Valtorìurnennche - Regione VDA

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Valtorìurnennche - Regione VDA
Comune di                                                       Commune de
                                   Valtorìurnennche
ROGETTO DI EDIFICIO A DESTINAZIONE ALBERGHIERA IN LOCALITA’
                           AVOUIL
                           Fase: Progetto municipale

 STUDIO SULLA COMPATIBILITA’ DELL’INTERVENTO CON LO STATO DI DISSESTO
ESISTENTE E SULL’ADEGUATEZZA DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA IN ATTO E DI
QUELLE CONSEGUIBILI CON LE OPERE DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO NECESSARIE
                        (D.G.R. 2939 del 10 – 10 – 2008 e s.m.i.)

                                        Integrazione
                                                  BALTEA - Studio Geologico
                                                         Associato
       Data                        Elaborato
                                                Châtillon (AO), Via Menabrea 43
    Gennaio 2020                   SC - Rev.1     Tel./Fax: (+39) 0166.62.205
                                                    Cell. (+39) 3282830298
                                                    C.F./P.IVA: 01129450076

              Committente:
               VI.C.O S.r.l.

           Il tecnico incaricato
       Dott. Geol. Marco Vagliasindi
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Comune di Valtournenche – progetto di edificio a destinazione alberghiera in località Avouil

Sommario

1    Introduzione ..................................................................................... 3

    1.1      Descrizione dell’intervento ............................................................ 3

2    Classificazione urbanistico-edilizia dell’intervento proposto ............................ 5

3    Caratterizzazione dei vincoli presenti....................................................... 5

    3.1      Disciplina d’uso .......................................................................... 8

4    Individuazione e illustrazione delle dinamiche e della pericolosità dei fenomeni che
caratterizzano il vincolo ............................................................................ 8

    4.1      Documentazione esaminata ............................................................ 8

    4.2      Art 35 .....................................................................................14

     4.2.1     Deformazione gravitativa profonda ...............................................14

     4.2.2     Fenomeni di caduta massi ..........................................................14

     4.2.3     Fenomeni di colata detritica .......................................................16

5    Valutazione della compatibilità dell’intervento con il fenomeno di dissesto
considerato, con la sua dinamica e con la sua pericolosità ..................................23

6    Valutazione della vulnerabilità dell’opera da realizzare in relazione anche agli usi
alla quale essa è destinata ........................................................................24

7    Definizione degli interventi di protezione .................................................24

    7.1      Fenomeni gravitativi ...................................................................24

    7.2      Fenomeni idraulici e di trasporto solido ............................................31

8    Conclusioni .....................................................................................31

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1 Introduzione

       Su incarico della Società Valdostana Impresa Costruzione (VI.C.O. S.r.l.) con sede
in Hône, lo scrivente Dott. Geol. Marco Vagliasindi, titolare della Baltea Studio Geologico
Associato con sede in Châtillon (AO), via Menabrea n. 43, iscritto all’Ordine dei Geologi
della Valle d’Aosta con progressivo n. 27 (c.f. VGL MCS 71R14 F205K) ha redatto il presente
studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente e
sull’adeguatezza delle condizioni di sicurezza in atto e di quelle conseguibili con le opere
di mitigazione del rischio necessarie, così come previsto dalla D.G.R. n° 2939 del
10/10/2008. La presente relazione si riferisce al progetto di intervento di realizzazione
di un edificio ad uso alberghiero in località Avouil, in Comune di Valtournenche.
Il presente documento accompagna la fase del progetto municipale.
Nell’attuale fase progettuale, stanti le condizioni meteorologiche e di innevamento, non
è risultato possibile approfondire la caratterizzazione di tutti i fenomeni che interessano
l’area. È stata pertanto effettuata una caratterizzazione di massima, a carattere
qualitativo, volta a definire la fattibilità dell’intervento in relazione alle dinamiche di
dissesto attese, rimandando ad una successiva fase la

1.1 Descrizione dell’intervento

L’immobile ed il terreno interessati dall’intervento sono identificati al catasto al foglio 8
- mappali n° 94, 95, 96, 97,170, 662, 663, 664 e foglio 9 - mappali 46, 48, 58, 59 del
Comune di Valtournenche, e sono compresi in zona Bd6* del vigente PRGC.

