Dante, l'Islam e i poeti arabi di Sicilia. Un incontro fra culture
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1 MODULO INTERCULTURALE Dante, l’Islam e i poeti arabi di Sicilia. Un incontro fra culture 1 Europa cattolica e cultura islamica nel Medioevo Per tutto il Medioevo il rapporto dell’Europa cat- dominazione araba in Sicilia nei secoli IX-XI è em- tolica con il mondo arabo-islamico è stato sostan- blematica per comprendere il filo rosso che ha sto- zialmente un rapporto tra pari. Potremmo anzi dire ricamente legato l’Oriente islamico all’Occidente che nei secoli dell’Alto Medioevo il mondo arabo cristiano. Essa ha rappresentato il transito della gran- espresse una decisa superiorità in termini di pro- de civiltà araba in Occidente. L’influenza araba è gresso civile, scientifico e culturale. Nessuno dei stata fondamentale per campi come l’astronomia, due campi, in ogni caso, riuscì militarmente e po- la geometria, l’algebra, la matematica, la filosofia, liticamente a sottomettere l’altro e pure negli anni l’arte, la letteratura. La riscoperta del pensiero di di più intenso conflitto, quando l’Occidente cristia- Aristotele e il pensiero di Averroè hanno fornito la no decise di intraprendere le crociate, l’equilibrio base alla riflessione politica di Dante e di altri nostri delle forze rimase invariato. intellettuali, fino all’Umanesimo. La civiltà araba Più ancora conta poi la profondità degli scambi rea- ha prodotto, tra le altre cose, una fiorente scuola lizzati tra le due culture: senza di essi non sarebbe poetica che anticipa la nascita della lirica siciliana immaginabile l’Europa moderna. L’esperienza della alla corte di Federico II. Mappa dei sette climi da un manoscritto arabo. Oxford, Bodleian Library. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
2 2 I poeti arabi di Sicilia Nel 1987 l’arabista Francesca Maria Corrao ha cu- rato un’antologia di poeti arabi di Sicilia tradotti da importanti poeti italiani del Novecento. Si è trat- tato di un’operazione doppiamente interculturale: per la conoscenza dell’ambiente arabo-siciliano, ponte tra la cultura araba e quella romanza, e per il tipo di traduzione, affidata a poeti italiani con- temporanei che recuperano, all’interno delle loro differenti sensibilità, temi e linguaggi di quell’antica poesia (cfr. T1, e T2, p. 4). In questa opera di tra- duzione, che in realtà è spesso rifacimento, poeti come Luzi, Fortini, Sanguineti, Zanzotto, Giudici, Magrelli e altri tentano di gettare un ponte tra testi di diversa provenienza culturale, un ponte che per- mette il transito di parole e di esperienze. È questo d’altra parte uno dei compiti delle traduzioni, le quali costituiscono un prodotto intimamente inter- culturale (cfr. SI1). Miniatura di un manoscritto arabo-maghrebino probabilmente del XII secolo. Roma, Biblioteca Vaticana. SCHEDA INFORMAZIONI SI1 La Sicilia e la cultura araba Sono qui riportati alcuni stralci della densa introduzione silenziose notti siciliane. Questo e altro affiora dalle di Francesca Maria Corrao all’antologia dei poeti arabi poesie della scuola araba siciliana, degna erede della di Sicilia. Viene ricostruita la ricchezza di un momento grande tradizione letteraria mediorientale. storico in cui tra il mondo arabo-musulmano e il mondo Tra i conquistatori di Spagna e di Sicilia non vi europeo cristiano-giudaico avevano spazio, insieme a erano soltanto i fautori di eventi sanguinosi ma anche quelli del conflitto, anche i valori della convivenza civile i latori dello straordinario patrimonio di una grande e della tolleranza religiosa. civiltà. La poesia arabo-andalusa accoglie e rielabora il patrimonio della lingua araba classica inaugurando I poeti arabi di Sicilia vissero negli anni mille ed oltre, quell’intenso periodo di vita culturale che durerà sette tra giardini di cui ora ci giunge il vago ricordo. Attor- secoli in Andalusia e quasi tre secoli in Sicilia. Il mo- no al principe si raccoglieva una raffinata corte di mento più fecondo per la produzione poetica siciliana intellettuali ed artisti. Il lontano fragore delle battaglie è approssimativamente databile a partire dalla metà giungeva filtrato dai versi ritmati del poeta. Ogni gio- del X secolo e coincide con la presa del governo da ioso o addolorato fremito veniva armoniosamente parte degli emiri kalbiti (947-1053), emissari degli sci- assorbito dalle rime. Negli allegri simposi1 notturni, smatici califfi fatimiti d’Egitto. Da allora, e sicuramente ministri, segretari e gli stessi principi si improvvisava- quale risultato della grande autonomia politico-ammi- no verseggiatori e in gara con i poeti animavano le nistrativa goduta dai principi siciliani, si ebbe una sin- 1 simposi: banchetti. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
