Dichiarazione della Confluenza Femminista del 25N contro tutte le forme di violenza
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Dichiarazione della Confluenza Femminista del 25N contro tutte le forme di violenza Dalla Confluenza Femminista delle Economie Trasformative in questo 25N, "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne", lanciamo questo manifesto, mobilitate e organizzate contro le forme di violenza economica che si vengono articolando con la violenza patriarcale, razzista e xenofoba. In questo senso vogliamo anche condannare tutte le forme di violenza contro le donne, travestite, trans, lesbiche, bisessuali e non binarie. Questo documento collettivo è il risultato degli spazi di riunione di convergenza collettiva che si sono tenuti in maniera virtuale a giugno e a novembre 2020 nell'ambito del Forum Sociale Mondiale delle Economie Trasformative, e in cui si sono articolate voci di reti, organizzazioni e collettivi femministi da diverse parti del mondo. In questi lunghi mesi di pandemia si sono accentuale le disuguaglianze e si è approfondita la violenza, per cui la pandemia stessa è diventata pretesto per un'escalation delle forme di fascismo e sorveglianza sociale. Di fronte a questo, noi ci impegniamo a costruire alternative e strategie per un mondo in crisi (sanitaria, finanziaria, umanitaria e di cura) e ad andare verso un'economia per la vita, dove la solidarietà e la cura sono al centro: Riteniamo che la violenza di genere sia espressione della crisi profonda del patriarcato e della mascolinità, ma ha a che fare con questo mondo politico di esclusione. La territorializzazione delle lotte femministe è centrale per rafforzare i legami comunitari e la costruzione collettiva dal basso. In questo senso, l'azione micropolitica ci permette di articolare tutte queste dimensioni in una lotta costruttiva. Nel contesto di una profonda crisi ecologica, diventa urgente articolare le nostre lotte con i movimenti anti-estrattivisti e per la giustizia climatica. È necessario rafforzare le lotte antirazziste ("con il razzismo non c'è democrazia"). Anche le lotte per la democrazia e contro i fascismi religiosi, economici e politici sono proposte come assi comuni. Dobbiamo cambiare il modello e costruire, da una prospettiva ecofemminista, un sistema non patriarcale, in cui possiamo avere la sovranità sui nostri corpi e sui nostri territori. Vogliamo smantellare la narrazione dell'egemonia della “nuova normalità”, perché per donne e dissidenti sessuali l’attuale sistema macroeconomico alimenta il potere del grande capitale e l'accumulazione mediante l’espropriazione di risorse, diritti e libertà. Contestare la prospettiva neoliberista e la supremazia del mercato, che afferma che l'investimento sociale è una spesa, non è importante e non è utile per lo sviluppo e per una
crescita rapida ed efficace. Ora più che mai, nel contesto di una crisi sanitaria, è necessario potenziare i programmi e le politiche pubbliche in materia di sanità, istruzione, alloggi, lavoro e assistenza, tra le altre cose, come priorità urgenti per il futuro prossimo. Il diritto all'habitat: la pandemia ha messo in evidenza la crisi abitativa e la situazione in cui già si trovavano donne, migranti e persone LGBTQ+ costrette a vivere per strada. Nella “vita di prima” abbiamo denunciato la matrice del sovraccarico di lavoro delle donne e della violenza sessista che caratterizzano questo sistema e che oggi si accentuano. Il confinamento nelle case ha significato una riconcentrazione in quegli spazi, spesso precari, di presenze e compiti tradizionali e nuovi. I lavori di cura di sempre ora si sommano, tra le altre cose, al trasferimento virtuale della scuola a casa, al "telelavoro". Questo schema, che proseguirà con qualche sfumatura nella fase successiva, lungi dall’essere un passo in avanti, rappresenta invece un arretramento rispetto alle già limitate forme di organizzazione dei lavori di cura. Importanza del lavoro di cura comunitario. È necessario riconoscere e ridistribuire il lavoro di cura che sostiene la vita e la sua riproduzione. Le risorse finanziarie e monetarie devono essere redistribuite in funzione della cura. Per questo sentiamo indispensabile un cambio di modello. Lottare per il diritto delle donne e delle persone incinte di decidere del proprio corpo e per il diritto all’aborto legale, sicuro e gratuito. Pertanto, proponiamo una serie di elementi per la creazione di una Agenda Urgente da costruire