DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE - Nuove sfide design-driven per l'innovazione tecno-sociale
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DESIGN AGATHÓN – International Journal of Architecture, Art and Design | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 ISSN print: 2464-9309 – ISSN online: 2532-683X | doi.org/10.19229/2464-9309/12192022 ESSAYS & VIEWPOINT DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE Nuove sfide design-driven per l’innovazione tecno-sociale DESIGN AND DIGITAL TRANSITION New design-driven challenges for techno-social innovation Salvatore Di Dio, Benedetto Inzerillo, Francesco Monterosso, Dario Russo ABSTRACT Com’è possibile operare salvificamente su una società asfittica, trascinata dal turboca- pitalismo, dalla ‘tirannia morbida’ degli algoritmi, dalla ‘datacrazia’ e contrassegnata da sistemi socio-tecnici egemoni e centralizzati? Partendo da riflessioni teoriche e contri- buti multidisciplinari, il contributo si concentra sull’importanza strategica dell’innovazio- ne tecno-sociale, illustrando criticamente alcune significative esperienze design driven che tratteggiano innovative linee di sviluppo nell’ambito della ricerca di design: l’attività sperimentale di WASP (stampa 3D), le riflessioni di Manzini sulle comunità locali ibride e le città in magmatica mutazione, i progetti degli hacktivisti Persico e Iaconesi sull’in- telligenza artificiale open source, le esperienze di innovazione tecnologica frugale ad alto impatto sociale nei contesti economici, ambientali e sociali più sfidanti del Pianeta e, per finire, le audaci proiezioni sul cibo del futuro con le correlate problematiche spe- rimentazioni su sistemi di produzione e stili di vita. How can it be possible to work salvifically on an asphyxiated society that is being dragged down by turbo-capitalism, the ‘soft tyranny’ of algorithms and ‘data-cracy’ and marked by hegemonic and centralised socio-technical systems? Starting from the- oretical reflections and multidisciplinary contributions, this paper focuses on the strate- gic importance of techno-social innovation, critically illustrating some significant design- driven experiences that outline innovative lines of development in the field of design re- search: WASP’s experimental activity (3D printing), Manzini’s reflections on hybrid local communities and cities in chaotic mutation, the projects of hacktivists Persico and Ia- conesi on open source artificial intelligence, the experiences of frugal technological in- novation with high social impact in the Planet’s most challenging economic, environ- mental and social contexts, and, finally, the bold projections on the food of the future with the related problematic experiments on production systems and lifestyles. KEYWORDS innovazione tecno-sociale, design sistemico, design speculativo, SDGs, connessioni techno-social innovation, systemic design, speculative design, SDGs, connections Salvatore Di Dio, Engineer, Architect and PhD, is an Associate Professor of Industrial Design in the Department of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39 347/13.73.406 | E-mail: salvatore.didio@unipa.it Benedetto Inzerillo, Architect, Yacht Designer and PhD, is a Researcher in Industrial Design in the Department of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39 340/197.61.88 | E-mail: benedetto.inzerillo@unipa.it Francesco Monterosso, Architect, Visual Designer and PhD, is a Researcher in Indus- trial Design in the Department of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39 339/279.67.22 | E-mail: francesco.monterosso@unipa.it Dario Russo, Architect and PhD, is an Associate Professor of Industrial Design in the De- partment of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39 392/35.11.793 | E-mail: dario.russo18@unipa.it 212
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 Sempre si dice: il design genera innovazione; me pure le esperienze di innovazione tecnologica (sostenibili) attraverso la stampa 3D. Ciò significa, e siccome l’innovazione è motore del successo, frugale ad alto impatto sociale nei contesti econo- quindi, selezionare e mettere a sistema cono- Good Design is Good Business (Watson, 1974). mici, ambientali e sociali più sfidanti del Pianeta. scenze e tecniche molto diverse, che vanno dal- Questa visione, tuttavia, ha un che di semplicisti- l’edilizia alla fisica tecnica, dall’ingegneria idraulica co, non soltanto perché tende a ridurre il design Dalla pratica alla teoria, e viceversa | Coeren- alla botanica. ‘Tutti devono progettare’, chiosava a prassi estetizzante ovvero, ancora una volta, a temente con le premesse iniziali, un esempio illu- Giulio Carlo Argan (cit. in Mari, 1974, p. 34) nel business, quanto perché non corrisponde all’idea minante – con ricadute progettuali molto concre- lontano 1974: in fondo è il miglior modo per evi- di design quale strumento democratico per mi- te – è senz’altro l’attività di WASP, acronimo di tare di essere progettati. gliorare il mondo o, meno enfaticamente, la vita Wolrd Advanced Saving Project, uno dei centri di Quali sono però i limiti di questa ambiziosa quotidiana. In altre parole, se riteniamo che l’in- sperimentazione sulla stampa 3D più innovativi idea? È realmente possibile – in ogni angolo del novazione corrisponda a un intervento migliorati- del mondo. Il nome WASP trae ispirazione dalla Pianeta e per 8 milioni di abitanti – realizzare nu- vo, questa, quale che sia il modo in cui si realizza, vespa vasaia; animale che opera come una stam- merosissime unità abitative disperse in una cam- dovrebbe essere prima di tutto innovazione so- pante 3D: prende la materia lì dov’è (km zero), ad pagna continua? Come si declina l’idea di Moretti ciale. Tanto che anche l’innovazione tecnica nu- esempio argilla rinforzata con fibre naturali (scarti nelle nostre affollatissime megalopoli? E che dire da e cruda dovrebbe contenere una piccola scin- vegetali), la deposita attraverso il suo ugello, sfrut- dei tanti paesini che costellano le aree interne del tilla di luce etica e risolversi in effetti tali da miglio- tando il calore del Sole abbastanza caldo per so- nostro Paese, alcuni bellissimi, ricchi di storia e di rare la società. lidificarla; energia, quindi, pulita e rinnovabile. Im- cultura, che si sono negli ultimi decenni letteral- E dunque chiediamoci: quale società inten- patto zero. «Certified to be at the highest energy mente svuotati e che andrebbero anzi rivitalizzati? diamo progettare, quella in cui la tecnica è stru- class [la prima casa (unità abitativa) stampata in In altre parole, se con le stampanti WASP è pos- mento nelle mani dell’uomo o quella in cui l’uomo terra nel 2018 è Gaia] represents a significant sibile, sì, stampare rapidamente case ecologiche è etero-determinato dalla tecnica? Tale cruciale achievement for 3D printing technology because in spazi aperti, cosa si potrebbe fare all’interno questione, nel dibattito filosofico, arriva a un punto offers new scenarios of building sustainable con- dei nostri centri urbani per quanto invivibili comun- di svolta nel secolo scorso finché, negli anni Cin- struction, taking