3 SI1 La Sicilia e la cultura araba golare fioritura di poeti e rimatori, che raggiunse l’apo- della fusione delle conoscenze geografiche raggiunte geo all’epoca di Yusuf Thiqat ad-Dawlah (990-998). Più dagli arabi nella metà del XII secolo. Questa opera, di un secolo era passato da quando un insigne giure- realizzata con la collaborazione di una commissione di consulto di Qairawàn, Sinan Asad Ibn al-Furat, aveva esperti, al di là del valore intrinseco, è significativa per guidato la sistematica conquista della Sicilia (827). il risultato che ha conseguito: il superamento, in nome Per rintracciare alcune delle ragioni che favoriro- della scienza, di ogni irrigidimento confessionale. no la pacifica convivenza tra gli immigrati, i neocon- Nella Palermo degli eredi di Ruggero la comunità vertiti, gli ebrei e i cristiani, bisogna guardare oltre le araba continuava a prosperare. Alla corte di Guglielmo battaglie e le scorrerie per soffermarsi sui vantaggi nel- II (1153 ca.-1189), al-Musta’izz bi-llah (chi cerca potenza l’incremento urbanistico, commerciale, e nel miglio- in Dio), risuonavano ancora le rime arabe, e pare che rato assetto agricolo delle campagne. Nel crescente il poeta di Alessandria, Ibn Qalaqis, gli dedicò dei versi benessere economico la coesistenza e la collaborazio- encomiastici. Guglielmo parlava la lingua del Corano ne, sul piano sociale e amministrativo, tra cristiani e e amava circondarsi di eruditi di ogni paese. Un accre- musulmani fu garantita dall’assenza nell’Islam di qual- ditato esponente della triplice cultura di corte, greca, siasi forma di proselitismo programmato e dalla con- araba e latina, fu l’ammiraglio Eugenio che dall’arabo suetudine acquisita dai musulmani a vivere a contatto revisionò una versione greca del Kalilah wa Dimnah (fa- di genti di razze e religioni diverse. Gli scambi cultura- mosa raccolta di apologhi indiani). Sempre in quel pe- li tra gli intellettuali siciliani e il resto del mondo riodo fu tradotta dall’arabo in latino l’Ottica di Tolomeo. arabo, nel periodo che va dal X all’XI secolo, erano Ma il momento di massimo splendore per la scuola di favoriti dai pellegrinaggi verso i luoghi santi del- traduzione della corte siciliana si ebbe all’epoca di Fe- l’Islam. Molti letterati si recavano alla Mecca e tornava- derico II (1194-1250), il sovrano che fu iniziato da un no nella Palermo emirale 2 ricchi delle esperienze dotto musulmano alla conoscenza della cultura islamica. acquisite durante il soggiorno in Oriente. Mecenate e cultore di scienze, rivide personalmente la È noto quanto sia vasta la produzione di ispirazio- traduzione di un trattato arabo di falconeria, che con- ne arabo-islamica in Occidente, ma non potendo qui sultò per il suo De arte venandi. elencare tutti i nomi e i dati mi limiterò a ricordarne Sotto il suo regno famosi traduttori di Toledo, alcuni. Sono degni di menzione i non pochi versi di come l’astrologo e filosofo Michele Scoto (1175- ispirazione araba che si trovano nel Westostlicher Divan 1236), realizzarono versioni delle opere di Avicenna e [Divano occidentale-orientale] di Goethe e una sua Averroè. All’imperatore, che anche in politica si avval- frammentaria versione di una poesia preislamica, le se delle sue conoscenze islamiche, va riconosciuto il Orientales di Victor Hugo, e le imitazioni di al-Muta- merito di essere riuscito a conquistare la corona di nabbi del polacco Mickiewicz. E per finire le remini- Gerusalemme per vie diplomatiche. scenze del mondo poetico islamico che affiorano nella Le curiosità intellettuali di Federico erano soprat- lirica di Poe e nei racconti di Borges. L’idea di fare tra- tutto note in Oriente, dove il sultano d’Egitto al-Malik durre le poesie arabe di Sicilia è nata come atto di al Kamil (1218-1238) lo accolse con un seguito di omaggio verso autori che hanno contribuito, anche se dotti. In questa occasione, e altrove inviando missive, indirettamente, all’evoluzione della nostra cultura. ebbe modo di porre questioni di ottica, cosmologia, Per dare un’idea di quanto fosse diffusa e sentita metafisica e filosofia. In particolare, il filosofo mistico, l’arte del comporre versi nella Sicilia araba basta ricor- Ibn Sab’in (morto nel 1271), per rispondere ad alcuni dare che nelle citate antologie figurano i rappresen- quesiti sollevati da Federico, stese un trattato sulla tanti di tutte le categorie sociali: gli stessi principi natura e sull’immortalità dell’anima. mecenati, capi militari, giudici, lessicografi,3 gramma- Dalle testimonianze delle fonti arabe apprendiamo tici, e funzionari dell’amministrazione. che Federico conosceva l’arabo. Sappiamo che dalla Ruggero II (1095-1154), il re che usava fregiarsi del sua cancelleria, molto probabilmente per mano di Teo- titolo arabo al-Mu’tazz bi-llah (il possente per grazia di doro d’Antiochia, partivano missive infiorate di versi Dio), era un uomo di straordinaria cultura, sensibile e di al-Mutanabbi, di cui è lecito supporre che anche il tollerante. Nel suo palazzo