Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore

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Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore
Cremona, 22 febbraio 2019

Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive
                   del settore

Politiche Clima-Energia al 2030: quale ruolo per le
                imprese agricole ?

    Donato Rotundo
    Area Sviluppo Sostenibile e Innovazione
Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore
Fer 1              Legge di bilancio

                                                 DM biometano

Fer 2
                Obiettivi al 2020

                                                   Piano energia
 Strategia                                             clima
energetica      Obiettivi al 2030
nazionale

        Obiettivi al 2050              Un pianeta pulito per tutti
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Il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha
pubblicato nell'ottobre 2018 la relazione speciale sull'impatto di un aumento
      del riscaldamento globale di 1,5 ºC rispetto ai livelli preindustriali
                                 Ottobre 2018

Nel 2017 le catastrofi legate alle condizioni meteorologiche hanno causato
        danni economici per la cifra record di 283 miliardi di euro
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IL CONTESTO DI RIFERIMENTO
A livello internazionale:
     • Accordo di Parigi (COP 24 katovice);
     • Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile al 2030.
A livello UE strategie per:
     • L’Economia circolare
    • Clima Energia 2030 (ESR, LULUCF, RED II)
     • l’Aria Pulita
     • La Bioeconomia
     • La plastica
     • La Pac post 2020
A livello nazionale strategie per :
    – Adattamento al Cambiamento climatico;
    – Strategia nazionale per la Bioeconomia;
    – Strategia per lo Sviluppo Sostenibile;
    – Strategia energetica nazionale 2017
    – Piano energia clima (inviato a Bruxelles )
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Il nuovo Rapporto IPCC: “Global
                         warming of 1.5°C
    Ridurre le emissioni non è sufficiente: necessario sottrarre CO2
                            dall’atmosfera
    Il Rapporto elenca una serie di interventi di adattamento e
    attenuazione del settore agricolo che giocheranno un ruolo cruciale:
                                                             Food
•   Attenzione alla produzione e alla qualità del cibo;
•   Agricoltura conservativa (CA);                Feed                 Fuel
•   Migliore gestione del bestiame;
•   Intensificazione sostenibile;
•   Aumento dell’efficienza dell’irrigazione;          Fun          Fiber
•   Agroforestazione;
•   Gestione delle perdite e dei rifiuti alimentari;
•   Bioenergie;
•   Nuove tecnologie molecolari.
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Le politiche UE per il Clima e l’energia

Il quadro per il clima e l’energia fissa tre obiettivi, a livello UE, da
conseguire entro il 2030

riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto
serra rispetto ai livelli del 1990 (-33% rispetto al 2005 per i
settori non ETS, in Italia)

32% di energia rinnovabile sugli usi finali - vincolante

un miglioramento di almeno il 32,5 % dell'efficienza
energetica
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Strategia clima-energia al 2030: L’agricoltura tra
                          opportunità e vincoli

                               ESR (Effort Sharing Regulation)
    (Regolamento sulle riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas a
       effetto serra a carico degli stati membri nel periodo 2021-2030)
                  flessibilità LULUCF 11.5 Mt di CO2eq per l’Italia

                LULUCF (Land-Use, Land-Use Change and Forestry)
     (regolamento per l’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di
    gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso
     del suolo, e dalla silvicoltura nel quadro 2030 per il clima e l’energia)
                                            “no-debit” rule
NelConsiderando             n.mercato
     favorire lo sviluppo del   3 REDdell'energia
                                           II “…….come          pure nel
                                                     da fonti rinnovabili,    crearetener
                                                                           è necessario  numerosi
                                                                                               conto    posti
                              RED    II (Renewable           Energy       Directive)
dell'impatto positivo sullo sviluppo a livello regionale e locale, sulle prospettive di esportazione, sulla
   di lavoro
coesione   sociale eesulla
                      sviluppo
                           creazioneregionale,        specialmente
                                     di posti di lavoro, in particolare     nelle riguarda
                                                                        per quanto   zone   rurali
                                                                                             le PMI e ed
                                                                                                      i
             (Direttiva      sulla promozione          delle    energie     da fonti    rinnovabili)
   isolate,
produttori       nelle regioni
            indipendenti   di energia,otra
                                         nei   territori
                                           cui gli           a bassa
                                                   autoconsumatori        densità
                                                                      di energia      demografica
                                                                                 rinnovabile             o
                                                                                              e le comunità
produttrici/consumatrici di energia rinnovabile
   soggetti a parziale deindustrializzazione”
Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore
Un pianeta pulito per tutti
 Visione strategica europea a lungo termine per un'economia
 prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra
 COM(2018) 773 final: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al
 Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al
 Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti

