DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE - Nuove sfide design-driven per l'innovazione tecno-sociale

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DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE - Nuove sfide design-driven per l'innovazione tecno-sociale
DESIGN
                     AGATHÓN – International Journal of Architecture, Art and Design | n. 12 | 2022 | pp. 212-225
                     ISSN print: 2464-9309 – ISSN online: 2532-683X | doi.org/10.19229/2464-9309/12192022

ESSAYS & VIEWPOINT

                     DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE
                     Nuove sfide design-driven per
                     l’innovazione tecno-sociale

                     DESIGN AND DIGITAL TRANSITION
                     New design-driven challenges for
                     techno-social innovation

                     Salvatore Di Dio, Benedetto Inzerillo, Francesco Monterosso,
                     Dario Russo

                     ABSTRACT
                     Com’è possibile operare salvificamente su una società asfittica, trascinata dal turboca-
                     pitalismo, dalla ‘tirannia morbida’ degli algoritmi, dalla ‘datacrazia’ e contrassegnata da
                     sistemi socio-tecnici egemoni e centralizzati? Partendo da riflessioni teoriche e contri-
                     buti multidisciplinari, il contributo si concentra sull’importanza strategica dell’innovazio-
                     ne tecno-sociale, illustrando criticamente alcune significative esperienze design driven
                     che tratteggiano innovative linee di sviluppo nell’ambito della ricerca di design: l’attività
                     sperimentale di WASP (stampa 3D), le riflessioni di Manzini sulle comunità locali ibride
                     e le città in magmatica mutazione, i progetti degli hacktivisti Persico e Iaconesi sull’in-
                     telligenza artificiale open source, le esperienze di innovazione tecnologica frugale ad
                     alto impatto sociale nei contesti economici, ambientali e sociali più sfidanti del Pianeta
                     e, per finire, le audaci proiezioni sul cibo del futuro con le correlate problematiche spe-
                     rimentazioni su sistemi di produzione e stili di vita.

                     How can it be possible to work salvifically on an asphyxiated society that is being
                     dragged down by turbo-capitalism, the ‘soft tyranny’ of algorithms and ‘data-cracy’
                     and marked by hegemonic and centralised socio-technical systems? Starting from the-
                     oretical reflections and multidisciplinary contributions, this paper focuses on the strate-
                     gic importance of techno-social innovation, critically illustrating some significant design-
                     driven experiences that outline innovative lines of development in the field of design re-
                     search: WASP’s experimental activity (3D printing), Manzini’s reflections on hybrid local
                     communities and cities in chaotic mutation, the projects of hacktivists Persico and Ia-
                     conesi on open source artificial intelligence, the experiences of frugal technological in-
                     novation with high social impact in the Planet’s most challenging economic, environ-
                     mental and social contexts, and, finally, the bold projections on the food of the future
                     with the related problematic experiments on production systems and lifestyles.

                     KEYWORDS
                     innovazione tecno-sociale, design sistemico, design speculativo, SDGs, connessioni

                     techno-social innovation, systemic design, speculative design, SDGs, connections

                     Salvatore Di Dio, Engineer, Architect and PhD, is an Associate Professor of Industrial
                     Design in the Department of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39
                     347/13.73.406 | E-mail: salvatore.didio@unipa.it

                     Benedetto Inzerillo, Architect, Yacht Designer and PhD, is a Researcher in Industrial
                     Design in the Department of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39
                     340/197.61.88 | E-mail: benedetto.inzerillo@unipa.it

                     Francesco Monterosso, Architect, Visual Designer and PhD, is a Researcher in Indus-
                     trial Design in the Department of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob.
                     +39 339/279.67.22 | E-mail: francesco.monterosso@unipa.it

                     Dario Russo, Architect and PhD, is an Associate Professor of Industrial Design in the De-
                     partment of Architecture at the University of Palermo (Italy). Mob. +39 392/35.11.793 |
                     E-mail: dario.russo18@unipa.it

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DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE - Nuove sfide design-driven per l'innovazione tecno-sociale
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225