riecheggiava il canto del sovrano conoscesse l’opera. A corte l’arabo era praticato muezzìn, per i paggi del seguito e per le donne del suo con la stessa frequenza del greco e del latino. harem. Ruggero, come i suoi successori, si serviva del In questo ambiente, che qui abbiamo rapidamente cerimoniale e della cancelleria araba. Sul piano culturale tratteggiato, nasce la scuola poetica siciliana. Alla la convergenza dell’Islam e del Cristianesimo visse il corte di Federico affluiscono i Provenzali e Ciullo d’Al- suo momento più esaltante con l’arrivo a Palermo del camo4 compone i primi versi in lingua volgare. geografo arabo al-Idrisi (1100-1165). Autore del Libro da F. M. Corrao (a cura di), Poeti arabi di Sicilia, intr. di L. Anceschi, Mondadori, di Ruggero, che è da considerare il più insigne risultato Milano 1987, pp. XXV-XXXV e XL-XLII, con tagli. 2 emirale: da emiro, principe, governatore. colgono in opere sistematiche, come ad Cielo d’Alcamo (XIII sec.), poeta siciliano, au- Nel mondo islamico, titolo dei discendenti di esempio i vocabolari, il patrimonio lessicale tore del contrasto poetico Rosa fresca au- Muhammad e dei capi tribù arabi. di una lingua. lentissima, tra un seduttore e una fanciulla 3 lessicografi: sono gli studiosi che rac- 4 Ciullo d’Alcamo: conosciuto anche come che prova a resistergli. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
4 ’Ali-al-Ballanubi T1 «Gioisci delle arance che raccogli» La poesia che segue, presentata qui nella traduzione di Valerio • la bellezza delle arance è un dono Magrelli, unisce la semplicità della gioia per la bellezza di un prezioso dono naturale (le arance) e la raffinatezza delle *metafore: le arance sono definite «guance dei rami» per la loro forma tondeggiante, e sono definite «stelle» e poi «oro» per il loro rilievo cromatico. da F. M. Corrao Gioisci delle arance che raccogli: (a cura di), Poeti arabi di Sicilia, intr. di L. dalla loro presenza viene gioia. Anceschi, Mondadori, Milano 1987. Oh, siano benvenute queste guance dei rami, 5 benvenute le stelle di quest’albero. Si direbbe che il cielo abbia versato oro, e che per noi la terra abbia forgiato pomi. Ibn Hamdis T2 «La civettuola, eccola» La poesia che segue viene presentata nella traduzione di • una donna che tormenta con il suo Andrea Zanzotto, uno dei maggiori poeti contemporanei. La disinteresse l’uomo che la ama raffigurazione di una fanciulla che si diverte a tormentare il suo spasimante richiama la semplicità e l’intensità emotiva dei lirici greci antichi. Quasi ogni coppia di versi presenta una contrapposizione: ora fra l’indole della donna e quella del poeta (vv. 1-2, 5-6), ora su aspetti diversi della donna stessa (vv. 3-4), ora tra la dura realtà presente e la possibile felicità futura (vv. 7-8), ora infine tra la colpa della donna e la sua impunità (vv. 11-12). da F. M. Corrao La civettuola, eccola, che non molla dal far giocare (a cura di), Poeti arabi di Sicilia, cit. la sua indole asprigna contro la mia dolce indole Com’è slanciata nel suo muovere, col rametto di salice che le dà grazia, ma nel muovere è pur flessuosa con la duna di sabbia 5 Quando persiste nel non darmi bado, né inclina al trepidare che unisce, persisto io nel voler unire E mi dico forse al disdegno seguirà almeno uno sguardo e quanta mai verzura crebbe dopo lo sterile secco Tu che annullasti il mio sonno e il mio sangue versasti, 10 che il nodo scorsoio stringesti dicendo “sì” alla mia morte Con il tuo raggiante occhio volutamente m’hai messo a morte e non c’è nemmeno taglione per chi d’occhi uccide. 5 non darmi bado: non badarmi. emozioni che determinano il legame d’amore. 8 verzura: vegetazione. 5-6 né inclina…unisce: e non si presta alle 7 disdegno: disprezzo. 12 taglione: punizione. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
5 3 Dante e l’influenza della cultura araba: Il libro della Scala L’influenza della cultura araba in Occidente è par- sulmana nella Divina Commedia, l’ostilità dei dantisti ticolarmente visibile nell’opera di Dante, un autore e dei romanisti italiani fu pressoché totale: il testo che rischiamo sempre di considerare, erroneamen- di Palacios è stato tradotto in italiano solamente nel te, come il frutto misterioso di un periodo storico 1994, settantacinque anni dopo la sua pubblicazione semibarbaro e di una cultura chiusa in se stessa. In in spagnolo (si pensi che in Gran Bretagna esso ven- realtà, come innumerevoli studi critici hanno do- ne pubblicato tradotto in inglese già nel 1926!). Alla cumentato, l’impianto filosofico e teologico della pubblicazione dell’opera di Palacios, d’altra parte, Commedia e l’intera produzione di Dante sarebbero si era alla vigilia delle commemorazioni per il sesto incomprensibili senza considerare il contributo dei centenario della morte di Dante (1321-1921) e l’am- filosofi arabi Ibn Sina (Avicenna, 980-1037) e Ibn missione di un’influenza