L'UE e l'accordo di Parigi sul clima: bilancio dei progressi
compiuti presentato alla conferenza delle parti (COP) di
Katowice
COM(2018) 716 final: Relazione della Commissione al Parlamento Europeo e al
Consiglio

Una bioeconomia sostenibile per l’Europa: rafforzare la
connessione tra economia, società e l'ambiente

Strategia di bioeconomia aggiornata – ottobre 2018
Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore
Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera,
  moderna, competitiva e climaticamente neutra

La strategia avvia un dibattito riguardo a come l'Europa dovrebbe prepararsi
in una prospettiva temporale al 2050, in previsione della strategia europea a
lungo termine da presentare il 2020 alla convenzione quadro delle Nazioni
Unite sui cambiamenti climatici.

Politiche ed obiettivi
la riforma del sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell'UE,
gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra,
la legislazione intesa a preservare i terreni e le foreste dell'UE che assorbono
CO2,
gli obiettivi concordati in materia di efficienza energetica ed energia da fonti
rinnovabili per il 2030,
la normativa proposta per migliorare l'efficienza in termini di CO2 delle
automobili e dei camion.

Le proiezioni indicano che grazie a tali politiche e obiettivi entro il 2030 le
emissioni di gas a effetto serra diminuiranno di circa il 45 % ed entro il 2050
di circa il 60 %: sono tuttavia percentuali insufficienti a far sì che l'Unione
contribuisca agli obiettivi di contenimento della temperatura a lungo termine
concordati a Parigi.
Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore
Otto scenari che si basano su politiche positive quali l’ uso delle
            energie rinnovabili e l'efficienza energetica

   Cinque di essi applicano, con diversi livelli d'intensità, tecnologie
   e azioni che promuovono il passaggio a un'economia a zero
   emissioni nette di gas a effetto serra: elettrificazione, uso
   dell'idrogeno e degli elettrocarburanti (energia elettrica
   trasformata in carburante - Power-to-X), efficienza energetica degli
   utenti finali e ruolo di un'economia circolare,

Tutti questi percorsi sono caratterizzati dall'aumento del consumo di
                           energia elettrica

   un aumento di circa il 150 % della produzione elettrica nel 2050

In questi cinque scenari entro il 2050 le emissioni di gas a effetto
serra si riducono di una percentuale appena al di sopra dell'80 %
rispetto ai livelli del 1990, escludendo le attività legate all'uso del
suolo e alla silvicoltura;
Nello scenario che combina le cinque opzioni, ma a un basso livello
d'intensità e considerando anche le attività legate all'uso del suolo e
alla silvicoltura che assorbono più CO2 di quanto ne emettono, la
riduzione netta di emissioni sarà intorno al 90 %, senza tuttavia
arrivare alla neutralità entro il 2050.

L'agricoltura, insieme alla silvicoltura, ha anche la particolarità di
poter eliminare la CO2 dall'atmosfera. A questi due settori sono oggi
imputabili assorbimenti annui significativi che, pur ammontando a
una quantità netta nell'UE di circa 300 milioni di tonnellate di CO2,
non sono sufficienti a compensare le emissioni residue senza
ulteriori misure per rafforzare la funzione del suolo.

Occorre pertanto studiare più a fondo come ottenere maggiori
emissioni negative con la biomassa: utilizzandola in modo sostenibile
valorizzando nel contempo il nostro pozzo d'assorbimento naturale,
oppure combinandola con la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
Un'economia a zero emissioni nette richiederà quantità sempre maggiori di
biomassa rispetto al consumo attuale. Aumento del consumo di bioenergia di
circa l'80 % entro il 2050 rispetto a oggi.
Il trattamento del letame in digestori anaerobici ridurrebbe le emissioni di gas
diversi dalla CO2 e produrrebbe biogas.

