Cremona, 22 febbraio 2019 - Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore
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Cremona, 22 febbraio 2019 Agroenergie, oltre il biogas: attese e prospettive del settore Politiche Clima-Energia al 2030: quale ruolo per le imprese agricole ? Donato Rotundo Area Sviluppo Sostenibile e Innovazione
Fer 1 Legge di bilancio DM biometano Fer 2 Obiettivi al 2020 Piano energia Strategia clima energetica Obiettivi al 2030 nazionale Obiettivi al 2050 Un pianeta pulito per tutti
Il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha pubblicato nell'ottobre 2018 la relazione speciale sull'impatto di un aumento del riscaldamento globale di 1,5 ºC rispetto ai livelli preindustriali Ottobre 2018 Nel 2017 le catastrofi legate alle condizioni meteorologiche hanno causato danni economici per la cifra record di 283 miliardi di euro
IL CONTESTO DI RIFERIMENTO A livello internazionale: • Accordo di Parigi (COP 24 katovice); • Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile al 2030. A livello UE strategie per: • L’Economia circolare • Clima Energia 2030 (ESR, LULUCF, RED II) • l’Aria Pulita • La Bioeconomia • La plastica • La Pac post 2020 A livello nazionale strategie per : – Adattamento al Cambiamento climatico; – Strategia nazionale per la Bioeconomia; – Strategia per lo Sviluppo Sostenibile; – Strategia energetica nazionale 2017 – Piano energia clima (inviato a Bruxelles )
Il nuovo Rapporto IPCC: “Global warming of 1.5°C Ridurre le emissioni non è sufficiente: necessario sottrarre CO2 dall’atmosfera Il Rapporto elenca una serie di interventi di adattamento e attenuazione del settore agricolo che giocheranno un ruolo cruciale: Food • Attenzione alla produzione e alla qualità del cibo; • Agricoltura conservativa (CA); Feed Fuel • Migliore gestione del bestiame; • Intensificazione sostenibile; • Aumento dell’efficienza dell’irrigazione; Fun Fiber • Agroforestazione; • Gestione delle perdite e dei rifiuti alimentari; • Bioenergie; • Nuove tecnologie molecolari.
Le politiche UE per il Clima e l’energia Il quadro per il clima e l’energia fissa tre obiettivi, a livello UE, da conseguire entro il 2030 riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990 (-33% rispetto al 2005 per i settori non ETS, in Italia) 32% di energia rinnovabile sugli usi finali - vincolante un miglioramento di almeno il 32,5 % dell'efficienza energetica
Strategia clima-energia al 2030: L’agricoltura tra opportunità e vincoli ESR (Effort Sharing Regulation) (Regolamento sulle riduzioni annuali vincolanti delle emissioni di gas a effetto serra a carico degli stati membri nel periodo 2021-2030) flessibilità LULUCF 11.5 Mt di CO2eq per l’Italia LULUCF (Land-Use, Land-Use Change and Forestry) (regolamento per l’inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo, e dalla silvicoltura nel quadro 2030 per il clima e l’energia) “no-debit” rule NelConsiderando n.mercato favorire lo sviluppo del 3 REDdell'energia II “…….come pure nel da fonti rinnovabili, crearetener è necessario numerosi conto posti RED II (Renewable Energy Directive) dell'impatto positivo sullo sviluppo a livello regionale e locale, sulle prospettive di esportazione, sulla di lavoro coesione sociale eesulla sviluppo creazioneregionale, specialmente di posti di lavoro, in particolare nelle riguarda per quanto zone rurali le PMI e ed i (Direttiva sulla promozione delle energie da fonti rinnovabili) isolate, produttori nelle regioni indipendenti di energia,otra nei territori cui gli a bassa autoconsumatori densità di energia demografica rinnovabile o e le comunità produttrici/consumatrici di energia rinnovabile soggetti a parziale deindustrializzazione”
Un pianeta pulito per tutti Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra COM(2018) 773 final: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti L'UE e l'accordo di Parigi sul clima: bilancio dei progressi compiuti presentato alla conferenza delle parti (COP) di Katowice COM(2018) 716 final: Relazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio Una bioeconomia sostenibile per l’Europa: rafforzare la connessione tra economia, società e l'ambiente Strategia di bioeconomia aggiornata – ottobre 2018
Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra La strategia avvia un dibattito riguardo a come l'Europa dovrebbe prepararsi in una prospettiva temporale al 2050, in previsione della strategia europea a lungo termine da presentare il 2020 alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Politiche ed obiettivi la riforma del sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell'UE, gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, la legislazione intesa a preservare i terreni e le foreste dell'UE che assorbono CO2, gli obiettivi concordati in materia di efficienza energetica ed energia da fonti rinnovabili per il 2030, la normativa proposta per migliorare l'efficienza in termini di CO2 delle automobili e dei camion. Le proiezioni indicano che grazie a tali politiche e obiettivi entro il 2030 le emissioni di gas a effetto serra diminuiranno di circa il 45 % ed entro il 2050 di circa il 60 %: sono tuttavia percentuali insufficienti a far sì che l'Unione contribuisca agli obiettivi di contenimento della temperatura a lungo termine concordati a Parigi.