della tradizione arabo-isla- Rushd (Averroè, 1126-1198), che storicamente me- mica nella composizione della Commedia suonava co- diarono e arricchirono in maniera originale la gran- me una doppia accusa di lesa maestà, religiosa e in- de tradizione filosofica greca, rappresentando un sieme culturale. Eppure le tesi dello studioso spa- ponte culturale fondamentale tra Oriente e Occi- gnolo non mettevano affatto in dubbio l’apparte- dente. Ugualmente determinante, e riconosciuto nenza di Dante al “campo cristiano”, né offuscavano da Dante stesso, fu d’altra parte l’influsso di alcuni la potente e originale immaginazione artistica del pensatori influenzati dall’averroismo, come il filo- poeta fiorentino. Esse richiamavano, però, alcuni sofo fiammingo Sigièri di Brabante (ca. 1235-1282), dei modelli letterari, filosofici e religiosi che la tra- commentatore insigne di Aristotele, che propugna- dizione arabo-musulmana offriva a Dante. Il quale, va una netta separazione tra scienza e fede, e che, proprio per la sua spiccata propensione ad accoglie- per questa ragione, fu condannato per eresia. La re i più diversi materiali culturali (classici, biblici, stessa architettura del poema dantesco presenta più romanzi), utilizzò anche quelli di matrice musulma- di un punto di contatto con i modelli musulmani na, pervenendo a quell’originale sintesi tra culture della leggenda dell’ascensione di Muhàmmad (570- che la Commedia rappresenta, al di là, quindi, di chiu- 632) in Cielo (cfr. IL1), più nota, dopo il ritrova- sure territoriali e nazionalistiche, storicamente im- mento di due manoscritti in latino e in francese nel proponibili nel Trecento ed estranee al cosmopoli- 1949, come Il libro della Scala. tismo intellettuale di Dante. Tuttavia, l’idea di un influsso della cultura islamica D’altra parte sarebbe singolare che un intellettuale sulla Commedia dantesca è stata accolta con molte re- curioso e aperto ai diversi apporti del sapere, come sistenze in Italia per tutto il Novecento. Quando nel Dante, potesse ignorare il contributo che la cultura 1919 fu pubblicato lo studio dell’orientalista spagno- arabo-islamica continuava a offrire alla civilizzazione lo Miguel Asín Palacios (un sacerdote cattolico pro- del Mediterraneo. Scrittori, viaggiatori, monaci, pel- fessore di arabo all’Università di Madrid), sui rap- legrini, mercanti, nobili cavalieri e semplici soldati, porti tra Dante e l’Islam, dal titolo L’escatologia mu- dotti traduttori, principi mecenati conoscevano di- ITINERARIO LINGUISTICO IL1 Il nome del Profeta: Muhàmmad o Maometto? Abbiamo utilizzato nel testo il nome arabo del profeta mologico negativo: Maometto deriva da Malcometto Muhàmmad per rispetto nei confronti della sua figura (‘commetto il male’), un modo per denigrare nel Medioe- storica e della civiltà che lo ha espresso. Infatti il nome vo il profeta dell’Islam, considerato, in prospettiva cat- italianizzato Maometto implica un distorto legame eti- tolica, un eretico. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
6 rettamente l’Oriente e permettevano la circolazione cia come matrici islamiche del poema dantesco (cfr. di idee, di mode, di prodotti culturali nell’Occiden- SI3, p. 7) sembravano inquinare il presunto carat- te cristiano. tere “italiano” dell’opera di Dante. A eccezione degli Uno tra i maestri di Dante, Brunetto Latini, ammirato studi di Bruno Nardi sulle influenze averroistiche e riverito nel canto XV dell’Inferno, era autore di due riscontrabili nella filosofia dantesca, una consolidata componimenti enciclopedici, il Tesoro e il Tesoretto, il tradizione nazionale – oggi diremmo eurocentrica primo dei quali conteneva pure una biografia di Mu- e italocentrica – aveva studiato con rigore e profon- hàmmad. Nel 1260 Brunetto era stato ambasciatore dità le radici classiche, giudaico-cristiane e romanze dei guelfi fiorentini presso la Corte di Alfonso X il del poema, ma quasi mai si era occupata di quelle Saggio: un particolare probabilmente decisivo per la arabo-islamiche (fa eccezione la fondamentale ope- trasmissione delle fonti arabe a Dante (cfr. SI2). ra di Enrico Cerulli, Il «Libro della Scala» e la questione La guida che risolve i dubbi al pellegrino, la natura delle fonti arabo-spagnole della «Divina Commedia», Città allegorica dell’ascensione in Cielo come purifica- del Vaticano 1949). Eppure per tutto il Medioevo zione dell’anima, la cosmografia e tanti altri innu- la presenza degli arabi nel Mediterraneo era un merevoli dettagli che l’orientalista spagnolo rintrac- dato storicamente perfino ovvio. SCHEDA INFORMAZIONI SI2 Brunetto Latini, cultura araba e Dante Si riporta qui un brano dell’arabista e dantista spagnolo sua ambasceria non gli lasciassero tempo libero suffi- Miguel Asín Palacios in cui si riflette sulla funzione di ciente per occuparsi dei suoi interessi letterari e per mediatore avuta da Brunetto Latini tra