Gli stock di carbonio nei suoli agricoli possono essere aumentati non
lavorando i terreni oppure attraverso l'uso di colture di copertura che ne
riducono alterazioni ed erosione.
La produzione agricola non cesserà di rilasciare emissioni di gas a effetto serra diversi
dalla CO2, che potranno però essere ridotte entro il 2050 grazie a metodi di produzione
efficienti e sostenibili in cui l'innovazione svolgerà un ruolo sempre più determinante.
La digitalizzazione e le tecnologie intelligenti costituiscono la base dell'agricoltura di
precisione e dell'ottimizzazione dell'applicazione dei fertilizzanti e dei prodotti
fitosanitari in questo tipo di agricoltura. Esistono ancora differenze significative per
quanto riguarda la produttività degli allevamenti di bovini nell'UE, rendendo così
possibili continui miglioramenti.

Il settimo scenario si basa su una tecnologia a emissioni negative sotto forma
di bioenergia combinata con la cattura e lo stoccaggio del carbonio per
controbilanciare le emissioni residue.
L'ottavo scenario poggia su quello precedente, ma valuta l'impatto di
un'economia altamente circolare e i potenziali benefici derivanti dal
cambiamento delle scelte dei consumatori a favore di beni e servizi a minore
intensità di carbonio; esamina inoltre in che modo e misura potenziare l'uso
del suolo come pozzo di assorbimento per ridurre il fabbisogno di tecnologie
a emissioni negative.
Un pianeta pulito per tutti Visione strategica europea a lungo termine per
un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra
Una bioeconomia sostenibile per l’Europa:
1. Espandere e rafforzare i biosettori:
•creare una piattaforma di investimento tematica dedicata alla bioeconomia circolare con
una dotazione di 100 milioni di €, che permetta di avvicinare le bioinnovazioni al mercato e
di ridurre il rischio per i privati che investono in soluzioni sostenibili;
•agevolare lo sviluppo di bioraffinerie sostenibili in tutta Europa.

2. Introdurre rapidamente le bioeconomie in tutta Europa:
•programma strategico per l’introduzione di sistemi alimentari e agricoli, silvicoltura e
bioprodotti sostenibili;
•meccanismo di sostegno dell’UE alle politiche in materia di bioeconomia affinché gli Stati
membri possano, nell’ambito di Orizzonte 2020, dotarsi di programmi nazionali e regionali in
questo settore;
•azioni pilota per lo sviluppo delle bioeconomie nelle zone rurali, costiere e urbane, ad
esempio per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e le pratiche agricole che consentono il
sequestro del carbonio.

3. Proteggere l’ecosistema e comprendere i limiti ecologici della bioeconomia:
•sistema di monitoraggio a livello dell’Unione per seguire i progressi compiuti verso una
bioeconomia circolare e sostenibile;
•conoscenze relative a specifici settori della bioeconomia e migliorarne la comprensione
attraverso la raccolta di dati;
•fornire orientamenti e promuovere buone pratiche per operare nell’ambito della
bioeconomia entro limiti ecologici sicuri.
rifiuti potrebbero contribuire a quasi 100 Mtep con un miglioramento nel settore industriale
                                  e raccolta dei rifiuti urbani

Il settore forestale fornisce da 60 a 65 Mtep di legno per energia (più della metà da residui)

                   colture alimentari molto marginali nell'UE entro il 2050
        residui di agricoltura sono usati per il produzione di biogas o biomassa solida.
Le colture energetiche fornirebbero il resto di fabbisogno di biomassa (da 38 a 108 Mtep)
Priorità d’azione della SEN 2017
1. Lo sviluppo delle rinnovabili
2. L'efficienza energetica
3. Sicurezza Energetica
4. Competitività dei Mercati Energetici
5. L’accelerazione nella decarbonizzazione del sistema: il phase out dal
    carbone
6. Tecnologia, Ricerca e Innovazione

Per quanto attiene lo sviluppo delle rinnovabili la strategia valuta
ambizioso, ma perseguibile, un obiettivo del 28% di rinnovabili sui
consumi complessivi al 2030, che declina come di seguito indicato:

•rinnovabili elettriche al 55% al 2030 rispetto al 33,5% del 2015;
•rinnovabili termiche al 30% al 2030 rispetto al 19,2% del 2015;
•rinnovabili trasporti al 21% al 2030 rispetto al 6,4% del 2015.
SEN2017: Impianti di piccola taglia (1/2)

  Per i piccoli impianti, la frammentazione tariffaria ha avuto come conseguenza uno
    scarso stimolo alla riduzione dei costi e ha dato luogo a volte a comportamenti
   inefficienti, basati sulla ricerca della miglior tariffa anche a scapito dell’efficienza
                                         complessiva.