L’intervento in oggetto prevede la demolizione di un fabbricato esistente e la nuova
costruzione di una struttura alberghiera.
L’edificio in progetto si articola in sei livelli, di cui due piani seminterrati e 3 piani fuori terra
più il sottotetto. I primi due piani seminterrati sono previsti sul sedime del vecchio fabbricato
e si inseriscono nel tratto acclive permettendo così di creare il piano orizzontale per la
struttura fuori terra. I livelli seminterrati saranno realizzati con una struttura in calcestruzzo
armato e con pianta rettangolare, in modo da semplificare le operazioni di scavo e
l’impostazione dei volumi emergenti, questi due livelli costituiscono il basamento del nuovo
complesso architettonico.
Il livello più basso, a sistemazioni di terra avvenute, risulterà completamente interrato ipogeo
mentre il secondo seminterrato sará completamente interrato su tre lati e aperto sul fronte
principale verso il campo da golf.
Il primo livello seminterrato ospiterà principalmente le due autorimesse: una più piccola,

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privata, con ingresso indipendente e capace di ospitare fino a 9 automobili, ed una più ampia,
con 72 posti auto. E’ inoltre presente un vano non accessibile da questo livello, che contiene
parte della palestra di arrampicata che, occupando verticalmente più piani, raggiunge qui il
punto più basso. Il secondo livello seminterrato racchiuderà tutti gli spazi wellness nella parte
frontale fuori terra e gli spazi di servizio all’attività alberghiera, nella parte interrata laterale
e posteriore.
I piani fuori terra saranno articolati in quattro volumi distinti, di cui tre costituiranno i blocchi
delle camere e saranno collegati da vani scala/ascensore. Il quarto volume costituito da
un’ampio elemento rettangolare ruotato rispetto al fronte principale, ospiterà le arre
ristorazione e spazi comuni.
Dal punto di vista costruttivo la struttura sarà realizzata con struttura tradiziona per i piani
interrati ed elementi prefabbricati in legno per i piani fuori terra. In dettaglio: la struttura
portante e gli orizzontamenti saranno realizzati in c.a. per i piani interrati e in x-lam per
parti fuori terra. I tamponamenti saranno realizzati in poroton isolato per i piani ipogei e in
xlma isolato con finitura legno o metallo per i piani fuori terra. La copertura sarà realizzata
con orditura primarie e secondarie in legno, pacchetto isolante e manto di copertura in
lamiera.

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2 Classificazione urbanistico-edilizia dell’intervento proposto

Ai sensi della D.G.R. 1759/2014 della D.G.R. 966/2019, nonché della L.R. 24/09,
l’intervento a) risulta classificato come nuova edificazione.

Figura 1. Corografia dell’area di intervento

3 Caratterizzazione dei vincoli presenti

            L’area in oggetto è soggetta ai seguenti vincoli ai sensi della L.R. 11 del 6 aprile
1998 e successive modificazioni ed integrazioni.

  Vincolo                                                                              Fascia

  Art. 33 (L.R. 11/98 - aree boscate)                                                  Non vincolato

  Art. 34 (L.R. 11/98 - zone umide e laghi)                                            Non vincolato

  Art. 35, comma 1 (L.R. 11/98 - terreni sedi di frane)                                F3 (Bassa pericolosità

                                                                                       Non vincolato, l’ingombro del piano interrato è
  Art. 36 ( L.R. 11/98 - terreni a rischio di inondazione)
                                                                                       al margine della fascia C bassa pericolosità

  Art.35, comma 2 (L.R. 11/98 - terreni sedi di fenomeni di trasporto di massa)        Non presente

  Art. 36 ( L.R. 11/98 - terreni a rischio di inondazione) in base a studi di bacino
                                                                                       Non presente)
  non ancora recipiti

  Art. 37 (L.R. 11/98 - terreni soggetti al rischio di valanghe o slavine)             V3 (bassa pericolosità)

  Vincoli forestali (R.D. 3267 del 30/12/1923)                                         Vincolato

  R.D. 25/07/1904 n. 523                                                               Non vincolato