       Sempre si dice: il design genera innovazione;          me pure le esperienze di innovazione tecnologica           (sostenibili) attraverso la stampa 3D. Ciò significa,
e siccome l’innovazione è motore del successo,                frugale ad alto impatto sociale nei contesti econo-        quindi, selezionare e mettere a sistema cono-
Good Design is Good Business (Watson, 1974).                  mici, ambientali e sociali più sfidanti del Pianeta.        scenze e tecniche molto diverse, che vanno dal-
Questa visione, tuttavia, ha un che di semplicisti-                                                                      l’edilizia alla fisica tecnica, dall’ingegneria idraulica
co, non soltanto perché tende a ridurre il design             Dalla pratica alla teoria, e viceversa | Coeren-           alla botanica. ‘Tutti devono progettare’, chiosava
a prassi estetizzante ovvero, ancora una volta, a             temente con le premesse iniziali, un esempio illu-         Giulio Carlo Argan (cit. in Mari, 1974, p. 34) nel
business, quanto perché non corrisponde all’idea              minante – con ricadute progettuali molto concre-           lontano 1974: in fondo è il miglior modo per evi-
di design quale strumento democratico per mi-                 te – è senz’altro l’attività di WASP, acronimo di          tare di essere progettati.
gliorare il mondo o, meno enfaticamente, la vita              Wolrd Advanced Saving Project, uno dei centri di                Quali sono però i limiti di questa ambiziosa
quotidiana. In altre parole, se riteniamo che l’in-           sperimentazione sulla stampa 3D più innovativi             idea? È realmente possibile – in ogni angolo del
novazione corrisponda a un intervento migliorati-             del mondo. Il nome WASP trae ispirazione dalla             Pianeta e per 8 milioni di abitanti – realizzare nu-
vo, questa, quale che sia il modo in cui si realizza,         vespa vasaia; animale che opera come una stam-             merosissime unità abitative disperse in una cam-
dovrebbe essere prima di tutto innovazione so-                pante 3D: prende la materia lì dov’è (km zero), ad         pagna continua? Come si declina l’idea di Moretti
ciale. Tanto che anche l’innovazione tecnica nu-              esempio argilla rinforzata con fibre naturali (scarti       nelle nostre affollatissime megalopoli? E che dire
da e cruda dovrebbe contenere una piccola scin-               vegetali), la deposita attraverso il suo ugello, sfrut-    dei tanti paesini che costellano le aree interne del
tilla di luce etica e risolversi in effetti tali da miglio-   tando il calore del Sole abbastanza caldo per so-          nostro Paese, alcuni bellissimi, ricchi di storia e di
rare la società.                                              lidificarla; energia, quindi, pulita e rinnovabile. Im-     cultura, che si sono negli ultimi decenni letteral-
      E dunque chiediamoci: quale società inten-              patto zero. «Certified to be at the highest energy          mente svuotati e che andrebbero anzi rivitalizzati?
diamo progettare, quella in cui la tecnica è stru-            class [la prima casa (unità abitativa) stampata in         In altre parole, se con le stampanti WASP è pos-
mento nelle mani dell’uomo o quella in cui l’uomo             terra nel 2018 è Gaia] represents a significant             sibile, sì, stampare rapidamente case ecologiche
è etero-determinato dalla tecnica? Tale cruciale              achievement for 3D printing technology because             in spazi aperti, cosa si potrebbe fare all’interno
questione, nel dibattito filosofico, arriva a un punto          offers new scenarios of building sustainable con-          dei nostri centri urbani per quanto invivibili comun-
di svolta nel secolo scorso finché, negli anni Cin-            struction, taking advantages from the additive             que in funzione? Ma soprattutto: è davvero attua-
quanta, Martin Heidegger (1959) arriva ad affer-              manufacturing, both in terms of feasibility and re-        bile l’idea di mettere il sapere più evoluto nelle ma-
mare che la tecnica assume il ‘completo dominio’              plicability» (Moretti et alii, 2021, p. 154; Fig. 1).      ni di ogni uomo? Possiamo realisticamente pen-
del mondo; gli fa eco Günther Anders (1980), che                    Questa nuova architettura fatta di terra e fibre      sare che tale sofisticato sapere potrà essere tra-
vede nella tecnica il vero ‘soggetto della storia’            vegetali – la cui estetica è dedotta dalla tecnica         sversalmente diffuso e dunque applicato in una
mentre, più di recente, Umberto Galimberti (1999)             (perché la tecnica produce immaginario) – si con-          logica armonica che affratella l’umanità? E con
ribadisce come l’uomo, oggi, sia costretto a con-             figura come totalmente sostenibile, con ricadute            quali esiti? Sarà possibile, tanto per fare un esem-
vertire se stesso in una sorta di ‘funzionario di ap-         virtuose sulla società. Essa promuove «[…] hu-             pio, coltivare la carne in casa – la casa di Moretti
parati tecnici’. Chi volge la riflessione filosofica             man and material resources from the territory, [il         pensata con le tecnologie di un’astronave – ov-
esplicitamente all’ambito del design è Vilém Flus-            che vuol dire km zero ed economia circolare;]              vero stamparla grazie alle cellule staminali?
ser (2003) il quale, ragionando sugli artefatti digi-         recycling natural waste from the agricultural chain             Se pensiamo alle nostre città e megalopoli,
tali, preconizza una società del futuro apparente-            [ossia la conversione di uno scarto in risorsa, se-        con i loro complessi funzionamenti e disfunzioni,
mente libera ma tecnicamente predeterminata,                  condo il postulato del design sistemico (Tambor-           una ricetta socialmente innovativa e forse più con-
fatta appunto di ‘programmatori programmati’;                 rini, 2009) 1; pertanto] the current aim of the com-       cretamente applicabile sembra essere quella di
peggio: un ‘totalitarismo programmato’.                       pany is to make the 3D printing process as af-             Ezio Manzini, il quale vede appunto nell’innova-
      È questo il futuro che ci attende o nel quale ci        fordable as possible to easily set on-site low-cost        zione sociale il vero obiettivo del design(er). Già
troviamo oggi che piaccia o meno? Quel che cer-               construction in countries of Third World, gener-           da tempo, afferma l’autore, si coagulano tante
to è che occorre indirizzare l’espansione della tec-          ating social and living opportunities for popula-          piccole comunità locali ibride (reali e virtuali) che,
nica attraverso una visione etica e non perdere               tions» (Moretti et alii, 2021, p. 155).                    sfruttando le tecnologie digitali (e non solo), col-
mai di vista la ricaduta sociale di quanto è in grado               Ed ecco l’obiettivo di WASP e del suo fonda-         laborano per risolvere problemi sociali con solu-
di cambiare la società. In che modo, però, pos-               tore Massimo Moretti: dare a tutti una casa, rea-          zioni innovative, secondo la definizione di Robin
siamo innovare socialmente? Per Ezio Manzini                  lizzata con materiali locali ed energia pulita (a bas-     Murray, Jean Caulier Grice e Geoff Mulgan (2010).
(2021), si ha innovazione sociale quando qualcu-              so costo), un orto verticale per la produzione del         Nasce dunque dal basso, generato dalla una
no, cambiando il modo di fare socialmente con-                cibo e spazio creativo, un laboratorio di fabbrica-        sommatoria delle attività locali, quel che Manzini
solidato, risolve un problema e apre nuove pos-               zione digitale dove sperimentare liberamente;              (2015) chiama ‘design emergente’: il Design –
sibilità. Conseguentemente come si legge nell’O-              veicolare il sapere più tecnologicamente evoluto           When Everybody Designs.
pen Book of the Social Innovation: «We define so-              in una società totalmente open-source: una nuo-                 È quindi questa la strada per una società mi-
cial innovations as new ideas (products, service              va Shamballa, città mitica, abitata da sapienti che        gliore, più equa e più giusta, fondata sulla colla-
and models) that simultaneously meet social needs             utilizzano tecniche evolute, collaborando armoni-          borazione e la cura, anziché sulla competizione e
and create new social relationship or collabora-              camente, per perseguire conoscenza e felicità              l’individualismo sfrenato? Certamente qui l’inno-
tions» (Murray, Grice and Mulgan, 2010, p. 11).               (Russo and Moretti, 2020; Sposito and Scalisi,             vazione tecnologica stimola l’innovazione sociale.
      In quest’ottica il contribuito metterà l’accento        2017). ‘Architetti, scultori, pittori, noi tutti dobbia-   La connettività e le tecnologie digitali consentono
su come l’innovazione sociale tende a prendere                mo tornare all’artigianato’: lo affermava Walter           alle persone di interagire e di compiere operazioni
campo in progetti virtuosi e molto diversi tra loro,          Gropius nel 1919 (Programma del Bauhaus, cit.              ovunque nel mondo senza doversi per forza spo-
eppure volti al miglioramento della società, scom-            in Wingler, 1969). Artigianato, sì, ma elevato oggi        stare dal luogo in cui si trovano: il risultato è che si
mettendo sul futuro. Tutti sfidano lo status quo,              all’ennesima potenza, ovvero stampa 3D: arti-              può fare (quasi) tutto e ovunque (Manzini, 2021).
operando in condizioni limite. Così l’idea di Mas-            gianato digitale o ancora artigianato 2.0 (Russo,          Ciò che invece bisogna spostare è parte consi-
simo Moretti (WASP) di realizzare in poche decine             2015).                                                     stente dei servizi, dal centro alla periferia, affinché
di metri quadri uno spazio autosufficiente (energie                  Nessuna meraviglia dunque se Moretti pro-            ogni area assuma una propria ‘centralità’; l’eco-
di flusso) e totalmente ecologico (km zero), per-              pone il Maker Economy Starter Kit: «The contain-           sostenibilità del km zero e soluzioni abilitanti:
meato dal sapere più tecnologicamente avanzato                er that permits shipping all the machinery needed          «[…] products and service systems that have been
facendo leva sull’open source. Open source, col-              to establish a construction site with 3D printing          specifically designed for that purpose» (Manzini,
laborazione, cura e cultura hacker rappresentano              technology» (Moretti et alii, 2021, p. 152); più pre-      2015, p. 167) per rendere l’intero ambiente più fa-
il capitale sociale che genera comunità locali ibride         cisamente: l’ambiziosa idea di condividere poten-          vorevole a una varietà, non già precisamente de-
(Manzini), tali da irrorare di servizi diversificati peri-     zialmente con tutti il sapere necessario per tra-          finita, di incontri, conversazioni e azioni (Manzini,
ferie che assumono nuova centralità rispetto ai               sformare poche decine di metri quadri in un ‘pa-           2018). Il che significa che occorre passare da si-
‘vecchi’ sistemi gerarchici centralizzati. Qui si col-        radiso in terra’, ovvero un’abitazione energetica-         stemi centralizzati e gerarchici, oggi prevalenti, a
locano le avventure sperimentali di Iaconesi e Per-           mente autosufficiente (energia rinnovabile), dove           sistemi sociotecnici costituiti da una rete di ele-
sico sull’applicazione di intelligenza artificiale, co-        sia possibile produrre cibo e materializzare oggetti       menti, connessi tra loro ma anche relativamente