    Nel breve-medio periodo, fino al 2020, saranno comunque mantenuti i
  meccanismi di registro già previsti fino ad oggi, ma con parziali correttivi per
 ridurre i predetti fenomeni; sarà, in particolare, necessario prevedere strumenti
  che stimolino comportamenti competitivi, utili a misurarsi sul piano della
                                riduzione dei costi.

 Nel medio-lungo periodo (2020-2030), forme di incentivazione diretta per i
   piccoli impianti, analoghe a quelle utilizzate sinora, dovranno divenire
  gradualmente residuali. Per tali impianti si ricorrerà, in via preferenziale, alla
    promozione e abilitazione dell'autoconsumo. Quello dell’inserimento delle
tecnologie rinnovabili in configurazioni di autoconsumo, anche complesse come i
      sistemi di distribuzione chiusi e le comunità dell’energia di cui si sta
   discutendo nell’ambito del nuovo pacchetto UE, è un tema centrale nel
                        disegno del nuovo sistema elettrico.
Impianti di piccola)taglia (2/2)

In particolare per il settore delle bioenergie, caratterizzato da costi di
generazione elevati e connessi ai prezzi delle materie prime, nuove forme di
incentivazione tariffaria dovranno essere tendenzialmente limitate solo per gli
impianti di piccolissima taglia (in Germania, ad esempio, incentivi significativi
sono limitati agli impianti fino a 70kW) incentivando solo le bioenergie da
scarti e residui e, eventualmente, da prodotti di secondo raccolto, idonei alla
integrazione con la dimensione tipica dell’azienda agricola del nostro Paese, in
assetti che premino l'efficacia e l'efficienza e che, comunque, rispettino il
principio della “cascata”1. Andrà in ogni caso valutato l’impatto sulla qualità
dell’aria con un costante monitoraggio delle realizzazioni. Anche in questo caso,
il sostegno alla produzione di biometano per i trasporti costituisce una valida
alternativa, come precisato nel paragrafo successivo.

1 Si tratta di una strategia, più volte richiamata dalla Commissione Europea (si
veda, ad esempio, Comunicazione COM (2014) 14 del 22.01.2014), per utilizzare
la biomassa, e i prodotti con essa realizzati, in step cronologicamente
sequenziali, il più a lungo e il più efficientemente possibile e sfruttarne il
potenziale energetico tramite combustione solo alla fine del loro ciclo di vita.
Emissioni
Si prevede che il contributo delle rinnovabili al soddisfacimento dei consumi finali lordi totali al 2030
(30%) sia così differenziato tra i diversi settori:
- 55,4% di quota rinnovabili nel settore elettrico;
- 33% di quota rinnovabili nel settore termico (usi per riscaldamento e raffrescamento);
- 21,6% per quanto riguarda l’incorporazione di rinnovabili nei trasporti (calcolato con i criteri di
contabilizzazione dell’obbligo previsti dalla RED II).
Contributo alla crescita delle rinnovabili nel settore elettrico
    Il maggiore contributo alla crescita delle rinnovabili deriva proprio dal settore elettrico, che al
    2030 raggiunge i 16 Mtep di generazione da FER, pari a 187 TWh.

    La forte penetrazione di tecnologie di produzione elettrica rinnovabile, principalmente
    fotovoltaico ed eolico, permette al settore di coprire il 55,4% dei consumi finali elettrici lordi con
    energia rinnovabile, contro il 34,1% del 2017.

    Riduzione del consumo di territorio, per indirizzare la diffusione della significativa capacità
    incrementale di fotovoltaico prevista per il 2030, promuovendone l’installazione innanzitutto su
    edificato, tettoie, parcheggi, aree di servizio, ecc. Rimane tuttavia importante per il
    raggiungimento degli obiettivi al 2030 la diffusione anche di grandi impianti fotovoltaici a terra,
    privilegiando però zone improduttive, non destinate ad altri usi, quali le superfici agricole non
    utilizzate.

    Per il raggiungimento degli obiettivi rinnovabili al 2030 sarà necessario non solo stimolare nuova
    produzione, ma anche preservare quella esistente e anzi, laddove possibile, incrementarla
    promuovendo il revamping e repowering di impianti. In particolare, l’opportunità di favorire
    investimenti di revamping e repowering dell’eolico esistente con macchine più evolute ed
    efficienti, sfruttando la buona ventosità di siti già conosciuti e utilizzati, consentirà anche di
    limitare l'impatto sul consumo del suolo.