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Figura 2. Estratto dal geonavigatore SCT R.A.V.A. Cartografia degli ambiti inedificabili del settore di
intervento – art. 35 – terreni sedi di frane. È indicato l’edificio oggetto di intervento

Figura 3. Estratto dal geonavigatore SCT R.A.V.A. Cartografia degli ambiti inedificabili del settore di
intervento – art. 36 – terreni sedi di inondazione. È indicato l’edificio oggetto di intervento

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Figura 4. Estratto dal geonavigatore SCT R.A.V.A. Cartografia degli ambiti inedificabili del settore di
intervento – art. 37 – terreni sedi di valanghe. È indicato l’edificio oggetto di intervento

Figura 5. Estratto dal geonavigatore SCT R.A.V.A. Vincoli forestale ex R.D.3267/1923 –vincolo
idrogelogico. È indicato l’edificio oggetto di intervento

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3.1 Disciplina d’uso

Nelle aree di cui all’art. 35 comma 1 – F3, e all’art 36 – C, è ammesso ogni tipo di
intervento edilizio. Per gli interventi di nuova edificazione deve essere verificato lo stato
di compatibilità con lo stato di dissesto esistente e con i fenomeni attesi.
Per quanto attiene il vincolo relativo all’art. 37 (terreni soggetti a valanghe) si rimanda
alla Perizia di Interferenza valanghiva redatta dall’Ing. Giulio PELI.

4 Individuazione e illustrazione delle dinamiche e della pericolosità dei
  fenomeni che caratterizzano il vincolo

I vincoli a cui è assoggettata l’area di intervento derivano da differenti dinamiche di
dissesto.

4.1 Documentazione esaminata

Il settore in esame è stato oggetto di recente revisione nella cartografia degli ambiti
inedificabili, in particolare per quanto attiene gli art. 35 e 36. Si fa riferimento allo studio
di approfondimento condotto dal Geol. Dott. De Leo (2015)1. Sono inoltre presenti studi
di approfondimento redatti dai professionisti Dott. Stefano Borrello e dott. Roby
Vuillermoz relativamente alla realizzazione del complesso “Albergo Carrel”, limitrofo
all’area di intervento.
E’ stato inoltre esaminato il Catasto Dissesti della Regione Autonoma Valle d’Aosta al fine
di disporre di un quadro aggiornato dei dissesti.

Di seguito si riportano le schede dei fenomeni di dissesto censiti nel settore di interesse.
Nei paragrafi seguenti si farà esplicito riferimento alla documentazione citata.

1
    Dott. Geol. Stefano De Leo - Variante agli ambiti inedificabili del Comune di Valtorunenche, Variante e
revisione - Relazione Tecnica - Marzo 2015

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4.2 Art 35

Il vincolo deriva da tre differenti tipologie di fenomeni:
       A) fenomeno di deformazione gravitativa profonda;
       B) possibilità di rotolamento di massi o blocchi dal tratto di scarpata e dal versante
       sovrastante l’area in oggetto;
       C) possibilità di espansione di fenomeni di colata detritica o trasporto di massa dal
          torrente Avouil, il cui alveo è localizzato a NE dell’area dell’edificio e che
          confluisce nel torrente Marmore ad una quota di 1966 m s.l.m . Dal momento
          che il torrente non è stato oggetto di specifico studio, per i fenomeni idraulici
          e di trasporto di massa lungo lo stesso vige il doppio vincolo relativo agli artt.
          35 e 36. Si osserva inoltre che in entrambe le cartografie l’area di conoide
          circostante il torrente Avouil è delimitata in fascia di cautela.

4.2.1 Deformazione gravitativa profonda

Come riportato nello studio citato, “L’analisi dei dati satellitari “PsInSAR” e “SqueeSAR”
rilevati dai satelliti Ers1 & 2 (1992-2001 ) e Radarsat (2003-2011), ha consentito di eviden-
ziare per questo settore un’attività della D.G.P.V. assente o molto modesta su tutta l’esten-
sione del grande fenomeno, ben rappresentato da numerosi “bersagli” interferometrici.”

