DA MEDJUGORJE A NOVARA - CARMELO PUZZOLO ARTE SACRA CONTEMPORANEA
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ARTE SACRA CONTEMPORANEA CARMELO PUZZOLO DA MEDJUGORJE A NOVARA di F ABIO C ARISIO E ’ il pittore della Gospa. Chi è stato a Medjugorje sa Medjugorje. Oggi ben 15 formelle in bronzo che rappre- cosa vuol dire. Non è solo la Signora, la Madonna sentano i Misteri del Rosario sono ammirate da milioni di in lingua croata, ma una presenza viva e forte come pellegrini che giunti al santuario mariano salgono sul Pod- quella che sei veggenti di quel paesino della Bosnia Herze- brdo, le 15 stazioni della Via Crucis inchiodano lo sguardo govina sostengono di vedere da ormai 27 anni. Se anche con plastica sofferenza nelle similari sculture del Krizevac. l’Arte Sacra Contemporanea ha impreziosito i percorsi di La bella immagine della Gospa, come descritta dai veggenti, fede di quei monti sacri, il Podbrdo, collina di rocce dove si staglia in una tela di grandi dimensioni all’interno del avvennero le apparizioni e guarigioni miracolose, ed il Kri- padiglione dove si celebrano le Messe straniere. zevac, il ripido monte ove la devozione croata costruì una croce imponente portandovi su cemento a braccia, lo si CARMELO PUZZOLO deve ad un italiano, un’artista di Bagno di Romagna. Se - sopra: la formella dell’Annunciazione sul monte Podbrdo di Medjugorje (Bosnia-Herzegovina), divenuto metà dei pellegrini Carmelo Puzzolo, a 74 anni sta continuando a realizzare per le apparizioni della Madonna ai sei veggenti del posto. opere apprezzate e richieste in tutto il mondo, lo deve a n. 8/2008 13
Primo Piano ARTE SACRA CONTEMPORANEA CARMELO PUZZOLO M a le sculture sono le più ri- la perché l’allora regime comunista ju- chieste: un percorso è stato goslavo non gradiva slanci di fede. CARMELO PUZZOLO appena inaugurato in Ro- - sotto: la formella in bronzo con la Visita di Maria alla cugina Elisabetta I magna, altre sono già esposte nella l passo successivo fu per i Misteri sul monte Podbrdo a Medjugorje chiesa della Madonna del Bosco di del Rosario: «Le formelle furono - nell’altra pagina: la Gospa, come Novara. Altre opere però sono all’este- offerte dallo scomparso Santino i croati chiamano la Madonna, ro: Austria Germania, Stati Uniti. Il Dalle Carbonare di Thiene. Per dare dipinta secondo le indicazioni dei Veggenti maestro Carmelo nasce il 25 febbraio maggiore definizione alle espressioni ed esposta nel padiglione giallo delle Messe italiane a Medjugorje 1934 a San Pietro in Bagno (Forlí). dei volti proposi di farle più grandi Dopo il Liceo Artistico studia all’Ac- ma quando furono portati i calchi in cademia di Belle Arti di Firenze con fonderia i costi lievitarono, pertanto affermato come scultore ma non si Pietro Annigoni. Ottiene la cattedra fu fatta di circa due metri solo quel- rassegna a lasciare il pennello: «Ma- di pittura all’Accademia di Firenze ma la dell’Annunciazione». E’ proprio in neggiare la creta è facile, anche per lascia l’incarico per varie delusioni: quell’opera che si percepisce la finezza Leonardo era la pittura la monarca essendo però il primo in graduatoria stilistica ed anche il talento creativo di dell’arte perché col colore si può dare ministeriale sceglie di insegnare all’Ac- Puzzolo: la Vergine è sopra un ulivo, vita come fece Van Gogh: quando vidi cademia di Belle Arti di Urbino. Negli come nelle profezie di Isaia, e l’Ange- un suo quadro per la prima volta anni si concentra soprattutto sulle na- lo è inginocchiato per riconoscerne la piansi». Il maestro Carmelo però ora ture morte e sui paesaggi ma è con le regalità. Per lui l’esempio inimitabile davvero sta