                                                                                                                                                                            213
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                                                                                                                                    Esattamente come descritto nella manziniana
                                                                                                                              ‘città della prossimità’ dove il termine ‘ibrido’, nella
                                                                                                                              relazione col termine ‘prossimità’, viene arricchito
                                                                                                                              di significato: la ‘prossimità ibrida’ è quella che
                                                                                                                              scaturisce da «[…] due forme di ibridazione, quella
                                                                                                                              fisico-digitale e quella funzionale» (Manzini, 2021,
                                                                                                                              p. 95). La prima fa riferimento alla presenza ubi-
                                                                                                                              qua delle tecnologie della comunicazione, gene-
                                                                                                                              ralmente sotto forma di ‘piattaforme digitali’ o so-
                                                                                                                              cial network, ma anche big data, algoritmi, IoT e
                                                                                                                              IA; la seconda si riferisce a spazi e luoghi della
                                                                                                                              città che si trasformano combinando nuove fun-
                                                                                                                              zioni (edicole/tabaccai ‘aumentati’ con servizi di
                                                                                                                              logistica, lavanderie/postazioni per smartworking,
                                                                                                                              bar/portinerie, etc.).
                                                                                                                                    Si tratta di spazi e luoghi abilitanti e generativi
                                                                                                                              che permettono la nostra vita ‘onlife’ e nella ‘info-
                                                                                                                              sfera’ (Floridi, 2020a); luoghi preziosi che, in una
                                                                                                                              biunivoca, indissolubile e forte relazione con l’in-
                                                                                                                              frastruttura digitale, diventano ‘punti di aggancio’
                                                                                                                              (Pais, 2021) delle piattaforme e quindi punti di in-
                                                                                                                              contro e di scambio tra città, individui e comunità.
                                                                                                                              Comunità ‘ibride’ e di ‘prossimità’, fortemente ra-
Fig. 1 | Gaia WASP | Crane 3D printed house (credit: WASP).                                                                   dicate nei quartieri, che si contrappongo alla di-
                                                                                                                              stopica concretizzazione dell’isolamento degli in-
                                                                                                                              dividui, dell’esclusione e del deserto sociale propri
autonomi, su cui le comunità di luogo abbiano l’ef-           gono l’accento su riflessioni critico-pragmatiche                dello scenario che Manzini (2021) definisce ‘città
fettiva possibilità di decidere (Manzini, 2018).              molto più orientate alla decodifica della comples-               del tutto a/da casa’, scenario all’interno del quale
     E qui la visione di Manzini incontra quella di           sità del presente e alle possibili correlate soluzioni.         la tecnologia ‘comoda’ e ‘del tutto a domicilio’ (la-
Moretti: dare valore alle periferie; anzi, ribaltare il       In questa direzione vanno le riflessioni di Nida-Rü-             voro, studio intrattenimento, servizi, prodotti, etc.)
concetto stesso di periferia. È la città della pros-          melin3 e Weidenfeld (2019) che, in un rinnovato                 è solo capace di portare a un aumento esponen-
simità, detta anche ‘la città dei dieci’1 o dei quin-         equilibrio tra tecnologia e uomo, auspica un ritor-             ziale della crescita dei consumi, del carico am-
dici minuti’ (Kohlstedt, 2016; Moreno, 2020), do-             no a una dimensione antropologica della tecno-                  bientale, delle disuguaglianze, della solitudine e
ve tutto è a portata di mano, con conseguenze                 logia che definisce ‘umanesimo digitale’ e di Lu-                dell’emarginazione.
virtuose sia sociali (innovazione sociale) che am-            ciano Floridi (2020a), che pensa a un approccio                       All’interno di questo scenario di transizione di-
bientali (drastica riduzione di spostamenti di uo-            design-driven per la filosofia: la ‘filosofia come de-              gitale e di ibridazione fin qui descritto, da alcuni an-
mini e merci).                                                sign concettuale’. Una filosofia-design capace di                 ni, si registrano diverse spinte di trasformazione del
     Quali sono, tuttavia, i limiti di questo approc-         accompagnarci, attraverso un aggiornato corri-                  mondo mosse da un originale mescolamento di in-
cio? Apparentemente nessuno o, meglio, quel                   mano ‘info-etico’, verso un nuovo ‘progetto uma-                novazione tecnologica, sociale e culturale. Tutte
che dice Manzini è senz’altro condivisibile, perché           no’ (Floridi, 2020b), una nuova visione del mondo               partono dalla profonda crisi della cultura occiden-
praticamente attuabile in direzione etica (sociale);          in grado di farci superare l’attuale fase di crisi che          tale (che nella pandemia ha avuto culmine), che ha
siamo sinceramente convinti, come lui, che il De-             sta generando disuguaglianze sociali, conflitti e                portato a mettere seriamente in discussione l’at-
sign del XXI secolo debba generare innovazione                disastri ambientali, rendendo certamente proble-                tuale modello di sviluppo esclusivamente antropo-
sociale. Ma possiamo ritenere concretamente                   matica la convivenza tra uomo e ambiente. Un                    centrico, ecologicamente e socialmente insosteni-
praticabile passare da sistemi centralizzati e ge-            ‘metaprogetto postmoderno’ (Floridi, 2020a), so-                bile. Un modello da superare, adottando un cambio
rarchici a sistemi sociotecnici costituiti da una rete        ciale e comunitario, che parta dalla considerazione             di paradigma ‘radicale’ all’interno del quale si col-
di elementi connessi tra loro per quanto relativa-            della società come rete e non come insieme di in-               locano alcune interessantissime esperienze ‘multi-
mente autonomi? E se così fosse, quanto tempo                 dividualità e che sia sorretto da un ‘patto originario’         verso’ di Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (2016)
ci vorrebbe per innovare socialmente interi Paesi?            sociale, un ‘trust universale’ di relazioni tra uomo,           due ricercatori/docenti, designer/artisti e hacktivisti
Le comunità locali ibride, del resto, hanno biso-             altri agenti e mondo. Relazioni che, in una forma               italiani che mettono in relazione gli ecosistemi uma-
gno di evolversi e di assumere nuova linfa quali or-          reticolare, inclusiva e tra ‘pari’, connettono entità           ni e la vita delle città nell’era della comunicazione,
ganismi vivi. Possono spegnersi esaurito lo slan-             differenti (natura, persone, comunità, istituzioni, ar-         dell’informazione e della conoscenza.
cio iniziale, possono anche convertirsi in attività           tefatti artificiali, ibridi, sintetici, etc.) e che ci permet-         A partire dall’uso ricorrente di approcci scien-
redditizie e perdere la vocazione sociale ricalcan-           teranno di passare da un mondo postindustriale                  tifici e pratiche legate anche al ‘design speculati-
do rapporti economico-commerciali tradizionali.               meccanico e analogico (produzione di cose) a un                 vo’, le attività di ricerca-azione si sono materializ-
Le comunità locali ibride hanno bisogno di qual-              mondo complesso, digitale e ‘relazionale’ (produ-               zate in tanti, diversi, innovativi progetti che hanno
cuno che sappia fondarle, animarle e trascinarle              zione di nuovi servizi-funzioni, esperienze), in cui            indagato sulle relazioni complesse tra arte, desi-
ma anche poi lasciare che si evolvano autonoma-               l’umanità sarà ‘protagonista nel prendersi cura del             gn, infosfera, pensiero e agenti computazionali (al-
mente (fase trasformativa). Manzini (2015) parla              mondo’ (Floridi, 2020b).                                        goritmi AI, IOT, etc.), open source, città e territori,
infatti di ‘social heroes’; e come recita Galileo,                  Al momento siamo ancora nella fase iniziale               cittadini e comunità. Esattamente ciò che afferma
‘sventurata la terra che ha bisogno di eroi!’.2               di questo utopico viaggio verso il suddetto ‘pro-               Manzini (2021, p. 20) parlando di innovazione so-
                                                              getto umano’, fermi come siamo in un territorio di              ciale, ovvero «[…] quando qualcuno, cambiando
Un ‘metaprogetto postmoderno’, dalla ‘città                   confine, fatto di acqua salmastra (né dolce né sa-               il modo di fare socialmente consolidato, risolve un
della prossimità e della cura’ al Nuovo Abitare:              lata), come quella dove prosperano le mangrovie                 problema e apre nuove possibilità».
il caso IAQOS | Nel precedente paragrafo abbia-               che Floridi (2020b) utilizza come metafora per                        In relazione ai temi e alle questioni presentate
mo accennato a come e quanto le analisi, gli ap-              descrivere la nostra attuale esistenza in cui l’online          è particolarmente interessante ed estremamente
procci, le visioni e le proposte risolutive di Manzini        e l’offline si mescolano nell’esperienza quotidia-              innovativa – anche per le implicazioni culturali e i
risultino interessanti e innovative se connesse al-           na (onlife) e gli spazi sono sia digitali che analogici         nuovi possibili sviluppi futuri della ricerca di design
l’attuale dibattito filosofico sulla transizione digi-          (infosfera). Viviamo dunque nella ‘società delle                – l’esperienza connessa al progetto IAQOS – In-
tale. Tali proposte intercettano, in particolare, al-         mangrovie’, dove è impossibile separare netta-                  telligenza Artificiale di Quartiere Open Source (Ia-
cuni nuovi indirizzi della ricerca filosofica che pon-          mente l’analogico e il digitale.                                conesi and Persico, 2021b). Finanziata dal MI-