4.2.2 Fenomeni di caduta massi

L’ortoimmagine sotto riportata evidenzia la morfologia del versante sovrastante l’area di
Avouil. La parte superiore del versante presenta settori con prevalente detrito denudato,
derivante in gran parte dalla deformazione in posto dell’ammasso roccioso a seguito dei
fenomeni di deformazione gravitativa. Sono presenti limitati settori di roccia
subaffiorante, ma non si rileva la presenza di significative pareti rocciose, di estensione
o altezza tale da comportare una diffusa attività di caduta massi o fenomeni con elevata
energia. La fascia successiva, a media acclività, presenta una copertura boscata costituita
da lariceto, in generale fitta e a tratti più rada. La pendenza del versante risulta via via
più ridotta. Immediatamente a monte del nucleo di Avouil è presente un dosso prativo a
ridotta acclività.

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Il Catasto Dissesti non riporta fenomeni relativi a dinamiche di caduta massi.

Come riportato nella relazione tecnica di revisione degli ambiti “Al piede del versante
sul pendio prativo a monte di Avuil, in base a quanto potuto rilevare dalle riprese fotografi-
che e alle informazioni raccolte presso i colleghi Borrello e Vuillermoz, si rileva la presenza
di blocchi sparsi in gran parte di modesta dimensione (< 0,5 mc) e più raramente con
taglia di 1-2 mc la cui messa in posto potrebbe essere legata sia al rimaneggiamento di
materiali di antica deposizione glaciale, sia al trasporto da parte delle valanghe dei materiali
detritici presenti a monte, sia più difficilmente a fenomeni di rotolio dei blocchi dal sopra-
stante pendio detritico attraverso il bosco. Le potenzialità legate a questo tipo di feno-
meno hanno suggerito, in sede di prima stesura degli ambiti inedificabili, l’inserimento
in fascia F2 del settore di versante immediatamente a nord di Avuil, caratterizzato da
un pendio a monte con pendenza più accentuata e continua, e in fascia F3 del settore di
Avuil e della fascia di piede del versante verso sud, considerata la presenza lungo il pendio
a monte di settori meno acclivi, in grado di arrestare nella gran parte dei casi l’eventuale
rotolio dei blocchi.”

Figura 6. Estratto dal geonavigatore SCT R.A.V.A. Ortofoto dell’area di intervento

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Nella relazione tecnica degli ambiti e negli studi di compatibilità relativia precedenti
interventi su tale area viene individuata una generica possibile pericolosità per caduta
massi senza segnalazione di specifici dissesti o aree di distacco.
Per tale motivazione viene mantenuta la perimetrazione in area F3 del settore edificato
“…in relazione alla scarsa frequenza dei fenomeni e alle ridotte energie che li caratteriz-
zano, considerata l’assenza di pareti rocciose in grado di dar luogo a importanti distacchi e
a dinamiche di caduta in prevalenza per rotolamento.”
Viene inoltre prevista la realizzazione di un’opera di difesa costituita da un vallo. In fase di
realizzazione del complesso “Albergo Carrel”, limitrofo all’area di intervento, tale opera è
stata sostituita da una barriera elastoplastica ad elevato assorbimento.

4.2.3 Fenomeni di colata detritica

La relazione tecnica di revisione degli ambiti riporta: “…Nel settore di fondovalle, in rela-
zione alle dinamiche di trasporto detritico torrentizio, è stato inserito in fascia F1 il settore
di conoide (attualmente in Fc1) non protetto dall'argine in terra, posto allo sbocco dello
stesso. E' stato inserito in F2 il settore di conoide oggetto di studio, in quanto protetto dell'ar-
gine in terra dal T. des Jumeaux: è stato considerato cautelativamente che tale argine, al
momento efficace, potrebbe essere eroso nel tempo; è stata inoltre considerata la possibi-
lità di afflussi secondari dal versante che insiste su questo lembo di conoide. Il limite della
fascia F2 è stato quindi posto lungo il margine esterno del conoide, che è stato fatto coin-
cidere, nel tratto in corrispondenza con le case di Avuil, con il canale artificiale di alimenta-
zione del vicino laghetto del campo di golf.
La delimitazione delle fasce di inondazione ha seguito per il lembo di conoide interessato
lo stesso criterio adottato per le frane (“doppio vincolo” di conoide). É stata inserita su base
morfologica una fascia A lungo le sponde del Marmore a valle del ponte di Avuil, conside-
rata la scarsa incisione dell'alveo. Essa sulla destra risulta limitata dal rilevato del conoide
e dagli accumuli artificiali recentemente sistemati nella realizzazione del campo da golf
(vedi foto in allegato), per cui segue sostanzialmente la strada, per poi allargarsi a valle al
settore di piana più depresso che prosegue ampiamente verso valle. Una stretta fascia B
si interpone tra il settore più depresso e il rilevato del piazzale di Avuil, al piede del quale
corre il canale artificiale in precedenza citato, e, più a valle, il piede del versante.”