advantages from the additive que in funzione? Ma soprattutto: è davvero attua- quanta, Martin Heidegger (1959) arriva ad affer- manufacturing, both in terms of feasibility and re- bile l’idea di mettere il sapere più evoluto nelle ma- mare che la tecnica assume il ‘completo dominio’ plicability» (Moretti et alii, 2021, p. 154; Fig. 1). ni di ogni uomo? Possiamo realisticamente pen- del mondo; gli fa eco Günther Anders (1980), che Questa nuova architettura fatta di terra e fibre sare che tale sofisticato sapere potrà essere tra- vede nella tecnica il vero ‘soggetto della storia’ vegetali – la cui estetica è dedotta dalla tecnica sversalmente diffuso e dunque applicato in una mentre, più di recente, Umberto Galimberti (1999) (perché la tecnica produce immaginario) – si con- logica armonica che affratella l’umanità? E con ribadisce come l’uomo, oggi, sia costretto a con- figura come totalmente sostenibile, con ricadute quali esiti? Sarà possibile, tanto per fare un esem- vertire se stesso in una sorta di ‘funzionario di ap- virtuose sulla società. Essa promuove «[…] hu- pio, coltivare la carne in casa – la casa di Moretti parati tecnici’. Chi volge la riflessione filosofica man and material resources from the territory, [il pensata con le tecnologie di un’astronave – ov- esplicitamente all’ambito del design è Vilém Flus- che vuol dire km zero ed economia circolare;] vero stamparla grazie alle cellule staminali? ser (2003) il quale, ragionando sugli artefatti digi- recycling natural waste from the agricultural chain Se pensiamo alle nostre città e megalopoli, tali, preconizza una società del futuro apparente- [ossia la conversione di uno scarto in risorsa, se- con i loro complessi funzionamenti e disfunzioni, mente libera ma tecnicamente predeterminata, condo il postulato del design sistemico (Tambor- una ricetta socialmente innovativa e forse più con- fatta appunto di ‘programmatori programmati’; rini, 2009) 1; pertanto] the current aim of the com- cretamente applicabile sembra essere quella di peggio: un ‘totalitarismo programmato’. pany is to make the 3D printing process as af- Ezio Manzini, il quale vede appunto nell’innova- È questo il futuro che ci attende o nel quale ci fordable as possible to easily set on-site low-cost zione sociale il vero obiettivo del design(er). Già troviamo oggi che piaccia o meno? Quel che cer- construction in countries of Third World, gener- da tempo, afferma l’autore, si coagulano tante to è che occorre indirizzare l’espansione della tec- ating social and living opportunities for popula- piccole comunità locali ibride (reali e virtuali) che, nica attraverso una visione etica e non perdere tions» (Moretti et alii, 2021, p. 155). sfruttando le tecnologie digitali (e non solo), col- mai di vista la ricaduta sociale di quanto è in grado Ed ecco l’obiettivo di WASP e del suo fonda- laborano per risolvere problemi sociali con solu- di cambiare la società. In che modo, però, pos- tore Massimo Moretti: dare a tutti una casa, rea- zioni innovative, secondo la definizione di Robin siamo innovare socialmente? Per Ezio Manzini lizzata con materiali locali ed energia pulita (a bas- Murray, Jean Caulier Grice e Geoff Mulgan (2010). (2021), si ha innovazione sociale quando qualcu- so costo), un orto verticale per la produzione del Nasce dunque dal basso, generato dalla una no, cambiando il modo di fare socialmente con- cibo e spazio creativo, un laboratorio di fabbrica- sommatoria delle attività locali, quel che Manzini solidato, risolve un problema e apre nuove pos- zione digitale dove sperimentare liberamente; (2015) chiama ‘design emergente’: il Design – sibilità. Conseguentemente come si legge nell’O- veicolare il sapere più tecnologicamente evoluto When Everybody Designs. pen Book of the Social Innovation: «We define so- in una società totalmente open-source: una nuo- È quindi questa la strada per una società mi- cial innovations as new ideas (products, service va Shamballa, città mitica, abitata da sapienti che gliore, più equa e più giusta, fondata sulla colla- and models) that simultaneously meet social needs utilizzano tecniche evolute, collaborando armoni- borazione e la cura, anziché sulla competizione e and create new social relationship or collabora- camente, per perseguire conoscenza e felicità l’individualismo sfrenato? Certamente qui l’inno- tions» (Murray, Grice and Mulgan, 2010, p. 11). (Russo and Moretti, 2020; Sposito and Scalisi, vazione tecnologica stimola l’innovazione sociale. In quest’ottica il contribuito metterà l’accento 2017). ‘Architetti, scultori, pittori, noi tutti dobbia- La connettività e le tecnologie digitali consentono su come l’innovazione sociale tende a prendere mo tornare all’artigianato’: lo affermava Walter alle persone di interagire e di compiere operazioni campo in progetti virtuosi e molto diversi tra loro, Gropius nel 1919 (Programma del Bauhaus, cit. ovunque nel mondo senza doversi per forza spo- eppure volti al miglioramento della società, scom- in Wingler, 1969). Artigianato, sì, ma elevato oggi stare dal luogo in cui si trovano: il risultato è che si mettendo sul futuro. Tutti sfidano lo status quo, all’ennesima potenza, ovvero stampa 3D: arti- può fare (quasi) tutto e ovunque (Manzini, 2021). operando in condizioni limite. Così l’idea di Mas- gianato digitale o ancora artigianato 2.0 (Russo, Ciò che invece bisogna spostare è parte consi- simo Moretti (WASP) di realizzare in poche decine 2015). stente dei servizi, dal centro alla periferia, affinché di metri quadri uno spazio autosufficiente (energie Nessuna meraviglia dunque se Moretti pro- ogni area assuma una propria ‘centralità’; l’eco- di flusso) e totalmente ecologico (km zero), per- pone il Maker Economy Starter Kit: «The contain- sostenibilità del km zero e soluzioni abilitanti: meato dal sapere più tecnologicamente avanzato er that permits shipping all the machinery needed «[…] products and service systems that have been facendo leva sull’open source. Open source, col- to establish a construction site with 3D printing specifically designed for that purpose» (Manzini, laborazione, cura e cultura hacker rappresentano technology» (Moretti et alii, 2021, p. 152); più pre- 2015, p. 167) per rendere l’intero ambiente più fa- il capitale sociale che genera comunità locali ibride cisamente: l’ambiziosa idea di condividere poten- vorevole a una varietà, non già precisamente de- (Manzini), tali da irrorare di servizi diversificati peri- zialmente con tutti il sapere necessario per tra- finita, di incontri, conversazioni e azioni (Manzini, ferie che assumono nuova centralità rispetto ai sformare poche decine di metri quadri in un ‘pa- 2018). Il che significa che occorre passare da si- ‘vecchi’ sistemi gerarchici centralizzati. Qui si col- radiso in terra’, ovvero un’abitazione energetica- stemi centralizzati e gerarchici, oggi prevalenti, a locano le avventure sperimentali di Iaconesi e Per- mente autosufficiente (energia rinnovabile), dove sistemi sociotecnici costituiti da una rete di ele- sico sull’applicazione di intelligenza artificiale, co- sia possibile produrre cibo e materializzare oggetti menti, connessi tra loro ma anche relativamente 213