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DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE - Nuove sfide design-driven per l'innovazione tecno-sociale
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225

BACT nell’ambito del progetto PeriferIA Intelligen-        acquisto, dei nostri consumi, della nostra ricchez-       maggiormente in emergenza energetica, a cause
te per sperimentare un processo di rigenerazione           za, delle nostre idee politiche e culturali.              delle alte barriere di carattere economico e sociale
urbana utilizzando IA e big data, IAQOS è una IA                Come ci ricorda De Kerckhove, viviamo al             nei quali sono confinati, è spesso solo a scopo
di comunità, collegata all’ecosistema multicultu-          tempo della ‘tirannia morbida’ della ‘datacrazia’         sperimentale o, peggio ancora, pubblicitario.
rale del quartiere Torpignattara a Roma.                   (De Kerckhove and Ciccarese, 2022), del ‘capita-                Proprio al fine di aggirare tali barriere negli ul-
      Si tratta di un progetto che mette insieme tec-      lismo della sorveglianza’ (Zuboff, 2019), dei deep        timi anni si sono affermati nuovi principi nel campo
nologia e innovazione sociale per attivare, con un         fake e della prepotenza degli algoritmi, imprigio-        dell’innovazione (Björgvinsson, Ehn and Hillgren,
approccio art/design-driven, processi relazio-             nati, come siamo, dentro bolle di filtraggio e ca-         2010) che prevedono l’intersezione fra design per
nali tra comunità, città e dati. L’obiettivo princi-       mere dell’eco. Un ecosistema dell’informazione            l’innovazione sociale (Murray, Caulier-Grice and
pale è la comprensione del funzionamento delle             pericoloso che, condannandoci sempre più alla             Mulgan, 2010) e il design sostenibile (Tamborrini,
IA e il loro successivo, innovativo, utilizzo teso         esclusiva condizione di consumatori – e non, co-          2009). Un approccio che potrebbe definirsi ‘lean’
alla realizzazione di progetti etici e partecipativi       me ci suggerisce Floridi, di consumatori-costrut-         (Di Dio, 2018) o frugale secondo la definizione di
che sappiano rispondere alle grandi sfide glo-             tori-produttori consapevoli di informazioni – riesce      Navi Radjou (Radjou, Prabhu and Ahuja, 2012),
bali e che abbiano importanti ricadute sulle co-           a incidere profondamente sulle scelte degli indivi-       e che nel mondo del design trova esaustiva trat-
munità stesse che li hanno generati. Si tratta di          dui e delle comunità, alterandone, in alcuni casi         tazione nel lavoro di Luigi Bistagnino (2009) sul De-
un ribaltamento chiave, radicale – Iaconesi e Per-         anche pesantemente, i processi democratici.               sign Sistemico.
sico (2021a) parlano di ‘economia della svolta’ –                                                                          Fra i tanti progetti ispirati da tali principi l’espe-
in cui una IA creata e addestrata da una comu-             Energia, bottiglie di plastica e tubi in PVC |            rienza di Liter of Light (Fig. 10) è sicuramente fra
nità (il quartiere), fra 2019 e 2020, trasforma i dati     L’accesso all’energia è un bisogno primario per           le più significative: Liter of Light utilizza materiali
in conoscenza utile a comprendere e risolvere i            ogni singolo individuo e per ogni organizzazione          economici e facilmente reperibili per fornire un’il-
problemi di quello specifico contesto territoria-          sociale (Butera, 2014), ma in un mondo sempre             luminazione di alta qualità alle abitazioni nelle co-
le, aiutando i cittadini a migliorare la propria qua-      più globalizzato il soddisfacimento di questo bi-         munità povere specialmente in Asia ed Africa.
lità di vita a partire dalle caratteristiche del quar-     sogno non sempre è garantito. Conflitti sociali e          Bottiglie di plastica facilmente reperibili in loco ven-
tiere stesso.                                              bellici, l’innalzamento della temperatura mondiale        gono riciclate, riempite d’acqua e un po’ di can-
      A differenza della maggior parte delle Intelli-      e i sempre più frequenti eventi atmosferici cata-         deggina, e vengono inserite nel tetto per garantire
genze Artificiali, IAQOS non agisce in maniera             strofici dovuti agli effetti del cambiamento clima-        l’illuminazione diurna e possono essere potenziate
‘estrattiva’ e ‘militarizzata’ (Iaconesi and Persico,      tico uniti all’inquinamento dell’aria, dei terreni e      con una lampadina LED, pannelli micro-solari e
2021a)4, accumulando dati allo scopo di profi-             delle falde acquifere per l’intensa attività antropica    una batteria per fornire un sistema di illuminazio-
lare le persone e indirizzarne i comportamenti, ma         rendono sempre più complessa e costosa la pro-            ne notturna a basso costo (Bansod and Wandile,
in maniera relazionale, mettendo in contatto le            duzione e distribuzione di cibo ed energia.               2015). L’uso di bottiglie di plastica per l’illumina-
persone in modo che possano diventare attori di                  Dall’ultimo report della FAO emerge che nel         zione di interni a partire dalla luce solare, svilup-
trasformazione sociale (Figg. 2-7). Una figlia del          2020 quasi una persona su tre nel mondo (2,37             pato dal brasiliano Alfredo Moser nel 2002, è quin-
quartiere, Angel_F, è la sua sorella maggiore              miliardi) non aveva accesso a un’alimentazione            di alla base del progetto di Illac Diaz che, attraver-
(Iaconesi and Persico, 2009), partorita da una             adeguata, con un aumento di quasi 320 milioni             so la fondazione MyShelter Foundation, nel 2011
‘queer neighbourhood family’ che vive nella ‘pros-         di persone in un solo anno, e quasi il 60% della          ha lanciato Liter of Light nelle Filippine in collabo-
simità’ della strada, stringendo relazioni con gli         popolazione dell’Africa è affetta da insicurezza          razione con gli studenti del Massachusetts Insti-
abitanti che partecipano attivamente al suo con-           alimentare moderata o grave (FAO et alii, 2021);          tute of Technology (MIT) e Alfredo Moser.