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Si rileva che il fenomeno più recente registrato (vedi Catasto Dissesti) è successivo alla
revisione degli ambiti ed indica una modesta colata detritica il cui accumulo si è arrestato
ai margini dell’alveo, principalmente dalla le quota 2050 fino a circa 200 m dalla confluenza,
avvenuta nell’agosto 2017. In particolare la stima del materiale detritico mobilizzato in oc-
casione di tale evento risulta pari a circa 5000 m3.

Nelle attuali condizioni stagionali non è stato possibile effettuare rilievi sul terreno allo scopo
di caratterizzare adeguatamente il bacino per un’analisi dei fenomeni di trasporto solido. E’
stata tuttavia condotta un’analisi speditiva delle condizioni di accumulo derivanti da feno-
meni di trasporto solido per valutare la coerenza con la perimetrazione e la compatibilità
dell’intervento.

Il bacino del torrente des Jumeaux (o torrente Avouil) presenta un’estensione di circa 1.6 km2
con le seguenti caratteristiche.

 CN (medio)                                                     76
 Quota Minima (m s.l.m.)                                      1978
 Quota Massima (m s.l.m.)                                     3618
 Quota Media (m s.l.m.)                                       2779
 Superficie (Km2)                                              1.6

Si è adottato il metodo SCS (Soil Conservation Service) per la trasformazione afflussi/deflussi. Il
CN (Curve Number) è stato posto cautelativamente nella condizione AMC III (elevata saturazione
iniziale del bacino), pertanto il CN risulta pari a 87.
L’altezza di pioggia è stata calcolata secondo lo studio di regionalizzazione delle precipitazioni
intense della R.A.V.A. I valori dei coefficienti                    a ed n sono a=10.44571                    e n=0.554012
rispettivamente.
Per il bacino in esame, considerando un tempo di ritorno pari a 200 anni, si ottiene il seguente
pluviogramma a blocchi alterni.

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                                    Tr=200 anni
 6

 5

 4

 3

 2

 1

 0
     0.05
      0.1
     0.15
      0.2
     0.25
      0.3
     0.35
      0.4
     0.45
      0.5
     0.55
      0.6
     0.65
      0.7
     0.75
      0.8
     0.85
      0.9
     0.95

     1.05
      1.1
     1.15
      1.2
     1.25
      1.3
     1.35
      1.4
     1.45
        1
Figura 7. Pluviogramma blocchi alterni per Tr 200 anni

Il tempo di corrivazione, calcolato con la formula di Giandotti, risulta pari a 0.25 h (15 minuti)

Adottando un tempo di precipitazione pari a 4 volte la durata del tempo di corrivazione, e
considerando un evento pluviometrico con probabilità connessa ad un tempo di ritorno pari a 200
anni, si ottengono le seguenti portate.

                      Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 18
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Figura 8. Modellazione afflussi/deflussi tramite codice HEC HMS

Adottando la formula per la valutazione della portata di picco

Si ottiene il seguente debrisgramma

                     Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 19
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12.00                                                  debrisgramma Tr = 200 anni

10.00

      8.00
                                               Serie1
    portata m3/s

                                               Serie2
      6.00

      4.00

      2.00

      0.00
                   10:00
                           10:09
                                   10:18
                                           10:27
                                                   10:36
                                                           10:45
                                                                   10:54
                                                                           11:03
                                                                                   11:12
                                                                                           11:21
                                                                                                   11:30
                                                                                                           11:39
                                                                                                                   11:48
                                                                                                                           11:57
                                                                                                                                   12:06
                                                                                                                                           12:15
                                                                                                                                                   12:24
                                                                                                                                                           12:33
                                                                                                                                                                   12:42
                                                                                                                                                                           12:51
                                                                                                                                                                                   13:00
                                                                                                                                                                                           13:09
                                                                                                                                                                                                   13:18
                                                                                                     tempo

