Dall'edificio al museo Fisica - Giuseppe Pagano, l'architetto - Sapienza
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Dall’edificio al museo Fisica Giuseppe Pagano, l’architetto Nato a Parenzo nel 1896, muore a polemica con il monumentalismo Mauthausen nel 1945. dell’epoca. Si laurea in Architettura al Politecnico di Nel 1932 si trasferisce a Milano, dove dal Torino nel 1924, dove conosce Edoardo 1933 al 1943 sarà direttore di “Casabella” Persico e il critico d’arte Lionello Venturi. che, con il contributo di Persico, diviene Nel 1926 inizia la sua collaborazione con una delle più importanti riviste di Gino Levi-Montalcini con cui realizza il architettura, attenta in particolare ai nuovi Palazzo per gli uffici Gualino (1928), la sua aspetti tecnologici e costruttivi, all’utilizzo opera torinese più nota. di materiali moderni, alla produzione in Nel 1928 aderisce al MIAR (Movimento serie e ai suoi sviluppi. Un prototipo Italiano per l’Architettura Razionale) che, dimostrativo è la “casa a struttura di attento alle esperienze europee, acciaio” presentata alla V Triennale di promuove l’architettura moderna in Italia. Milano nel 1933. Nel processo di rinnovamento Pagano Nel 1932 partecipa alla costruzione della svolge un ruolo fondamentale in aperta Città Universitaria con l’edificio di Fisica,
occupandosi anche dei suoi arredi. È Universale che avrebbe dovuto svolgersi a l’unica opera romana dell’architetto. Roma nel 1942, dove la sua posizione Nel 1936 fa parte della direzione della VI rigorosamente razionalista entra Triennale di Milano dove realizza, definitivamente in contrasto con secondo i criteri del funzionalismo, il l’architettura promossa dal fascismo, da padiglione esterno al Palazzo dell’Arte che cui prende le distanze anche sul piano ospita la Mostra dell’Abitazione e ideologico e politico. dell’Architettura Internazionale e, con Nel 1938 partecipa al progetto urbanistico Tomaso Buzzi, la scala elicoidale che "Milano Verde". richiama quella della casa della Gioventù Tra il 1939 e il 1940 lavora con Irenio italiana del littorio di Luigi Moretti a Roma Diotallevi e Franco Marescotti alla ‘Città (1933-36). Nell’ambito della stessa orizzontale’, che prevede un grande Triennale, si ricorda la sua partecipazione quartiere popolare modello a Milano, con alla mostra fotografica L’Architettura alloggi a un solo piano. Pagano anticipa un Rurale nel Bacino del Mediterraneo. Una tema che sarà ripreso da Adalberto Libera passione e un interesse per l’architettura nelle unità di abitazione orizzontale per il minore come modello progettuale in linea Tuscolano III nell’ambito del programma con i principi del razionalismo, che dell'INA Casa realizzato negli anni produrrà un’ampia documentazione della Cinquanta. realtà italiana degli anni Trenta. Dal 1941 al 1942, insieme a Massimo Nel 1936 realizza, insieme a Giangiacomo Bontempelli e Melchiorre Bega, è direttore Predaval, il progetto innovativo di “Domus”, rivista milanese di architettura dell’Università Commerciale Luigi Bocconi e arredamento. Nel 1942 progetta la Casa di Milano, inaugurata nel 1942. della Madre e del Fanciullo a Spalato. Nel 1937 collabora con Marcello Entrato nella Resistenza, arrestato e Piacentini, Luigi Piccinato, Ettore Rossi e deportato a Mauthausen, muore pochi Luigi Vietti allo studio preliminare per il giorni prima della liberazione del campo. piano regolatore dell’Esposizione Fisica, un progetto “vivente” Collocato sull’asse principale, d’angolo sul inserisce nel contesto urbanistico e piazzale della Minerva, l’edificio si architettonico della Città Universitaria