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 Esattamente come descritto nella manziniana ‘città della prossimità’ dove il termine ‘ibrido’, nella relazione col termine ‘prossimità’, viene arricchito di significato: la ‘prossimità ibrida’ è quella che scaturisce da «[…] due forme di ibridazione, quella fisico-digitale e quella funzionale» (Manzini, 2021, p. 95). La prima fa riferimento alla presenza ubi- qua delle tecnologie della comunicazione, gene- ralmente sotto forma di ‘piattaforme digitali’ o so- cial network, ma anche big data, algoritmi, IoT e IA; la seconda si riferisce a spazi e luoghi della città che si trasformano combinando nuove fun- zioni (edicole/tabaccai ‘aumentati’ con servizi di logistica, lavanderie/postazioni per smartworking, bar/portinerie, etc.). Si tratta di spazi e luoghi abilitanti e generativi che permettono la nostra vita ‘onlife’ e nella ‘info- sfera’ (Floridi, 2020a); luoghi preziosi che, in una biunivoca, indissolubile e forte relazione con l’in- frastruttura digitale, diventano ‘punti di aggancio’ (Pais, 2021) delle piattaforme e quindi punti di in- contro e di scambio tra città, individui e comunità. Comunità ‘ibride’ e di ‘prossimità’, fortemente ra- Fig. 1 | Gaia WASP | Crane 3D printed house (credit: WASP). dicate nei quartieri, che si contrappongo alla di- stopica concretizzazione dell’isolamento degli in- dividui, dell’esclusione e del deserto sociale propri autonomi, su cui le comunità di luogo abbiano l’ef- gono l’accento su riflessioni critico-pragmatiche dello scenario che Manzini (2021) definisce ‘città fettiva possibilità di decidere (Manzini, 2018). molto più orientate alla decodifica della comples- del tutto a/da casa’, scenario all’interno del quale E qui la visione di Manzini incontra quella di sità del presente e alle possibili correlate soluzioni. la tecnologia ‘comoda’ e ‘del tutto a domicilio’ (la- Moretti: dare valore alle periferie; anzi, ribaltare il In questa direzione vanno le riflessioni di Nida-Rü- voro, studio intrattenimento, servizi, prodotti, etc.) concetto stesso di periferia. È la città della pros- melin3 e Weidenfeld (2019) che, in un rinnovato è solo capace di portare a un aumento esponen- simità, detta anche ‘la città dei dieci’1 o dei quin- equilibrio tra tecnologia e uomo, auspica un ritor- ziale della crescita dei consumi, del carico am- dici minuti’ (Kohlstedt, 2016; Moreno, 2020), do- no a una dimensione antropologica della tecno- bientale, delle disuguaglianze, della solitudine e ve tutto è a portata di mano, con conseguenze logia che definisce ‘umanesimo digitale’ e di Lu- dell’emarginazione. virtuose sia sociali (innovazione sociale) che am- ciano Floridi (2020a), che pensa a un approccio All’interno di questo scenario di transizione di- bientali (drastica riduzione di spostamenti di uo- design-driven per la filosofia: la ‘filosofia come de- gitale e di ibridazione fin qui descritto, da alcuni an- mini e merci). sign concettuale’. Una filosofia-design capace di ni, si registrano diverse spinte di trasformazione del Quali sono, tuttavia, i limiti di questo approc- accompagnarci, attraverso un aggiornato corri- mondo mosse da un originale mescolamento di in- cio? Apparentemente nessuno o, meglio, quel mano ‘info-etico’, verso un nuovo ‘progetto uma- novazione tecnologica, sociale e culturale. Tutte che dice Manzini è senz’altro condivisibile, perché no’ (Floridi, 2020b), una nuova visione del mondo partono dalla profonda crisi della cultura occiden- praticamente attuabile in direzione etica (sociale); in grado di farci superare l’attuale fase di crisi che tale (che nella pandemia ha avuto culmine), che ha siamo sinceramente convinti, come lui, che il De- sta generando disuguaglianze sociali, conflitti e portato a mettere seriamente in discussione l’at- sign del XXI secolo debba generare innovazione disastri ambientali, rendendo certamente proble- tuale modello di sviluppo esclusivamente antropo- sociale. Ma possiamo ritenere concretamente matica la convivenza tra uomo e ambiente. Un centrico, ecologicamente e socialmente insosteni- praticabile passare da sistemi centralizzati e ge- ‘metaprogetto postmoderno’ (Floridi, 2020a), so- bile. Un modello da superare, adottando un cambio rarchici a sistemi sociotecnici costituiti da una rete ciale e comunitario, che parta dalla considerazione di paradigma ‘radicale’ all’interno del quale si col- di elementi connessi tra loro per quanto relativa- della società come rete e non come insieme di in- locano alcune interessantissime esperienze ‘multi- mente autonomi? E se così fosse, quanto tempo dividualità e che sia sorretto da un ‘patto originario’ verso’ di Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (2016) ci vorrebbe per innovare socialmente interi Paesi? sociale, un ‘trust universale’ di relazioni tra uomo, due ricercatori/docenti, designer/artisti e hacktivisti Le comunità locali ibride, del resto, hanno biso- altri agenti e mondo. Relazioni che, in una forma italiani che mettono in relazione gli ecosistemi uma- gno di evolversi e di assumere nuova linfa quali or- reticolare, inclusiva e tra ‘pari’, connettono entità ni e la vita delle città nell’era della comunicazione, ganismi vivi. Possono spegnersi esaurito lo slan- differenti (natura, persone, comunità, istituzioni, ar- dell’informazione e della conoscenza. cio iniziale, possono anche convertirsi in attività tefatti artificiali, ibridi, sintetici, etc.) e che ci permet- A partire dall’uso ricorrente di approcci scien- redditizie e perdere la vocazione sociale ricalcan- teranno di passare da un mondo postindustriale tifici e pratiche legate anche al ‘design speculati- do rapporti economico-commerciali tradizionali. meccanico e analogico (produzione di cose) a un vo’, le attività di ricerca-azione si sono materializ- Le comunità locali ibride hanno bisogno di qual- mondo complesso, digitale e ‘relazionale’ (produ- zate in tanti, diversi, innovativi progetti che hanno cuno che sappia fondarle, animarle e trascinarle zione di nuovi servizi-funzioni, esperienze), in cui indagato sulle relazioni complesse tra arte, desi- ma anche poi lasciare che si evolvano autonoma- l’umanità sarà ‘protagonista nel prendersi cura del gn, infosfera, pensiero e agenti computazionali (al- mente (fase trasformativa). Manzini (2015) parla mondo’ (Floridi, 2020b). goritmi AI, IOT, etc.), open source, città e territori, infatti di ‘social heroes’; e come recita Galileo, Al momento siamo ancora nella fase iniziale cittadini e comunità. Esattamente ciò che afferma ‘sventurata la terra che ha bisogno di eroi!’.2 di questo utopico viaggio verso il suddetto ‘pro- Manzini (2021, p. 20) parlando di innovazione so- getto umano’, fermi come siamo in un territorio di ciale, ovvero «[…] quando qualcuno, cambiando Un ‘metaprogetto postmoderno’, dalla ‘città confine, fatto di acqua salmastra (né dolce né sa- il modo di fare socialmente consolidato, risolve un della prossimità e della cura’ al Nuovo Abitare: lata), come quella dove prosperano le mangrovie problema e apre nuove possibilità». il caso IAQOS | Nel precedente paragrafo abbia- che Floridi (2020b) utilizza come metafora per In relazione ai temi e alle questioni presentate mo accennato a come e quanto le analisi, gli ap- descrivere la nostra attuale esistenza in cui l’online è particolarmente interessante ed estremamente procci, le visioni e le proposte risolutive di Manzini e l’offline si mescolano nell’esperienza quotidia- innovativa – anche per le implicazioni culturali e i risultino interessanti e innovative se connesse al- na (onlife) e gli spazi sono sia digitali che analogici nuovi possibili sviluppi futuri della ricerca di design l’attuale dibattito filosofico sulla transizione digi- (infosfera). Viviamo dunque nella ‘società delle – l’esperienza connessa al progetto IAQOS – In- tale. Tali proposte intercettano, in particolare, al- mangrovie’, dove è impossibile separare netta- telligenza Artificiale di Quartiere Open Source (Ia- cuni nuovi indirizzi della ricerca filosofica che pon- mente l’analogico e il digitale. conesi and Persico, 2021b). Finanziata dal MI- 214