•   Crescita contenuta della potenza aggiuntiva geotermica e idroelettrica

•   Leggera flessione delle bioenergie, al netto dei bioliquidi per i quali è invece attesa una graduale
    fuoriuscita fino a fine incentivo.

•   Nel caso del grande idroelettrico occorrerà preservare e incrementare la produzione.
Compromesso 1° generazione
                            OBBLIGHI ED OBIETTIVI AL 2030
                                                                                        Sviluppo biocarburanti
                                                                                               avanzati

           un limite inferiore
           È possibile fissare
                                        Max
                                        2030             da colture amidacee, zuccherine e
                                                         oleaginose e da colture coltivate su
                                        7% superfici agricole come colture principali
                                        Possibilità + 1%    soprattutto a fini energetici.
                                                             Criteri di sostenibilità   e riduzione
                                                                                             emissioniemissioni    dal
                                         rispetto 2020   verifica sostenibilità e riduzione             pari o superiore
                                                                          65%di 2021
                                                             a 2 MW nel caso            all’80%
                                                                                  combustibili     2026
                                                                                               gassosi da biomassa

       14%                              3,5 %             Materie Allegato IX, A X 2
Obbligo per i fornitori
                                           0,2% nel 2022, 1% nel 2025
      Entro 2023 proposta

       rivederlo al rialzo
       legislativa tesa a

                                                            Materie Allegato IX B X 2

                                        3,5 %               Veicoli stradali elettrici X 4

                                                                  Trasporto ferroviario
                                                                    elettrificato X 1,5
Contributo ad obiettivo Rinnovabili Trasporti per fonte
                   (Contributo %)
Il biometano nella RED II tra limiti e opportunità: sostenibilità (colture intercalari,
  colture non alimentari, ecc. residui e sottoprodotti, annex IX),

22) "biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa a basso rischio di cambiamento indiretto di
destinazione dei terreni": biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa le cui materie prime
sono state prodotte nell'ambito di sistemi che evitano gli effetti di spostamento dei biocarburanti,
dei bioliquidi e dei combustibili da biomassa ottenuti da colture alimentari e foraggere mediante il
miglioramento delle pratiche agricole e la coltivazione in aree che non erano precedentemente
utilizzate a tal fine, e che sono stati prodotti conformemente ai criteri di sostenibilità per i
biocarburanti, i bioliquidi e i combustibili da biomassa di cui all'articolo 26;

   18) "materie cellulosiche di origine non alimentare": materie prime composte principalmente da
   cellulosa ed emicellulosa e aventi un tenore di lignina inferiore a quello delle materie ligno-
   cellulosiche. Comprendono residui di colture alimentari e foraggere, quali paglia, steli di
   granturco, pule e gusci, colture energetiche erbacee a basso tenore di amido, quali loglio, panico
   verga, miscanthus, canna comune, colture di copertura precedenti le colture principali e ad esse
   successive, colture miste di leguminose e graminacee, residui industriali, anche residui di colture
   alimentari e foraggere dopo che sono stati estratti gli olii vegetali, gli zuccheri, gli amidi e le
   proteine e materie derivate dai rifiuti organici. Per colture miste di leguminose e graminacee e
   colture di copertura si intendono pascoli temporanei, costituiti da un'associazione mista di
   graminacee e leguminose a basso tenore di amido, che sono coltivati a turno breve per
   produrre foraggio per il bestiame e migliorare la fertilità del suolo al fine di ottenere rese
   superiori dalle colture principali;

  31) "colture alimentari e foraggere": colture amidacee, zuccherine e oleaginose prodotte su terreni
  agricoli come coltura principale, esclusi residui, rifiuti o materie ligno-cellulosiche, escluse le
  colture intermedie come le colture intercalari e le colture di copertura a condizione che tali
  colture intermedie non generino una domanda di terreni supplementari;
Alla Commissione conferito potere adozione atti delegati per
modificare elenco materie prime riportato nelle parti A e B dell'all.
  IX al fine di aggiungere materie prime ma non di cancellarne