acquisendo fama interna- tematiche religiose che piano piano la resta Il tributo di Pietro del Masaccio: zionale con una Via Crucis voluta da sua arte diviene pubblica. «ha un movimento che è tutto nella uno scozzese impegnato in un’opera espressività dei volti. Quella che cerco umanitaria in Malawi, per la Madon- L a svolta avviene nel 1985 men- di dare alle mie opere». E’ ormai più na di Cana a Steubenville nell’Ohio o tre si trova a Padova a l’altra Via Crucis a San Peter a dipingere alcuni affre- Fulda in Germania. schi nella chiesa del Sasso col A maestro Annigoni. «Amici di Novara don Franco Bel- Thiene mi parlarono di Me- loni della parrocchia djugorje e decisi di andarvi. della Madonna Pellegri- Avevo ricevuto un’educazione na, grazie ai fondi raccolti dai cristiana e credevo di vivere in fedeli, ha già posizionato due modo corretto la mia fede, ma formelle alla Madonna del Bo- quando andai là vidi come si sco, altre sculture di una Via pregava davvero. La Via Crucis Crucis fatte da Puzzolo saranno si recitava davanti a sassi con installate appena si comincerà il numeri romani: allora conob- Parco Biblico. Intanto il mae- bi padre Slavko (cappellano stro romagnolo è sempre più di Medjugorje) che mi propose ricercato: può vantare persino di fare delle sculture. Mi offrii il portale del sepolcro ducale di farle gratuitamente ma feci per il Principe del Liechtenstein presente il costo di fonderia… Hans-Adam II. «A Medjugorje è Tornai a Thiene e c’era già chi scattato qualcosa di diverso nel- era pronto a pagarle». Dopo 22 la mia vita di artista, ma l’im- mesi di lavoro furono installate portante è solo avere Gesù nel sul Krizevak: ma alla chetichel- cuore» è la sua devota chiosa. 14 n. 8/2008
Primo Piano ARTE SACRA CONTEMPORANEA SERGIO BERTINOTTI STILE FRANCESCANO SERGIO BERTINOTTI - sotto: San Francesco parla all’uomo lupo NATO A MERGOZZO (acrilico su tela, cm 50 x 60), nel ciclo che è dedicato alle storie del poverello d’Assisi. - nell’altra pagina: Gesù viene portato nel sepolcro (acrilico su tela, cm 50 x 60). di GIUSEPPE POSSA C ’è anche un artista dedito morbido e sinuoso. Filtrato attra- S. Francesco, in cui il Santo diven- all’arte sacra, nel panora- verso le sue tele, il reale si è ridotto ta simbolo universale nell’incisività ma pittorico del Verbano all’essenzialità; le figure totemiche spoglia da ogni elemento superfluo: Cusio Ossola. E’ Sergio Bertinotti hanno poche linee e piatte campi- emozionante nella “francescana po- che negli ultimi cinque anni ha di- ture di colore, come nelle Storie di vertà” materica e cromatica. pinto due importanti cicli pittorici che hanno ottenuto un successo nazionale: Le storie di S. Francesco esposte nel 2005 nel Sacro Con- vento di Assisi e La Via Crucis, presentata a Pasqua di quest’anno nella Basilica S. Croce in Gerusa- lemme di Roma. N ato a Mergozzo nel 1938, dove tuttora vive e opera, Bertinotti ha iniziato a dipingere paesaggi e quadri surrea- li dalla forte carica simbolica, con certe figure oniriche e mitologiche, racchiuse dentro paesaggi dalle ar- chitetture metafisiche ed enigma- tiche. Si è poi perfezionato con il maestro Mario Molteni che inse- gnò all’Accademia di Brera, così la sua pittura si è arricchita di meta- fore e di mistero, sconfinando an- che in un mondo lirico e ludico. N egli ultimi tempi, la sua pittura si è fatta più per- sonale, con tematiche di- verse, tradotte in immagini spesso stilizzate, rese a colori tenui, con una tecnica paziente, un segno 16 n. 8/2008 A