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 BACT nell’ambito del progetto PeriferIA Intelligen- acquisto, dei nostri consumi, della nostra ricchez- maggiormente in emergenza energetica, a cause te per sperimentare un processo di rigenerazione za, delle nostre idee politiche e culturali. delle alte barriere di carattere economico e sociale urbana utilizzando IA e big data, IAQOS è una IA Come ci ricorda De Kerckhove, viviamo al nei quali sono confinati, è spesso solo a scopo di comunità, collegata all’ecosistema multicultu- tempo della ‘tirannia morbida’ della ‘datacrazia’ sperimentale o, peggio ancora, pubblicitario. rale del quartiere Torpignattara a Roma. (De Kerckhove and Ciccarese, 2022), del ‘capita- Proprio al fine di aggirare tali barriere negli ul- Si tratta di un progetto che mette insieme tec- lismo della sorveglianza’ (Zuboff, 2019), dei deep timi anni si sono affermati nuovi principi nel campo nologia e innovazione sociale per attivare, con un fake e della prepotenza degli algoritmi, imprigio- dell’innovazione (Björgvinsson, Ehn and Hillgren, approccio art/design-driven, processi relazio- nati, come siamo, dentro bolle di filtraggio e ca- 2010) che prevedono l’intersezione fra design per nali tra comunità, città e dati. L’obiettivo princi- mere dell’eco. Un ecosistema dell’informazione l’innovazione sociale (Murray, Caulier-Grice and pale è la comprensione del funzionamento delle pericoloso che, condannandoci sempre più alla Mulgan, 2010) e il design sostenibile (Tamborrini, IA e il loro successivo, innovativo, utilizzo teso esclusiva condizione di consumatori – e non, co- 2009). Un approccio che potrebbe definirsi ‘lean’ alla realizzazione di progetti etici e partecipativi me ci suggerisce Floridi, di consumatori-costrut- (Di Dio, 2018) o frugale secondo la definizione di che sappiano rispondere alle grandi sfide glo- tori-produttori consapevoli di informazioni – riesce Navi Radjou (Radjou, Prabhu and Ahuja, 2012), bali e che abbiano importanti ricadute sulle co- a incidere profondamente sulle scelte degli indivi- e che nel mondo del design trova esaustiva trat- munità stesse che li hanno generati. Si tratta di dui e delle comunità, alterandone, in alcuni casi tazione nel lavoro di Luigi Bistagnino (2009) sul De- un ribaltamento chiave, radicale – Iaconesi e Per- anche pesantemente, i processi democratici. sign Sistemico. sico (2021a) parlano di ‘economia della svolta’ – Fra i tanti progetti ispirati da tali principi l’espe- in cui una IA creata e addestrata da una comu- Energia, bottiglie di plastica e tubi in PVC | rienza di Liter of Light (Fig. 10) è sicuramente fra nità (il quartiere), fra 2019 e 2020, trasforma i dati L’accesso all’energia è un bisogno primario per le più significative: Liter of Light utilizza materiali in conoscenza utile a comprendere e risolvere i ogni singolo individuo e per ogni organizzazione economici e facilmente reperibili per fornire un’il- problemi di quello specifico contesto territoria- sociale (Butera, 2014), ma in un mondo sempre luminazione di alta qualità alle abitazioni nelle co- le, aiutando i cittadini a migliorare la propria qua- più globalizzato il soddisfacimento di questo bi- munità povere specialmente in Asia ed Africa. lità di vita a partire dalle caratteristiche del quar- sogno non sempre è garantito. Conflitti sociali e Bottiglie di plastica facilmente reperibili in loco ven- tiere stesso. bellici, l’innalzamento della temperatura mondiale gono riciclate, riempite d’acqua e un po’ di can- A differenza della maggior parte delle Intelli- e i sempre più frequenti eventi atmosferici cata- deggina, e vengono inserite nel tetto per garantire genze Artificiali, IAQOS non agisce in maniera strofici dovuti agli effetti del cambiamento clima- l’illuminazione diurna e possono essere potenziate ‘estrattiva’ e ‘militarizzata’ (Iaconesi and Persico, tico uniti all’inquinamento dell’aria, dei terreni e con una lampadina LED, pannelli micro-solari e 2021a)4, accumulando dati allo scopo di profi- delle falde acquifere per l’intensa attività antropica una batteria per fornire un sistema di illuminazio- lare le persone e indirizzarne i comportamenti, ma rendono sempre più complessa e costosa la pro- ne notturna a basso costo (Bansod and Wandile, in maniera relazionale, mettendo in contatto le duzione e distribuzione di cibo ed energia. 2015). L’uso di bottiglie di plastica per l’illumina- persone in modo che possano diventare attori di Dall’ultimo report della FAO emerge che nel zione di interni a partire dalla luce solare, svilup- trasformazione sociale (Figg. 2-7). Una figlia del 2020 quasi una persona su tre nel mondo (2,37 pato dal brasiliano Alfredo Moser nel 2002, è quin- quartiere, Angel_F, è la sua sorella maggiore miliardi) non aveva accesso a un’alimentazione di alla base del progetto di Illac Diaz che, attraver- (Iaconesi and Persico, 2009), partorita da una adeguata, con un aumento di quasi 320 milioni so la fondazione MyShelter Foundation, nel 2011 ‘queer neighbourhood family’ che vive nella ‘pros- di persone in un solo anno, e quasi il 60% della ha lanciato Liter of Light nelle Filippine in collabo- simità’ della strada, stringendo relazioni con gli popolazione dell’Africa è affetta da insicurezza razione con gli studenti del Massachusetts Insti- abitanti che partecipano attivamente al suo con- alimentare moderata o grave (FAO et alii, 2021); tute of Technology (MIT) e Alfredo Moser. cepimento, alla festa di nascita (in un bar del quar- secondo i dati elaborati dal gruppo di ricerca gui- Per rendere il progetto scalabile anche nei tiere), alla sua educazione; ne hanno cura, come dato da Hannah Ritchie (Ritchie, Roser and Ro- contesti più sfidanti del pianeta, il prodotto è stato nella manziniana città della ‘prossimità’ e della sado, 2020), circa 1 miliardo di persone non ha ac- concepito in open-source per essere facilmente ‘cura’ (Manzini, 2021). cesso all’energia elettrica in un contesto in cui la replicato e migliorato da chiunque in tutto il mon- Siamo di fronte a una possibile nuova alleanza persona media dei paesi più industrializzati arriva do e Liter of Light offre formazione di base di