Otto scenari che si basano su politiche positive quali l’ uso delle energie rinnovabili e l'efficienza energetica Cinque di essi applicano, con diversi livelli d'intensità, tecnologie e azioni che promuovono il passaggio a un'economia a zero emissioni nette di gas a effetto serra: elettrificazione, uso dell'idrogeno e degli elettrocarburanti (energia elettrica trasformata in carburante - Power-to-X), efficienza energetica degli utenti finali e ruolo di un'economia circolare, Tutti questi percorsi sono caratterizzati dall'aumento del consumo di energia elettrica un aumento di circa il 150 % della produzione elettrica nel 2050 In questi cinque scenari entro il 2050 le emissioni di gas a effetto serra si riducono di una percentuale appena al di sopra dell'80 % rispetto ai livelli del 1990, escludendo le attività legate all'uso del suolo e alla silvicoltura;
Nello scenario che combina le cinque opzioni, ma a un basso livello d'intensità e considerando anche le attività legate all'uso del suolo e alla silvicoltura che assorbono più CO2 di quanto ne emettono, la riduzione netta di emissioni sarà intorno al 90 %, senza tuttavia arrivare alla neutralità entro il 2050. L'agricoltura, insieme alla silvicoltura, ha anche la particolarità di poter eliminare la CO2 dall'atmosfera. A questi due settori sono oggi imputabili assorbimenti annui significativi che, pur ammontando a una quantità netta nell'UE di circa 300 milioni di tonnellate di CO2, non sono sufficienti a compensare le emissioni residue senza ulteriori misure per rafforzare la funzione del suolo. Occorre pertanto studiare più a fondo come ottenere maggiori emissioni negative con la biomassa: utilizzandola in modo sostenibile valorizzando nel contempo il nostro pozzo d'assorbimento naturale, oppure combinandola con la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
Un'economia a zero emissioni nette richiederà quantità sempre maggiori di biomassa rispetto al consumo attuale. Aumento del consumo di bioenergia di circa l'80 % entro il 2050 rispetto a oggi. Il trattamento del letame in digestori anaerobici ridurrebbe le emissioni di gas diversi dalla CO2 e produrrebbe biogas. Gli stock di carbonio nei suoli agricoli possono essere aumentati non lavorando i terreni oppure attraverso l'uso di colture di copertura che ne riducono alterazioni ed erosione. La produzione agricola non cesserà di rilasciare emissioni di gas a effetto serra diversi dalla CO2, che potranno però essere ridotte entro il 2050 grazie a metodi di produzione efficienti e sostenibili in cui l'innovazione svolgerà un ruolo sempre più determinante. La digitalizzazione e le tecnologie intelligenti costituiscono la base dell'agricoltura di precisione e dell'ottimizzazione dell'applicazione dei fertilizzanti e dei prodotti fitosanitari in questo tipo di agricoltura. Esistono ancora differenze significative per quanto riguarda la produttività degli allevamenti di bovini nell'UE, rendendo così possibili continui miglioramenti. Il settimo scenario si basa su una tecnologia a emissioni negative sotto forma di bioenergia combinata con la cattura e lo stoccaggio del carbonio per controbilanciare le emissioni residue. L'ottavo scenario poggia su quello precedente, ma valuta l'impatto di un'economia altamente circolare e i potenziali benefici derivanti dal cambiamento delle scelte dei consumatori a favore di beni e servizi a minore intensità di carbonio; esamina inoltre in che modo e misura potenziare l'uso del suolo come pozzo di assorbimento per ridurre il fabbisogno di tecnologie a emissioni negative.