cepimento, alla festa di nascita (in un bar del quar-      secondo i dati elaborati dal gruppo di ricerca gui-             Per rendere il progetto scalabile anche nei
tiere), alla sua educazione; ne hanno cura, come           dato da Hannah Ritchie (Ritchie, Roser and Ro-            contesti più sfidanti del pianeta, il prodotto è stato
nella manziniana città della ‘prossimità’ e della          sado, 2020), circa 1 miliardo di persone non ha ac-       concepito in open-source per essere facilmente
‘cura’ (Manzini, 2021).                                    cesso all’energia elettrica in un contesto in cui la      replicato e migliorato da chiunque in tutto il mon-
      Siamo di fronte a una possibile nuova alleanza       persona media dei paesi più industrializzati arriva       do e Liter of Light offre formazione di base di car-
fra umani e non umani (IA, organizzazioni, piante,         a consumare fino a 100 volte di più della persona          penteria ed elettronica a persone del posto, che
fiumi, oceani) che trovano nei dati e nei nuovi ha-         media di alcuni dei paesi più poveri.                     possono così ricavare un piccolo reddito dal loro
bitat ibridi un patrimonio comune in cui è possibile             Le Figure 8 e 9 mostrano come Africa Cen-           lavoro. Attraverso quindi un prodotto open-sour-
unirsi e stabilire inedite forme di relazione e di im-     trale e Sud Est Asiatico siano le aree geografiche         ce e un progetto sociale generativo (Banathy,
maginazione sociale. Un approccio assolutamen-             che maggiormente soffrono la scarsità di risorse          2013) basato sulla trasmissione di competenze e
te originale, una svolta radicale che ci consente          alimentari e accesso all’energia elettrica, per una       l’avvio di piccole cooperative di elettricisti, i dati
di sperimentare molteplici opportunità transcultu-         concomitanza di ragioni storiche, ambientali e po-        riportati dall’organizzazione7 rivelano che ad oggi
rali e transgenerazionali, nuovi modelli non ‘estrat-      litiche (Alkon and Agyeman, 2011; Jenkins et alii,        sono state formate più di 50.000 persone, instal-
tivi’ e nuovi concetti di ritualità sociale, nuovi mo-     2016). Queste popolazioni, già abbondantemente            late circa di 800.000 lampadine in più di trenta
delli di comunità per nuovi habitat: le radici di un       disagiate, saranno inevitabilmente ancor più pe-          Paesi illuminando più di 2,5 milioni di persone.
Nuovo Abitare. Piccoli frammenti di un nuovo, più          nalizzate dagli effetti sociali ed economici dovuti             Con lo stesso approccio frugale, open-source
grande, ‘progetto umano’.                                  ad eventi di portata globale come la crisi pande-         e generativo, Glocal Impact Network (GIN), il team
      Ma sarà la strada giusta? Lo slancio utopico         mica da Covid-19, dalle conseguenze della guer-           italiano di Liter of Light, attraverso una collabora-
di tali visioni e progetti riuscirà ad avere una por-      ra fra Russia (fra i Paesi al mondo che producono         zione con l’Università di Padova, ha sviluppato il
tata globale? Gli approcci open source, peer to            più energia) e Ucraina (fra i Paesi al mondo che          progetto Agritube, un sistema per l’agricoltura idro-
peer e hacktivists, insieme alle comunitarie dina-         producono più grano) e dalla sempre più pres-             ponica fuori suolo accessibile anche a coloro con
miche bottom-up, riusciranno a vincere la sfida             sante emergenza climatica.                                disabilità motoria realizzato in tubi in PVC e sen-
nella difficile (e forse impari) lotta contro la prepo-           Come citato nella parte introduttiva in tutto il    soristica sviluppata in open-source (Fig. 11). L’am-
tenza del capitalismo dell’informazione? Secondo           mondo si moltiplicano le iniziative volte ad affron-      bito di applicazione è quindi quello agricolo in con-
alcuni studiosi questo risulterà molto difficile, dal       tare, a tutte le latitudini, la sfida della trasforma-    dizioni di estrema scarsità d’acqua, dove il terreno
momento che viviamo fin da neonati all’interno di           zione sociale, economica e ambientale (Manzini,           non è fertile, è inquinato o è troppo arido. Secondo
una pericolosa condizione di progressiva perdita           2015) che prevede nuovi modelli di produzione e           i dati riportati da GIN8, dal 2018 ad oggi sono state
e atrofizzazione delle nostre capacità analogiche           consumo sostenibile all’interno di confini sociali e       prodotte quasi 10.000 piante e installati più di 30
di intelligenza e pensiero critico (Spitzer, 2013),        ambientali definiti (Raworth, 2017). In questo con-        impianti di idroponica in 4 Paesi africani.
una sorta di Alzheimer digitale che ci espone pe-          testo nuove soluzioni come il vertical farming5 o               Risultati senz’altro promettenti ma ancora
ricolosamente alle seduttive e comode proposte             nuove tecnologie come i pannelli biofotovoltaici          troppo poco significativi se confrontati con i nu-
di allettanti servizi ‘offerti’ dalle grandi multinazio-   (McCormick et alii, 2015) iniziano ad attrarre sem-       meri rilevati dal lavoro della Ritchie e dalla FAO.
nali che, attraverso i big data, sanno tutto di noi,       pre più investimenti e attenzione dal mercato6,           Ma se da un lato i dati registrati da Agritube ancora
della nostra vita privata, delle nostre preferenze di      ma il trasferimento di tali innovazioni nei contesti      non consentono simulazioni di impatto nel medio

                                                                                                                                                                            215
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Fig. 2 | A data gift for IAQOS (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.co.uk).
Fig. 3 | Would you like to chat with IAQOS, the AI Community? (credit: HER srl, 2020; source: he-r.it).
Fig. 4 | AI for communities: the IAQOS Box in a shop (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.it).
Fig. 5 | At the school party with IAQOS (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.it).