Dante e la cultura soddisfare le sue curiosità di erudito, avendo davanti araba. agli occhi ogni giorno, a Toledo e a Siviglia, sede della corte in quel periodo, l’esempio vivente dei traduttori Brunetto poté acquisire quella cultura araba e islamica e dei maestri cristiani e musulmani, che nella scuola non come altri, di seconda mano, mediante libri stu- toledana e nell’università interconfessionale2 di Sivi- diati lontano dal principale centro in cui venivano tra- glia redigevano incessantemente le loro opere scientifi- smessi nelle lingue europee, ma convivendo con gli che e letterarie, e che quattro anni prima avevano fini- stessi traduttori toledani, conoscendo e frequentando to la traduzione in volgare dell’Historia arabum dell’ar- personalmente re Alfonso il Saggio, mecenate e diret- civescovo Don Rodrigo, opera che contiene la leggen- tore di quella brillante scuola di corte. In effetti risulta da del mi’rag?3 Il fatto è che, al suo ritorno dalla Spa- che Brunetto Latini fu inviato dal partito guelfo di gna, non potendo rientrare a Firenze, dove i suoi nemi- Firenze come ambasciatore alla corte di Alfonso il Sag- ci ghibellini in quel momento avevano il sopravvento, gio, per invocare da questi, che era stato eletto impera- si trattenne in Francia per qualche tempo; e lì, quasi tore di Germania, il suo aiuto contro i ghibellini, difesi subito, redasse i suoi due principali libri enciclopedici, da Manfredi, re di Sicilia. Tale ambasciata ebbe luogo il Tesoretto e il Tesoro. In questo non mancano tracce nel 1260, cinque anni prima della venuta al mondo del delle fonti arabe che poté utilizzare, a Toledo e a Sivi- poeta fiorentino [Dante]; e per quanto non si conosca- glia, più che in ogni altro luogo. C’è persino chi suppo- no i particolari del viaggio di Brunetto, né della sua ne che Brunetto dedicasse ad Alfonso il Saggio il suo residenza in Spagna, il fatto stesso basta per suggerirci poema allegorico didascalico Tesoretto, il cui prologo è la profonda impressione che dovettero produrre, nello un entusiastico elogio del re di Castiglia. Tutto dunque spirito colto e curiosissimo di quel letterato erudito e tende a suggerirci che non fu superficiale l’impronta appassionato di ogni branca dell’umano sapere, lo impressa nello spirito di Brunetto dalla corte letteraria spettacolo brillante della corte toledana, satura di cul- di Castiglia e che non è una congettura astrusa immagi- tura islamica, la frequentazione con i consiglieri e i nare che il maestro di Dante potesse essere il veicolo ministri di quel re, sapiente come nessun altro dell’Eu- che trasmise al suo discepolo alcuni degli elementi isla- ropa medievale, e la visione diretta di quell’ibrida mici, se non tutti, che nel nostro studio abbiamo sco- società in cui le tradizioni della scienza classica e cristia- perto trovarsi nella Divina Commedia. na vivevano in simbiosi con il nuovo bagaglio delle let- tere semitiche.1 Chi potrebbe dire che i negoziati della da M. Asín Palacios, Dante e l’Islam, Pratiche Editrice, Parma 1994, pp. 375-377. 1 semitiche: riferito ai semiti (da Sem, figlio di Noè). Popoli affini vivenza di diverse confessioni religiose, in questo caso la cristiana, del Vicino Oriente antico per origini e lingua. Le principali lingue se- l’ebraica e la musulmana. mitiche sono l’aramaico, l’arabo e l’ebraico. 3 mi’rag: leggende musulmane relative all’ascensione di Muhàmmad 2 interconfessionale: che accoglieva e favoriva l’intreccio e la con- in Paradiso. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
7 SCHEDA INFORMAZIONI SI3 La Commedia e il modello del Libro della Scala I tratti di somiglianza tra Il libro della Scala e la Comme- alzai e subito tutti i profeti mi salutarono e mi tributarono dia dantesca sono innumerevoli e concernono sia sin- grandi onori, e abbracciandomi mi annunziarono buone goli episodi sia «l’idea organizzativa del poema» (M. novelle sul grandissimo bene che Dio aveva in serbo per Corti). La struttura dell’Inferno, per esempio, presenta me e per tutto il mio popolo. E tutti vollero sapere di me, notevoli analogie con l’Inferno islamico del Libro della e non ci fu nessuno che non mostrasse aperto desiderio Scala, dove si trova «una precisa partizione dell’Inferno, che Dio mi colmasse di beni e di onori; e a tale fine lo anche in rapporto con una classificazione dei peccati» pregarono tutti». (C. Segre). Tra i molti commenti alla Commedia, l’unico che riporti Inferno, XXXI, vv. 86-88. Dante, nel pozzo che collega in maniera sistematica i riferimenti danteschi al Libro l’ottavo cerchio al nono, descrive il gigante Fialte, che della Scala è quello curato da Bianca Garavelli con la su- sfidò Zeus e ora è incatenato e impossibilitato a muo- pervisione di Maria Corti (Bompiani, Milano 1993). Da versi: «el tenea soccinto / dinanzi l’altro e dietro il brac- questo commento riportiamo le corrispondenze che se- cio