Figura 9. Debrisgramma Tr 200 anni

Con una portata di picco pari a circa 10 m3/s e un volume complessivo pari a circa 26.000
m3

Al fine di valutare la possibilità di espasione dei fenomeni rispetto all’area di interesse si
sono ricercati metodi che consentano di valutare la distanza e l’area di runout lungo la
conoide stessa indipendentemente dal deflusso incanalato.
Si osserva innanzitutto che la conoide, a partire dalla quota di 2025 circa, presenta una
pendenza media compresa tra 6° e 7°, che corrisponde (Ikeya, 19892) a valori per i quali
si ha la un sensibile rallentamento o inizio della deposizione della colata detritica. Sempre
secondo lo stesso autore, la distanza di runout della colata può essere stimata secondo
la relazione
                                                                                                                                                                   .
                                                                                                                       = 8.6(                                )

dove V è il volume della colata e                                                                                      la pendenza del canale a monte del tratto dove la

2
       Ikeya, H., 1989. Debris flow and its countermeasures in Japan, Bull. Int. Ass. Engng Geol. 40, 15–33.

                                                           Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 20
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colata subisce un rallentamento. Nel caso in esame, il a monte presenta una pendenza di
circa 14°
Esistono numerose correlazioni empiriche, basate sulla magnitudo della colata detritica,
che stimano l’area trasversale inondata dal flusso (A) e l’area planimetrica (B) in funzione
del volume totale (V) (Iverson et al, 1998; Crosta et al, 2003; Griswold e Iverson,2008,
Berti e Simoni, 2007,2014), tenendo in alcuni casi anche conto della pendenza.
In generale è stato riscontrato che l’area planimetrica inondata risulta proporzionale al
volume totale secondo un esponente di 2/3.
Tra le relazioni individuate si ricordano:

            /
  = 6.2                                                                              Crosta et al, 2003

            /
  = 0.1
            /
  = 20                                                                               Griswold e Iverson, 2008

            /
  = 0.8                                                                              Berti e Simoni, 2007
            /
  = 17

In cui A è l’area inondata della sezione trasversale e B l’area planimetrica inondata. I
coefficienti per cui viene moltiplicato il volume (elevato alla 2/3) sono detti coefficienti
di mobilità.
Utilizzando le relazioni proposte da Berti e Simoni si ottengono i seguenti valori:

                                  b area planimetrica  L distanza di arresto m
 V m3     A area trasversale m2   m2                   (Ikeya)
     5000             20.46812417          5263.231929                  168.9485912
    10000             32.49112184          8354.859901                  226.0409754
    26000             61.43468069          15797.48932                  337.6571721

Si è quindi ricavata su GIS, a partire dal punto di potenziale diversione, e seguendo le
caratteristiche topografiche della conoide e la carta delle pendenze, l’area della conoide
stessa corrispondente al valore di area di runout precedentemente ricavato. Si è inoltre
tracciata la distanza lineare di runout ricavata dalla relazione di Ikeya precedentemente
citata.

                      Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 21
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Figura 10. Aree di invasione per diversi volumi ipotizzati su CTR e hillshade del DEM.definite mediante la
relazione di Berti e Sironi e runout lineare definito mediante la relazione di Ikeya

                      Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 22
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Si osserva che le perimetrazioni proposte sono abbastanza coerenti con l’area di invasione
della colata del 2017, risultando addirittura più cautelativa in quanto l’arresto effettivo
si è verificato più a valle rispetto a quanto ipotizzato nel modello.
In base alla topografia locale ricavata da DTM, l’area di espansione si indirizza verso l’area
pianeggiante del campo da golf, mentre non tende a deviare verso l’area di interesse che
è inoltre parzialmente protetta dall’arginatura in destra idrografica in apice di conoide.
In base alla valutazioni riportate, si ritiene che la perimetrazione riportata negli ambiti
per quanto attiene i fenomeni di colata detritica sia coerente con lo stato del sito e che
l’area in esame possa essere considerata a bassa pericolosità.