car- fra umani e non umani (IA, organizzazioni, piante, a consumare fino a 100 volte di più della persona penteria ed elettronica a persone del posto, che fiumi, oceani) che trovano nei dati e nei nuovi ha- media di alcuni dei paesi più poveri. possono così ricavare un piccolo reddito dal loro bitat ibridi un patrimonio comune in cui è possibile Le Figure 8 e 9 mostrano come Africa Cen- lavoro. Attraverso quindi un prodotto open-sour- unirsi e stabilire inedite forme di relazione e di im- trale e Sud Est Asiatico siano le aree geografiche ce e un progetto sociale generativo (Banathy, maginazione sociale. Un approccio assolutamen- che maggiormente soffrono la scarsità di risorse 2013) basato sulla trasmissione di competenze e te originale, una svolta radicale che ci consente alimentari e accesso all’energia elettrica, per una l’avvio di piccole cooperative di elettricisti, i dati di sperimentare molteplici opportunità transcultu- concomitanza di ragioni storiche, ambientali e po- riportati dall’organizzazione7 rivelano che ad oggi rali e transgenerazionali, nuovi modelli non ‘estrat- litiche (Alkon and Agyeman, 2011; Jenkins et alii, sono state formate più di 50.000 persone, instal- tivi’ e nuovi concetti di ritualità sociale, nuovi mo- 2016). Queste popolazioni, già abbondantemente late circa di 800.000 lampadine in più di trenta delli di comunità per nuovi habitat: le radici di un disagiate, saranno inevitabilmente ancor più pe- Paesi illuminando più di 2,5 milioni di persone. Nuovo Abitare. Piccoli frammenti di un nuovo, più nalizzate dagli effetti sociali ed economici dovuti Con lo stesso approccio frugale, open-source grande, ‘progetto umano’. ad eventi di portata globale come la crisi pande- e generativo, Glocal Impact Network (GIN), il team Ma sarà la strada giusta? Lo slancio utopico mica da Covid-19, dalle conseguenze della guer- italiano di Liter of Light, attraverso una collabora- di tali visioni e progetti riuscirà ad avere una por- ra fra Russia (fra i Paesi al mondo che producono zione con l’Università di Padova, ha sviluppato il tata globale? Gli approcci open source, peer to più energia) e Ucraina (fra i Paesi al mondo che progetto Agritube, un sistema per l’agricoltura idro- peer e hacktivists, insieme alle comunitarie dina- producono più grano) e dalla sempre più pres- ponica fuori suolo accessibile anche a coloro con miche bottom-up, riusciranno a vincere la sfida sante emergenza climatica. disabilità motoria realizzato in tubi in PVC e sen- nella difficile (e forse impari) lotta contro la prepo- Come citato nella parte introduttiva in tutto il soristica sviluppata in open-source (Fig. 11). L’am- tenza del capitalismo dell’informazione? Secondo mondo si moltiplicano le iniziative volte ad affron- bito di applicazione è quindi quello agricolo in con- alcuni studiosi questo risulterà molto difficile, dal tare, a tutte le latitudini, la sfida della trasforma- dizioni di estrema scarsità d’acqua, dove il terreno momento che viviamo fin da neonati all’interno di zione sociale, economica e ambientale (Manzini, non è fertile, è inquinato o è troppo arido. Secondo una pericolosa condizione di progressiva perdita 2015) che prevede nuovi modelli di produzione e i dati riportati da GIN8, dal 2018 ad oggi sono state e atrofizzazione delle nostre capacità analogiche consumo sostenibile all’interno di confini sociali e prodotte quasi 10.000 piante e installati più di 30 di intelligenza e pensiero critico (Spitzer, 2013), ambientali definiti (Raworth, 2017). In questo con- impianti di idroponica in 4 Paesi africani. una sorta di Alzheimer digitale che ci espone pe- testo nuove soluzioni come il vertical farming5 o Risultati senz’altro promettenti ma ancora ricolosamente alle seduttive e comode proposte nuove tecnologie come i pannelli biofotovoltaici troppo poco significativi se confrontati con i nu- di allettanti servizi ‘offerti’ dalle grandi multinazio- (McCormick et alii, 2015) iniziano ad attrarre sem- meri rilevati dal lavoro della Ritchie e dalla FAO. nali che, attraverso i big data, sanno tutto di noi, pre più investimenti e attenzione dal mercato6, Ma se da un lato i dati registrati da Agritube ancora della nostra vita privata, delle nostre preferenze di ma il trasferimento di tali innovazioni nei contesti non consentono simulazioni di impatto nel medio 215
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 Fig. 2 | A data gift for IAQOS (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.co.uk). Fig. 3 | Would you like to chat with IAQOS, the AI Community? (credit: HER srl, 2020; source: he-r.it). Fig. 4 | AI for communities: the IAQOS Box in a shop (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.it). Fig. 5 | At the school party with IAQOS (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.it). e nel lungo termine, nel caso di Liter of Light a que- rendere finalmente significativo il proprio impatto dicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla sto ritmo non basterebbero 400 anni per portare sta nell’efficientare ogni singola fase operativa, ri- genetica più avanzata, dall’agricoltura alla meteo- la luce al miliardo di persone attualmente in con- ducendone i costi e i tempi di realizzazione (West- rologia, hanno cominciato a immaginare un futuro dizione di povertà energetica. Tale considerazione ley and Antadze, 2010). diverso: carne coltivata in laboratorio, rigenera- non fa altro che evidenziare come, nonostante zione del mare e degli ecosistemi distrutti, orti e l’approccio sia perfettamente in linea con quanto Cosa mangeremo per salvare il mondo? | Nel foreste sottomarine in grado di produrre cibo so- teorizzato e sia stato riconosciuto all’avanguardia 2023 saremo 8 miliardi10: cosa mangeremo per stenibile e buono (Codignola, 2020). Ebbene, qual nell’ambito del design per l’innovazione9 sociale, salvare il mondo? Non potendo più continuare a è il ruolo del Design in questo contesto? il suo limite sia l’efficacia concreta rispetto alla di- sfruttare le risorse che ci rimangono ci troveremo Benché il termine ‘design’ ci faccia istintiva- mensione e all’urgenza del problema affrontato. a modificare la nostra alimentazione e il modo in mente pensare a qualcosa di ricercato, raffinato Il modello adottato, infatti, presenta come ne- cui produciamo il cibo. Se per produrre un chilo e attraente, in realtà, come spiega il filosofo Bruno cessari alcuni passaggi molto complessi come il di carne sono necessari sino a quindicimila litri Latour (2021), il design di prodotto o comunica- fundraising della singola iniziativa (tramite fondi d’acqua e per comprare un hamburger bastano zione non è un’invenzione casuale, di pura crea- pubblici e donazioni private), l’approvvigionamen- un paio di euro, nel sistema c’è qualcosa che non tività, ma nasce sempre con uno scopo. Design to dei componenti elettronici (ove necessari), la funziona. Negli ultimi anni è in atto un cambia- in inglese significa progettare e un vero progetto formazione delle maestranze, l’installazione degli mento che si può riassumere nella necessità di di design è finalizzato sempre a una nuova fun- impianti e l’avvio delle imprese locali. Ognuno di modificare il modo di mangiare e di produrre cibo. zione dell’oggetto, a un nuovo suo significato e questi step può richiedere alcuni mesi e questi Il cibo è un bene comune: cibo significa relazioni, mai esclusivamente alla ricerca del bello, del lus- tempi tendono ovviamente a dilatarsi proprio in non solo nutrimento e consumo; cibo significa so: il design non è ricerca edonistica (Ruggeri, quei territori con condizioni sociali ed economiche connessione con un luogo, solidarietà tra gene- 2021); come ci ricorda Bruno Munari (1981) il pro- particolarmente complesse. Quindi per Liter of Li- razioni e accoglienza di diverse culture (Thackara, blema di design nasce essenzialmente da un bi- ght, Agritube e molti progetti analoghi che appli- 2017). Ricercatori e studiosi, negli ultimi 20 anni, sogno. Coerentemente il mondo del food design cano i princìpi progettuali sopracitati, la sfida per grazie all’approccio di discipline diverse, dalla me- ha oggi nuove sfide da affrontare che riguardano 216