senza cedere al monumentalismo contro corrispondono anche e soprattutto ad cui l’architetto si schierava, né a soluzioni esigenze interiori». moderne avulse dall’ambiente circostante. Pagano punta quindi alla massima Lo stesso Pagano spiega le ragioni della funzionalità, realizzando una struttura sua scelta progettuale sulle pagine di (237 ambienti di cui 20 laboratori e due “Casabella” nel numero di marzo 1936 grandi aule) con un volume di 72.500 mc. dedicato all’edificio: «L’area destinata e una superficie di 3.400 mq. che si all’Istituto di Fisica era in leggera presenta come un blocco unico costruito pendenza e ho cercato di sfruttare la su pieni e vuoti. Una struttura disposizione naturale del suolo facendone architettonica semplice e dinamica con aderire l’edificio» e, valutate le esigenze nuclei distinti e una corte centrale che sul dell’Istituto con la collaborazione del lato aperto presenta un corpo di direttore di Fisica Sperimentale, Orso collegamento su pilotis. Il passaggio è Mario Corbino, e quello di Fisica stato chiuso negli anni Sessanta a seguito Superiore, Antonio Lo Surdo, «è risultato di aggiunte e modifiche che hanno alterato necessario di rendere tra loro la volumetria dell’edificio, la distribuzione relativamente indipendenti le zone degli interni ma soprattutto il rapporto con destinate all’officina meccanica generale lo spazio urbano. Alcuni interventi di (situata in posizione tale da non generare recupero sono già stati avviati nel 2007. vibrazioni al resto dell’edificio), quella di L’edificio di Fisica è considerato uno dei Fisica Superiore (sviluppata nell’angolo progetti più interessanti della Città sud-ovest dell’edificio), quella di Fisica Universitaria per l’attenzione agli aspetti Sperimentale (sistemata nella zona funzionali dell’Istituto cui era destinato, per centrale del fabbricato) e quelle delle la risoluzione dei problemi tecnici, per le esercitazioni degli studenti (distribuita linee architettoniche dialoganti con nella fronte est su due piani)». Il progetto l’ambiente circostante. Tuttavia, non sono doveva tener conto anche di un’altra mancate anche le critiche che hanno esigenza: «smistare nella maniera più messo l’accento sul carattere “dismesso”, esplicita e più semplice le tre diverse poco “razionalista” della struttura e sugli attività della scuola: quella dell’officina con aspetti di “compromesso”, di “rinuncia” del il suo personale specializzato, quella degli progetto. Connotazioni che trovano la loro studenti che frequentano le aule di lezioni chiave di lettura nel pensiero di Pagano: e le aule di esercitazioni, e quelle dei «dare la nostra opera al servizio della professori e laureandi che affrontano le nostra società, non pretendere che la attività nei laboratori. Per questa ragione, società serva alla nostra opera. Cadranno oltre a dividere i diversi nuclei dell’edificio, allora tutti quegli eccessi di lusso, quelle si è deciso di rendere indipendente preziosità costose e tutte le visioni miopi l’accesso degli studenti alle grandi aule e che per voler raggiungere l’eccezione, dare all’interno dell’edificio la massima fanno dimenticare le più elementari norme chiarezza planimetrica». E ancora «per tecniche. Si dovrà vedere l’opera avvicinarmi a questo ideale di unità, architettonica come un organismo unitario, concreta e non soltanto apparente, ho come una cosa umana, vivente, e si studiato le piante in modo da bloccare concepirà per sintesi e non per analisi. l’edificio entro volumi ben definiti, dove, al Su questo piano morale vorrei che valore dei piani, il vuoto delle aperture agissero gli architetti per ritrovare corrisponda come indispensabile nell’orgoglio della modestia, quell’orgoglio complemento di ritmo. Ed effettivamente dei grandi e anonimi eroismi» le aperture esterne che fanno eccezione (“Casabella”, febbraio 1937, n. 110). dalla misura normale non hanno una Pagano guarda all’architettura moderna in ragione puramente estetica ma termini di collettività, come arte sociale