e nel lungo termine, nel caso di Liter of Light a que-            rendere finalmente significativo il proprio impatto       dicina alla cosmologia, dalla biologia marina alla
sto ritmo non basterebbero 400 anni per portare                   sta nell’efficientare ogni singola fase operativa, ri-   genetica più avanzata, dall’agricoltura alla meteo-
la luce al miliardo di persone attualmente in con-                ducendone i costi e i tempi di realizzazione (West-     rologia, hanno cominciato a immaginare un futuro
dizione di povertà energetica. Tale considerazione                ley and Antadze, 2010).                                 diverso: carne coltivata in laboratorio, rigenera-
non fa altro che evidenziare come, nonostante                                                                             zione del mare e degli ecosistemi distrutti, orti e
l’approccio sia perfettamente in linea con quanto                 Cosa mangeremo per salvare il mondo? | Nel              foreste sottomarine in grado di produrre cibo so-
teorizzato e sia stato riconosciuto all’avanguardia               2023 saremo 8 miliardi10: cosa mangeremo per            stenibile e buono (Codignola, 2020). Ebbene, qual
nell’ambito del design per l’innovazione9 sociale,                salvare il mondo? Non potendo più continuare a          è il ruolo del Design in questo contesto?
il suo limite sia l’efficacia concreta rispetto alla di-           sfruttare le risorse che ci rimangono ci troveremo            Benché il termine ‘design’ ci faccia istintiva-
mensione e all’urgenza del problema affrontato.                   a modificare la nostra alimentazione e il modo in        mente pensare a qualcosa di ricercato, raffinato
     Il modello adottato, infatti, presenta come ne-              cui produciamo il cibo. Se per produrre un chilo        e attraente, in realtà, come spiega il filosofo Bruno
cessari alcuni passaggi molto complessi come il                   di carne sono necessari sino a quindicimila litri       Latour (2021), il design di prodotto o comunica-
fundraising della singola iniziativa (tramite fondi               d’acqua e per comprare un hamburger bastano             zione non è un’invenzione casuale, di pura crea-
pubblici e donazioni private), l’approvvigionamen-                un paio di euro, nel sistema c’è qualcosa che non       tività, ma nasce sempre con uno scopo. Design
to dei componenti elettronici (ove necessari), la                 funziona. Negli ultimi anni è in atto un cambia-        in inglese significa progettare e un vero progetto
formazione delle maestranze, l’installazione degli                mento che si può riassumere nella necessità di          di design è finalizzato sempre a una nuova fun-
impianti e l’avvio delle imprese locali. Ognuno di                modificare il modo di mangiare e di produrre cibo.       zione dell’oggetto, a un nuovo suo significato e
questi step può richiedere alcuni mesi e questi                   Il cibo è un bene comune: cibo significa relazioni,      mai esclusivamente alla ricerca del bello, del lus-
tempi tendono ovviamente a dilatarsi proprio in                   non solo nutrimento e consumo; cibo significa            so: il design non è ricerca edonistica (Ruggeri,
quei territori con condizioni sociali ed economiche               connessione con un luogo, solidarietà tra gene-         2021); come ci ricorda Bruno Munari (1981) il pro-
particolarmente complesse. Quindi per Liter of Li-                razioni e accoglienza di diverse culture (Thackara,     blema di design nasce essenzialmente da un bi-
ght, Agritube e molti progetti analoghi che appli-                2017). Ricercatori e studiosi, negli ultimi 20 anni,    sogno. Coerentemente il mondo del food design
cano i princìpi progettuali sopracitati, la sfida per              grazie all’approccio di discipline diverse, dalla me-   ha oggi nuove sfide da affrontare che riguardano

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non solo il modo di progettare il cibo ma anche di        e l’acqua di mare attorno a essa: l’acqua sul fon-                     Il food design è un ambito di progetto ancora
produrlo: non basta più realizzare un alimento con        do della capsula evapora e si condensa sulle su-                  poco esplorato e ancora legato al miglioramen-
elevate proprietà nutrizionali e peculiari caratteri-     perfici interne. Il microclima e le condizioni termi-              to delle caratteristiche edonistiche degli alimenti
stiche organolettiche.                                    che all’interno delle biosfere sono ottimali per la               (estetica, gusto, sapore); nasce quindi la neces-
      Il Green Deal11 e la strategia Farm to Fork12       crescita delle piante senza l’ausilio di fonti ener-              sità di ribaltare quest’idea per promuovere il con-
ci invitano al nuovo paradigma della sostenibilità        getiche aggiuntive (Fig. 14).                                     cetto del progetto del cibo (dalla produzione al
globale delle produzioni basato su riduzione delle             Il Nemo’s Garden è anche un reef artificiale a                consumo) nell’ottica dell’innovazione sociale, che
emissioni di gas a effetto serra, riduzione del con-      tutti gli effetti, ricco di specie che utilizzano le bio-         porta verso la ricerca di nuove soluzioni, più effi-
sumo di acqua e ripristino della biodiversità e su        sfere come riparo, contribuendo alla catena ali-                  cienti e sostenibili, capaci di rispondere ai nuovi
nuove attività locali, a scala umana (agricoltura         mentare. Anche se i risultati sono di notevole in-                bisogni sociali, territoriali ed educativi. La partita
sociale), che rappresentano la reale alternativa al       teresse, appare difficile immaginare che tale si-                  si giocherà sulle conoscenze e sulla sensibilità in
sistema alimentare industriale (Thackara, 2017).          stema possa essere utilizzato in tempi brevi e su                 merito ai temi importanti che riguardano la soste-
Tutte queste azioni devono mirare a garantire la          larga scala: mentre le grandi multinazionali pre-                 nibilità alimentare: il cibo del futuro dovrà essere
sicurezza alimentare, la sicurezza nutrizionale e la      sentano già le loro offerte per comprare i brevetti               principalmente ‘sostenibile’.
salute pubblica (Ritota et alii, 2021); in questo         (Codignola, 2020), sembra ancora lontano il tem-                       E ancora una volta innovativa è l’attività del
quadro assume rilevanza strategica la ‘carne col-         po in cui potremo avere in ogni cucina le biosfere                gruppo WASP che, con il progetto Feel the Peel16,
tivata’: un prodotto di carne animale originata dal-      in formato domestico, in grado di fornirci verdure                ci consente di bere un succo d’arancia da una
le cellule staminali (Fig. 12). Negli ultimi 10 anni,     fresche tutti i giorni.15                                         tazza fatta di buccia d’arancia: per realizzare le
diversi progetti di ricerca sono riusciti a produrre
carne in laboratorio e il primo hamburger è stato
presentato nel 2013.
      In prospettiva tale alimento è preferibile sia da
un punto di vista etico, non richiedendo uccisioni
di animali, che da quello economico, dato che ri-
duce drasticamente l’impatto ambientale dell’in-
dustria della carne13. Tuttavia i potenziali vantaggi
della carne coltivata restano una questione con-
troversa, non solo per il costo elevato, ma, anche
per la convergenza di interessi contestuali come
la mercificazione dell’ingegneria genetica e gli in-
genti investimenti dei milionari della Silicon Val-
ley la cui etica riduce tutto a questioni economi-
che senza un’utilità sociale significativa (Luneau,
2021). Certamente sarebbe auspicabile uno sce-
nario che possa prevedere un giusto equilibrio tra
il modello alimentare mediterraneo e il consumo
di carne coltivata (una volta confermati i reali van-
taggi): del resto: «We shall escape the absurdity
of growing a whole chicken in order to eat the
breast or wing, by growing these parts separately
under a suitable medium» (Churchill, 1931, p. 66).
      Altra soluzione proiettata verso l’innovazione
sociale è la ‘serra galleggiante’, ideata da Stefano
Mancuso, in grado di produrre cibo per due fa-
miglie. Si tratta di Jellyfish Barge, chiamata anche
Medusa, un progetto che può garantire sicurezza
idrica e alimentare fornendo acqua potabile e cibo
senza pesare sulle risorse esistenti: è costituita
da una serra vetrata con una base in legno ed è
sostenuta da 96 fusti di plastica riciclata (Fig. 13),
utilizza acqua piovana, di mare o di fiume che vie-
ne desalinizzata o depurata e utilizzata per irrigare.
La forma ottagonale consente, grazie alla modu-
larità, di ampliare il numero delle colture, ma an-
che di creare spazi per la socializzazione. Il pro-
getto avrebbe bisogno di nuovi finanziamenti per
giungere alla produzione industriale (Codignola,
2020) ma purtroppo nel nostro paese gli investi-
tori faticano a riconoscere le potenzialità di pro-
getti così innovativi.14
      È possibile poi puntare sulle ‘serre sottomari-
ne’, come il Nemo’s Garden, costituita da capsu-
le-biosfere in cui crescono oltre 40 specie diverse
di vegetali terrestri, ideata da Sergio Gamberini,
ingegnere e fondatore di Ocean Reef Group. Og-
gi, considerando che l’agricoltura tradizionale
contribuisce in modo consistente al cambiamento
climatico e possiamo coltivare solo l’11% della
superficie del Pianeta, occorrono soluzioni e pro-
poste innovative. Le biosfere funzionano grazie           Fig. 6 | An exhibition at the school: what did IAQOS learn? (credit: HER srl, 2020; source: he-r.it).
alla differenza di temperatura tra l’aria all’interno     Fig. 7 | Two tweets from IAQOS (credit: HER Srl, 2020; source: he-r.it).