destro / d’una catena che ’l tenea avvinto». La posi- guono. zione di Fialte è identica a quella di Satana nel Libro del- la Scala (149): «Sappiate che in queste terre c’è il seggio Inferno, IV, vv. 80 e 100. L’onore tributato nel Limbo a e l’abitazione e il regno del demonio. E lì inoltre si trova- Dante e Virgilio da parte dei poeti della «bella scola» – no le sue milizie e le sue genti. Ma in verità lui è legato. Omero, Orazio, Ovidio, Lucano – richiama un passo del Infatti, nell’istante stesso in cui disubbidì a Dio, gli angeli Libro della Scala (IV, 10), dove Muhàmmad viene onora- buoni precipitarono lui e i suoi dal cielo; e poi lo presero to dai profeti biblici nel tempio di Gerusalemme (compa- e lo legarono con catene di ferro, una mano davanti e iono per altro nella versione latina del Libro, il verbo la- l’altra dietro; e in modo simile i piedi». Poiché i giganti tino honorare, e due volte il sostantivo corrispondente). sono una anticipazione di Lucifero, è probabile che la Come Muhàmmad riceve in quella circostanza l’investi- posizione incatenata del Satana arabo (a sua volta crea- tura di profeta, Dante qui quella di poeta. Ecco il passo tura gigantesca) abbia contribuito, come suggestione di del Libro della Scala: «Dopo esser entrato con Gabriele contorno, alla loro raffigurazione. nel tempio, ecco che io, Maometto, vidi nel suo interno tutti i profeti che Dio aveva fatto uscire dalle loro tombe, Paradiso, XXXI, vv. 13-15. Nell’Empireo è così descritto adunandoli lì affinché mi onorassero. Essi stavano tutti da Dante l’aspetto esteriore degli Angeli: «Le facce tutte ad attendermi in piedi. E come mi videro cominciarono avean di fiamma viva / e l’ali d’oro, e l’altro tanto bianco, tutti a pregare. Allora Gabriele mi disse: “Vieni dinanzi a / che nulla neve a quel termine arriva». Oltre ad alcuni me, Maometto, e guida tu la preghiera, poiché tu sei il re luoghi dell’Antico e Nuovo Testamento, un accostamen- di tutti i profeti e il signore di tutte le genti”. Ed io, uden- to molto simile a quello di questi versi, tra due elementi do ciò, mi feci avanti e compii due brevi orazioni. Poi mi tra loro incompatibili eppure associati nella figura ange- lica, fiamma e neve, è presente nei capitoli IX e XXIX del Libro della Scala, dove viene descritto un Angelo nella cui figura fuoco e neve coesistono senza annullarsi a vi- cenda: «vidi un angelo di fuoco e di neve, ma era fatto in modo tale che il fuoco non scioglieva la neve, né la neve estingueva il fuoco»; «vidi un angelo che stava di fronte a Dio, mirabile a vedersi. Il suo corpo era infatti metà neve e metà fuoco ardente. Ed era fatto in modo tale che la neve non estingueva il fuoco, né il fuoco scio- glieva la neve». Questa straordinaria incisione, conservata al British Museum di Londra, ci mostra Muhàmmad che cavalca la giumenta Boraq e attraversa le sfere celesti ornate dai segni delle costellazioni e dei pianeti. La tradizione islamica descrive i viaggi celesti di Muhàmmad che l’arcangelo Gabriele va a prendere nella sua casa per fargli percorrere la scala dei diversi cieli. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
8 4 Dalla convivenza tollerante alla discriminazione razzista La nazione dove più forti e durature furono le in- Si pensi, per esempio, alla stagione politica e cultu- fluenze arabo-islamiche è senz’altro la Spagna. Du- rale inaugurata dal sovrano Alfonso X di Castiglia rante la dominazione araba, che in forme diverse detto il Saggio (1221-1284), mecenate coltissimo e abbracciò i secoli VIII-XIII (ma Granada fu espu- animatore di una corte cosmopolita frequentata da gnata solo nel 1492, durante il regno di Ferdinando intellettuali ebrei, musulmani e cristiani. Fu proprio d’Aragona e Isabella di Castiglia), la Spagna conob- il sovrano iberico a commissionare a un medico be un periodo di intenso sviluppo civile e culturale, ebreo, Abraham Alfaquim, la versione spagnola, i cui emblemi restano le splendide architetture di dall’originale arabo andato perduto, del racconto Cordova, Granada e Siviglia. Ma anche nel periodo del “mi’rag” (cioè dell’“ascensione”) di Muhàmmad della reconquista a opera dei nuovi stati cristiani di in Cielo, un importante testo ritrovato in due codici Navarra, León, Castiglia e Aragona, in particolare a Oxford e a Parigi nel 1949 e conosciuto con il ti- a partire dall’XI secolo, l’eredità araba ebbe modo tolo Il libro della Scala di Maometto. La versione latina di manifestarsi in diversi campi. dell’opera deve la sua conservazione al fatto che una SCHEDA INFORMAZIONI SI4 La Toledo di Alfonso il Saggio, un’esperienza di tolleranza interculturale Nel brano che segue, Miguel Asín Palacios ricostruisce ambiente di cultura semitica, prende nelle proprie il clima di tolleranza interculturale che ha caratterizzato mani, salendo al trono, la direzione suprema di quei Toledo, nel centro della Spagna, durante il