Primo Piano ARTE SACRA CONTEMPORANEA SERGIO BERTINOTTI N el 2005 Bertinotti è stato invita- to a esporre proprio questo ciclo di opere, ad Assisi, nel chiostro del Sacro Convento, in occasione dell’an- nuale “marcia della Pace” e, in seguito, nella Basilica S. S. Apostoli di Roma. Per l’occasione è stato dato alle stampe un vo- lume con quel ciclo di episodi, pubblicato dalle edizioni Áncora di Milano. A Pasqua di quest’anno, nella Basi- lica S. Croce in Gerusalemme di Roma, Bertinotti ha presentato l’opera che ha dipinto negli ultimi due anni: un’originale e, per certi versi uni- ca, Via Crucis, che è anche oggetto di un libro, edito sempre da Áncora: Via Cru- cis: figure, risonanze, meditazioni. La presentazione del volume è stata curata a Roma dall’Ucai (Unione Cattolica Ar- tisti Italiani), con gli interventi dell’abate Simone M. Fiorasi; di Mons. G. Battista Gandolfo, di Fiorella Capriati, presidente nazionale Ucai e di Dante Fascicolo, diret- tore di Arte e Fede. E’ vero che nel corso dei secoli, il desiderio di affrontare questo tema sacro ha suggerito a pittori e scul- tori rappresentazioni artistiche di grande valore. La Via Crucis di Sergio Bertinotti, però, è dipinta con molti personaggi, in una spazialità scenica mai affrontata e at- torno a un paesaggio vasto, dove i momenti essenziali tinotti, dipinta in sequenze eccelse e poetiche, pare, della passione di Cristo sono illustrati con un tocco dunque, sgorgare dall’animo e - nell’emozionante moderno, sebbene “narrati” secondo la consuetudine estetica della pittura - prende un vero e proprio valore della Chiesa. artistico, che trova qualità sublimi nell’episodio del- la Crocifissione piuttosto che nella Resurrezione coi A ttraverso il candore lirico del colore e le po- suoi efficaci rimandi di luci ed ombre. sture serene del Nazzareno che sale il calvario, l’autore non ha forzato il racconto, lacerando- SERGIO BERTINOTTI lo in senso espressionista con una Passione straziante, - sopra: la XV stazione della Via Crucis con la Resurrezione ma ha cercato di cogliere la serena accettazione e la (acrilico su tela, cm 50 x 70). spiritualità del Salvatore. La Via Crucis di Sergio Ber- 18 n. 8/2008
ARTE SACRA CONTEMPORANEA GIAN CARLO MARCHESE LUCI DI VETRO, BRIVIDI DI BRONZO di R INO T ACCHELLA “Vetro: termine generico che allude forma non aveva. C’era il bisogno da parte dello scultore di ad una massa amorfa, omogenea, trasparente stare in contatto con la realtà, di appropriarsene, coinvolgerla, con lucentezza speciale”. utilizzarla, ma nello stesso tempo a non cedere all’imitazione di essa. Si giunge così all’inizio degli anni ’80 quando Mar- Q uale materiale meglio del vetro può coinvolgere chese inizia ad impiegare il vetro in rapporto dialettico con emotivamente il fedele sulla scena sacra e sa espri- altri materiali per esaltare le differenti valenze simboliche: la mere la spiritualità, la forza, la tenacia, ma anche ghisa e il bronzo rappresentano la materia concreta, terrena, la fragilità della fede? Il vetro è una delle materie ottusa mentre il vetro il trasparente, il luminoso, il malleabile impiegate dallo scultore Gian Carlo Marchese per dare corpo e quindi una sorta di essenza immateriale e divina. ad una coerente ricerca espressiva astratta basata soprattutto I sui contrasti che si generano tra i diversi materiali metallici l vetro in lastra dapprima è usato come diaframma impiegati, portatori di differenti tensioni dinamiche. Usato fragile interposto con materiali forti con cui interagire in particolare per la realizzazione di opere d’arte sacra, il vetro per descrivere ambienti e situazioni. Poi in parte liscio non è un materiale nuovo scoperto improvvisamente dallo e trasparente, in parte ruvido e corroso o colorato serve a scultore; da alcuni decenni infatti