5 Valutazione della compatibilità dell’intervento con il fenomeno di
  dissesto considerato, con la sua dinamica e con la sua pericolosità

L'intervento previsto consiste nella realizzazione di una nuova struttura alberghiera.
Dalle analisi sopra esposte circa i fenomeni gravitativi e di trasporto solido/idraulici
emergono le seguenti considerazioni riguardo all’interferenza dell’intervento stesso con
i fenomeni attesi.

   1) Fenomeni gravitativi
       L’edificio in progetto si inserisce in un’area con limitata probabilità di
       raggiungimento da parte di fenomeni di rotolamento di massi e con energie ed
       altezze limitate, data l’assenza di pareti di elevata altezza e di blocchi di volume
       elevato, nonché la presenza di una fascia a ridotta pendenza a monte del sito di
       intervento.
   2) Fenomeni di trasporto solido
       L’edificio in progetto si inserisce in un’area esterna alle aree di invasione valutabili
       in base a criteri geomorfologici e metodi empirici di modellazione ampiamente
       utilizzati nella letteratura. anche considerando eventi con elevato tempo di ritorno
       Per quanto sopra, si ritiene corretto affermare che i fenomeni che possono arrivare
       ad interessare l’edificio oggetto di intervento nel suo complesso siano costituiti da
       fenomeni secondari provenienti dal versante con trasporto solido e tirante
       idraulico limitati.

                     Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 23
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Per la posizione dell’edificio nell’area distale rispetto all’area di espansione dei
fenomeni, si può affermare che le interazioni di tipo attivo dell’intervento previsto con
il fenomeno atteso (deviazione o modifica delle direzioni o dell’intensità del flusso) siano
trascurabili e che l’intervento, così come progettato, non comporti una significativa
variazione nell’interazione con le dinamiche di dissesto attese.

6 Valutazione della vulnerabilità dell’opera da realizzare in relazione
  anche agli usi alla quale essa è destinata

L’intervento in esame riguarda l’ampliamento di un edificio ricettivo, come tale da
considerare ad elevata vulnerabilità.
in rapporto ai fenomeni attesi si individuano i seguenti scenari:
   -   Potenziale interferenza con fenomeni di rotolamento di massi o blocchi a limitata
       velocità energia
   -   Afflusso idrico in forma di ruscellamento concentrato dal tratto di versante
       direttamente sovrastante la frazione
   -   Probabilità di interferenza con il deflusso principale di fenomeni di trasporto solido
       di fatto assente a meno di fenomeni parossistici (rotte glaciali etc)
Per le caratteristiche sopra descritte, l’intensità dei fenomeni in termini di velocità,
tirante idraulico ed energia, è limitata e tale da non comportare la possibilità di danni
strutturali all’edificio e rischio per l’incolumità delle persone.

I rischi sopra esposti possono essere mitigati in massima parte mediante adeguati
interventi di protezione.

7 Definizione degli interventi di protezione

In rapporto alle dinamiche attese, che risultano dall’analisi effettuata nei precedenti
capitoli al fine di limitare il rischio di allagamenti anche parziali ed infiltrazioni si
dovranno seguire le seguenti prescrizioni.

7.1 Fenomeni gravitativi

Come già effettuato per l’edificio adiacente, e come prescritto all’interno della
relazione tecnica di revisione degli ambiti, il rischio derivante da potenziali fenomeni di
rotolamento massi dovrà essere mitigato mediante la realizzazione di un’opera di

                    Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 24
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protezione passiva direttamente a monte dell’edificio.
Stanti le condizioni topografiche, si ritiene che la tipologia di opera più adatta sia
costituita da una barriera paramassi di tipo elastoplastico.
Il dimensionamento ed il posizionamento della barriera dovranno essere definiti in
sede di    progettazione esecutiva sulla base di                                   un’analisi         geostrutturale   e
traiettografica.