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 non solo il modo di progettare il cibo ma anche di e l’acqua di mare attorno a essa: l’acqua sul fon- Il food design è un ambito di progetto ancora produrlo: non basta più realizzare un alimento con do della capsula evapora e si condensa sulle su- poco esplorato e ancora legato al miglioramen- elevate proprietà nutrizionali e peculiari caratteri- perfici interne. Il microclima e le condizioni termi- to delle caratteristiche edonistiche degli alimenti stiche organolettiche. che all’interno delle biosfere sono ottimali per la (estetica, gusto, sapore); nasce quindi la neces- Il Green Deal11 e la strategia Farm to Fork12 crescita delle piante senza l’ausilio di fonti ener- sità di ribaltare quest’idea per promuovere il con- ci invitano al nuovo paradigma della sostenibilità getiche aggiuntive (Fig. 14). cetto del progetto del cibo (dalla produzione al globale delle produzioni basato su riduzione delle Il Nemo’s Garden è anche un reef artificiale a consumo) nell’ottica dell’innovazione sociale, che emissioni di gas a effetto serra, riduzione del con- tutti gli effetti, ricco di specie che utilizzano le bio- porta verso la ricerca di nuove soluzioni, più effi- sumo di acqua e ripristino della biodiversità e su sfere come riparo, contribuendo alla catena ali- cienti e sostenibili, capaci di rispondere ai nuovi nuove attività locali, a scala umana (agricoltura mentare. Anche se i risultati sono di notevole in- bisogni sociali, territoriali ed educativi. La partita sociale), che rappresentano la reale alternativa al teresse, appare difficile immaginare che tale si- si giocherà sulle conoscenze e sulla sensibilità in sistema alimentare industriale (Thackara, 2017). stema possa essere utilizzato in tempi brevi e su merito ai temi importanti che riguardano la soste- Tutte queste azioni devono mirare a garantire la larga scala: mentre le grandi multinazionali pre- nibilità alimentare: il cibo del futuro dovrà essere sicurezza alimentare, la sicurezza nutrizionale e la sentano già le loro offerte per comprare i brevetti principalmente ‘sostenibile’. salute pubblica (Ritota et alii, 2021); in questo (Codignola, 2020), sembra ancora lontano il tem- E ancora una volta innovativa è l’attività del quadro assume rilevanza strategica la ‘carne col- po in cui potremo avere in ogni cucina le biosfere gruppo WASP che, con il progetto Feel the Peel16, tivata’: un prodotto di carne animale originata dal- in formato domestico, in grado di fornirci verdure ci consente di bere un succo d’arancia da una le cellule staminali (Fig. 12). Negli ultimi 10 anni, fresche tutti i giorni.15 tazza fatta di buccia d’arancia: per realizzare le diversi progetti di ricerca sono riusciti a produrre carne in laboratorio e il primo hamburger è stato presentato nel 2013. In prospettiva tale alimento è preferibile sia da un punto di vista etico, non richiedendo uccisioni di animali, che da quello economico, dato che ri- duce drasticamente l’impatto ambientale dell’in- dustria della carne13. Tuttavia i potenziali vantaggi della carne coltivata restano una questione con- troversa, non solo per il costo elevato, ma, anche per la convergenza di interessi contestuali come la mercificazione dell’ingegneria genetica e gli in- genti investimenti dei milionari della Silicon Val- ley la cui etica riduce tutto a questioni economi- che senza un’utilità sociale significativa (Luneau, 2021). Certamente sarebbe auspicabile uno sce- nario che possa prevedere un giusto equilibrio tra il modello alimentare mediterraneo e il consumo di carne coltivata (una volta confermati i reali van- taggi): del resto: «We shall escape the absurdity of growing a whole chicken in order to eat the breast or wing, by growing these parts separately under a suitable medium» (Churchill, 1931, p. 66). Altra soluzione proiettata verso l’innovazione sociale è la ‘serra galleggiante’, ideata da Stefano Mancuso, in grado di produrre cibo per due fa- miglie. Si tratta di Jellyfish Barge, chiamata anche Medusa, un progetto che può garantire sicurezza idrica e alimentare fornendo acqua potabile e cibo senza pesare sulle risorse esistenti: è costituita da una serra vetrata con una base in legno ed è sostenuta da 96 fusti di plastica riciclata (Fig. 13), utilizza acqua piovana, di mare o di fiume che vie- ne desalinizzata o depurata e utilizzata per irrigare. La forma ottagonale consente, grazie alla modu- larità, di ampliare il numero delle colture, ma an- che di creare spazi per la socializzazione. Il pro- getto avrebbe bisogno di nuovi finanziamenti per giungere alla produzione industriale (Codignola, 2020) ma purtroppo nel nostro paese gli investi- tori faticano a riconoscere le potenzialità di pro- getti così innovativi.14 È possibile poi puntare sulle ‘serre sottomari- ne’, come il Nemo’s Garden, costituita da capsu- le-biosfere in cui crescono oltre 40 specie diverse di vegetali terrestri, ideata da Sergio Gamberini, ingegnere e fondatore di Ocean Reef Group. Og- gi, considerando che l’agricoltura tradizionale contribuisce in modo consistente al cambiamento climatico e possiamo coltivare solo l’11% della superficie del Pianeta, occorrono soluzioni e pro- poste innovative. Le biosfere funzionano grazie Fig. 6 | An exhibition at the school: what did IAQOS learn? (credit: HER srl, 2020; source: he-r.it). alla differenza di temperatura tra l’aria all’interno Fig. 7 | Two tweets from IAQOS (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.it). 217