Marchese lo impiega in disegnare forme che vanno ad aggiungersi a quelle incise sul modi e con risultati differenti. Agli esordi del suo percorso bronzo. Infine a partire dagli anni ’90 Marchese, modulata creativo, reduce da iniziali esperienze informali, l’attenzione a caldo la lastra piana facendola aderire come una morbida di Marchese era rivolta ai materiali metallici, ai contrasti e coperta su degli stampi precedentemente preparati, riesce alle tensioni generate impiegando lo stesso materiale in par- ad ottenere la compenetrazione distorta di ciò che è al di te lucido e levigato, contrapposto a zone scabre e grumose. qua della lastra per effetto della riflessione speculare e quan- È seguita una fase in cui i parallelepipedi, ovvero le “scatole to c’è al di là per effetto della trasparenza. della memoria”, schiudendosi, liberavano un nucleo interno informe, che si moltiplicava e si rapportava con l’ambiente GIANCARLO MARCHESE circostante per effetto delle superfici laterali speculari su cui - in alto: l’altare presso il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa. si rifletteva il paesaggio, che spesso si confondeva con quanto n. 8/2008 19
Primo Piano ARTE SACRA CONTEMPORANEA GIAN CARLO MARCHESE IN MOSTRA Patrocinata dagli Assessorati alla Cultura della Re- gione, della Provincia e del Comune di Milano, dal Consolato del Belgio e in collaborazione con la Fon- dazione Antonio Mazzotta, è allestita nel palazzo del- la succursale italiana della Fortis la mostra “Sculture in vetro” dell’artista Gian Carlo Marchese. Nato a Parma il 15 novembre del 1931 da famiglia tortone- se. Ha insegnato scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 1975 e dal 1976 al 2000 presso S e il linguaggio e lo stile di Marchese sono mutati nel l’Accademia di Belle Arti di Milano. In questa città tempo, ciò è avvenuto soltanto nella misura e nel senso oggi vive e lavora. La Fortis House di via Cornaggia di una crescita. Fondamentalmente è sempre lo stesso è la sede non solo di una banca, ma è il luogo in cui dagli inizi della sua carriera: dominato da una acuta sensibi- sono concentrati tutti i servizi che il gruppo fornisce lità per le forme essenziali e attento ai contrasti tra i materiali sul territorio milanese ovvero un «punto di incontro, e alle sperimentazioni ottico-dinamiche. Naturalmente nelle crocevia di business, imprenditoria, ma anche cultu- opere che l’artista realizza a volte si avvale solo di un materia- ra, come centro di scambio e di creazione di idee e le mentre in altre ricorre a più sostanze. Nell’Altare del San- di soluzioni» come precisa il Direttore Generale Re- tuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa realizzato nel naud Simons nella prefazione al catalogo. L’interno 1996 è impiegato solo il bronzo in lastre piane che avvolgono del palazzo della Fortis House fa da cornice insolita e su tutti i lati l’altare che ha la forma di un parallelepipedo; le suggestiva per l’insospettabile presenza di spazi verdi figurazioni stilizzate a basso rilievo sono immerse in una vi- - prati, siepi ed alberi - alle sculture in materiali vari sione spaziale in cui varia continuamente la ritmica e l’inten- che da sempre Marchese impiega sfruttando in senso sità dinamica rivolta verso l’alto che le simbologie impiegate dinamico i contrasti cromatici superficiali tra le zone sprigionano. Nella Sindone, in bronzo, vetro, oro e gesso lucide e le zone opache, tra le zone levigate e le zone realizzata nel 2003-04 per la Chiesa dell’Annunciazione di ruvide. Tra questi materiali tradizionali in scultura Milano, tranne le parti realizzate in bronzo materia greve e come il