insieme e collettivamente, la necessità di un cambio di paradigma nell’azione, che le strategie siano pensate dal basso, dal locale, dalle comunità stesse, per generare rivoluzioni locali ma orientate verso il globale. Questa agenda deve includere la difesa dei diritti delle donne e delle persone LGBTI+ ma in articolazione con le lotte per proteggere la terra, l'ambiente, la sovranità alimentare, contro l'estrattivismo e deve unirsi ad altri movimenti ed economie trasformative del mondo: Continuare ad articolare le forze del femminismo, in una prospettiva di trasformazione, costruendo un incontro internazionalista con altri movimenti. Un’altra educazione per le nostre relazioni, che si alimenti dei saperi dei popoli indigeni e delle esperienze contadine, che pensi in altri modi basati sull’educazione popolare come strategia metodologica per mettere in discussione le relazioni di potere a partire dalle nostre storie, desideri ed esperienze. Costruire e potenziare la sanità pubblica e i sistemi di protezione universale contro la mercificazione dei sistemi sanitari. Articolare le lotte per i diritti delle lavoratrici domestiche retribuite e delle lavoratrici della cura. Rivendicare l'inclusione dei lavori di cura nel PIL dei paesi. Ripudiare la speculazione immobiliare sui nostri territori urbani e non urbani. La questione del debito degli Stati e delle persone, soprattutto delle donne, come la finanziarizzazione della vita. Sviluppo di un programma di economia solidale, sociale, femminista ed ecologica. La de-mercantilizzazione alimentare come chiave nella lotta quotidiana eco-femminista che scommette sulla difesa della vita dalla sovranità, sull'interdipendenza nella solidarietà e nella sostenibilità. Lotta per la sovranità digitale.
Depatriarcalizzazione dei rapporti di potere, sia nello spazio/sfera pubblica che all'interno delle nostre reti e organizzazioni. La necessità di affrontare la formazione delle donne nei contesti pubblici, date le varie violenze politiche che si stanno vedendo in ciascuno dei nostri contesti locali. Rompere con il binomio produttivo/riproduttivo e incorporare e rendere visibile la sfera riproduttiva nei discorsi e nelle pratiche economiche. Inoltre, come femminismi articolati in chiave internazionalista, come Assemblea della Confluenza siamo solidali e denunciamo: ● Denunciamo le politiche xenofobe e discriminatorie contro le/i migranti, le/i rifugiati e le loro famiglie, che nonostante ciò contribuiscono allo sviluppo internazionale e alla società in cui vivono. La ricerca di maggiori investimenti esteri sta portando ad accordi commerciali che promuovono la globalizzazione e i flussi di capitali, mentre la mobilità delle persone nel mondo viene criminalizzata e messa in discussione. Gli Stati e gli organismi internazionali (Alto Commissariato per i Diritti Umani, OIM, UNHCR) devono riconoscere la migrazione come un diritto umano, con la libertà di transito nei territori a livello nazionale, regionale e globale. ● Denunciamo la militarizzazione dei territori e gli sfollamenti forzati; la repressione sistematica contro le comunità indigene e la criminalizzazione dei/delle difensori/rici dei territori in resistenza all'avanzata dei modelli estrattivisti. ● Celebriamo le mobilitazioni dei giovani in difesa della democrazia in Perù, in Guatemala, in Cile e molti altri posti. Siamo solidali con il Movimento delle Donne del Kurdistan, che sta costruendo l'economia a partire dalle donne. ● Denunciamo l'escalation autoritaria in America Latina, l'avanzata dei movimenti anti-diritti e neoconservatori e la minaccia posta al mondo dal governo fascista, razzista, misogino, LGBT-fobico e di estrema destra di Bolsonaro in Brasile. Il suo attacco alla democrazia, ai diritti, all'ambiente, alle donne, alla popolazione nera, ai popoli indigeni e ai loro territori. È imperativo fermare il governo Bolsonaro-Mourão, che sta guidando la devastazione dell'Amazzonia e del patrimonio immateriale dei suoi popoli. Stiamo lottando per alternative alla crisi climatica, della cura, finanziaria e di civiltà. Facciamo appello a una costruzione comune, insieme al resto dei movimenti delle economie trasformative, per: ● Continuare a incontrarci, connettendo e attivando i processi di confluenza, approfondendo la costruzione a partire dalla sostenibilità della vita. ● Continuare a costruire spazi antiglobalizzazione in vista della celebrazione dei 20 anni del Forum Sociale Mondiale nel gennaio 2021.