Un pianeta pulito per tutti Visione strategica europea a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra
Una bioeconomia sostenibile per l’Europa: 1. Espandere e rafforzare i biosettori: •creare una piattaforma di investimento tematica dedicata alla bioeconomia circolare con una dotazione di 100 milioni di €, che permetta di avvicinare le bioinnovazioni al mercato e di ridurre il rischio per i privati che investono in soluzioni sostenibili; •agevolare lo sviluppo di bioraffinerie sostenibili in tutta Europa. 2. Introdurre rapidamente le bioeconomie in tutta Europa: •programma strategico per l’introduzione di sistemi alimentari e agricoli, silvicoltura e bioprodotti sostenibili; •meccanismo di sostegno dell’UE alle politiche in materia di bioeconomia affinché gli Stati membri possano, nell’ambito di Orizzonte 2020, dotarsi di programmi nazionali e regionali in questo settore; •azioni pilota per lo sviluppo delle bioeconomie nelle zone rurali, costiere e urbane, ad esempio per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e le pratiche agricole che consentono il sequestro del carbonio. 3. Proteggere l’ecosistema e comprendere i limiti ecologici della bioeconomia: •sistema di monitoraggio a livello dell’Unione per seguire i progressi compiuti verso una bioeconomia circolare e sostenibile; •conoscenze relative a specifici settori della bioeconomia e migliorarne la comprensione attraverso la raccolta di dati; •fornire orientamenti e promuovere buone pratiche per operare nell’ambito della bioeconomia entro limiti ecologici sicuri.
rifiuti potrebbero contribuire a quasi 100 Mtep con un miglioramento nel settore industriale e raccolta dei rifiuti urbani Il settore forestale fornisce da 60 a 65 Mtep di legno per energia (più della metà da residui) colture alimentari molto marginali nell'UE entro il 2050 residui di agricoltura sono usati per il produzione di biogas o biomassa solida. Le colture energetiche fornirebbero il resto di fabbisogno di biomassa (da 38 a 108 Mtep)
Priorità d’azione della SEN 2017 1. Lo sviluppo delle rinnovabili 2. L'efficienza energetica 3. Sicurezza Energetica 4. Competitività dei Mercati Energetici 5. L’accelerazione nella decarbonizzazione del sistema: il phase out dal carbone 6. Tecnologia, Ricerca e Innovazione Per quanto attiene lo sviluppo delle rinnovabili la strategia valuta ambizioso, ma perseguibile, un obiettivo del 28% di rinnovabili sui consumi complessivi al 2030, che declina come di seguito indicato: •rinnovabili elettriche al 55% al 2030 rispetto al 33,5% del 2015; •rinnovabili termiche al 30% al 2030 rispetto al 19,2% del 2015; •rinnovabili trasporti al 21% al 2030 rispetto al 6,4% del 2015.