regno di Al- lavori di traduzione, per renderli più fecondi e siste- fonso il Saggio. matici mediante il patrocinio ufficiale. Poliglotta e appassionato della letteratura musulmana, prende Toledo era già stata, durante il secolo XII, il punto parte lui stesso agli studi che promuove. Con una tol- focale di una profonda assimilazione delle scienze e leranza che è il fedele riflesso della psicologia sociale delle lettere arabe al retroterra cristiano. Nella prima della sua epoca, il re riunisce nella sua corte sapienti metà di tale secolo, appena strappata la città dalle delle tre religioni3 per cooperare all’impresa. Senza mani dei musulmani, l’arcivescovo Raimondo comincia abbandonare l’orientamento colto ed erudito della a patrocinare la traduzione delle opere più celebri scuola dei traduttori toledani, lo rafforza, facendo tra- della scienza araba: libri di matematica, astronomia, durre nuove opere di fisica e di astronomia, accanto medicina, alchimia, storia naturale, metafisica, psico- ad altre di carattere più popolare e meno tecnico, ap- logia, logica, morale e politica; tutta l’opera di Ari- partenenti alla letteratura di evasione, morale, storica stotele, glossata o compendiata1 dai filosofi dell’Islam, e religiosa. da Al-Kindi, Al-Farabi, Al-Gazali e Averroè; le opere In tale clima di tolleranza e di convivenza, il re fondamentali dei matematici, astronomi e medici della castigliano decise di dare forma ufficiale alla confluen- Grecia, Euclide, Tolomeo, Galeno, Ippocrate, com- za delle due culture, l’islamica e la cristiana, attraverso mentate e ampliate da sapienti musulmani, Al-Hwa- la fondazione in Siviglia di uno Studio e Scuola gene- rizmi, Al-Battani, Avicenna, Averroè, Ar-Razi, Al-Bitrugi, rale di latino e di arabo, in cui, al fianco dei professori furono tradotte a Toledo dall’arabo, tramite interpreti cristiani, c’erano musulmani che insegnavano la medi- mudejares2 ed ebrei, che mettevano in castigliano ciò cina e le scienze. Tale Università interconfessionale è che poi veniva tradotto in latino dai dotti cristiani, un emblema della stretta relazione che i due popoli non solo spagnoli ma anche stranieri, che affluivano avevano stretto nella prima metà del secolo XIII. alla corte toledana dai più remoti paesi dell’Europa. Alfonso il Saggio, educato fin dalla fanciullezza in tale da M. Asín Palacios, Dante e l’Islam, cit., pp. 362-364. 1 glossata o compendiata: commentata o riassunta. 2 mudejares: musulmani convertiti. 3 tre religioni: ebraica, cristiana, islamica. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
9 sua copia si trova inserita in un codice (il Vaticano mettere al bando quanti fossero stati in qualche mo- Latino 4072) nel quale si trova la Collectio Toledana, do contaminati dal sangue impuro di ebrei e mori- una importantissima raccolta di testi scientifici e fi- scos, altro non sono che le premesse delle moderne losofici arabi tradotti in latino a partire dal secolo teorie razziste del colonialismo, del fascismo e del XII e che costituisce l’esempio più significativo del nazismo. Non è senza significato che il 1492 – data passaggio di conoscenze dal mondo islamico a quello della scoperta-conquista del Nuovo Mondo, con il cristiano. Si tratta di un’opera che nasce all’interno conseguente genocidio delle popolazioni indigene di una cultura segnata dalla tolleranza religiosa e – coincida anche con l’espulsione delle diversità dal desiderio di confronto culturale (cfr. SI4, p. 8). dall’Europa: i nascenti stati nazionali si dovevano Purtroppo questo clima di civile convivenza fu in- costituire come omogenei per razza, lingua, cultura terrotto con la cacciata degli ebrei e dei musulmani e religione. La modernità, che sancisce l’inizio del dalla Spagna a partire dal 1492 a opera dei re cat- predominio europeo sul mondo, nasce con un atto tolici: un evento tragico, che preannunciava future di feroce intolleranza verso l’Altro. Da allora si in- disgrazie. Le teorizzazioni e le discussioni sulla lim- nalza una barriera tra mondo arabo e mondo occi- pieza de sangre (la ‘purezza del sangue’), per decidere dentale, ancora oggi causa di pregiudizi e incom- chi fosse autenticamente cristiano e castigliano, per prensioni. L’ascensione di Muhàmmad in cielo. Miniatura da un codice turco. Venezia, Biblioteca Marciana. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