che richiede “rinuncia”: «Modestia di le arti di Milano nel dicembre 1940 obiettivi e modestia di risultati, ma in (Sconfitte e vittorie dell’architettura compenso chiarezza, onestà, rettitudine moderna, in “Costruzioni Casabella”, economica, e soprattutto, buona 195/198, fascicolo speciale dedicato educazione urbanistica» come dichiara all’architetto Giuseppe Pagano, dicembre nella conferenza che si tiene al Centro per 1946). Arredamento Nel Fondo C.E.R.U.R. (Consorzio per costante sia per le forme che per i colori. l’assetto Edilizio della Regia Università di La struttura di questi mobili è di due tipi: Roma) dell’Archivio Storico dell’Università alcuni, per evidenti ragioni di laboratorio, La Sapienza sono conservati i modelli su sono di legno verniciato. Di questo tipo fogli cm. 19x22 relativi all’arredamento sono tutti i tavoli da lavoro e i banchi da dell’Istituto di Fisica. Non sono firmati, ma meccanico, poiché si prestano agli usi più è presente il timbro dell’architetto. disagiati delle esperienze; mentre il tipo del mobile normale è caratterizzato invece da modelli di lamiera in ferro verniciata. Sulle pagine di “Casabella”, marzo 1936, sono riportati i dati tecnici: «Per la realizzazione di questi mobili l’architetto […] Sono in lamiera di acciaio, stampata ha studiato una serie di circa venti modelli e curvata a macchina, saldata che, con variazioni secondarie nello elettricamente, verniciata a fuoco con spessore o nelle distribuzioni interne dei speciale vernice rugosa dall’aspetto di piani diventano circa quaranta tipi diversi. seta. Il basamento nero corrisponde allo Così sono stati realizzati dalla Ditta zoccolino delle pareti, la ossatura è di Antonio Parma di Saronno […]. Si è color grigio-piombo oscuro mentre tutte le cercato, cioè, di evitare per quanto parti mobili (antine, ripiani, ecc.) sono possibile di progettare dei mobili speciali a verniciate in verde vivace. I piani dei tavoli misura e a destinazione particolare. Per sono, per la maggior parte, di linoleum questa ragione l’architetto ha studiato con verde striato dello stesso tipo di quello carattere di inamovibilità soltanto i mobili usato per il pavimento. Allo scopo, questi delle due portinerie, mentre tutti gli altri arredi sono provvisti di una guida per la sono stati ideati secondo un modulo
sospensione, saldata nella parte alta. caratterizza per la sua riproducibilità e Con questo sistema i mobili possono versatilità. essere anche spostati e sganciati con la massima facilità. È da notare che ogni mobile ha l’identico grado di finitura, serva esso per le esercitazioni degli studenti o per la sala del direttore». Per quanto riguarda le sedie e i banchi delle aule, la realizzazione è affidata alla Ditta Beltrami di Capriolo, specializzata in sedie e mobili curvati in legno, tubi in acciaio cromato, leghe leggere e I mobili disegnati da Pagano si presentano anticorodal: «Si sono studiati tipi unici di dunque come prototipi realizzabili in vari sedie da lavoro, rigide, e da studio: a modelli con aggiunta di accessori e/o con sospensione elastica con piani di legno l’utilizzo di differenti materiali, dal piano di nero e struttura in tubo di ferro verniciato masonite pressato o di linoleum nero o in verde. verde o di piche-pine al cristallo, montati su una struttura tubolare verniciata di grigio-verde o cromata. La scelta dipende dagli scopi e dagli ambienti cui sono destinati: dal tavolo da laboratorio allo scrittoio, dal tavolino per macchina da scrivere al tavolino basso, dal sedile da anticamera al sediolino, dalla sedia alla poltrona, dall’armadio (a terra, sospeso con o senza cassetti) allo scaffale, dal casellario al portacarte aperto. La linearità e la modernità dei materiali – Pagano non esclude tuttavia l’abbinamento con materiali più tradizionali – caratterizzano i mobili dell’Istituto di Fisica in linea con i criteri di funzionalità che distinguono Per le aule si è realizzato un sistema di l’architettura razionale. L’aspetto pratico sedili a ribalta applicati a una intelaiatura non appare mai disgiunto da quello metallica. La parte metallica della struttura estetico, che non guarda al particolare è in tubi di acciaio curvato senza come elemento fine a se stesso, ma al suo saldatura, muniti alle estremità inferiori da essere funzionale all’arredo. Lo si evince una base a flangia, piuttosto larga, che chiaramente dai disegni, dove ogni viene avvitata al pavimento. Il sedile variante è esclusivamente determinata mobile è munito di uno snodo a leva dalla sola finalità del mobile, che si