SEN2017: Impianti di piccola taglia (1/2) Per i piccoli impianti, la frammentazione tariffaria ha avuto come conseguenza uno scarso stimolo alla riduzione dei costi e ha dato luogo a volte a comportamenti inefficienti, basati sulla ricerca della miglior tariffa anche a scapito dell’efficienza complessiva. Nel breve-medio periodo, fino al 2020, saranno comunque mantenuti i meccanismi di registro già previsti fino ad oggi, ma con parziali correttivi per ridurre i predetti fenomeni; sarà, in particolare, necessario prevedere strumenti che stimolino comportamenti competitivi, utili a misurarsi sul piano della riduzione dei costi. Nel medio-lungo periodo (2020-2030), forme di incentivazione diretta per i piccoli impianti, analoghe a quelle utilizzate sinora, dovranno divenire gradualmente residuali. Per tali impianti si ricorrerà, in via preferenziale, alla promozione e abilitazione dell'autoconsumo. Quello dell’inserimento delle tecnologie rinnovabili in configurazioni di autoconsumo, anche complesse come i sistemi di distribuzione chiusi e le comunità dell’energia di cui si sta discutendo nell’ambito del nuovo pacchetto UE, è un tema centrale nel disegno del nuovo sistema elettrico.
Impianti di piccola)taglia (2/2) In particolare per il settore delle bioenergie, caratterizzato da costi di generazione elevati e connessi ai prezzi delle materie prime, nuove forme di incentivazione tariffaria dovranno essere tendenzialmente limitate solo per gli impianti di piccolissima taglia (in Germania, ad esempio, incentivi significativi sono limitati agli impianti fino a 70kW) incentivando solo le bioenergie da scarti e residui e, eventualmente, da prodotti di secondo raccolto, idonei alla integrazione con la dimensione tipica dell’azienda agricola del nostro Paese, in assetti che premino l'efficacia e l'efficienza e che, comunque, rispettino il principio della “cascata”1. Andrà in ogni caso valutato l’impatto sulla qualità dell’aria con un costante monitoraggio delle realizzazioni. Anche in questo caso, il sostegno alla produzione di biometano per i trasporti costituisce una valida alternativa, come precisato nel paragrafo successivo. 1 Si tratta di una strategia, più volte richiamata dalla Commissione Europea (si veda, ad esempio, Comunicazione COM (2014) 14 del 22.01.2014), per utilizzare la biomassa, e i prodotti con essa realizzati, in step cronologicamente sequenziali, il più a lungo e il più efficientemente possibile e sfruttarne il potenziale energetico tramite combustione solo alla fine del loro ciclo di vita.
Emissioni
Si prevede che il contributo delle rinnovabili al soddisfacimento dei consumi finali lordi totali al 2030 (30%) sia così differenziato tra i diversi settori: - 55,4% di quota rinnovabili nel settore elettrico; - 33% di quota rinnovabili nel settore termico (usi per riscaldamento e raffrescamento); - 21,6% per quanto riguarda l’incorporazione di rinnovabili nei trasporti (calcolato con i criteri di contabilizzazione dell’obbligo previsti dalla RED II).
Contributo alla crescita delle rinnovabili nel settore elettrico Il maggiore contributo alla crescita delle rinnovabili deriva proprio dal settore elettrico, che al 2030 raggiunge i 16 Mtep di generazione da FER, pari a 187 TWh. La forte penetrazione di tecnologie di produzione elettrica rinnovabile, principalmente fotovoltaico ed eolico, permette al settore di coprire il 55,4% dei consumi finali elettrici lordi con energia rinnovabile, contro il 34,1% del 2017. Riduzione del consumo di territorio, per indirizzare la diffusione della significativa capacità incrementale di fotovoltaico prevista per il 2030, promuovendone l’installazione innanzitutto su edificato, tettoie, parcheggi, aree di servizio, ecc. Rimane tuttavia importante per il raggiungimento degli obiettivi al 2030 la diffusione anche di grandi impianti fotovoltaici a terra, privilegiando però zone improduttive, non destinate ad altri usi, quali le superfici agricole non utilizzate. Per il raggiungimento degli obiettivi rinnovabili al 2030 sarà necessario non solo stimolare nuova produzione, ma anche preservare quella esistente e anzi, laddove possibile, incrementarla promuovendo il revamping e repowering di impianti. In particolare, l’opportunità di favorire investimenti di revamping e repowering dell’eolico esistente con macchine più evolute ed efficienti, sfruttando la buona ventosità di siti già conosciuti e utilizzati, consentirà anche di limitare l'impatto sul consumo del suolo. • Crescita contenuta della potenza aggiuntiva geotermica e idroelettrica • Leggera flessione delle bioenergie, al netto dei bioliquidi per i quali è invece attesa una graduale fuoriuscita fino a fine incentivo. • Nel caso del grande idroelettrico occorrerà preservare e incrementare la produzione.
