitamente e il Comune avrebbe dovuto solo ospitarlo e fornirgli i colori e la piattaforma elevatrice. Non me lo feci ripetere due volte e subito mi recai in Comune per girare la notizia al sindaco, chiedergli se era d’accordo e quale, secondo lui, poteva essere il muro più adatto. Coinvolsi anche il suo segretario personale e oltre a lui anche il direttore dell’URP. Spiegai loro che quella era
un’occasione unica che non potevamo perdere e tutti furono d’accordo sul fatto di procedere. Poi ognuno di loro mi suggerì un muro diverso e appena li lasciai li andai a fotografare per poi, una volta a casa, inviare le foto a Marco. Lui fu entusiata e scelse di dipingere il muro più grande, quello che era stato suggerito dal sindaco e che era situato nel quartiere Agraria a Porto d’Ascoli. Il muro era la facciata di testa di una di due palazzine di edilizia economica e popolare e fu anche questo il motivo che convinse Marco a sceglierlo, oltre al fatto che era grandissimo, con i suoi 18 metri di altezza per 10 di larghezza. Marco non aveva mai realizzato un murale così grande e quella sarebbe stata una sua scommessa e dunque anche la mia. Il simposio iniziò senza problemi e la domenica mattina, come sempre, tuti gli artisti incominciarono ad organizzare i propri lavori. I due spagnoli avrebbero realizzato un unico murale di 12 metri di lunghezza, mentre la Carminucci e Zed1 avrebbero dipinto singoli murali di 6 metri di lunghezza ognuno. Zed1 iniziò alla grande, ma dovette sospendere il suo lavoro per tornare a Certaldo per il funerale della nonna. Tornò dopo tre giorni, quando gli altri muralisti avevanop già praticamente finito i loro lavori. Nonostante il ritardo, Zed finì il suo murale la mattina dell’ultimo giorno. Anche tra gli scultori ci fu qualche problema di ordine familiare e lo spagnolo, che fortunatamente aveva finito il lavoro, dovette abbandonare il simposio senza partecipare alla cerimonia di chiusura. Nonostante tutto, le opere di quella 18^ edizione furono tutte di buon livello. La più apprezzata fu quella di Peppino che si intitolava “Tipo da spiaggia” e rappresentava una persona che prendeva il sole su un asciugamano rosso (si fece dare la vernice da Zed1 per colorarlo) circondato da tre gatti ed un paio di cani. Finito il simposio, a differenza degli altri partecipanti, Zed1 rimase a San Benedetto, in attesa di iniziare a dipingere il grande murale dell’Agraria. Nel frattempo, con la sua simpatia , conquistò tutti gli ospiti dell’Hotel Cristall nel
quale alloggiava ed era diventato molto amico dei proprietari Milena e Giancarlo. Dopo qualche giorno, appena fu disponibile la piattaforma elevatrice da 24 metri, saltò nel secchiello e posizionandosi quasi centralmente, iniziò a studiare la parete che aveva di fronte, facendo degli strani movimenti con l’asta telescopica di alluminio di quattro metri che impugnava. Dopo una ventina di minuti fissò sulla sua sommità un rullo da imbianchino e incominciò la sua avventura. Vederlo dipingere su quella parete fu un’esperienza unica e affascinante. Ormai aveva preso confidenza con il cestello della piattaforma elevatrice che anche se continuava ad oscillare soprattutto quando raggiungeva la massima altezza, non lo preoccupava più come prima. Nei giorni a seguire aumentarono sempre di più i capannelli di persone che con il naso all’insù si formavano sotto la grande parete, mentre alcuni residenti della palazzina si avvicendavano nel portargli primi e secondi piatti caldi. Praticamente Zed1 divenne una leggenda e una grande novità non solo per il quartiere, ma anche per l’intera città. Prima di partire gli chiesi chi potesse consigliarmi per continuare l’esperienza che lui aveva iniziato con il suo bellissimo murale. Vicino alla grande parete che lui aveva dipinto, ce n’era infatti un’altra esattamente uguale e pensai che sarebbe stata un’ottima idea realizzarvi un secondo murale delle stesse dimensioni. Mi consigliò gli Orticanoodles, un collettivo milanese guidato da due giovani artisti compagni d’arte e di vita, Wally e Alita. MAM, Museo d’Arte sul Mare
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