bronzo, la ghisa, il ferro, l’acciaio, il piombo, compatta, tutto è sinonimo di movimento: il gesso è come il platino, l’ottone, il gesso e il cemento Marchese un drappo mosso dal vento mentre il vetro plasmato forni- sce immagini che hanno brevi apparizioni, fugaci presenze ha iniziato ad inserire il vetro trattandolo in modo su di uno schermo impalpabile. Appaiono delle figurazioni particolare, usato dapprima piano e trasparente, poi che non sono forme, ma brividi di forme, che compaiono e trasparente e parzialmente corroso e infine plasmato scompaiono, si ricompongono e si annullano nel breve spa- e modulato. Nelle sculture prodotte recentemente e zio di un attimo; a prima vista possono sembrare immagini qui esposte, le lastre di vetro industriale sono a volte indistinte mentre invece sono immagini cariche di allusioni, ritagliate in modo da modificarne il profilo e poi, ri- di sottili colorazioni, di una cangiante mobilità impregnata scaldandole parzialmente, sono modellate facendole di sensazioni di lirica spiritualità. aderire a stampi in rilievo precedentemente preparati. I vetri così ottenuti «alterano la realtà, la riflettono GIAN CARLO MARCHESE con il cambiare della luce in una dinamica sempre - in alto: una delle sculture esposte alla mostra in Fortis House. attiva, esaltano la mobilità dei riflessi lampeggianti - nell’altra pagina: la Sindone scolpita in oro, bronzo, vetro e gesso che suggeriscono nuove forme e diversi disegni». esposta nella Chiesa dell’Annunciazione a Milano. 20 n. 8/2008
ARTE SACRA CONTEMPORANEA BRUNO LANDI CRISTO SI E’ FERMATO A CUASSO D opo innumerevoli tornanti eccomi finalmente suggestione emotiva anche sulle tematiche religiose; come lassù, a Cuasso al Monte, a pochi chilometri da ben dimostrato nella grande tela dell’Ultima Cena esposta Varese. E’ lì che il volto di Cristo s’incarna in in una sua personale al Museo Nazionale di Villa Pisani una nuova visione artistica che non ha precedenti poiché a Strà (Venezia). In essa colpisce l’impatto coeso, su toni chi Lo dipinge ha raggiunto la maturità di uno stilema pallidi come cieli prima degli uragani, delle figure chiuse e di un cromatismo pittorico assolutamente originale. in un abbraccio attorno a Gesù con le mani tese verso il «La figura di Cristo mi ha sempre affascinato perché è un Salvatore, e tra esse quella che porge la corona di spine, uomo che ha sfidato un impero per rompere le logiche di metafora della Passione. «Lascio perdere l’aspetto divino quel tempo e portare la parola di Dio a tutti» esordisce di Cristo per concentrarmi sulla sua umanità eroica, sul- Bruno Landi dalla sua abitazione in cui in ogni stanza l’accettazione del sacrificio, della sofferenza e del dolore si respira odore di fresca pittura ad olio. Sul camino una universale» aggiunge Bruno mentre guarda Ecce Homo sua giocosa riproduzione di Modigliani rammenta le trac- che ha gli occhi socchiusi in un palpito di sgomento, di ce percorse nella sua evoluzione artistica. Ora i colli alla tristezza per l’umana incomprensione, ma dietro il suo Modì sono lontani... Ora l’unicità della sua cifra artistica capo si staglia un fondale dorato di luce trionfale. fatta di figure stilizzate, dai volti simili eppur diversi, gra- vidi di umana espressività, non ha più bisogno di emula- BRUNO LANDI - sopra: Ultima Cena (1999, olio su tela, cm 150 x 200). zioni. Ora la genesi della sua arte è in fondo al cuore, tra - nell’altra pagina: Ecce Homo (2008, olio su cartone, cm 65 x 45). le sue mani capaci di esprimersi con maestria stilistica e 22 n. 8/2008
ARTE SACRA CONTEMPORANEA BRUNO LANDI
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