                                                                                                                                                                             217
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                                                                                         Fig. 8 | Percentage of people experiencing food insecurity (source: FAO et alii, 2021).

tazze i componenti naturali vengono riscaldati e          mata in distopia antiumanistica. Oggi la sfida al                mai pienamente realizzarsi nelle loro potenzialità.
fusi in bioplastica riciclabile generando un ciclo        superamento delle complesse criticità, proprie                       Ciononostante, oggi come ieri, la nostra pos-
virtuoso di economia circolare. L’obiettivo non è         della transizione digitale, è un terreno aperto a so-           sibilità di prosperare come specie – fronteggiando
solo estetico, ma anche funzionale al gusto poi-          luzioni innovative e originali, come quelle di Iaco-            gli enormi danni ambientali che abbiamo allegra-
ché permette innumerevoli varianti, forme, consi-         nesi e Persico; bisognerà, però, continuamente                  mente prodotto nel volgere di due secoli – dipen-
stenze. L’uso della stampa 3D, inoltre, garantisce        verificarne la fattibilità in termini politici, economici,       de dalla capacità di fare rete, quindi di collabora-
il rispetto di precisi canoni di sicurezza alimentari,    educativi, sociali e di scala d’intervento, per cer-            re, condividendo appunto tutto il sapere che oggi
specie nel caso di intolleranze. Infine c’è un altro       care di farle passare da una dimensione avan-                   la scienza riesce a mettere a disposizione (open
aspetto particolarmente importante che è la pos-          guardistica a una più strutturata e sistemica.                  source). Quale sarà allora il modello nuovo che ci
sibilità di ridurre a zero o quasi gli sprechi: grazie         D’altra parte sebbene la strada da percorrere              permetterà di mettere in atto soluzioni innovative
alla stampa 3D tutto viene preparato al momento           sia quella indicata da Manzini, quella, cioè, imper-            e socialmente rilevanti? È scalabile ad esempio l’i-
e nelle quantità giuste. Per costruire una casa co-       niata su progetti virtuosi che partono dal basso                dea di Moretti di mettere nelle mani di chiunque il
me per preparare un piatto vale la stessa regola:         volti a innervare lo sviluppo di comunità locali ibri-          sapere necessario per la produzione di abitazione,
non serve contare su grandi quantità di materie           de, open source e molto ben informate, che col-                 cibo ed energia in una logica di armonica condi-
prime, ma piuttosto su una attenta programma-             laborano concretamente nel luogo in cui si trova-               visione? La ‘carne stampata’, se mai si affermerà,
zione per utilizzare solo lo stretto indispensabile.      no per migliorare la società, poniamo seri dubbi                potrà essere coltivata da tutti o ci sarà il copyright
                                                          sulla sua effettiva scalabilità e sul suo reale impat-          di una multinazionale che mantiene intatto lo sta-
Riflessioni conclusive | Se l’innovazione, da qua-         to, perché tali progetti vengono a cozzare con lo               tus quo in direzione turbo-capitalistica?
lunque lato la si voglia vedere, deve poi risolversi      stesso modello economico su cui si fonda la no-                      Certo è che l’attuale sistema rivela ogni giorno
in effetti sociali concreti e benefici per quante più      stra economia. Come abbiamo infatti evidenziato                 le sue falle: stanno finendo le risorse, il cibo e lo
persone possibile, tesi sostenuta dagli autori, co-       le risorse necessarie a sviluppare progetti come                spazio. Se non vogliamo un mondo in cui si so-
me riusciremo a perseguire questo ambizioso ri-           Liter of Light sono provenienti dai fondi per la coo-           pravvive in condizioni sempre più critiche facendo
sultato? Il tema in questione ha una portata pla-         perazione internazionale e donazioni raccolte nel-              uso della forza, ammesso che qualcuno possa
netaria, con evidenze macroscopiche sotto gli oc-         le economie dei Paesi globalizzati. Se da un lato,              realmente ‘vincere’, dovremo metterci d’accordo,
chi di tutti. Non a caso, le parole d’ordine del New      infatti, il modello no-profit, open source e open-               condividere quanta più conoscenza possibile (in-
European Bauhaus Prize 2022 sono sostenibilità,           hardware garantisce la massima accessibilità ri-                novazione tecnica) e collaborare per realizzare
estetica e inclusione sociale (Scalisi and Ness,          muovendo ogni possibile barriera, dall’altro, senza             nuovi obiettivi comuni. Qui il design – da sempre
2022). È non è un caso che la Comunità Europea            poter sfruttare la proprietà intellettuale, non esi-            mediatore tra ‘saperi’ e ‘bisogni’ (Celaschi, 2008)
abbia recentemente rilanciato il Bauhaus17 rile-          stono royalties che possano generare profitti e                  – deve fare la sua parte: nella diffusione della co-
vandone i fondamenti sociali del progetto. Allo           quindi nessun venture capitalist è disposto a in-               no(scienza) partecipando a un processo virtuoso,
stesso modo, ‘povertà zero’, ‘istruzione di qua-          vestire per una crescita più rapida.                            sistemico e collaborativo tale da produrre un nuo-
lità’, ‘uguaglianza di genere’, ‘lavoro dignitoso              Dunque sembrerebbe che il modello adottato                 vo tipo di innovazione: innovazione tecno-sociale.
e crescita economica’, ‘riduzione delle disugua-          non possa che essere sostenuto con investimenti
glianze’, ‘città e comunità sostenibili’, ‘consumo        pubblici (Grimm et alii, 2013) o con fondi specifici
e produzione responsabili’, ‘pace, giustizia e isti-      che mischiano capitale pubblico e privato (Tekula
tuzioni forti’ sono tra i 17 punti per la concreta at-    and Shah, 2016). Anche nel caso di politiche pub-               It is always said that design generates innovation,
tuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del-     bliche o di impact investing, spesso gli indicatori             and since innovation is the engine of success,
l’Agenda ONU del 2030 (UN, 2015). Si potrebbe             di performance non si limitano solo all’impatto so-             Good Design is Good Business (Watson, 1974).
allora chiosare: non c’è vera sostenibilità senza         ciale o ambientale ma, seppur nel lungo termine,                This view, however, is somewhat simplistic, not
innovazione tecno-sociale. Eppure, come abbia-            anche a metriche spesso in aperta contraddizio-                 only because it tends to reduce design to an aes-
mo visto, benché siano oggi in atto molte azioni e        ne con la natura del progetto (Vanderhoven et alii,             theticising practice or, once again, to business,
progetti tanto interessanti quanto lungimiranti, non      2020), provando a sfuggire alla massima attri-                  but because it does not correspond to the idea
esiste una ricetta pacifica né tanto meno sicura.          buita a Buckminster Fuller: «You have to decide                 of design as a democratic tool for improving the
     La posta in gioco è molto alta e l’obiettivo, pur    whether you want to make money or make sense,                   world or, less emphatically, everyday life. In other
nobile, di costruire una società giusta e democra-        because the two are mutually exclusive». Si po-                 words, if we believe that innovation corresponds
tica in cui le persone siano al centro del progresso      trebbe quindi concludere sostenendo che finché                   to an ameliorative intervention, this, whatever the
tecnologico è una sfida fondamentale da affron-            il modello economico dei Paesi globalizzati non si              way it is achieved, should first and foremost be so-
tare con grande determinazione. L’utopia tecni-           trasformerà pienamente in ri-generativo e ri-distri-            cial innovation. So much so that even bare tech-
cistica, pur partendo da aspirazioni tese al miglio-      butivo (Raworth, 2017), progetti di innovazione so-             nical innovation should contain a tiny spark of eth-
ramento della vita dell’essere umano, si è trasfor-       ciale ambiziosi come Liter of Light non potranno                ical light and result in effects that improve society.