speciale, che permette di realizzare un dell’aula» (Casabella, marzo 1936, n. 99). minimo ingombro quando il sedile è alzato. La Ditta Beltrami fornisce anche banchi in Il piano del sedile, e il resto del banco, legno per le aule e mobili per gli Istituti sono stati eseguiti in rovere tinto di nero, d’Igiene e Clinica Ortopedica e con vena verde e spazzolato. Questi Traumatologica, Botanica e Chimica elementi, di spessore non eccessivo, sono Farmaceutica, Mineralogia, Geologia, avvitati direttamente alla struttura Psicologia, Antropologia, Fisiologia metallica. Tale disposizione facilita la generale. Si segnalano anche i mobili per manutenzione e la eventuale sostituzione la Scuola di Matematica, in particolare per di parti deteriorate. Con questo sistema di la Sala Professori e la Sala Consiglio, sedile snodato si assicura anche la come attestano i modelli su fogli dei tavoli, minima rumorosità, per mezzo di un divani e poltroncine in marocchino arresto soffice disposto al fondo conservati nel Fondo C.E.R.U.R. (busta 5, dell’incastro di scorrimento. Tale fasc. 53), le poltrone imbottite e rivestite cuscinetto di gomma non è asportabile con stoffa, poltroncine in legno, sedie come avviene spesso coi normali tipi di imbottite e ricoperte con stoffa, poltrone in banchi a ribalta. La prima fila di banchi ha noce imbottite in pelle per l’Aula Magna doppio rivestimento anteriore per del Rettorato, che si distinguono per la permettere la eventuale istallazione di sostituzione del metallo cromato con prese elettriche anche in questo punto quello bronzato. Museo di Fisica Il Museo di Fisica era previsto al piano rivista “Architettura” del 1935, dove in terreno come riportato nel numero pianta è indicato al punto 5 con la dicitura dedicato alla Città Universitaria dalla “museo apparecchi”.
Il museo è oggi situato al primo e terzo all’interno dell’edificio Guglielmo Marconi, piano dell’edificio di Fisica “Enrico Fermi” quello realizzato da Pagano. costruito successivamente, ma le sue collezioni sono presenti e visibili anche (Ida Mitrano)
Il
L’edificio Marconi e le sue vetrine Foto e documenti: Archivio Storico dell’Università La Sapienza; “Architettura”, numero speciale La Città Universitaria di Roma, 1935. Foto del museo: Darica Paradiso. Fonti: “Casabella”, marzo 1936, n. 99 e febbraio 1937, n. 110; “Costruzioni Casabella”, 195/198, dicembre 1946; Mitrano I., La Sapienza 1932- 1935. Arte, architettura, storia, Sapienza Università Editrice 2008; Azzaro B., La Città Universitaria della Sapienza di Roma e le sedi esterne 1907- 1932, Gangemi Editore 2013; L’Istituto di Fisica di Giuseppe Pagano alla Città Universitaria di Roma. Storia, memoria e attualità tra Fisici e Architetti, mostra e seminario a cura di Simona Salvo, 14 ottobre 2016 (https://www.phys.uniroma1.it/fisica/mostra_Pagano-elaborati-grafici); Atti del Convegno internazionale “Le città universitarie del XX secolo e la Sapienza di Roma, celebrazioni per gli 80 anni della Nuova Città Universitaria di Roma 1935-2015, Roma, 23 - 25 novembre 2017, “Palladio”, 59-60/2017 (I vol.), 61-62/2018 (II vol.), 63-64 /2019 (III vol.); Baratelli G., La Città Universitaria di Roma, Silvana Editoriale 2019; https://archidiap.com/opera/istituto-di-fisica/
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