10 5 La necessità di un punto di vista interculturale oggi Leggere Dante senza trascurare questo punto di vi- e la storia in maniera meno superficiale di quanto sta interculturale, riflettere sui legami e sugli scambi non sia avvenuto finora. profondi tra le civiltà può favorire una prospettiva L’odierna percezione dell’Islam continua, invece, “mediterranea” che permetta di rivalutare la tradi- a essere caratterizzata da disinformazione e da paure zione arabo-islamica non come un esotico ed estra- non sempre giustificate: spesso il mondo arabo-isla- neo mondo culturale, ma come un elemento costi- mico è visto in Occidente solo come minaccia e co- tutivo della nostra storia, come un fattore in qualche me barbarie. La guerra santa, il velo, il fanatismo, misura interno al nostro patrimonio culturale. la sottomissione delle donne, il terrorismo sembre- Tutto ciò è tanto più importante oggi di fronte alla rebbero gli unici eventi attraverso cui guardare quel presenza in Italia di oltre mezzo milione di cittadini mondo. La diversità musulmana è vista e vissuta co- stranieri di religione musulmana. Per la prima volta me una diversità astorica, dai caratteri atemporali, nella storia d’Italia, dai tempi della conquista araba come un dato quasi di tipo antropologico, come se della Sicilia, un nucleo consistente di musulmani si trattasse di qualcosa di assolutamente estraneo e (non solo arabi, ma anche persone provenienti inconoscibile. «Evidentemente – come ha scritto lo dall’Africa nera) si è insediato in Italia. Naturalmente storico Franco Cardini – siamo di fronte ad una di- tra di loro vi sono differenze sociali, nazionali, cul- versità che è in gran parte frutto di un’incompren- turali che sarebbe superficiale pensare del tutto ri- sione storica non antica, bensì recentissima. Nel composte dalla comune appartenenza religiosa al- mondo medievale i musulmani e i cristiani ogni tan- l’Islam. Ma d’altra parte la comune matrice religiosa to si combattevano e se le davano di santa ragione, si traduce in forme diverse anche nei paesi in cui ma si comprendevano benissimo. L’Occidente non l’Islam è religione dominante e spesso dietro la ban- sarebbe nato senza Avicenna, Averroè, le traduzioni diera musulmana si nascondono interessi economici, arabe di Aristotele; l’Islam è una delle levatrici, tal- conflitti sociali, progetti politici, anche ben lontani volta violente, che stava al capezzale dell’Europa dalla pacifica tolleranza di Alfonso il Saggio. quando questa ha partorito l’Occidente. L’incom- Resta il fatto che l’Islam, con tutto ciò che ha rap- prensione è venuta dopo a seguito dell’atteggia- presentato nei suoi quattordici secoli di storia e che mento bifronte – colonialismo da una parte, esoti- oggi rappresenta per centinaia di milioni di persone smo e orientalismo dall’altra – che ha trascurato di nel mondo, concorre a determinare l’identità di comprendere l’Islam, ritenendo che fosse una dot- migliaia di nuovi concittadini, così che diviene in- trina di colonizzati in via di estinzione; cosicché ha dispensabile conoscerne le caratteristiche principali dimenticato di leggerlo e di studiarlo». La Mecca. Veduta del Santuario durante i riti del pellegrinaggio. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
11 verifiche Conoscenze 1 Durante il Medioevo A l’Occidente e l’Oriente si ignorarono B ebbero un rapporto tra pari C l’Europa si impose sull’Oriente D la cultura islamica fu totalmente assorbita da quella occidentale 2 In quali parti d’Europa si affermò una fiorente civiltà islamica? 3 In che modo l’Occidente medievale venne a conoscenza della filosofia greca? 4 Quali filosofi arabi gettarono un ponte tra Oriente e Occidente e perché? Capacità 5 Quando finisce in Spagna la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani? Ad opera di chi? 6 Individua le ragioni che fanno di Toledo, nel XIII secolo, il più importante centro di scambi culturali d’Europa. 7 Maometto è un termine dispregiativo per indicare il profeta, infatti significa ................................................................................. ................................................................................. Competenze 8 Nell’Europa delle crociate, Federico II mantenne vivo il dialogo con la cultura araba. Con quali conseguenze sul piano letterario, e politico? (SI1) 9 Dove e perché Brunetto Latini, il maestro di Dante, ebbe contatti diretti con la cultura islamica? 10 Attraverso quali vie l’infuenza culturale araba giunge fino a Dante? Con quale aspetto della Commedia, e della mentalità medievale, si integra? 11 Per quali ragioni l’idea di un influsso islamico sulla Commedia ha suscitato tanta resistenza nel Novecento? Proposte di scrittura LA RELAZIONE Rifletti su § 3, SI2 e SI3 e sui versi finali del canto XV del Paradiso (cap. VIII, T7). Non c’è contraddizione tra un Dante cosmopolita e un Dante difensore delle crociate? Argomenta la risposta in una breve relazione. LA TRATTAZIONE SINTETICA Confronta l’opera di Alfonso il saggio (sec. XIII) con quella di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia (sec. XV). Perché con la nascita dello Stato nazionale si innalza una barriera tra Occidente e Islam? (SI4, §§ 4, 5) Tratta sinteticamente l’argomento. Luperini, Cataldi, Marchiani, Marchese il nuovo LA SCRITTURA E L’INTERPRETAZIONE - EDIZIONE ROSSA [G. B. PALUMBO EDITORE]
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