In via preliminare, si osserva che un intervento di realizzazione di barriera paramassi di
tipo elastoplastico ad assorbimento di energia è già stata realizzata a protezione del
recente intervento di costruzione sul lotto limitrofo a quello dell’area in oggetto.
Le caratteristiche relative al presunto moto dei blocchi ed alle relative dimensioni,
comunque da verificare in sede di progettazione esecutiva, sono con ogni probabilità
analoghe a quelle del lotto adiacente.
In particolare si notano i seguenti elementi:
   -   Assenza, lungo il versante sovrastante, di pareti rocciose di elevata altezze ed
       estensione;
   -   Presenza di sporadici ammassi rocciosi subaffioranti, con volumi rocciosi unitari
       ridotti in ragione dell’elevato grado di fratturazione, e/o di detrito sparso;
   -   Profilo del versante con pendenze ridotte, senza significative variazioni di
       pendenza (tali da dare luogo a fenomeni di rimbalzo con elevata altezza), in
       particolare nell’area a monte del previsto intervento.
In base a quanto sopra si valuta che i fenomeni che potrebbero in casi eccezionali arrivare
ad interessare l’area di intervento sarebbero costituiti da blocchi di limitate dimensioni
e con prevalente moto di rotolamento (non rimbalzo).
Si ritiene pertanto che un adeguato intervento di mitigazione del rischio possa essere
costituito da una barriera elastoplastica ad assorbimento di energia opportunamente
posizionata.
Il livello energetico della barriera, che dovrà essere certificata ai sensi della normativa
vigente, dovrà essere definito in sede esecutiva a seguito di uno studio traiettografico. In
base alle informazioni preliminari disponibili, si ritiene in linea di massima che il livello
possa essere compreso tra 3.000 e 5.000 kJ.
Il posizionamento della barriera dovrà avvenire in un punto del versante che non presenti
significative variazioni di pendenza, in modo da ottimizzare l’altezza delle barriere.
Indicativamente si ritiene che il posizionamento possa essere previsto in continuità con

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le barriere esistenti sul lotto adiacente. In questo modo sarà anche possibile intervenire
all’interno del medesimo lotto di proprietà della struttura in progetto.
Presumibilmente la lunghezza della barriera sarà di circa 50 m. In linea di massima si
ritiene che la barriera potrà essere interrotta in corrispondenza dell’inizio della fascia
boscata presente su parte del versante a monte dell’intervento. Tale ipotesi andrà
comunque verificata valutando la presenza di testimoni muti all’interno della fascia
stessa e la capacità di propagazione delle traiettorie all’interno dell’area boscata.

Le valutazioni circa l’intervento sono illustrate nelle immagini seguenti.

                   Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 26
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Figura 11. Ipotesi di posizionamento barriera paramassi su ortofoto recente (da Goole) in cui è visibile anche il tratto di barriera realizzata sul lotto limitrofo

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Figura 12. Ipotesi di posizionamento barriera paramassi su CTR

                                                Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 28
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Figura 13. Sezione 1 indicata in planimetria. Si osserva che il posizionamento della barriera è in un tratto di versante a pendenza omogenea e non elevata, in
modo da ottimizzare l’altezza della barriera stessa

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Figura 13. Sezione 2 indicata in planimetria. Si osserva che il posizionamento della barriera è in un tratto di versante a pendenza omogenea e non elevata, in
modo da ottimizzare l’altezza della barriera stessa

                                                 Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 30
Comune di Valtournenche – progetto di edificio a destinazione alberghiera in località Avouil

7.2 Fenomeni idraulici e di trasporto solido

   -   Sul lato di monte della struttura dovranno essere realizzate adeguate misure di
       drenaggio e intercettazione delle acque sia sotterranee che di ruscellamento
       superficiale, come dettagliato nella relazione geologica allegata al progetto
   -   I serramenti dei locali interrati ed al piano terreno dovranno avere una resistenza
       all’acqua non inferiore a IP X6
   -   Tutte le aperture di aerazione poste al livello terreno dovranno essere dotate di
       possibilità di chiusura a tenuta stagna.

8 Conclusioni

In base a quanto sopra esposto, l’intervento in oggetto, così come progettato e fatte salve
le prescrizioni di cui al capitolo 7, risulta compatibile con le condizioni di pericolosità
riportate nella cartografia degli ambiti inedificabili del Comune di Valtournenche, ai sensi
degli artt. 35 e 36 della L.R. 11/98.

Courmayeur, Gennaio 2020

                                                                                             Il tecnico
                                                                              Dott. Geol. Marco Vagliasindi

                    Studio sulla compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente - 31
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