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 Fig. 8 | Percentage of people experiencing food insecurity (source: FAO et alii, 2021). tazze i componenti naturali vengono riscaldati e mata in distopia antiumanistica. Oggi la sfida al mai pienamente realizzarsi nelle loro potenzialità. fusi in bioplastica riciclabile generando un ciclo superamento delle complesse criticità, proprie Ciononostante, oggi come ieri, la nostra pos- virtuoso di economia circolare. L’obiettivo non è della transizione digitale, è un terreno aperto a so- sibilità di prosperare come specie – fronteggiando solo estetico, ma anche funzionale al gusto poi- luzioni innovative e originali, come quelle di Iaco- gli enormi danni ambientali che abbiamo allegra- ché permette innumerevoli varianti, forme, consi- nesi e Persico; bisognerà, però, continuamente mente prodotto nel volgere di due secoli – dipen- stenze. L’uso della stampa 3D, inoltre, garantisce verificarne la fattibilità in termini politici, economici, de dalla capacità di fare rete, quindi di collabora- il rispetto di precisi canoni di sicurezza alimentari, educativi, sociali e di scala d’intervento, per cer- re, condividendo appunto tutto il sapere che oggi specie nel caso di intolleranze. Infine c’è un altro care di farle passare da una dimensione avan- la scienza riesce a mettere a disposizione (open aspetto particolarmente importante che è la pos- guardistica a una più strutturata e sistemica. source). Quale sarà allora il modello nuovo che ci sibilità di ridurre a zero o quasi gli sprechi: grazie D’altra parte sebbene la strada da percorrere permetterà di mettere in atto soluzioni innovative alla stampa 3D tutto viene preparato al momento sia quella indicata da Manzini, quella, cioè, imper- e socialmente rilevanti? È scalabile ad esempio l’i- e nelle quantità giuste. Per costruire una casa co- niata su progetti virtuosi che partono dal basso dea di Moretti di mettere nelle mani di chiunque il me per preparare un piatto vale la stessa regola: volti a innervare lo sviluppo di comunità locali ibri- sapere necessario per la produzione di abitazione, non serve contare su grandi quantità di materie de, open source e molto ben informate, che col- cibo ed energia in una logica di armonica condi- prime, ma piuttosto su una attenta programma- laborano concretamente nel luogo in cui si trova- visione? La ‘carne stampata’, se mai si affermerà, zione per utilizzare solo lo stretto indispensabile. no per migliorare la società, poniamo seri dubbi potrà essere coltivata da tutti o ci sarà il copyright sulla sua effettiva scalabilità e sul suo reale impat- di una multinazionale che mantiene intatto lo sta- Riflessioni conclusive | Se l’innovazione, da qua- to, perché tali progetti vengono a cozzare con lo tus quo in direzione turbo-capitalistica? lunque lato la si voglia vedere, deve poi risolversi stesso modello economico su cui si fonda la no- Certo è che l’attuale sistema rivela ogni giorno in effetti sociali concreti e benefici per quante più stra economia. Come abbiamo infatti evidenziato le sue falle: stanno finendo le risorse, il cibo e lo persone possibile, tesi sostenuta dagli autori, co- le risorse necessarie a sviluppare progetti come spazio. Se non vogliamo un mondo in cui si so- me riusciremo a perseguire questo ambizioso ri- Liter of Light sono provenienti dai fondi per la coo- pravvive in condizioni sempre più critiche facendo sultato? Il tema in questione ha una portata pla- perazione internazionale e donazioni raccolte nel- uso della forza, ammesso che qualcuno possa netaria, con evidenze macroscopiche sotto gli oc- le economie dei Paesi globalizzati. Se da un lato, realmente ‘vincere’, dovremo metterci d’accordo, chi di tutti. Non a caso, le parole d’ordine del New infatti, il modello no-profit, open source e open- condividere quanta più conoscenza possibile (in- European Bauhaus Prize 2022 sono sostenibilità, hardware garantisce la massima accessibilità ri- novazione tecnica) e collaborare per realizzare estetica e inclusione sociale (Scalisi and Ness, muovendo ogni possibile barriera, dall’altro, senza nuovi obiettivi comuni. Qui il design – da sempre 2022). È non è un caso che la Comunità Europea poter sfruttare la proprietà intellettuale, non esi- mediatore tra ‘saperi’ e ‘bisogni’ (Celaschi, 2008) abbia recentemente rilanciato il Bauhaus17 rile- stono royalties che possano generare profitti e – deve fare la sua parte: nella diffusione della co- vandone i fondamenti sociali del progetto. Allo quindi nessun venture capitalist è disposto a in- no(scienza) partecipando a un processo virtuoso, stesso modo, ‘povertà zero’, ‘istruzione di qua- vestire per una crescita più rapida. sistemico e collaborativo tale da produrre un nuo- lità’, ‘uguaglianza di genere’, ‘lavoro dignitoso Dunque sembrerebbe che il modello adottato vo tipo di innovazione: innovazione tecno-sociale. e crescita economica’, ‘riduzione delle disugua- non possa che essere sostenuto con investimenti glianze’, ‘città e comunità sostenibili’, ‘consumo pubblici (Grimm et alii, 2013) o con fondi specifici e produzione responsabili’, ‘pace, giustizia e isti- che mischiano capitale pubblico e privato (Tekula tuzioni forti’ sono tra i 17 punti per la concreta at- and Shah, 2016). Anche nel caso di politiche pub- It is always said that design generates innovation, tuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del- bliche o di impact investing, spesso gli indicatori and since innovation is the engine of success, l’Agenda ONU del 2030 (UN, 2015). Si potrebbe di performance non si limitano solo all’impatto so- Good Design is Good Business (Watson, 1974). allora chiosare: non c’è vera sostenibilità senza ciale o ambientale ma, seppur nel lungo termine, This view, however, is somewhat simplistic, not innovazione tecno-sociale. Eppure, come abbia- anche a metriche spesso in aperta contraddizio- only because it tends to reduce design to an aes- mo visto, benché siano oggi in atto molte azioni e ne con la natura del progetto (Vanderhoven et alii, theticising practice or, once again, to business, progetti tanto interessanti quanto lungimiranti, non 2020), provando a sfuggire alla massima attri- but because it does not correspond to the idea esiste una ricetta pacifica né tanto meno sicura. buita a Buckminster Fuller: «You have to decide of design as a democratic tool for improving the La posta in gioco è molto alta e l’obiettivo, pur whether you want to make money or make sense, world or, less emphatically, everyday life. In other nobile, di costruire una società giusta e democra- because the two are mutually exclusive». Si po- words, if we believe that innovation corresponds tica in cui le persone siano al centro del progresso trebbe quindi concludere sostenendo che finché to an ameliorative intervention, this, whatever the tecnologico è una sfida fondamentale da affron- il modello economico dei Paesi globalizzati non si way it is achieved, should first and foremost be so- tare con grande determinazione. L’utopia tecni- trasformerà pienamente in ri-generativo e ri-distri- cial innovation. So much so that even bare tech- cistica, pur partendo da aspirazioni tese al miglio- butivo (Raworth, 2017), progetti di innovazione so- nical innovation should contain a tiny spark of eth- ramento della vita dell’essere umano, si è trasfor- ciale ambiziosi come Liter of Light non potranno ical light and result in effects that improve society. 218