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DESIGN E TRANSIZIONE DIGITALE - Nuove sfide design-driven per l'innovazione tecno-sociale
Di Dio S., Inzerillo B., Monterosso F., Russo D. | AGATHÓN | n. 12 | 2022 | pp. 212-225

     So, let us ask ourselves: which society do we      sucker-lecker, exploiting the heat of the sun to so-             Programme, cit. in Wingler, 1969). Craftsmanship,
want to design, the one in which technology is an       lidify it; the energy used is, therefore, clean and              yes, but today elevated to the nth power, i.e. 3D
instrument in man’s hands or the one in which           renewable. Zero impact. «Certified to be at the                  printing: digital craftsmanship or even craft 2.0
man is hetero-determined by technology? In the          highest energy class [the first 3D printed house                  (Russo, 2015).
philosophical debate, this crucial matter reached       from raw earth (housing unit) in 2018 was Gaia]                        No wonder, then, that Moretti proposes the
a turning point in the last century when, in the        represents a significant achievement for 3D print-                Maker Economy Starter Kit: «The container that
1950s, Martin Heidegger (1959) affirmed that tech-       ing technology because it offers new scenarios of                permits shipping all the machinery needed to es-
nology assumed the ‘complete dominion’ of the           sustainable building construction, taking advan-                 tablish a construction site with 3D printing tech-
world. He was echoed by Günther Anders (1980),          tages of the additive manufacturing, both in terms               nology» (Moretti et alii, 2021, p. 152); more pre-
who saw technology as the true ‘subject of histo-       of feasibility and replicability» (Moretti et alii, 2021,        cisely: the ambitious idea of potentially sharing
ry’ while, more recently, Umberto Galimberti (1999)     p. 154; Fig. 1).                                                 with everyone the knowledge needed to trans-
reiterated how humans today are forced to con-               Above all, this new architecture made from                  form a few dozen square metres into a ‘paradise
vert themselves into a sort of ‘functionary of tech-    earth and plant fibres – whose aesthetics are de-                 on earth’, i.e. an energy self-sufficient (renewable
nical apparatuses’. One who turns his philosoph-        duced from the technique (because technique                      energy) dwelling, where it is possible to produce
ical reflection explicitly to the sphere of design is    produces imagery) – it presents itself as totally                food and materialise (sustainable) objects through
Vilém Flusser (2003), who, reasoning on digital         sustainable, with ethical repercussions on society.              3D printing. This means selecting and bringing
artefacts, prefigures a society of the future that      It promotes «[...] human and material resources                  together very different knowledge and techniques,
is apparently free but technically predetermined;       from the territory, [which means zero km and cir-                ranging from construction to technical physics,
it would be made up precisely of ‘programmed            cular economy;] recycling natural waste from the                 from hydraulic engineering to botany. ‘Everyone
programmers’ or worse: a ‘programmed totalitar-         agricultural chain [i.e. the conversion of waste into            must design’, Giulio Carlo Argan commented back
ianism’.                                                a resource, according to the postulate of systemic               in 1974: after all, it is the best way to avoid being
     Is this the future that awaits us or where we      design (Tamborrini, 2009); therefore] the current                designed (cit. in Mari, 1974, p. 34).
find ourselves today, whether we like it or not?        aim of the company is to make the 3D printing                          Nevertheless, what are the limits of this ambi-
What is certain is that we must direct the expan-       process as affordable as possible to easily set on-              tious idea? Is it possible – in every corner of the
sion of technology through an ethical vision and        site low-cost construction in countries of Third                 planet and for 8 million inhabitants – to create
never lose sight of the social impact of changes        World, generating social and living opportunities                large housing units dispersed in a continuous
in society. How, though, can we innovate social-        for populations» (Moretti et alii, 2021, p. 155).                countryside? How does Moretti’s idea translate
ly? For Ezio Manzini (2021), social innovation               Moreover, here is the goal of WASP and its                  into our crowded megacities? Furthermore, what
occurs when someone solves a problem and                founder Massimo Moretti: to give everyone a                      about the many small villages that dot the inland
opens up new possibilities by changing the so-          homemade with local materials and clean (low-                    areas of our country, some of them beautiful and
cially established way of doing things. Conse-          cost) energy, a vertical garden for food production              rich in history and culture, which have literally
quently, as stated in the Open Book of Social In-       and creative space – a digital fabrication work-                 emptied in recent decades and should indeed be
novation: «We define social innovations as new          shop where they can experiment freely; to convey                 revitalised. In other words, if with WASP printers
ideas (products, services and models) that si-          the most technologically advanced knowledge in                   it is possible – it certainly seems it is – to quickly
multaneously meet social needs and create new           an open source society: a new Shamballa, a myth-                 print ecological houses in open spaces, what
social relationships or collaborations» (Murray,        ical city, inhabited by wise people who use evolved              could be done within our urban centres, however
Grice and Mulgan, 2010, p. 11).                         techniques and collaborate harmoniously to pur-                  unlivable they may be? However: is the idea of
     With this in mind, this paper will emphasise       sue knowledge and happiness (Russo and Mo-                       putting the most advanced knowledge in the
how social innovation tends to take place in ethi-      retti, 2020; Sposito and Scalisi, 2017). ‘Architects,            hands of every human feasible? Can we really think
cal projects that are very different from each other    sculptors, painters, we must all return to crafts-               such sophisticated knowledge can be transver-
yet aimed at improving society, betting on the fu-      manship’, stated Walter Gropius in 1919 (Bauhaus                 sally disseminated and thus applied in a harmo-
ture. These projects all challenge the status quo
by operating in threshold conditions. In this way,
Massimo Moretti’s idea (WASP) to create in a few
dozen square metres a self-sufficient (flow energy)
and totally ecological (zero km) space, permeated
by the most technologically advanced knowledge
by leveraging open source. Open source, collab-
oration, care and hacker culture represent the so-
cial capital that generates hybrid local communi-
ties (Manzini), such as sprinkling diversified ser-
vices on suburbs that take on a new centrality
compared to the ‘old’ centralised, hierarchical
systems. Here, the experimental adventures of Ia-
conesi and Persico on the application of artificial
intelligence, as well as the experiences of frugal
technological innovation with a high social impact
in the Planet’s most challenging economic, envi-
ronmental and social contexts, are to be found.

From practice to theory, and vice versa | Con-
sistent with the initial premise, an enlightening ex-
ample – with very concrete project spin-offs – is
undoubtedly the activity of WASP, an acronym for
the World Advanced Saving Project, one of the
world’s most innovative 3D printing experiment
centres. The name WASP takes its inspiration
from the potter wasp: an animal that operates like
a 3D printer. It takes material from where it is (km
zero), for example, clay reinforced with natural fi-
bres (vegetable waste), and deposits it through its     Fig. 9 | Number of people without access to electricity (source: Our World in Data).

                                                                                                                                                                          219
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