   Analisi potenziale materie prime per produzione biocarburanti tenendo conto di

a) i principi dell'economia circolare e della gerarchia dei rifiuti stabiliti
nella direttiva 2008/98/CE;
b) i criteri di sostenibilità dell'Unione di cui all'articolo 26;
c) l'esigenza di evitare significativi effetti di distorsione sui mercati dei
(sotto)prodotti, dei rifiuti o dei residui;
d) Potenziale conseguimento di una significativa riduzione delle
emissioni di gas a effetto serra rispetto ai combustibili fossili sulla base
della valutazione del ciclo di vita delle emissioni;
e) l'esigenza di evitare ripercussioni negative sull'ambiente e sulla
biodiversità;
f) l'esigenza di evitare che si crei un'ulteriore domanda di terreni.
Evoluzione biomasse ammissibili produzione elettrica
Tabella 3 (art. 2, comma 145, Finanziaria 2008, DM 18.12.08)
Tariffa omnicomprensiva 280 – Max 1 MW
Nessun vincolo

Dm 6 luglio 2012
Tariffa sottoprodotti 236 + premi – Max 300 Kw
Sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1-A   Decreto digestato
Max 30% prodotti di origine biologica                        Max 30% colture
DM 23 giugno 2016
Tariffa sottoprodotti 233 + premi – Max 300 Kw
Sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1-A
Max 30% Colture non alimentari tabella 1b + sottoprodotti

Legge n. 145/18
Tariffa sottoprodotti 233 – Max 300 Kw
Reflui, materie, secondi raccolti
Azioni in corso
• incentivazione impianti a biogas fino a 300 KW nel
  settore zootecnico (art. 1, commi 954 -957, legge di
  bilancio);
• decreto FER 2 (incentivazione della produzione
  elettrica da biogas e biomasse fino al 2020);
• impianti a biogas che si avviano verso la conclusione
  del periodo di incentivazione della produzione
  elettrica;
• semplificazioni settore biogas;
• decreto biometano (Riconversioni parziali a
  biometano, Convenzioni GSE – produttore
  biometano per rilascio incentivo);
Impianti a biogas che si avviano verso la conclusione del periodo di
incentivazione della produzione elettrica

Per quanto riguarda gli impianti a biogas che si avviano alla conclusione
del periodo di incentivazione della produzione elettrica (le prime scadenze
si avranno già nel 2020), occorre definire una proposta che consenta il
proseguimento del sistema incentivante con nuove regole che siano in
grado di valorizzare la programmabilità dell’immissione in rete dell’energia
prodotta da biogas, contribuendo all’equilibrato sviluppo delle rinnovabili.
In tale quadro occorre superare l’attuale divieto di accesso a nuovi
strumenti di incentivazione della produzione elettrica previsto dallo
spalmaincentivi volontario (misura che prevedeva una riduzione
dell’incentivo a fronte), in relazione al non adesione di tali impianti nel
2014.

Semplificazioni settore biogas

Nella discussione sul Decreto semplificazioni saranno seguite le due
proposte di modifica presentate da Confagricoltura relativamente alle reti
impresa (per favorire il rispetto della prevalenza da parte dei retisti) e la
rimozione del vincolo dello spalmaincentivi volontario.
Decreto biometano
Per quanto riguarda l’attuazione del decreto biometano, permane la forte
difficoltà da parte degli impianti a biogas esistenti, a procedere alla
riconversione parziale a biometano in quanto il MATTM chiede che anche
la quota di biogas che continua ad essere utilizzata per la produzione
elettrica, venga prodotta con le sole biomasse consentite per la
produzione di biometano (sottoprodotti e colture non alimentari in
secondo raccolto). Le difficoltà sono legate al fatto che la maggior parte
degli impianti interessati alle riconversioni oggi utilizzano mais o
comunque primi raccolti. Le diverse iniziative per risolvere la questione già
avviate con il Mattm ed il Mipaaft, da parte di Confagricoltura e del CIB,
nonchè in modo congiunto anche con Snam, non hanno prodotto ancora il
risultato auspicato. Pertanto occorre intervenire nuovamente per
raggiungere il risultato atteso (da valutare anche la presentazione di uno
specifico emendamento). Sarebbe auspicabile chiudere la vicenda prima
di BiogasItaly.

Sempre sul decreto biometano occorre procedere ad una analisi degli
schemi dei contratti pubblicati di recente dal GSE, che potranno essere
sottoscritti dai produttori per il riconoscimento dell’incentivo per il
biometano avanzato e per la fornitura del biometano.
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