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225 So, let us ask ourselves: which society do we sucker-lecker, exploiting the heat of the sun to so- Programme, cit. in Wingler, 1969). Craftsmanship, want to design, the one in which technology is an lidify it; the energy used is, therefore, clean and yes, but today elevated to the nth power, i.e. 3D instrument in man’s hands or the one in which renewable. Zero impact. «Certified to be at the printing: digital craftsmanship or even craft 2.0 man is hetero-determined by technology? In the highest energy class [the first 3D printed house (Russo, 2015). philosophical debate, this crucial matter reached from raw earth (housing unit) in 2018 was Gaia] No wonder, then, that Moretti proposes the a turning point in the last century when, in the represents a significant achievement for 3D print- Maker Economy Starter Kit: «The container that 1950s, Martin Heidegger (1959) affirmed that tech- ing technology because it offers new scenarios of permits shipping all the machinery needed to es- nology assumed the ‘complete dominion’ of the sustainable building construction, taking advan- tablish a construction site with 3D printing tech- world. He was echoed by Günther Anders (1980), tages of the additive manufacturing, both in terms nology» (Moretti et alii, 2021, p. 152); more pre- who saw technology as the true ‘subject of histo- of feasibility and replicability» (Moretti et alii, 2021, cisely: the ambitious idea of potentially sharing ry’ while, more recently, Umberto Galimberti (1999) p. 154; Fig. 1). with everyone the knowledge needed to trans- reiterated how humans today are forced to con- Above all, this new architecture made from form a few dozen square metres into a ‘paradise vert themselves into a sort of ‘functionary of tech- earth and plant fibres – whose aesthetics are de- on earth’, i.e. an energy self-sufficient (renewable nical apparatuses’. One who turns his philosoph- duced from the technique (because technique energy) dwelling, where it is possible to produce ical reflection explicitly to the sphere of design is produces imagery) – it presents itself as totally food and materialise (sustainable) objects through Vilém Flusser (2003), who, reasoning on digital sustainable, with ethical repercussions on society. 3D printing. This means selecting and bringing artefacts, prefigures a society of the future that It promotes «[...] human and material resources together very different knowledge and techniques, is apparently free but technically predetermined; from the territory, [which means zero km and cir- ranging from construction to technical physics, it would be made up precisely of ‘programmed cular economy;] recycling natural waste from the from hydraulic engineering to botany. ‘Everyone programmers’ or worse: a ‘programmed totalitar- agricultural chain [i.e. the conversion of waste into must design’, Giulio Carlo Argan commented back ianism’. a resource, according to the postulate of systemic in 1974: after all, it is the best way to avoid being Is this the future that awaits us or where we design (Tamborrini, 2009); therefore] the current designed (cit. in Mari, 1974, p. 34). find ourselves today, whether we like it or not? aim of the company is to make the 3D printing Nevertheless, what are the limits of this ambi- What is certain is that we must direct the expan- process as affordable as possible to easily set on- tious idea? Is it possible – in every corner of the sion of technology through an ethical vision and site low-cost construction in countries of Third planet and for 8 million inhabitants – to create never lose sight of the social impact of changes World, generating social and living opportunities large housing units dispersed in a continuous in society. How, though, can we innovate social- for populations» (Moretti et alii, 2021, p. 155). countryside? How does Moretti’s idea translate ly? For Ezio Manzini (2021), social innovation Moreover, here is the goal of WASP and its into our crowded megacities? Furthermore, what occurs when someone solves a problem and founder Massimo Moretti: to give everyone a about the many small villages that dot the inland opens up new possibilities by changing the so- homemade with local materials and clean (low- areas of our country, some of them beautiful and cially established way of doing things. Conse- cost) energy, a vertical garden for food production rich in history and culture, which have literally quently, as stated in the Open Book of Social In- and creative space – a digital fabrication work- emptied in recent decades and should indeed be novation: «We define social innovations as new shop where they can experiment freely; to convey revitalised. In other words, if with WASP printers ideas (products, services and models) that si- the most technologically advanced knowledge in it is possible – it certainly seems it is – to quickly multaneously meet social needs and create new an open source society: a new Shamballa, a myth- print ecological houses in open spaces, what social relationships or collaborations» (Murray, ical city, inhabited by wise people who use evolved could be done within our urban centres, however Grice and Mulgan, 2010, p. 11). techniques and collaborate harmoniously to pur- unlivable they may be? However: is the idea of With this in mind, this paper will emphasise sue knowledge and happiness (Russo and Mo- putting the most advanced knowledge in the how social innovation tends to take place in ethi- retti, 2020; Sposito and Scalisi, 2017). ‘Architects, hands of every human feasible? Can we really think cal projects that are very different from each other sculptors, painters, we must all return to crafts- such sophisticated knowledge can be transver- yet aimed at improving society, betting on the fu- manship’, stated Walter Gropius in 1919 (Bauhaus sally disseminated and thus applied in a harmo- ture. These projects all challenge the status quo by operating in threshold conditions. In this way, Massimo Moretti’s idea (WASP) to create in a few dozen square metres a self-sufficient (flow energy) and totally ecological (zero km) space, permeated by the most technologically advanced knowledge by leveraging open source. Open source, collab- oration, care and hacker culture represent the so- cial capital that generates hybrid local communi- ties (Manzini), such as sprinkling diversified ser- vices on suburbs that take on a new centrality compared to the ‘old’ centralised, hierarchical systems. Here, the experimental adventures of Ia- conesi and Persico on the application of artificial intelligence, as well as the experiences of frugal technological innovation with a high social impact in the Planet’s most challenging economic, envi- ronmental and social contexts, are to be found. From practice to theory, and vice versa | Con- sistent with the initial premise, an enlightening ex- ample – with very concrete project spin-offs – is undoubtedly the activity of WASP, an acronym for the World Advanced Saving Project, one of the world’s most innovative 3D printing experiment centres. The name WASP takes its inspiration from the potter wasp: an animal that operates like a 3D printer. It takes material from where it is (km zero), for example, clay reinforced with natural fi- bres (vegetable waste), and deposits it through its Fig. 9 | Number of people without access to electricity (source: Our World in Data). 219
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