● Continuare ad approfondire le analisi e le proposte delle economie femministe – in un percorso di transizione che deve essere fatto dal collettivo – compresa una ecologia della conoscenza. Dalla resistenza alla creazione collettiva! Per una Economia per la vita e non contro la vita Confluenza Femminista delle Economie Trasformative Novembre 2020 Per dare il tuo supporto o adesione, contatta Maria Atienza di REAS Red de Redes maria.atienza@reasnet.com o Flora Partenio di DAWN florencia.partenio@gmail.com Organizzazioni, reti e persone che firmano 1. AMUMRA - Asociación Civil de Derechos Humanos Mujeres Unidas Migrantes y Refugiadas en Argentina. 2. Área ecofeminismo de Taller Ecologista Rosario, Argentina. 3. Articulación Feminista Marcosur. 4. Asociación Vientos del Sur, Argentina 5. ATTAC Francia 6. Centro de Promocion de la Mujer Gregoria APaza, Bolivia. 7. CISCSA, Córdoba, Argentina 8. Colectiva Colibrí, Argentina 9. Cooperativa d'habitatge "Cirerers", Catalunya. 10. "Eje feminismos y economías solidarias" del Centro de formación y documentación en procesos autogestionarios, Uruguay 11. Enda Colombia. 12. Espacio de Géneros de la Ruess (Red Universitaria de Economía Social y Solidaria), Argentina 13. Fundación La Base Fondo de Microcréditos Solidarios (Argentina) 14. LaCoordi – Comerç Just i Finances Ètiques – Catalunya 15. No Tan Distintas, Argentina 16. Movimiento Manuela Ramos, Perú 17. Pura Praxis Colectiva de teatro de las oprimidas - Red Magdalena Internacional 18. REAS Red de Redes, estado español 19. Rede Ciranda, Brasil 20. Red de feministas del sur-global DAWN 21. Red Ecofeminista, España 22. Red Mujeres del Mundo, Quartiers du Monde, International 23. Red Latinoamericana de Mujeres Transformando la Economía (REMTE) 24. REPEM Colombia 25. Ruda Colectiva Feminista, Ecuador 26. Rukia Cornelius (individual feminist in South Africa)
27. SET (Scuola Economia Trasformativa) dell’Università per la Pace delle Marche – Italia 28. Sos Corpo - Instituto Feminista pra Democracia - Recife / Brasil 29. Union Syndicale Solidaires de Francia 30. Valeria Mutuberría Lazarini - Cooperativista – Argentina 31. WoMin African Alliance 32. Xarxa d’Economia Solidària de Catalunya Adesione 33. Ms Emem Okon, Executive Director, Kebetkache Women Development & Resource Centre, Nigeria. 34. Isabel María Casimiro, Eduardo Mondlane University, Maputo, Mozambique 35. Laura Gomez, Oxfam Colombia 36. Shayisfuba feminist collective (South Africa) 37. South Feminist Futures 38. Som del Barri, Associació de desenvolupament local, Serveis al territori i a les persones. 39. Otro Tiempo, España 40. Oxfam South Africa
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