Compromesso 1° generazione OBBLIGHI ED OBIETTIVI AL 2030 Sviluppo biocarburanti avanzati un limite inferiore È possibile fissare Max 2030 da colture amidacee, zuccherine e oleaginose e da colture coltivate su 7% superfici agricole come colture principali Possibilità + 1% soprattutto a fini energetici. Criteri di sostenibilità e riduzione emissioniemissioni dal rispetto 2020 verifica sostenibilità e riduzione pari o superiore 65%di 2021 a 2 MW nel caso all’80% combustibili 2026 gassosi da biomassa 14% 3,5 % Materie Allegato IX, A X 2 Obbligo per i fornitori 0,2% nel 2022, 1% nel 2025 Entro 2023 proposta rivederlo al rialzo legislativa tesa a Materie Allegato IX B X 2 3,5 % Veicoli stradali elettrici X 4 Trasporto ferroviario elettrificato X 1,5
Contributo ad obiettivo Rinnovabili Trasporti per fonte (Contributo %)
Il biometano nella RED II tra limiti e opportunità: sostenibilità (colture intercalari, colture non alimentari, ecc. residui e sottoprodotti, annex IX), 22) "biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa a basso rischio di cambiamento indiretto di destinazione dei terreni": biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa le cui materie prime sono state prodotte nell'ambito di sistemi che evitano gli effetti di spostamento dei biocarburanti, dei bioliquidi e dei combustibili da biomassa ottenuti da colture alimentari e foraggere mediante il miglioramento delle pratiche agricole e la coltivazione in aree che non erano precedentemente utilizzate a tal fine, e che sono stati prodotti conformemente ai criteri di sostenibilità per i biocarburanti, i bioliquidi e i combustibili da biomassa di cui all'articolo 26; 18) "materie cellulosiche di origine non alimentare": materie prime composte principalmente da cellulosa ed emicellulosa e aventi un tenore di lignina inferiore a quello delle materie ligno- cellulosiche. Comprendono residui di colture alimentari e foraggere, quali paglia, steli di granturco, pule e gusci, colture energetiche erbacee a basso tenore di amido, quali loglio, panico verga, miscanthus, canna comune, colture di copertura precedenti le colture principali e ad esse successive, colture miste di leguminose e graminacee, residui industriali, anche residui di colture alimentari e foraggere dopo che sono stati estratti gli olii vegetali, gli zuccheri, gli amidi e le proteine e materie derivate dai rifiuti organici. Per colture miste di leguminose e graminacee e colture di copertura si intendono pascoli temporanei, costituiti da un'associazione mista di graminacee e leguminose a basso tenore di amido, che sono coltivati a turno breve per produrre foraggio per il bestiame e migliorare la fertilità del suolo al fine di ottenere rese superiori dalle colture principali; 31) "colture alimentari e foraggere": colture amidacee, zuccherine e oleaginose prodotte su terreni agricoli come coltura principale, esclusi residui, rifiuti o materie ligno-cellulosiche, escluse le colture intermedie come le colture intercalari e le colture di copertura a condizione che tali colture intermedie non generino una domanda di terreni supplementari;
Alla Commissione conferito potere adozione atti delegati per modificare elenco materie prime riportato nelle parti A e B dell'all. IX al fine di aggiungere materie prime ma non di cancellarne Analisi potenziale materie prime per produzione biocarburanti tenendo conto di a) i principi dell'economia circolare e della gerarchia dei rifiuti stabiliti nella direttiva 2008/98/CE; b) i criteri di sostenibilità dell'Unione di cui all'articolo 26; c) l'esigenza di evitare significativi effetti di distorsione sui mercati dei (sotto)prodotti, dei rifiuti o dei residui; d) Potenziale conseguimento di una significativa riduzione delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai combustibili fossili sulla base della valutazione del ciclo di vita delle emissioni; e) l'esigenza di evitare ripercussioni negative sull'ambiente e sulla biodiversità; f) l'esigenza di evitare che si crei un'ulteriore domanda di terreni.
Evoluzione biomasse ammissibili produzione elettrica Tabella 3 (art. 2, comma 145, Finanziaria 2008, DM 18.12.08) Tariffa omnicomprensiva 280 – Max 1 MW Nessun vincolo Dm 6 luglio 2012 Tariffa sottoprodotti 236 + premi – Max 300 Kw Sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1-A Decreto digestato Max 30% prodotti di origine biologica Max 30% colture DM 23 giugno 2016 Tariffa sottoprodotti 233 + premi – Max 300 Kw Sottoprodotti di origine biologica di cui alla Tabella 1-A Max 30% Colture non alimentari tabella 1b + sottoprodotti Legge n. 145/18 Tariffa sottoprodotti 233 – Max 300 Kw Reflui, materie, secondi raccolti
Azioni in corso • incentivazione impianti a biogas fino a 300 KW nel settore zootecnico (art. 1, commi 954 -957, legge di bilancio); • decreto FER 2 (incentivazione della produzione elettrica da biogas e biomasse fino al 2020); • impianti a biogas che si avviano verso la conclusione del periodo di incentivazione della produzione elettrica; • semplificazioni settore biogas; • decreto biometano (Riconversioni parziali a biometano, Convenzioni GSE – produttore biometano per rilascio incentivo);
Impianti a biogas che si avviano verso la conclusione del periodo di incentivazione della produzione elettrica Per quanto riguarda gli impianti a biogas che si avviano alla conclusione del periodo di incentivazione della produzione elettrica (le prime scadenze si avranno già nel 2020), occorre definire una proposta che consenta il proseguimento del sistema incentivante con nuove regole che siano in grado di valorizzare la programmabilità dell’immissione in rete dell’energia prodotta da biogas, contribuendo all’equilibrato sviluppo delle rinnovabili. In tale quadro occorre superare l’attuale divieto di accesso a nuovi strumenti di incentivazione della produzione elettrica previsto dallo spalmaincentivi volontario (misura che prevedeva una riduzione dell’incentivo a fronte), in relazione al non adesione di tali impianti nel 2014. Semplificazioni settore biogas Nella discussione sul Decreto semplificazioni saranno seguite le due proposte di modifica presentate da Confagricoltura relativamente alle reti impresa (per favorire il rispetto della prevalenza da parte dei retisti) e la rimozione del vincolo dello spalmaincentivi volontario.
Decreto biometano Per quanto riguarda l’attuazione del decreto biometano, permane la forte difficoltà da parte degli impianti a biogas esistenti, a procedere alla riconversione parziale a biometano in quanto il MATTM chiede che anche la quota di biogas che continua ad essere utilizzata per la produzione elettrica, venga prodotta con le sole biomasse consentite per la produzione di biometano (sottoprodotti e colture non alimentari in secondo raccolto). Le difficoltà sono legate al fatto che la maggior parte degli impianti interessati alle riconversioni oggi utilizzano mais o comunque primi raccolti. Le diverse iniziative per risolvere la questione già avviate con il Mattm ed il Mipaaft, da parte di Confagricoltura e del CIB, nonchè in modo congiunto anche con Snam, non hanno prodotto ancora il risultato auspicato. Pertanto occorre intervenire nuovamente per raggiungere il risultato atteso (da valutare anche la presentazione di uno specifico emendamento). Sarebbe auspicabile chiudere la vicenda prima di BiogasItaly. Sempre sul decreto biometano occorre procedere ad una analisi degli schemi dei contratti pubblicati di recente dal GSE, che potranno essere sottoscritti dai produttori per il riconoscimento dell’incentivo per il biometano avanzato e per la fornitura del biometano.
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